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Dispensa storia moderna e contemporanea, Dispense di Storia Moderna

Dispensa del corso di Storia moderna e contemporanea (entrambe le parti, ma docsity mi faceva scrivere solo moderna) completamente sostitutiva di libro, slide e lezioni.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 18/09/2022

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Scarica Dispensa storia moderna e contemporanea e più Dispense in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Sofia Salamone di 1 120 Storia moderna Modernus = recente, nuovo, discontinuo Periodizzare i periodi storici significa interpretare cosa permane nei fenomeni umani, istituzioni, pensiero e cosa invece muta. Vele e cannoni ad esempio è un elemento periodizzante, perché nel 1300 non stavano insieme mentre nell’età moderna coesistono. Nel momento in cui studiamo il passato umano ricostruiamo con un metodo razionale le cose del passato dandogli un senso e utilizzando delle categorie razionali. La discontinuità si manifesta in - civiltà e dimensione geopolitica: imperi e stati in competizione - Dilatazione economica e spaziale - Religione: frattura confessionale - Mutamento delle idee sull’uomo, la natura, la politica, la scienza - Rivoluzione militare e svolta tecnologica: vele e cannoni Caduta dell’impero romano d’oriente con presa di Costantinopoli da parte dell’impero ottomano: discontinuità irreversibile perché Costantinopoli era il simbolo dello sfarzo e dell’impero romano, tanto che poi divenne Istambul e non si tornò più indietro (esempio non di cronologia ma di periodizzazione che la mente umana dele fare per prendere un fascio di fenomeni - in questo caso geopolitici). PREMESSA (1): la demografia del XXI secolo Il tragico invecchiamento della popolazione venne denominato “inverno demografico”, per mantenere stabile la fecondazione infatti il tasso di figli per ciascuna donna dovrebbe essere 1,2, nonostante ciò da 30 anni l’Europa e in particolare l’Italia è inferiore. Con queste premesse nel 2040 ci saranno 38 milioni di abitanti per poi arrivare ad una scomparsa definitiva della popolazione italiana nel XXII secolo e successivamente di quella europea. Questa crisi demografica è alla base di quella che poi sarà la crisi economica poiché i costi fissi come pensione, assistenza sanitaria ecc. aumentano per una popolazione sempre più vecchia, quindi più bisognosa di sostegno sociale, ma contemporaneamente la quota che produce reddito si assottiglia, e allo stesso tempo diminuiscono le contribuzioni. Il mito della sovrappopolazione come causa di sottosviluppo Teoria di Robert Malthus, pastore anglicano che con il suo “Saggio sul principio della popolazione” afferma che mentre la popolazione cresce in maniera geometrica le risorse alimentari crebbero in maniera aritmetica, ossia molto inferiore, e questo provoca una divaricazione che porta a carestie eccessiva povertà. Negli ultimi 115 anni la popolazione è aumentata di quasi 5 volte e la ricchezza globale è aumentata da 20 a 40 volte, così anche i paesi più poveri hanno generalmente migliorato le loro condizioni. Quindi la popolazione in aumento non produce solo effetti negativi. I Maltusiani avevano una vera e propria diffidenza per lo sviluppo demografico, infatti promuovevano il controllo delle nascite per i poveri, ma Malthus aveva infatti ignorato il progresso umano, e così la sua teoria viene confutata. LE POPOLAZIONI NEL PASSATO Fattori e dinamiche Le fonti per l'età moderna • Censimenti dei fuochi: focolare di tutte le persone che abitano sotto lo stesso tempo ma che molto spesso costituiscono anche delle unità lavorative. Ad esempio il regno di Napoli della prima età moderna aveva circa 500mila fuochi. Calcolando circa 4/5 persone per fuoco si riusciva a stimare la popolazione. • Censimenti della popolazione Sofia Salamone di 2 120 • Registri parrocchiali: diventati molto utili in particolare dopo il concilio di Trento per i demografi: il parroco era obbligato a registrare l'elenco dei battesimi, matrimoni, sepolture e i periodo pasquale c’erano gli status animarum, ossi delle liste che i parroci redigevano in cui si elencavano famiglia per famiglia coloro che erano obbligati ad assolvere il precetto pasquale. • Atti dello stato civile e anagrafe: tra il secondo 700, Rivoluzione Francese e età napoleonica, lo stato si impadronisce di una sfera di registrazioni della popolazione di cui prima si occupava la chiesa DEMOGRAFIA STORICA - indici • Indice di natalità: numero nati in un anno su popolazione • Indice di Mortalità: numero morti in un anno su popolazione • Nuzialità: tasso di matrimoni • Fecondità: n° nati vivi da donne in età feconda, cioè 14-40 circa • Speranza di vita: età media alla quale si muore • Popolazione urbana/tasso urbanizzazione: crescita delle città, cioè percentuale di popolazione che vive nelle città. È importante tener conto di alcuni fattori al fine di studiarne la demografia: innanzitutto era maggiore il numero di ecclesiastici, che in quanto legati al celibato, facevano diminuire il tasso di nuzialità, inoltre era più alto l’indice di mortalità in quanto le scarse condizioni igienico-sanitarie incrementavano il proliferarsi di malattie ed epidemie. Ancora erano molte di più le donne che rimanevano nubili in quanto erano presenti numerose domestiche immigrate a servizio delle famiglie agiate. Inoltre con la comparsa in età moderna delle grandi capitali, il tessuto sociale vede un aumentare di funzionari burocratici e militari a servizio delle corti. Il motore dello sviluppo demografico è la famiglia, con cui si intende qualcosa di molto più ampio della concezione che noi adesso abbiamo di famiglia, e che spesso viene considerato l’aggregato domestico, ossia tutte le persone viventi sullo stesso tetto quindi anche garzoni o servi poiché nonostante non siano consanguinei con il proprietario di casa essi sono sotto la sua supervisione e responsabilità. La famiglia viene anche considerata una scuola dove si impara una lingua, una cultura, una tradizione, dei valori ecc. DEMOGRAFIA Le congiunture demografiche e l’interazione dei fattori L'età moderna, dopo la peste nera, fu caratterizzata da una crescita positiva. Dal 1470, quando le ondate cicliche della peste nera si allentarono, la tendenza della popolazione fu quella di riprendere a crescere. Nel 500 la popolazione fu in continuo aumento fino agli inizi del 600, poi ci fu un rallentamento. Dal 1630 al 1700 ci furono le ultime ondate della peste e furono anni di relativa stagnazione, ossia una crescita più lenta. Alla fine del 600 ci fu poi una spinta vitale fortissima. Dal 1700, nonostante conflitti o pandemie come il vaiolo, la popolazione iniziò nuovamente a crescere in modo esponenziale. Gli studiosi per spiegare i movimenti della popolazione in epoca pre-industriale hanno parlato di un sistema demografico abbastanza rigido: la popolazione cresce in base a una correlazione di fattori, ossia fattori che si intrecciano e si influenzano tra loro che sono • Risorse alimentari che vengono prodotte e consumate allo stesso tempo • Posti di lavoro, prima di tutto quelli della stessa unità familiare (allargata, non come la intendiamo noi) • Condizioni climatico-ambientali le quali hanno un loro peso sulla dislocazione della popolazione, in passato avevano una maggiore influenza rispetto ad ora Questa correlazione viene chiamata “sistema demografico” e si parla infatti di crisi demografiche, tipiche dell'età moderna e che possono innestarsi tramite fattori diversi che provocheranno successivamente una carestia, ossia lo squilibrio tra la domanda e l’offerta. Di conseguenza si ha l’aumento dei prezzi e coloro che possono permettersi di avere una vita agiata sono sempre meno. In momenti di crisi si ritarda l'età del matrimonio e di conseguenza la fecondità, grande differenza rispetto al società contemporanea durante la quale numerose nascite si hanno anche al di fuori del matrimonio. Fattori principali dell’impennata del tasso di mortalità: Sofia Salamone di 5 120 si ha quindi una desacralizzazione del potere stesso e si concede maggiore libertà agli uomini. —> Il Principe non è Dio, non può essere venerato come tale <— Il cristiano deve essere un buon cittadino. Tra la sfera statale-principesca e quella religiosa-ecclesiastica c’è spesso conflitto anche se sul piano teorico le due sfere devono collaborare. Tra il XV-XVI secolo si assiste all’emergere di Stati territoriali che sono accomunati da alcuni elementi ● principe: non deve essere per forza un sovrano ma può anche essere un corpo collegiale, un potere superiore, il quale non ha monopolio assoluto dell'autorità ma anzi ci sono anche ceti e corpi ● ceti e corpi: aristocrazie, corpi locali, università ossia soggetti collettivi che contribuiscono alla tutela dell’ordine e della disciplina essi devono tenere ovviamente in considerazione le leggi che possono essere esercitate su un territorio • regole consuetudinarie/leggi scritte • territorio XVI: avviene una frattura dell'unità cristiana cattolica Dopo questa frattura nascono gli Stati confessionali, ove più stretta è la connessione tra potere temporale e fede religiosa. Potere politico si identifica quasi con il potere religioso. D’altra parte però si assiste ad un declino del papato causato dallo scisma d’occidente fra gerarchie ecclesiastiche e per lo spostamento della sede papale da Roma ad Avignone, nel basso medioevo. IL SACRO ROMANO IMPERO E GLI ASBURGO Il Sacro romano impero ha nel XVI secolo ancora un fascino e prerogative vastissime, primo fra tutti l’aspetto simbolico, ha infatti una vera e propria iconografia. Lo stemma della famiglia Asburgo lo dimostra, è l’emblema del potere universale, in esso le due aquile guardano una a oriente e l’altra a occidente, ossia tutto il mondo. L’impero rappresenta la fusione dell’impero romano con il diritto e con la nuova concezione del cristianesimo che ne fa un organo di lunghissima durata. Dal 1488 la casa degli Asburgo d’Austria riesce a controllare le elezioni imperiali e l'età moderna (ultima fase di vita dell’impero) è caratterizzata da questo connubio con gli Asburgo. All’interno dei confini dell’impero ci sono già numerosi Stati, anche se colui che ancora detiene effettivamente il potere è l’imperatore. L’impero è costituito da diversi organi • imperatore: kaiser, si presenta derivante da Cesare come detentore del potere ma non viene visto come un tiranno • tribunale camerale: dal 1495 istituito da Massimiliano I d’Asburgo per mantenere un governo più coeso, è il supremo tribunale dell’impero • dieta: riunita in varie città senza una capitale permanente (in permanenza a Ratisbona dal 1663) composta da tre collegi. Le sue delibere avevano valore di legge generale. • principi elettori: prima sono 7, poi 8 e infine 9. Collegio più importante e loro definiti così perché hanno la possibilità di eleggere l’imperatore. Compito fondamentale poiché non si assume più il potere per eredità ma per scelta. • principi territoriali: sovrani dei piccoli Stati in cui l’impero è diviso, sono i vassalli dell’imperatore • rappresentanti delle città libere L’impero conosce d’altro canto una crisi rispetto al passato in quanto non vigeva più il principio hunus imperator in orbe (un solo imperatore al mondo) e perché il potere imperiale si concentra formalmente quasi solo in Germania (sacro romano impero germanico) MASSIMILIANO I D’ASBURGO 1493-1519 Riorganizza l’impero e suddivide il sacro romano impero in 10 circoli e ciascun principe dell’impero a cui è affidato un circolo si occupa delle materie più importanti come la giustizia, le imposte e le truppe. Sofia Salamone di 6 120 Caratteristiche del Sacro Romano Impero: • longevità (800-1806) • estensione: tre antichi regni (Germania, Italia e Borgogna) • identità multipla e stratificata: costituito da nazioni diverse oltre che da corpi e gerarchie di ceti • collegialità politica e ampia cultura rappresentativa: mancano autentiche strutture centralizzate e una capitale, anche se la dinastia Asburgo aveva stabilito il centro del suo potere nelle alpi orientali. • formato da tre piani di organizzazione: • ordinamento universale (cristianesimo e diritto romano) • intermedio degli stati sovrani • locale dell’amministrazione ordinaria Gli Asburgo si vantavano delle loro strategie matrimoniali poiché ottennero da esse numerosi vantaggi. Il matrimonio di Massimiliano I d’Asburgo con Maria di Borgogna, erede dell'eredità borgognona, diede la vita a Filippo il Bello, il quale sposò Giovanna la Pazza, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona. I figli di questi ultimi sono: ● Carlo V: re di Spagna dal 1516 e sacro romano imperatore dal 1519, sposò Isabella del Portogallo e diedero la vita a Filippo II ● Ferdinando I: re di Boemia e Ungheria dal 1525 e sacro romano imperatore dal 1556, sposò Anna Jagellone, erede di una casa che aveva governato sul regno di Sardegna e regno d’Ungheria GLI STATI DEL PRIMO 500 Gli europei occidentali non considerarono l’Europa come la consideriamo noi, loro la intendevano fino a Berlino, escludendo gran parte dell’Europa dell’est come la Russia che fino a metà del 700 non è considerata come tale. Prendono forma dopo l’impero una serie di Stati, primo fra tutti per dimensione, potenza e popolarità è il regno di Francia. La Francia è una delle prime potenze europee su tutti i piani e lo diventerà sempre di più, è uno stato con ambizioni imperialistiche visto come un vero e proprio competitore del Sacro Romano Impero. È un vero e proprio gigante demografico. DUCATO DI BORGOGNA Originariamente il ducato di Borgogna era un feudo del re di Francia, tuttavia sin dall’inizio si è comportato come uno stato di fatto indipendente tanto da sostenere l’Inghilterra nella guerra dei Cent’anni. In età moderna parte dei territori del duca di Borgogna furono conquistati dalla Francia, mentre la parte che occupava gli attuali Paesi Bassi passò sotto il controllo asburgico in seguito al matrimonio fra Massimiliano I e Maria di Borgogna. LA FRANCIA DEI VALOIS Francesco I (1515-1547) Principale competitore in Italia e in Europa dell’imperatore Carlo V, il quale per contrastare i suoi sogni di dominio lo porteranno ad allearsi con il turco (principale nemico della cristianità). Quando sale al trono Francesco I la Francia era il regno più popoloso e solido d’europa, pronto confliggere con gli Asburgo per il primato sull’Europa e in particolare l’Italia. Per guadagnarsi il sostegno del clero, Francesco I rinuncia formalmente al sostenimento del principio secondo cui il potere temporale è più importante di quello spirituale, e in cambio riceve il diritto di nominare a suo piacimento le principali cariche della Chiesa (vescovi e arcivescovi etc). Diventano di fondamentale importanza i Parlamenti: tribunali con conseguente funzione amministrativa e giudiziaria, che di fatto scomparivano dalle mani del re. Al vertice dell’amministrazione giudiziaria vi era il parlamento di Parigi, che deteneva anche il compito di controllare se formalmente gli atti reali fossero regolari, ma che di fatto si opponevano alla registrazione degli editti nel caso in cui non fossero d’accordo con una questione. Inizia così l’indebolimento del potere assoluto del re. Sofia Salamone di 7 120 ISOLE BRITANNICHE Sono ancora un’area marginale sotto diversi aspetti, quello demografico e quello politico. Esistono ancora tre regni indipendenti che successivamente si uniranno. In realtà è la Scozia che divenne sotto la dinastia degli Stewart con Giacomo I la principale potenza. Riuscì dal 1535 ad incorporare il Galles e infine c'è il regno d’Irlanda, che si trova in uno stato di soggezione, mai del tutto accettata e sempre contrastata. Con la guerra delle due rose si impianta per un breve periodo di pace sul trono la dinastia Tudor che coincide con l’intero 500 (1485-1603) e il principale rappresentante della dinastia è Enrico VIII (1509-1547). Essi segnano una svolta interna nella vicenda dei tre regni. All’inizio del 500 l’Inghilterra è un’area marginale e i Tudor fanno di tutto per appoggiarsi alle grandi potenze, preme soprattutto l’alleanza con Carlo V e l’Impero. Nasce invece una vera e propria conflittualità con la Francia. STATI DEGLI JAGELLONI — POLONIA-LITUANIA Ora sono il centro d’Europa ma nel 500 erano considerati fuori da essa. Forse uno degli Stati più vasti dal punto di vista territoriale. Gli Jagelloni sono i duchi di Lituania che si unì successivamente al regno di Polonia. La sua peculiarità è che il sovrano non veniva eletto per eredità ma per elezioni, di conseguenza si poteva creare un vuoto alla morte di uno di essi e addirittura gli Stati a fianco potevano tentare di imporre un loro candidato per impossessarsi del territorio. Dopo l’unione di Polonia e Lituania prende forma un complesso di stati a carattere feudale sotto la dinastia degli Jagelloni. ●Nel 1466 il sovrano polacco-lituano ottiene un successo sui cavalieri teutonici, antico ordine feudale cavalleresco di monaci guerrieri. I cavalieri prestano omaggio di fedeltà vassallatica al re di Polonia e un’altra area viene inglobata dagli Jagelloni. ●Dal 1471 al 1526 gli Jagelloni si impossessano anche del regno di Boemia che sarà poi sottratto loro dalla famiglia Asburgo. Non solo è uno stato molto ricco sul piano economico ma ha la principale dignità dentro l’impero, il re di Boemia è uno dei principali elettori dell’imperatore, chi ha il regno di Boemia ha un ruolo importantissimo per gli equilibri dell’impero. ● Il regno di Ungheria venne fondato intorno all’anno 1000 e gli Jagelloni dal 1490 riescono a tenere fino al 1526. Questo vastissimo complesso di territori è cattolico ma accerchiato a oriente dagli ortodossi con il principe di Moscovia, a meridione ci sono gli islamici (ottomani) che dalla Crimea compiono una serie di incursioni verso questa area e area balcanica, confina poi con una serie di stati protestanti, Prussia in particolare. Inoltre è indebolito internamente dalla grande condizionamento della Dieta (in cui sedevano ecclesiastici, nobili e feudatari), il che porta ad una difficoltà di creazione di una monarchia solida. Con la sconfitta di Mohàcs (1526) e la morte di Luigi II Jagellone, il quale voleva fermare le immense schiere del sultano Solimano I che tuttavia ha avuto la meglio, gli Jagelloni perdono Boemia e Ungheria. GRAN PRINCIPATO DI MOSCOVIA All’estremo oriente dell’area cristiana abbiamo il principato di Moscovia il quale vive un’espansione spettacolare. Mosca dopo la caduta dell’impero romano d’oriente ambisce ad una posizione di prestigio, come protettrice dei cristiani ortodossi che vivono dei terribili momenti di sconfitta e sottomissione. I sovrani sempre più sono ambiziosi. Il ducato di moscovia viene fondato da Ivan III, che riuscì a limitare i poteri dell’aristocrazia e a far crescere dal punto di vista tecnologico-militare il suo stato. Zoe (Sofia) Paleologa (1455-1503) nipote dell’ultimo imperatore bizantino Costantino XI nel 1472 sposa Ivan III, gran principe di moscovia, unificatore delle terre russe. Questo matrimonio fa si che i sovrani moscoviti possano fregiarsi di questa dignità imperiale infatti il figlio Ivan IV (1533-1584) prende nel 1547 il titolo di zar. Lo zar era investito del compito di garantire la vittoria del cristianesimo ortodosso sul paganesimo e sul cattolicesimo. Ivan IV detto il terribile si distinse per la brutalità con cui trattava tutti gli Sofia Salamone di 10 120 terra e per mare che darà via a un successo strepitoso. Filippo II invia delle truppe comandate dal duca d’Alba e quindi dal 1567 una stretta militare repressiva scatena una ribellione definitiva capeggiata da Guglielmo d’Orange che porta a una lunghissima guerra internazionale e l’area dei paesi bassi precipita in una vera e propria crisi, detta guerra degli 80 anni perché solo alla fine della guerra dei 30 anni la Spagna riconoscerà l’indipendenza delle province unite e non la accuserà più di ribellione e tradimenti. Le province meridionali (attuale Belgio) rimangono fedeli alla Spagna e ottengono come riconoscimento una certa autonomia. FRANCIA Anche la Francia, che era uno dei pilastri dell’equilibrio europeo, precipita in una vera e propria crisi. La questione politica anche qui si intreccia alla questione religiosa e c'è contrasto tra le famiglie nobiliari. Nasce conflitto tra ugonotti e cattolici francesi, è un conflitto terribile con atrocità da entrambe le parti che si intrecciano con effettivi problemi di carattere politico. La morte di Enrico II di Valois, morte improvvisa e inaspettata, lascia la regina Caterina de Medici in una situazione instabile. La regina ha due difetti, primo è donna e quindi vista con sospetto da molti ambienti che chiedono venga nominato un nuovo sovrano e poi è italiana e in particolare fiorentina. Morto di li a un anno anche il successore di Enrico II, Francesco II ancora adolescente, resta solo il piccolo Carlo IX: si inaugura un periodo di reggenza della regina ma sembra che la monarchia non riesca più ad avere il controllo del paese e questo da vita alle guerra civili, vengono elencate ben otto guerre. —> Ugonotti (protestanti) contro Cattolici <— questo perché la regina Caterina de Medici aveva concesso ai calvinisti il culto privato nelle mura urbane e quello pubblico fuori dalla città, suscitando una violenta reazione cattolica, culminata con uno sterminio di ugonotti (strage della notte di san Bartolomeo). La Francia non può permettere che il paese cada nelle mani dei protestanti che si stavano di fatto rafforzando. LA GUERRA DEI 30 ANNI (4) 1618-1648 affermatosi come conflitto europeo concluso con le paci di Westfalia Questo conflitto viene presentato un sogno egemonico imperiale: gli Asburgo cattolici vogliono tornare ad avere un impero, ossia un’Europa sotto un’egemonia. Questa guerra diventa in breve una guerra che va oltre il confini dell’impero e coinvolge le più grandi potenze e ragioni religiose. Molti sostengono che la guerra sia durata cosi tanto perché i contendenti non avessero a disposizione armi o denaro sufficienti per piegare gli altri in maniera definitiva. Nelle questioni internazionali il concetto di equilibrio prende forma alla fine del conflitto e diviene il concetto fondamentale su cui si appoggiano i negoziati. I prodromi della guerra La guerra ha inizio per motivi religiosi e politici, ossia contrapposizioni di fedi, paura dello sterminio religioso e della perdita di indipendenza politica, di Stati e territori, presente quindi un clima conflittuale anche prima dell’inizio della guerra vera e propria. Gli Asburgo adottano politiche diverse a seconda delle stagioni: • Sotto Ferdinando I e Massimiliano II c'è nel secondo 500 una relativa tolleranza, e nonostante siano cattolici lasciano nei territori dell’impero una libertà di culto, quindi abbiamo un’espansione della causa riformata, ossia i protestanti si moltiplicano, specialmente i calvinisti che sono i più aggressivi e indipendenti. • Con Rodolfo II l’imperatore deve riprendere le redini della situazione che sono sfuggite di mano e difendere maggiormente i diritti della chiesa cattolica. Con Mattia le cose ormai sono andate peggiorando, poiché minacciati ancora di repressioni o espulsioni, gli evangelici si uniscono nella Unione evangelica e vengono rappresentati da Federico V, protestante. Gli elettori dell’imperatore laici sono tutti passati alla causa protestante, ossia il duca di Sassonia, l’elettore di Brandeburgo e l’elettore palatino. Ci sono 7 voti per eleggere l’imperatore e ce ne devo essere almeno 4 per la maggioranza altrimenti il rischio è che gli Asburgo perdano la dignità imperiale. Questa situazione spaventa i cattolici e il duca di Sofia Salamone di 11 120 Baviera, che diventa un campione della causa cattolica e forma l’anno seguente la lega cattolica. Abbiamo quindi due leghe armate l’una contro l’altra. Quando sotto l’imperatore Mattia viene eletto Ferdinando II d’Asburgo come Re di Boemia nel 1617, fervente cattolico intransigente che i protestanti temono e che vieta infatti in Boemia la costruzione di templi calvinisti ecc. Nel 1618 una parte della nobiltà boema che è diventata calvinista, disconosce il re e chiama sul trono Federico V del Palatinato, protestante. Gli Asburgo non possono accettare questa situazione perché se anche prende il voto della Boemia la causa protestante avrebbe quattro voti nella nomina all’interno dell’impero e raggiungerebbero quindi la maggioranza. Anche i protestanti si rendono conto che se Ferdinando II d’Asburgo continuerà con le sue idee la loro politica verrà minacciata. Nel 1619 Ferdinando viene eletto imperatore anche con i voti dei protestanti e con l’aiuto della potenza spagnola, ci sono una serie di accordi a seguito tanto che Sassonia e Brandeburgo si rafforzano in tutta questa vicenda. L’impero va destabilizzandosi e l’Europa è quindi preoccupata per quello che potrebbe accadere. Defenestrazione di Praga Uno degli eventi più importanti della guerra e che diede anche inizio a questa è la defenestrazione che avvenne nel castello di Praga, residenza sovrana occupato ormai dai ribelli boemi che hanno chiamato Federico V e hanno cacciato Ferdinando, gli ambasciatori imperiali vengono buttati dalla finestra. Comincia un conflitto che si dilata e possiamo dividerlo in 4 fasi • boemo-palatina elettorato sotto Federico V rappresentante dei protestanti • danese • svedese anni 30 • francese: interviene contro l’impero e la Spagna agli anni 30 fino alla fine della guerra anche se nessuna di questa fasi è in realtà risolutiva 1) Fase boemo-palatina 1618-1624 Dopo la ribellione dei calvinisti boemi l’imperatore prende le armi contro il conte palatino e i calvinisti e ottiene anche l’appoggio Spagnolo (sempre potenza sotto gli Asburgo) e si crea durante questa fase un blocco asburgico potentissimo, che potrebbe rappresentare un’egemonia. Questo non può essere permesso dal punto di vista di chi è anti-asburgico. Gli spagnoli hanno ripreso la guerra contro gli olandesi ribelli che si erano staccati e non possono permettere che l’impero cada ella mani dei protestanti perché avrebbero bloccata la via verso i Paesi Bassi e quindi una serie di operazioni si coordinano dalla Valtellina, alla Boemia, Palatinato Renato di Federico V fino ai paesi bassi. Questa fase vede il trionfo delle armi asburgiche cattoliche e la sconfitta di Federico V che viene privato dalla dignità elettorale che viene consegnata a Massimiliano di Baviera, alleato cattolico dell’imperatore. 2) Fase danese 1625-1629 La Danimarca ha pure degli interessi che la legano all’Olanda anche di tipo confessionale, i danesi sono protestanti luterani e non possono permettere che l’Olanda venga sconfitta. Gli olandesi stessi finanziano Cristiano IV di Danimarca perché intervenga in Germania contro la potenza asburgica. Lui ha anche interessi per il figlio. Anche questa fase vede la sconfitta dei protestanti e Ferdinando ormai all’apice del suo potere e della sua influenza nell’impero emana l’Editto di Restituzione, grazie al quale tutti coloro che hanno occupato beni della chiesa dopo il 1552 devono restituirli, questo spiace ai protestati nell’impero che hanno ottenuto beni ecclesiastici ma anche ai proprietari cattolici che avevano ottenuto beni di conventi, monastero ecc. Cristiano deve ritirarsi nel 1629 dopo che venne sancita la pace di Lubecca che sancisce la sconfitta danese. Sofia Salamone di 12 120 3) Fase svedese 1630-1634 Svezia, potenza luterana, finanziata da Olandesi, Francesi, tutti i nemici degli Asburgo. L’intervento di Gustavo II Adolfo di Svezia mutua la situazione perché l’esercito ha anche la personalità di questo sovrano svedese che è davvero di primo ordine. Anche con innovazioni militari, lui mira ad un controllo del baltico e non può accettare che ricada sotto l’influenza degli Asburgo come sta avvenendo, vuole anche riequilibrare le dinamiche protestanti all’interno dell’impero. Gustavo Adolfo ottiene una straordinaria serie di successi: sconfigge le forze imperiali in Germania nella fase più atroce della guera. La Spagna allora invia i rinforzi a sostegno dell’impero ma incontra la resistenza delle Province unite. Allora Ferdinando II è costretto a richiamare Wallenstein, nobile boemo convertito al cattolicesimo a servizio degli Asburgo anche nella fase danese. Wallenstein sconfigge il re svedese e si giunge alla Pace di Praga nel 1635: elettori protestanti di Sassonia e Palatinato si riconciliano con l’imperatore ottenendo una serie di riconoscimenti territoriali, il secondo ritrova il figlio e anche la dignità elettorale che gli verrà consegnata in seguito. Gustavo Adolfo di Svezia (1594-1632) muore in battaglia e si crea un vuoto, sul piano militare e strategico lancia uno stile che supera la lentezza dei reggimenti spagnoli, il moderno esercito “interarmi”. 