Scarica dispensa storia della musica occidentale moderna sul classicismo e più Dispense in PDF di Storia Della Musica Moderna E Contemporanea solo su Docsity! IL' CLASSICISMO
Tra il 1730 e il 1760 circa si afferma in tutte le arti un nuovo
gusto per l’espressione “personale” del sentimento in
opposizione all’espressione oggettiva, razionale e complessa.
Musicalmente questa estetica, che determinerà la nascita dello
“ stile galante”, si configura, in netta opposizione al linguaggio
contrappuntistico tradizionale, nella predilezione per Ja melodia
cantabile e delicata, composta di frasi simmetricamente
organizzate, ricche di abbellimenti, ritmicamente uniformi,
accompagnata da un’armonia elementare, ridotta alla polarità di
tonica e dominante. Tale stile trova la sua realizzazione
privilegiata nelle sonate per clavicembalo destinate alla pratica
quotidiana dell’intrattenimento privato del musicista dilettante.
Una tecnica particolarmente semplice di accompagnamento
della melodia, molto in voga nelle sonate per tastiera in stile
galante e che soppiantò il vecchio basso continuo, è il
cosiddetto “basso albertino”, che prende il nome dal cantante-
compositore e cembalista veneziano Domenico Alberti (ca
1710-40), il primo che ne fece uso frequente. Si tratta di una
formula di accompagnamento consistente in accordi
persistentemente spezzati, semispezzati oppure arpeggiati.
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STILE GRLANTE
TEA
BAROCCO E IL
CLASSICISIHTO
CAeAITERISA ME MUSICAL
IL BASS ALBERTINE
SOSTITUISCE !L
BASS cConvNUo
48
Contemporaneamente, nelle regioni della ‘Germania
n IN GERHANIA è
settentrionale e a Berlino, si afferma un’omologa tendenza
u Empfind samev
stilistica di carattere più impetuoso ed espressivo che influenza cis
il repertorio clavicembalistico, ma anche altri generi. Definito
e
“Empfindsamer Stil’(stile sentimentale), questo stile, ; ° kh
trassegnato dalla ricerca espressiva di tensioni emotive forti xl he Bac -
con n_— e
e di delicate ed intime sensazioni malinconiche, ha il suo
maggiore rappresentante in Carl Philipp Emanpel Bach
(1714-88), il più famoso dei figli di Johann Sebastian, che fu
a Berlino, per quasi trent'anni (dal 1740 al 1768), gembalista
alla corte del re di Prussia Federico Il il grande, cultore di studi
letterari e filosofici nonché esperto flautista (il dedicatario dell’
“Offerta Musicale”)
Per le tastiere C.P.E.Bach pubblica un trattato fondamentale per
la realizzazione degli abbellimenti e in generale per la prassi
esecutiva strumentale della seconda metà del XVII secolo,
intitolato “Versuch uber die wahre Art das Clavier zu spielen”
(Trattato sulla vera maniera di suonare gli strumenti à tastiera).
L’immediatezza comunicativa dello stile galapte-rococò
costituisce la premessa indispensabile, il terreno su cpi germina
il linguaggio musicale del “classicismo”.
Con la parola “classico” si suole designare quel periodo di IL CcLaSACIGtO
storia della musica compreso tra il 1750/70 e il 1810/20 che
ebbe il suo centro a Vienna.
Rispetto al precedente stile galante vi è in esso il superamento
della tendenza a considerare la costruzione musicale come una
S1
borghesia e ha termine il mecenatismo aristocratico che aveva FINISCE L'EPOCA DEL
MECENATISNO Apa STO URE
dominato per quattro secoli.
SCOM PAONO LE CAPPEUL
Sconfitta l’aristocrazia, scompaiono le cappelle musicali,
Hustaru
vengono licenziati i musicisti che cambiano il loro “ stai 7,
mutano i committenti, i fruitori e i “luoghi “ della musica.
