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Domande Aperte Esame di Diritto dell'informazione e dei media, Prove d'esame di Diritto Dell'Informazione E Della Comunicazione

Domande Aperte Esame di Diritto dell'informazione e dei media, professore Daniele Donati

Tipologia: Prove d'esame

2021/2022

Caricato il 16/02/2024

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sara-magnanini 🇮🇹

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Scarica Domande Aperte Esame di Diritto dell'informazione e dei media e più Prove d'esame in PDF di Diritto Dell'Informazione E Della Comunicazione solo su Docsity! DOMANDE ESAME 1. I DECRETI LEGISLATIVI Sono atti aventi forza di legge e obbligatori. Viene emanato dal Governo ma su delega del parlamento, tramite la legge delega. Essa contiene indicazioni relative all'oggetto, termine, modalità d’attuazione della legge. Quindi, in base ad essa il Governo emana il Decreto Legislativo. 2. L’AUTORITA’ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI (AGCOM) E LE SUE FUNZIONI E’ una autorità amministrativa indipendente italiana di regolazione e garanzia, con sede principale a Napoli e sede secondaria operativa a Roma, istituita con la legge Maccanico. In funzione della convergenza tecnologica, assomma le funzioni dell’ex Garante per la radiodiffusione: dispone del duplice compito di assicurare la corretta concorrenza degli operatori sul mercato e di tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nel settore delle telecomunicazioni, dell’editoria, dei mezzi di comunicazione di massa e delle poste. Il Presidente dell’AGCOM viene nominato con decreto dal Presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio. Oltre al Presidente, vi sono due commissioni: una per le infrastrutture e le reti, ed una per i servizi e i prodotti. Inoltre, vi è un Consiglio. I componenti devono essere persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore, con una durata in carica di circa 7 anni. Le funzioni di questa autorità sono varie: consultive di proposta, ovvero la creazione di uno schema sulla ripartizione di frequenza, uno sulla convenzione annessa alla concessione Rai ed anche disciplinari per il rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni; di regolazione, controllo e sanzionatorie (antitrust), quindi approvazione dei piani di ripartizione delle frequenze, misure di sicurezza, tariffe per l’interconnessione, criteri di rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni. L’AGCOM, inoltre, è costituito da una serie di sezioni regionali, i CORECOM, funzionalmente dipendenti dall’Autorità e sono creati per l’esercizio a livello regionale delle funzioni di governo, garanzia e controllo. 3. IL PARLAMENTO: ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI Composto da due assemblee: Camera dei Deputati, composta da 630 deputati (minimo di 25 anni e voto a 18), e Senato della Repubblica composto da 315 senatori (minimo di 40 anni e voto a 25). Il parlamento è un organo collegiale che riflette l’opinione dei cittadini attraverso elezioni dirette, ad eccezione del Senato dove 5 senatori a vita sono eletti dal PdR ed exPdR. L’elezione della camera avviene su base nazionale mediante liste bloccate, ovvero non si può esprimere preferenza di chi candidare per il ruolo del PdCdM ma viene votata soltanto la lista così come si presenta. L’elezione del senato, invece, avviene su base regionale. La maggioranza debole si verifica quando le due camere non hanno la stessa maggioranza. La struttura della Camera è composta da: il Presidente, eletto a maggioranza dai componenti in camera; l’ufficio di presidenza che rappresenta le forze politiche di ogni camera e definisce l’agenda; i gruppi parlamentari, ovvero il riflesso stesso dei partiti politici dentro il parlamento. Questi ultimi eleggono un capogruppo che organizza i lavori e definisce l’agenda, in modo tale da riferire al gruppo la linea da seguire e le decisioni del partito. Infine vi sono: i gruppi misti composti dai parlamentari che sono stati espulsi da un gruppo parlamentare o non si trovano nella linea del partito; le commissioni, ordinarie e permanenti, che rispettano la composizione proporzionale del parlamento e svolgono compiti specifici; le giunte parlamentari che svolgono lavori tecnici. La carica delle camere dura 5 anni e si chiama legislatura. Si hanno due tipi di commissioni che sono straordinarie e istituite per svolgere compiti specifici: la commissione di vigilanza, affidata all’opposizione, che si occupano di alcuni aspetti della vita del cittadino, come servizi segreti e Rai; e la commissione d’inchiesta, la quale possiede i medesimi poteri della magistratura inquirente e, dunque, può compiere indagini su crimini ritenuti di una certa importanza e rilevanza del paese. Il parlamento svolge funzioni legislative, dunque ciò che riguarda la procedura per approvare, esaminare e promulgare le leggi (iter legislativo). Anche di controllo del governo, tramite le interrogazioni, interpellanze, mozioni e inchieste parlamentari, con commissioni d’inchiesta, o dal punto di vista economico con il bilancio. Infine, di orientamento politico, dunque approvazione dei disegni di legge, trasformare i decreti in legge, approvazione della promozione di legge, definizione dell’ordine del giorno del Governo e mozione di fiducia o sfiducia. 4. IL BUON COSTUME ED IL CONCETTO DI OSCENO Il buon costume è l’unico limite esplicito dell’art.21, relativo alla libera manifestazione pubblica delle idee, pensieri ed opinioni. Si tratta di un concetto indeterminato ed evolutivo, ovvero che muta in simbiosi con la società, e riguarda tutto ciò che è conforme al senso comune del pudore, in particolare alla sfera sessuale. Appartiene a questa categoria tutto ciò che è considerato osceno, concetto che viene stabilito mediante l’interpretazione del giudice basandosi sul senso comune e pubblicamente percepito e non su un interpretazione soggettiva. Deve essere pubblico, dunque non viene considerato osceno un atto che si esaurisce nella sfera privata. In particolare, questo limite tutela i minori e si applica soprattutto nelle opere cinematografiche, tramite atti preventivi sulle opere filmiche. Per quanto riguarda l’arte, si hanno due interpretazioni di osceno: l’arte non può mai essere osceno e osceno non è mai arte. Tuttavia l’arte può utilizzare l’osceno come una sua forma d’espressione, in quanto non si tratta di un tipo di comunicazione tutelata dall’art.21, ma lo è dall’art. 33. 