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Domande e risposte di Geografia Umana (Prof. Morri), Panieri di Geografia

Domande e risposte, aperte e scelta multipla di Geografia Umana. Prof. Riccardo Morri

Tipologia: Panieri

2022/2023

In vendita dal 02/10/2023

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Scarica Domande e risposte di Geografia Umana (Prof. Morri) e più Panieri in PDF di Geografia solo su Docsity! 1 DOMANDE: DOMANDE INTRODUZIONE ALLA CARTOGRAFIA 1. Definizione di carta geografica. La carta geografica è una rappresentazione ridotta, approssimata e simbolica di tutta o parte della superficie terrestre. Essa è approssimata, ridotta e simbolica. Approssimata perché non potendo riprodurre la superficie sferica della Terra su un piano, essa è deformata, i metodi per contenere tali deformazioni sono le proiezioni geografiche. È ridotta perché bisogna ridurre le dimensioni mantenendo inalterato il rapporto tra lunghezze del disegno e quelle reali. È simbolica perché gli oggetti sono rappresentati da simboli, spiegati nella legenda. È quindi un disegno bidimensionale, non presenta una terza dimensione ed è il risultato di un’interpretazione della stessa porzione di territorio che può avere molte rappresentazioni. Le proprietà della carta geografica sono: l’isogonia, l’equivalenza e l’equidistanza. 2. Caratteristiche della carta geografica. Sono facilmente leggibili e ciò che aiuta nella loro "lettura" sono i colori e le loro gradazioni: si avranno quindi un marrone più scuro per le montagne più alte, blu scuro per identificare zone marine più profonde rispetto ad altre, il verde per indicare le pianure. 3. Proprietà della carta geografica. Equivalenza: mantiene inalterato il rapporto fra le aree sulla carta con quelle del reticolato sferico; Equidistanza: le distanze corrispondo a quelle reali; Conformità o isogonia: mantiene inalterati gli angoli retti tra meridiani e paralleli. 4. Definizione di isoipse: Segnano la quota rispetto al livello del mare e possono essere di tre tipi: - Direttrici: ogni linea vale 100m e multipli di 100. sono linee dal tratto continuo e molto marcato. - Intermedie: vale 25m e multipli di 25, con linea continua dal tratto leggero. - Ausiliarie: vale 5m e multipli di 5, con linee tratteggiate. La differenza di quota tra due isoipse consecutive è detta equidistanza. Nelle tavolette IGM l’equidistanza è sempre 25m, solitamente indicata sulla carta. 5. Come si determina la quota di un punto? 6. Definizione di coordinate geografiche? Definite sulla base del datum, le coordinate indicano la posizione di un punto sulla superficie terrestre. Le coordinate geografiche sono calcolate sulla superficie sferica e sono espresse in grandezze angolari determinate attraverso la misurazione della longitudine e latitudine. La latitudine è l’ampiezza angolare compresa fra l’equatore ed il punto in questione (P), viene espresse in gradi da 0 a 90 a nord o sud dell’equatore. La longitudine è l’ampiezza angolare fra il meridiano zero ed il punto preso in esame (P), si misura in gradi da 0 a 180 a est o ovest dal meridiano di riferimento. I gradi sono una grandezza sessagesimale. 7. Definizione di latitudine? La latitudine è l’ampiezza angolare (misurata, quindi, in gradi) compresa tra l’Equatore e la località in esame. Misurato sul meridiano passante per quel punto in gradi da 0 a 90 o a sud o a nord dell’Equatore. 8. Definizione di Longitudine? 2 Longitudine è ampiezza angolare misurata tra meridiano 0 (Greenwich o Montemario) e la località in questione. La misuriamo in gradi sul parallelo che passa per il punto da 0 a 180 gradi a est o ovest rispetto al meridiano 0. 9. Cos’è un meridiano? Un meridiano è una semicirconferenza che unisce i due Poli attraverso i punti che hanno lo stesso mezzogiorno. I meridiani di grado sono 360, ma quelli compresi tra un meridiano di grado e l’altro sono infiniti. Possiamo, dunque, affermare che i meridiani siano infiniti. Il meridiano individuato dal sistema di riferimento internazionale è quello di Greenwich, ma a livello nazionale abbiamo anche quello di Roma Monte Mario. 10. Cos’è un antimeridiano? Un antimeridiano, al contrario, è una semicirconferenza che unisce i poli attraverso tutti i punti che hanno la stessa mezzanotte. 11. Cos’è il circolo meridiano? Il circolo meridiano è l’unione di meridiano e antimeridiano. 12. Cos’è un parallelo? Un parallelo è una circonferenza data dall’intersezione della superficie terrestre con un piano perpendicolare all’asse ideale di rotazione della Terra. Abbiamo un unico parallelo individuato dal sistema internazionale di riferimento che è quello che passa per l’Equatore, che noi chiamiamo parallelo 0. Individuiamo 180 paralleli, 90 a sud e 90 a nord. 13. Proprietà delle proiezioni. Il processo di rappresentazione su un piano del reticolato della sfera è detto proiezione. Esse servono a limitare le alterazioni nella rappresentazione, infatti ogni rappresentazione piana della Terra comporta delle deformazioni, soprattutto se la superficie è ampia e dunque ha una curvatura maggiore. La proiezione per potersi dire fedele alla realtà deve avere le seguenti proprietà: Isogonia, equivalenza ed equidistanza. Le rappresentazioni cartografiche riescono conservare solo una o due di queste proprietà. Le proiezioni si dividono in: Proiezioni vere: basate su principi matematici e sulla proiezione geometrica del reticolato; Proiezioni convenzionali: basate su principi empirici; Le proiezioni geometriche vere sono poco usate, esse a loro volta si dividono in: Azimutali: basate sulla proiezione su un piano orizzontale della superficie del globo; Di sviluppo: adottano solidi ausiliari che avvolgono la superficie terrestre. 