Nasce dunque il musicista indipendente: da “stipendiato” di NASCE IL MUSICASTA (HDI:
corte, artigiano alle dipendenze di un mecenate, assurge a
libero professionista che vive delle entrate procurategli dai
concerti pubblici o dalla pubblicazione delle sue composizioni.
Nel corso del settecento infatti si va diffondendo la pratica
NASCE IL Concerto ME
delle manifestazioni pubbliche a pagamento anche per la
musica strumentale: nascono le sale da concerto (i primi
concerti pubblici pare siano stati tenuti a Londra).
Sviuppo dell’EDITEeeA
Contemporaneamente l’editoria musicale (Soprattutto a
° MUSICALE
Londra, Parigi, Lipsia) conosce un notevole sviluppo dovuto
alla richiesta sempre più crescente di musica da parte del nuovo
dilettante borghese.
Questa nuova condizione del musicista però, se da un lato lo
libera da legami e dipendenze feudali, dall’altro lo pone in balfa
del gioco alterno della domanda e dell’offerta, dipendente dal
gusto o semplicemente dagli umori del nuovo pubblico. E se
Haydn, nel corso della sua lunga vita, sperimenta positivamente
la vecchia (alle dipendenze della famiglia Esterahàzy) e la
nuova condizione (libero professionista a Londra), Mozart
invece paga in prima persona l’incomprensione che circonda,
soprattutto negli ultimi anni di vita, la sua opera, la cui
complessità non rispondeva più alle aspettative del pubblico
viennese del tempo.
Comincia a prendere piede la concezione che il pregio di un’opera
musicale stia nel suo singolare valore, ossia nella sua originalità, idea
questa totalmente sconosciuta alle epoche precedenti. Ne deriva il
concetto di “genio” che comincia a porsi al centro dell’estetica
musicale di fine settecento: nel trattato di C.F.D.Schubart (1739-
91)”Ideen zu einer Asthetik der Tonkunst (“Idee per un’estetica della
musica”) pubblicato a Vienna nel 1806, viene stabilita la significativa
equivalenza tra genio ed espressione/sentimento musicale, in
opposizione a genio in quanto maestria tecnico-compositiva.
D'altronde questo processo di soggettivazione dell’espressione
musicale, che prelude segnatamente al romanticismo, era già stato
anticipato dalla corrente estetica berlinese che faceva capo a
C.Ph.E.Bach.
Superato il sistema del mecenatismo, il compositore crea adesso per
l’umanità intera e per i posteri e ciò implica, tra le altre cose,
l’abbandono della pratica di scrivere in fretta e con tanta facilità
Ancora, il ruolo del compositore tende a staccarsi da quello del
virtuoso interprete/improvvisatore (vedi G.B.Sammartini e J. Haydn
cui mancava la perfetta padronanza di uno strumento) e per
conseguenza lo spazio aperto all’improvvisazione dell’interprete si va
restringendo sempre di più fino quasi ad annullarsi. Di conseguenza
anche la scrittura musicale diventa sempre più precisa nei suoi dettagli
esecutivi.
Intorno alla metà del XVIII secolo, Vienna, grazie all’intensa vita
concertistica e alla fiorente editoria musicale non ostacolate dalla
ancora forte presenza dell’opera italiana e del nascente Singspiel,
diventa un centro musicale importantissimo, esercitando un’attrazione
particolare su compositori e virtuosi strumentisti di varia nazionalità
che vi affluirono numerosi.
Pur non essendo viennesi di nascita, Haydn, Mozart e Beethoven
eleggono la propria residenza in quella città proprio per le buone
possibilità di lavoro che vi si offrivano.
A favorire l’afflusso a Vienna di artisti e intellettuali è anche lo
spirito libertario che pervade l’Austria durante la reggenza (1755-90)
di Giuseppe II d’ Asburgo , sovrano che ammirò le idee illuministiche
di Voltaire e degli enciclopedisti francesi. Inoltre numerosi
aristocratici residenti a Vienna sono appassionati di musica:
organizzano trattenimenti musicali nei loro palazzi e danno protezione
a musicisti e compositori ( vedi il conte Razumovsky e il principe
Lichnowsky, legati a Beethoven)
Franz Joseph Haydn (1732- 1809) è il compositore che più
TT...
contribuisce alla formazione dello stile classico, dando il suo apporto
determinante soprattutto nel campo della musica strumentale.