5. GLI INTERVENTI DIRETTI DI SOSTEGNO ALLO SPETTACOLO Gli interventi dello stato nel campo dell’arte devono rispettare il principio di neutralità attiva, come riportato negli art. 9 e 33. Con interventi diretti si intende la formazione di enti e istituzioni a sostegno di un specifico settore. Nell’ambito dello spettacolo i più importanti sono stati generati durante il fascismo: ETI, INDA ,LUCE, Cinecittà, Accademia delle arti drammatiche, Centro sperimentale per la cinematografia. Fino agli anni ’80 questi enti erano pubblici, ma, in seguito al periodo della privatizzazione, tramutano in fondazioni e gruppi di società. La privatizzazione, di fatto, è solo formale poiché, pur assumendo il modello delle società sul mercato, rimangono sostanzialmente in mano allo stato: sono società pubbliche, in cui la maggioranza delle azioni ovvero il diritto di controllare le informazioni personali e mantenerle private se non di interesse pubblico. Per quanto riguarda i limiti di natura pubblicistica, troviamo i segreti. Tra quelli che riguardano la libertà attiva ci sono i segreti professionali, che impongono di non divulgare informazioni acquisite attraverso professioni specifiche (come medici, avvocati, sacerdoti...) e il diritto a non testimoniare in tribunale. Nei segreti del giornalista, questa limitazione protegge solo la fonte e non l'informazione: la notizia deve essere fiduciaria (con una confidenza tra giornalista e fonte) e riguarda solo i giornalisti professionisti (giornalisti pubblicisti obbligati a rispondere se chiamati a testimoniare). Tuttavia, se le informazioni sono essenziali per dimostrare la commissione di un reato e conoscere la fonte è necessario per verificarne la veridicità, il giudice può ordinare al giornalista di rivelare il segreto. Per le libertà riflessive, sono presenti il segreto investigativo, mantenuto durante l'indagine prima della formalizzazione del processo, il segreto di stato, che non può riguardare notizie, fatti o documenti relativi a stragi, terrorismo e atti contro la costituzione. Viene imposto dai pubblici ufficiali per salvaguardare l'interesse dello stato ed ha una durata di 15 anni, prorogabile fino a 30 anni, dopo i quali si può chiedere al PdCdM di accedervi). Infine, vi è il segreto d'ufficio, ovvero l’obbligo di non divulgare decisioni prese all'interno dell'amministrazione. Altri limiti di natura pubblicistica riguardano: l'ordine pubblico, nel senso materiale di sicurezza pubblica ottenuta mediante la prevenzione dei reati e, in senso ideale, l'ordine legale e normativo che lo definisce; le esigenze giuridiche, tramite l’ammissione di telecamere durante il processo se autorizzate da entrambe le parti, e, se in mancanza di autorizzazione, il giudice può decidere se la conoscenza del dibattito sia di interesse sociale, con la possibilità per chi non ha autorizzato di avere il viso offuscato; e, infine, la lesione all'onore delle istituzioni, che comprende reati di vilipendio alla bandiera, alla repubblica, agli organi dello stato, alle alte cariche, al Presidente della Repubblica e alla religione. 11. L’EVOLUZIONE DEL MONOPOLIO NEL SETTORE DELLA RADIOTELEVISIONE Il comparto della radiotelevisione ha originariamente assunto la forma di un monopolio per ragioni di natura tecnica, in quanto lo spazio etereo disponibile è limitato e lo Stato è ritenuto il soggetto più idoneo per gestirlo. Tale monopolio è stato giustificato anche da motivazioni economiche, al fine di evitare che un singolo attore acquisisse una posizione dominante e ne abusasse. Pertanto, si è preferito un monopolio pubblico. Motivazioni di natura politica hanno altresì svolto un ruolo significativo, con l'accento sull'utilità per l'interesse dei cittadini e il riconoscimento della radiotelevisione come strumento cruciale per la formazione della coscienza politica. Il monopolio pubblico è stato istituito a partire dal 1910, assumendo ulteriori sviluppi durante il periodo fascista con l'affidamento della diffusione dei servizi di radiodiffusione all'Unione Radiofonica Italiana (URI), che successivamente nel 1929 è stata confermata come una società pubblica denominata EIAR. Negli anni '50, con la prima trasmissione televisiva in Italia, l'EIAR diventa RAI (Radio Audizione Italiana), mantenendo la sua posizione di monopolio pubblico. Nel 1954, con l'introduzione della televisione, la denominazione diventa Radiotelevisione Italiana. Fino agli anni '80, nonostante il mantenimento del monopolio pubblico, si registra una situazione di stallo a causa dell'incapacità del legislatore di stabilire regole significative nel settore della radiotelevisione. La Corte Costituzionale interviene esercitando la sua funzione di controllo della costituzionalità e spingendo per una regolamentazione più approfondita. Nel 1976, la scoperta di frequenze nell'etere (cono d'ombra) consente la trasmissione via cavo senza influire sullo spazio delle frequenze nazionali del monopolio pubblico. Nascono così emittenti locali attraverso la sindacazione o sistema delle interconnessioni funzionali, che trasmettono via cavo registrando i programmi su cassette VHS. Queste emittenti locali, in concorrenza tra loro (con predominanza della Mediaset), coesistono con la Rai. La necessità di creare una regolamentazione che garantisca il pluralismo esterno emerge, sottolineando l'importanza di coinvolgere più soggetti in ogni tecnologia di trasmissione per assicurare una pluralità di fonti informative, mantenendo al contempo le caratteristiche di concorrenza. 