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Vita di Italo Svevo: Biografia e Opere, Dispense di Italiano

Biografia di Italo Svevo, scrittore italiano di origine ebraica. Dal collegio in Germania, alla banca, alla letteratura, passando per la conoscenza di James Joyce e la pubblicazione di 'La coscienza di Zeno'. La Triestinità, le influenze di Schopenhauer, Darwin e Freud, e la differenza tra Alfonso Nitti e Emilio Brentani.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 21/02/2022

giorgia-m-2
giorgia-m-2 🇮🇹

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(3)

25 documenti

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Scarica Vita di Italo Svevo: Biografia e Opere e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALO SVEVO Vita Nasce nel 1861 a Trieste da una famiglia di origine ebraica (l’educazione impartita dal padre è fortemente rigida, quindi vive un rapporto col padre di sudditanza). Il padre lo iscrive in un collegio in Germania; sarà colpito da Schopenhauer. Finiti gli studi in collegio, ritorna a Trieste, si iscrive all’istituto commerciale, perché il padre vuole avviarlo nell’attività commerciale di famiglia (lui commercia oggetti in vetro). Nei due anni successivi si interessa al teatro, e scrive alcune commedie; inizia poi a scrivere sul giornale “l’indipendente” recensioni sul teatro e sulla letteratura, firmati con lo pseudonimo o con le iniziali E.S. Il fallimento dell’attività di famiglia lo constringerà a prendere lavoro altrove, ovvero presso la Banca Union di Vienna, dove lavorerà per 18 anni. Capirà allora cosa significa la vita da impiegato, vivrà in questo grigiore che annoierà Svevo ma che gli consentirà di scrivere il suo primo romanzo “Una Vita” (che lo pubblica nel 1892, a proprie spese). Muoiono i genitori e sposa una sua lontana cugina, donna figlia di un ricco commerciante di vernici per navi; avranno una sola figlia Letizia; continua a fare l’insegnante, e scriverà “Senilità” nel 1898, che il pubblico accoglierà in modo rigido. Quando lascia il lavoro in banca, nel 1889, entra nella ditta del suocero, che fabbricava vernici sottomarine. Per seguire le attività dell’impresa si reca spesso a Murano, e anche in Inghilterra, dove natura il suo interesse per la cultura inglese. Si muove quindi in tutta Europa, e i suoi spostamenti saranno fondamentali perché gli consentiranno di approfondire le lingue (francese, inglese e tedesco). A Trieste conoscerà James Joyce, che lo inviterà a scrivere nuovamente; da lui Svevo prende lezioni di inglese e tra i due nasce un’amicizia. Quando scoppia la prima guerra mondiale, mentre Joyce fugge a Zurigo, Svevo rimane a Trieste a dirigere la fabbrica, che però crolla nel 1917. Si avvicina poi agli studi di Freud, di psicoanalisi. Compone “la coscienza di Zeno” e la pubblica nel 1923, il pubblico lo accoglie in maniera fredda, ma lui lo fa conoscere in Francia,che lo accoglie e ne apprezza la novità; dopo la pubblicazione della recensione da parte di Montale scoppia il “caso Svevo”; mentre sta per avere successo, muore nel 1928 in seguito ad un incidente d’auto. Il vero nome di Italo Svevo è Ettore Schmitz. La necessità di adottare uno pseudonimo nacque probabilmente dalle contraddizioni e dalle peculiarità del carattere e della vita dello scrittore. Lo pseudonimo, Italo Svevo, rimanda direttamente alla sua origine geografica controversa: Italo come italiano, Svevo come germanico. Mentre Pirandello riesce ad individuare la dissoluzione dell’io, Svevo invece parte dalle stesse premesse ma focalizza l’attenzione sulla condizione alienata dell’uomo. Rapporto con D’Annunzio Svevo e D’annunzio sono coetanei, ma tra loro c’è un divario enorme, sembrano appartenere a secoli differenti. D’annunzio fa della letteratura un’esibizione, Svevo invece considera la letteratura un elemento soggettivo e un momento di raccoglimento, quindi la letteratura è un momento assolutamente personale. La scrittura ha, per Svevo, una funzione terapeutica, porta l’autore e tutti noi a guarire, salvarci da questa condizione alienante in cui la società ci inserisce. “Tutto ciò che non è scritto è morto per sempre”. Con Svevo nasce il ROMANZO D’AVANGUARDIA (In Italia il Romanzo nasce il romanzo, mentre il romanzo moderno nasce con Verga e Capuana). Infatti la Coscienza di Zeno è un romanzo che rompe con la tradizione; mentre nei romanzi di Pirandello si può seguire un filo logico se pur la conclusione è aperta, in Svevo no. Il romanzo è come diviso in temi, non in capitoli; quindi non ci sarà un ordine cronologico, non ci sarà un inizio e una fine, ma una suddivisione per temi. Utilizza una lingua anti-letteraria, userà cioè una forma linguistica diametralmente opposta a quella di D’annunzio, quindi non c’è nulla di retorico, ma è semplice, fatta di un mix di varie lingue. Per D’annunzio importante è la sicilianità, per Svevo è la: Triestinità-> Trieste farà parte fino al 1918 dell’Impero asburgico; Trieste sarà un punto di forza per Svevo, perché lo colloca vicino alla cultura mitteleuropea, ma anche perché è un centro importante, è una città mercantile, una città cosmopolita, laddove circolano tante culture, è una città che vive a pieno il progresso dell’Italia in quel periodo. Formazione