Nel corso del suo lungo periodo creativo, durato oltre cinquant’anni,
egli si dedica contemporaneamente a quasi tutti i generi: musica sacra,
opere serie e comiche nello stile italiano, cantate e concerti ma
soprattutto quartetti per archi, sonate per pianoforte e sinfonie per un
totale di poco meno di mille composizioni. La sua opera può essere
considerata, da questo punto di vista, l’ultimo grande frutto del
VIENNA
HAYPN
La carriera artistica di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-91) si
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svolge ininterrottamente nell’arco di poco meno di trent'anni, un
periodo eccezionalmente lungo per un uomo che morì a soli 35 anni.
Egli infatti dimostra già dai primi anni dell’infanzia un talento così
prodigioso per la musica da indurre il padre Leopold (1719-87),
violinista e vicemaestro di cappella alla corte dell’arcivescovo di
Salisburgo, nonché autore di un trattato sul violino già ricordato, a
dedicarsi esclusivamente all’istruzione musicale del ragazzo e alla
presentazione delle sue qualità in una serie di viaggi che li portano in
tutta l’Europa nord-occidentale prima ( Vienna, Monaco, Augsburg,
Mainz, Francoforte, Bonn, Bruxelles, Parigi, Londra, Amsterdam) e
poi anche, per tre volte, in Italia.
Il giovane Mozart trascorre dunque più della metà del suo tempo, tra
i sei e i sedici anni (1762-72), viaggiando ed esibendosi. Ciò determina
la qualità cosmopolita della musica di Mozart, a differenza di quella di
Haydn, il cui fondo è decisamente più austriaco.
Nel decennio successivo (1772-81) vive principalmente a Salisburgo
dove è Konzermeister (maestro di concerti) prima e organista di corte
poi.
Nel 1782, insofferente del suo datore di lavoro, l’arcivescovo di
Colloredo e delle limitate possibilità di affermazione che la vita
musicale di provincia poteva offrirgli, si licenzia. Gli ultimi dieci anni
li trascorre stabilmente a Vienna, dove si stabilisce, contro il parere del
padre, già dal marzo del 1781.E ciò significa un duplice
affrancamento: dalla corte arcivescovile salisburghese e dalla
preponderante influenza paterna.
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no ZARET
Ma se i primi anni di vita da “libero professionista” a Vienna sono
prosperi di successo e ricchi di energia creativa, la situazione muta
negli ultimi quattro-cinque anni, segnati invece da difficoltà
economiche, delusioni personali e incomprensioni del pubblico.La sua
salute già minata dall’infanzia, subisce un ulteriore deterioramento che
lo porta alla morte negli ultimi mesi del 1791.
L’enorme mole delle opere da lui composte ( ca 726) ci mostra una
frequentazione con tutti i generi musicali dell’epoca, che egli affronta (
a differenza di Haydn e Beethoven che eccelsero solo in alcuni generi)
con grandissima fantasia inventiva e pari perfezione.
Nonostante ciò, Mozart in vita fu apprezzato relativamente poco per
la sua attività compositiva, si guadagnò soltanto una certa fama a
Vienna come pianista ma il successo del pubblico gli fu
negato.Soltanto dopo la morte la sua fama si consolidò rapidamente.
