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Domande e Risposte Frequenti Storia Romana, Storia Antica, Schemi e mappe concettuali di Storia Romana

Domande e Risposte Frequenti Storia Romana, Storia Antica. Le epoche della Storia Antica Romana, Età monarchica, Età Repubblicana, Età imperiale. 7 re di Roma, Lega Latina, Guerra Latina, Guerra Sannitica, Guerre Puniche, Conflitto Patrizi e Plebei, Primo Triumvirato, Cesare, Secondo Triumvirato, Ottaviano, Augusto, Flavi, Imperatori Adottivi, Severi, Anarchia Militare, Costantino.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 20/06/2023

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Scarica Domande e Risposte Frequenti Storia Romana, Storia Antica e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Romana solo su Docsity! DOMANDE STORIA ROMANA GERARCHIA DELLE FONTI Le fonti storiche possono essere classificate secondo vari criteri: - In relazione all’OGGETTO D’INDAGINE storica; in questo senso dividiamo le fonti in: o Fonti primarie: forniscono una testimonianza DIRETTA di fatti ed eventi (come monumenti, documenti, iscrizioni ecc.) o Fonti secondarie: forniscono una testimonianza MEDIATA da un’interpretazione da parte di coloro che le hanno prodotte (ad esempio un testo letterario o storiografico) - In relazione alla NATURA DELLA COMUNICAZIONE, le fonti possono essere: o Fonti scritte o Fonti orali o Fonti iconografiche - In relazione alla NATURA DEI DOCUMENTI, che possono dividere le fonti in: o Fonti letterarie o Fonti archeologiche o Fonti documentarie ETÀ MONARCHICA La fondazione di Roma è stabilita convenzionalmente da Marco Terenzio Varrone il 21 Aprile 753 a.C. La città fu fondata da Romolo, che fu anche primo re di Roma. A lui si succedettero altri 6 re: i primi tre di origine latino sabina, ovvero Numa Pompilio, Tullio Ostilio e Anco Marzio, e gli altri tre di origine etrusca, ovvero Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il superbo. Non si hanno documentazioni certe su questo periodo, poiché sono tutte molto posteriori (i primi storici che ne parlano sono di ben 5 secoli successivi); tuttavia però, sebbene non si è certi di come si sia fondata la città, siamo certi dell’esistenza di un periodo regio. La particolarità della monarchia romana è che nasce come monarchia elettiva: il re veniva eletto dai capi delle famiglie più in vista. Con l’avvento dei re etruschi, tuttavia, la monarchia si rafforza e diventa ereditaria, e sarà proprio questo a scatenare la reazione dei Romani, fino ad arrivare alla cacciata di Tarquinio il Superbo e alla instaurazione della Repubblica (509 a.C.). 7 RE DI ROMA I 7 re di Roma furono: Romolo, cui poi si susseguirono tre re di origine latino sabina, ovvero Numa Pompilio, Tullio Ostilio e Anco Marzio, e altri tre di origine etrusca, ovvero Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il superbo. A Romolo viene attribuita la fondazione di Roma; a Numa Pompilio, di origine sabina, gli istituti civili e religiosi e la creazione del PRIMO CALENDARIO; durante la reggenza di Tullio Ostilio, di origine romana, risale il duello interno tra Orazi e Curiazi che portò alla distruzione di Alba Longa e all'estensione del territorio romano fino al Massiccio Albano; Anco Marzio, di origine sabina, conquistò Ostia e la pose sotto il dominio di Roma; Tarquinio Prisco bonificò la Valle del Foro con la costruzione della Cloaca Maxima. SERVIO TULLIO – SECONDO FONDATORE DI ROMA Servio Tullio figura nella tradizione come un SECONDO FONDATORE, tanto rilevanti sono le innovazioni a lui attribuite: a lui si deve l’organizzazione statale, ossia la divisione dei cittadini in dieci curie e tre tribù (Tities, Ramnes e Luceres), e il sistema censitario, la divisione dei cittadini in 5 classi, a seguito di un censimento. Ciascuna classe fu ripartita in centurie (gruppi di 100 uomini), costituite sia da iuniores (giovani) che da seniores (anziani) in maniera equa. Infine, Tarquinio il Superbo fu fautore di una energica politica di espansione, non gradita all'aristocrazia romana, che decise di