14. Cosa è il DATUM? Il Datum o sistema geodetico di riferimento serve a rappresentare graficamente la superficie terrestre e tiene conto di due elementi: • l’ellissoide scelto; • l’orientamento del geoide. Abbiamo tre sistemi del datum: ROMA40 (ellissoide internazionale Hayford e orientata a Roma Monte Mario), ED50 (European Datum 1950, ellissoide internazionale di Hayford e geoide orientato a Potsdam, si utilizza come sistema europeo di riferimento), WGS84 (World Geodetic System con ellissoide WGS84 e geocentrico, cioè con geoide orientato al centro della terra). 15. Cos’è un toponimo? 5 egualitario. Si tratta di studiosi di diversificata formazione culturale che, intendendo la realtà come “stato di cose” mirano, con l’impegno politico al rinnovamento. Si viene a definire un perimetro vasto, tra anarchismo e socialismo. Si sviluppa una critica al capitalismo. I protagonisti sono: Reclus, Kropotkin, Ghisleri, Luxemburg. Diffusione paneuropea del paradigma essenzialista. 28. Compatibilità epistemologica di Ratzel e Vidal: Al di là di qualche differenza di sfumatura e di linguaggio, non si riscontrano molte differenze sulla “natura” del prodotto scientifico. Come si può constatare la spazializzazione (localizzazione e regionalizzazione) è l’esito primo nell’ottica di entrambi: la loro è una “geografia regionale” a vocazione idiografica che aspira a creare “una geografia generale” a vocazione nomotetica. Idiografico: studia casi specifici e singoli. Nomotetico: ricerca di leggi assolute e generali. La perfetta compatibilità epistemologica dei due, si evince anche e soprattutto da Mackinder che nella sua ricerca si ispira sia ai paradigmi del determinismo ambientale di Ratzel che allo storicismo di Vidal De La Blache. 29. Descrivi il pensiero di De La Blache: Il positivismo di De La Blache può essere definito “storico”: fondamentale è il ruolo della contingenza nell’analisi dei fatti sociali e quindi sulla funzione della storia nella organizzazione di risposte “puntuali” ad eventi. La geografia di Vidal si definisce solitamente “regionale” perché spiega l’agire umano come insieme di fatti di localizzazione. L’insieme dei fatti di localizzazione offrirà allo studioso dati empirici per poter procedere a delle generalizzazioni che hanno una doppia finalità: 1) definire i confini del mosaico regionale; 2) eventualmente, per induzione, trarre delle leggi di portata “universale”. 30. Descrivi le differenze tra Positivismo ed Essenzialismo: La differenza non sta tanto nel metodo di indagine ma nelle problematiche affrontate. Queste non sono soltanto esito di una propensione esistenziale, di una scelta ideologica, ma sono anche e soprattutto il punto di partenza del processo scientifico. 31. Cosa è il Determinismo ambientale? Agli inizi dell’800 ci fu un progresso negli studi geografici, grazie al progresso scientifico e tecnico e alle idee illuministiche, soprattutto in Germania dove, oltre a Kant, operò anche Herder. Qui nacquero Alexander von Humboldt e Karl Ritter, i precursori della geografia contemporanea. Essi sono accomunati dal loro apporto epistemologico riguardo lo studio dei problemi legati alle relazioni tra uomo e natura e al principio di interdipendenza (principi alla base della geografia scientifica). Ratzel, immerso nelle idee del positivismo ambientalista, giunse a una concezione unitaria della geografia, cercando un metodo unificato per studiare la connessione tra le caratteristiche della superficie terrestre e la presenza umana. Questo viene analizzato secondo una concezione meccanicistica: fenomeni che avvengono nello spazio e nel tempo sono spiegati da leggi matematiche della meccanica. Ciò determina il principio del determinismo, valido per ogni sfera della realtà, quindi legge universale. L’ambiente naturale, perciò, diventa un agente dominatore che influenza i comportamenti umani. 32. Quali tipologie di migrazione esistono? 33. In quale anno c’è stato l’indice positivo o negativo dei flussi migratori? 34. La cartografia alla Corte di Napoli prima dell'unità d’Italia, nome del cartografo. Rizzi Zannoni fu un cartografo del XVIII secolo e fu famoso per aver delineato per ordine di Ferdinando IV re delle Due Sicilie l’Atlante Geografico del Regno di Napoli, composto da 32 carte, completata nel 1812. 35. L’Atlante Geografico del Regno di Napoli, di Rizzi Zannoni. 6 È una delle più importanti realizzazioni cartografiche del Settecento, non solo italiano: la novità scientifica consiste nell'esatta misurazione geodetica di tutta la planimetria del Regno. La sua opera contribuì alla nascita della cartografia scientifica nel Mezzogiorno d’Italia, dove, tra l’altro, diresse il Real Officio Topografico. 36. Che cos'è il commissario dell’immigrazione interna? 37. Che si intende per Colonialismo interno? 38. Chi è Giovanni Antonio Magini? Cartografo del 1500, nato nel 1555 a Padova, fu astronomo e astrologo. Rapporti con personaggi importanti del suo tempo, come Mercatore e Ortelio. Carta d’Italia pubblicata postuma nel 1620, 61 tavole e 24 pagine di commento. Non ottenne il privilegio e quindi fu plagiata. La più grande carta realizzata fino ad allora. 