Compose 24 opere teatrali : opere italiane serie ( ricordiamo “Lucio
Silla”, “Idomeneo, re di Creta”, “La clemenza di Tito”) e buffe
(soprattutto la trilogia su libretto italiano di Lorenzo Da Ponte “Le
nozze di Figaro”, “Don Giovanni” e “Così fan tutte”);Singspiele
(Bastien und Bastienne”, Die Entfurung aus dem Serail” e “Die
Zauberflute”)
Musica sacra (soprattutto l’incompiuto “Requiem” in re minore per
soli, coro e orchestra);
Musica sinfonica: 49 sinfonie (spiccano le ultime sei composte nel
decennio viennese), i concerti per diversi strumenti solisti (2 per
flauto, 1 per oboe, 1 per clarinetto, 1 per fagotto, 4 per corno, 1 per
flauto e arpa, 7 per violino, 23 per pianoforte) e mv sica da camero
(quartetto e quovtett, pe ade i 2 sonate A a) .
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La seconda metà del secolo è caratterizzata, in ambito
operistico, dalla grande fioritura dell’ opera comica,
determinata dall’incontro tra musica napoletana © poesia
veneziana. Determinante è infatti l’apporto del grande
commediografo e librettista veneziano Carlo Goldoni (1707-
93), autore di 15 intermezzi e 55 drammi giocosi (opere
comiche) che ebbero straordinaria fortuna. Egli infatti mantiene
per tutta la carriera legami profondi con il teatro musicale
benché, contrariamente a Metastasio, sapesse poco 0 nulla di
musica.
Molto intensa (26 anni) è la sua collaborazione con il
compositore veneziano Baldassare Galuppi (1706- 85) che
musicò una ventina di suoi drammi comici, tra i quali il
fortunatissimo “// filosofo di campagna”(Venezia 1754).
A Goldoni va il merito di aver introdotto nei drammi comici
l’elemento tenero, patetico, commovente che compare nei
nuovi generi letterari della “comèdie larmoyante” (commedia
lacrimosa) di Nivelle de la Chaussèe (1619-1654) e del
romanzo sentimentale inglese di Samuel Richardson (1689-
1761), generi che ebbero fortuna enorme in tutta Europa.
Determinante in tal senso è il suo libretto “La Cecchina ossia la
buona figliola” derivato appunto da “Pamela or virtue
rewarded”(1740) di S.Richardson e musicato (Roma 1760) da
Niccolò Piccinni (1728- 1800). Quest'opera, basata su una
vicenda lacrimevole piena di accenti patetici, inaugura il genere
8
OPERA COMICA
ITALUANA
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larmoyante”, cui già si è accennato anche per l’influenza che
ebbe sulla “commedia sentimentale” italiana.
Tra i compositori ricordiamo l'italiano Egidio Romualdo Duni
e soprattutto il belga Modeste Grétry (1741- 1813) che
inaugurò un nuovo filone di soggetti ispirati alla storia
medievale, anticipando il teatro romantico del XIX secolo .
Ricordiamo almeno il suo capolavoro “Richard Coeyr de Lion”
(1784).
Nel 1773 approda a Parigi Christoph Willibald Gluck ( vedi più
avanti) con l’idea di estendere la sua riforma anche alla
“tragédie-lyrique”. Le rappresentazioni di ‘“/phigénie en
Aulide” e la versione francese dell’ “Orfeo” (1774) scatenarono
un’ennesima “querelle” che durò anni, per l'opposizione
sollevata sia dai sostenitori della tradizione di Rameau sia dai
seguaci dell’opera italiana, i quali gli contrapposero Nicolò
Piccinni, le cui opere però non ressero al confronto con quelle
di Gluck.
Auser E GERHANIA
Contemporaneamente, anche in Austria e Germania si afferma
NRSCE \L SINGSPIEL
un genere di spettacolo misto di recitazione e musica (e in
quanto tale simile all” “Opéra-comique”) che prende il nome di
“Singspiel”. Esso ebbe origine dall’iniziativa di commedianti
tedeschi che, nelle commedie e nei drammi recitati, inserivano
sia canzoni popolari, sia arie e concertati d’opere.
Nato a Vienna, il genere si diffuse anche in Germania.
