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DOMANDE APERTE ESAME DIRITTO DELL'INFORMAZIONE E DEI MEDIA DANIELE DONATI, Prove d'esame di Diritto Dei Media

Domande aperte esame diritto dell'informazione e dei media Daniele Donati

Tipologia: Prove d'esame

2021/2022

Caricato il 16/01/2023

greta-beltrani
greta-beltrani 🇮🇹

4.3

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Scarica DOMANDE APERTE ESAME DIRITTO DELL'INFORMAZIONE E DEI MEDIA DANIELE DONATI e più Prove d'esame in PDF di Diritto Dei Media solo su Docsity! PARTE 1: ISTITUZIONI DIRITTO PUBBLICO -Diritto: insieme di regole dirette a disciplinare il comportamento dell'uomo nella società. Funzioni: diritto civile (disciplina delle relazioni tra cittadini), diritto pubblico (disciplina delle relazioni tra cittadini e istituzioni), diritto penale (repressione dei comportamenti socialmente dannosi). - Norme giuridiche: ipotesi che potrebbero portare il mondo dove vorremmo, fanno convergere al giusto comportamento (regole del dover essere). Caratteri delle norme giuridiche: generalità (applicabile a tutti coloro che si trovino nella situazione disciplinata dalla norma), astrattezza (esprime una volontà preliminare e disciplina situazioni che potranno verificarsi), novità (deve innovare l’ordinamento), esteriorità (oggetto della sua disciplina è l’azione esterna del soggetto, il suo agire), indipendenza (crea un’interdipendenza tra posizioni di vantaggio e svantaggio), imperatività (l’attuazione è garantita da un sistema sanzionario). -Potere: è un’espressione verticale, qualcuno si deve collocare in un posto più alto di quello tra pari. 3 forme di potere: irrazionale (si dà il potere a qualcuno che ci incute timore), aristocratico (potere per pochi), razionale (do il potere a qualcuno che mi convince perché sa governare). -2 tipi di sistemi: common law-> es Inghilterra. Non ha una costituzione perché sarebbe vincolante, c’è un continuo mutamento del mondo e della società; ci sono cose che il legislatore decide di non ingabbiare in una costituzione e lascia ai giudici il compito di interpretare e adeguare. Civil law-> es Italia. Si basa su una norma scritta che non lascia spazio alla creatività. LO STATO E GLI ELEMENTI COSTITUENTI: Lo Stato è l'organizzazione che dà vita all'ordinamento. È l'ordinamento giuridico che esercita il potere su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti. Si distinguono 3 concetti di Stato: stato-comunità (il popolo, stanziato in un dato territorio, organizzato attorno ad un potere centrale), stato- persona (per astrazione la soggettività dello stato come entità nel suo complesso) e stato-apparato (l'organizzazione del potere centrale che detiene il monopolio della forza e impone il rispetto delle norme). Per parlare di Stato abbiamo bisogno di 3 elementi: POPOLO (insieme si persone legate allo stato da un vincolo di cittadinanza; vari modi per acquisire la cittadinanza, come ius sanguinis, ius soli, naturalizzazione per concessione..), TERRITORIO (parte della superficie terrestre su cui si costituisce lo Stato e gli è coessenziale. Elementi principali: terraferma (porzione di superficie terrestre delimitata da confini naturali e stabiliti) e mare territoriale (fascia di mare lungo le coste su cui lo stato esercita la propria sovranità) e SOVRANITA' (supremazia nei confronti di ogni altro ente esterno, che si concretizza nell'affermazione dell'originarietà dell'ordinamento giuridico e della sua indipendenza). LE FORME DI STATO: relazione sovranità/popolo-> L'evoluzione delle forme di stato inizia con lo stato patrimoniale (potere nelle mani dell’imperatore), stato assoluto (in cui la sovranità si identifica con il singolo, il monarca), stato di polizia (in cui il re governa perché ritiene di essere la persona più adatta a svolgere questo ruolo), stato di diritto o politico (in cui si introducono sistemi di rappresentanza e tutela dei cittadini e si dividono il potere per evitare la concentrazione nelle mani del singolo) e stato sociale (in cui si richiede