4) Fase francese 1635-1648 Quando il governo francese con il cardinal Richelieu riesce a risolvere alcuni problemi interni seri, ossia riesce a stroncare l’opposizione degli ugonotti francesi prendendo le difese dei principi protestanti contro l’impero, nonostante lui sia un vescovo cattolico. È interessato ai Paesi Bassi spagnoli che considera anche per ragioni linguistiche e culturali come i confini naturali della Francia e li vuole consolidare cacciando gli spagnoli. Interviene quindi nella zona delle Fiandre alleato con gli Olandesi e in generale con i nemici degli spagnoli. Tutto questo ovviamente al fine di rafforzare la monarchia francese contro l’impero asburgico. La monarchia spagnola che sta reggendo da diversi decenni questi conflitti va esaurendo i propri mezzi e finanze e iniziano a esserci delle successioni interne, la Catalogna e il Portogallo si ribellano alla monarchia degli Asburgo e dichiarano la propria indipendenza. ● 1643: i francesi batteranno le truppe spagnole Nel frattempo è morto Ferdinando II e sale al trono Ferdinando III d’Asburgo, molto più conciliante, si avviano trattative di pace tra Sacro Romano Impero, Francia e Paesi Bassi. Alla fine la guerra va esaurendosi perché non ci sono più risorse, c'è una stanchezza generale e non c'è il tramonto della visione confessionale della politica, si cerca di trovare un accordo tra stati cattolici, luterani e calvinisti. Pace di Westfalia (1648) Nasce un Europa come spazio multipolare, non più dominata da un imminente impero perché anche esso è formato da numerosi Stati. Nasce quindi il concetto di Europa che intendiamo adesso, formato da pluralità. → Europa come sistema di stati sovrani indipendenti → sistema politico interconnesso che mira a un equilibrio Nell’impero, formato da 350 unità territoriali, ognuna di queste è riconosciuta e giura fedeltà all’imperatore ma possono anche stringere alleanze purché non siano volte contro l’imperatore stesso poiché allora si vengono dichiarati felloni e i principi perderanno il loro potere e diritti. I diritti che i luterani avevano acquisito con la pace di augusta vengono estesi ai calvinisti, impero decisamente multiconfessionale. Gli Asburgo devono riconoscere l’indipendenza di • Provincie unite • Confederazione Elvetica SCOPERTE GEOGRAFICHE E MONDIALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA Una prima mondializzazione è già qualcosa di reale alla fine del 500. Sofia Salamone di 15 120 cannibalismo. Episodi di sfruttamento si verificarono ma furono pochi e combattuti dalla corona e dalla chiesa. La prima è positiva e vede l’America come una sorta di paradiso terrestre, un’umanità incondizionata, pura, nasce quindi il mito del buon selvaggio e quindi da questo punto di vista gli europei sono stati portatori di distruzione. Dopo i primi decenni di inserimento spagnolo nelle Antille si acquisirono una serie di conoscenze sul nuovo mondo finché un veterano delle guerre europee, Hernan Cortes riuscì a organizzare una spedizione che da Cuba doveva portarli all’interno del continente fino all’odierno Messico dove si sapeva c’erano regni molto popolosi e vasti. Organizza questa spedizione nel febbraio del 1519 con marinai, uomini d’armi, cavalli e armi. Compiono questa spedizione e si ritrovano in un territorio ricco di giungle e foreste, ma altrettanto ricco di abitanti, erano milioni. Gli europei si trovano di fronte a realtà agghiaccianti: gli Aztechi sono in uno stato arretrato, esistono numerosi schiavi, la società Maya precedente era stata distrutta dai nuovi conquistatori. Secondo un codice Azteco venivano compiuti i sacrifici umani per inaugurare nuovi templi, non solo venivano sacrificati i prigionieri ma quando non ve ne erano abbastanza anche i bambini. Abbiamo dei veri e priori disegni che certificano questa realtà, eran poi diffuse pratica come il cannibalismo o l’incesto. Quello Azteco fu un dominio con aspetti tirannici. IMPERO INCA E LA SPEDIZIONE DI PIZARRO E ALMAGRO Francisco Pizarro nel 1530 e Diego de Almagro compiono una vera e propria guerra di successione Inca. Combattono in un ambiente molto difficile da accettare, ad altezza elevatissime. Riusciremo a vincere e inaugurare una nuova era grazie alle popolazione che a questa situazione volevano ribellarsi. Era presente la dinastia Quechua in piedi da migliaia di anni, era un popolo estremamente arretrato, non avevano la ruota, non sapevano scrivere e avevano come unica bestia da soma: il lama. L’agricoltura era primitiva e non c’erano sono i metalli. Gli spagnoli arrivano al momento giusto quando è in corso una guerra intestina tra Incas, per la successione. Atahualpa usurpa il trono del fratello Huàscar, di conseguenza la loro conquista fu facilitata. Nel giro di 30 anni riuscirono a stabilire definitivamente un dominio con delle istituzioni. 1560: fine dei disordini, specialmente sotto il viceré Francisco de Toledo che dà al Perù uno stabile aspetto burocratico, eliminando l’ultimo pretendente inca, Tupac Amaru. Le violenze commesse da conquistadores per primi le hanno denunciate gli stessi spagnoli, tra i primi il domenicano Antonio de Montesinos nel 1511. Viene vietata la schiavitù degli Indios, poiché, nonostante non si siano ancora cristianizzati, sono comunque persone. Nei decenni del 500 sia la corona portoghese che quella spagnola organizzano i domini. La presenza dello stato significa anche una potenza sul piano commerciale. Leggi di Burgos e Valladolid • Gli indios sono liberi sudditi della corona di Castiglia ma li si può costringere al lavoro (in quanto anche esso li tiene lontani dai loro vizi), in cambio di un giusto salario; • la terra che lavorano e l’abitazione in cui vivono non possono essere loro sottratte. Il lavoro in miniera non può durare più di 5 mesi; • devono essere istruiti nella fede, ma senza costrizioni. Nei primi decenni la corona organizza il territorio, c’è una forte presenza dello stato. • Articolazione di istituzioni statali: Consiglio delle Indie (1524) → Vicereami, Audiencias (o Capitanias portoghesi), dei sorta di tribunali a cui spesso gli indios si riferivano; • Sistema commerciale monopolistico: non un monopolio assoluto ma le corone percepiscono una quota (circa un quinto) le navi possono sbarcare le merci solo in determinati porti: Siviglia, poi Cadice (Casa de la Contratación) e Lisbona (Casa da India); • Nei territori spagnoli: istituto dell’encomienda America spagnola e del sud Sofia Salamone di 16 120 Questa prima organizzazione si ebbe inizialmente in due vicereami, la Nuova Spagna (zona caraibica) e nel Perù (XVI sec.), poi anche in Argentina (XVIII sec. ). Composizione delle etnie: L’america latina ha una popolazione nettamente superiore all’america britannica (di 20 anni dopo), il meticciato è favorito dalla religione cattolica. Nell’america britannica e negli USA la quota della popolazione originaria è molto minore, i bianchi sono la netta maggioranza e i mulatti sono una quantità irrisoria, qui assistiamo una sostituzione etnica importante. NUOVO MONDO, IMPATTO DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO (6) METALLI PREZIOSI E NON SOLO: PRODOTTI SCOPERTI DA SPAGNA E PORTOGALLO La scoperta dell’America segna una vera e propria rivoluzione perché tutto il continente soffriva di una scarsità di metalli e i traffici e gli investimenti risultavano inceppati. I metalli e in particolare l’argento erano visti in tutto il mondo come mezzo di pagamento. Gli spagnoli cercavano fin da subito questi metalli e in particolare l’argento lo trovarono, mentre l’oro venne scoperto successivamente dai portoghesi. A metà del 1500 furono scoperti due enormi giacimento d’argento e grazie anche al miglioramento delle tecniche estrattive europee il territorio iniziò ad abbondare. Da quell’epoca abbiamo dei flussi di argento che arrivano in Europa ma non si ferma qui: almeno una buona parte va a saldare i conti in Estremo Oriente e non torna più indietro perché molto spesso le popolazioni orientali non accettano scambi con manufatti europei ma vogliono l’oro, l’argento e i metalli. Si verifica la mondializzazione dell’economia proprio perché questo sviluppo interessa tutti i continenti, (eccetto fino ad una certa epoca l’Oceania). Nell’Europa Orientale il mercato baltico prende sempre più sviluppo, perché il Baltico, punto di arrivo della produzione asiatica, origina prodotti che sono essenziali per il territorio piuttosto che per la navigazione. L’oro viene quasi tutto dal Brasile, dove vennero scoperti grandi giacimenti. Non vengono importati solo metalli ma anche una quantità di piante e produzioni che già in Europa esistevano ma che avevano in America uno sviluppo straordinario come canna da zucchero, caffè, legname, pelli, pesci, cotone, indaco e molteplici piante alimentari. Le piante del nuovo mondo: mais (rivoluzione maidica), patata, pomodoro, girasole, cacao, peperoncino, zucca e fagiolo, arachide, tabacco, barbabietola, queste non esistevano in Europa e si assiste ad un primo aumento demografico poiché la popolazione poteva nutrirsi con una maggiore varietà di alimenti e di una maggiore qualità. Il tè proviene dall’Estremo Oriente. Il caffè e la cioccolata piacciono e diventano una vera mania, il caffè è più a buon mercato e più popolare, nascono nelle città delle coffee houses e chocolate houses. La cioccolata, non esiste solida, viene bevuta ed è un bene delle élite anche definita cibo degli dei, gli spagnoli la trovarono troppo amara e iniziarono a miscelarla con zucchero e cannella, nasce quindi questa produzione che si diffonde ad una velocità impressionante in tutta Europa. L’ALTRA COLONIZZAZIONE OLANDA, FRANCIA E INGHILTERRA Rispetto alla colonizzazione portoghese e spagnola, molto strutturata dal punto di vista istituzionale, in questo caso l’autorità statale compare quasi solo in forma mediata, molto più debole e vede l’iniziativa privata molto più forte. Con iniziativa privata si intende sia quote di popolazioni che ottengono la licenza di partire dalla madre patria e il permesso di colonizzare aree. Nascono società per azioni riconosciute dagli stati ed esercitano diritti pubblici. I corsari sono imprenditori del mare che hanno ottenuto dal governo una lettera di corsa e possono intraprendere traffici di vario tipo, schiavi compresi, senza danneggiare la corona di chi ha concesso loro tale permesso. La differenza tra corsari e pirati è che gli ultimi non sono riconosciuti dallo stato e non hanno diritti. Nascono numerose compagnie, la più popolare è la East India Company, protagonista della colonizzazione in Asia. INDIA Inizio 500 - seconda metà del 700 Sofia Salamone di 17 120 È una delle aree più appetite dagli europei, per primi si stanziarono i portoghesi. A loro si sostituirono o iniziarono con loro a competere gli Olandesi tra fine 500 e inizio 600 e si stanziarono vi erano le zone di produzione delle spezie. Iniziò tra 600-700 una competizione tra Inglesi e Francesi. Tutta l’India del secondo 700 passò sotto il controllo britannico. Il cantiere navale di Amsterdam ottiene un enorme successo. Gli olandesi difendono la libertà totale dei mari mentre gli inglesi iniziano a sostenere l’idea delle acque territoriali. I traffici olandesi si sviluppano tra Asia e Amsterdam. IL MERCANTILISMO Dottrina e prassi politica-economica per creare ricchezza. Obiettivo: bilancio commerciale attivo ossia le esportazioni devono superare in valore le importazioni Metodi e strumenti: protezionismo doganale, proteggere manufatti nazionali dalla concorrenza straniera mediante le dogane. Tutto ciò funziona attraverso lo sviluppo di strutture e infrastrutture. Il mercantilismo è una forma di imperialismo politico ed economico perché gli Stati, affamati di materie prime devono per forza sviluppare politiche di dominio e di contrasto verso i concorrenti, e la conflittualità europea è sempre poi coloniale. I conflitti e le guerre in Europa hanno sempre una tendenza extraeuropea, ossia questa tensione tende sempre più ad espandersi oltre l’Europa stessa: si sviluppano armamenti, lotte e muta la politica fiscale e amministrativa. L’Inghilterra investe nella flotta e negli spazi extraeuropei. Si sviluppa il commercio triangolare atlantico nella metà del 600, su tre sponde: Europa, Africa e America con uno scambio dei loro prodotti. LA TRATTA NEGRIERA IN ETÀ MODERNA È un fenomeno globale, riguarda infatti amplissimi scenari, non solo l’Europa. • post 1492-1888 vengono deportati 12 milioni di schiavi, 2/3 di questi tra 1700 e 1800 • ci furono 4 milioni di morti: sia per la navigazione che per le terribili condizioni in cui si trovavano • soltanto il 2% fu razziato dagli occidentali, il resto fu acquistato da venditori africani. Gli europei si inseriscono in questo traffico (schiavitù) e lo portano a livelli inediti da un punto di vista numerico. Nella competizione globale l’ultimo sconto avviene tra Francia e Inghilterra, l’ultima sarà lo scontro napoleonico. LA RIVOLUZIONE MILITARE La guerra e tutti gli apparati offensivi e difensivi che servivano per sostenerla diedero un impulso fondamentale alla trasformazione dell’esistente. L’avvento delle armi da fuoco, dei cannoni, più o meno pesanti, delle imbarcazioni trasformarono la forma delle città che persero le loro sottili mura militari che non servivano ormai più a nulla e si instaurarono i bastioni, ossia strutture murate molto più adatte a resistere. Il militare e la guerra sono fattori essenziali nello sviluppo degli Stati moderni occidentali: istituzioni, finanze, economia, tecnologia. La categoria storiografica di rivoluzione militare venne coniata da Michael Roberts e Geoffrey Parker. “La guerra è una continuazione della politica con altri mezzi” (von Klausewitz) Secondo lo storico inglese Geoffrey Parker furono tre gli elementi essenziali della rivoluzione militare • armi da fuoco sui campi di battaglia e artiglieria sulle navi • difese bastionate • aumento degli effettivi (operanti, militari) negli eserciti Per sostenere queste tre trasformazioni fu essenziale anche una trasformazione logistica professionale. ARMI, ESERCITI E DIFESE TERRESTRI Tra le prime innovazioni che cambiarono la guerra dal medioevo all’età moderna ci furono le fanterie armate di picca, e i più versati in questo tipo di guerra furono gli svizzeri. Le fanterie svizzere mercenarie combattono anche per i signori italiani come gli Sforza, che prima avevano subito il loro urto e poi ne Sofia Salamone di 20 120 IV. Crea una flotta di 20 velieri, di cui 6 navi di linea, la quale però non ha un retroterra logistico e finanziario adeguato per mantenere questa flotta. Ci sono poi anche vascelli minori con mansiono di supporto logistico, pattugliamento e scorte mercantili. Aspetti finanziari È il denaro che fa la guerra, vince chi ha una serie di risorse, militari e umane adeguate, perché chi ha più denaro riesce ad ottenere una maggiore qualità di armamenti. La fame di denaro e la fame di soldati vanno assieme. Ci sono numerose trasformazioni finanziarie e fiscali proprio perché vi è necessità di mantenere degli eserciti molto abbondanti. Chi fornisce il credito? Nell’età moderna esistono dei finanzieri, ossia delle imprese private e ceti specializzati nel maneggio del credito. Il ducatone è una della monete più frequenti. Non basta solo l’aspetto finanziario, ma c'è un altro pilastro fondamentale per mobilitare risorse, ossia quel legame clientelare che c'è tra un sovrano anche piccolo e i ceti nobiliari, ossia i principali notabili del proprio territorio. Il sovrano ha costantemente bisogno dell’appoggio e della fedeltà di famiglie nobili che vivono nel territorio, sia nella capitale sia nelle zone rurali, infatti nasce una rete diffusa di legami detti clientelari, che denotano un rapporto di indipendenza. • Dinamiche clientelari e privatistica hanno anche lunga durata nel mobilitare risorse umane e materiali per lo sforzo bellico degli stati. Lo stato non ha ancora il monopolio del settore bellico • Le élites locali svolgono un ruolo cruciale. Legami clientelari e gerarchici tra patroni e clienti. Il sovrano ha una relazione personale e privatistica con i suoi nobili più influenti, ne è il patrono: li protegge nelle cause e nelle rivendicazioni, li colma di onori e cariche. Poi però si aspetta che i nobili, a loro spese, mobilitino uomini e organizzino servizi di guerra. • La guerra è dunque legata al consenso tra principe ed élites nobiliari, e tra queste e clienti a vario livello nella società. Il sovrano deve stare attento allo scontento delle élites e dei sudditi, perché costoro potrebbero appoggiare i suoi nemici, la dinastia concorrente. • La creazione di corpi militari non interessa solo in tempo di guerra ma a volte viene fatto anche per accontentare ambizioni di nobili locali cosi poi da ottenerne il consenso politico. • Il capitano di una compagnia spesso ha la giurisdizione feudale sulle terre di dove provengono (e che lavorano) i suoi militari, che possono essere anche suoi domestici. Prestano servizi militari, in cambio hanno sostentamento e protezione, se occorre, nella giustizia Un esempio di alleanza politico-militare tra sovrano e nobiltà locale è quella tra Carlo V e Andrea Doria, che fu un ammiraglio genovese tra i pochi a contrastare i barbareschi e che si alleò con Carlo V dopo aver rotto il legame con la Spagna, fornendogli una squadra di galee sotto il suo comando. Il militare trasforma città e società però vi sono anche numerosi problemi logistici. Nasce l’esigenza di più luoghi per le guarnizioni permanenti: vengono usate prima case disabitate che vengono reclutate dallo stato e assegnate ai soldati, poi si usano delle vere caserme, molto spesso ex conventi come la caserma dei Veliti Reali (ex convento francescano) Si ha un aumento degli effettivi, reclutamento volontario o coatto, nazionale e mercenario: quadri burocratici specializzati nell’amministrazione militare, si trasformano quindi le burocrazie e le strutture dello stato. Il militare diventa un mestiere che si trasmette da padre in figlio, assume quindi tratti familistici e clientelari, si creano una serie di legami anche molto stretti. Ovviamente la guerra è ambivalente, che produce conseguenze negative, sia positive: • Danni diretti: uccisioni, ferimenti, distruzione di abitati • Danni indiretti: devastazione del territorio, distruzione di infrastrutture e beni alimentari, carestie, delinquenza, diffusione di epidemie • La guerra e attività strategica stimolano periodicamente l’economia con domanda di beni e servizi, rilanciando diversi settori produttivi e incentivando innovazioni tecniche protoindustrie belliche italiane rinomate, cosi come gli ingegneri, materie prime, edilizia fortificatoria che comprende anche ingegneria e architettura Sofia Salamone di 21 120 • La guerra stimola anche i consumi LA RIVOLUZIONE PROTESTANTE Quella protestante fu una vera e propria rivoluzione anche se molto spesso viene presentata come una riforma. Fu una rivoluzione perché troncò i legami con una tradizione della chiesa per ripristinare una versione genuina e originaria del cristianesimo. Le questioni religiose non sono mai fini a se stesse, ma nei secoli moderni si intrecciano con le questioni politiche e istituzionali della società. Federico il saggio di Sassonia, principe, fu il primo prendere le difese di Lutero, che era un suo suddito. Crisi della coscienza europea e ribellione luterana Lutero è il frutto di una crisi della coscienza europea che ha attraversato l’Europa tra il 400 e 500, una crisi delle coscienza religiosa, crisi del senso della vita, qualcosa di esistenziale non di marginale. Questa crisi trova diverse soluzioni. Il calvinismo dal suo epicentro di Ginevra si propaga in Italia, nel centro Europa e nei Paesi Bassi. Zwingli fu un riformatore svizzero che alla sua epoca ebbe un certo peso. Con Enrico VIII e il distacco dalla chiesa di Roma si sviluppa lo scisma anglicano, che fu innanzitutto un distacco politico e solo per gradi divenne uno stacco sul piano dogmatico. Nasce quindi un’Europa pluriconfessionale. Confessioni riformate sono • Luteranesimo • Anabattismo • Zwinglianesimo • Calvinismo • Anglicanesimo Alcune di queste dottrine sono destinate a durare anche il secolo successivo Crisi della coscienza religiosa in Europa: crisi delle istituzioni, del clero, della fede (sec. XV-XVI): I. Mutamento della percezione della Chiesa: da vita del popolo di Dio, mistero/sacramento, compagnia di Cristo per l’uomo, a strutture istituzionali, estrinseche ai singoli fedeli. Pratiche utilitaristiche del clero, legate anche agli ordinamento civili, feudali II. Filosofia e teologia come pura ricerca intellettuale. Si svaluta l’incarnazione come fatto III. Fede slegata dall’intelligenza, come puro atto volitivo, fideismo oppure esaltazione della ragione, delle capacità puramente naturali dell’uomo. La fede viene vista come un accessorio e si sviluppa il razionalismo. Fideismo e razionalismo sono due facce della stessa medaglia: nel primo si crede ciecamente nelle divinità, nel secondo si crede nella ragione umana e ci si immagina capaci di auto- salvarsi, considerando la fede solo accessoria. IV. Si diffonde un sentimento di solitudine nell’uomo, un sentimento di angoscia e di bisogno di salvarsi. V. Esplodono diversi culti, il culto della Vergine e dei Santi ai quali si chiede protezione in numerosi momenti drammatici della vita, nasce ad esempio il culto di San Rocco, protettore della peste e delle epidemie. Allo stesso tempo c'è una cultura naturalistica paganeggiante che guarda all’antico con grande ammirazione e quindi la religione diventa sempre più uno strumento di dominio per cui l’uomo non ha più un bisogno di essere salvato. La crisi della coscienza religiosa europea è globale, e poi più o meno intensamente viene percepita da tutti. Viene elaborato il concetto di riforma cattolica, un’esigenza di cambiamento, di intervenire sulle strutture e sulle istituzioni che necessitano di essere cambiate in meglio. Ci sono una serie di riforme prima e dopo Lutero genuinamente cattoliche. LUTERO 1483-1546 Monaco agostiniano che ad un certo punto, coerentemente con la dottrina che professava, abbandonò l’abito religioso e prese moglie, Caterina, monaca anche lei smonacata che si unì a lui in matrimonio. Sofia Salamone di 22 120 La riflessione di Lutero riguarda un tema fondamentale e si sviluppa come numerose altre ideologie partendo da una crisi che lo stava portando quasi alla disperazione, come egli stesso scrisse. Le sue teorie si basano su una crisi angosciante: se la chiesa è corruzione e il papa non è più credibile come guida verso la salvezza ma viene visto come l’anticristo, a chi sta dentro la Chiesa non resta che dannarsi. Nasce quindi il problema della salvezza e della giustificazione. La concezione antropologica di Lutero è improntata da un pessimismo radicale che lo accomuna agli altri riformatori. Pessimismo antropologico = l’uomo è peccatore, schiavo del peccato, il peccato gli toglie la possibilità di fare del bene. La capacita razionale è la prostituta del diavolo come lui afferma, il più feroce nemico di Dio. Si ha una svalutazione della ragione e un’esaltazione della fede pura sfociando in una sorta di fideismo, ossia abbandono della coscienza a Dio e alla sua misericordia. Alla fine Lutero trova una via alla salvezza che gli darà un senso di consolazione, attraverso il suo personale contatto con la sacra scrittura. La Chiesa come l’abbiamo conosciuta fino ad ora non c'è più. La possibilità dell’uomo di compiere del bene così come la penitenza non servono a salvarsi, non servono a nulla. La ragione e la volontà sono contaminate in maniera irrimediabile dal peccato e l’uomo viene visto come un cavallo che deve decidere da chi essere cavalcato, o da Dio o dal demonio, attraverso una scelta secca senza via di mezzo. Sul problema della giustizia divina Lutero scrive un testo che contiene tutta la sua visione della religione della salvezza e della dannazione, è un testo che viene scritto in tarda età e presenta prima di tutto ai suoi discepoli la sua crisi di coscienza, l’esperienza nella torre del monastero nella sua stanza in preda ad un’angoscia terribile. La dottrina luterana prende forma e secondo i luterani l’uomo è salvato da Dio grazie alla sola fede, è servo del peccato e Dio concede la sua grazia a chi ha fede. Solo nella Bibbia si fonda il cristianesimo, non nella tradizione, quindi cade in un colpo tutta l’istituzione ecclesiastica. Il cristiano si trova di fronte alla Bibbia e deve leggera da solo, solo lì trova una giustificazione. Cade anche il sacerdozio come sacramento. La chiesa stessa non è più il veicolo privilegiato dal vicario di creato ma tutti possono incontrare Cristo attraverso la Scrittura. Per il protestante il mondo è soggetto alla corruzione, all’impero del demonio e la materia stessa è qualcosa di corrotto e pericoloso. Questo metodo di lettura personale della scrittura che Lutero insegna, ossia quello che si chiama il libero esame della scrittura ha un grande successo e altri sulla base di quello che Lutero dice leggono la scrittura e la interpretano a modo loro e cosi nasceranno numerose denominazioni protestanti. Lutero condanna numerosi altri riformatori e correnti a lui contemporanee che a parer suo non sono fondate sul vangelo e sulla scrittura, un esempio è quello di Thomas Muntzer che in un momento di crisi terribile dell’impero guida il movimento dei contadini, ispirandolo a dottrine millenaristiche. Lui condanna questa rivolta sociale invitando i principi tedeschi a schiacciarli e infatti nel maggio del 1525 oltre 100.000 contadini vengono sterminati. Viene fuori in questo modo l’aspetto del luteranesimo che prevede che il cristiano debba sottostare alle autorità cittadine in quanto l’uomo è intrinsecamente cattivo, mentre internamente è libero (autonomo nella lettura e nella convinzione). L’idea di avere potere assoluto sui sudditi piace molto ai principi territoriali tedesco, e nella tregua di Augusta i sovrani hanno l’occasione di stabilire la propria religione che i sudditi devono necessariamente rispettare, quindi i principi si pongo anche come capi spirituali. Lutero perseguita a sua volta gli ebrei accusati di deicidio e riserva il suo odio verso i papisti, ossia i cattolici romani, seguaci del papa che viene considerato il falso vicario di Cristo: chi lo segue è condannato e dovrebbe anche essere distrutto, in quanto il papa è l’anticristo. Un formidabile strumento della propaganda luterana: immagini a stampa La stampa è una delle grandi novità dell'età moderna e segnò una discontinuità irreversibile rispetto alle altre forme manoscritte. I protestanti furono abilissimi a servirsi di questa nuova tecnologia. Sofia Salamone di 25 120 Con Edoardo VI, guidato da ministri che avevano addirittura aderito al calvinismo, il protestantesimo fece progressi e una parte del ceto dirigente, insediata in parlamento, fece il possibile perché si evitasse un ritorno al cattolicesimo. Alla morte del fanciullo salì al trono l’unica che davvero aveva titoli di legittimità, Mary Tudor, figlia di Enrico VIII e di Caterina d’Aragona. Lei era stata educata alla fede cattolica, aveva trent'anni ma già era gracile di salute e il suo regno durò dal 1553 al 1558. Si sposò