Tra i compositori di Singspiele spiccano Hiller, Benda e
soprattutto Karl Ditters von Dittersdorf. Ma l’importanza
artistica del Singspiel sarebbe stata modesta e limitata
all’ambiente e al successo conseguito presso alcuni strati di
pubblico, soprattutto la borghesia, se esso non avesse offerto
terreno propizio alla nascita di alcuni capolavori, primi fra tutti
i tre già citati singspiele di Mozart e, nell’Ottocento, “Fidelio”
di Beethoven, “der Freischutz” (“il franco cacciatore”) di
Weber e alcune opere teatrali della gioventù di Schubert. Non
bisogna poi dimenticare che il Singspiel è la matrice storica
dell’operetta viennese dell’ottocento.
Se l’opera comica ha in questo periodo una diffusione
enorme, non bisogna credere che l’opera seria ristagni in una
condizione di “decadenza”, anzi essa dimostra ora una capacità
di parziale (talora radicale ) rinnovamento. dov» Sopi adtetie
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o PERA SERIA
ITALI ANA
ail Linfa
dell'opua buffa è acd' opue pane -
Si fa strada infatti un’insofferenza diffusa verso l’opera di
struttura metastasiana con la rotazione ripetitiva di situazioni
affettive convenzionali e altamente stilizzate che trovano piena
realizzazione nell’aria col da capo.
Nel “Saggio sopra l’opera in musica” (1755) il letterato
veneziano F.Algarotti, in linea con le moderne correnti di
pensiero dei filosofi illuministi francesi, auspica una rinnovata
attenzione, nell'opera seria, alla scelta dei soggetti che doveva,
secondo lui, essere orientata in senso mitologico o storico
neoclassico in maniera da dare al poeta l’opportunità di portare
sulla scena passioni grandi ed esemplari. Egli inoltre denuncia
l’aria col da capo in quanto “contraria al naturale andamento
del discorsD e della passione” e propone di abbattere la “di-
ALGAROTTI
n
sproporzione (che vi è) tra l’andamento del recitativo e
l’andamento delle arie.
A partire dal 1750 circa infatti si afferma sempre più la
tendenza ad abbandonare l’aria col da capo, in favore di una più
ampia varietà di strutture formali, esattamente come avveniva
nella contemporanea opera comica che diventa ora il modello
da seguire per il rinnovamento..
Contemporaneamente viene gradualmente meno il gusto per i
soggetti storico-eruditi antichi metastasiani e si afferma sempre
più la moda di testi drammatici tratti dalla letteratura
contemporanea che valorizzano i sentimenti forti, le situazioni
tensive e passionali di aura preromantica: storie tenebrose e
malinconiche che si popolano di immagini di morte, tragedie
neo-classiche e neo-eroiche a sfondo patetico-passionale. Non
raramente queste storie, a differenza dei drammi metastasiani a
lieto fine, terminano con omicidi o suicidi presentati
direttamente sulla scena, vedi ad esempio “Gli Orazi e i Curia-
zi°( Venezia 1796) di D. Cimarosa, opera di transizione dal
dramma serio settecentesco alla neo-tragedia musicale
romantica.
Le altre novità del melodramma serio del periodo sono:
la valorizzazione del coro;
la “scena” anziché l’aria, diventa l’unità di misura in cui si
articola il melodramma;
uso del “concertato d’insieme”, modellato sull’opera comica;
TRA CLASSICISMO E ROMANTICISMO
Ludvig van Beethoven
Le inquietudini dell’età di passaggio dall’illuminismo al
romanticismo trovano in Beethoven una figura emblematica.
Ludvig van Beethoven (1770-1827) vive la sua maturità
compositiva in un momento storico particolare in cui nuove e
potenti forze si stanno diffondendo nella società umana: egli,
come Napoleone e Goethe, è figlio di quell’enorme
rivolgimento che, fermentato durante tutto il XVII secolo,
esplode poi nella Rivoluzione Francese.