12. LA CORTE COSTITUZIONALE: FUNZIONE E COMPOSIZIONE La Corte Costituzionale assume il ruolo esclusivo di giudicare i reati del Presidente della Repubblica, controllare la costituzionalità delle leggi e risolvere i conflitti tra gli organi di stato. Composta da 15 giudici, di cui un terzo è eletto dal Presidente della Repubblica, un terzo dal Parlamento in seduta comune e un terzo dalle supreme magistrature di ordine amministrativo e giudiziario, la Corte Costituzionale ha un mandato di 9 anni. I giudici godono dell'immunità parlamentare e la loro carica è incompatibile con altre professioni. Il presidente della Corte è eletto internamente dai giudici stessi, con unmandato di 3 anni rieleggibile fino alla fine del periodo. Per quanto concerne la costituzionalità delle leggi, la Corte Costituzionale può essere chiamata in causa attraverso due vie: incidentalmente, quando un avvocato solleva l'obiezione che una legge incostituzionale sia stata applicata durante un processo, il giudice valuta la rilevanza e la fondatezza della questione e, se necessario, la sottopone alla Corte Costituzionale con un'ordinanza di remissione; o direttamente, in caso di conflitti tra vari organi di stato (regione-regione, stato-regioni o tra poteri di stato). Il processo di accusa del Presidente della Repubblica inizia con la votazione a maggioranza assoluta per la messa in accusa. L'atto di accusa, insieme alla lista dei parlamentari che agiranno come commissari d'accusa, viene presentato alla Corte Costituzionale. La Corte procede quindi con l'interrogatorio del Presidente, seguito dal dibattito che coinvolge tutti i giudici della Corte Costituzionale insieme a 16 giudici aggiunti. La Corte si riunisce in Camera di consiglio e procede alle votazioni, senza ammettere astensioni e rendendo il processo inappellabile. La Corte Costituzionale può emettere: sentenze di accoglimento parziale, ovvero accogliendo ma modificando la legge per adattarla alla costituzione; aggiuntive, quindi richiedendo l'aggiunta di elementi alla legge per renderla conforme alla costituzione; di monito, ovvero fornendo indicazioni e direzioni da seguire; o di rigetto, quindi salvando la legge solo se interpretata in un certo modo. 13. IL DECALOGO DEI GIORNALISTI La clausola dell'articolo 51 consente di escludere la punibilità di determinati comportamenti quando svolti nell'esercizio del diritto di cronaca. Al di fuori di tale ambito, gli stessi comportamenti possono essere considerati punibili. I quattro criteri che definiscono il diritto di cronaca e determinano in quali casi un comportamento può essere esente da punizione sono i seguenti: 1. Utilità sociale: Il fatto o la notizia devono riguardare eventi o informazioni di interesse pubblico, non del pubblico in senso strettamente individuale. Si tratta dell'interesse della collettività a essere informata su eventi che possono contribuire alla formazione dell'opinione pubblica. 2. Verità dei fatti: È necessario che si tratti di fatti effettivamente accaduti. Anche se la realtà oggettiva potrebbe non essere completamente riscontrabile, la "verità putativa" deve rispettare una stretta corrispondenza tra i fatti realmente accaduti e quelli riportati. 3. Continenza: La comunicazione deve avvenire in una forma chiara, evitando di favorire l'offesa diretta. Questo implica l'uso di un linguaggio e di un tono che non promuovano lesioni o offese dirette nei confronti delle persone coinvolte. 4. Attualità: La notizia deve riguardare fatti che soddisfino l'interesse del pubblico e consentano alle persone coinvolte di ritornare nell'anonimato attraverso il diritto all'oblio. In questo modo, il diritto di cronaca non dovrebbe perpetuare l'attenzione su eventi passati che non sono più di interesse pubblico. In sintesi, questi criteri delineano i limiti e le condizioni sotto cui un comportamento può beneficiare dell'esenzione da punizione nel contesto dell'esercizio del diritto di cronaca. 14. ILLECITI SOGGETTIVI SU INTERNET La tutela delle opere protette dal diritto d'autore è affidata all'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), che si propone anche di contrastare la pirateria attraverso l'attuazione di due modelli distinti. Il primo modello riguarda la "rimozione selettiva del contenuto illecito". In questa situazione, se un sito ospita contenuti legali o illegali senza perseguire come finalità principale la pirateria, ma offre al pubblico opere protette dal diritto d'autore senza autorizzazione, l'AGCOM richiede all'uploader la rimozione del materiale illecito. Nel caso in cui, entro tre giorni, la rimozione non venga effettuata, l'AGCOM si rivolge agli internet service provider o ai servizi di hosting. Se il sito si trova in Italia, l'AGCOM provvede alla rimozione selettiva del singolo contenuto. Il secondo modello prevede la "disabilitazione dell'accesso al sito" attraverso il blocco degli indirizzi IP. Questo approccio viene adottato per contrastare la pirateria su larga scala, soprattutto quando i server sono situati all'estero. L'AGCOM emette una richiesta di basata sulla trasparenza, proporzionalità, obiettività e non discriminazione, sottolineando il diritto di iniziativa economica dei privati in questo settore. Il passaggio da un monopolio pubblico a un mercato concorrenziale richiedeva una regolamentazione adeguata. Lo stato, non più diretto proprietario del settore, divenne il regolatore del mercato delle telecomunicazioni, imponendo obblighi alle imprese private, ad esempio, per quanto riguarda il servizio universale. In Italia, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha assunto il ruolo di controllo di questo settore. La seconda fase di liberalizzazione si è verificata nei primi anni 2000 con la convergenza tecnologica tra servizi di telecomunicazioni, informatici e radiotelevisivi. La Communication Review del 1999 ha introdotto il principio della neutralità tecnologica e della concorrenza tra settori, rendendo obsolete le regolamentazioni specifiche per ciascun settore. Il Codice delle comunicazioni elettroniche del 2003 ha unito diverse direttive, affrontando aspetti come la gestione delle radiofrequenze, l'antitrust per evitare posizioni dominanti (antitrust attivo: ; antitrust passivo , la tutela della riservatezza delle comunicazioni private e la definizione dei servizi a pagamento nei servizi di trasmissione elettronica. 