l'intervento dello stato per rimuovere le differenze tra i cittadini). Relazione sovranità/territorio-> stato unitario (un solo popolo, un solo territorio, un solo potere sovrano), stato federale (nuovo ordinamento giuridico sovrano a somma dei popoli e territori degli stati membri), stato regionale (unica sovranità che riconosce ampi spazi alle regioni o anche ai comuni). FORME DI GOVERNO: indica la relazione fra gli organi di governo. Monarchia (potere in mano ad un solo soggetto, ma potere sempre più simbolico e meno effettivo), repubblica (il potere è in mano al popolo, è cosa di tutti). Modello parlamentare: il popolo vota il parlamento e il parlamento dà vita al governo con un voto di fiducia; sempre il parlamento elegge il Pdr. Modello semipresidenziale: il popolo sceglie il parlamento e il Pdr (che ha poteri politici effettivi), mentre il parlamento sceglie il governo. Modello presidenziale: il presidente sceglie il governo. LE FONTI DEL DIRITTO: sono atti di produzione normativa. Si distinguono fonti-fatto (basate sulle consuetudini) e fonti-atto (basate su regole definite e scritte). Le fonti del diritto possono essere Costituzionali (principi costituzionali che non sono modificabili), comunitarie (regolamenti e direttive che vengono applicate in tutti gli stati membri e prevalgono sulle leggi di questi), primarie (sono gli atti aventi forza di legge come leggi, disegni legge convertiti in legge, decreti legge, decreti legislativi, regolamenti parlamentari e comunitari), subprimarie (emesse da altri organismi pubblici come regioni o provincie ma equiparate a quelle statali) e secondarie (permettono di completare una legge). I criteri per ordinare le fonti del diritto sono 3: criterio gerarchico (le norme hanno valore e forza diverse, quelle di rango inferiore devono rispettare quelle di rango superiore), criterio della competenza (diversi soggetti producono norme (stato, regioni e enti locali) e ognuno di essi ha una competenza differenziata), criterio cronologico (si applica sempre la norma più recente-> prevalenza della norma nuova sulla vecchia: abrogazione). CARATTERI DELLA COSTITUZIONE: La Costituzione è l'atto supremo dell'ordinamento, è l'insieme di principi e valori e diritti che un sistema riconosce ai propri cittadini. Costituzione formale (in senso materiale, scritta e non), liberale (lo stato garantisce e tutela i diritti degli individui), socialista (lo stato mira a una trasformazione dell'assetto economico che abolisca la società privata), democratico-sociale (lo stato assicura i diritti e si impegna attivamente a una trasformazione della società in certi limiti). I suoi caratteri sono: scritta, poiché è redatta per iscritto (138 art. primi 12 principi fondamentali e inviolabili, 13-54 diritti e doveri dei cittadini, 55-138 funzionamento dello stato e delle istituzioni); rigida, poiché è molto difficile modificarla in quanto ha un meccanismo di avere salvaguardia del suo testo molto complesso; lunga, poiché non contiene solo diritti e doveri dei cittadini ma anche il funzionamento delle istituzioni del paese; elastica, perché è scritta in modo da assicurare un'interpretazione flessibile e adattabile alla realtà in continuo cambiamento; aperta, perché i programmi sono generali e devono essere applicati, programmatica, poiché era stata concepita come programma da attuare poco alla volta. -UE: divisione dei poteri-> parlamento europeo (propone disegni di nuova normativa, approva il bilancio dell’UE e svolge una funzione di controllo sugli altri organi, insieme al consiglio dell’UE condivide la funzione legislativa), consiglio europeo (segna l’agenda politica dell’UE), commissione europea (è organizzata in ministeri). - Fonti comunitarie: la norma comunitaria (europea) prevale sempre su quella interna; si dividono in: originarie (trattati: che non possono tradire i valori della nostra costituzione), regolamenti (entrano direttamente in vigore in tutti gli stati europei dopo l’approvazione da Bruxelles), direttive (atti legislativi che stabiliscono un