39. Descrivi le cinque fasi del ciclo delle città di L. Van den Berg. Esso è focalizzato sulle tendenze evolutive di una città suddivisa in due sub-aree, il centro e la periferia, alle quali si aggiunge un’area funzionale posta intorno ad esse. Le due sub-aree sono sottoposte a fenomeni continui di trasformazione. Questo modello è basato su assunzioni classiche: la prima è che l’innovazione favorisce l’evoluzione della città; la seconda è che l’evoluzione del sistema urbano è graduale e che avviene per sostituzione continua di attività a seguito di processi di innovazione. Il modello evolve seguendo quattro fasi. La prima è quella di “urbanizzazione”, caratterizzata da una forte crescita di popolazione nella parte centrale dell’agglomerazione. La seconda è la fase di “sub- urbanizzazione”, che è ancora un processo di crescita della popolazione che interessa la corona periferica ed è caratteristica dei processi di diffusione urbana. La terza è la fase di “ex- urbanizzazione”, una fase di declino della popolazione e delle attività che inizia dalla parte centrale delle città e si propaga verso l’esterno favorita dalle diseconomie in essa presenti. Infine, la quarta fase, definita di “re- urbanizzazione”, è la fase in cui la città recupera le posizioni perdute e ricomincia un nuovo ciclo di sviluppo. È evidente che questo modello descrive in modo teorico e formale i processi urbani. Ad esempio, esso si focalizza sulla città senza prendere in considerazione lo spazio circostante nel quale possono essere presenti altri centri urbani, ciascuno con i propri tempi e con le proprie caratteristiche nella realizzazione dei processi trasformativi, tali comunque da decretare la crescita o il declino di un luogo. Ciò significa che il modello ha scarsa considerazione delle modalità di costruzione dei sistemi territoriali a rete e dei processi che si instaurano all’interno di spazi più ampi di quelli urbani. 40. Quali sono le fasi del ciclo di vita delle città? Urbanizzazione: è la fase di formazione dell’area metropolitana, durante la quale la città attrae popolazione e nuove attività dal circondario, ingrandendosi con facilità e senza sosta a discapito dei centri della cintura. Delle Il ciclo di vita delle città aree metropolitane nazionali, soltanto Reggio Calabria sta attraversando questa fase. Suburbanizzazione: si registra un rallentamento della crescita della città centrale a favore dei Comuni limitrofi, che invertono la tendenza e cominciano a ingrandirsi, pur rimanendo sempre nell’orbita del nucleo centrale: si forma così l’area metropolitana. Questo è il modello di riferimento che caratterizza, al momento, tutte le aree metropolitane italiane con l’esclusione di quelle di Napoli, Palermo e Reggio Calabria. Disurbanizzazione: si verifica quando subentra una decrescita demografica sia del nucleo urbano centrale, sia dei Comuni circostanti a causa dello spostamento di popolazione e attività economiche verso le zone più esterne, con conseguente, ulteriore espansione dell’area metropolitana. In questa fase si osserva anche la formazione di «città sparse» (sprawl) caratterizzate da bassa densità abitativa e da elevata qualità ambientale. Non si tratta infatti di città dormitorio, bensì di insediamenti residenziali di 7 alto livello, con un’organizzazione reticolare e che quindi non gravitano necessariamente su un grande centro urbano; sono urbanizzazioni riservate in genere ad accogliere una popolazione dal reddito elevato e con buona disponibilità di mezzi di trasporto autonomi. Il fenomeno, al momento, nel nostro paese interessa le aree metropolitane di Napoli e Palermo. Riurbanizzazione: il nucleo centrale registra un leggero recupero di abitanti e attività, mentre tuttavia prosegue il decremento di popolazione dai Comuni circostanti verso le aree più esterne, segno che si è innescato un processo irreversibile che ha dato forma a una nuova dimensione urbana, diversa e opposta a quella di partenza. DOMANDE PUBLIC GEOGRAPHY 41. Definisci la Terza Missione e spiegane lo scopo: ANVUR ha introdotto il concetto di Terza Missione come “apertura verso il contesto socioeconomico mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze”. In tal modo dà riconoscimento ad attività che venivano già svolte in precedenza. La Terza Missione comprende otto ambiti suddivisi in due aree: valorizzazione della ricerca (area A); produzione di beni pubblici (area B). L’espressione terza missione si riferisce all’insieme di attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale e di trasformazione produttiva delle conoscenze, attraverso un processo di interazione diretta dell’università con la società civile ed il tessuto imprenditoriale, con lo scopo di promuovere la crescita economica e sociale del territorio, affinché la conoscenza diventi strumentale per l’ottenimento di benefici di natura sociale, culturale ed economica. la terza missione, come definita dall’ANVUR è a tutti gli effetti una missione istituzionale accanto alle tradizionali missioni di insegnamento e ricerca (perciò la chiamiamo “terza missione”). 