19. CONNESSIONI E DIFFERENZE DEGLI ART.9 E 33 Gli articoli 9 e 33 della Costituzione Italiana trattano entrambi il tema dell'arte, ma disciplinano aspetti diversi, apparentemente in contrasto tra loro. L'articolo 9 sostiene che lo stato debba promuovere l'arte e il patrimonio artistico, proteggendo le forme esistenti e favorendo lo sviluppo di nuove espressioni. Tuttavia, vi è un'eccezione nel caso di espressioni artistiche che mirano a sopraffare altre forme o sono contrarie ai valori costituzionali, le quali non ricevono sostegno finanziario pubblico. In questo caso, si parla di uno stato interventista. Dall'altro lato, l'articolo 33 afferma che l'arte è libera, così come il suo insegnamento. Qui, si tratta di uno stato garantista, il cui compito è assicurare che l'arte mantenga la sua libertà originaria e non sia influenzata. Alcuni interpretano l'articolo 33 come una conseguenza dell'articolo 21, ma con la differenza che, rispetto a quest'ultimo, non è soggetto al limite dell'osceno. L'arte, in quanto forma di comunicazione particolare, non può essere considerata oscena, e l'osceno non può essere categorizzato come arte. Tuttavia, l'arte può utilizzare l'osceno come strumento espressivo. Questi due articoli sono collegati dall'articolo 3 della Costituzione, il quale sottolinea l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge e l'obbligo dello stato di rimuovere gli ostacoli che rendono le persone diverse. Lo stato deve assumere una posizione di neutralità attiva nei confronti dell'arte, intervenendo nel sostegno della cultura senza influenzare l'espressione artistica. 20. FUS Il Fondo Unico Spettacolo (FUS) rappresenta un intervento diretto dello Stato finalizzato a sostenere le attività nei diversi settori dello spettacolo e promuoverne lo sviluppo. Le risorse economiche destinate al FUS vengono distribuite attraverso decreti del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, che specificano la ripartizione delle quote. In particolare, per le arti figurative, è destinato il 2% dell'ammontare totale delle spese. Questo finanziamento può essere utilizzato per la costruzione e il restauro, oltre che per la promozione delle attività artistiche. È importante sottolineare che il settore cinematografico attualmente è escluso dal FUS, e la gestione finanziaria relativa alla produzione, promozione, distribuzione, esercizio e industrie tecniche del cinema è affidata alla Banca Nazionale del Lavoro (BNL). Per beneficiare del credito, le opere cinematografiche devono rispettare determinati criteri, come la qualità artistica, l'idoneità tecnica e una prevalenza di elementi italiani, che possono includere la presenza di luoghi o attori italiani. 21. LE FONTI DEL DIRITTO Le fonti del diritto sono gli atti di produzione normativa che forniscono le regole giuridiche che disciplinano la convivenza sociale. Si possono distinguere in fonti-fatto, basate sulle consuetudini, e fonti-atto, basate su regole definite e scritte. Le principali fonti del diritto includono: 1. Fonti Costituzionali: ● Principi costituzionali immodificabili; ● La Costituzione e le leggi costituzionali che costituiscono la base dell'ordinamento e richiedono procedure speciali per essere modificate. 2. Fonti Comunitarie: ● Regolamenti e direttive emanati dalle istituzioni dell'Unione Europea. Queste norme si applicano in tutti gli Stati membri e hanno prevalenza sulle leggi nazionali. 3. Fonti Primarie: ● Atti aventi forza di legge, come leggi, disegni di legge convertiti in legge, decreti legge, decreti legislativi, regolamenti parlamentari e comunitari. 4. Fonti Subprimarie: ● Atti emessi da organismi pubblici come regioni o province, ma equiparati a quelli statali. 5. Fonti Secondarie o Regolamenti: ● Permettono di dettagliare, integrare o applicare le leggi. Si distinguono tra quelli statali, emanati da organi dello Stato, e non statali, provenienti da enti pubblici, regioni o enti locali. Le fonti del diritto costituiscono il fondamento normativo che regola i rapporti giuridici e la vita sociale in una determinata comunità o paese. 22. CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA: COMPOSIZIONE E FUNZIONI Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) è un organo che non si occupa direttamente delle controversie tra cittadini o tra cittadini e lo Stato, bensì ha il compito di vigilare sull'attività della magistratura e di garantire l'indipendenza e l'imparzialità dei magistrati. Il CSM ha principalmente funzioni di controllo, disciplina e nomina all'interno del sistema giudiziario. Il CSM è composto da 27 membri, di cui il Presidente della Repubblica (PdR) ne presiede le sedute. Tra i membri vi sono il presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione, mentre i restanti 24 membri sono elettivi: 2/3 sono eletti dai magistrati e 1/3 è eletto dal Parlamento in seduta comune. La magistratura si suddivide in diverse branche: 1. Magistratura Amministrativa: Si occupa delle controversie relative alla violazione di comportamenti indicati dall'amministrazione, con sanzioni pecuniarie come la multa; 2. Magistratura Civile: Risolve le controversie tra privati. Si basa sul principio della domanda, e la corte si pronuncia sulla richiesta dell'attore che ha avviato il giudizio e sulle eccezioni del convenuto chiamato in giudizio, con la sanzione che può essere il risarcimento dei danni; 3. Magistratura Penale: Si occupa di reati e comportamenti illeciti. Le pene possono variare da ammende a detenzione ed ergastolo. La magistratura può anche essere distinta tra: a. Inquirente: Si occupa solo di procedimenti penali e comprende i pubblici ministeri e magistrati. Ha il compito di condurre le indagini preliminari; b. Giudicante: Si occupa di procedimenti penali e civili ed è composta da giudici. Offre tre gradi di giudizio, con la possibilità di ricorsi. In caso di terzo grado, la Corte di Cassazione decide sui ricorsi e controlla l'applicazione corretta della legge. 