con Filippo II, un matrimonio senza amore e la coppia non ebbe figli, si ammalò lei poi di tumore e morì nel 1558. Con la sua morte i partigiani delle causa protestante sostennero i diritti di Elisabetta I, nata dalla seconda unione di Enrico VIII con Anna Bolena. Nel 1559 inizia il regno di Elisabetta I durato circa 50 anni. Il distacco anglicano diviene definitivo, che molti definiscono incidente in quanto si arriva a questo regime non attraverso una pianificazione ma attraverso una rottura provocata da una faccenda matrimoniale. Elisabetta fu molto pragmatica sul piano della coscienza, non abbiamo notizie chiare su come la pensasse. Il giuramento anglicano • 1563: è imposto a parlamentari, avvocati, sceriffi e governatori locali, insegnanti pubblici e privati • chi non giura o sostiene l'autorità papale è dichiarato traditore comune la prima volta per sospetto papista. La seconda è condannato per alto tradimento e condannato a pena capitale. Elisabetta procede per gradi, non vuole entrare in urto con le potenze cattoliche e in particolare con la Spagna di Filippo II, ma nemmeno la Spagna vuole scontrarsi con l’Inghilterra. Il Papa fa infatti già pressione sul sovrano spagnolo perché abbatta l’eretica che sta sul trono d’Inghilterra liberando così i cattolici. Dal 1570 si adotta la terribile tortura della ruota, normale strumento per interrogare i sospetti dissidenti religiosi che vengono però sempre accusati di tradimento politico e vanno incontro anche alla confisca di beni, strangolamenti ecc La fede diventa sempre più protestante, una fede fatta di letture bibliche e di sermoni edificanti. Riforma cattolica e controriforma Il concilio di Trento (1545-1563) può considerarsi il compimento della riforma cattolica, esigenze di aggiornamento, lotta alla corruzione ecc. Il concilio venne aperto da Paolo III Farnese, definito Tiziano. Al termine di questo cammino il concilio tridentino emana una serie di decreti sia della sfera teologica che della sfera pastorale, della disciplina, rispondendo anche a una serie di proposizioni e provocazione che il protestantesimo aveva portato. Vengono istituiti dei seminari, diocesi, e i vescovi sono obbligati ad aprire delle scuole di formazione per il clero, dove coloro che ne fanno parte devono imparare le regole e le idee della fede cattolica in maniera corretta e rigorosa. Ai parroci vengono date tutta una serie di incombenze, la parrocchia viene rafforzata e loro sempre più incombenti. I sette sacramenti cattolici scandiscono la vita cristiana a partire dal battesimo. Uno dei dogmi centrali negati dai luterani è quello della transustanziazione che viene ribadito dal Concilio di Trento, vuol dire che nel momento della consacrazione le specie eucaristiche, pane e vino si trasformano Il concilio decise: • ribadì la tradizione cattolica, ossia la rivelazione che arriva da Dio e che si manifesta agli uomini, al popolo eletto di Israele, è nelle Scritture ma anche nella Tradizione Apostolica • fede e opere buone utili per la salvezza, salvezza si ottiene attraverso una collaborazione attiva da parte dell’uomo • dottrina generale dei sette sacramenti, sono canali di garanzia istituiti da Cristo • i vescovi hanno l’obbligo di residenza nella propria diocesi, non possono rimanere a Roma, obbligo della cura pastorale. Sofia Salamone di 26 120 realmente nel corpo e nel sangue di Cristo. Strumenti di tutela della fede cattolica • Professio Fidei tridentinae (1564): professione di fede • Controllo della stampa: index librorum prohibitorum (1559): tutti gli stati controllano la stampa e anche la chiesa che ha visto l’eresia serpeggiare soprattutto attraverso libri e immagini. Viene stabilito nel 1559 un indice dei libri proibiti, la cui lettura è vietata ai fedeli. • Bibbia nella vulgata di San Gerolamo unica ufficiale: la bibbia tradotta in volgare viene proibita perché le tradizioni sfuggono al controllo ecclesiastico del magistero e la versione di san Gerolamo rimane quella originale In campo cattolico ci fu sia una riforma, ma allo stesso tempo vi fu anche una controriforma, ossia l’edificazione di una serie di strutture repressive che avevano come compito quello di combattere la riforma protestante. La controriforma fu più breve della riforma cattolica e parallela per alcuni decenni ma poi rispetto alla trasformazione culturale fu meno efficace. Principale baluardo fu l’inquisizione romana, una magistratura che svolge delle indagini, si chiamava in realtà congregazione del santo Uffizio ed era una congregazione di setto o otto cardinali. Il tribunale dell’inquisizione si occupa di: ● Eresia: errore dell’intelletto mosso da una volontà ostinata. È un peccato di tipo spirituale ma anche un reato civile perché gli eretici come i dissidenti politici sono puniti da tutte le giurisdizioni civili Nel caso di insistenza e ostinazione dell’errore l’inquisizione ecclesiastica termina il suo compito e condanna come eretico ostinato chi resiste. I recidivi e i condannati vengono abbandonati al braccio secolare, ossia al potere del governo e delle magistrature civili che commina la pena di morte e poi la eroga. Solo una parte minoritaria arrivò fino a subire la condanna a morte attraverso il braccio secolare. L’inquisitore si trova spesso a dover valutare casi in cui c'è un sospetto di maleficio, pratiche magiche che spesso sono forme di medicina popolare o antiche superstizioni che riemergono, malefici legati anche ai voluti agrari. L’inquisitore è anche una sorta di antropologo che fa importanti scoperte e che deve convincere che il potere del demonio (che a volte quelle che vogliono farsi credere streghe ostentano) è illusorio, mentre il vero potere è infatti quello di Cristo. Molto spesso quindi l’inquisitore combatte le superstizioni e salva delle sventurate che sono state condannate. Sottrae queste “streghe” dalla condanna e dalla furia popolare. Le credenza delle streghe è quindi qualcosa di creduto reale all’epoca, hanno ammazzato più streghe e stregoni i protestanti dei cattolici. Importanza della svolta tridentina: lo spirito e le istituzioni Il concilio di Trento getta le basi per una profonda e rinnovata cristianizzazione e cattolicizzazione di diverse aree europee (specialmente della società italiana, ove la fede cattolica si radica capillarmente) ed extraeuropee. Un processo educativo organico, plurisecolare che, tra alterne vicende, giunse sino al Concilio Vaticano II (1962-1965). CONFLITTI EURO-MEDITERRANEI: CRISTIANI E ISLAMICI Secoli XV-XVIII Nasce l’impero ottomano, un vero e propio gigante geopolitico. Fondato nel 1452 dal sultano Maometto II. Maometto II è una personalità eccezionale ed è un vero e proprio uomo di cultura. Al momento della sua ascesa al trono l’impero ottomano non occupa nemmeno tutta la penisola anatolica, una parte della quale è nelle mani di un potente sovrano islamico, nemico e rivale di Maometto. Maometto deve infatti muoversi con prudenza nei suoi primi anni. Il suo predecessore aveva già iniziato un’espansione nella parte europea e l’impero ottomano diventa una fonte geopolitica importantissima tra i tre mari (mar Nero, mar di Marmara e mar Mediterraneo). Sofia Salamone di 27 120 È ancora presente una parte dell’impero bizantino tra i territori ottomani, una parte minima ma che nonostante tutto dà fastidio perché esercita ancora una certa influenza e si trova sul mar Nero, gestendo quindi il passaggio dei prodotti mercantili. 1453 - caduta di Costantinopoli come evento rivelatore e periodizzante: le potenze occidentali si rendono conto che un nuovo formidabile competitore islamico si è ormai insediato stabilmente nella zona e va espandendosi minacciando quindi tutta la cristianità. Le operazioni militari brillantemente condotte da Maometto II previdero di aggirare il blocco del corno d’oro che i bizantini avevano realizzato, e dopo ingenti bombardamenti, assediano da diversi lati la città imperiale, tutta cinta da mura. Nel 1453 l’ultimo basileus (nome greco del sovrano di Costantinopoli) cade in battaglia e la città cade sotto il dominio ottomano. Dopo giorni di massacro e di saccheggi Maometto II inaugura un dominio fastoso presentandosi come il legittimo erede dei cesari e trova un accordo con la chiesa greco-ortodossa rappresentata dal patriarca; così avvia un periodo di pacificazione e convivenza. rifonda e amplia Costantinopoli con il nome di Istanbul. Riprendono rapporti fruttuosi, se pur dovendo pagare ingenti dazi: le potenze latine che vogliono continuare a fare affari con i turchi devono pagare dei tributi e stringere accordi molto onerosi, Venezia e Genova in particolare. Gli unici che si rifiutano di mettersi come vassalli alle disposizioni del sultano sono i cavalieri di Rodi, avendo anche a disposizione un contingente militare di tutto rispetto. Ragusa deve invece piegarsi al suo dominio. Maometto II si lancia in un’espansione balcanica travolgente, e nel giro di pochi anni un immenso territorio viene assoggettato e vede la presenza dei turchi ottomani. • 1459: Serbia eccetto Belgrado • 1460-63: Morea e Bosnia • 1461: Sinope e Trebisonda • Venezia difende i porti adriatici • 1462: invasione turca della Valacchia (Bucarest) ma un popolo resiste Vlad III: voivoda di Valacchia combatte contro i turchi di Maometto II. Lui conosce molto bene i turchi perché da giovane era stato ostaggio e ne ha appreso gli usi e i costumi. Ha imparato dai turchi il terrorismo bellico, e quando si è in netta minoranza numerica, come nel loro caso rispetto ai turchi, sfrutta la pratica dell’impalamento. Morto lui e il suo successore, i turchi dilagano e arrivano anche in Italia, nell’area adriatica del Friuli, infatti Venezia deve pagare loro un enorme tributo per riottenere la pace. Otranto viene assalita nel 1480 e nelle teche della cattedrale della città ci sono ancora le ossa dei numerosi abitanti delle città che, dopo essere stati catturati dai turchi, rifiutarono di convertirsi e vennero massacrati, molti altri vennero deportati come schiavi in terra islamica. L’Europa trema perché i turchi sembrano una potenza inarrestabile. Tra i pochi che resistono sono i cavalieri di Rodi, isola feconda munita e ben fortificata. I suoi soldati sono dei monaci guerrieri con una flotta anche molto nota per le sue prodezze. Morto Maometto c'è come un rallentamento. Di lì a un paio di generazioni Selim I conquista l’Egitto, area importantissima che fino a quel momento era stata sotto la dinastia dei mamelucchi, erano molto importanti perché controllavano l’Arabia e i luoghi santi dell’islam, in particolare dei sunniti (ci sono poi gli sciiti che hanno il loro epicentro nella Persia). Il sultano ottomano dopo questa conquista diventa capo dei sunniti e custode dei luoghi santi. L’apogeo dell’impero viene raggiunto da Solimano I, detto dai turchi il Legislatore, ancora una volta il terrore e il fascino si mescolano. Il sultano che con un solo cenno muove tre continenti, Asia, Africa e Europa e tutti gli obbediscono. Le campagne di Solimano sono strepitose come quelle di Maometto II • 1521 presa di Belgrado • 1522 presa di Rodi Sofia Salamone di 30 120 - la crisi del 500 economica e politica avvenuta dopo una ripresa nel risorgimento - la crisi del 600, poi una lenta ripresa e una fase espansiva sarebbe avvenuta nel 700 anche se per trovare un primo vero sviluppo si deve aspettare fino all’800 con l’industrializzazione. Queste riflessioni sulla decadenza sono un paradigma, che è stato rivisto e non solo dalla storiografia economica. La revisione del paradigma della decadenza • Il 500 al contrario di quanto detto precedentemente fu un secolo luminoso • Il 600 fu meno fosco, tra crisi, recupero e riconversione • Il 700 fu pensato come un secolo pieno di luce e di ripresa, in realtà fu un secolo senza lumi, con ombre crescenti • Il primo 800 dopo un tracollo, specialmente nel primo ventennio ebbe una lenta ripresa. Questa revisione storiografica fu molto a cuore in particolare a Fernand Braudel, fu colui che individuò la categoria Mediterraneo, luogo inteso come assembramento di popolazioni differenti: nel suo volume sostiene infatti che l’Italia del 1500 non fosse un paese in declino come era stato previsto, ma al contrario fu un secolo di economia crescente. Altro importante uomo fu Carlo Mario Cipolla: lui stesso inizialmente parlò della crisi e decise poi di spostarla più in avanti, convinto dapprima che sarebbe iniziata nel 500 e poi avanzandola al 600. Tuttavia in scritti successivi riconsidera la cosa e da una valutazione meno negativa del periodo tra 600 e 700. La revisione sul 600 lombardo • Dante Sella parla di una forte ripresa della Lombardia dal 1670 al contrario dei primi decenni, di conseguenza non si può parlare del 600 come un blocco unico e classificarlo come positivo o come negativo, ma è caratterizzato da periodi differenti • Paolo Malanima propone un dibattito sulla capacità di compensazione del declino cittadino da parte della manifattura rurale • Angelo Moioli e la sua scuola confermano e scoprono la dinamicità delle corporazioni lombarde, ossia delle associazioni di arte nei vari settori produttivi, che non sono dei fossili statici ma sono in grado di rimodernizzarsi La vera crisi inizia nel 700 come dimostra Malanima e fu anche molto più grave dei decenni di negatività e difficoltà avuti nel secolo precedente. Nel primo 800, ad eccezione della Lombardia, manca una rivoluzione agraria e, poi, una rivoluzione industriale che arrivò di conseguenza più tardi. Strutture e dinamiche L’Italia tra basso medioevo e fine 500 = economia-guida dell’Europa Lo stato ha un suo patrimonio boschivo ossia boschi e legname che fungono da risorse energetiche e avvengono quindi anche dei forti innalzamenti dei prezzi. Fondamentali anche l’agricoltura e l’allevamento, condivide con vasti territori europei la cerealicolizzazione del 500, aumento della necessità di materie prime proprio dovuto all’aumento della popolazione. Bestiame: pochi cavalli e buoi, ma molti ovini nuovi prodotti: gelso bianco da cui si ottiene la seta, patata, mais, tabacco e riso 3 macroregioni agrarie: • Regni di Sicilia e Napoli: grani (dal 700 anche mais) prodotti non solo per autoconsumo ma anche per esportarlo nelle altre zone, seta greggia, olio, vino, ovini • Area centrale: area detta del podere con colture di grano, vite e ulivo • Area settentrionale: dalla fine del 600 si ebbe la diffusione dell’irriguo successivamente anche riso, mais, bestiame da latte, veniva inoltre esportata la seta Il grano è sempre una delle principali preoccupazioni e si sviluppa un forte controllo dei centri urbani sul commercio dei prodotti agricoli. Il principale obiettivo è sicuramente quello di evitare rivolte pericolose della popolazione. Sofia Salamone di 31 120 Politica del calmiere dei prezzi, ossia i prezzi del pane per la popolazione vengono fissati dell’autorità politica indipendentemente dal valore reale di mercato. Le autorità politiche di conseguenza devono però compensare chi ci perde, come ad esempio i fornai, coloro che devono consegnare il grano, anche agendo sul peso e sul prezzo. Procedendo verso il 600-700 le innovazioni dell’agricoltura migliorano e riparano la soluzione, il mais in particolare porta con se una vera rivoluzione alimentare e diventa all’inizio dell’800 il primo cereale a essere coltivato con una coltivazione pari al 43%, sorpassando di conseguenza il riso, coltivato al 32% e il frumento al 25%. Si ha una produzione globale di cereali nel 1861 Settore manifatturiero: il tessile è il settore per eccellenza. Le città italiane grandi e medie producono la lana, seta, meno il cotone che venne scoperto più tardi. Nel 500 si sviluppano ampi livelli produttivi, come vi erano prima della crisi della peste nera. Il ciclo della seta accomuna sia le campagne che le città e si arriva poi ad uno sviluppo della tessitura, filatura e tintura. Tipico ambiente sviluppatosi nel periodo è la filanda lombarda, ambiente per lo più femminile poiché con le dita più sottili potevano lavorare meglio i fili. Produzioni ampliate anche nel settore navale, costruzioni di armature, sviluppo dei velluti di seta, soprattutto nei settori aristocratici tanto che vengono importati e imitati anche da stati esterni. Il costo del vivere: redditi e prezzi Un’economia ha bisogno innanzitutto la necessità di soddisfare i tre bisogni primari: mangiare, vestire, abitare. Indici che possono farci comprende il tenore di vita della popolazione riguardano i prezzi di questi tre ambiti, il rapporto tra i redditi, stipendi e salari e i prezzi correnti. Dal 500 in avanti si allarga la forbice tra retribuzioni e prezzi, aumenta la popolazione e aumenta il valore dei generi Grave crisi tra il 1760 e il 1820 causata da • Pressione demografica • Congiuntura agricola Guerra: danni diretti e indiretti • Esproprio del patrimonio degli ecclesiastici E di conseguenza vi fu un peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni italiane. All’unità d’Italia gli italiani per molti aspetti si trovano in una condizione peggiore rispetto al 300-500 anche se • La speranza di vita è di 10 anni maggiore • La mortalità infantile è un po diminuita • Il tasso di alfabetismo è aumentato Però allo stesso tempo l’alimentazione e il potere di acquisto sono peggiorati. EUROPA DAL SECONDO ‘600 AL TARDO ‘700 Aspetti geo-politici interni ed esteri La Francia emerge come un protagonista assoluto della politica internazionale europea, uscendo da una lunga crisi istituzionale interna e assume un ruolo di grande potenza nell’età di Luigi XIV, un’età lunga che caratterizza tutto il secondo 600 e i primi anni del 700. Si entra poi in un fase differente, in cui non è più una sola potenza ad esercitare un’egemonia o un tentativo di egemonia, ma trovando un equilibrio si costruisce un’Europa sempre più multipolare. Il canone dell’equilibrio è essenziale nelle diplomazie del diciottesimo secolo. Questo assetto multipolare va in crisi nel secondo 700 quando alcune grandi potenze, soprattutto per estrazione extraeuropea dei loro domini, mettono in crisi le potenze più deboli. Questa periodizzazione arriva fino alla rivoluzione francese quando un nuovo diritto internazionale, quello rivoluzionario, cambierà in parte la geopolitica europea. La Francia nell’epoca di Mazarino (1643-1661) e delle fronde: crisi politica e successi internazionali Nel 1643 muore Luigi XIII e la Francia si trova in un momento drammatico, impegnata nell’ultima fase della Sofia Salamone di 32 120 guerra dei 30 anni e con un sovrano bambino. La madre di costui, Anna d'Asburgo, che regge la corona in nome del figlio minorenne, viene vista negativamente anche in quanto donna alla guida del paese. Subentra così Giulio Mazzarino, di origine abruzzese e di modesta estrazione sociale, che fa carriera diplomatica nella chiesa. Viene apprezzato e apprende un’arte di governo che dovrà utilizzare, poiché indebolendosi la corona, questa viene bramata anche da ceti importanti legati agli uffici giudiziari, ossia i parlamenti, e le grandi casate aristocratiche. Durante la minorità di Luigi XIV il governo di Mazzarino è sempre più in pericolo, perché la Francia deve sostenere enormi spese, e la tassazione colpisce inevitabilmente anche diritti e privilegi. Luigi regna nel periodo delle Fronde, ossia 2 insurrezioni. 1) La prima, l’insurrezione dei parlamenti, consisteva in una contestazione dei magistrati togati nelle corti di giustizia nel parlamento di Parigi (la corte di giustizia più importante). Il governo Mazarino è contestato anche sul piano fiscale e rivendicano le proprie prerogative, arrivando addirittura a sollevare il popolo di Parigi, mettendo in pericolo la famiglia reale: Mazarino, la regina Anna e il piccolo luigi sono costretti a fuggire. 2) La seconda fronda è quella dei principi: anche l’aristocrazia feudale inizia a non sostenere il governo reggente di Mazzarino e organizzano una ribellione armata. Il loro leader è il principe di Condeis, eroe nazionale che aveva vinto gli spagnoli nella guerra dei Trent’anni. Mazzarino tra vie diplomatiche, come la divisione dei nemici, e azioni militari spesso coordinate dall’esterno riesce ad avere la meglio su entrambe le ribellioni, accettando per un periodo la ribellione del parlamento e facendola accettare anche alla regina, sia sui principi che vengono ad un certo punto sconfitti. La politica di questo cardinale procede in modo spregiudicato, a tal punto da far alleare la Francia cattolica con l’Inghilterra di Cromwell protestante (tramonta il concetto di alleanza confessionale) contro la Spagna. Alla fine grazie a questa alleanza ottiene tutta una serie di successi: Mazzarino fa ottenere alla Francia alcune piazzeforti nelle Fiandre, territori dei Pirenei e combina il matrimonio di Luigi XIV con Maria Teresa d’Austria figlia di Filippo IV, la quale deve rinunciare ai diritti sul suolo spagnolo. Filippo ottiene così diritti che userà spregiudicatamente. Fu uomo di grande cultura, mecenate e collezionista d’arte, ma anche un personaggio molto odiato, soprattutto dalla popolazione e da parte dell’aristocrazia francese. Il ceto togato è molto potente (indossavano la toga rossa) e rivendica diversi diritti e un controllo sugli atti del re. Alla fine sono però ridotti all’obbedienza pur mantenendo tutta una serie di privilegi. Il re esce dalla minore età, viene dunque consacrato a Reims, con una tradizione antichissima che ne sancisce i diritti: viene unto come gli antichi re d’Israele. Luigi XIV è ancora giovane e deve stare sotto il controllo di Mazzarino tanto che alla sua morte nel 1661 decide di prendere su di se il governo, non solo di regnare ma di assume quindi anche il potere di governare, passione che era stata a lui trasmessa proprio da Mazzarino. Non si vuole più affidare ad un ministro tutte le decisioni. Politica economica: Colbert viene nominato controllore generale delle finanze, affidatogli il compito del risanamento finanziario. Colbert inoltre elabora una politica economica definita mercantilista, che prevede forme di protezionismo ed incentivi all’esportazione, in modo da aumentare l’attivo del bilancio statale. Si concentra quindi sulla produzione di manifatture che potevano essere esportate all'estero e delle c.d. manifatture di stato, richieste dall’aristocrazia ed esenti dalla tassazione ordinaria. Per facilitare la circolazione delle merci Colbert fece costruire nuovi canali e modernizzò le strade, rafforzò la marina e diede l’impulso all’espansione coloniale. Totalmente trascurato fu invece il settore agricolo. Il regno di Luigi XIV si caratterizza come un periodo di squilibrio e un tentativo di egemonia La supremazia francese diventa reale alla fine del 600 sull’Europa: non è solo una supremazia militare, ma riesce anche ad isolare diplomaticamente gli avversari, tagliando dunque le vie di comunicazioni. L’esercito francese diventa enorme, il più grande d’Europa, ma c'è anche una politica mediatica che si fonda su una attività di propaganda della cultura francese e dello stile aristocratico che numerose potenze europee Sofia Salamone di 35 120 Guerra dei 7 anni (1756-1763) È una guerra che mostra queste innovazioni, è un conflitto europeo micidiale sul piano del dispiegamento di forze e anche dal punto di vista delle vittime. Vi sono numerosi mutamenti significativi i quali si rivelano sugli scenari coloniali: le alleanze si rovesciano. Il conflitto scoppiò quando Maria Teresa d’Austria occupò la Slesia che gli era stata sottratta da Federico II re di Prussia. A fianco dell’Austria e contro la Prussia si schierano Francia, Svezia e Polonia (fine della lunga rivalità fra Asburgo e monarchia francese). Fondamentale il conflitto tra la l’Inghilterra (alleata di Federico II) e la Francia, che rimane una delle principali potenze europee con una flotta quasi uguale a quella britannica su tre continenti, in particolare in India e America dove alla fine del conflitto vi fu un successo netto della Gran Bretagna che subentrò alla Francia nel dominio sull’India e sul Canada e alla Spagna (alleata della Francia) che perse Cuba e Manila nelle Filippine. L’impero coloniale francese e quello spagnolo in parte subirono un arretramento. Spartizione della Polonia La vicenda più macroscopica e drammatica fu quella delle tre spartizioni della Polonia, che portò alla dissoluzione di un regno antico e legittimo, la Polonia cattolica che viene fatta sparire. La Polonia è circondata da ortodossi, protestanti e islamici, e i suoi vicini non nascondo i loro appetiti, un esempio ne è la Russia che esercita tutela su questo regno cattolico giustificando questo atteggiamento con la scusa di difendere la minoranza ortodossa. Sono diverse le fasi di spartizione della Polonia, la prima nel 1772, poi nel 1793 e infine nel 1795 nel bel mezzo dell’espansionismo francese. A supportare questi eventi vi è un elemento negativo nella successione polacca: il re polacco è elettivo, deve avere quindi unanimità del ceto nobiliare e la nobiltà è divisa in fazioni, appartenenti a Russia e Prussia ed è quindi semplice che alla morte di un sovrano il paese precipiti nel caos e dia il pretesto alle potenze vicine per effettuare interventi militari, giustificati da diversi fini come la protezione di minoranze di lingua tedesca o la protezione delle popolazioni ortodosse. La guerra di successione polacca si era formata proprio a partire da queste crisi ed era stata poi risolta mettendo sul trono il candidato tedesco. Prussia, Russia e Austria, approfittano della debolezza interna polacca e usano le spartizioni per proteggere ciascuna le minoranze protestanti, ortodosse e cattoliche. La spartizione rappresenta uno spregio al principio dell’equilibrio, che vede la legittimità dinastica totalmente ignorata. Alla fine del 700 la Polonia scompare definitivamente e si ha un mutamento delle carte europee. Verso la rottura del sistema (1750-1793) Allagamento extraeuropeo dei conflitti nel secondo settecento fino all’Africa, America e India e l’equilibrio è influenzato da ciò che avviene al di fuori dell’Europa Espansione della Francia rivoluzionaria Il sistema va in crisi perché solo alcune maggiori potenze hanno un peso preponderante mentre tutte le piccole potenze si alleano alle potenze maggiori. La Francia e Gran Bretagna sono impegnate in una partita intercontinentale. Si ha la progressiva dissoluzione dello stato polacco che va verso una progressiva scomparsa dalle carte, non si parla più quindi di un equilibrio che preserva grandi e piccoli. Si verifica un arretramento e indebolimento dell’impero ottomano e il relativo indebolimento spagnolo specialmente nell’ambito coloniale, pressione sempre più forte perché numerose colonie sono osservate anche dalla Spagna. LOTTE POLITICHE IN INGHILTERRA Secoli XVII-XVIII L’Inghilterra del XVII secolo Siamo in un’epoca segnata dal governo della dinastia Stuart, di origine scozzese, in quanto Elisabetta I (la regina vergine) era morta senza eredi nel 1603. In questo secolo abbiamo due importanti crisi politiche istituzionali e diverse guerre civili, nasce inoltre in questo ambiente il costituzionalismo moderno ossia un regime già esistente ma che di diritto nasce in quest’epoca, un regime misto con il quale si tenta un equilibrio tra i poteri dello stato: il poteri del re, i poteri del parlamento e la legge, il diritto. Sofia Salamone di 36 120 Epoca segnata dalla guerra civile e dalla nascita del Commonwealth repubblicano (1603-1660) e successivamente dal ritorno della monarchia. Ci sono tre corone distinte con parlamenti distinti: Scozia, Irlanda e Inghilterra. Accade (ad esempio con JAMES) che il sovrano sia comune ma governi, parlamenti, e religione ufficiale restano differenti (Scozia presbiteriana, Inghilterra protestante, Irlanda Cattolica). Il sistema politico inglese è da secoli un governo misto, interpretato in modo diverso dai monarchi e dai rappresentati del popolo, ma la forma compiuta di governo per tradizione si ha nella figura del re che convoca e presiede il Parlamento. Il parlamento ha una tradizione medievale il cui accesso è sia