obiettivo che tutti gli stati europei devono realizzare). -Diritto ad associarsi in partiti (individuo come parte di associazione sociale): partiti politici (associazioni di persone che perseguono la stessa visione della società, condividono un programma politico e lo portano al governo (concorso tra partiti, metodo democratico dentro ai partiti, determinazione alla politica nazionale), sindacato (associazioni che cercano di perseguire condizioni di lavoro migliori). Vincolo elettorale oppure: referendum (500.00 firme, controllo, 50%+1) o iniziativa legislativa popolare (50.000 persone con diritto di voto firmano una proposta di legge e la mandano alle camere). -Voto: libero (posso votare chi voglio), segreto (nessuno ci può costringere a rivelare il nostro voto), uguale (ognuno di noi vale 1), personale (non si può delegare il voto). Sistemi elettorali: proporzionale (fotografa nel modo più preciso possibile l’orientamento dell’elettorato; svantaggio: difficoltà formazione maggioranza; correttivi: soglia di superamento (devi superare x%-> i partiti si uniscono), premio di maggioranza (do i seggi che mancano per la maggioranza al partito con più voti), metodo d’hondt (rafforza i partiti con più voti). Maggioritario: forza i partiti a formare una coalizione; svantaggio: non fotografa in modo preciso l’andamento dell’elettorato; correttivo: su 400 seggi, 300 con maggioritario e 100 con proporzionale (per fare entrare i partiti più piccoli). IL PARLAMENTO: ORGANIZZAZIONI E FUNZIONI: è un organo di tipo collegiale formato da due assemblee: Camera dei Deputati (630, si vota a 18 e si può essere votati a 25) e Senato della Repubblica (315+senatori a vita, si vota a 25 e si può essere votati a 40). È l'organo rappresentativo per eccellenza dell'opinione dei cittadini, poiché viene eletto direttamente da questi. Autonomia delle camere-> la Camera è così composta: Presidente (eletto a maggioranza dai componenti in camera), ufficio di presidenza (rappresenta le forze politiche di ogni camera e definisce l'agenda), i gruppi parlamentari (sono il riflesso dei partiti politici dentro il parlamento, eleggono un capogruppo che organizza i lavori e definisce l'agenda), gruppi misti (in cui fanno parte i parlamentari che sono stati espulsi da un gruppo parlamentare), commissioni (servono per facilitare il lavoro nelle camere, svolgono compiti specifici. Esistono vari tipi di commissioni: le commissioni permanenti (coincidono con le materie dei ministeri), le commissioni temporanee (vengono formate per lavori straordinari che trattano temi specifici in poco tempo) e commissioni di vigilanza (commissioni straordinarie che controllano l'operato di pezzi dello Stato; le due più famose sono quella sulla RAI, e quella sui Servizi Segreti)), giunte parlamentari (svolgono lavori tecnici). La carica delle camere dura 5 anni e si chiama legislatura. Il parlamento svolge funzioni: legislativa (riguarda la procedura per approvare, esaminare e promulgare le leggi), di controllo del governo (tramite le interrogazioni, interpellazioni, mozioni e inchieste parlamentari) e orientamento politico (approvazione dei disegni di legge, trasformare i decreti in legge, approvazione della promozione di legge, definizione dell'ordine del giorno del Governo, mozione di fiducia/sfiducia). Insindacabilità (non perseguibili per scelte fatte o voti) e inviolabilità (non possono essere interrogati, perseguiti e mandati a processo senza il permesso della camera). ITER LEGISLATIVO: Il procedimento legislativo ordinario si compone di 5 fasi: fase di iniziativa legislativa (proporre un disegno di legge), fase istruttoria (approfondire, acquisire gli elementi di conoscenza necessari per completare i disegni di legge e per poter arrivare ad una discussione), fase deliberativa (disegno di legge è discusso e vengono fatte IL DECALOGO DEI GIORNALISTI: La clausola dell'art.51 permette di scriminare certi comportamenti se svolti durante l'esercizio del diritto di cronaca. I 4 criteri che definiscono il diritto di cronaca e quindi