42. Cosa intendiamo con Public Geography? Si tratta di una antica istanza che chiede di essere continuamente svecchiata. L’aggettivo “public” ha una duplice spiegazione: innanzitutto il suo utilizzo è dettato dalla necessità di riportare al centro del dibattito internazionale (e al pari delle altre scienze e discipline) la Geografia; in secondo luogo, nella scelta dell’aggettivo c’è anche la volontà di connettere tale disciplina ad una forma sociale. La Public Geography mira ad una emancipazione della geografia intesa come materia unilaterale, favorendo, quindi, un dialogo interdisciplinare, un confronto con le istituzioni, una crescita e una costruttiva terza missione. La terza missione ha due principali scopi: missione di valorizzazione economica della conoscenza e missione culturale e sociale. si tratta quindi di potenziare strumenti già propri di insegnamento e ricerca favorendo un dialogo tra università. 43. Convenzione europea del paesaggio, anno e quando è stata ratificata in Italia? La Convenzione Europea del Paesaggio è stata adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a Strasburgo il 19 luglio 2000 ed è stata aperta alla firma degli Stati membri dell’organizzazione a Firenze il 20 ottobre 2000. Si prefissa di promuovere la protezione, la gestione e la pianificazione dei paesaggi europei e di favorire la cooperazione europea. 44. Come definisce il paesaggio la Convenzione europea del paesaggio? 45. Elementi di continuità tra la critica del paesaggio di Lucio Gambi e la definizione di paesaggio della Convenzione europea del paesaggio? 46. Che cos’è il premio Giorgio Valussi? Il premio Giorgio Valussi è un premio istituito da AIIG (Associazione Italiana degli Insegnanti di Geografia) nel 1991 in onore di uno dei suoi presidenti, allo scopo di premiare chi con i suoi studi geografici abbia dato un apporto fondamentale alla geografia nel sociale. 10 Frutto dell’analisi della relazione fra storia e geografia Gambi mise prima a punto l’Atlante Storico d’Italia, e da questo confluirà infine in un Atlante edito nel 1976 per il volume la Storia d’Italia dove ne curerà prima la prefazione, ed in seguito ne rivaluterà l’analisi paesaggistica. 62. Caratteristiche delle strutture agricole nel Nord d’Italia per Lucio Gambi. L’agricoltura promiscua che si sviluppa al di sopra dei 500 metri ed è generalmente povera ed è inadeguatamente progredita. L’agricoltura promiscua già evoluta, cioè con un numero limitato di coltivazioni, industrializzata sulla base di aziende medio-piccole. Aree gestite da grandi aziende, gestite da imprenditori capitalisti, dove si esercita un’agricoltura a ristretto numero di seminati ma con buon profitto. La monocoltura basata su aziende a gestione familiare e la monocoltura basata su piante legnose. 63. Caratteristiche delle 5 tipologie dii paesaggio agricolo del centro-nord sotto i 700 metri per Lucio Gambi: Nell’Italia centro-nord sono state individuate 5 diverse “strutture agricole”: • Agricoltura promiscua ma inadeguatamente progredita. Si tratta di una forma che conserva tradizioni agronomiche e forme aziendali superate: fattoria mezzadrile toscana e umbra; • Agricoltura promiscua già evoluta: ha un numero più limitato e selezionato di coltivazioni. È bene industrializzata, su aziende medio-piccole a conduzione familiare, ma con frequenti integrazioni cooperative; esempio: zone frutticole della pianura del Po; • Le aree coordinate dalle grandi aziende, gestite da imprenditori capitalisti con l’occupazione di mano operaia salariata (in parte qualificata) o da cooperative di lavoro, dove si esercita una agricoltura basata su un ristretto numero di seminati di alta remuneratività. Come esempio citiamo il caso della cascina lombarda della pianura tra Ticino e Oglio; • La monocoltura fortemente industrializzata con aziende medio piccole a gestione famigliare: floricoltura ligure; • La monocoltura basata su piante legnose di vecchia tradizione: meleto e pereto di Val di Sole e Val Venosta. 64. Definizione di paesaggio visivo: Paesaggio visivo, secondo Biasutti, è ciò che si può abbracciare in un giro di orizzonte e si può percepire con tutti i sensi: è quello riprodotto da una fotografia (meglio se a colori), dall’opera di un pittore o dalla descrizione di un autore, breve o minuta che sia. Quest’ultimo, cioè l’autore, può introdurvi qualche elemento che renda il dinamismo del paesaggio visivo, che è sempre animato. La cinematografia, allora, può rendere bene questa mobilità del paesaggio e lo stesso uomo, spostandosi da un punto all’altro, corregge continuamente il suo concetto di paesaggio visivo. il paesaggio sensibile, o visivo, è costituito da un grandissimo numero di elementi e difficilmente si presenta integralmente in punti diversi della superficie emersa; questo può avvenire soltanto se il paesaggio è eccezionalmente uniforme. 65. Definizione di paesaggio geografico: Dal concetto di paesaggio visivo dipende il concetto di paesaggio geografico: questo si presenta come una sintesi astratta di quelli visivi, in quanto tende a rilevare da essi gli elementi o caratteri che presentano le più frequenti ripetizioni sopra uno spazio più o meno grande, superiore in ogni caso a quello compreso dall’orizzonte. 