culturale Svevo, oltre ad avere una cultura mitteleuropa, conosceva 5 lingue (inglese, francese, italiano, tedesco, dialetto triestino), e all’epoca questo pluralismo era raro. Al di là di queste sue conoscenze linguistiche, ci sono stati 3 autori alla base: -Schopenhauer -> riprende il concetto di voluntas (la volontà di vivere) che si priva però della nostra libertà; è una forza cieca inarrestabile che coinvolge tutti noi, e che non ci consente di essere liberi. Distingue tra lottatori (coloro che si inseriscono all’interno del contesto sociale di appartenenza e che si lasciano coinvolgere da questa voluntas) e contemplatori (sono le maschere nude di Pirandello, sono coloro che si lasciano vivere, hanno la propria libertà, che non vogliono essere trascinati e risucchiati da questa voluntas). Svevo su questa base, parla di malati (corrispondono ai contemplatori, sono coloro che non assecondano questo flusso naturale, e che si guardano vivere, si sottraggono alla vita, sono degli INETTI= inadatti a vivere) e sani (corrispondono ai lottatori, si inseriscono nell’ordine naturale, seguono esattamente la voluntas senza farsi domande, e sono perfettamente integrati nell’ordine naturale) -Darwin -> reinterpreta il messaggio darwiniano, lo legge in maniera diversa. Secondo Svevo, i sani, davanti ad uno strappo nel cielo di carta (imprevisto) non sono in grado di trovare una soluzione, di adattarsi, perché sono abituati a vivere nell’ordine naturale; al contrario, i malati, accettano qualunque tipo di strappo nel cielo di carta. Quindi, secondo Svevo, a sopravvivere non sono i più forti (selezione naturale di Darwin), ma i più deboli, cioè coloro che non si sono mai adattati (cioè i malati). “il dottor S e il suo paziente” (prefazione e preambolo) È una sorta di flusso di coscienza. Nella Prefazione il dottor S., che ha avuto in cura Zeno Cosini, afferma di pubblicare per vendetta, le memorie scritte dal paziente su suo suggerimento per prepararsi alla cura. Il dottor S. presenta il testo come un cumulo di verità e bugie, che nascondono un significato diverso da quello letterale. Il dottore si presenta non affidabile, e appare come una persona venale (infatti afferma anche di voler dividere il denaro se lui torna a fare la cura). Ci troviamo di fronte a un paziente che non dice la verità, mescola verità e bugie. Nel Preambolo c’è molta ironia; presenta il dottor S che vuole essere Freud e vuole fare del male ai suoi pazienti. 5 temi sviluppati nella “Coscienza di Zeno” -il fumo -> “il vizio del fumo” Zeno fa capire che sapore meraviglioso abbia l’ultima sigaretta, nel momento in cui uno smette di fumare. Il suo rapporto con la sigaretta è di amore-odio, in quanto lui ha il vizio del fumo. Non riuscirà mai a smettere di fumare, in quanto è malato del fumo ed è soprattutto un inetto, quindi è incapace di smettere di fumare. Vive nella sua malattia e vive quasi felice in essa, sembra quasi che lui non voglia smettere di fumare. A rendere briosa la narrazione è l’inserimento dell’ironia. -la morte del padre Zeno lavora insieme al padre, che ha un’attività commerciale, gestita da Olivia. Zeno odia suo padre; in un episodio il padre è in punto di morte, e il dottore aveva prescritto a Zeno di fare in modo che il padre rimanesse quanto si più a letto; ad un certo punto il padre dà uno schiaffo al figlio, il quale non sa come interpretare questo gesto. All’inizio lo interpreta come un gesto di umiliazione, ma poi pensa che un figlio non possa odiare il padre, e quindi cerca di fare in modo che quell’episodio sia positivo e faccia apparire il padre come un uomo buono, e il cattivo della situazione sia stato proprio Zeno, perché lo aveva costretto a stare a letto. Ma in realtà si evince il contrario e cioè emerge la cattiveria di Zeno, è come se si vergognasse di dire che odia il padre. -la storia del matrimonio Zeno di Zeno dice che sposandosi può rientrare nell’ambito della normalità e assumersi delle responsabilità. A furia di frequentare la famiglia Malfenti, si innamora realmente di Ada. Ada lo rifiuta perché ha capito di essere innamorata di Guido Speier, un uomo brillante, un uomo sano, un lottatore, che ha successo, è l’alter-ego di Zeno. Zeno rimane talmente male che, nella stessa giornata, decide di chiedere il matrimonio anche ad Alberta, che anch’ella lo rifiuta e infine ad Augusta, i quali si sposano. Zeno non ama Augusta ma lei non lo rifiuta e accetta questa condizione (di aver chiesto a tutte e 3 il matrimonio); sarà Augusta di occuparsi di Zeno Cosini, anche se sa che non la ama. -la moglie e l’amante il protagonista incontra una ragazza giovane, Carla Gerco, a cui fa beneficienza, e tra i due nasce una relazione amorosa, tradendo quindi la moglie, e viene così fuori la crisi nevrotica di Zeno (è come se attribuisse al fato il tradimento) -psicoanalisi è scritto da Zeno ormai vecchio (gli altri sono scritto da Zeno vecchio ma che richiama a Zeno giovane, qui c’è solo Zeno vecchio, non c’è più l’alternanza). È diviso in 4 parti, infatti abbiamo 4 date, viene scritto come un diario, e questo capitolo funge da cornice. Svevo mette in discussione tutto quello di cui ha parlato fino ad ora
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