determinano in quali casi un comportamento può essere scriminato sono: utilità sociale (il fatto o la notizia devono riguardare degli avvenimenti o delle informazioni di interesse / pubblico), verità dei fatti (si deve parlare di fatti realmente accaduti), forma civile dell’esposizione (si deve usare una forma chiara e non si deve favorire l'offesa diretta), attualità (la notizia deve riguardare fatti che soddisfino l'interesse del pubblico). DIRITTO DI CRONACA, CRITICA, SATIRA: Il diritto di cronaca è il diritto di raccontare notizie e pensieri prevalentemente altrui, è il diritto ad informarsi, trasmettere e diffondere l'informazione, la sua funzione è di raccogliere le informazioni per diffonderle alla collettività. Il diritto di critica si differenzia da quello di cronaca perché il primo non consiste nella narrazione di meri fatti, bensì nell'espressione di un giudizio o più genericamente di un'opinione che non può pretendersi obiettiva perché la critica per sua natura è fondata su un'interpretazione necessariamente soggettiva di fatti e comportamenti. Genera dissensi e consensi. Tra le forme di espressione del pensiero troviamo anche la satira, la cui caratteristica è raccontare la realtà attraverso la burla, l'esagerazione e l'estremizzazione dei fatti, suscitando ilarità nei destinatari del messaggio. In confronto al diritto di cronaca, si attribuisce un minor rilievo alla veridicità dei fatti. PECULIARITA' DELL'INTERVISTA: Intervista dal punto di vista giuridico, è stata analizzata da diverse posizioni. Un primo orientamento afferma che il giornalista risulterebbe obbligato non solo a rispettare fedelmente il contenuto delle dichiarazioni dell'intervistato, ma anche verificare la loro rispondenza al vero e la loro continenza formale. Un secondo orientamento concentrava la responsabilità sul giornalista. Un terzo orientamento ritiene che nel caso di un'intervista a persona conosciuta dal pubblico, per il giornalista sarebbe sufficiente attenersi fedelmente alle dichiarazioni dell'intervistato riportandole in maniera integrale, anche laddove intervista contenga valutazioni e giudizi espressi su altri personaggi noti. Un quarto orientamento chiede una severa distinzione tra i fatti che l'intervistato riporta (che vanno verificati) e le sue opinioni (che vanno lasciate intatte). DIRITTO ALL'IDENTITA' PERSONALE: diritto dato a ogni individuo di vedersi descritto esattamente così com'è, senza inesattezze che ne stravolgano la personalità agli occhi del pubblico. In positivo essere rappresentati con la propria vera identità, in negativo non vedere modificato o alterato il proprio patrimonio intellettuale, politico, etico. DIRITTO ALLA RISERVATEZZA: La riservatezza è uno dei limiti impliciti dell'art.21 di natura privata, che riguardano il singolo cittadino in relazione con gli altri. La riservatezza può essere intesa come diritto ad essere lasciati soli e diritto di decidere se portare o meno alla conoscenza degli altri le proprie idee e opinioni (natura anglosassone, chiamata privacy) o intesa come diritto che l'individuo ha di tutelare le proprie informazioni. DIRITTO ALL'IMMAGINE: Il diritto all'immagine è quel diritto che permette di vederci rappresentati secondo la propria immagine senza che questa venga modificata all'esterno. Non ci può essere una manipolazione di terzi né della nostra immagine né di parte di ciò che ci rende riconoscibili e non si può decontestualizzarla, alterarla, offuscarla o travisarla. DIRITTO ALL'OBLIO: Nella tutela al diritto alla riservatezza, viene fatto rientrare il diritto all'oblio. Lo scorrere del tempo estinsi determina la perdita di rilevanza pubblica della notizia e il maturare di un interesse a rientrare nell'anonimato. Con questo diritto si vogliono evitare che vengano diffuse informazioni riferite ad un periodo temporale ormai lontano, la cui conoscenza da parte dell'opinione pubblica potrebbe nuocere alla reputazione della persona oggetto della notizia. DIRITTO ALLA PRIVACY: Il significato di privacy, nel tempo, si è