scacciarlo e di instaurare la Repubblica. LEGGENDE NASCITA DI ROMA Esistono due leggende intorno alla nascita di Roma: - Il mito di Romolo e Remo - Il mito di enea MITO DI ROMOLO E REMO Secondo la leggenda, la sacerdotessa RHEA SILVIA, figlia di NUMITORE, re di ALBA LONGA, resta incinta del DIO della guerra MARTE, da cui nascono ROMOLO e REMO. Il re Numitore era stato spodestato dal fratello Amulio, il quale, temendo che i gemelli un giorno lo avrebbero spodestato, avrebbe ordinato alle sue guardie di ABBANDONARLI SULLE SPONDE DEL TEVERE in una cesta. La cesta si incaglia su un'ansa del fiume e i bambini vengono trovati e ALLATTATI DA UNA LUPA e allevati dal pastore Faustolo. I due, scoperte le loro origini, decisero di fondare Roma sul Colle Palatino. Romolo uccise poi Remo perché questi violò la legge scavalcando il solco dove Romolo aveva previsto che andasse la cinta muraria della città. sempre annuale, quella senatoria era vitalizia. Fondamentale è il DIRITTO DI RATIFICA, con il quale il senato "ratificava" (ossia dava valore) alle delibere dell'assemblea popolare. LE ASSEMBLEE Le assemblee popolari rappresentano il terzo pilastro delle istituzioni della repubblica romana. Vi furono tre tipi di assemblee:  Comizi curiati; nascono durante la monarchia. I cittadini che vi partecipavano erano di origine nobile e si votava per stirpe. Presumibilmente vi partecipavano dunque solo patrizi.  Comizi centuriati; nascono durante la repubblica. Si vota secondo il censo e l'età. Vi si raccoglievano tutti i cittadini romani, patrizi o plebei che fossero, per esercitare i loro diritti politici e contribuire a determinare la vita dello Stato. Tuttavia, Il voto delle prime classi di censo pesa di più delle classi più povere. Erano convocati da consoli e pretori e avevano le funzioni di maggior rilievo.  Concili della plebe: nascono in seguito alla secessione della plebe 494 a.C. per rivendicare il proprio diritto di partecipare alla vita politica. Le assemblee della plebe sono ripartite al proprio interno in tribù territoriali e sono convocate da un tribuno della plebe. I plebisciti, ossia le delibere della plebe, non hanno però valore se non per i plebei (i comizi tributi, invece, hanno valore in quanto vi partecipano sia patrizi che plebei).  Comizi tributi; nasce nel 447 a.C. Si vota per tribù territoriali (vi sono presenti sia patrizi che plebei). Apparentemente hanno tutti lo stesso potere di voto, tuttavia le tribù urbane, essendo solo 4 (anche se i cittadini di Roma erano numerosissimi) venivano superate di numero dalle tribù rustiche (extraurbane) e avevano perciò meno potere (anche se non sempre i cittadini delle zone extraurbane riuscivano a recarsi a Roma per votare). Si dedicavano a provvedimenti legislativi di minor rilievo. Concili della plebe e comizi tributi verranno presumibilmente poi riuniti con la Legge Ortensia, ovvero quando i plebisciti otterranno valore di legge e quando di fatto si verificò la caduta della suddivisione tra patrizi e plebei. CONFLITTO TRA PATRIZI E PLEBEI Il periodo che va dalla nascita della Repubblica fino al 287 a.C. è dominato dalla CONTINUA LOTTA TRA PATRIZI E PLEBEI. La lotta presenta una duplice matrice, economica e politica:  Problema economico: La caduta degli Etruschi diede vita a un periodo di crisi e a un aumento dei conflitti di Roma con i propri vicini (Latini, Sabini, Volsci); Questi conflitti provocavano continue razzie e devastazioni dei campi, perciò IL PROBLEMA ALL'ESTERNO SI RIFLETTEVA ANCHE IN UNA CRISI INTERNA. I plebei dunque cominciano ad avere cattivi raccolti e per andare avanti cominciano a indebitarsi con i patrizi. Poiché i plebei non riuscivano a ripagare i patrizi, nasce il NEXUM, che riduceva coloro che ne erano vincolati a una situazione di SCHIAVITU'  Problema politico: i plebei più ricchi cominciarono a rivendicare potere politico. Inoltre, con il MUTAMENTO NELLA STRUTTURA DELL'ESERCITO i plebei cominciarono a far parte delle forze militari di Roma (per l’avvento della falange oplitica, che necessitava di grandi quantità di soldati e perché si veniva reclutati per censo e non per cittadinanza). Tuttavia, tutti i militari avevano uguali diritti politici (perché tutti patrizi), ma, con l’entrata dei plebei nel corpo militare, questi comunque non ottennero tali diritti. Dunque i plebei rivendicavano:  Una MITIGAZIONE DELLE NORME DUI DEBITI e UN'EQUA DISTRIBUZIONE DEI TERRENI STATALI, ovvero dell'AGER PUBLICUS.  