66. Critiche di gambi alla definizione di paesaggio di Biasutti. Gambi è concorde nel ritenere che lo studio delle forme del paesaggio sia oggi il primo interesse della geografia. Non capisce, però, come sia possibile inserire in tale paesaggio, come agente, l’uomo. In realtà si scopre che Biasutti stia parlando dell’uomo dell’ecologia. L’uomo dell’ecologia è l’uomo che non sta attaccato alla natura, ma ne fa parte come una delle tante unità della vita. Anche l’uomo, come le forme 11 naturali, ha prodotto forme paesistiche. Però oltre l’uomo dell’ecologia vi è l’uomo della storia. Questo non può ignorare l’esistenza del primo: anzi, gli permette di svilupparsi e lo ingloba in sé, lo domina e lo fa agire. E poiché l’uomo è unità, questo si realizza sul piano della storia e non sul piano dell’ecologia. 67. I tre tipi di paesaggio rurale in Europa: • Openfield, o paesaggio a campi aperti: è un paesaggio che domina l’Europa media, ad est del meridiano di Le Havre e a nord della latitudine di Digione. Si presenta come una grande distesa priva di chiusure, poco o per nulla alberato. Lo sguardo non incontra impedimenti. I campi sono separati unicamente da pietre che dal terreno si elevano per qualche dito. il paesaggio rurale si presenta in maniera uniforme: la terra coltivata è perfettamente divisa dal villaggio. Le abitazioni sono aggruppate e costituiscono un vero e proprio villaggio. Ad ogni abitazione corrisponde un piccolo giardino o un orto, delimitato da un viottolo. Al di là del viottolo abbiamo le distese coltivate. Si presentano ben delineate: distese a laniere, cioè divise in campi stretti e lunghi. La larghezza del campo si aggira tra gli 8 e i 10 metri, mentre la lunghezza può sfiorare anche i 500 m. 2,3 o anche 4 campi paralleli, insieme, formano un quartiere di rotazione. Idealmente il territorio coltivabile è suddiviso in 2 o 3 parti. Quando abbiamo due parti: una destinata alla coltivazione di un cereale, l’altra al meggese. Se ne abbiamo tre: una destinata al grano, altra al cereale primaverile, altra maggese. Non v’è proprietà privata. Il tipo di coltura è deciso dai rappresentanti della comunità, per cui il singolo agricoltore o contadino non ha potere decisionale. L’openfield è legato ad un modello economico fondamentale: quello dello spezzettamento fondiario enorme. ogni agricoltore ha infatti alcune parcelle di coltura in ogni quartiere di rotazione. I pascoli sono al di là dei quartieri di rotazione e il vago pascolo è consentito sui maggesi. • Bocage, o paesaggio a campi chiusi: caratterizza l’Europa atlantica e la Francia Occidentale. Suo tratto fondamentale è la chiusura. La chiusura può essere costruita oppure piantata. Il materiale e l’altezza della chiusura in genere determina il valore che questa ha: può avere valore puramente giuridico e discriminativo oppure di protezione\impedimento. Non è poi detto che la chiusura delimiti una proprietà. Possiamo anche avere una chiusura a livello di una stessa proprietà, che delimiti i vari campi. In Francia occidentale il campo ha una superficie di un po’ meno di un ettaro. Il disegno di insieme non è geometrico come nell’openfield. Qualsiasi accenno geometrico possiamo supporre derivi da una sistemazione recente. Tratto fondamentale è che insediamento umano è disperso. niente lavoro collettivo. forme di collettivismo e solidarietà solo in caso di situazioni eccezionali. si sviluppa però un altro tipo di solidarietà: quella legata a feste tradizionali di villaggio, come in Inghilterra meridionale. • Colture promiscue mediterranee: caratteristica fondamentale è la policoltura. La descrizione di Desplanques definisce bene questo tipo di paesaggio. L’immagine più rappresentativa, secondo Desplanques è la vite maritata ad un albero in mezzo al grano. I filari sono fondamentali perché hanno un valore specifico: sono la trama fondamentale del paesaggio e rivelano le forme e le dimensioni delle particelle agrarie, delle architetture invisibili ad occhio nudo, dii precisi ordini fisico, storico, sociale. 68. Quali sono i fattori che più di quelli fisici determinano il paesaggio? Ci sono molti fattori, oltre quelli fisici, a determinare il paesaggio. Tra questi, importanti sono i riflessi della vita religiosa: in molti paesi il disegno dei campi e delle maglie viabili viene determinato da prescrizione imposte da culti religiosi o da culti solari. Così nelle Ande fra i secoli XI e XV i territori assegnati a una saya di classe gerarchica più elevata giacevano ad oriente, il lato del sol levante e a occidente quella subalterna. Anche in Giappone il sistema collettivo del Jori disegna una rete regolare di vie agresti a scacchiera orientate secondo i punti cardinali. Pensiamo a qualcosa di più vicino: la Bretagna. In Bretagna, infatti, si è scoperto un legame tra orientazione odierna dei campi e allinearsi dei megaliti. Tra gli altri fattori importanti, abbiamo senza dubbio i fatti psicologici: sono perlopiù l’abitudine, la tradizione; fondamentali sono i rapporti tra individuo e gruppo; la configurazione aziendale; sicuramente, però, tra i più importanti abbiamo i costumi giuridici intorno alla proprietà famigliare: quelli 12 per cui l’eredità della proprietà va o al primo dei figli (come nel caso del maso chiuso atesino) o ad un certo numero tra loro. In base a questo anche la conformazione del paesaggio cambia e la configurazione assume dei tratti più stabili come nel caso dei versanti altoatesini o una conformazione frammentaria, per denunciare una costante mobilità, come nel caso del Mezzogiorno. 