evoluto anche in relazione all'evoluzione tecnologica. Inizialmente riferito alla sfera della vita privata, negli ultimi decenni ha subito un'evoluzione estensiva, arrivando ad indicare il diritto al controllo sui propri dati personali. Il significato odierno, di privacy, è relativo al diritto della persona di controllare che le li informazioni che la riguardano vengano trattate o guardate da altri solo in caso di necessità. DIRITTO DI ESSERE INFORMATI/INFORMARSI: lato attivo: libertà di informare, definisce la posizione di colui che elabora e diffonde le notizie e le informazioni; lato passivo: libertà di informarsi e essere informati. AFFINITA' E DIFFERENZE TRA ART. 21 E ART. 15: Entrambi gli articoli riguardano la libertà di espressione e comunicazione del proprio pensiero, di opinioni, idee, ecc. Nonostante questa affinità, i due articoli riguardano ambiti diversi e hanno finalità diverse. L'art. 21 si interessa della libertà di manifestazione del proprio pensiero con ogni mezzo di diffusione e ha come fine la diffusione delle informazioni per garantire che ci sia un pluralismo delle voci. Ha quindi un carattere diffuso e pubblico e si rivolge a un destinatario ampio e interminabile (da uno a molti- informazione). L'art. 15 invece riguarda la libertà di corrispondenza privata e consiste nel rispettare il diritto di riservatezza dell'individuo. L'art. 15 si collega al 2 (che garantisce i diritti inviolabili), poiché afferma come diritto inviolabile il diritto alla comunicazione segreta e privata, il cui contenuto non deve essere modificato e non deve subire restrizioni a meno che questo non sia di interesse pubblico (da uno a uno-comunicazione). CONNESSIONI E DIFFERENZE DEGLI ART.9 E 33: In Italia abbiamo due norme che si occupano dell'arte, l'art. 9 e 33, due articoli che pure riguardanti lo stesso argomento ne disciplinano aspetti diversi, tanto da sembrare in contrasto. L'art 9 sostiene che lo stato deve promuovere l'arte e il proprio patrimonio artistico, proteggendo il vecchio e favorendo lo sviluppo del nuovo. Si parla in questo caso di stato interventista. L'art. 33, invece, sostiene che l'arte è libera e libero ne è l'insegnamento. In questo caso si parla di stato garantista, che ha appunto il compito di garantire che l'arte mantenga la sua originaria libertà e non venga influenzata. Questi due articoli sono tenuti insieme grazie all'art. 3 (tutti siamo uguali di fronte alla legge e lo stato deve rimuovere gli ostacoli che ci rendono differenti), per cui lo stato deve promuovere gli eventi e le diversità senza alcuna influenza ideologica. Lo stato deve assumere la posizione di neutralità attiva nei confronti dell'arte, intervenendo nel sostegno della cultura senza influenzare l'espressione artistica. PARTE 3: I MEDIA COMUNICAZIONE POLITICA IN ITALIA: Fino al 1993 l’Italia era un paese privo di una disciplina delle campagne elettorali, e quindi l'assenza di una disciplina regolativa, la possibilità di occupare gran parte degli spazi propagandistici disponibili sui mezzi di informazione era aperta a chiunque disponesse di rilevanti risorse economiche, un assetto di questo genere va in forte contrasto con i principi costituzionali di eguaglianza sostanziale e libera manifestazione del pensiero. 1975 si viene ad imporre alla concessionaria pubblica RAI una riserva di appositi spazi di trasmissione a favore di associazioni e gruppi, nasce così l'accesso al servizio radiotelevisivo pubblico, impone un minimo di ore di programmazione televisiva (5% sul tot) e radiofonica (3% sul tot) affidando alla commissione parlamentare di vigilanza il compito di regolare direttamente i programmi così denominati. La disciplina recente si articola in 3 grandi aree: 1) uso e accesso ai mezzi di comunicazione di massa durante il periodo "ufficiale" di campagna elettorale pari indicativamente ai due mesi precedenti le elezioni, 2) la seconda area riguarda il regime economico finanziario delle campagne elettorali 3) La terza area riguarda le misure sanzionatorie per la violazione delle regole in tema di uso e di accesso ai mezzi di cdm, in tema di trasparenza e contenimento delle spese elettorali. LA STAMPA: la libertà di espressione coincide con la libertà di stampa, ci sono 2 modelli: americano: stampa=affermazione libertà di espressione, francese: dalla libertà di manifestazione del pensiero scaturisce la libertà di stampa. 