23. LA FORMAZIONE DEL GOVERNO Il processo di formazione del governo inizia con una fase preparatoria, durante la quale il Presidente della Repubblica (PdR) avvia consultazioni con gli ex Presidenti della Repubblica, gli ex Presidenti del Consiglio dei Ministri (PdCdM) e tiene conto delle proposte avanzate dai partiti. Successivamente, il PdR nomina l'incaricato del governo (PdCdM designato), il quale accetta con riserva. Tale incaricato è solitamente una figura in grado di conquistare la fiducia delle camere, spesso scelta tra i candidati del partito che ha ottenuto la maggioranza parlamentare. La fase di incarico si conclude con lo scioglimento e la nomina dei ministri da parte del PdR, su proposta del PdCdM designato. Quest'ultimo può scegliere i ministri sia tra i membri del suo stesso partito che tra quelli di partiti diversi. Il PdCdM e i ministri prestano giuramento sulle mani del PdR, impegnandosi a seguire e rispettare i principi e i valori della Costituzione. Il governo può considerarsi formato dopo il giuramento, ma non è autorizzato a compiere atti politici impegnativi fino a quando il suo programma non sia stato discusso e vengono introdotte nuove caratteristiche per qualificare il tipo di comunicazione. Oltre alla determinatezza del destinatario e alla riservatezza del messaggio, vengono considerate l'infungibilità del destinatario (le caratteristiche uniche che identificano il soggetto) e la volontà del mittente di mantenere la comunicazione privata e segreta, selezionando i propri interlocutori. 28. IL SERVIZIO UNIVERSALE Il concetto di servizio universale nelle telecomunicazioni è stato introdotto nel periodo della prima liberalizzazione, alla fine degli anni '80. Questo avvenne in concomitanza con l'apertura del settore delle telecomunicazioni alla concorrenza, seguita dalla privatizzazione di enti precedentemente di proprietà pubblica, come ad esempio Telecom Italia. Questa trasformazione rese necessaria l'individuazione di un nuovo equilibrio tra il principio di concorrenza nel settore e la necessità di regolamentazione per garantire la pluralità delle voci e un adeguato servizio alla società (regolamentazione sociale). Poiché le società private attive sul mercato utilizzavano infrastrutture originariamente di proprietà statale, lo Stato divenne il regolatore del mercato in cui operavano diverse entità. In questo contesto, si sviluppò il concetto di servizio universale delle telecomunicazioni. L'obiettivo di questo concetto è garantire a tutti gli utenti un insieme minimo di servizi di qualità, accessibili a prezzi ragionevoli e in grado di coprire l'intera area geografica del paese. In altre parole, il servizio universale mira a garantire che tutti i cittadini abbiano accesso a servizi di comunicazione fondamentali, indipendentemente dalla loro ubicazione o da altri fattori socioeconomici. 29. CARATTERI DELLA COSTITUZIONE La Costituzione Italiana è l'atto supremo dell'ordinamento e presenta diversi caratteri distintivi: 1. Scritta: La Costituzione è redatta per iscritto e rappresenta un documento formale che stabilisce i principi fondamentali e l'organizzazione dello Stato. 2. Rigida: La modifica della Costituzione è un processo complesso e difficoltoso. Richiede una procedura specifica, generalmente più ardua rispetto alla modifica di altre leggi ordinarie. Questo carattere riflette l'intenzione di preservare la stabilità e la coerenza dei principi fondamentali. 3. Lunga: La Costituzione non si limita a delineare i diritti e i doveri dei cittadini, ma fornisce anche dettagli sull'organizzazione e il funzionamento delle istituzioni statali. Contiene quindi disposizioni su vari aspetti della vita pubblica. 4. Aperta/Elastica: La Costituzione è aperta a modifiche e può essere adattata alle esigenze e ai cambiamenti della società nel tempo. L'interpretazione della Costituzione può essere attualizzata, consentendo una certa elasticità nell'applicazione dei suoi principi. 5. Programmatica: La Costituzione italiana è stata concepita come un programma da attuare gradualmente. Contiene principi generali e orientamenti per la costruzione di un ordinamento giuridico e sociale equo. In sintesi, la Costituzione Italiana rappresenta un documento fondamentale che stabilisce le basi per l'organizzazione dello Stato italiano, fornendo una guida principale per i diritti e le responsabilità dei cittadini, nonché per il funzionamento delle istituzioni democratiche. 30. DIRITTO DI CRONACA, CRITICA, SATIRA L'articolo 21 della Costituzione Italiana garantisce la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, sancendo che non vi sono limiti se non quelli stabiliti dalla stessa Costituzione. Tuttavia, esistono alcune "forme privilegiate" di espressione che, in certe circostanze, godono di una tutela particolare. Tra queste forme privilegiate rientrano il diritto di cronaca, il diritto di critica e il diritto di satira. 1. Diritto di Cronaca: Il diritto di cronaca si riferisce alla libertà di pubblicare fatti e avvenimenti di interesse pubblico o che si svolgono in luoghi pubblici. È considerato un'espressione specifica della libertà di informazione e gode di una tutela privilegiata, con la clausola di non punibilità. Quando si esercita il diritto di cronaca, l'interesse collettivo prevale sull'onore e la reputazione del singolo. Tuttavia, spetta ai giudici stabilire i limiti e risolvere eventuali controversie. 2. Diritto di Critica: A differenza della cronaca, il diritto di critica comporta un giudizio soggettivo e esprime un punto di vista specifico. L'unico limite è rappresentato dall'interesse pubblico e sociale. È importante che la critica sia argomentata e rispetti la continenza. La verifica seriosa e professionale delle fonti informative è altrettanto fondamentale. 3. Diritto di Satira: Il diritto di satira consiste nel raccontare la realtà attraverso burla, esagerazione ed estremizzazione dei fatti. La satira colpisce con lo scherno e il ridicolo concetti, passioni, modi di vita ed atteggiamenti comuni, spesso in contrasto con la morale comune o l'ideale. Questo diritto trova fondamento anche negli articoli 9 e 33 della Costituzione, poiché rappresenta un messaggio culturale ed artistico. Esistono limiti esterni ed interni alla satira, e nel momento in cui si mescola con la cronaca, devono essere rispettati i requisiti di quest'ultima. In generale, la tutela di queste "forme privilegiate" si basa sulla necessità di garantire la libera espressione di opinioni, la diffusione di informazioni di interesse pubblico e la creatività artistica, nel rispetto degli equilibri tra diritti individuali e interessi collettivi. 