elettivo (per la camera dei Comuni), sia con accesso con diritto ereditario (camera dei Lords), di cui fanno parte i nobili e gli arcivescovi della chiesa anglicana (arcivescovo di Canterbury e York). Alla base di questo funzionamento istituzionale c'è la Common Law, ossia lo specifico diritto inglese, la legge inglese per eccellenza, diverso da quello europeo chiamato diritto comune, declinato poi nei diritti dei singoli stati. Il re quando sale al trono deve affermare di rispettare tutte che leggi che vengono presentate. Il sovrano, come specifica la legge, deve periodicamente convocare il parlamento che è bicamerale, con la camera elettiva con circa 500 deputati e la camera dei lord, di nomina regia costituita da circa 170 uomini. Il parlamento siede a Westminster ma è convocato dal re, tipicamente quando ha bisogno di contribuzioni straordinarie, come in caso di guerra o minaccia nell’Inghilterra, non può quindi riunirsi liberamente da se. La convocazione del parlamento è sempre un momento delicato perché riguarda progetti che necessitano di contribuzioni straordinarie a cui i nobili però non vogliono contribuire. Quando la Scozia fu inserita nel Regno Unito all’inizio del 700 perse il suo parlamento ma ottenne il diritto di avere 45 deputati nel parlamento inglese. ● Case law: legge non scritta, si fonda sulla decisione di specifici casi concreti. A fine ‘400 il prestigio e l’autorevolezza delle corti regie di Westminster, a Londra, supera qualsiasi altro tribunale ● Giuristi giudici = ossia cultori, tecnici e interpreti della Common Law Le quattro corti centrali regie di Westminster • Common please (delle udienze comuni) • Exchequer of please • Chancery with its equity • King’s bench: istanza suprema di revisione anche per cause penali I giudici sono figure rilevanti nella società inglese perché interpretano il diritto e poiché con le loro sentenze fanno la differenza, sono a vari livelli: • Sceriffi (contee) • Lords (corti baronali) • Justices of peace: sono giudici di prima istanza e ufficiali di polizia, espressione della nobiltà rurale In epoca Tudor e Stuart i sovrani introducono dei nuovi tribunali straordinari che affiancano la corte di Westminster creati dal re. Questi nuovi tribunali non seguono la common law ma il diritto comune che gli inglesi detestano e che funzionano anche manovrati dalla politica regia perché creati dal re. - Star chamber: ossia la camera stellata - Alta commissione per le cause ecclesiastiche - Corte dell’ammiragliato Nascono diverse teorie politiche sulla sovranità e sul governo. Viene meno la concezione trascendentale del potere (origine divina): ● Giustnaturalismo con Ugo Grozio: convinto che esista un diritto superiore al diritto del sovrano, ossia il diritto naturale degli uomini, che comprende tutti, nessuno escluso (come il diritto alla famiglia, alla libertà Sofia Salamone di 37 120 religiosa, ad una casa in cui abitare: sono diritti naturali che nessun potere regio potrà mai contrastare). Si elabora quindi l’idea del contrattualismo, concetto secondo il quale il potere monastico è generato da un contratto originario tra il re e i suoi sudditi, loro accettano che il re regni su di loro in quanto superiore e lui a sua volta ha verso di loro una serie di doveri da rispettare. Si tratta quindi di un patto. ● Thomas Hobbes: governo per necessità, governo necessario poiché gli uomini sono barbari e non riuscirebbero a mantenere l’ordine senza questo potere, si ha la tendenza ad evidenziare il male degli uomini. Homo homini lupus: il governo serve a contrastare il la legge del più forte che gli uomini seguono intrinsicamente. Pubblica il Leviatano (sua opera più importante) nel 1651 e sostiene il regime di Cromwell. ● John Locke: governo per convenienza. Secondo lui esiste un patto originario tra il popolo e il sovrano, in quanto delegato del popolo. Teorico del liberalismo: il governo nasce per convenienza ma ciò che conta sono le libertà fondamentali dei sudditi. Lo stato e principi devono svolgere e detenere solo alcuni poteri principali per convenienza, per necessità e niente di più. Queste dottrine abbandonano la concezione del potere divino del sovrano e introducono una serie di nuove idee. Dinastia Stuart Morta Elisabetta I, sale al trono Giacomo I (VI di scozia) regnando dal 1603 al 1625, protestante, figlio di Mary Stuart e che sposa Anna di Danimarca. La loro figlia sposa Federico del palatinato. Scozia e Inghilterra sono sotto il suo regno ancora separate, ma il re regna anche sull’Irlanda. Vi furono numerose incomprensioni tra la corona e il parlamento sotto Giacomo I perché il re continua a governare senza convocare il parlmento, nomina il Privy Council (consiglio segreto con cui si confronta abitualmente) e reti di favoriti (notoria omosessualità del re). • Propone una sua versione ufficiale della Bibbia • Ossessionato da complotti stregoneschi • Il parlamento è preda di paranoia anticattolica, specialmente dopo la congiura delle polveri nel 1605 mentre Giacomo tratta con potenze cattoliche • Spese fuori controllo: il re impone tasse e vende titoli Crisi fra corona e parlamento finche James muore e sale al trono il figlio. Carlo I Regna dal 1625 al 1649 Sposa Enrichetta Maria di Francia sorella di Luigi XIII, cattolica, che suscita disdegno in quanto straniera francese, ma il matrimonio era stato negoziato dal padre James. Enrichetta va in Inghilterra col suo seguito di preti cattolici e privatamente continua a seguire la messa cattolica, suscita scandalo tra i protestati in parlamento. Carlo è una persona raffinata, moderato come atteggiamento. Ad un certo punto la questione tra il ruolo del re e il potere del parlamento diventa sempre più calda infatti senza il consenso del parlamento impone tasse sulla popolazione, fa arrestare numerosi uomini e autorizza arruolamenti di marinai e soldati. Nel 1628 i parlamentari presentano al re la Petition of Rights affinché la accetti: una petizione dei sudditi al sovrano con cui questo non può fare determinare cose senza il consenso del parlamento. Carlo accetta ma poi per 11 anni non convocherà più il parlamento. Si arriva poi alla crisi del 1640 che prelude alla guerra in quanto la questione religiosa torna di nuovo scottante quando Carlo I cerca di imporre alla società il libro liturgico anglicano: gli scozzesi sono calvinisti e non lo accettano e temono che gli inglesi preponderino nelle loro questioni nazionali, quindi muovono guerra nel nord. Carlo I decide di riconvocare il parlamento nell’aprile del 1640 ma, si inaugura uno scontro tra sovrano e parlamento, infatti lo scioglie successivamente, per poi doverlo riconvocare di nuovo, e la questione politica e religiosa si intrecciano definitivamente: Il parlamento vuole che alcune regole si fissino per il sovrano, ossia questo deve essere convocato periodicamente dal re non solo quando vuole lui e la questione dell’uniformità religiosa. I puritani contestano la struttura gerarchica della chiesa anglicana e detestano i riti anglicani, e diversi Sofia Salamone di 40 120 LA NASCITA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA Le colonie inglesi fino al 1763 Il 1763 è un anno periodizzante, è una data che rinvia al congresso di Parigi, che concluse la guerra dei 7 anni, la quale ebbe esiti rilevanti anche in America, soprattutto nel contrasto tra le colonie inglesi e colonie francesi: dopo questa data si apre uno scenario in parte nuovo con tutta una serie di conseguenze. Le origini: Chesapeake bay e Massachusetts bay Sono i primi insediamenti inglesi in America. Ci fu un primo tentativo durante il regno di Elisabetta in Virginia anche se da li a pochi anni nessuno viveva più nei territori precedentemente conquistati, e gli inglesi rimasti morirono o per le cattive condizioni in cui era abituati a vivere o a causa degli indigeni, dai quali vennero uccisi. Le prime fondazioni durature sono Jamestown nella Chesapeake Bay, in onore di James e, a mille chilometri più a nord si trova la baia del Massachusetts, fondata dai pellegrini puritani abbienti (quindi con capacità maggiore di resistere nei nuovi insediamenti rispetto ai coloni di Jamestown). Boston è il primo centro importante sorto, che diventerà la prima città delle colonie inglesi d’America, anni dopo sorse il Maryland nel 1632, ossia la terra di Maria, prima colonia cattolica. Che cosa attira gli europei in queste terre ancora impervie? • Opportunità economiche, disponibilità di terre, il mercato del tabacco, molte delle quali vengono impiantata in Virginia. • Una libertà politica e religiosa, che era però una libertà solo per alcuni, per la comunità dei liberi, in una prospettiva protestante la comunità degli eletti, dei veri cristiani, non sicuramente per cattolici. Ma la vita era assai dura: la mortalità era alta, il lavoro era molto pesante e c'è una componente di lavoro servile: nelle colonie erano spediti alcuni condannati penali che potevano commutare la pena con un periodo di servaggio, e che vengono chiamati “i servi a contratto”, che non erano liberi ma molto spesso servi per debiti New England È molto coeso e con una forte matrice protestante calvinista, veniva chiamato la piccola repubblica della bibbia “Bible Commonwealth”. C'è una popolazione coesa e strutturata, soprattutto composta da numerose famiglie che migrano e si trasferiscono in America durante la prima epoca Stuart. C'è un livello di istruzione abbastanza elevato e anche una componente religiosa molto stabile. Coloro che vi si trasferiscono lo fanno dunque per rimanere. Il New England ha una forte carica ideale il, tanto che viene anche definito “la nuova Gerusalemme”, che denota una comunità che tornerebbe al cristianesimo delle origini con entusiasmo e con fanatismo religioso. Il Massachusetts appartiene a questa compagnia, che è una colonia privata e solo dopo diventerà colonia regia. Maryland È una colonia privata Territorio che venne concesso a sir George Calvert, primo lord Baltimore, cattolico. Pur avendo questa matrice cattolica, uno dei primi atti promossi fu nel 1649 l’Act of Toleration (Atto di Tolleranza): nessuno può essere costretto a credere o praticare culti senza il suo stesso consenso. Qui fiorisce il tabacco. Seconda meta del 600: mercantilismo Venne promosso il Navigations Act dal 1651 al 1696 dal parlamento inglese: viene promosso un regolamento di commercio marittimo con le colonie, specialmente in quel periodo di conflitto con l’Olanda per tutelare gli interessi inglesi; le merci straniere dirette alle colonie devono partire da porti inglesi dove sono tassate. I prodotti americani (soprattutto tabacco, zucchero, indaco, cotone) devono essere esportati prima in Inghilterra e poi nelle altre terre europee. La madrepatria produce prodotti finiti, le colonie invece le materie prime: queste sono le regole, anche se c’è Sofia Salamone di 41 120 una parte di contrabbando tollerato (come nei Caraibi, in cui stanno sorgendo le colonie inglesi strappate agli spagnoli e agli olandesi). Negli anni 60 fioriscono le colonie del Mid-Atlantic • New York: 1664, ex colonia olandese che prese il nome da Giacomo, duca di York, fratello di Carlo II. Terra anglicana, cardine dell’alleanza con tribù. • New Jersey: 1665-76, si stacca da New York, in quanto popolata dai quaccheri, che sono particolari protestanti che vogliono creare delle comunità a sé. • Delaware: 1664 ex colonia olandese e successivamente svedese • Pennsylvania: concessione al quacchero William Penn nel 1681. Caratteri: libera proprietà e confessioni riconosciute a olandesi e altri, assemblee legislative deliberano imposte William Penn 1644-1718 Ricco mercante filantropo, quacchero inglese, uomo di pace. Fonda Filadelfia, la seconda città più grande delle colonie americane, e la colonia di Pennsylvania. Sostiene la non violenza, la pace, è amichevole anche verso gli indiani autoctoni verso i quali si provava solitamente diffidenza, ma William addirittura compra le loro terre invece di espropriargliele e stringe un patto di amicizia, insegna loro l’attività della pesca, l’allevamento e insegna loro anche alcune coltivazioni come la vite. La colonia di Penn è caratterizzata dalla libera proprietà, dalla presenza di confessioni diverse e dall’amalgamarsi di abitanti provenienti d varie nazioni europee. I governatori nominati dalla Corona amministrano le entrate doganali ma il resto è alla libera attività politica e imprenditoria della zona. I quaccheri sono una comunità che si ispirano al cristianesimo ma si riconoscono in una illuminazione interiore proveniente dallo spirito santo prima ancora che dalla lettura della Bibbia che praticano. Presero poi forma le colonie del sud ● Carolina: concessa da Carlo II a otto privati per un certo numerosi di anni. C'è un’immigrazione diversa, inizialmente inglese ma poi ci furono anche altri dissidenti come gli ugonotti francesi, i quali vennero espulsi da Luigi XIV nel 1685, la quale poi verrà assorbita dalla corona, e che poi si dividerà in north e south Carolina nel 1729 ● Georgia: 1732-33 (statuto dei 21 anni concesso dalla corona a John Oglethorpe) fondata in onore di re Giorgio II di Hannover, la nuova dinastia inglese a tutti gli effetti, e anche qui c'è una concessione a privati. Lo stato c’è in forma mediata rispetto alle colonie spagnole e portoghesi. Nel sud, per il clima, l’agricoltura si sviluppa in piantagioni e si incentra sulla monocoltura: in origine tabacco, zucchero, indaco (pianta per la tintura, e in seguito cotone (fra 700 e 800). I rapporti con le tribù sono diversi, ma si incontrano popolazioni già pacificate dagli spagnoli in passato, di matrice cattolica. Immigrano criminali e miserabili. Caratteri: gerarchia di proprietari, servi ereditari, schiavi africani. Le colonie americane sono circoscritte alla costa atlantica, mentre più a ovest troviamo la Nuova spagna: complesso di possessi della corona spagnola dove l’elemento europeo convive con creoli (nativi americani e amerindi). Alle spalle delle colonie inglesi c’è tutta l’area esplorata e in parte colonizzata dai Francesi, quindi le colonie inglesi sono chiuse da barriere naturali, popolazioni autoctone e dalle altre potenze. La politica economica è ciò che lega le colonie inglesi e con la madrepatria. Le materie prime vengono infatti richieste in quantità sempre crescente, legno e navi assumono un ruolo fondamentale: un terzo della flotta mercantile britannica è infatti costruita in America e Boston è uno dei più grandi cantieri navali inglesi nel 700. C'è un forte consumo interno: aumenta una domanda di beni finiti (pellicce, indaco etc) man mano che il popolamento cresce. Il tabacco della Virginia diventa una delle principali merci di esporto, prima in Inghilterra poi in Europa, pertanto viene promosso sempre più il fumo, oltre alla masticazione e al fiuto del tabacco. La dimensione urbana è embrionale, New York non arriva nemmeno a 10 mila abitanti, ma le città sono l’ambiente in cui nasce un’opinione pubblico attraverso giornali, incontri nelle taverne, in cui ci si confronta Sofia Salamone di 42 120 sulle colonie ma ci si interessa anche alla madrepatria. La cultura rimane quella inglese ma si sviluppa un fermento indipendentista: gli americani si abituano sempre di pur a processi pubblici ( a differenza di quelli inglesi che erano scritti) e ad essere giudicati da una giuria di propri pari, che limita e bilancia il potere del pubblico ministero che rappresenta lo stato. Origini culturali e politiche dello spirito indipendentista americano • Abitudine a stampa, a dibattiti e processi pubblici con la giuria • Comunitario e autonomismo politico • Associazionismo: proteste di piazza, si lavora, crescita di poveri e di schiavi nelle città (guerre coloniali) I rapporti con la madrepatria cominciano a incrinarsi specialmente con la guerra dei 7 anni, iniziata in America nel 1754 e finita nel 1763, in America durò di più in quanto ebbe inizio due anni prima e prese il nome di guerra franco-indiana, perché le colonie inglesi che entrarono con gli alleati indiani entrarono in contrasto con le colonie francesi e con i rispettivi alleati amerindi. Alla fine la guerra ebbe un bilancio negativo, è infatti costata molto agli americani che ne hanno ottenuto benefici inferiori alle attese. I coloni americani hanno infatti dovuto pagare un tributo personale notevole: molti sono stati arruolati a forza nelle milizie coloniali e nella Royal Navy con un sistema che ha limitato le loro libertà tradizionali, perché in tutta Europa esiste il reclutamento forzoso. Relazioni colonie-madrepatria fino al 1763 Manca un governo centralizzato. L’impero è vissuto dalla classe dirigente britannica piuttosto come realtà economica. Le colonie sono considerate come patrimonio del re anche se esse sono nate come privatistiche. I coloni sono sottoposti direttamente al re che nomina i loro governatori e non sono rappresentati direttamente in parlamento, che ha una giurisdizione solo sul territorio metropolitano. I coloni liberi formano assemblee elettive partendo da liberi dibattiti. Il parlamento inglese non esercita diretto potere politico sulle colonie, soltanto sul commercio imperiale, che coordina attraverso il Navigations Acts. Per questa ragione fino alla guerra dei sette anni i rapporti tra le colonie e la madrepatria rimangono questi, poi ci sarà la svolta. Dalla secessione alla nascita della repubblica statunitense [Le prime 13 colonie effettuarono la secessione dalla madrepatria e si classificarono come Stati.] Il 1763 rappresenta un anno cruciale, anno periodizzante ai fini della storia, il trattato di Parigi, firmato da Francia e Gran Bretagna, riconosce infatti la sconfitta francese e consente alla Gran Bretagna di occupare i territori della rivale. Quindi numerose colonie francesi in America divennero inglesi. Le 13 colonie rimasero tali con il loro territorio ma videro rafforzarsi una serie di guarnigioni britanniche. Il territorio coloniale nord americano britannico si era consolidato ed era raddoppiato, e questo comportò tutta una serie di nuovi problemi. Problemi con la madrepatria • Proclamation act: proclamato nel 1763, questo trattato vieta ai coloni di spingersi a ovest dei monti Appalachi. Viene spento quindi il sogno americano, quello di poter proseguire l’espansione a ovest poiché vi vivevano una serie di nazioni indiane amiche degli inglesi che li avevano aiutati nella guerra contro i francesi o nazioni sconfitte che cercavano dagli inglesi protezione. • Il parlamento vota il mantenimento di una forza di 10.000/20.000 soldati regolari per compiti di presidio e di polizia con i nativi. Costo £225.000 annui e gran parte di questo denaro deve essere pagato dai coloni poiché queste armate devono proteggere loro. I coloni non sono contenti sia perché molti sono esausti e in crisi economica, sia perché diffidano una preponderanza militare • Sugar Act: 1764, prima tassa imposta dalla madrepatria, ossia un dazio sulla melassa caraibica. • Currency act: divieto di emissione valuta coloniale, ossia divieto di andare verso un’indipendenza monetaria. Sofia Salamone di 45 120 presidente, cioè supremo magistrato della repubblica, fa le veci del re perduto, è eletto non in maniera diretta ma da un corpo di grande elettori, i cd elettori presidenziali di numero pari a quello che ciascuno stato ha al congresso legislativo. Interessi economici e politici: agli schiavi africani, mai menzionati come tali, è riconosciuto un peso elettorale con la clausola dei 3/ 5: cinque schiavi pesavano come tre cittadini liberi. I padri fondatori ottennero una clausola che consentiva l’import per circa un ventennio. Il potere legislativo è esercitato dal congresso, la cui camera dei rappresentanti è di numero che varia in base alla demografia degli stati. Per bilanciare gli stati più popolosi, e per garantire rappresentanza anche agli stati più piccoli, si stabilì che ciascuno stato eleggesse 2 senatori indipendentemente dalla popolosità. Le assemblee elettorali eleggono i grandi elettori che eleggeranno il presidente. Non esiste però una perfetta separazione dei poteri: al potere legislativo partecipa, con il VETO, il Presidente, e il Vicepresidente presiede il senato a cui spetta il diritto di votare in caso di parità. Il presidente è inoltre capo delle forze armate e capo dell’esecutivo, cioè un complesso di ministri, e nomina anche il vertice del sistema giudiziario, cioè la corte suprema di quei giudici nominati a vita. Il senato partecipa al potere esecutivo presidenziale (dà il consenso alla stipulazione di trattati e a nomine di magistrati e funzionari) e al potere giudiziario (giudica in caso d’impeachment) George Washington primo presidente degli Stati Uniti. Eletto primo presidente per il suo prestigio, era infatti considerato un gentiluomo onesto e fu acclamato a New York nella primavera del 1789, iniziò il suo primo mandato e poi ne seguì un secondo, primo 1789-30 aprile 1794 secondo 1794-1797. LA RIVOLUZIONE FRANCESE E L'ETÀ’ NAPOLEONICA (13) SITUAZIONE FRANCESE PRE-RIVOLUZIONE La rivoluzione francese non è scoppiata all’improvviso ma si sviluppa a causa di una serie di fenomeni, che avvengono anche presso luoghi e istituzioni diverse in Francia, è il frutto di uno sviluppo storico, ha dei prodromi ossia una serie di cause di sviluppo di lunga durata che hanno preparato quella che poi sarà la vera e propria rivoluzione. Il regno di Francia nel XVIII secolo La Francia non è affatto uno Stato in decadenza o corroso, tutto il contrario, è uno stato tra i più potenti nell’occidente e tra i più popolosi d’Europa. Ha un’economia con punti di forza notevoli, ha ancora un potente panorama coloniale, la flotta francese ha quasi raggiunto per dimensioni e importanza quella britannica. Il regno non deve però essere considerato un blocco unico, perché ci sono molte parti autonome che compongono questo insieme. Abbiamo quindi un assetto pluralistico, ci sono differenze e tra le tante anche di carattere amministrativo. Vi erano i paesi di stato e i paesi di elezione dove agiscono diretti rappresentanti della corona, in particolare gli intendenti regi, ossia dei funzionari che vengono nominati dal re e che devono provvedere a diverse materie come il reparto delle imposte, alcuni lavori pubblici o la tutela dell’ordine pubblico. Tra le tante differenze vi è quella fiscale, in particolare la gabella del sale, ossia una tassa di consumo sul sale, che varia molto in base alle zone (può essere più o meno pesante) I prodromi della rivoluzione in Francia: • Crisi finanziaria e istituzionale • Crisi della cultura tradizionale e ascesa del razionalismo illuminista laico Entrambi questi ordini di fattori hanno giocato un ruolo fondamentale per poi arrivare ad una crisi insanabile che ha portato poi alla definitiva rivoluzione. Crisi finanziaria e istituzionale L’età moderna è segnata dall’aumento della competizione internazionale che ha a sua volta portato un aumento delle spese militari e amministrative: servono più denari per coprire queste spese, aumentano anche le tasse sui ceti dominanti e in generale la necessità di allargare la base imponibile, ossia la platea dei Sofia Salamone di 46 120 contribuenti, e allargarla in maniera tollerabile. Questa necessità di allargare la base imponibile porta al secondo prodromo. Vi è la richiesta di sostegno a gruppi sociali inferiori, fino ad ora esclusi dalla vita pubblica, e questo porta ad una serie di conflitti e instabilità. Si mostra la necessità di riformare l'assetto costituzionale: ad un certo punto la crisi finanziaria e fiscale non può essere risolta con i vecchi strumenti ma ci si rende conto che bisogna riformare l’assetto costituzionale, riformarlo completamente o comunque in modo molto significativo, modificando la forma dello stato e dei corpi della società che per certi versi incarnano lo stato stesso. Tentativo di Turgot, intellettuale dell’epoca: egli fu uno degli animatori del pensiero fisiocrati, crede in una politica per cui si sarebbe dovuto abbandonare la politica mercantilistica per dare spazio alla produzione prima del reddito. Jacques Necker Controllore generale delle finanze dal 1776 al 1781 Egli tenta di ridurre le spese e gli uffici superflui, pubblica per la prima volta nel 1781 il rendiconto delle spese dello stato. Va a incontrare i detentori di quegli uffici che si oppongono. Il ruolo dei parlamenti, ossia le corti di giustizia all'aggravarsi della crisi cambia: da corti di giustizia a garanti della costituzionalità del regno e rappresentanti della nazione. È un vero corpo, un ceto, la noblesse de robe, ossia la nobiltà di toga. L’ultimo bilancio prima dello scoppio della rivoluzione è quello del 1788 che rivela quanto sia grave la crisi finanziaria in Francia: per quell’anno si preventivavano circa 629 milioni e mezzo di spese per solo 503 milioni e mezzo di entrare, si nota che molte di queste spese vanno a finire in debiti, ossia in interessi passivi, gran parte del denaro veniva infatti speso per pagare finanziatori e creditori, ossia coloro che prestavano denaro allo stato, e che, per continuare a prestare denaro allo stato e al sovrano richiedevano in cambio interessi molto alti, in quanto la monarchia francese è considerata un cattivo pagatore. Altre importanti voci di spese sono le spese militari, per mantenere un ottimo esercito e un’ottima flotta. Anche le entrate mostrano criticità, il grosso delle entrate viene dalle imposte indirette, ossia dalle tasse, dalle dogane, da tutti gli introiti che colpiscono in maniera più pesante i meno abbienti, mentre le imposte dirette che vengono dalle imposizioni hanno un peso molto più basso. La crisi arriva in maniera determinante alla fine degli anni 80 • Mutamento della cultura • Allontanamento dall’ordine cristiano tradizionale Vi fu una vera e propria crisi della coscienza europea Cresce l’importanza del pensiero razionalista, la ragione che può essere definita riduzionista e riduce l’uomo e la natura ad una dimensione materiale e sensoriale. C'è un’idea di natura in Rousseau molto diversa rispetto a quella cristiana tradizionale che arriva addirittura a negare la dottrina del peccato originale. La natura per i filosofi settecenteschi è una sostanza materiale, un mondo accessibile all’uomo attraverso i sensi e attraverso un’investigazione di carattere scientifico, di conseguenza per loro tutto ciò che non esce dai sensi o non è o non interessa. La filosofia della natura è ormai separata dalla teologia e dalla metafisica. L’Encyclopédie (dizionario ragionato delle scienze delle arti e dei mestieri) viene iniziato a scrivere nel 1751 e ultimato nel 1780, è considerato la maggiore impresa editoriale del secolo. ● Conoscenza: basata non su facoltà intellettive innate ma sui sensi. Interessa il come, il meccanismo, non più il perché e il fine ultimo delle cose ● Etica: fondata non più sul principio della trascendenza (Dio Creatore e Legislatore) ma sulla natura e sull’uomo, con i suoi bisogni, diritti, e il suo essere sociale Dio viene infine espulso dalla vita pubblica. Con la rivoluzione francese nasce per la prima volta un ordine politico e morale interamente secolare Voltaire Figlio di un notaio, giansenista, studia dai gesuiti, a lui si ispireranno molti rivoluzionari e il suo pensiero è Sofia Salamone di 47 120 fortemente orientato ad una critica del cattolicesimo come religione istituzionale ma anche a molti aspetti della cultura tradizionale. Rosseau Figlio di un orologiaio, egli fu un calvinista ginevrino ● Uguaglianza: ossessionato dall’uguaglianza, critica la proprietà privata e immagina un Regime politico statalista egualitario prodotto dalla volontà generale. Tutte le volontà si fondono ● Natura: idea astratta e utopica della natura e della natura umana. Secondo la sua ideologia l’uomo nasce buono, poi viene corrotto dalla società in cui si trova a vivere, è il contrario di quanto afferma la Bibbia con il peccato originale, secondo la quale anche nell’innocenza c’è un principio di malvagità Le sue opere ebbero un successo straordinario e furono tradotte in tutte le