69. Definizione di paesaggio secondo Gambi. Nella critica che Gambi muove nei confronti delle ricerche di Emilio Sereni, definisce il paesaggio come non una sintesi che riassume gli elementi di ogni ambiente rurale, ma come una proiezione orizzontale che riguarda solo le percezioni dei sensi, dei più diversi fenomeni, esperienze e miti di cui si alimenta la storia agricola. 70. Completare a parole proprie una citazione di Gambi sul paesaggio visibile. DOMANDE PIAZZA TIBURTINO III 71. Elementi legati alla nascita delle borgate: Fondamentale motivazione della nascita delle borgate è il progetto di Mussolini di costruzione di una Roma Imperiale, che porta negli anni ‘30 a una deportazione di gruppi familiari in questi luoghi appositamente costruiti. Tuttavia, occorre considerare che nella Roma del tempo lo spazio per ospitare queste famiglie certamente non mancava: scavando più a fondo si rileva quindi non solo la volontà di lasciare spazio alla piccola borghesia impiegatizia e all’architettura di regime, ma anche di allontanare e quasi “incarcerare” gli strati più poveri delle popolazioni in questi luoghi fortemente controllati dal regime (perlomeno nei loro primi anni di vita). Vi era infine anche la necessità di aumentare la rendita di terreni troppo distanti dalla città. La necessità di allontanare questi stati della popolazione nasce dalla volontà di diluire la concentrazione di queste famiglie e individui, andando a inibire la loro capacità di organizzazione e quindi di manifestazione e rivendicazione. Questi punti sembrano in contraddizione con la semplice constatazione che unire questi gruppi in un luogo isolato dovrebbe restituire un risultato contrario, ma probabilmente il regime contava sulla maggiore capacità di controllo che offriva questa condizione di reclusione e isolamento (ricordiamo che la stessa struttura urbana delle borgate non offriva luoghi di aggregazione, a Tiburtino III non vi era nemmeno una piazza). 72. Quali tipologie di case ci sono al Tiburtino III? Case a ballatoio dove si hanno spazi comuni per accedere alle diverse stanze o abitazioni. Case in linea, caratterizzate da unità familiari accorpate e quindi una tipologia edilizia plurifamiliare. Queste tipologie di abitazione erano caratterizzate da stanze piuttosto piccole rispetto ai nuclei familiari che vennero deportati a Tiburtino III, ed inoltre il materiale da costruzione utilizzato per questa tipologia di case fu povero e scadente. 73. Origine della toponomastica di Tiburtino III e Santa Maria del Soccorso? 74. Quali sono le rappresentazioni documentarie su Tiburtino III? 75. Quali sono i problemi strutturali del Tiburtino III? 76. Nella concezione imperialista, come si adatta la concezione di Tiburtino III? La sua nascita (come la nascita delle altre borgate) è legata al fatto di voler ghettizzare e controllare una tipologia di abitanti sfollati dalla distruzione di quartieri e non graditi dell’epoca per valorizzare ancor di più il ruolo che la Roma fascista doveva assumere. Questi spazi nati nascono senza valore, valorizzati poi dagli abitanti stessi sotto il nome di comunità che hanno dato una storia al loro nuovo luogo. Con il passare degli anni la comunità stessa è entrata in crisi. La causa ancora non è certa, probabilmente potrebbe esser attribuita al cambio generazionale che non si riconoscono nella storia e nei valori della 15 il dissodamento dei suoli dell’agro romano, suolo tufaceo costituito da polveri compatte, particolarmente dure, note come cappellaccio. Queste innovazioni produssero una lenta trasformazione del paesaggio: il suolo dell’agro romano, da latifondo cerealicolo e pascolativo si trasformò in un latifondo specializzato in colture intensive e selezionate. Domenico Lanza favorì il passaggio da uno sfruttamento estensivo dei campi ad uno sfruttamento intensivo dei campi, per aumentarne la produttività. Questa trasformazione incentivò un legame sempre più forte tra campagna e città. Alla famiglia Lanza si deve, quindi, un grande apporto in quel processo di Modernizzazione Agricola della Campagna Romana il cui punto di partenza è il 4 agosto 1861, giorno in cui nacque, all’interno della famiglia Lanza, una prima società, con lo scopo di provvedere alla “conduzione di operai a lavorare in Campagna Romana ed effettuare semente per proprio conto”. Domenico Lanza crea, quindi, una piccola azienda agricola a conduzione famigliare, senza l’impiego di grandi risorse, secondo il costume dell’epoca. Costruisce abitazioni per gli operai agricoli e rompe la tradizione: mai le abitazioni venivano offerte dai conduttori delle aziende. Questo spiegherebbe anche la presenza di persone originarie di Alvito nelle tenute di Riano. Domenico Lanza “bonificatore” produsse sicuramente delle opere con effetto duraturo: bonifica degli argini del Tevere. Fatti importanti: • introduce un primo modello di agricoltura capitalista: il margine di rischio dell’investimento è equilibrato dall’introduzione di macchine moderne; • diminuzione dei tempi di lavoro; • fa sì che la ditta Fowler venda ad un prezzo di favore. 89. Quando avvenivano le prime migrazioni? Le prime migrazioni avvenivano tra aprile maggio e ottobre novembre e il rientro era previsto per il seguente gennaio febbraio. 90. Ambulanze di Alvito, che cosa sono e quali sono i dati che possiamo trarre? Erano presidi per fornire il chinino per la cura alla malaria. Fu una forma utile sia per combattere la malaria sia che a scopo preventivo, essendo impossibile per i medici spostarsi e raggiungere ogni luogo della campagna. Inoltre, i pazienti furono divisi fra mobili e stabili, per poter testare gli effetti della cura da un anno all’altro. 