Una PARIFICAZIONE DEI DIRITTI POLITICI (i plebei non potevano rivestire la magistratura superiore e dirigere lo Stato).  Un CODICE SCRITTO DI LEGGI (per tutelarsi da applicazioni arbitrarie da parte dei patrizi). Questa rivendicazione passo attraverso DUE SECESSIONI da parte dei plebei:  PRIMA SECESSIONE, nel 494 a.C.  SECONDA SECESSIONE, nel 449 a.C. La secessione consisteva nel fatto che la plebe abbandonava in massa la città. In questo modo tutti i negozi e le botteghe artigiane restavano chiuse ed inoltre non era possibile convocare le leve militari che in quel periodo facevano sempre più ricorso anche ai plebei. CONSEGUENZE DELLA PRIMA SECESSIONE (XII TAVOLE)  Nascono i CONCILI DELLA PLEBE (concilia plebis tributa): sono assemblee popolari composte solo da plebei, nelle quali possono prendere delle decisioni in comunità. Tuttavia non avranno valore di legge fino al 287 a.C. con la LEGGE ORTENSIA.  Nascono i TRIBUNI DELLA PLEBE come rappresentanti dei concili: grazie alla figura del tribuno, i plebei cominciano gradualmente ad avere sempre più voce in capitolo nello Stato. Infatti, oltre a poter convocare il concilio della plebe (ius agendis) il tribuno aveva il potere di venire in soccorso a un cittadino contro l'azione di un magistrato (ius auxilii) e il diritto di di porre il veto a qualsiasi provvedimento di un magistrato che andasse a scapito della plebe (ius intercessionis).  Si forma il DECEMVIRATO e vengono redatte le XII TAVOLE: nel 451 a.C. viene nominata una commissione di 10 uomini (patrizi) incaricata di mettere per iscritto un codice di leggi. Vennero prima pubblicate 10 tavole di Leggi. L'anno successivo fu istituito un secondo decemvirato e vennero pubblicate altre due tavole, per un totale di 12. La più criticata fu una legge che vietava il matrimonio tra patrizi e plebei, e che fu tra le cause dell’avvio alla seconda secessione. CONSEGUENZE DELLA SECONDA SECESSIONE (LEGGI LICINIE SESTIE)  Con il PLEBISCITO CANULEIO (445 a.C.) viene permesso per la prima volta il matrimonio misto tra patrizi e plebei. Tuttavia, essendo un plebiscito, tale disposizione non avrà valore finché non diverrà legge (con la Legge Ortensia, vd. Dopo).  Viene permesso ai TRIBUNI MILITARI di avere POTERI CONSOLARI; tuttavia essi ancora affiancheranno solo i consoli nel loro lavoro.  Con le LEGGI LICINIE SESTE viene finalmente affrontato e risolto il problema economico tra patrizi e plebei. Si verifica infatti: o Una cancellazione degli interessi e permesso il saldo dei debiti in tre rate annuali o Una limitazione delle occupazioni dell'ager publicus o abolizione dei tribuni militari con potere consolare perché viene per la prima volta permesso ai plebei di diventare veri e propri consoli  Con la LEGGE ORTENSIA infine si CONCLUDE DEFINITIVAMENTE il conflitto tra patrizi e plebei. Promulgata nel 287 a.C., viene considerata IL PUNTO DI ARRIVO DELLA  LOTTA TRA PATRIZI E PLEBEI. Equiparava i plebiscita (cioè le disposizioni votate dall'assemblea della plebe) alle leggi votate dai comizi centuriati e dai comizi tributi. Inoltre, non esiste più la divisione tra patrizi e plebei, ma al suo posto vi è una NOBILITAS PATRIZIO-PLEBEA composta sia dalle famiglie plebee più ricche e influenti, sia dalle famiglie patrizie che si erano adattate alla nuova situazione. I Romani rifiutano e, nella terza battaglia, nel 275 a.C. presso Malevento (detta, d’allora, Benevento) usciranno finalmente vincitori. Nell’anno 272 a.C. Taranto si arrende ai Romani e nel 264 a.C. tutta l’Italia meridionale è finalmente sotto il potente dominio di Roma. GUERRA LATINA Dopo la prima guerra sannitica, i Romani siglarono un’alleanza con i Sanniti (341 