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Dispensa sull'Italia repubblicana (situazione post seconda guerra mondiale), Dispense di Storia

Dispensa sull'Italia repubblicana (situazione post seconda guerra mondiale), utile per prepararsi all'esame di maturità. Contiene tutte le nozioni fondamentali, spiegando la situazione post guerra in maniera chiara e completa.

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 09/06/2024

piergiorgio-paradiso
piergiorgio-paradiso 🇮🇹

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Scarica Dispensa sull'Italia repubblicana (situazione post seconda guerra mondiale) e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! 1 L'ITALIA REPUBBLICANA La nascita della Repubblica e la ricostruzione La situazione economica nel dopoguerra – la Ricostruzione Dopo la fine della seconda guerra mondiale l'Italia era un paese in ginocchio: molti impianti industriali erano distrutti e la produzione industriale era calata notevolmente (era pari a un terzo di quella dell’anteguerra) e così anche quella agricola (due terzi di quella dell’anteguerra); nelle città molte abitazioni erano devastate (2 milioni); erano andate perdute molte infrastrutture; l'inflazione e il costo della vita dal 1938 al 1945 erano aumentati di 23 volte, a fronte di una minima crescita dei salari; la disponibilità dei generi di sussistenza era pari a 1/3 del fabbisogno; i disoccupati erano circa due milioni e moltissime persone vivevano di espedienti. Ciò che si doveva fare era ricostruire il paese, rimettere in moto l’economia e ridare alla popolazione una vita dignitosa. Tuttavia, a differenza che in altri paesi come la Gran Bretagna, non si fece ricorso a un massiccio intervento dello Stato in economia: non vi fu la nazionalizzazione di settori produttivi o la tassazione dei patrimoni più alti, ma ci si affidò alle scelte degli imprenditori e ai sacrifici dei lavoratori. Fu necessario quindi che i primi governi del dopoguerra varassero interventi di aiuto alla popolazione e avviassero dei lavori pubblici. Ma erano necessari anche i soccorsi internazionali. Dapprima fu l'UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) ad inviare aiuti in Italia per combattere la fame, ma anche macchinari e materie prime per permettere la ripresa delle attività industriali (488 milioni di dollari - 2 1946). Poi fu la volta degli U.S.A. con il Piano Marshall, con il quale centinaia di milioni di dollari arrivarono nel nostro paese; il piano servì a far ripartire l'economia, ma anche ai governi per raggiungere il pareggio del bilancio e contenere la spesa pubblica. Un aiuto prezioso negli anni della ricostruzione furono le rimesse degli emigranti. Una figura di spicco nell'economia durante la ricostruzione fu Luigi Einaudi, ministro del Bilancio, vicepresidente del Consiglio e poi Presidente della Repubblica. Egli fece in modo che i primi governi del dopoguerra, che si ispiravano all'unità antifascista ma erano formati da coalizioni politiche molto eterogenee (D.C., P.C.I., P.S.I., Repubblicani, Partito d'Azione, ecc.), abbandonassero in campo economico le loro divergenze e realizzassero l'obiettivo di abbandonare il modello autarchico fascista e di liberalizzare gli scambi commerciali con l'estero. Einaudi promosse anche la stabilità monetaria e il contenimento dell'inflazione, svalutò la lira in modo controllato, favorendo un forte aumento delle esportazioni. La sua austera politica economica fu detta del “taglio dei rami secchi”: rendendo più difficile accedere al credito bancario (ottenere prestiti dalle banche), si arrivò alla chiusura di molte aziende e sopravvissero quelle più sane o meglio sostenute dallo Stato, in settori come quello automobilistico o della produzione dei beni di consumo. I risultati furono raggiunti ma ad un prezzo molto alto in termini di licenziamenti e disoccupazione. Luigi Einaudi La ricostruzione avvenne con incredibile rapidità: nel 1948 la produzione industriale era risalita ai livelli di prima della guerra. La questione di Trieste Alla fine della seconda guerra mondiale la Jugoslavia aveva preso il controllo sull’Istria e buona parte della Venezia Giulia, ma poi era dovuto scendere a patti con gli alleati e, nel 1945, l’area era stata suddivisa in due parti divise dalla cosiddetta “linea Morgan”: quella occidentale era stata assegnata agli anglo-americani e quella orientale agli jugoslavi. Alla conferenza di pace di Parigi, nel 1947, venne istituito il Territorio libero di Trieste, diviso in zona A (Trieste e una striscia di territorio a nord di essa) affidata agli
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