lingue. ● Pedagogia: ha un’ossessione pedagogica, infatti occorre una nuova educazione così che i bambini non vengano corrotti, occorre rigenerare l'umanità attraverso la ragione La volontà generale verrà poi chiamata volontà nazionale, corpo collettivo dei cittadini che prende il nome di Nazione e che esprime la maggiore e migliore volontà. Ideologia della rivoluzione francese • Concezione razionalistica, immanentista, naturalistica, antropocentrica della storia e della politica • Diritto di natura, ragione, nazione (sovranità nazionale) —> legge • Stato legislativo, sorgente di ogni diritto • Nuova concezione dell’uomo: umanità rigenerata • Nuovo modello educativo e Culto dello stato come una nuova religione civile LA RIVOLUZIONE FRANCESE Durante la rivoluzione possiamo riconoscere regimi diversi molti differenti l’uno dall’altro: • Monarchia costituzionale: 1789-1792 successivamente con la caduta della monarchia —> • Prima repubblica dei girondini e dei giacobini: 1792-1794, fu alla fine prodotta una costituzione repubblicana che non fu però mai applicata • Prima repubblica (Direttorio): 1795-1799, anche in questo periodo nasce una nuova costituzione che però alla fine venne approvata • Il Consolato: 1799-1804 • L’impero napoleonico: 1804-1815 Napoleone Bonaparte si fa proclamare imperatore dei francesi, riconoscimento implicito del principio della sovranità nazionale 1) La monarchia costituzionale 1789-1792 La frattura irreversibile, il vero e proprio strappo avviene nel 1789 e fu una conseguenza alla convocazione degli stati generali effettuata da Luigi XVI nel 1788 per l’anno seguente. ● 17 giugno 1789: il Terzo Stato si proclama Assemblea Nazionale, prima era una tra le diverse assemblee proclamate dal re. Raggiunge quindi Sieyès il suo obiettivo. Il terzo stato è la nazione intera Pochi giorni dopo, il 20 giugno 1789 viene effettuato il giuramento della pallacorda, ossia i membri dell’Assemblea Nazionale giurano di non sciogliersi più finché la nazione non avrà una nuova costituzione. Si sono quindi proclamati rappresentanti della nazione. Questa assemblea si definirà poi costituente ossia si assume il compito di dare alla Francia un nuovo regime. Il nodo del 1789 In questo anno accadono diverse cose • rivoluzione istituzionale • rivoluzione municipale • rivoluzione contadina Sofia Salamone di 50 120 E’ una nuova assemblea, l'assemblea straordinaria ● eletta a suffragio universale maschile (partecipa il 10% della popolazione): vengono eletti 749 deputati, hanno un nuovo compito, quello di riscrivere la costituzione, questa volta repubblicana ma diventa presto una specie di parlamento straordinario che vocifera su tutte le materie ● il 20% di costoro sono girondini, supportano il governo sempre più in crisi per il cattivo andamento della guerra, un 35% sono deputati della montagna, chiamati così perché si trovano ai piani alti e rappresentano la sinistra repubblicana e il restante 45% sono deputati della pianura e della palude, di orientamento diverso che stanno ai gradi più bassi, molti dei quali sono ancora traumatizzati dalla caduta della monarchia Cresce l’aggressività della Francia internazionale ● 21 gennaio 1793: la Convenzione processa il re che viene riconosciuto colpevole e ghigliottinato Nel 1793 ormai la guerra era generalizzata perché a Austria e Prussia si sono unite anche altre potenze europee tra le quali la Gran Bretagna. Il governo repubblicano ancora girondino decreta la leva di massa, una leva straordinaria che deve essere eseguita con sistemi forzosi in quanto i volontari scarseggiano. Questa leva in particolare nell’ovest scatena opposizioni armate e una vera e propri guerra civile che in realtà ha anche altre motivazioni come l’aggressione al cristianesimo e la scristianizzazione. In questa prospettiva il nuovo calendario rivoluzionario va considerato come un elemento essenziale. Questo calendario ha uno scopo ideologico fortissimo, ossia azzerare la storia cristiana, viene abolita la settimana e in particolare la domenica, il giorno del signore. Alla settimana viene sostituita le decade, il decimo giorno è dedicato alle feste rivoluzionarie. Si vuole iniziare una nuova storia dall’anno primo della repubblica per questo il calendario inizia a settembre del 1792 e verrà per la prima volta approvato nel 1793. La laicizzazione della società procede anche con la proclamazione di nuovi istituti come il matrimonio civile-repubblicano e il divorzio. Il matrimonio viene visto come un contratto che può anche essere sciolto. Proseguono le misure d’eccezione per questo governo: giustificate dalle minacce esterne e dalle minacce interne. I prodromi del Terrore • Decreti d’urgenza • Istituzione di un tribunale rivoluzionario che verrà poi rafforzato con una serie di ulteriori riforme l’anno successivo • Un comitato di sicurezza generale e un Comitato di salute pubblica sono in collegamento con le sezioni parigine della municipalità dove agiscono quartiere per quartiere militanti armati che rappresento le frange più estreme della rivoluzione • Comitati municipali di sorveglianza in tutti i comuni animati dai patrioti locali, militanti locali che instaurano un regime poliziesco capillare di sorveglianza con una serie di provvedimenti fino alla morte per i nemici Il periodo montagnardo-giacobino: il Terrore (giugno 1793-luglio 1794) ● 2 giugno 1793: la Convenzione viene assediata da 80 mila armati, molti sanculotti e si vota l’arresto di 29 deputati girondini, i girondini dunque cadono e salgono al governo i giacobini ● Conflitti nei dipartimenti tra i girondini e i giacobini ● Montagnardi, giacobini e sanculotti: a Parigi avviene un vero e proprio cortocircuito, ad un certo punto si sostengono e si influenzano anche a vicenda ● La costituzione del 1793: non verrà mai applicata perché ancora una volta la situazione d’emergenza fa si che il governo il 5 settembre 1793 voti il Terrore Ghigliottina definita il nuovo sistema di esecuzione ed è continuamente in funzione con numerose vittime, esiste uno scenario francese in cui la violenza politica e ideologica diventa eccidio di massa. La tragedia della Vandea: tre fasi distinte ● Guerra civile: (marzo-dicembre 1793) tra francesi e abbiamo un’armata definita cattolica e reale formata da popolani, nobili, preti, un po' tutta la popolazione partecipa a questa guerra anti-giacobina e Sofia Salamone di 51 120 antirivoluzionaria, d’altra parte ci sono i repubblicani e i sostenitori locali. Questa fase finisce a dicembre perché pur avendo ottenuto alcuni successi i vandeani vengono militarmente sconfitti ● Genocidio: (aprile 1793-agosto1794) fase più terrificante, il genocidio venne concepito, pianificato e realizzato. Vi fu lo sterminio di un’intera popolazione per un ideologia rivoluzionaria ● Manipolazione della memoria: memoricidio Ad un certo punto cade il regime giacobino del Terrore e ci si rende conto a Parigi dell'enormità dell’eccidio, unico responsabile condannato a morte fu Carrier, fu un capo espiatorio che servì in realtà per scagionare e salvare molti altri responsabili. Il Direttorio 1794-1799 Questa fase prende avvio con la caduta del gruppo di potere del Comitato della Salute Pubblica con una presa di potere che nasce all’interno del comitato, una delle figure chiave che opera questo cambiamento è Lazare Carnot, membro del Comitato Salute Pubblica che coopera alla caduta di Robespierre e poi entra nel Direttorio Esecutivo. ● 27 luglio 1794: Colpo di stato di 9 termidoro: la caduta di Robespierre Grave crisi economica, infatti nonostante importanti vittorie avute sugli alleati, si verificò un inverno durissimo con diffuse carestie e anche diverse violenze politiche si succedettero. ● 22 agosto 1795: la costituzione dell’anno III, conclusione di questa fase di ristabilizzazione, rafforzamento del potere legislativo, necessitavano infatti delle garanzie dopo l’abuso del potere esecutivo avuto durante il regime del Terrore. Furono create due camere, l’assemblea del 500 e l’assemblea degli anziani, una specie di senato, dovevano essere rispettate una serie di condizioni per poterci entrare. Queste camere esprimono un esecutivo, il Direttorio, un collegio di 5 direttori che si occupa dell’amministrazione del governo, nomina i ministri ed esegue le decisioni del potere legislativo. All’interno di questa repubblica direttoriale vi furono fasi di forte instabilità con diversi colpi di stato, ingerenze di generali con le loro truppe, la libertà delle istituzioni è quindi sempre minacciata. Ci sono due gruppi, uno filomonarchico e l’altro giacobino. Il governo cerca di tenere la barra al centro reprimendo prima gli uni poi gli altri in base ai risultati elettorali. Verso l’esterno la Francia ottiene successi importanti e la rivoluzione si espande in maniera significativa, inizia una fase espansiva con obiettivo la conquista di importanti territori e l’instaurasi di regimi simili a quello francesi, le repubbliche sorelle. La campagna di Bonaparte porta alla costituzione di una serie di repubbliche, la repubblica cisalpina con capitale Milano, la repubblica ligure, la repubblica romana e la repubblica napoletana o partenopea. Queste e altre repubbliche avevano come obiettivo quello di proteggere i confini della Francia. Durante il Direttorio vengono approvate leggi fondamentali che faranno anche la fortuna di Napoleone ● Introdotta la coscrizione militare obbligatoria: tutti i francesi maschi tra i 20 e i 25 anni sono iscritti nelle liste di leva e devono fare servizio militare per 5 anni, durata variabile a seconda che ci si trovi in tempi di pace o in tempi di guerra Il regime anche per importanti fenomeni di corruzione va screditandosi Napoleone Bonaparte Era un generale, uno dei più famosi, si era distinto come giovane ufficiale di artiglieria nel 1793 riuscendo a sbloccare Telone dall’assedio della flotta inglese, poi divenne celebre per la campagna d’Italia e le sue strepitose vittorie. Il regime era nel 1799 molto screditato e la Francia era esausta sia a causa della crisi politica sia a causa dei numerosi anni di guerra, e vi era una depressione ancor prima psicologica che economica. 9 novembre 1799: Bonaparte divenne il padrone della Francia e andò al potere Il Consolato 1799-1804 ultima farse repubblicana • 25 dicembre 1799: costituzione dell’anno VIII della repubblica che da avvio a questo regime Sofia Salamone di 52 120 • 1802: proclamazione del consolato a vita, Bonaparte proclamato console a vita Il successo di Napoleone dipende da vari fattori, lui si presenta come il pacificatore della Francia e dell’Europa, si susseguono infatti la pace con l’Austria nel 1801 e con la Gran Bretagna nel 1802. Napoleone venne identificato come colui che pone termine alle discordie tra partiti e ideologie e che si erge come governate che ha portato la pace, anche di carattere religiosa. Il concordato che firma con la Santa Sede nel 1801 ridà libertà di culto, fondamentale la riapertura delle chiese cattoliche e la ricostituzione di un tessuto civile-religioso che si era frantumato, viene questo considerato un successo straordinario, soprattutto in Vandea. Colui che ha concluso la rivoluzione senza rinnegarla e valorizzandole i frutti. Seconda campagna d’Italia: 1800-1801 Napoleone valica il Gran San Bernardo, la sconfitta degli austriaci porta a ridisegnare una parte della carta d’Italia, nasce la repubblica italiana con capitale Milano e presidente Napoleone. 1803: ricomincia la guerra Dopo la breve pace di Amiens (1802), nuova rottura franco-britannica → Londra non può permettersi una Francia sul continente e padrona di Anversa → Parigi non può rinunciare al Belgio, per non tradire la Grand Nation 1804: Napoleone procurato imperatore dei francesi e viene generata un’ennesima costituzione Bonaparte ha ripreso dal Direttorio la teoria delle frontiere naturali ma mira ora a creare un sistema di stati satelliti più saldo rispetto a quello messo in piedi dal Direttorio e si abbozza un pensiero sì imperiale però con ancora autonomia degli stati satelliti. La preponderanza francese dipende da una serie di fattori: • il francese è la lingua internazionale dei trattati di pace • la filosofia • la propaganda della cultura • demografia: per sostenere una politica imperialistica servono necessariamente molti giovani in età militare e la demografia francese riuscì fino alla fine del 700 a risponde a questa esigenza • militari: grazie anche alla coscrizione obbligatoria che lo ha rafforzato e tutti gli stati che combattono Napoleone prima o poi dovranno adottare dei sistemi analoghi politico-istituzionali : Napoleone che nel disordine del Direttorio si proclama come un “salvatore”, come un portatore di salute pubblica, stato burocratico e accentrato, ma anche sentimento nazionale • affari: nuovi vantaggi anche grazie ad alcune imprese ma altri ambienti come le città portuali sono danneggiate specie dopo il varo del blocco continentale Si ha poi un momento di equilibrio, definito modello neocarolingio: asse Parigi-Francoforte-Milano anche se è in realtà un equilibrio molto instabile Il blocco continentale che viene decretato per impedire alle merci britanniche di invadere il continente è inutile perché è in realtà la marina britannica che domina sui mari e blocca il continente, quindi nonostante la Francia sia avvantaggiata da diversi punti di vista Napoleone è consapevole di non star riuscendo a fornire all’Europa le stesse risorse britanniche. Il punto di massima espansione del regime napoleonico si ha nel 1811 alla vigilia della disastrosa campagna di Russia. Fattori di unità dell’impero napoleonico • Dogane • Strade • Posta, telegrafo ottico • Le armate • I codici, le legislazioni e l’amministrazione centralizzata Sofia Salamone di 55 120 • Produzione di copie, calchi, stampe delle opere più celebri Campagne di Napoleone, campagne di Denon • Pianificazione della raccolta e distribuzione del bottino di guerra • Dal 1800 decentramento delle collezioni nazionali: costituiti 22 musei nella città di provincia • 1806 sacco dell’area germanica • 1808-14 sacco dell’area iberica • 1811-12 missione in Italia di Denon, per colmare lacuna nel Louvre. Opere dei primitivi toscani (Duccio di Boninsegna, Cimabue, Giotto) Con Denon e Napoleone al vertice del suo potere continua la migrazione di gran parte delle opere verso la Francia ma si decide di far permanere collezioni regionali in Italia finalizzate ad educare i popoli dell’impero napoleonico. • I beni culturali inseriti nel trattati: • Tra i dipinti, con il trattato di Tolentino, la preziosissima Trasfigurazione di Raffaello. Tra i maggiori capolavori di scultura di Laocoonte, L’Apollo del belvedere ecc. numerosi vengono portati in Francia. BRERA COME MILANO 1802 → Milano capitale della Repubblica Italiana (Presidente: Napoleone Bonaparte) • 1803, fondazione della Pinacoteca. • Andrea Appiani (1754-1817) e Giuseppe Bossi (1777-1815) coordinano commissioni itineranti che rastrellano nei vari dipartimenti, opere rappresentative delle diverse scuole pittoriche italiane. E’ lo stesso criterio di Denon. Gaspard Monge: matematico, commissario del direttorio in Italia Sostiene la superiorità francese repubblicana, disprezza i veneti e i romani poiché li considera indegni degli antichi, e sostiene che vadano effettuati numerosi prelievi nelle biblioteche romane. Imperialismo culturale napoleonico Ruolo pedagogico universale di Parigi. Occorre che i maggiori artisti ci s’installino. Napoleone invita più volte Antonio Canova a lasciare Roma per Parigi, il quale, inizialmente riluttante accetta nel 1810 con l’intento nobile di difendere il patrimonio italiano, cercando anche di difendere Napoleone stesso. Canova cerca di convincere napoleone a fermare la spoliazione, sostenendo che i monumenti antichi formano catena e collezione con infiniti altri che non si possono trasportare né da Roma né da Napoli. Ha una concezione storica territoriale del patrimonio artistico italiano, che ha appartiene all’identità nazionale del popolo che vive in quel territorio che ha finanziato i capolavori. I francesi portano via la venere medicea nel 1803 (verrà poi restituita nel 1815) per questo Canova scolpisce la venere italica quasi per ripicca e per colmare il vuoto che la statua aveva lasciato. La missione di Canova a Parigi: La restituzione delle opere 1814-1815 caduta di Napoleone, dopo la battaglia di Waterloo verrà spedito a Sant'elena da dove non tornerà più. Pio VII e il segretario di stato card. Consalvi incaricano Canova di recuperare le opere d’arte sottratte alle collezioni pontificie con il Trattato di Tolentino. Canova a Parigi usa due argomentazioni ● Legale: i francesi hanno violato il trattato di Tolentino perché questo parlava di 100 opere mentre ne sono state esportate molte di più ● Storiche e artistiche: “I monumenti sono posti all’ordine della natura, che non vuole siano collocati altrove. Tutto il paese fa parte del museo” Un difficile negoziato: I francesi vogliono conservare il bottino nonostante luigi XVIII sarebbe anche incline alla restituzione al fine di riconquistare la fiducia del Papa. A sostegno di coloro contrari alla restituzione ci Sofia Salamone di 56 120 sono gli alleati della Francia: lo zar Alessandro, ortodosso, vede con antipatia la chiesa di Roma e non vuole restitutore nulla alla Chiesa. Canova deve trovare qualcuno che appoggi le sue scelte e riesce a arrivare ad avere colloqui e contatti con Wellington (Gran Bretagna) e Metternich (Austria) che diede restituzione per Modena e Parma. Antonio Canova riesce a organizzare un insieme di uomini e durante la missione, aiutato dal fratello, a portare a Roma 506 oggetti presi dai francesi allo Stato pontificio: 249 restituiti, 248 rimasti in Francia e 9 dispersi. Altre opere rimangono però prigioniere in Francia. Grazie a Metternich i cavalli di San Marco tornano a Venezia. La nascita del museo Museo nasce come collezione aperta al pubblico e come complessa struttura pedagogica e conoscitiva. È un luogo ottimale di conservazione delle opere. Qui l’opera, portata fuori dal suo contesto originario, diviene testimonianza storica, memoria, oggetto estetico. Decontestualizzata nel museo, l’opera d’arte acquista la sua totale autonomia. Con il museo rivoluzionario nasce il concetto di patrimonio della nazione. Inizialmente nei musei non potevano entrare tutti, ma solo le élites, i nobili aristocratici. Si ha nel primo 800 una vera e propria esplosione, nascono numerosi musei. Il modello francese fa scuola sia per imitazione (universalismo) che per reazione (nazionalismo). Nella Restaurazione ovunque il ritorno in patria delle opere d’arte è celebrato con enfasi, si ammanta di forti significati simbolici e politici Uno sguardo in avanti: la seconda ondata (1945) La Germania nazista, divenne occupata, e si ha l’esportazione di un numero enorme di opere. Non sono più tornate in Italia almeno 1653 pezzi: 800 dipinti, decine di sculture, razzie, tappeti, mobili, violini Sofia Salamone di 57 120 Storia contemporanea INTRODUZIONE SULLA STORIA Che cos’è la storia? È una scienza che non rientra però nel campo delle scienze esatte e la si costruisce mediante un insieme di strumenti • l’osservazione della realtà • la raccolta di dati empirici sul passato, fonti. • una specifica metodologia, che ordina i dati per comprendere lo sviluppo storico La storia è una scienza che si costruisce sui fatti del passato, è una forma di conoscenza Una “rivoluzione storiografica” Detta risoluzione perché c'è stata una rivoluzione nel modo di concepire e definire la storia. Due personaggi molto importanti sono Marc Bloch e Lucien Febvre, fondatori della rivista “gli annali di storia economica e sociale”, fortemente innovativa perché spostava e allargava i confini della storia a tutte le questioni economiche e sociali delle diverse età. Oggetto della conoscenza storica • gli uomini e le donne → non si parla di un uomo generico ma uomini e donne ben definite in un preciso contesto, la storia intende indagare come vivevano, come si comportavano nel passato, e devono essere studiati come diverse individualità connesse in uno stesso contesto sociale. • la relazione con altri uomini e donne, e del suo sviluppo nel corso del tempo. La storia riguarda tutte le componenti della società, finisce la definizione di storia legata solo a grandi eventi, personaggi grandi e delle élite. Ci sono stati numerosi dibattiti, in quanto questa nuova definizione ha un forte impianto umanistico. Fondamento umanistico: la storia è una scienza inclusiva, non esclude nulla, nessuna componente. Lo storico non valuta i fatti, lo storico spiega le dinamiche e la rilevanza sul corso degli eventi quindi cerca le connessioni e classifica i fatti. La divisione in epoche storiche: la storia viene sottoposta ad una scansione temporale, il tempo della storia non è un flusso continuo, è legato agli avvenimenti che possono essere più o meno veloci (parliamo di “accelerazione di processi”). Discepolo di Bloch fu Fernand Braudel che scrisse “tutto è storia”, e la definisce dialettica della durata: vengono abbattuti tutti i limiti della storia che si allarga ad orizzonti immensi perché l’interesse dello storico non si focalizza solo su alcuni aspetti o alcuni grandi eventi ma su tutta una serie di aspetti che fino ad allora erano stati esclusi dalla storia. Esempio: la storiografia francese ha adesso aperto la porta allo studio dei marginali, ossia di coloro che prima non venivano considerati, che venivano esclusi. Introdotto il concetto della lunga durata = arco temporale in cui sono connessi diversi eventi e in cui l’evento stesso acquisisce importanza e viene connesso e analizzato in relazione con eventi presenti e futuri. Esempio: possiamo quindi parlare della prima guerra mondiale come evento singolo ma se lo ravvisiamo in un concetto di lunga durata possiamo analizzarne le cause (passate) e gli effetti (futuri) che ha provocato. La storia deve “allearsi” con altre scienze umane • Geografia: riguarda l’evoluzione dell’ambiente, il luogo che condiziona lo sviluppo • Sociologia: riguarda le trasformazioni sociali • Antropologia e etnologia: riguardano lo studio del comportamento delle organizzazioni umane Sofia Salamone di 60 120 Fonti e datazione Noi dobbiamo concepire la storia come una navigazione e le date rappresentano la bussola e le fonti le tracce che ci permettono di entrare in una realtà che non esiste più. Queste possono essere di qualsiasi genere • un vecchio giornale • una lettera • una fotografia • fonti bibliografiche: conservate nelle biblioteche • documenti scritto “editi” o “inediti”: pubblicati o conservati presso gli archivi • Testimonianze orali: trasmissione della memoria per una funzione civica • luoghi della memoria, richiedono una metodologia della lavorazione sul documento. Innanzitutto dobbiamo contestualizzare e collocare le fonti nel contesto storico che si ricostruisce sulla base della bibliografia. La data introduce ad un ragionamento storico. Sbagliare data o invertirla può portare a contesti storici errati e completamente differenti. Se inverto le date il ragionamento storico perde fondamento e rigore logico anche perché molti eventi antecedenti sono determinanti per gli eventi successivi, la storia perderebbe dunque la sua logica. Metodi di datazione • diretta: quando la data compare sul documento • indiretta: quando la data è assente Ci sono diversi elementi che permettono di datare il documento nel tempo • l’aspetto materiali, se è usata la carta oppure la pergamena, anche il tipo di inchiostro • il tipo di scrittura, se scritta a mano o a macchina • il mittente • il destinatario La datazione indiretta è soggetta spesso ad imprecisioni, possiamo arrivarci per approssimazione Certamente le fonti documentarie vanno contestualizzate: bisogna vedere dove questo documento o traccia viene trovata Devo capire quali sono i documenti in cui questa traccia è inserita come in un • Corpus documentario • Corpus bibliografico Su queste fonti si sviluppa il dibattito storiografico, si sviluppa a partire dall’interpretazione di un evento o di un fenomeno storico. Prima guerra mondiale: alcuni l’hanno interpretata come la fine del risorgimento, alcuni come l’inizio del secolo breve, ossia il 900, secolo caratterizzato dall’evoluzione della parabola del comunismo e finisce con la caduta del muro sovietico, secolo che quindi non coincide con il 1900-1999. Molti l’hanno definita la prima guerra globale, ossia oltre i confini di due o tre stati anche se lo scenario principale è stato l’Europa, ha avuto però ripercussioni anche nei mondi extraeuropei. Gli strumenti del dibattito storiografico sono i libri e le riviste, si scrivono su di essi i risultati delle ricerche effettuate dagli storici. In questo senso il giudizio storico, teso alla comprensione, può variare a seconda delle interpretazioni, questa diversificazione, questa possibilità di variare è segno di una libertà di ricerca e interpretazioni. Non in tutti i paesi esiste anche attualmente questa libertà. Ci sono eventi che in diverse parti del mondo vengono ancora negati —> genocidio degli armeni nel 1915 durante la prima guerra mondiale che viene negato ufficialmente in Turchia. Queste libertà sono segno di forte democrazia, nei regimi totalitari e dittatoriali non esiste questa libertà di ricerca. Sofia Salamone di 61 120 La storia in rete La storia in rete - gli strumenti della ricerca bibliografica: - cataloghi OPAC SBN ww.sbn.it - cataloghi delle biblioteche - strumenti della ricerca archivistica Internet non sostituisce il cartaceo, infatti la frequentazione di biblioteche e archivi tradizionale rimane un aspetto metodologico fondamentale. La periodizzazione della storia contemporanea quando inizia la storia contemporanea? Diverse tesi: - con la conclusione della rivoluzione francese come perché c'è stato un radicale cambiamento in quanto nascono le nazioni a partire dalla Francia e si modernizza l’economia e anche il sistema dei trasporti —> comincia infatti l’industrializzazione dell’Europa e nascono quindi i grandi complessi urbani, le grandi città - Nel 1815 con il congresso di Vienna del 1815, in cui nasce un nuovo sistema di equilibri nell’Europa post napoleonica. - Nel 1848: primavera dei popoli, nuova esperienza rivoluzionaria, scontro tra vecchio e nuovo. L’obiettivo è l’uguaglianza non solo di diritto ma anche di fatto, sociale (Marx e Engels pubblicano il manifesto comunista). L’elemento sociale si affianca a quello giuridico. Altre interpretazioni vogliono identificare l’inizio dell’età contemporanea con il solo superamento dell’Ancien Régime: 1) Geoffrey Barraclough scrive Guida alla storia contemporanea (1971), mettendo in evidenza una visuale dal 1890 alla presidenza di Kennedy per evidenziare la storia contemporanea e con cui sembra avviarsi un processo di distensione della guerra fredda. • prospettiva allargata del mondo contemporaneo • lunga transizione verso l’età contemporanea dal 1890 al 1960 2) Presenta una prospettiva allargata del mondo, è una storia che include non solo l’Europa ma anche il mondo extraeuropeo Arno J. Mayer Il potere dell’ancien régime fino alla prima guerra mondiale (1981): l’Ancien régime dura fino al 1914 (persistenza degli elementi non solo politici, ma anche culturali e sociali). 