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La visita sor sorprendente di Carlo a La Vallée-Colombiere, Dispense di Cultura Francese

Il momento in cui carlo, cugino di grandet, arriva a la vallée-colombiere e viene accolto con curiosità e sorpresa. La scena è descritta con dettagli che mettono in evidenza la vita quotidiana e le tradizioni della comunità. Tratto dal romanzo 'les grandes familles' di flaubert.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 04/02/2022

giammaca
giammaca 🇮🇹

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Scarica La visita sor sorprendente di Carlo a La Vallée-Colombiere e più Dispense in PDF di Cultura Francese solo su Docsity! In quel momento Grandet ricomparve senza Nannina, i cui passi risuonavano su per la scala insieme con quelli del facchino. Lo seguiva il viaggiatore, il quale da pochi minuti eccitava tanta curiosità e preoccupava così vivamente l’immaginazione della compagnia; il suo arrivo in quella casa ed in mezzo a quel circolo poteva esser paragonato al cadere di una lumaca in un alveare o all’ingresso d’un pavone in qualche oscuro cortiletto di villaggio. – Sedetevi accanto al fuoco – gli disse Grandet. Prima di sedere, il giovane salutò tutti con grazia. Gli uomini si alzarono in piedi per rispondere con un inchino cortese, e le donne fecero una riverenza cerimoniosa. – Voi avrete freddo certo, signore – disse la Grandet – forse venite da... – Sempre così le donne! – interruppe il vignarolo, cessando di leggere la lettera che aveva fra le mani. – Lasciate che si riposi un po’. – Ma, babbo, il signore potrebbe aver bisogno di qualche cosa – osservò Eugenia. – Non ha la lingua? – rispose Grandet bruscamente. Soltanto il nuovo arrivato fu sorpreso da quella scena; gli altri erano abituati da un pezzo ai modi dispotici del vecchio; tuttavia, quando domande e risposte furono scambiate, si alzò, volse la schiena al fuoco, accostò un piede per riscaldar la suola dello stivale e disse ad Eugenia: – Grazie, cugina; ho pranzato a Tours, e – aggiunse guardando Grandet – non ho bisogno di nulla, né mi sento stanco. – Il signore viene dalla capitale? – chiese la signora des Grassins. Carlo, il figlio del signor Grandet di Parigi, sentendosi interpellare, prese l’occhialino sospeso con una catenella al collo, l’applicò all’occhio destro per osservare tutto quello che lo circondava e, fissando con una certa impertinenza la signora des Grassins, rispose: – Appunto, signora. Ma voi giocavate alla tombola, zia – aggiunse poi – e vi prego di continuare... Il giuoco è troppo divertente per trascurarlo. – Era proprio certo ch’egli fosse il cugino – pensava intanto la madre di Adolfo, gettando spesso un’occhiata al giovanotto. – Quarantasette! – gridò il vecchio abate. – Ma attenta a segnare, signora des Grassins, non è il numero che avevate? – Il marito allora mise un gettone sulla cartella di lei, che, assalita da tristi presentimenti, continuò ad osservare volta a volta il cugino di Parigi ed Eugenia, senza curarsi della tombola. Di quando in quando la fanciulla dava di sfuggita un’occhiata al giovane, e in quelli sguardi la moglie del banchiere poté subito scoprire un crescendo di meraviglia e di curiosità.
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