91. Descrizione della valle di Comino: La valle di Comino non è l’unica zona dalla quale si originano tali fenomeni migratori, ma ha una serie di caratteristiche che richiamano l’attenzione: 1) è una area interna del Lazio, una delle tante conche dell’Appennino centrale da cui provengono tantissimi braccianti che popolano la Campagna Romana; 2) la valle di Comino ha una connotazione agricola molto spiccata: questo permette ai suoi abitanti di emigrare agricoltori e non soltanto pastori; 3) è stata per buona parte di tempo sotto il controllo amministrativo della terra di lavoro (Caserta). 92. Quando è nato il comitato per le migrazioni interne e a cosa serviva? Il comitato per le migrazioni interne è nato nel 1929 (oppure nel 1926?) e si è trasformato nel 1931 nel Commissariato per la migrazione e colonizzazione interna. Ebbe una funzione importante nel progetto fascista di ruralizzazione e colonizzazione. Gli anni 29-33 sono anni fondamentali in cui si cerca di risolvere il problema della disoccupazione attraverso la promozione di opere pubbliche. Ci fu il progetto di bonifica dell’Agro Pontino e serviva manodopera. A questo scopo il Commissariato fu incaricato di reclutare manodopera e di gestire lo spostamento di nuclei familiari nelle zone bonificate. Fu un organo che cercò di realizzare, anche attraverso la gestione delle migrazioni circolari e stagionali, il sogno corporativo di controllo delle risorse. 93. Elencare le fonti sulle migrazioni da Alvito alla campagna romana: 16 fondamentali sono i registri di stato civile. Atti di nascita e atti di matrimonio ci aiutano a ricostruire l’impatto che avevano avuto queste migrazioni sulle comunità di partenza. Attraverso la informatizzazione della Carta dell’Agro Romano di Spinetti è stata ricostruita una immagine sinottica e diacronica di questi spostamenti verso la Campagna Romana. Allo stesso tempo sono state individuate alcune fonti iconografiche (dipinti, in particolare) e letterarie. Documenti conservati nell’Archivio del Comune hanno aiutato ad individuare presenza “ciociara” nella Campagna Romana. Gli archivi di stato civile ci aiutano, quindi, non tanto a quantificare il fenomeno ma a capire le condizioni in cui è maturato. fonti: a) Registri di stato civile; b) Mappa digitalizzata dell’Agro Romano di Spinetti; c) Fonti iconografiche (dipinti) e fonti letterarie; d) Documenti dell’archivio del comune; e) Archivi di Stato ci aiutano ad intercettare la presenza “ciociara” nelle Campagne della Campagna Romana; f) Atti di nascita e atti matrimoniali ci aiutano a comprendere l’impatto delle migrazioni sulle comunità di partenza. 94. Caratteristiche della mappa dell'agro romano di Spinetti (pag. 80 di Alvito): La carta dell’agro romano sono quattro fogli con i confini delle tenute e dei territori limitrofi in scala 1:75000, ed è una carta tematica, che riporta anche tutti i nomi delle tenute dell’agro romano. È una mappa che ci dà delle immagini sinottiche e diacroniche degli spostamenti verso la Campagna Romana. 95. Quali sono le tre aziende della campagna romana? Azienda del campo: provvede a varie coltivazioni della terra. Azienda del procoio: si occupa dell’allevamento bovino ed equino. Azienda della masseria: si occupa dell’industria ovina. 96. Come era divisa la provincia di “terra di lavoro”? Nel 1913, Alvito era un Comune della provincia di Terra di Lavoro, circondario di Sora. In realtà, la provincia era quella di Caserta. Ma molti la chiamavano, appunto, Terra di Lavoro: toponimo che derivava probabilmente dai Leporini o Leborini, popolazione che anticamente abitava l’area del casertano, detto appunto anche “Liburia”. Da ‘Terra Liboris’ (ovvero Terra dei Leborini) a ‘Terra Laboris’ si era poi giunti presto, con uno storpiamento del vocabolo originario, ed ecco che era nata la Terra di Lavoro. Solo 14 anni dopo la fondazione della Banca Mario Equicola, sarebbe nata, invece, la provincia di Frosinone, per volontà di Mussolini che, nel 1927, accorpando il circondario di Frosinone (da sempre provincia di Roma) con il circondario di Sora e parte di quello di Gaeta, diede vita ad un territorio “cuscinetto” tra le grandi aree di Roma e Napoli. DOMANDE CARTOGRAFIA STORICA: 97. Chi è Tolomeo? Fu un cartografo e matematico del II secolo d.C., e le sue opere più importanti sono la Geografia, che è un trattato di cartografia dove viene illustrato il mestiere del cartografo dove espone vari metodi cartografici per disegnare le carte del mondo abitato. Altra opera molto importante è il Trattato Matematico, conosciuto come Almagesto, che è la versione araba del nome greco dell’opera che vuol dire “il grandissimo”. In questa opera Tolomeo raccolse la conoscenza astronomica del mondo greco basandosi soprattutto sul lavoro di Ipparco di Nicea. I metodi di calcolo illustrati nell’Almagesto si dimostrarono essenziali per astronomi e navigatori fino all’epoca delle scoperte geografiche. 98. Cosa sono i Portolani? Il Portolano è un manuale della navigazione costiera e portuale del XIII secolo e riporta informazioni utili al riconoscimento dei luoghi sui pericoli e gli ostacoli durante la navigazione. I percorsi segnati possono 17 essere a tappe, oppure a pileggio ovvero lunghe tratte a mare aperto. il portolano più antico è del 1296 denominata compasso de navegare, scritto in sabir ovvero una lingua dovuta alla fusione di più parlate, ovvero quella catalana, araba e bizantina. i portolani interessarono prima solo il mediterraneo e poi i mari di tutto il mondo. 