31. GOVERNO: FUNZIONE E ORGANIZZAZIONE Il Governo italiano è l'organo esecutivo del paese ed è l'espressione della maggioranza parlamentare. Svolge due funzioni principali: una politica, che riguarda la definizione degli obiettivi e delle priorità, rappresentando l'apice della direzione politica; e una amministrativa, che si occupa della gestione pratica delle risorse per raggiungere gli obiettivi stabiliti. L'organo è complesso, formato da tre componenti principali: 1. Presidente del Consiglio dei Ministri: ● Ruolo: Il Presidente del Consiglio dei Ministri è il capo del governo e organo monocratico. Non è superiore agli altri membri del governo, ma assume una posizione di supremazia nella scelta dei ministri e nella direzione generale del governo. ● Funzioni: Dirige la politica generale del governo e svolge un ruolo chiave nella costruzione e conduzione dell'esecutivo. 2. Ministri: ● Ruolo: I ministri rappresentano una duplice funzione all'interno del governo. Da un lato, partecipano alla definizione delle priorità e degli obiettivi politici; dall'altro, gestiscono l'amministrazione e gli apparati ministeriali per implementare tali obiettivi. ● Divisione: I ministri si dividono in ministri con portafoglio, che hanno responsabilità su strutture organizzate, governano apparati e personale e gestiscono stanziamenti finanziari, e ministri senza portafoglio, che si occupano principalmente di relazioni con enti esterni senza gestione diretta di risorse finanziarie. 3. Consiglio dei Ministri: ● Ruolo: Il Consiglio dei Ministri è l'organo collegiale dove le decisioni vengono prese sulla base della maggioranza dei voti. Tutti i ministri votano in modo uguale. ● Principio di Solidarietà: Nonostante possano esserci disaccordi interni, è fondamentale rispettare il principio di solidarietà. Il Consiglio può anche coinvolgere altre figure, come vicepresidenti, sottosegretari e commissari, per affrontare specifici temi o problemi. Inoltre, la struttura dei ministeri può essere organizzata in dipartimenti, ciascuno guidato da un capodipartimento e con competenze specifiche, o in ministeri a segretariato generale, con una struttura gerarchica composta da segretari generali. Va notato che il numero e la struttura dei ministeri sono spesso oggetto di negoziati e decisioni politiche, soggetti a modifiche da parte di ciascun governo successivo. La legge dell'articolo 95 della Costituzione richiede la definizione del numero dei ministeri, che può variare in base alle scelte di ciascun governo. 32. ORDINE PUBBLICO COME LIMITE ALLA MANIFESTAZIONE LIBERTA’ DEL PENSIERO L'ordine pubblico rappresenta uno dei limiti impliciti di natura pubblicistica all'articolo 21 della Costituzione italiana, mirati a preservare finalità collettive. Questo concetto ha suscitato diverse discussioni in virtù della sua potenziale connotazione autoritaria e dei rischi di strumentalizzazione in senso antidemocratico. Per mitigare questi rischi, la Corte Costituzionale ha elaborato limiti logici, adottando la tesi dello "speech plus." Secondo questa tesi, non sono garantite dall'articolo 21 le manifestazioni di pensiero che includano un'incitazione all'azione. La Corte ha quindi distinto tra due tipi di pensiero: puro (espressione puramente concettuale) e impuro (pensiero associato a un'azione). La giurisprudenza ha riconosciuto che limitazioni possono essere poste per preservare l'ordine pubblico, inteso come l'ordine legale fondamentale per la convivenza sociale. Questo approccio ha portato alla giustificazione di limitazioni alla libertà di pensiero per favorire l'ordine pubblico, considerato un bene collettivo e un'esigenza rilevante anche negli ordinamenti democratici. Tali limitazioni hanno generato controversie e sollevato questioni relative ai reati d'opinione e alle restrizioni alla libertà di espressione. 33. LO STATO E GLI ELEMENTI COSTITUENTI 3. Fase Deliberativa: La commissione discute e delibera sul disegno di legge, apportando eventuali modifiche. Successivamente, il disegno di legge viene discusso nelle camere dei deputati e del senato. 4. Votazione: La discussione termina con la votazione, che avviene in modo dettagliato, articolo per articolo, con la possibilità di votare sugli emendamenti. Successivamente, si procede con il voto sulla legge nel suo complesso. 5. Procedimento di Navetta: Se una delle camere apporta modifiche al testo approvato dall'altra camera, il disegno di legge deve tornare per un nuovo voto all'altra camera. 6. Fase di Promulgazione: Una volta che il disegno di legge è stato approvato da entrambe le camere, viene inviato al Presidente della Repubblica (PdR) per la promulgazione. Il PdR può approvare o richiedere modifiche. 7. Fase di Pubblicazione: Dopo l'approvazione presidenziale, il disegno di legge diventa legge e viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale per un periodo di "vacatio legis" di 15 giorni. Trascorso questo periodo, la legge entra in vigore. Questo processo assicura che una proposta legislativa venga accuratamente valutata e discussa prima di diventare legge, coinvolgendo sia la Camera dei Deputati che quella del Senato. 37. DIFFERENZE E CONNESSIONI TRA ART.15 E ART.21 Articolo 15: Riguarda la libertà di comunicazione e stabilisce che la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. Questo articolo si concentra sulla salvaguardia del diritto alla riservatezza dell'individuo nelle comunicazioni dirette da un soggetto noto a un altro soggetto noto. La limitazione di questa libertà può avvenire solo per atto del giudice. Articolo 21: Riguarda la libertà di manifestazione del pensiero con ogni mezzo di diffusione. Contrariamente all'articolo 15, l'articolo 21 si occupa di una dinamica comunicativa che va da un soggetto noto a un pubblico indistinto. La sua finalità è garantire la libera circolazione delle informazioni per assicurare un pluralismo delle voci. La limitazione di questa libertà non può essere fondata sulla Costituzione stessa. Entrambi gli articoli sono fondamentali per garantire diritti fondamentali e stabilire limiti chiari alla possibile limitazione di tali diritti. La distinzione tra la sfera della comunicazione privata e quella della manifestazione pubblica del pensiero è essenziale per comprendere appieno il contesto e l'applicazione di tali disposizioni. 