a.C.). Questo accordo comportò un RIBALTAMENTO DELLE ALLEANZE che costrinse Roma, sostenuta dai Sanniti, a fronteggiare i suoi vecchi nemici, i Latini, che furono sostenuti dai Volsci e dagli Aurunci. Il conflitto, noto come GRANDE GUERRA LATINA, si svolse dal 341 al 338 a.C. e fu durissimo. Sullo svolgimento, le fonti al riguardo sono un po’ incerte, ma la vittoria finale andò ai Romani. I Latini furono sconfitti e l'Italia stava per diventare la grande Italia Romana. La Lega Latina fu sciolta e i rapporti che Roma mantenne furono siglati singolarmente dalle comunità sconfitte. Lo status di Latino perdette così la sua connotazione etnica e valse semplicemente a indicare una condizione giuridica. GUERRE PUNICHE All'alba della prima guerra punica (che inizierà nel 264 a.C.), Roma controllava ormai GRAN PARTE DELL'ITALIA, fino allo stretto di Messina. I Romani si avvicinarono dunque molto a Cartagine e dunque da qui presero l'avvio le guerre puniche (Cartaginesi contro Romani). La serie di guerre tra Roma e Cartagine furono chiamate dai romani "guerre puniche", dal nome in latino con il quale venivano chiamati i cartaginesi: Punici. PRIMA GUERRA PUNICA (264-241 A.C.) La prima guerra punica (264 - 241 a.C.) fu la prima di tre guerre combattute tra l'antica Cartagine e la Repubblica romana. Vero e proprio esempio di guerra di logoramento, durò oltre 20 anni e vide le due potenze scontrarsi per acquisire la supremazia nel Mar Mediterraneo occidentale, principalmente combattendo in Sicilia. Il pretesto che fece scatenare la guerra fu fornito dai MAMERTINI. I Mamertini erano dei mercenari, devoti al dio Marte che, prima devoti al re di Siracusa, poi si erano separati occupando Messina. Minacciati dal re Siracusa, chiesero aiuto prima ai Cartaginesi, e solo in seguito ai Romani. SECONDA GUERRA PUNICA (218-202 A.C.) i Cartaginesi, sotto la guida di Annibale, si espansero in Spagna. Roma aveva firmato con Cartagine (con Asdrubale, padre di Annibale) il "trattato dell'Ebro" (226 a.C.), che delimitava le due sfere di competenza nel paese (Romani a nord del fiume, Cartaginesi a sud). Tuttavia Annibale decise di far esplodere un nuovo conflitto per una rivincita su Roma, attaccando la città di SAGUNTO, città alleata con Roma, che si trovava a sud dell'Ebro (quindi, secondo il trattato, nel tratto di competenza cartaginese). Sagunto chiese l'aiuto di Roma che, tuttavia, non reagì per tempo e fu pronta per la guerra solo quando la città era già stata espugnata. L'assedio di Sagunto (218 a.C.) viene considerato come l’INIZIO DELLA SECONDA GUERRA PUNICA. I Romani, guidati da Publio Cornelio Scipione, si diressero in Spagna. Tuttavia Annibale evitò lo scontro, valicando prima i Pirenei, poi le Alpi e portando la battaglia in Pianura Padana, sconvolgendo i piani dei Romani e annientandoli. La guerra sembrava ormai perduta. Roma tuttavia riguadagnò gradualmente la sua posizione e riportò la guerra in Africa. Qui però Publio Cornelio Scipione viene ucciso (assieme al fratello Cneo) e sostituito dal figlio omonimo, soprannominato Scipione l'Africano (cognomen). Scipione l'Africano formalmente non aveva titolo per comandare l'esercito, ma venne scelto dall'assemblea popolare con un procedimento che non aveva precedenti, in virtù delle sue qualità personali. Nel 209 a.C. Scipione conquista la principale base cartaginese nella penisola iberica. Nel 205 a.C. Scipione torna in Italia e viene eletto console. La guerra finisce definitivamente nel 202 a.C., quando i Cartaginesi vengono sconfitti a Zama. nel 201 a.C. Cartagine è costretta a consegnare tutta la sua flotta e tutti i prigionieri di guerra, e cedere tutti i possedimenti al di fuori dell'Africa. TERZA GUERRA PUNICA (149-146 A.C.) Cartagine si era ripresa con sufficiente rapidità, almeno dal punto di vista economico, riuscendo a saldare, con largo anticipo sui termini previsti, il pagamento dell'indennità di guerra. Il Re di Cartagine Massinissa, fingendo che non fossero stati fissati i limiti precisi del territorio cartaginese, ricominciò a espandersi. Questo