3) La più nota periodizzazione dell’età contemporanea si ha con Eric Hobsbwn che scrive Il secolo breve (1994), il quale iniziò dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’unione sovietica. L’età contemporanea secondo lui nasce con la rivoluzione bolscevica (1917) e si conclude alla fine del comunismo (1989) con il crollo del muro di Berlino (vede la parabola del comunismo centrale nella storia del 900 → la scansione delle epoche storiche è interpretativa, dipende dallo storico e da come interpreta le varie date). Tempo naturale (il flusso costante ininterrotto del tempo) e il tempo storico (legato agli avvenimenti, agli eventi storici) non coincidono. Percezione del tempo e della storia Esiste un tempo naturale, ossia il continuo scorrere che viene scandito secondo una datazione cronologica. Ma il tempo storico non coincide con il tempo naturale, perché il primo è il tempo degli avvenimenti, non è il continuum. Su questo si fonda la coscienza storica, ossia la percezione che i contemporanei hanno degli eventi. Noi abbiamo coscienza storica prima di tutto quando abbiamo una conoscenza storica che ci permette di concepire gli eventi o almeno di coglierne il significato, l’andamento e gli sviluppi. Non sempre questa coscienza storica matura e si sviluppa attraverso la conoscenza storica. Gentile critica la definizione di secolo breve o lungo perché non rende giustizia all’inquietudine che si vive tra la fine di un secolo e l’inizio di un altro, ad esempio durante la belle époque in cui 111si manifestano grandi criticità: grandi speranze ma anche grandi angosce dovute alle forze incontrollabili generate dalla Sofia Salamone di 62 120 modernità, che poi avrebbero infatti portato alla prima guerra mondiale. Anche il tema di catastrofe è importante: la prima guerra mondiale è vista come lo scontro tra il vecchio mondo e il nuovo. Allo stesso modo, la pandemia ha manifestato una catastrofe: non la fine del mondo ma la fine di un mondo, perché il mondo post pandemico non è più quello di prima. GLI ELEMENTI CARATTERISTICI DELLA STORIA CONTEMPORANEA Il ruolo delle masse Caratterizza l’assetto storico contemporaneo costituendo una frattura rispetto al passato. Si definisce durante la lotta per l’uguaglianza politica durante la rivoluzione francese, epoca dei diritti dell’uomo come principio universale. Con la partecipazione delle masse i principi di uguaglianza e libertà si vogliono proporre come principi universali, tanto che i principi del 1789 si diffondono molto in Europa e paradossalmente si affermano anche negli USA, nella rivoluzione americana che avviene 10 anni prima di quella francese. Le masse hanno funzione fondamentale di legittimare i sistemi politici: nasce il concetto di consenso. Anche le dittature hanno bisogno del consenso delle masse, cosa che accade nell’Italia fascista e nella Germania nazista. Le masse determinano l’opinione pubblica, appoggiano, sostengono i regimi oppure li rovesciano, diventando protagoniste. Avvento della società di massa: implica tutta una spersonalizzazione dell’individuo e un’omologazione dei modelli di vita. Obiettivo: rendere gli individui omogenei Con la rivoluzione francese si afferma il concetto e di laicità ossia la separazione tra la sfera politica e la sfera religiosa (nei secoli precedenti si era creata un’alleanza tra trono e altare). Il voto è lo strumento per eccellenza della partecipazione delle masse alla vita politica. Il diritto di voto esteso a tutti è il risultato di una lunga battaglia attraverso i decenni attraverso varie fasi: all’inizio il diritto di voto era un suffragio maschile riservato ad un’élite. Si verifica una resistenza tra i ceti intellettuali e i ceti politici liberali, spaventati dalle masse. Le masse possono essere un pericolo per l’ordine sociale avendo capacità di sovversione, possono innescare derive in senso rivoluzionario. Le masse cambiano anche l’economia e l’assetto urbanistico delle società. Entrano nel sistema le masse marginali, come donne e bambini, che non riescono ad affermarsi in modo definito ma sempre masse sono e diventano nuovi soggetti storici. Masse di lavoratori si organizzano in slums Ricchezza e povertà Fino al 1700 la potenza di uno stato si misurava su parametri militari ma tra 700 e 800 si assiste ad un passaggio in cui le grande potenze cominciamo ad acquisire una grande rilevanza economica → l’economia diviene centrale nei rapporti tra gli Stati → gli stati più forti sono quelli più industrializzati → la prima potenza è l’Inghilterra dove nasce la rivoluzione industriale e comincia a sviluppare l’economia di mercato basata sul libero scambio. Il libero mercato crea disuguaglianza tra gli stati: gli stati più deboli allora adottano il protezionismo, cercando di difendersi alzando le barriere doganali in modo da garantirsi un primo introito. L’economia modifica anche l’ordine sociale: nascono nuove classi sociali • Proletariato • Ceti medi: non presi in considerazione da Marx ma che si rivelano essenziali per l’equilibrio degli stati, che determina il corso dell’Italia nel primo 900. e nascono anche nuovi soggetto politici come le Trade Unions, l’associazionismo operaio, che usa lo sciopero come principale strumento di lotta. Lo sviluppo di un paese viene a coincidere sempre più con il suo arricchimento: più si ha una forza economica, più si ha una stabilità, più il paese è sviluppato. Con l’industrializzazione si trasforma l’organizzazione del lavoro, nasce la produzione in serie, aumentano i salari, cresce la domanda interna individuale, c’è sempre più bisogno di manodopera specializzata. Sofia Salamone di 65 120 stato. Si ha una fase transitoria verso l’instaurazione di una società socialista, ossia la dittatura del proletariato, una volta rovesciato lo stato borghese il proletariato prende nelle mani il governo e assume il controllo dei mezzi di produzione. Parla di gestione collettività del lavoro e della società. Nello sviluppo di questa ideologia si ha l’evento scatenante della terza fase: rivoluzione russa del 1917 3. Marxismo-leninismo che si realizza con la Rivoluzione russa del 1917. Il leader i questo processo rivoluzionario è Lenin il quale aggiunge alle categorie marxiane una strategia: la rivoluzione non deve essere immediatamente popolare, ma deve essere guidata da un partito-avanguardia, che sarà il partito bolscevico. È la prima attuazione storica delle teorie marxiste. • Nazionalismo: nasce nell’800 il principio di nazionalità ossia la lotta per l’indipendenza. Idea di avere una società-stato omogenei con lingua tradizioni e culture comuni entro confini ben definiti. Principio di nazionalità spinge i popoli e i movimenti a lottare per la propria indipendenza; col tempo inizia a rivelare una carica espansiva che va a scapito degli stati più deboli. All’inizio del 900 si parla del diritto all’autodeterminazione, lo stesso Lenin ne aveva parlato. Il nazionalismo assunto come ideologia delle grandi potenze europee diventa causa di conflitto e sarà all’origine della prima guerra mondiale e ispira anche i regimi totalitari. Trasformazione della politica I modelli costituzionali che si affermano a partire dalla rivoluzione francese e si diffondono nell’Europa delle nazioni (Europa di primo 800) vedono la costituzione fondamentale per il funzionamento dello stato: - Inghilterra: aveva già un suo parlamento - Francia: insiste sulla libertà e uguaglianza politica. - Italia: statuto Albertino in vigore per 100 anni, che riconosce il parlamento a cui affianca il potere esecutivo del re - Modello tedesco: riconosce il potere centrale dell’imperatore affiancato dal cancelliere, figura più incisiva. - Modello rivoluzionario: si afferma con la rivoluzione russa e poi con il modello sovietico staliniano: partito bolscevico (non di massa ma di avanguardia) - Esperimento democratico della repubblica di Weimar: nasce sulle ceneri dell’impero asburgico, con elementi di democrazia avanzata (estesa rappresentanza dei cittadini). Esperimento che viene sopraffatto dalle conseguenze della crisi del 29 e avvento del nazismo che sopprime il pluralismo politico e afferma il partito nazionalsocialista come partito egemone, realizzando cosi lo stato totalitario. I partiti - definizione degli “obiettivi” (ideologie - strategie) - articolazione di richieste politiche: il “programma” - mobilitazione e “socializzazione” dei cittadini, finalizzate alle elezioni: “appartenenza” e “militanza” - formazione delle élite e dei governi - apparato organizzativo: iscrizione e tesseramento Il ruolo delle donne Nel 900 nascono i primi movimenti suffragisti e femministi che richiedono pari diritti civili e politici (libertà, cittadinanza, voto, istruzione, partita salariale, lavoro). Paradossalmente le sostituiscono nei luoghi di lavoro i mariti al fronte o intervengono in prima linea come soccorritrici. Con la seconda guerra mondiale le donne entrano in modo più determinante nella politica, nella Resistenza: molte entrano come combattenti o ricoprono ruoli apparentemente secondarie (staffette: avevano il compito di garantire i collegamenti tra le varie brigate). Nel 48 finalmente le donne sono chiamate a votare ed entrano anche a far parte dell’assemblea costituente. La questione femminile riemerge poi negli anni 60 e 70: movimento del 68. In quegli anni nasce un filone storiografico che riguarda la storia delle donne, quella della donna diventa una questione culturale. Tilde Iotti e Tina Anselmi emergono come protagoniste. Tilde Iotti si laurea in Cattolica e diventa nota per essere la compagna di Togliatti (segretario del partito comunista), è la prima donna ad essere presidente della Sofia Salamone di 66 120 Camera, e a ricevere un incarico di governo dal presidente Sandro Pertini. Tina Anselmi si laurea in università cattolica, entra nella Resistenza a 17 ed esercita il ruolo della staffetta, portando in bicicletta messaggi tra vari gruppi partigiani. Le donne erano gli elementi meno sospettabili. Nel 44 aderisce alla DC, partito fondato nel 43 da De Gasperi su ispirazione del partito di Don Sturzo sciolto all’inizio del fascismo. Pur avendo la stessa istruzione, le due aderiscono a due visioni politiche diverse. Tina Anselmi è la prima ministra donna, designata ministra del lavoro e poi ministra della sanità (è colei che elabora il Servizio Sanitario Nazionale). Il ruolo dei mass media • Telegrafo e telefono cambiano il modo di comunicare e di informare • La stampa provoca un innalzamento dell’istruzione in Europa e la nascita dell’industria dell’editoria • La radio (G. Marconi, 1895): mezzo popolare dopo la prima guerra mondiale (usato prima solo in ambito militare) e strumento di propaganda politica . Attraverso la tv arriva il mondo in casa, si ha una prima forma di globalizzazione. • Televisione (1947-54): grande rivoluzione culturale e antropologica, perché diviene strumento di alfabetizzazione (funzione sociale) RELIGIONI E SECOLARIZZAZIONE Secolarizzazione: deriva dal latino saeculum = vita mondana dei pagani. Si è imposta come categoria storiografica dalla rivoluzione francese. Si tratta di quella che viene ridefinita estromissione del sacro: con l’avvento dell’età contemporanea la dimensione del sacro inizia ad uscire dalla cultura corrente. Andrea Riccardi parla del 900 come il “secolo più secolarizzato della storia”, mentre Émile Poulat parla di “un mondo uscito da Dio”. La religione viene ritenuta come un accessorio, inizia un nuovo rapporto tra religione e politica. Se il medioevo era pervaso dai principi cristiani, anche in politica, nell’età contemporanea si porta a compimento il processo già iniziato in età moderna della separazione tra chiesa e potere politico. Le ideologie nell’età contemporanea si presentano come laiche: • Nazionalismi (nazismo, fascismo) • Regimi comunisti dell’est fondati sull’ateismo di stato • Nasce la società dei consumi → la società del benessere dell’occidente mette da parte la religione Laicità: separazione tra sfera politica e religiosa che si afferma con la Rivoluzione francese e che da la nascita ad un concetto di libertà, è una condizioni, non un’ideologia. Laicismo: imposizione della laicità, ossia rifiuto di interferenze religiose o confessionali nelle istituzioni dello stato e nella vita civile. C’è una crisi dello stato confessionale → guardiamo il caso dell’Italia: Articolo 7: lo Stato italiano è laico, non laicista. Si passa da Stato confessionale, che imponeva una religione privilegiata, a uno Stato laico che accetta libertà religiosa ma non è laicista. La laicità consente la vita delle comunità religiose, ammette questa libertà. Nello stato confessionale la religione di stato cattolica era privilegiata rispetto ad altre Verso la fine del 1900 si teme una scomparse della religione, ma con l’inizio del terzo millennio di parla di un risveglio del sacro. Religioni monoteistiche Sofia Salamone di 67 120 1) Ebraismo Dal 70 dc quando i romani distrussero i templi di Gerusalemme (oggi è rimasto solo il muro del pianto), l’ebraismo conobbe la stagione della diaspora. L’ebraismo conosce • tolleranza e integrazione soprattutto nell’Europa occidentale, • discriminazione in Europa orientale, es. in Russia dove a fine 800 di verificano i pogrom, massacri della popolazione incentivati dallo stato zarista: gli ebrei non vengono accettati ed emigrano verso gli Stati Uniti. Cresce accanto al fenomeno integrazione anche un antisemitismo che comincia a radicarsi. Antisemitismo in Francia affare DREYFUS 1894, generale che viene accusato di spionaggio nei confronti della Germania, sostiene un processo e in questo si afferma una campagna antisemita in quanto lui era ebreo. La motivazione antisemita sovrasta quella propriamente giuridica. Antisemitismo inizia a radicarsi in Europa occidentale e in Germania, dove il seminiamo si afferma in particolare con il nazismo nel 900 è ancora nell’800 abbastanza scarso. Theodor Hertzl (1860-1904) fonda il movimento sionista, dal nome di monte Sion, collina di Gerusalemme, ha come obiettivo rifondare una patria ebraica che mira ad un ritornare in Palestina. Il sionismo diventa il nazionalismo ebraico ed è paradossale che con la seconda guerra mondiale, quando questi sono sottoposti ad un grande sterminio detto Olocausto, questa persecuzione legittima il nazionalismo ebraico, offre una motivazione in più alla creazione dello stato ebraico, nasce infatti nel 1948 lo Stato d’Israele, dal 1948 in poi si verifica una politicizzazione dell’identità ebraica. 2) Islam Non deve essere visto come un gruppo monolitico Tra 800 e 900 inizia una rinascita islamica, alcuni gruppi vogliono tornare ai caratteri originali dell’islam e si fa spazio il rifiuto della laicizzazione dello stato elaborata in Europa, non concepisce una distinzione tra politica e religione, infatti negli stati islamici molto spesso il capo politico è anche capo religioso. L’islam è un mondo diversificato • mondo arabo che incluse al suo interno correnti come i sunniti, sciti, wahabiti • Africa e Asia attraverso confraternite 1. sunniti: rappresentano la maggioranza dei credenti, prendono atti e insegnamenti del profeta Muhammad 2. sciiti nati da una scissone politica, si radunarono attorno alla famiglia del profeta, la figura più rilevante è l’Iman, ossia il capo della comunità musulmana 3. sufismo: islam mistico, molti di loro vivono in confraternite (analoghe alle nostre comunità monastiche) e hanno come orientamento quello di una conoscenza diretta di Dio. Si diffonde molto in africa. 4. wahabismo: movimento riformatore nato nel 700 che sostiene un ritorno alla purezza originaria + un regime fondato sulla sharia, la legge islamica 5. Fratelli musulmani : fondata in Egitto ancora attivi Durante il movimento della decolonizzazione gli islamici iniziano a promuovere un movimento afro- americano per i diritti civili. Malcom X, uno dei grandi leader islamici afro-americani Il fondamentalismo È un fenomeno trasversale alla storia di tutte le religioni. È un termine molo ambiguo perché non vuol dire tradizionalismo, ossia ritorno alle tradizioni bensì integralismo, cioè applicazione senza mediazione dei principi religiosi alla società. Nell’età contemporanea c'è un importante episodio, la Rivoluzione Iraniana del 1979, una rivoluzione scoppia in Iran, paese a maggioranza sciita, durante la quale un leader religioso comincia a mettersi a capo di un movimento di rivolta contro il regime dello zar di Persia. In un’età in cui si era affermata la laicizzazione degli stati, viene a formarsi un regime anacronistico, come in un ritorno al medioevo, un regime teocratico. Trionfano gli sciiti e viene imposta la sharia. Ricompare l’ambiguità del termine jihad, che non è una guerra santa ma che vuol dire sforzo sul cammino di Sofia Salamone di 70 120 Russia ortodossa e Prussia protestante, perché basata sulle tre confessioni principali del cristianesimo). Si ispira al principio di intervento, che obbligava gli stati membri a intervenire in caso di rivoluzioni o destabilizzazioni dell'ordine 2. idea inglese del balance of power, mantenere un ordine, lo status quo ma con riunioni di vertice (diplomacy by conference): conferenze finalizzate a costruire nuove relazioni fra gli stati europei Le crisi del “concerto europeo” • 1821 → caso spagnolo: rivolta delle colonie latino-americane, la Spagna perde le due colonie (prima forma di decolonizzazione + ribellione al concerto europeo) • 1829-30 → indipendenza della Grecia, stato che si forma di base nazionale per a prima volta staccandosi dall’impero ottomano e nasce la questione d’Oriente, riguarda lo stretto dei Dardanelli che mette in comunicazione il mar nero e il mar mediterraneo, punto di tensione tra Russia (che non aveva sblocchi sul mare) e Impero ottomano. Partecipano anche dei volontari a sostegno dei patriotti greci. • 1830-31 → le rivoluzioni nazionali in Francia, Belgio e Polonia e si persegue il principio di nazionalità, l’obiettivo di indipendenza nazionale anima le lotte dei patrioti • 1853-56 → la questione d’oriente e la guerra di Crimea, nasce da una disputa tra Francia e Russia per il possesso dei luoghi santi nell’impero ottomano, il quale possedeva diversi territori della terra santa come la Palestina. Si forma alleanza tra Francia, Inghilterra, Impero ottomano, Austria e Regno di Sardegna contro la Russia. La guerra si conclude con la sconfitta della Russia e con il congresso di Parigi • Processo risorgimentale in Italia animato da un principio di nazionalità che porta all’unificazione dell’Italia nel 1861, processo analogo per Germania che arriva all’unità nel 1870 e alla formazione dell’impero di Bismarck. L’indipendenza Germania è un fatto importante perché l’idea di Bismarck era quella di creare in Europa un sistema di alleanze che aveva come elemento principale la Germania. La Germania bismarckiana diviene una grande potenza nel cuore dell’Europa. • Si consolida lo stato nazionale che si regge sul consenso dell’opinione pubblica e sulla legittimazione che proviene da questo consenso. Il nazionalismo diventa ideologia di massa → nazionalizzazione delle masse • 1880 età dell’imperialismo: l’opinione pubblica partecipa alla nuova gara coloniale, età dell’espansionismo coloniale. Le nazioni europee vivono una fase di proiezione esterna, sviluppano una carica espansiva che viene proiettata all’estero dell’Europa. Il sistema delle relazioni internazionali muta irreversibilmente, crolla l’idea del concerto e si passa progressivamente ad una dimensione conflittuale dovuta all’espansione, che si realizza principalmente all’esterno dell’Europa. La politica internazionale assume sempre di più dimensioni globali: • la Germania post-bismarckiana persegue l’idea di una weltpolitik, un politica mondiale proiettata su orizzonti globali • espansionismo coloniale dell’Europa che si proietta in Asia e Africa • ascesa due due grandi potenze: Stati Uniti e Giappone (si ispira al modello occidentale ma lo rielabora secondo i principi tradizionali giapponesi) C'è una crisi della centralità europea (rivolte anti-europee che in verificano in Persia, Messico, Cina e Turchia), per poi arrivare alla grande guerra, primo evento globale perché, seppur viene combattuta principalmente in Europa, ha dei risvolti extraeuropei sui possedimenti coloniali. Prima guerra mondiale Con la prima guerra mondale crollano due grandi imperi, quello Ottomano e quello Asburgico, il primo viene smembrato. I possedimenti medio-orientali vengono assegnati alla Francia e al’Inghilterra e viene anche investito dalla rivoluzione dei giovani turchi, con la formazione della Turchia moderna dall’impero. Questione adriatica → Italia ottiene Trento e Trieste, motivo per cui aveva partecipato alla guerra, voleva ottenere le terre irredenti, anche se non ottiene Fiume e Dalmazia e su questo fa leva il nazionalismo e il Sofia Salamone di 71 120 fascismo che emerge con la vittoria mutilata, idea di un trattamento ingiusto a conclusione della prima guerra mondiale per l’Italia. Il Giappone si presenta come la potenza egemone dell’Asia, potenza in espansione, con un processo di modernizzazione che lo porta ad un livello economico molto avanzato, riesce ad elaborare una sintesi tra modernizzazione occidentale e cultura nipponica, questo lo rende particolarmente forte. Si ha la rivoluzione Meji che porta un’élite al potere e a far diventare il Giappone la potenza egemone in Asia. I problemi nazionali assumo dimensioni sempre più internazionali, questi nodi divengono irrisolti, in questo scenario di forte interdipendenza. l’Europa che esce dalla prima guerra mondiale non trova un ordine, non è stabile ma manifesta tensioni irrisolte che saranno poi alla base della seconda guerra mondiale poiché lascia spazio all’avvento dei totalitarismi. L’Europa verso la catastrofe • Crisi del 1929: prima crisi economica di carattere globale • In Asia il Giappone conquista la Manciuria (1931), ci sono tensioni in Asia • A metà degli anni trenta si verifica in Africa la guerra d’Etiopia • .La guerra di Spagna (1936-1939), guerra civile tra le truppe del generale Franco e i fronti democratici di sinistra che avevano vinto le elezioni di Spagna. Guerra che immediatamente si internazionalizza. • Anschluss dell’Austria (1938) Hitler si annette all’Austria a poi occupa la Cecoslovacchia (marzo 1939), manifestando l’intento di Hitler di espandersi verso oriente, con nazionalismo radicale e assoggettamento degli stati. La seconda guerra mondiale Ha dimensioni ancor più globali della prima, in cui lo scenario principale era l’Europa, e investe un po’ tutti i continenti tranne le Americhe che rimangono abbastanza al di fuori, ma subiscono solo un attacco giapponese a Pearl Harbor. È una guerra che coinvolge le popolazioni civili, che già erano state coinvolte nella prima ma ancor più nelle seconde. Schieramenti ideologici: Guerra che si conclude con la vittoria degli schieramenti alleati ed entriamo in una seconda fase del dopoguerra. Era stato sconfitto il comune nemico nazi-fascista e la volontà di sconfiggerlo aveva favorito l’alleanza di potenze che avevano tra loro anche modelli ideologici, politici ed economici molto differenti. Sconfitto il nemico queste potenze riacquistano la propria identità che avevano accantonato temporaneamente e inizia un nuovo scontro: la guerra fredda, che vede un mondo bipolare spartito fra URSS e USA e un equilibrio del terrore. La guerra fredda Dal 1946, si origina un ordine bipolare che arriva fino al 1953 con la morte di Stalin e Truman. L’idea della guerra fredda è quella delle sfere d’influenza. Piano Marshall: aiuta nella ricostruzione dell’Europa, aiuti americani Attraverso il canale economico si instaura una dipendenza dell’Europa occidentale dagli Stati Uniti, è un’alleanza che si coagula attorno alla guida americana. La guerra fredda si impatta con un altro processo, quello della decolonizzazione a metà degli anni 50 a partire dalla conferenza di Bandung • 1989: crollo del muro di Berlino e dissoluzione dell’Unione Sovietica finisce la guerra fredda. La guerra fredda lascia i suoi strascichi. Dopo il 1989 finisce il quadro bipolare e si passa ad un mondo multipolare ma anche ad un disordine globale che caratterizza gli anni 90. Con la caduta del polo sovietico si pensava ad un nuovo assetto libero dalle tensioni della guerra fredda, eppure col passare del tempo, con conflitti localizzati e non più tensioni globali (guerra in Bosnia, Serbia, guerra dei Balcani) • 11 settembre 2001: attentati alle torri gemelle che portano all’evidenza questo disordine. Esplode inaspettatamente una guerra asimmetrica, ossia una guerra contro un nemico senza volto, con armi non Sofia Salamone di 72 120 convenzionali. La reazione americana è bellicista: occorre trovare il nemico, che immediatamente è ignoto, utilizza armi non convenzionali (per questo guerra asimmetrica) Guerra globale, la questione siriana. Emerge la questione islamica e del fondamentalismo islamico, Al Quaeda Con il crollo del muro di Berlino era stato un vento inaspettato gli Stati Uniti si trovano all’improvviso senza il loro nemico abituale, l’URSS e perseguono l’idea dell’iperpotenza degli USA. Dopo gli attentati dell’11 settembre c'è una reazione bellicista, la ricerca del nemico, si accaniscono, anche attraverso diverse guerre • guerra in Afghanistan nel 2002 • guerra in Iraq nel 2003 con crollo del regime di Saddam Hussein • guerra in Siria che ha portato migliaia di morti e di profughi. La questione dei profughi è un esempio di questione che esce dai confini nazionali. Hanno prevalso in tali paesi europei politiche di chiusura, dimostrando un rifiuto della globalizzazione, ossia di un fenomeno globale. Le posizioni di chiusura sono un’illusione di fermare un fenomeno irreversibile. Sono guerre che portano ad instabilità. Si ha quindi uno spostamento dell’asse economico dall’Occidente all’Asia: la Cina e l’India sono paesi che si stanno proiettando sul mercato internazionale (sintesi fra capitalismo e socialismo), soprattutto la prima perché è un paese che non ha mai rinunciato al modello comunista → non c'è stata una rottura come in Russia, non ha mai rinnegato questa ideologia, eppure si è lanciato sul mercato trasformando in profondità il sistema collettivista che originariamente era un sistema chiuso al mercato capitalista. La Cina è in forte fase di espansione e parallelamente l’India come stato emergente dell’Asia. Papa Francesco ha parlato di una terza guerra mondiale a pezzi, non si parla più di una guerra mondiale intese come quelle 900 esce ma di una guerra che si attua attraverso conflitti coalizzati. GLOBALIZZAZIONE Elemento scambio, qualcosa che travalica i confini nazionali ed è un modello che si sta radicando anche in parti molto diverse del mondo. Assistiamo a un duplice scambio, scambio tra prodotti che arrivano in tutto il mondo ma anche scambio di un modello. È un’estensione dei processi dal locale al globale. Fondamentali sono l’ampiezza delle dimensioni e la velocità dei fenomeni. La rete è una svolta: è un sistema non gerarchico e interattivo ma è anche contraddittorio. Da un lato mette in contatto in tempo reale spazi lontani dall’altro chi la utilizza è isolato. Interdipendenza e interconnessione: (shock petrolifero del 73). Un esempio è il mercato di Ikea, che travalica i confini. Questo modello si è diffuso in innumerevoli parti del mondo tra di loro diversissime. Ikea rappresenta una realtà di interscambio e interconnessione perché in Ikea troviamo il mondo eppure il modello Ikea lo troviamo nel mondo, in molte sue aree. La globalizzazione crea con l’interscambio un modello che si ripropone e alle volte si impone. Gli aspetti culturali della globalizzazione sono importanti quanto l’economia: mondi culturali e strategie economiche entrano in contatto e si erano fenomeni di contaminazioni culturali e le culture si rimodellano nel contatto fra elementi diversi. Tempo e spazio sono elementi essenziali perché la globalizzazione ha indotto profonde trasformazioni nella concezione del tempo e dello spazio. Nei processi di globalizzazione tempo e spazio subiscono profonde trasformazioni. La globalizzazione ha introdotto la simultaneità/sincronicità ossia il tempo reale ci permette di metterci in contatto con il lontano. Si ha una ricaduta anche sulla percezione del tempo, perché internet dà modo di percepire un presente molto dilatato in quanto permette di superare le distanze spaziali, questo ha ripercussioni anche sulla conoscenza del passato, che viene percepito come compresso mentre il presente molto dilatato. La trasmissione della memoria storica ha subito condizionamenti forti con l’uso della rete. C’è una perdita della percezione storica. La globalizzazione porta poi alla tendenza all’uniformità, che tenta di estendere soprattutto il modello occidentale, ma che ha provocato