DIVINA COMMEDIA (INFERNO): introduzione, canto I e canto II, Appunti di Italiano

Scarica DIVINA COMMEDIA (INFERNO): introduzione, canto I e canto II e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! APPUNTI DIVINA COMMEDIA SULL’INFERNO: INTRODUZIONE, CANTO I, CANTO II INTRODUZIONE La Divina Commedia è un poema didattico-allegorico, in terza rima, composto da tre cantiche: INFERNO, PURGATORIO E PARADISO. Ci sono 100 canti complessivi (rispettivamente 34 canti nell'inferno, 33 nel purgatorio e 33 nel paradiso). In realtà il titolo originale dato all'opera da Dante è “Commedia”, che si riferisce: 1. al contenuto, in quanto ha un inizio triste e un lieto fine. 2. alla forma, dato che si serve dello stile medio o comico. L’appellativo “Divina” fu aggiunto da Boccaccio. Il poema narra il viaggio immaginario di Dante attraverso i tre regni dell'aldilà durante la settimana di Pasqua del 1300, anno in cui Bonifacio VIII ha indetto il Giubileo. L'inferno è la prima delle tre cantiche che formano la Divina Commedia ed è composta da 34 canti (come già ribadito in precedenza). Come guida e maestro in questo viaggio Dante avrà Virgilio, sommo poeta latino che lo guiderà anche nel Purgatorio fino al Paradiso terrestre. L’inferno è una grande cavità, a forma di cono rovesciato, che si è formata quando Lucifero è precipitato dal cielo per il suo atto di superbia e di ribellione. Si trova sotto Gerusalemme. PERCHÉ GERUSALEMME? Perché Gerusalemme è il luogo in cui nacque Gesù. CANTO I L'età di 35 anni Dante si trova in una selva oscura, il cui solo ricordo gli riempie di paura il cuore. Oltrepassata la selva che gli aveva causato tanta angoscia, Dante giunge ai piedi di un colle (che raffigura la vita virtuosa che porta alla felicità naturale) e vedendolo illuminato dai raggi del sole si sente rincuorare. → È come il naufrago che è giunto affranto finalmente a riva, si volge a guardare la distesa di acqua, anche il poeta con animo ancora scosso dalla paura, volge lo sguardo verso la foresta che non lasciò passare persona viva. LA SELVA RAFFIGURA LA VITA PECCAMINOSA DEL POETA DOPO LA MORTE DI BEATRICE E DELL’UMANITÀ. Dopo poco tempo Dante si trova davanti una lonza snella e agile, con il manto screziato, che gli impedisce di proseguire il cammino... così il poeta è tentato a tornare indietro nella selva. Poi appare un leone, con la testa alta e con aria minacciosa, e una lupa, che nella sua magrezza sembra carica di tutte le brame che ha reso infelici molte persone. LONZA = SIMBOLO DELLA LUSSURIA LEONE = SIMBOLO DELLA SUPERBIA LUPA = SIMBOLO DELL’AVARIZIA DOVE SIAMO? Siamo nella selva oscura e sul colle QUANDO? Notte tra il 7 aprile 1300 e la mattina dell’8 aprile CUSTODI Le tre fiere: lonza, leone e lupa PERSONAGGI Virgilio La lupa spaventa così tanto Dante che gli fa perdere la speranza di poter raggiungere il colle. Mentre Dante scende verso la selva, davanti agli occhi appare la sua guida e gli rivolge aiuto: la guida risponde dicendo di essere Virgilio, nato a Mantova sotto Giulio Cesare e vissuto durante l'Impero di Augusto nel tempo dei pagani, cantò del giusto figlio di Anchise, Enea, giunto in Italia dopo l'incendio di Troia. Dopo essersi presentato domanda a Dante perché non continui a salire sul colle. Dante, dopo aver visto Virgilio, gli dimostra tutta la sua ammirazione chiamandolo “maestro”. Gli dice che è proprio da lui che ha appreso lo stile nobile che lo ha reso tanto famoso, e lo implora di salvarlo dalla belva che lo ha fatto indietreggiare dato che è molto spaventato. Dopo che la lupa verrà uccisa dal veltro, Virgilio dice a Dante che l'unico modo per potersi salvare è quello di seguirlo attraverso l'Inferno (dove sentirà le grida disperate dei dannati) e nel Purgatorio (dove ci sono le anime che pur soffrendo sono contente, dato che sanno che saliranno in Paradiso). CANTO II Dante invoca l'aiuto delle Muse per affrontare questo cammino faticoso. Prima di iniziare il cammino Dante si rivolge a Virgilio perché vuole sapere se secondo lui fosse veramente all'altezza di questo compito. Virgilio lo rimprovera per la sua viltà d'animo che dimostra con i pensieri e i dubbi appena esposti. (VV 13-24) DUBBI DI DANTE riportati parzialmente (dante espone i suoi dubbi dal vv 13 al 36) Tu dici che di Silvio il parente, corruttibile ancora, ad immortale secolo andò, e fu sensibilmente. Però, se l’avversario d’ogne male cortese i fu, pensando l’alto effetto ch’uscir dovea di lui e ’l chi e ’l quale, non pare indegno ad omo d’intelletto; ch’e’ fu de l’alma Roma e di suo impero ne l’empireo ciel per padre eletto: la quale e ’l quale, a voler dir lo vero, fu stabilita per lo loco santo u’ siede il successor del maggior Piero. (...) PARAFRASI Se Enea si recò ancora in vita nel regno dei morti, ciò avvenne perché Dio voleva che egli ne traesse conforto per fondare Roma, che sarebbe diventata poi la capitale dell'impero e la sede del papato. Anche San Paolo salì nel paradiso per rafforzare nei cristiani quella fede che hai principio alla salvezza dell'anima (...) Per far sì che Dante vinca ogni esitazione, Virgilio dirà perché è venuto: egli si trovava nel Limbo tra “coloro che sono sospesi”, quando una donna bella e beata, con gli occhi più lucenti di una stella, lo chiamò e gli parlò con voce soave: quella donna disse di essere Beatrice e di provenire dal paradiso. Coloro che son sospesi → nel limbo gli spiriti non sono né dannati né beati DOVE SIAMO? Siamo nella selva oscura e sentiero silvestro QUANDO? 8 aprile 1300 PERSONAGGI Le tre donne benedette (Beatrice, Vergine Maria e Santa Lucia)