1848 editto sulla stampa-› paese che conta ancora il 78% di analfabetismo; il mercato fa di tutto per aumentare la propria diffusione. 1935 prima forma di sostegno alla stampa: ente nazionale cellulosa e carta (fascista; controllo sulla carta=controllo a chi la vendo e a chi no). Legge sulla stampa: sono considerate stampe o stampati tutte le riproduzioni tipografiche o comunque ottenute con mezzi meccanici o fisico-chimici, in qualsiasi modo destinate alla pubblicazione. Ogni stampato deve indicare il luogo e l'anno di pubblicazione, nonché nome e domicilio dello stampatore, e se esiste dell'editore. Ogni giornale periodico deve avere un direttore responsabile che deve essere cittadino italiano. ORDINE DEI GIORNALISTI: L'ordine dei giornalisti, istituito nel 1963, è organizzato su due livelli: nazionale (consiglio nazionale 3 composto da non più di 60 membri di cui 2/3 professionisti e 1/3 pubblicisti. Eletti dagli ordini regionali; durano circa 3 anni e possono essere rieletti) e regionale (consigli regionali formati da 6 professionisti e 3 pubblicisti scelti tra gli iscritti nei rispettivi elenchi regionali ed interregionali ed eletti dai professionisti o dai pubblicisti regolarmente iscritti all'albo). La loro attività di base è la tenuta dell'albo dei giornalisti (istituito durante il periodo fascista dissimulando la volontà di esercitare un controllo sull'esercizio dell'attività di formazione), l'organizzazione dell'attività formativa che tutti i giornalisti devono fare ogni tre anni, l'erogazione delle sanzioni erogate in un procedimento con un dibattito. Un'altra funzione importante è l'esercizio del potere disciplinare nei confronti degli iscritti che si siano macchiati di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionale. La definizione di stampato non regge più-> Prodotto editoriale: prodotto realizzato su supporto cartaceo o informatico destinato alla pubblicazione o diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo. Sostegno economico: forme di credito agevolato, livello quantitativo di carta utilizzato nell'anno precedente quale criterio per l'assegnazione di tale contributo, alle imprese editrici spettano anche contributi straordinari a carico del bilancio dello stato. Norme antitrust: obblighi di trasparenza-> obbligo di iscrizione al ROC (registro operatori della comunicazione), obbligo di depositare annualmente nel registro il proprio bilancio annuale. Giornalista: colui che provvede alla raccolta, elaborazione o commento di notizie destinate a essere diffuse tramite organi di informazione. Carta dei doveri del giornalista 1993: promuove il rapporto di fiducia tra gli organi di informazione e i cittadini; esercizio del diritto di cronaca, ma tutela dei diritti fondamentali della persona. L'EVOLUZIONE DEL MONOPOLIO NEL SETTORE DELLA RADIOTELEVISIONE: Il settore della radiotelevisione nasce come monopolio per ragioni tecniche (lo spazio sull'etere è limitato e lo stato è il più qualificato a gestirlo), economiche (si vuole evitare che un dominante assuma una posizione dominante e abusi di questa, per questo si preferisce il monopolio pubblico) e politiche (utilità dell'interesse del cittadino; la radiotv era un importante strumento per la costruzione della coscienza politica). Dal 1910 si instaura il monopolio pubblico. Con il fascismo si affida la diffusione dei servizi di radiodiffusione ad un a sola società, URI (Unione Radiofonica Italiana) che nel 1929 si conferma come società pubblica e viene chiamata EIAR. Negli anni '50 diventa RAI (Radio Audizione Italiana) e si conferma nel monopolio pubblico. Nel 1954 si ha la prima trasmissione televisiva in Italia e la RAI assume la denominazione