anche forti reazioni. Le problematiche connesse alla globalizzazione: Sofia Salamone di 75 120 Il triangolo industriale in Italia aumenta la sperequazione con il sud: le città del nord cambiano il proprio volto, si diffondono i grandi mezzi di telecomunicazione (il telefono diventa uno strumento pubblico), e la questione meridionale rimane un nodo irrisolto per molti decenni, in quanto i meccanismi del mercato si ripercuotono anche all’interno della nazione. Il sud è prevalentemente agricolo e nell’Italia post-unitaria si diffonde il fenomeno del brigantaggio: il sud non accetta la tassazione e la leva militare obbligatoria ponendo in essere una protesta indipendente e non organizzata Urbanesimo: fenomeno di esodo dalle campagne ai centri abitati. Si formano i quartieri operai (slums), dei lavoratori della fabbrica quindi cambia l’assetto urbano in base alla stratificazione sociale. Pertanto nasce un assetto urbano diseguale tra centro e periferia. Gli slums nascono nelle periferie. A fine Ottocento si verifica la cd Grande Depressione: crisi di sovrapproduzione, ossia i prodotti non riescono ad essere assorbiti dal mercato, e questo fenomeno crea un disagio perché innanzitutto fa crollare i prezzi agricoli, crea disoccupazione. Gli stati innalzano i dazi doganali, impongono tasse per garantire una quota e far fronte alla crisi (protezionismo). Comincia in questa fase l’intervento statale nell’economia, in soccorso dei cittadini (che si avrà nel 29 con la crisi degli USA). Si passa da una pluralità di imprese alla concentrazione in gruppi industriali, i cartelli: le imprese indebolite sentono l’esigenza di aggregarsi per creare stabilità industriale. Le conseguenze di questa rivoluzione industriale sono anche i grandi flussi migratori. Almeno in ambito europeo comincia a crescere la percezione di esser parte di un destino comune, alimentato dalla diffusione della carta stampata: aumentano la diffusione di quotidiani, il che dimostrava che le opinioni pubbliche sono stabilizzate e riescono a leggere la carta stampata. L’opinione pubblica si diffonde sia nella società nazionale sia internazionale, quindi a fine 800 sia ha la percezione di una realtà interconnessa. L’episodio del Titanic rappresenta la percezione di una simultaneità globale degli eventi, infatti viene seguita in tutto il mondo in diretta tramite il telegrafo. Il turismo diventa un settore economico vero e proprio cosi come i moti di esplorazione del globo. Si diffondono anche orologi che danno una percezione concreta del tempo. A metà Ottocento nascono le esposizioni universali: rappresentano sul mondo tramite prodotti di tutte le culture. Si sviluppano nuove solidarietà nazionali. È la stagione in cui la chiesa vive un forte rilancio delle missioni extraeuropee, in cui la chiesa cattolica inizia ad acquisire dimensione planetaria con la sua ingente diffusione. Queste solidarietà transnazionale entrano anche in conflittualità. Tra fine 800 inizio 900 nascono i movimenti di massa, nuove solidarietà transnazionali • Internazionalismo socialista: si caratterizza per la sua diffusione internazionale → 1864 creazione prima internazionale socialista • Internazionale cattolica: la chiesa sul finire dell’800 comincia ad affrontare le tematiche sociali indotte dall’industrializzazione, comincia un impegno dei movimenti cattolici a favore dei lavoratori ma anche un’espansione di tipo missionaria a livello extraeuropeo, valicano i confini nazionali. L’economia-mondo La grande espansione economica spinge le potenze europee a spingersi all’esterno. La forza lavoro (manodopera), i capitali e le merci si condizionano e si influenzano a vicenda. Londra ➔ reti commerciali si sviluppano in una dimensione globale Connessione sistemica ➔ iniziativa concordata tra Stati (gold standard) L’espansione coloniale e l’emigrazione A cavallo fra i due secoli si verifica un grande fenomeno migratorio verso il continente americano e verso l’Oceania, dopo l’apertura del canale di Suez che favorisce gli spostamenti verso quel continente. Il primo possedimento coloniale italiano è l’Eritrea che nasce formalmente nel 1890. Sofia Salamone di 76 120 IMPERIALISMO E COLONIALISMO EUROPEO EVENTO “GLOBALE” 1870-1914 Imperialismo = esprime una carica espansiva dell’Europa all’esterno Colonialismo = fenomeno specifico di questa proiezione con la creazione di veri e propri sistemi di governo Sono due dei primi eventi globali, che insistono fino alla vigilia della prima guerra mondiale È un periodo in cui l’Europa conosce una forte dilatazione dei propri interessi al di fuori di quelli europei e si inizia a parlare di Sistema Mondo. Si passa da un eurocentrismo, affermato nell'età moderna, fino ad una estroversione delle potenze europee in Asia africa e America latina. Non è un caso che questo moto di dilatazione degli interessi europei parta dall’Inghilterra, infatti questa era stata la patria della rivoluzione industriale, fu la potenza che si era maggiormente distinta, e il suo carattere insulare ne aveva favorito uno sviluppo. Quadro del colonialismo ottocentesco • L’India britannica, che diviene possedimento britannico nel 1858 ma il controllo inglese dell’India era già iniziato nella seconda metà del Settecento quando sulla spinta della rivoluzione industriale l’Inghilterra si era proiettata verso Oriente. Che sistema viene adottato dall’Inghilterra? l’Inghilterra governa l’India secondo un sistema denominato indirect rule (governo indiretto), sistema di governo che poggia sulle autorità locali che devono fare riferimento ad un governatore britannico. • Conquista francese dell’Algeria (1830-1870): assimilation e governo diretto Nella prima metà dell’800 comincia una conquista francese —> Algeria Anche la Francia sula spinta della rivoluzione francese e del governo napoleonico inizia la conquista e si concentra sull’Algeria, provincia dell’impero ottomano ormai in decadenza. Conquista che dura molti decenni e si conclude nel 1870 ma nel frattempo l’impero coloniale francese deve scontrarsi con una forte resistenza locale, il movimento algerino. Come governa la Francia? si basa sull’assimilation = assimilazione, l’Algeria era infatti considerata parte del territorio nazionale, più che un possedimento esterno quasi un’appendice della Francia stessa, si ha quindi un sistema di governo diretto. Sono due sistemi molto diversi che perseguono due prospettive anche diverse, • Inghilterra con possibilità di governare a distanza con strutture e istituzioni locali • Francia attraverso amministratori Sul piano storico e pragmatico questi due sistemi sono molto meno distanti, ci sono elementi che vengono ripresi da uno e dall’altro Canale di Suez (1869) Costruito da un ingegnere italiano, Luigi Negrelli Si tratta di un evento fondamentale nella storia dei traffici e nell’espansione dell’Europa oltre i confini continentali. Mette in comunicazione il mediterraneo con il mar rosso, con l’oriente e permette di evitare la circumnavigazione dell’Africa. L’apertura del canale aumenta in maniera esponenziale l’intensità dei traffici. Il caso emblematico: Africa L’africa nel 1884 → i possedimenti europei sono molto limitati Intorno al 1884 l’Africa è ancora un continente in gran parte risparmiato da mire espansionistiche delle potenze coloniali europee. Solo la Francia, la Gran Bretagna e il Portogallo - accanto all’impero ottomano - si sono espanse notevolmente. Nel 1876 il re Leopoldo II del Belgio ottiene il controllo territoriale sul Congo. Si tratta di un’area molto estesa nel cuore dell’Africa. Il caso dal Congo-belga suscita forti critiche e reazioni da parte delle potenze europee, anche per l’ambiguità della formula con cui questa sovranità è stata ottenuta. Si tiene quindi una conferenza, la conferenza di Berlino (1884-1885) • legalizza la sovranità belga sul territorio congolese • autorizza il diritto all’espansione delle altre potenze Sofia Salamone di 77 120 • inizia con questa conferenza lo scramble for africa “lotta per la conquista dell’africa” Espansione europea dopo il 1885 Ormai l’Europa è proiettata oltre i confini continentali • Parte del nord America sotto il controllo inglese, India lo stesso fino all’Oceania • Parte francese che occupa gran parte dell’Africa • Ci sono anche colonie portoghesi che controllano Africa, Angola, Mozambico • Colonie spagnole con possedimenti sulla costa nord occidentale dell’Africa L’Africa diventa oggetto delle mire europee, tema ampiamente diffuso anche a livello di propaganda, perché il colonialismo non poteva essere gestito solo dai governi ma serviva anche il consenso dell’opinione pubblica. In numerose immagini ampiamente diffuse l’Africa viene rappresentata come una donna particolarmente attraente per le mire europee. L’africa risulta totalmente colonizza nel 1914 dalle potenze europee I più estesi possedimenti sono quelli inglesi e francesi, soprattutto Francia nord africa e centro occidentale. Espansione inglese → verticale Espansione francese → orizzontale I due possedimenti si limitano però reciprocamente. Anche l’Italia partecipa alla conquista partendo dall’Eritrea, sulle coste del mar rosso, Libia e Somalia Come reagiscono gli africani? Con quella che viene definita resistenza primaria, resistenza organizzata dalle popolazioni autoctoni con mezzi molto inferiori a quelli europee, quindi destinati ad essere inevitabilmente sconfitti. L'impero etiopico continua a difendere la sua indipendenza: qui è presente l’unica forma di cristianesimo completamente africana. L'altro stato libero rimaneva la Liberia, un piccolo stato sulla costa occidentale sorto sotto gli auspici americani nel 1847 per la raccolta degli schiavi che avveniva una volta esaurita la tratta. Nell’Africa tedesca del sud-ovest in Namibia ci sono all’inizio del 900 dei tentativi di rivolte armate che vengono represse dall’azione tedesca, che provoca in Namibia 75.000 vittime (le Nazioni Unite lo hanno definito il primo genocidio del XX secolo). Sud Africa: All’inizio del 900 c'è un episodio molto emblematico, la guerra anglo-boera (1901-1903) che si svolge in sud africa, guerra tra inglesi e boeri che erano i discendenti olandesi che si erano trasferiti in sud africa. Guerra che non si combatte in Europa, non si tratta di una guerra coloniale ma di un conflitto di due componenti europee per il controllo del territorio. Questa guerra si conclude con la vittoria formale degli inglesi che concedono ai boeri l’amministrazione del territorio. Pur sotto il controllo inglese il territorio rimane nelle mani della minoranza bianca boera.Nasce l’Unione Sudafricana I caratteri dell’ideologia coloniale Le potenze europee devono fronteggiare l’opinione pubblica: l’espansione necessita di costi e di risorse economiche da investire nelle imprese (rischiose). La propaganda fa leva su: • superiorità della civiltà europea, si considera un modello di modernità da esportare • la missione civilizzatrice: si diffonde l’idea che l’Europa debba portare il proprio modello di civiltà a popolazioni barbare e arretrate. • culto del progresso tipico della belle époque e conseguente euforia collettiva Rudyard Kipling scrisse the white man’s burden nel 1899 (il fardello dell’uomo bianco), in cui lui legittima l’espansione europea secondo questo mito della civilizzazione. I simboli della colonizzazione si esprimono dalla uniformi, dai colori in esse utilizzate, le divise più scure si adattavano a possedimenti dove l’ambiente che prevaleva era la foresta, se erano color sabbia si Sofia Salamone di 80 120 Gli ascari eritrei In Italia si formano dei reparti specifici per gli africani nell’esercito italiano, chiamati ascari e noti per la loro abilità. Confinante con l’eritrea italiana c'è l’impero d’Etiopia, è uno stato molto caratteristico, strutturato con delle sue istituzioni politiche, una corte imperiale e delle sue amministrazioni. Aveva ottenuto da secoli l’indipendenza, c'era sta solo nel 500 un’invasione che era riuscita a respingere. Imperatore Menelik II (1885-1913): avvia un processo di modernizzazione dello stato e di espansione dei confini etiopici, molte popolazioni vengono inglobate nei confini imperiali. L’impero ha una forte connotazione confessionale, è l’unico paese dell’Africa cristianizzato ma non per mano degli europei: il cristianesimo è giunto in Etiopia fin dal IV sec. d.C. La tradizione ha assegnato alla dinastia imperiale questa connotazione tradizionale, tutti gli imperatori d'Etiopia sono cristiani e sono legittimati dalla stessa chiesa cristiana etiopica. Il cristianesimo etiopico nel corso dei secoli si separa dal cristianesimo della chiesa di Roma, e la chiesa etiopica viene inclusa nelle chiese del mondo ortodosso. La disfatta di Adua (1896) Francesco Crispi tenta una nuova espansione coloniale ai danni dell’Etiopia e subisce ad Adua una clamorosa disfatta. Come si mobilitano gli eserciti da entrambe le parti? In Etiopia non esiste un esercito imperiale, esiste una guardia imperiale e poi gli eserciti al comando dei signori locali, governatori delle province che in caso di necessità si uniscono e formano un esercito unitario. La chiamata alle armi avviene tramite un enorme tamburo chiamato ras. Il generale Oreste Baratieri, ex garibaldino, viene sconfitto ad Adua nel 1896. Per la disfatta viene processato e assolto. Gli italiani avevano combattuto come nelle battaglie risorgimentali e si illudono si poter riproporre in Africa le medesime azioni compiute in precedenza, di trovano però di fronte ad un ambiente totalmente differente. L’Italia subisce questa disfatta in maniera clamorosa, gli stessi ascari ed eritrei che facevo parte dell’esercito italiano vengono sterminati poiché considerati di traditori. La sconfitta determina la caduta del governo di Crispi. Adua suscita molte memorie, esistono numerosi arazzi anche nelle chiesa. La città ha una ricaduta e un eco molto forte nello stesso continente africano: l’esercito africano sconfigge per la prima volta un esercito europeo. Smonta quasi il mito dell’invincibilità dell’uomo bianco. Seconda fase (1911-1912) - Libia L’Italia era governata da Giolitti a inizio 900. Dopo Adua l’interesse coloniale subisce una forte caduta, a causa del disastro con cui si era conclusa la battaglia. I nazionalisti esercitano le loro pressioni, il partito nazionalista rivendica sul piano nazionale un ruolo di prestigio per l’Italia. Appoggiano con passione la ripresa della conquista coloniale. Questa occasione di espansionismo è offerta dalla Libia, provincia dell’impero Ottomano, allora in decadenza, che aveva difficoltà nel controllo dei territori al di fuori della Turchia. Giolitti, che perseguiva una politica di mediazione tra i diversi gruppi, nazionalisti, socialisti e liberali, cede alle pressione dei nazionalisti e approva l’avvio di questa espansione in Libia. La guerra di Libia è una guerra propagandata attraverso cartine, foto, manifesti, e viene presentata come una sorta di crociata, in quanto la Libia era in prevalenza musulmana. Il mondo cattolico approva questa crociate e le campane della chiesa cattolica suonano quando viene proclamata la vittoria italiana. → l’elemento religioso è strumentale per quest’espansionismo È una guerra molto più dura di come si pensasse, si combatte nel deserto e devono ricorrere ad una nuova difese, la trincea. In un contesto privo di difese naturali che quindi necessitava di queste difese artificiali, diventa una forma di combattimento a distanza. Viene richiesto anche l’aiuto degli ascari eritrei che vengono mandati in Libia. La guerra si rivela spietata perché gli italiani non esitano ad utilizzare una strategia repressiva dura nei confronti di coloro che si opponevano. Alcuni capi libici scelgono di sottomettersi agli italiani. Sofia Salamone di 81 120 Anche per l’Italia si assiste a questo preciso duplice di incontro-scontro coloniale. Processo decisivo nella colonizzazione. La grande emigrazione italiana (1876-1914) Flussi migratori degli italiani nel mondo extraeuropeo. Emigrazione si interseca con l’espansione coloniale e si comincia a parlare di colonizzazione non solo in Africa, dove vi erano possedimenti ma anche in sud America, Argentina dove gli italiani giungono numerosi. Gli Stati Uniti rappresentano la meta principale per gli italiani. L’emigrazione si espande poi ad altri altri paesi europei che seguono lo sviluppo economico (Inghilterra, Francia). L’emigrazione italiana si scontra con alcune contraddizioni • il mito americano della libertà • estrema povertà non solo di provenienza ma anche una fatica di inserirsi nel contesto locale, si formano dei veri propri quartieri come il Little Italy a New York • lingua • alloggi • lavoro Gli italiani si scontrano anche con un fenomeno di criminalizzazione, viene loro imposto il giuramento di fedeltà agli Stati Uniti nel momento dell’ingresso. C'è il sospetto di contagio da parte degli italiani verso gli americani di malattie infettive, le stesse donne italiane vivono in condizioni di estrema difficoltà, occupano i settori del lavoro più umilianti. Nasce un legame di criminalità organizzata Mons. Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, si impegna per un’azione di supporto verso gli emigrati italiani. Chiede anche l’attenzione della chiesa cattolica verso di loro. Si impegna nell’assistenza agli emigrati italiani. Nell’enciclica Rerum novarum trova spazio la questione dell’emigrazione italiana. PRIMA GUERRA MONDIALE Casus belli: assassinio a Sarajevo dell’arcivescovo Ferdinando (28 giugno 1914), erede al trono asburgico, attentato messo Inn a sto da un nazionalista serbo. Da qui scatta il meccanismo delle reazioni perché un mese dopo l’Austria dichiara guerra alla Serbia (28 luglio 1914), e di conseguenza anche il meccanismo delle alleanze, in particolare modo della Russia, da sempre protettrice della Serbia per la confessione religiosa comune. Le cause de la guerra • Tensioni irrisolte, sopite nel clima euforico della belle époque • Contrasto anglo-tedesco politico e commerciale • Contrasto franco-tedesco (dopo la sconfitta subita nel 1870 ad opera dei tedeschi) → su questa disfatta in francia si era innestato un movimento di revanscismo francese che permane fino a inizio 900 • Contrasto austro-russo per l’egemonia dei Balcani, popolati da slavi ortodossi sui quali la Russia ambiva avere una protezione • Contrasto Russia-Turchia: “questione d’Oriente” lo stretto del Bosforo era un nodo fondamentale perché unico accesso al mediterraneo per la Russia che quindi lo ambiva molto • Questione degli irredentismi - l’Italia, in particolare la componente nazionalista, rivendica Trento e Trieste, popolati in parte da popolazioni Italiane ma questione ideologico-politica - Serbia rivendica la sovranità sugli slavi nei confini austriaci - Romania rivendica Transilvania parte dell’impero austroungarico - Imperi centrali (Germania e Austria) accerchiati Sofia Salamone di 82 120 Evento globale: si combatte principalmente nello scenario europeo ma ha ricadute in Nord-Africa, possedimenti coloniali europei, Sud Africa e Medio Oriente. Evento globale Globale non solo perché varca i confini degli stati ma perché coinvolge anche le popolazioni civili che nei conflitti precedenti erano rimaste in disparte. Le donne per la prima volta entrano in numero consistente protagoniste nel mondo del lavoro: vanno a sostituire gli uomini chiamati al fronte e questo dà modo di mutare l’ordinamento sociale. Muta anche l’ordinamento internazionale perché post-conflitto l’Europa non è più la stessa. Si formano due grandi alleanze: • Triplice Alleanza in corso già dal 1882 (Austria-Germania-Italia) ma che nel corso del conflitto vede il cambiamento di fronte dell’Italia rimanendo con Germania-Austria e Turchia • Triplice intesa (Francia-Russia-Inghilterra) + Italia nel 1915 tramite piatto segreto di Londra. Nel caso italiano si ha contrapposizione fra a) Neutralisti - cattolici sotto il pontificato di Benedetto XV (legami con l’Austria cattolica e per ragioni di principio) - Partito socialista (immobilismo, slogan “né aderire né sabotare”) b) Interventisti - nazionalisti: nel 1910 era nata l’associazione nazionalista italiana, prima forma-struttura di partito di tipo nazionalista che includeva dannunziani, futuristi che esaltavano la guerra come igiene del mondo (guerra ritenuta momento di morte del vecchio mondo e nascita di un nuovo) - Grandi gruppi industriali - Mussolini: direttore del quotidiano socialista l’Avanti, esponente del massimalismo socialista (componente più rivoluzionaria) nel novembre 1914 passa dal campo neutralista a quello interventista- nazionalista e ciò gli vale l’espulsione dal partito socialista. - Socialisti riformisti, repubblicani, sindacalisti rivoluzionari: schierati a favore dell’autodeterminazione dei popoli e delle minoranze e della loro indipendenza. Nel 1909 il Manifesto futurista di Marinetti esalta alcuni principi nazionalistici (coraggio, audacia, ribellione, velocità lotta), che sono elementi culturali. La poesia viene intesa come violento assalto contro forze ignote. Visione militarista della società e dell’ordine internazionale, e glorificazione della guerra come igiene del mondo. La guerra ha funzione creativa e distruttrice insieme. Nel 1910 nasce l’associazione nazionalista italiana: da movimento diventa partito, e raccoglie molti consensi nei ceti medi, diventa l’ideologia della piccola borghesia. 24 maggio 1915: entrata in guerra dell’Italia motivata dalla questione irredentista L’elemento propaganda Gia era emersa per la prima volta nella guerra di Libia ma in occasione del primo conflitto mondiale si fa più capillare, più diffusa e più di massa. Fa leva sul completare il processo risorgimentale, sul completare l’unità conquistando le guerre irredenti Fronti di guerra • Fronte orientale ai confini con l’impero russo • Fronte occidentale: tra Francia, Belgio e poi Austria Il fronte occidentale fa molto uso della trincea, già visto nella guerra di Libia, ma la guerra si va modernizzando: si elabora la strategia della guerra di posizione. Finisce la guerra tradizionale, quella del campo di battaglia, è un tipo di guerra molto più distruttiva e micidiale anche per il fatto che coinvolga i civili. Forse prima guerra moderna, Sofia Salamone di 85 120 commercianti, soldati, giornalisti etc. Ed è per questo che gli armeni vengono accusati di collusione col nemico russo all’inizio della guerra (idea nazionalista di espellere tutto ciò che non era turco). Si ha il primo genocidio pianificato da una nazione. Questo tragico evento viene ricordato con “Seyfo” = Olocausto (in assiro) e “Metz Yeghern” = Grande male (in armeno). Ancora oggi il governo turco nega la responsabilità di questo genocidio, con tanto di persecuzione ed esili di coloro che hanno provato a ricostruire questa strage negli anni 60. Questo genocidio avviene con deportazioni e “marce della morte”. Si ha una diaspora con fuga di moltissimi armeni in Europa occidentali. - Fonti turche parlano di 200.000 morti (giustificate con l’andamento della guerra). - Fonti armene: 2,5 milioni - Studi storici: 500.000 - 2 milioni di morti Sono dati oscillanti ma sicuramente ci sono state esecuzioni di massa. Caratteristiche: - intenzionalità ideologica: pianificazione. Non è uno sterminio spontaneo, non risponde all’idea di un normale andamento della guerra, ma è qualcosa andato oltre - propaganda → demonizzazione del nemico armeno che contribuisce a enfatizzare lo stereotipo dell’armeno nemico - molteplicità di azioni: si realizza con molte azioni diverse: arresti, deportazione, marce della morte, sgombero dalle abitazioni Contesto genocidiario - esaltazione nazionalista: per coinvolgere la popolazione viene assunto anche l’Islam come fattore di mobilitazione. Se il nazionalismo in Europa occidentale poteva contare sull’amor di patria (si moriva per la patria), in Turchia la patria era in fase di creazione ancora, quindi la popolazione veniva mobilitata attraverso la fede. È un punto di contraddizione infatti la prima repubblica pubblica è laica, non è islamica, quindi alleata dell’Occidente - Prima guerra Mondiale: tutte le violenze sono legittimate in contesto di guerra, il che alimenta molto la violenza contro la minoranza armena Il papa Benedetto XV implora il sultano di intervenire a sostegno degli armeni, dimostrando grande sostegno del mondo cristiano non cattolico, nonostante i rapporti spesso ostili con la chiesa ortodossa. La fine della guerra - 1918 Vengono convocate le trattative di pace a Versailles, pace che si rivela da subito fittizia, perché al contrario di quanto chiedevano gli Stati Uniti e la Santa Sede con una pace equilibrata e rispettosa, diventa la pace dei vincitori che decidono un nuovo assetto non solo dell’Europa ma anche dei possedimenti che dall’Europa dipendevano. Principalmente emergono Inghilterra e Francia. Smembramento degli imperi: - Impero Ottomano viene smembrato → Repubblica di Turchia - Vengono smembrati gli imperi centrali: asburgico e tedesco, e di conseguenza nascono la Repubblica di Weimar, la Repubblica d’Austria, repubblica di Cecoslovacchia. Si completa il processo di costruzione delle nazioni europee (l’Europa delle Nazioni). Fondamentale nella spartizione dei territori ex ottomani ed ex tedeschi sono i mandati. I mandati in medio oriente sono accordi che prevedono la spartizione dei territori dell’ex territorio ottomano principalmente fra Francia e Inghilterra. Teoricamente avevano la funzione di accompagnare questi territori verso l’indipendenza, ma di fatto sono meccanismi di controllo. I mandati vengono applicati anche in africa nei territori persi dalla Germania: Congo e Camerun alla Francia, Tanganika all’Inghilterra, Africa Sud-Ovest alla Repubblica Sudafricana Nel 1919 nasce la Società delle Nazioni: primo organismo sovranazionale. l’intento è di risolvere qualsiasi controversia internazionale per via diplomatica. Segue i 14 punti di Wilson, presidente americano, enunciati Sofia Salamone di 86 120 prima della guerra, con cui esprimeva la convinzione del diritto di autodeterminazione dei popoli. Ogni popolo aveva diritto di creare un indirizzo di governo autonomo. Wilson insiste sulla libertà di commercio con l’abbassamento delle barriere doganali e prevede la creazione di un organismo sovranazionale, al di sopra degli interessi nazionali che deve risolvere le tensioni tra gli stati rinunciando all’uso della forza. Era un organismo che doveva garantire una pace stabile ed equilibrata. La società delle nazioni non riesce però a contrastare uno spirito imperialistico che riemerge nel cuore dell’Europa. Gli Stati Uniti non aderiscono per una questione interna (opposizione dei repubblicani). LA CRISI TRA LE DUE GUERRE MONDIALI: DEMOCRAZIE E TOTALITARISMI Il primo dopoguerra è caratterizzato dalla fine dei grandi imperi e dalla nascita di stati nazionali. Negli anni 20 e 30 riemergono tutti i nodi irrisolti del periodo del primo dopoguerra. Accanto alla nascita dei nuovi stati abbiamo l’avvento dei totalitarismi. Anna Harendt: grande intellettuale del 900, ebrea, scrisse nel 1952 le origini del totalitarismo: si riferiva due regimi totalitari compiuti, quello nazista e quello staliniano. Il termine totalitarismo viene applicato a ideologie e dittature molto distinte tra di loro o addirittura opposte, infatti il nazismo si contrapponeva all’unione sovietica rappresentata da Stalin, eppure sono entrambi due regimi totalitari. È una categoria politica che emerge già negli anni 20 anche negli ambienti della sinistra italiana ma intende indicare qualcosa di più di una dittatura: progetto autoritario che intende controllare la vita dei propri sudditi, controllo sociale e controllo culturale (della mentalità): il totalitarismo entra nelle coscienze, nella mentalità e condiziona lo stile di vita. Uno dei principi cardine era la creazione dell’uomo nuovo (vedi fascismo e nazismo) È una categoria usata dalla storiografia molto ampia, tanto che rappresenta quasi un carattere generico. Nazismo e stalinismo appresentano due modelli compiuti di stato totalitario. I