38. COMMISSIONI PARLAMENTARI Le commissioni parlamentari servono per facilitare il lavoro nelle camere, per cui per organizzare il lavoro si dividono in commissioni di genere che rappresentano al loro interno le percentuali dei gruppi parlamentari presenti nella camera. Esistono vari tipi di commissioni: 1. Commissioni Permanenti: Queste commissioni corrispondono alle materie dei ministeri e sono composte proporzionalmente rispetto ai gruppi parlamentari. Sono progettate per snellire il lavoro dell'assemblea. Ci sono 14 commissioni permanenti per ciascuna camera del Parlamento. 2. Commissioni Temporanee: Queste commissioni sono formate per affrontare lavori straordinari e trattare temi specifici in un periodo di tempo limitato. Alcune di esse possono essere chiamate "commissioni d'inchiesta", con poteri simili a quelli dei magistrati inquirenti. 3. Commissioni di Vigilanza: Queste commissioni hanno un ruolo di controllo sull'operato di parti specifiche dello Stato. Due esempi noti sono la Commissione di Vigilanza sulla RAI e la Commissione di Vigilanza sui Servizi Segreti, presiedute da membri dell'opposizione. 39. ORGANI DI GOVERNO DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE Il Parlamento ha un ruolo centrale nel settore della, specialmente nella stampa e nella radiotelevisione. Commissione parlamentare RAI: ● Disciplina giuridica: La commissione RAI trova la sua disciplina nella legge n. 103/1975. ● Trasferimento di gestione: La legge ha determinato il trasferimento della gestione del settore televisivo dal Governo al Parlamento. ● Competenze della commissione: a. Poteri di indirizzo: Formula direttive generali per l'attuazione dei principi di indipendenza e obiettività della società concessionaria del servizio pubblico. b. Poteri di controllo: Verifica il rispetto degli indirizzi da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. c. Poteri normativi: Emanazione di norme per garantire l'accesso alla programmazione radiotelevisiva da parte di enti e formazioni sociali. d. Poteri politici e amministrativi: Ha poteri di natura politica e amministrativa. e. Poteri di informazione: Può invitare a riferire il presidente, gli amministratori e i dirigenti della società concessionaria e altri soggetti ritenuti utili. Governo: 1. Legge Mammì: La legge n. 223/1990, nota come legge Mammì, ha attribuito al Governo un ruolo significativo nel settore delle comunicazioni. 2. Distinzione di funzioni: a. Potere normativo: Il Governo è titolare del potere di adottare atti aventi forza di legge. b. Funzioni del presidente del consiglio dei ministri: Il presidente del consiglio dei ministri ha poteri specifici, come la stipula di convenzioni aggiuntive con la società concessionaria del servizio pubblico per trasmissioni verso l'estero e la gestione temporanea delle radiofrequenze assegnate ai concessionari privati. Questa distinzione mostra come sia il Parlamento che il Governo svolgano ruoli chiave nella regolamentazione e nella gestione del settore delle comunicazioni in Italia. 40. ILLECITI PERSONALI SU INTERNET le principali categorie di illeciti correlati a Internet e delle responsabilità dei fornitori di servizi sono: 1. Categorie di Illeciti: ● Illeciti di Internet: Azioni illegali o comportamenti illeciti che coinvolgono direttamente la rete Internet. ● Illeciti contro Internet: Attacchi o danni perpetrati contro la struttura stessa di Internet, come attacchi informatici o sabotaggi. ● Illeciti per mezzo di Internet: Comprende le violazioni di legge commesse attraverso Internet, come la diffamazione online o la violazione del diritto d'autore. 2. Responsabilità dei Soggetti: ● Access Providers: Fornitori di accesso a Internet che forniscono la connessione agli utenti. ● Service Providers: Fornitori di servizi in rete che offrono vari servizi, come hosting, e-mail, o servizi cloud. ● Content Providers: Fornitori di contenuti che creano o pubblicano informazioni online. 3. Direttiva Europea sul Commercio Elettronico: ● La responsabilità dei prestatori di servizi intermediari nella società dell'informazione è limitata per evitare che diventino il punto di convergenza per richieste di risarcimento. ● I prestatori di servizi non sono responsabili per le informazioni trasmesse, la memorizzazione automatica delle informazioni o le informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio. Questo bilanciamento tra la tutela dei diritti della personalità e la garanzia del diritto di comunicazione riflette la complessità della gestione legale delle attività online. La direttiva europea sul commercio elettronico fornisce linee guida chiare per limitare la responsabilità dei fornitori di servizi in Internet. 41. LE CRISI DI GOVERNO Queste situazioni illustrano i diversi scenari che possono portare a una crisi politica e alla conseguente dimissione del Governo in Italia. Esistono tre tipi di crisi che possono verificarsi nel contesto politico e parlamentare: 1. Crisi Parlamentari: ● Si verificano quando una o entrambe le Camere del Parlamento negano la fiducia al Governo. ● Un'altra situazione si verifica quando il Governo pone la questione di fiducia su un disegno di legge importante, legando così la sua permanenza in carica all'approvazione parlamentare. 2. Crisi Extraparlamentari: ● Si verificano quando un partito politico o una corrente che sosteneva il Governo si ritira dalla coalizione, causando la perdita di una maggioranza parlamentare per il Governo. ● In questa situazione, il Governo si dimette spontaneamente, anche senza un voto di sfiducia espresso. 