di Radiotelevisione Italiana. Nel 1976 si scoprono delle frequenze nell'etere (cono d'ombra) in cui si può trasmettere via cavo senza portare via spazio alle frequenze nazionali del monopolio pubblico. Si ha quindi un periodo di concorrenza tra questi enti locali (dove prevale la Mediaset) e la Rai. IL SERVIZIO PUBBLICO NEL SETTORE DELLA RADIOTELEVISIONE (RAI): Il servizio pubblico della televisione è affidato alla RAI, una società con il modello delle società azionarie che stanno sul mercato (seguito privatizzazione degli anni '80) ma che ha la maggioranza delle azioni in mano pubblica. Ha una doppia natura anche per quanto riguarda i finanziamenti poiché si basa su compenso ottenuto dal canone di abbonamento e entrate pubblicitarie. Dovrebbe adempiere a valori costituzionali (info ed educazione del cittadino) ma allo stesso tempo deve tenere conto delle richieste degli inserzionisti. L'EVOLUZIONE GIURISPRUDENZIALE DEL PLURALISMO PUBBLICITARIO NEL SISTEMA RADIOTELEVISIVO: Il pluralismo pubblicitario viene inizialmente regolamentato dalla Legge Mammi (1990), che disciplina il sistema della radiotelevisione pubblica e di quella privata e permette di garantire una regolamentazione uniforme di entrambi i settori. Entrambi i settori dovevano rispettare i principi di correttezza, imparzialità e pluralità. La Legge Mammi introduce come prima la regolamentazione antitrust, il quale impedisce la concentrazione eccessiva del servizio nelle mani di uno solo dei soggetti, evitando che questo abusi della posizione dominante. Il contenuto della Mammi riguarda inoltre la tutela del minore e dell'utente come consumatore, impone delle limitazioni per quanto riguarda delle telepromozioni e la raccolta dei compensi mediante la pubblicità e favorisce i programmi prodotti in Europa. Tuttavia il piano di assegnazione delle frequenze fallisce e si vengono a creare delle reti disomogenee. Inoltre il pluralismo garantito dalla Mammi non viene ritenuto soddisfacente e la legge viene ritenuta costituzionalmente illegittima. Con la legge Maccanico (1997) si costituisce l'AGCOM (Autorità Garante della Comunicazione) che sostituisce il Garante e che svolge la 26 propria funzione nel settore delle telecomunicazioni e della radiotelevisione. L'AGCOM si occupa della pianificazione delle frequenze e individua 11 reti omogenee. Di queste ogni soggetto può averne solo 2, una deve essere dimessa: la rete dimessa non viene cancellata ma sarà disponibile o su cavo o su satellite dove il pubblico è minore. Alla Rai, in quanto servizio pubblico, venivano concesse 3. Nel 2003 viene proclamata la legge Gasparri per il riordino del sistema radiotelevisivo. Tra i contenuti principali della e2 legge si ha la differenza tra operatori di rete (installano e forniscono le reti di connessione e gli impianti), fornitori di contenuti (si occupano della programmazione radiofonica e televisiva) e fornitori di servizi (forniscono servizi al pubblico tramite l'operatore di rete). Si rimuove il limite di possesso di reti ma rimane il limite del 20% massimo di reti che un soggetto può avere (3 reti massimo). La legge Gasparri introduce il SIC (Sistema Integrato della Comunicazione), il quale permette di tutelare la concorrenza e garantire il pluralismo. Servizi lineari: trasmissione su frequenze digitali o terrestri che si basano su palinsesti di programmi; servizi non lineari: visione di programmi al momento scelto dall’utente e su sua richiesta sulla base di un catalogo di programmi. I contenuti più importanti della legge Gasparri vengono riorganizzati nel TUSMAR (Testo Unico dei Servizi Media Audiovisivi e Radiofonici) del 2010. AGCOM E LE SUE FUNZIONI: L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) è un'Autorità amministrativa indipendente g italiana di regolazione e garanzia. Le funzioni svolte sono varie: consultive di proposta (schema sulla ripartizione di frequenza, schema di convenzione annessa alla concessione Rai, disciplinari per il rilascio delle
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