totalitarismi sono qualcosa di più di regimi dittatoriali, sicuro l’obiettivo di questi regimi è quello di trasformare le coscienze dei cittadine, è qualcosa in più di una dittatura militare. Quali sono gli strumenti di questo regime? Il consenso e il terrore Il totalitarismo fa uso di un clima di paura, soprattutto in chi dissente, tanto che spesso adotta azioni repressive nei confronti degli oppositori a questo regime. Questo regime ha bisogno anche del consenso, non è un regime calato dall’alto ma ha bisogno di infondere suggestione anche attraverso la propaganda e attirare l’attenzione popolare. Per questo il totalitarismo è molto più invasivo delle dittature, ed è un fenomeno più contemporaneo. Differenti tipi di totalitarismo • Nazismo: nasce con i caratteri propri dello stato totalitario in quanto identifica lo stato con la società Lo stato si sovrappone alla società civile. • Comunismo sovietico: non ha originariamente un carattere totalitario ma lo diviene con l’affermazione del dominio di Stalin, a partire dal 1936 • Fascismo italiano: identificato con un totalitarismo imperfetto, l’obiettivo di Mussolini era originariamente quello di affermare un regime totalitario ma imperfetto in quanto limitato da altri due centri di potere, chiesa e monarchia. Si differenzia quindi dai regimi totalitari compiuti. Come avviene l’avvento dei totalitarismi? Francia e Inghilterra costituivano modelli di democrazia liberale, democrazia che non aveva mai ceduto. La repubblica di Weimar emana una costituzione molto avanzata, dal 1918-19 fino al 1932-33 e vive una fase di sviluppo e una natura democratica. Costituzione di Weimar: • Suffragio universale maschile e femminile • Elezione diretta del presidente della Repubblica Sofia Salamone di 87 120 • Responsabilità del governo di fronte al Parlamento → azione di governo deve essere approvata o rifiutata dal parlamento • Pluripartitismo: Principali partiti politici Partito socialdemocratico → si ispira al socialismo di grandi intellettuali Centro cattolico-moderato (Zentrum) → partito che vuole essere un centro nella compagine politica Partito democratico → liberali di sinistra Partito popolare tedesco → liberali di sinistra • gennaio 1919: sull’onda della Rivoluzione Bolscevica del 1917 esplode una rivolta, la Rivolta spartachista, della Lega di Spartaco, guidato da Rosa Luxemburg, intellettuale DONNA, con molti rapporti con lo stesso Lenin. Era una lega di ispirazione marxista legata al modello bolscevico del 17, il che denota che la rivoluzione russa aveva un modello ispiratore per i partiti comunisti dell’Europa occidentale. La rivolta mira ad affermare il modello sovietico nella repubblica di Weimar e, anche se viene sopraffatta nel giro di pochi mesi, di certo è un segnale di instabilità. La Germania di Weimar dal 1923 sprofonda in una crisi economica: la svalutazione del marco tedesco porta ad un’altissima inflazione. Ciò era dovuto all’obbligo risarcimento di danni di guerra talmente alto da non poter essere pagato. Per agevolare la Germania gli USA intervengono con finanziamenti, in quanto avevano interesse a creare regimi di stabilità in Europa, così che la Germania non tornasse ad essere un pericolo per il percorso politico dello scenario europeo. Nel 23 avviene il Putsch di Monaco: Hitler tenta e fallisce un colpo di stato, e nei mesi di carcere scrive il Mein Kampf, in cui espone la sua concezione di società e storia in termini razziali. Fallito il colpo di stato, la repubblica conosce un periodo stabilità e sviluppo, con il governo di Gustav Stresemann (1923-1929). Stresemann è un uomo moderato, di tendenza liberale e forma un partito popolare tedesco con il zentrum cattolico e i socialisti. Forma così un governo di coalizione che garantisce la stabilità della Germania, avendo capito la necessità di alleanza fra partiti Nel 1924 viene emanato il piano Dawes: gli USA investono le proprie eccedenze finanziarie dovute al buon andamento delle proprie esportazioni in titoli da comprare alla Germania che in questo modo riceve liquidità e può pagare i debiti con le altre potenze vincitrici e rimettere in moto l’economia . Durante questo periodo di stabilità • si riapre il dialogo con le potenze straniere • si ha un risollevato economico • forte ripresa economica tuttavia si ha un aumento della tassazione Italia: il fascismo l’Italia esce dalla guerra mondiale con devastante crisi economica: tasso elevatissimo di disoccupazione, problema dei reduci di guerra invalidi che perdono il posto di lavoro (in seguito alle mutilazioni), o che dopo l’allontanamento non lo trovano più. Biennio rosso 1919-1920: caratterizzato da una crisi sociale ed economica, e diffuso malessere soprattutto nelle campagne. Su questo malessere sociale fa presa il fascismo-movimento che nasce tra il 19-20 e ha una sua fase movimentista che insiste sulla rivendicazione di una pace ingiusta, la cosiddetta vittoria mutilata, uno dei motivi della propaganda di movimento dello stesso Mussolini. Si diffonde molto un sentire collettivo vittimismo, di un trattamento ingiusto, anche perché l’Italia aveva combattuto a fianco delle potenze che poi avevano vinto. L’Italia avrebbe subito un tradimento alle trattative di pace perché aveva ottenuto Trento e Trieste ma non la Dalmazia e Fiume. Anche d’Annunzio si fa, nel 1919, promotore di una marcia che dura qualche mese su Fiume. Marcia che dura qualche mese ma fallisce. Da l’idea di un clima di malessere, di rivendicazione che inizia a diffondersi in Italia specie tra le più giovani generazioni o tra chi era stato colpito dalla guerra mondiale. Sofia Salamone di 90 120 tra specie più forti e più deboli, con la vittoria della prima. Questa teoria viene applicata al mondo naturale viene ripresa dal nazismo in ordini sociali. Obiettivo: costituire una nazione omogenea, società tedesca costituita da una pura razza tedesca (ariana) e deve eliminare gli elementi estranei. Elementi individuati in: malattie di mente, disabilità, alcolisti, malattie terminali che rappresentavano la degenerazione della società. Il Nazismo insiste molto sul vigore fisico, sull’idea del modello ariano. Poi si focalizza contro gli ebrei → emanate nel 1935 (2 anni dopo la presa del potere) le leggi di Norimberga con cui gli ebrei perdono la cittadinanza tedesca (la comunità ebraica era perfettamente integrata in Germania). • «legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco» (proibisce i matrimoni misti) • «legge sulla cittadinanza del Reich» • «legge sulla bandiera del Reich» (impone la croce uncinata come bandiera del reich) Come per la questione armena, molti ebrei erano entrati a far par parte dei funzionari pubblici. ● 9-10 novembre 1938: Kristallnacht = notte dei cristalli vengono assaltati negozi ebraici e sinagoghe che vengono distrutti, incendiati e segna un’accelerazione di questa persecuzione Unione sovietica e lo stalinismo (1924) Durante gli anni di Stalin l’unione sovietica si trasforma in una grande potenza militare. Immune dalla crisi del 1929. Stalin giunge nel 1924 al potere, rivale con Trotskijri-innalzare, generale leader dell’armata rossa, il quale si era distinto molto a livello popolare. Avevano due concezioni diverse: • Trotskij era fedele all’idea di Lenin e voleva esportare il comunismo nel mondo → idea della rivoluzione permanente • Stalin aveva l’idea di limitare e rafforzare il socialismo nell’unione sovietica→ socialismo in un solo paese: è convinto che l’URRS debba consolidarsi al suo interno e puntare sull’industrializzazione. Trotskji, più fedele ai principi leninisti, aveva una visione più internazionalista volta ad esportare il comunismo. Nella concezione di Stalin l’acquisizione del potere era il nodo centrale, quindi costringe Trotsky alla fuga. in Messico dove poi verrà raggiunto nel 1940 dai sicari di Stalin che lo uccisero. Il piano di Stalin prevede • Abolizione della NEP = nuova politica economica, introdotta da Lenin nella fase della guerra civile per ri- innalzare l’economia della Russia • Abolisce la proprietà privata delle terre e delle fabbriche. I contadini diventano dipendenti dallo stato. Terra viene collettivizzata: acquisita dallo stato e distribuita ai contadini • Avvia i piani quinquennali 1928: piani economici che intendono puntare sull’industrializzazione e sull’industria. • Grande sforzo dell’industrializzazione del paese, soprattutto industria pesante, bellica → corsa agli armamenti per far diventare la Russia una potenza militare • Lotta all’analfabetismo: sul piano culturale Stalin avvia una politica che porta la Russia ad abbassare il tasso di analfabetismo La politica staliniana per attuarsi deve affermarsi come potere → periodo delle grandi Purghe (1933-1937) Stalin deve esiliare gli oppositori politici, si contano circa • 1,5 milioni di comunisti • 1,5 milioni di cittadini sovietici (inclusi suicidi vero o dichiarati tali) tra cui l’intellettualità pre- rivoluzionaria (Oppositori non del comunismo ma di Stalin) Sofia Salamone di 91 120 La guerra d’Etiopia (1935-1936) Evento che destabilizza l’equilibrio europeo. Nel 1935 Mussolini decide di invadere l’Etiopia e riprende quindi il mito dell’impero coloniale, quindi una politica di imperialismo tentato da Crispi a fine 800. A partire dall’episodio della disfatta di Adua, disfatta che era rimasta un onta nella storia italiana, Mussolini inaugura la sua campagna di propaganda volta a rendere l’Italia una potenza imperialista. L’invasione dell’Etiopia (unico paese indipendente dell’Africa) costituisce un fatto grave a livello internazionale perché infrange i vincoli della società delle nazioni. Italia aggredisce l’Etiopia per 7 mesi e infrange la regola fondamentale, ossia il rifiuto dell’uso della forza stabilito dalla Società delle Nazioni di cui facevano parte sia Italia sia Etiopia (unico paese africano a farne parte). Si rompono gli equilibri internazionali: scattano le reazioni delle maggiori potenze europee della Società delle nazioni che impongono sanzioni all’Italia. Dall’altra parte il primo paese a riconoscere la legittimità di questa invasione è la Germania di Hitler, tanto che nel 1936 viene firmato l’asse Roma-Berlino. La guerra di Etiopia costituisce un conflitto che si internazionalizza. • maggio 1936: Mussolini si affaccia a palazzo Venezia a Roma e annuncia pubblicamente la fine della guerra e la conquista compiuta dell’Etiopia, proclamando la nascita dell’impero coloniale italiano. Guerra che dura pochi mesi in cui la vittoria italiana viene facilitata dall’uso di armi proibite, armi che erano state usate nella prima guerra mondiale e abolite nella conferenza di Ginevra del 1925. Questo impero viene formato secondo criteri razziali, senza alcun tentativo di integrazione. • 1938: Leggi razziste e antisemitismo. Il razzismo nasce su terreno africano già nel 36 e solo nel 38 acquista caratteri antisemiti La guerra civile in Spagna (1936-1937) Finisce guerra d’Etiopia e inizia un’evento ancora più destabilizzante, le guerra civile in Spagna. Le elezioni avevano portato alla nomina dei governi di sinistra e si verifica un’opposizione da parte delle forze militari del generale Francisco Franco che aveva le sue truppe sulla sponda del Marocco. Lui avvia una rivolta che si trasforma in una vera e propria guerra civile tra i militari che si ispiravano al modello fascista italiano e le forze democratiche di sinistra, che assume un forte carattere ideologico. → prima volta che una guerra civile si internazionalizza: addirittura giungono volontari da tutta Europa per difendere la causa della democrazia spagnola Schieramenti: • Francisco Franco + Germania + Italia • Francia, Inghilterra + mobilitazione internazionale da parte di volontari (brigate internazionali) + forze di sinistra Preannuncia lo scontro che si terrà nella seconda guerra mondiale tra fascismo, nazifascismo e antifascismo e democrazie. Nel 37 prevale Franco. Espansionismo Hitleriano Procede all’espansione dei confini tedeschi • 13 marzo 1938: Anschluss, annessione dell’Austria —> viene annessa con un atto di forza senza incontrare particolari resistenze • 29-30 settembre 1938: conferenza di Monaco con cui le democrazie europee cercano di contenere l’espansionismo hitleriano → politica dell’appeasement inglese, ci si illude di poter contenere la volontà espansionistica di Hitler con alcune concessioni territoriali • marzo 1938: occupazione della Cecoslovacchia con un obiettivo molto preciso → espansione verso oriente • 22 maggio 1939: patto d’acciaio = alleanza formalizzata con l’Italia di Mussolini • 29 agosto 1939: patto Molotov-Ribbentrop: Hitler necessità di assicurarsi una neutralità da parte dell’Unione Sovietica ma anche un accordo, firmato questo patto che prende nomi dei ministri degli esteri, tedesco e sovietico che costituisce formalmente un patto di non aggressione e che prevede una spartizione Sofia Salamone di 92 120 della Polonia nel caso di invasione. Patto fra ideologie totalmente avversarie che prevede una non- aggressione reciproca e progetto di spartizione della Polonia • 1 settembre 1939: Hitler invade il confine polacco e occupa tutta la regione occidentale; immediatamente scatta l’attuazione del patto e Stalin occupa la regione orientale. Scatta anche il sistema delle alleanze, infatti la seconda guerra mondiale si espande: Francia, Inghilterra e Russia si alleano contro la Germania. Il secondo conflitto mondiale presenta caratteristiche effettivamente globali rispetto al primo conflitto avvenuto nel primo decennio del 900. Esplode in Europa, che fra il 39 e il 42 viene totalmente assoggettata dalle forze dell’asse. Si apre lo scenario della questione ebraica. Espansionismo giapponese (1931-1939) Anche in Asia l’espansionismo del Giappone manifesta mire espansionisti sempre sui territori cui aveva manifestato la sua influenza, entra nel 1931 e nel 1939 occupa, oltre alla Corea che gli le era stata riconosciuta, la Manciuria e altri territori importanti che facevano parte della Cina. Aveva poi applicato anche a sud. 1936: il Giappone paradossalmente firma un patto anti-comintern con Germania e Italia = patto contro l’unione sovietica Si ha quindi l’espansione del conflitto anche in Asia Colonialismo Fascista: l’Etiopia Prima fase colonialismo: eritrea e disfatta di Adua Seconda fase: Libia Terza fase: Etiopia Durante la prima guerra mondiale si assistette ad un ridimensionamento della Libia italiana proprio perché l’esercito italiano era stato occupato nella guerra e il territorio libico era in parte stato riconquistato dalla resistenza libica. Subito dopo Mussolini riprende il discorso coloniale (già dal 1922) con l’idea di riconquistare i territori perduti. Il Generale Rodolfo Graziani si distingue per operazioni militari di forte impatto sulla Libia (1922-31). Avviene la riconquista del Fezzan (un territorio libico) e vengono costruiti dei campi di concentramento per le popolazioni libiche dissidenti. Nel 1931 viene catturato il leader per la resistenza libica Al-Mukhtar, appartenente ad una importante confraternita islamica (confraternita sensista), e con la sua cattura cui finisce la resistenza libica e viene completata la conquista dei territori perduti. In questa fase comincia la preparazione della conquista dell’Etiopia (1932-1935). Mussolini dal 32 si focalizza proprio su quell’impero africano che aveva inferto una dura sconfitta all’Italia in epoca liberale: il complesso di Adua. Mussolini mette in atto una propaganda incalzante con tutti i mezzi tecnici a disposizione, facendo molto uso della tecnologia allora esistente: si diffondono cartoline, copertine di quaderni delle scuole elementari in cui si esalta l’espansione in Africa. Cos’era l’impero etiopico? L’impero etiopico era l’unico stato africano ad aver difeso l’indipendenza dall’espansione europeo. Esisteva dal IV secolo e si era caratterizzato per essere un impero cristiano, cioè un impero a regime confessionale. Esisteva l’unico cristianesimo non giunto dalle missioni europee ma autenticamente africano. Questo cristianesimo si era staccato dalla chiesa di Roma e incoronava l’imperatore con rito religioso. Nel 23 entra nelle società delle nazioni, unico stato africano. Prima di divenire imperatore, Hailé Selassié era diventato principe d’oriente con nome di Ras Tafari. Aveva anche incontrato il papa in Italia nel 24, incontro importante perché dà molto valore alla politica estera che reputa fondamentale per la modernizzazione del paese. Nel 1935 Mussolini aggredisce l’Etiopia da nord e sud. Aveva fatto trasferire in Eritrea e Somalia un ingente numero di militari e armamenti. Viene usata anche l’aviazione, oltre che i reparti coloniali (ascari eritrei), che hanno il compito di eseguire i ribelli, ossia coloro sospettati di sostenere la resistenza o che non avevano accettato la conquista italiana. Sofia Salamone di 95 120 La documentazione degli ordini di Hitler è molto scarna; non ci sono molti documenti direttamente emanarti e inviati da Hitler, ma attraverso uno studio attento Hilberg scopre l’esistenza di un governo per annunci: non ordini scritti ma annunci, grande uso della burocrazia e dei burocrati Il consenso Perche tanti militari e funzionari civili hanno obbedito a Hitler? La persecuzione si era fondata su un efficienza già presente, su uno spirito comune di ordini che dovevano essere eseguiti dall’amministrazione. Lo storico Mommsen ha svelato una mentalità tecnocratico-gerarchica tipica dell’amministrazione tedesca “ho eseguito gli ordini” —> l’ingranaggio si avvia non sulla base di ordini ma di uno spirito comune, di un’efficienza tipica della burocrazia tedesca. Evoluzione della politica razziale nazista Nel 1933 viene varata una legge sulla sterilizzazione dei malati ereditari: fenomeni ritenuti di devianza sociale e quindi di contaminazione. *SLIDE* Fra il 33 e il 35 gli sterilizzati superano i 200k. Lo stato assume il ruolo principale nel decidere chi deve essere eliminato. Anche la scuola viene sottoposta a propaganda incalzante in cui anche i bambini vengono indotti ad una mentalità nazista attraverso ragionamenti matematici tipo a costruzione di un manicomio costa 6 milioni di marchi. Quante case si potrebbero costruire con questa somma a 15.000 marchi l'una? Viene i inoltre diffuso un opuscolo a fine anno scolastico che distingueva fra geni positivi e geni negativi. Si diffonde una propaganda audiovisiva: vengono realizzati fra il 33 e il 35 tre cortometraggio significativi: - «L’eredità» (1935): film didattico sulle tare ereditarie e sulla legge della «sopravvivenza del più forte» - «Vittima del passato» (1937): confronto tra “sani” e “deformi/degenerati” – necessità di una selezione della razza - «Io accuso» (1941): la morte “pietosa” – necessità dell’eugenetica e dell’eutanasia Si fa inoltre leva sulle spese dell’enorme spesa dello stato per la cura e il sostentamento dei malati (manuale della gioventù hitleriana) Nel 35 vengono emanate le leggi di Norimberga con carattere antisemita che unisce anche un trattamento di eutanasia come trattamento pietoso. Lo stato diviene centrale nella decisione sulle sorti delle vite degne e indegne: prende provvedimenti per la sterilizzazione delle donne, lo stato stabilisce il valore di una vita e ha il diritto di deciderne la morte Il piano Aktion T4 prevede l’eliminazione di disabili mentali (fra 39 e 41 si calcolano fra 60mila e 100mila vittime) Cosa si sapeva dei Lager? Le uniche notizie che trapelavano venivano portate dai fuggitive, e apparivano talmente paradossali da non essere credute nemmeno dalle comunità ebraiche stesse. Stalin rifiuta di accogliere gli ebrei in fuga perché accusati di essere capitalisti e quindi contro la rivoluzione, in Germania gli ebrei erano accusati di “alleanza giudeo-bolscevica”. Papa Pio XII è sostenitore di un neutralismo attivo: la chiesa durante la guerra deve diventare chiesa-asilo per i perseguitati, ma le sue parole avvengono in una Roma occupata dai tedeschi dove esisteva una censura e inoltre viveva il dramma dei fedeli cattolici presenti in germinano e nei paesi occupati dall’asse, quindi certe sue denunce potevano creare ripercussioni sui cattolici da parte dei tedeschi. Pertanto, anziché una denuncia attiva, persegue un’azione di protezione e accoglienza dei perseguitati da parte degli istituti religiosi. Questo è permesso dal fatto che gli istituti religiosi sono considerati extraterritoriali in cui lo stato non può entrare o interferire. Anche se poi ciò accade, molti ebrei riescono a salvarsi così. Le riflessioni di Zygmunt Bauman: Sofia Salamone di 96 120 • Il genocidio come “prodotto della modernità” • Il genocidio strumento per una “società perfetta”, priva di conflittualità fra le razze, infatti secondo il razzismo la storia era lotta fra razze. Questo è molto diverso dall’ideologia comunista dove l’obiettivo è sempre di eliminare conflittualità , ma che è una conflittualità fra classi. • Le asserzioni di Bauman Contraddicono l’equazione “modernità=progresso: dimostra che in questo caso la modernità non ha prodotto pregresso ma regresso, • Un progetto “civilizzatore di ingegneria sociale” • Il nazionalismo estremo: “omogeneizzazione” Il porrajmos (in lingua rom “ divoramento”) Evento che viene spesso oscurato: eliminazione degli zingari. Questo sterminio ha delle premesse: nel 1936, alla vigilia dei giochi olimpici di Berlino, Hitler decide di ripulire la città e gli Zingari vengono discriminati e portati a Dachau. Comincia per loro la soluzione finale (“antigitanismo accanto all’antisemitismo”). Di nuovo abbiamo il ruolo degli stereotipi senza storia. Gli zingari sono un popolo senza fonti scritte sulla loro origine pertanto si ebbero studi prevalentemente sulla lingua zingara provenienti dal sanscrito). Sappiamo che provenivano dall’India. Vengono individuati affinità come musica, danza, uso dei metalli e somiglianza fisica alle popolazioni asiatiche dell’india. Si erano già avete discriminazioni e pregiudizi secolari nel passato: • 1725 decreto di Federico Guglielmo I di Prussia: condanna a morte di tutti gli zingari al di sopra dei 18 anni perché considerati “Popolo maledetto” • puniti per non aver accolto la Santa Famiglia (fuga in Egitto) • responsabili della fusione dei chiodi della crocifissione Nell’Ottocento - epoca positivista con teorie sull’origine della specie e la degenerazione ereditaria - vengono inaspriti e approfonditi i pregiudizi sugli zingari. Cesare Lombroso, L’Uomo delinquente (1878): “Gli zingari sono prevalentemente dolicocefali, hanno cioè il cranio allungato come quello delle scimmie, e sono quindi delinquenti antropologici, cioè non delinquono per atto libero e cosciente, ma perché hanno tendenze malvagie” → idea della predisposizione dello zingaro alla delinquenza Nazismo e “criminalizzazione” della razza: la schedatura degli zingari. Definizione genetica forzata: prodotto di “incroci indesiderabili”, avvenuti nei secoli durante il nomadismo, ed è per questo che sono assimilati agli ebrei Anche nell’Italia fascista vengono presi provvedimenti e arresti. Sono più di mezzo milione gli zingari sterminati. È necessario però analizzare l’esito diverso di questo evento nel dopoguerra: il genocidio degli zingari viene completamente rimosso. I motivi dello sterminio sono diversi rispetto a quello ebraico: non è tanto una questione di razza ma per la loro presunta “asocialità” e “inclinazione delinquenziale”. Sono considerati UN POPOLO “ANOMALO”: - non ha mai combattuto con le armi per conquistare una terra o dominare su altri popoli - non ha mai avuto “confini” - non è mai stato “nazionalista”, cioè la causa dello scontro mondiale. L’Italia entra in guerra nel 1940 Nel 1940 Mussolini stabilisce l’entrata in guerra dell’Italia, convinto in una rapida vittoria con l’alleato tedesco. A pochi mesi da questo ingresso l’Italia perde le colonie dell’africa orientale, già nel 1941 con l’aiuto degli inglesi e della resistenza etiopica. Con l’aiuto inglese e della resistenza l’imperatore Hailé Sofia Salamone di 97 120 Selassié rientra in Etiopia nell’aprile del 1941. Il 5 maggio 1941 gli inglesi entrano ad Addis Abeba e proclamano la fine dell’impero italiano in Etiopia. Il duca Amedeo d’Aosta, governatore italiano dell’africa orientale, accetta la sconfitta da parte britannica e gli viene concesso l’onore delle armi. Da questo momento l’imperatore dell’Etiopia riinizia un processo di restaurazione dell’impero, danneggiato dall’Italia fascista. Il fronte asiatico: intervento USA nel 1941 Pearl Harbour (7 dic. 41): più grave attacco che gli stati uniti subiscono e la guerra assume connessioni sempre più globali. La guerra in Asia si svolge sul mare e attraverso l’aviazione. Si tratta di operazioni complesse, che danneggiano fortemente entrambi i fronti Inversione delle sorti della guerra Hitler decide di attaccare l’URSS con l’operazione Barbarossa nel giugno del 41 • 1941-1942: comincia un’inversione delle sorti della guerra, perché si apre anche il fronte orientale. • 1941: Hitler concentra tutta la propria attenzione sull’espansione verso Oriente e decide di invadere l’Unione Sovietica • 22 giugno 1941: si apre l’operazione Barbarossa, esercito tedesco varca il confine con l’unione sovietica. Hitler era convinto grazie ai suoi mezzi militari di riuscire nell’impresa in tempi molto rapidi, ma non aveva concepito il fattore uomo, che diede forza all’unione sovietica. La più famosa battaglia è quella di Stalingrado dove i sovietici concentrano tutte le loro forze e riescono a respingere l’invasione tedesca. L’offensiva alleata: il fronte italiano Lo sbarco in Sicilia - operazione Husky Nel luglio del 1943 gli alleati sbarcano in Sicilia con la strategia di stringere in una morsa da nord e da sud i paesi occupati dall’Asse. l’Italia, proprio per la sua posizione geopolitica, si presta a questa strategia apparendo il punto dell’Europa meridionale facilmente raggiungibile perché inserito nel mediterraneo. Pochi giorni dopo, il 25 luglio, cade il fascismo: alle notizie dello sbarco alleato, il Gran Consiglio del Fascismo sfiducia Mussolini, il re ne ordina l’arresto e Mussolini viene portato in isolamento sul Gran Sasso. Formalmente cade il governo che aveva retto in Italia per 20 anni. Capo del governo viene nominato Pietro Badoglio, generale che aveva guidato la conquista dell’Etiopia nel 1936. La capitale viene spostata a Salerno: si forma il governo Badoglio, un governo ibrido, che non rappresenta più l’Italia fascista ma rappresenta una fase transitoria, l’esercito è allo sbando senza riferimenti di gerarchia militare. L’8 settembre 1943 gli alleati si apprestano in Sicilia a varcare il canale per poi risalire e liberare la penisola dall’occupazione tedesca. A questo punto Badoglio decide per un armistizio, ossia una pace separata con gli anglo-americani, che è qualcosa più di una tregua e una premessa per una nuova alleanza (cambio repentino di fronte). I tedeschi, che fino a quel momento erano stati alleati, diventano automaticamente nemici. È il periodo in cui l’Italia diviene vittima di efferate rappresaglie dei tedeschi. L’Italia è divisa dalla Linea Gustav, prima linea di demarcazione, che passa per Cassino, dove si consuma la Battaglia di Cassino: l’aviazione americana distrugge l’abbazia di Cassino che sarà poi restaurata nel dopoguerra. Gli angloamericani risalgono verso il nord, passano per Roma nel giugno del 1944, dove trovano resistenza accanita da parte delle forze partigiane, e Roma viene preservata da quello che poteva essere un massacro. Gli angloamericani liberano tutto il centro oltrepassando Roma arrivando alla linea Gotica, seconda linea del pronte avversario, che va dal Mar Ligure al Mar Adriatico passando per l’Appennino Tosco-Emiliano. Liberano i territori ed è il periodo delle grande rappresaglie tedesche (fosse Ardeatine a Roma in seguito ad un attentato subito dalle truppe tedesche per mano dei partigiani, stragi di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e molte altre nell’Italia centro-settentrionale).
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