99. Cosa sono i Peripli? È un genere nato intorno al VI secolo a.C. e sono una serie di documenti utilizzati dai greci per la navigazione e gli spostamenti via terra. Venivano per la maggior parte utilizzati con il fine di registrare le colonie della Magna Grecia e le città con cui si avevano vividi rapporti commerciali. La narrazione nei peripli è piuttosto schematica, e le distanze sono con una misurazione detta “stadasimo”, in quanto misurata secondo la forma metrica dello stadio. Dei peripli abbiamo testimonianza in Omero nelle sue opere, Erodoto ed Esiodo. 100. Cosa sono e quali caratteristiche hanno le carte nautiche? Furono curate probabilmente dagli stessi che scrivevano i portolani poiché furono la rappresentazione grafica dei percorsi che si trovavano descritti proprio nei portolani. Queste carte prestano attenzione ai parametri costieri, e sopravvivono dal medioevo fino all’età moderna. La più antica carta nautica è la Carta Pisana del 1275. 101. Cosa è il mappamondo a T e a quale epoca risale? Il mappamondo a T è la rappresentazione della terra della maggior parte degli scritti medievali e solitamente mostrava i continenti tripartiti in questo modo: in alto l’Asia, a destra l’Europa e a sinistra l’Africa. Al centro veniva rappresentata Gerusalemme, definita nel medioevo centro del mondo. Solitamente le carte a T sono tutte orientate verso est. La più grande mappamondo a T è quello di Ebstorf. Malgrado la maggior parte di queste carte sia di origine medievale, nell’antichità chi sostenne per primo la tripartizione della terra furono Erodoto, Sallustio e Polibio. Esiste inoltre la carta T-Z, che rappresentava anche le diverse zone climatiche. 102. Caratteristiche della cartografia e degli itinerari di età romana. Le carte geografiche più conosciute di età romana sono le tabulae e gli itinerari. Le tabulae sono la registrazione di dati tecnici su bronzo in duplice copia che riproducono i vari luoghi con colori differenti. Testimonianza delle tabulae si trova ai musei capitolini con La Forma Urbis Romae e la Tabulae Pentigeriana che descrive tutto il mondo conosciuto dai romani, databile nel 250-270 d.C. Gli itinerari erano invece la descrizione dei luoghi o dei percorsi terrestri e si classificavano in: Itineraria Scripta e Adnotata: che contenevano annotazioni scritte in forma letteraria con la descrizione della distanza, della posizione dei luoghi ecc. Itineraria Picta: che rappresentavano graficamente la morfologia del territorio. Un esempio è l’orbis pictus di Menenio Vispanio Agrippa del 12 d.C. 103. Caratteristiche delle carte degli eschimesi. L’esame delle carte geografiche di popolazioni come gli Eschimesi, gli aztechi del Messico e gli indigeni delle Isole Marshall può indicarci gli elementi di una cartografia “primitiva”. Chiaramente il fatto che nell’antichità l’uomo viveva a contatto con la natura e necessitasse di sapersi orientare ha dato luogo a rappresentazioni di singoli oggetti di riconoscimento locali, porzioni esigue di territorio connotate da un carattere di concretezza. I materiali variano in base alla disponibilità e al tipo di cultura - generalmente, però, le raffigurazioni primitive consistono in incisioni su pietra o legno, graffiti rupestri (rinvenuti in moltissime località, considerati i primi esempi di disegni geografici). Dagli esempi qui riportati è possibile notare come i rilievi morfologici fossero appena accennati: l’unica eccezione si ha nella cartografia negli Eschimesi della Groenlandia, i quali - come testimonia il capitano Beechey - realizzavano modelli in rilievo con l’area riprodotta in rapporto ai giorni di viaggio necessari per attraversarla e i rilievi erano mucchi di sabbia e pietra. Calcola le coordinate (latitudine e longitudine – a Est del Meridiano di Monte Mario) in gradi, primi di grado e secondi di grado della sommità di Colle Tondo: Longitudine: T mm : ___ mm = X : 60’’ X = ___ (secondi di grado) ___ : ___ = X : 60’’ ( ___ x 60’’ ) : ___ = ___ Longitudine: Ovest / Est di Monte Mario Latitudine: T mm : ___ mm = X : 60’’ X = ___ (secondi di grado) ___ : ___ = X : 60’’ ( ___ x 60 ) : ___ = ___ Latitudine: Nord dell’Equatore (sempre) Calcola le coordinate (latitudine e longitudine – a Est del Meridiano di Monte Mario) in gradi, primi di grado e secondi di grado nel punto indicato dalla stella: Longitudine: T mm : ___ mm = X : 60’’ X = ___ (secondi di grado) ___ : ___ = X : 60’’ ( ___ x 60’’ ) : ___ = ___ Longitudine: Ovest / Est di Monte Mario Latitudine: T mm : ___ mm = X : 60’’ X = ___ (secondi di grado) ___ : ___ = X : 60’’ ( ___ x 60 ) : ___ = ___ Latitudine: Nord dell’Equatore (sempre) Calcola le coordinate (latitudine e longitudine – a Est del Meridiano di Monte Mario) in gradi, primi di grado e secondi di grado nel punto indicato dalla T: Longitudine: T mm : ___ mm = X : 60’’ X = ___ (secondi di grado) ___ : ___ = X : 60’’ ( ___ x 60’’ ) : ___ = ___ Longitudine: Ovest / Est di Monte Mario Latitudine: T mm : ___ mm = X : 60’’ X = ___ (secondi di grado) ___ : ___ = X : 60’’ ( ___ x 60 ) : ___ = ___ Latitudine: Nord dell’Equatore (sempre)
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