Musicalmente Beethoven eredita stile e forme dal periodo
classico che trasforma e consegna al periodo romantico,
divenendo “fonte”, origine della musica del XIX secolo. Ma
egli stesso non è né classico né romantico e la sua figura si erge
a cavallo dei due secoli.
La sua produzione comprende 9 sinfonie, 11 overtures,
musiche di scena per vari drammi, un concerto per violino, 5
concerti per pianoforte, un triplo concerto per pianoforte,
violino e violoncello, 16 quartetti per archi, 19 trii con
pianoforte, 10 sonate per violino e 5 sonate per violoncello, 32
grandi sonate e molte raccolte di variazioni per pianoforte, un
oratorio, un’opera (“Fidelio”) e 2 messe (una è la “Missa
solemnis in re maggiore”) oltre ad arie, canzoni e numerose
composizioni minori di vario genere.
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Salta subito agli occhi l’enorme differenza numerica tra la sua
produzione e quella di Haydn e Mozart: ad esempio solo 9
sinfonie rispetto alle 100 di Haydn e alle 50 di Mozart.
La maggior ampiezza delle proporzioni non f la sola
spiegazione; un altro motivo è che Beethoven non compone di
getto, come Mozart, ma sottopone le sue idee musicali a
incessanti rifacimenti. Inoltre egli non scrive mai su
commissione ma per se stesso 0 per l’umanità intera gi posteri.
Finita, come si diceva, l’epoca dell’artigianato musicale
determinato dal mecenatismo aristocratico, si avvia quel
processo di “semantizzazione” dell’espressione mugicale che
prelude al romanticismo. La musica di Beethoven infatti più di
quella di ogni altro compositore precedente, dà limpressione di
essere espressione diretta della personalità, dell’epgca storica
vista attraverso la sua interpretazione.
Nei primi ventidue anni di vita Beethoven risiede, lavora e
studia a Bonn, sua città natale, ma nel 1792, un anpo dopo la
morte di Mozart, si trasferisce a Vienna, dove trova un
ambiente favorevole e condizioni di lavoro che gli permettono
di sopravvivere senza ristrettezze. A volte pensa di trovare un
impiego stabile o a corte o presso qualche famiglia o
istituzione, ma alla fine prevale la volontà di scrivere musica
senza vincoli funzionali precisi. Decisivo in tal senso è
l'episodio che accadde nel 1808 quando Girolamo Bonaparte
gli offrì a Kassel il posto di maestro di cappella alla sua corte.
In quel momento tre nobiluomini viennesi, l’arciduca Rodolfo,
il principe Lobkowitz e il principe Kinsky, gli offrono una
rendita di 4000 fiorini perché rimanga a Vienna. Cosa che
Beethoven accetta con l’impegno formale di un contratto. Le
sue entrate dunque derivano da questa rendita, da lezioni, da
contratti con gli editori e, nei primi anni, da concerti. Ma a
questi Beethoven deve ben presto rinunciare a causa di un
infermità all’udito che lo riduce, negli ultimi diegi anni, a
comunicare per iscritto con i suoi interlocutori.
La sordità è vissuta inizialmente dal compositore in maniera
drammatica: arriva a meditare propositi di suicidio, dai quali lo
trattiene l’amore per l’umanità e soprattutto la coscienza della
propria “missione d’arte”.
Così scrive infatti nel famoso “Testamento di Heiligenstadt”
( un villaggio alla periferia di Vienna) :
“... poco è mancato che io ponessi fine alla mia vita. La mia
arte, solo essa mi ha trattenuto. Mi sembrava impossibile
abbandonare questo mondo prima di aver creato quelle opere
che sentivo la necessità imperiosa di comporre e così ho
trascinato avanti questa misera esistenza...”
Queste parole sono il segno chiarissimo del salto
generazionale che lo separa da Haydn e da Mozart e dalla
civiltà cui essi appartenevano e che consiste nella funzione
etica attribuita al musicista, nel senso quasi missionario con il
quale egli concepisce la propria opera di compositore. Il
modello del “musicista-vate”, inventato da Beethoven,
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