3. Crisi per Ragioni di Correttezza: Nel 1848, viene promulgato l'editto sulla stampa, introduttivo di alcune importanti novità. Tra queste, si evidenziano il divieto di interventi preventivi e di censura prima della pubblicazione. In pratica, la stampa non può essere soggetta a censura anticipata; eventuali restrizioni possono essere applicate solo in un secondo momento, con l'intervento di un'autorità amministrativa. Inoltre, si introduce una distinzione nella disciplina tra stampa comune e stampa periodica, riconoscendo che soddisfano esigenze differenti. Entrambe le categorie, tuttavia, coinvolgono i tre settori di produzione, distribuzione e vendita. Negli anni '30 e '40, durante il periodo fascista, vengono istituiti enti mirati a favorire lo sviluppo della stampa e di settori correlati. Ad esempio, si forma l'Ente Nazionale Cellulosa e Carta, unificando tutte le categorie legate al mercato della cellulosa. Questo ente, presentandosi come garante dei prezzi della cellulosa, esercita di fatto un controllo sulla distribuzione della materia prima dell'editoria. Altri organi, come il Ministero per la Cultura Popolare (MinCulPop) o l'Ente Stampa, vengono creati con l'obiettivo di potenziare e sviluppare i servizi redazionali e di corrispondenza di giornali e periodici. Per promuovere la concorrenza e il pluralismo, viene istituito il Fondo per il Pluralismo, che fornisce sostegno finanziario pubblico al settore editoriale. Questo fondo è progettato per garantire un ambiente mediatico diversificato, promuovendo la presenza di diverse testate giornalistiche. 46. REVISIONE PREVENTIVA CINEMATOGRAFICA Per proteggere i minori, i film vengono sottoposti a una valutazione da parte di una commissione di revisione composta da nove membri, con la presidenza affidata a un docente di materie giuridiche. Questa commissione può assegnare tre specifiche classificazioni: "film per tutti", "film vietato ai minori" (di 14 o 18 anni) o "diniego di nulla osta". Le decisioni della commissione si basano su due criteri principali: il rispetto del buon costume e la tutela dei minori. Se un film viene vietato ai minori, può essere trasmesso solo se sono presenti dispositivi di parental control e può andare in onda solo nel periodo compreso tra le 23:00 e le 7:00. Ogni film deve riportare un simbolo che ne indichi la classificazione e spetta agli operatori stessi proporre una classificazione in base alla fascia d'età. Questa classificazione deve essere visibile sia nel prodotto che nelle relative presentazioni commerciali, come pubblicità o trailer. 47. DIRITTO ALL’IDENTITA’ PERSONALE Il diritto all'identità personale rappresenta un limite implicito alla libertà di manifestazione del pensiero, come sancito dall'articolo 21. Questo diritto garantisce a ogni individuo di essere descritto in modo accurato, senza distorsioni che possano alterare la percezione della propria personalità agli occhi del pubblico. Tale tutela opera sia in senso positivo, evitando l'attribuzione di informazioni false o distorte, sia in senso negativo, impedendo la diffusione di caratteristiche e pensieri che non appartengono al soggetto. L'identità personale comprende anche l'identità digitale, che rappresenta la corrispondenza univoca tra un utente e i suoi attributi identificativi nel contesto informatico. Ad esempio, il domain name costituisce un elemento distintivo per un individuo o un'azienda. Pertanto, è vietato adottare un dominio che sia identico o simile a un marchio altrui se, a causa dell'affinità tra l'attività dei titolari del dominio e i prodotti o servizi per cui il marchio è registrato, possa verificarsi un rischio di confusione tra il pubblico. 48. DEONTOLOGIA La deontologia rappresenta il codice etico che alcuni professionisti adottano per autoregolare e definire le modalità di svolgimento della propria attività. Nel contesto dell'informazione in Italia, i professionisti del giornalismo hanno optato per un codice deontologico, costituito da norme autoprodotte e di autoregolazione. Questa scelta riflette la sensibilità del settore giornalistico, considerato troppo delicato per essere regolato direttamente dallo Stato, che pertanto invita il corpo sociale ad autoregolarsi. Un giornalista impegnato nella raccolta di informazioni è tenuto a divulgare la propria identità, professione e motivazioni per la raccolta, a meno che ciò non comporti rischi per la sua sicurezza o comprometta l'esito dell'inchiesta. Nel caso in cui un giornalista venga a conoscenza di dati inesatti o incompleti, è obbligato a rettificarli, attribuendo alla rettifica la stessa importanza della notizia originale. Le banche dati dei giornalisti sono considerate assolutamente riservate, consentendo al giornalista di conservare i dati per il tempo che ritiene necessario per perseguire i propri obiettivi. I dati sensibili e sensibilissimi possono essere divulgati solo in circostanze specifiche, come quando sono utili per risolvere un caso o prevenire un reato. Diversamente, le redazioni devono rendere noto, due volte all'anno, il tipo di informazioni di cui dispongono nelle loro banche dati. 49. LEGGE GASPARRI SUL RIORDINO DEL SISTEMA TELEVISIONE Nel 2004 è stata approvata la legge Gasparri, la quale ha istituito un Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) in risposta alla presenza di frequenze digitali in maggior quantità a causa delle loro dimensioni più ridotte. La legge ha suscitato alcune critiche poiché ha accomunato in modo incoerente diverse attività di lucro, tra cui stampa quotidiana e periodica, cinema, pubblicità esterna e sponsorizzazioni. Tuttavia, per l'Unione Europea, questa unificazione non è considerata rilevante come mercato comune, inteso come tutti i prodotti che soddisfano uno stesso bisogno. La Legge Gasparri ha introdotto il Testo Unico, che distingue tre figure principali: gli operatori di rete, titolari del diritto di installazione, esercizio e fornitura di una rete di comunicazione elettronica su frequenze terrestri; i fornitori di servizi, soggetti che forniscono servizi al pubblico attraverso la rete, con accesso condizionato; i fornitori di contenuti, soggetti con responsabilità editoriale. Tutte e tre queste figure sono tenute a iscriversi al ROC, ovvero il Registro degli Operatori di Comunicazione.
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