preoccupò i Romani, sotto il comando di Scipione l'Emiliano, che nel 149 a.C. sbarcarono in Africa. Cartagine fu assediata fino al 146 a.C., anno in cui la città fu saccheggiata e rasa al suolo. GUERRE MACEDONICHE PRIMA GUERRA MACEDONICA (214-205 A.C.) Durante la seconda guerra punica, Filippo V di Macedonia si alleò con Annibale e i Cartaginesi. Filippo V tentò di invadere l'Italia, ma venne subito fermato dall'intervento della flotta di Roma. Alla sconfitta di Filippo, Roma si affrettò a concludere la pace di Fenice, che sostanzialmente lasciava immutato il quadro territoriale precedente. SECONDA GUERRA MACEDONICA (200-197 A.C.) Al termine della seconda guerra punica, Roma si trovò di nuovo impegnata a contrastare le mire espansionistiche di Filippo V. Il pretesto per la seconda guerra nacque quando scoppiò il conflitto tra Filippo V, il regno di Pergamo e la Repubblica di Rodi (che Filippo V voleva conquistare). Il re di Pergamo aveva da tempo relazioni di amicizia con Roma, perciò chiese il suo aiuto. L'esito della guerra fu la sconfitta di Filippo, costretto ad abbandonare i Possedimenti macedoni in Grecia. Sebbene i romani concludessero la guerra dichiarando la restaurazione della libertà della Grecia, di fatto si trattò di un importante passo dell'intervento romano negli interessi della regione, e della sua successiva conquista. Il re macedone fu costretto ad accettare dure condizioni di pace, che prevedevano il ritiro delle guarnigioni macedoni in Grecia, il pagamento di un'indennità e la consegna della flotta. TERZA GUERRA MACEDONICA (171-168 A.C.) Nel 179 a.C. morì Filippo V di Macedonia e a lui succedette il figlio Perseo. Molte città greche, ormai sotto il controllo romano, cominciarono a volgersi, con crescente favore, a Perseo. Questo bastò a far scoppiare il conflitto nel 171 a.C., dopo che le trattative per raggiungere un accordo fallirono. La vittoria andò nuovamente a Roma e il re macedone venne portato prigioniero in Italia. La monarchia venne abolita in Macedonia. La regione fu suddivisa in 4 repubbliche indipendenti, che dovevano versare un tributo a Roma. QUARTA GUERRA MACEDONICA (149-148 A.C.) I Romani contrastarono i ribelli macedoni guidati da Andrisco, proclamatosi re di Macedonia col nome di Filippo VI (poiché si presentava come figlio di Perseo). La guerra si concluse con la definitiva sottomissione della Macedonia e la sua riduzione a provincia. I GRACCHI / TRIBUNATO DEI GRACCHI L'età dei Gracchi è stata identificata come periodo di avvio della degenerazione dello Stato romano, che ha dato inizio alle GUERRE CIVILI. Sono ricordati due membri della famiglia dei Gracchi: Le guerre mitridatiche furono combattute da Roma contro il regno del Ponto tra l'89 e l'85 a.C. Per l'importanza del sovrano che le condusse contro Roma e la loro difficoltà, presero il loro nome da Mitridate VI, come in passato era capitato soltanto ad Annibale con la seconda guerra punica, conosciuta all'epoca anche come "guerra annibalica". PRIMA GUERRA MITRIDATICA (89-85 a.C.) La prima guerra mitridatica iniziò a causa dell'espansionismo da parte di Mitridate nell’89 a.C. Durante le sue conquiste, Mitridate riuscì anche a catturare Manio Aquilio, generale romano, e a ucciderlo facendogli bere oro fuso. Questo, assieme alla resa della maggior parte delle città dell'Asia al conquistatore, che lo accolsero come un liberatore, poiché stanche del malgoverno romano, portò il Senato a dichiarare guerra contro il re del Ponto. Il comandante romano SILLA si recò dunque in Grecia e ottenne due successi, prima nella battaglia di Cheronea, poi nella battaglia di Orcomeno, convincendo Mitridate a un Trattato di pace a Dardano nell’85 a.C. SECONDA GUERRA MITRIDATICA (83-81 a.C.) Nell’83 scoppiò la seconda guerra mitridatica. L'esercito romano era comandato da Murena, ufficiale di Silla. Stavolta la guerra ebbe esito negativo per i Romani, i quali furono sconfitti dalle truppe pontiche di Mitridate. In seguito a tali eventi, Silla ordinò al proprio generale il ritiro dai territori nemici, mentre Mitridate ripartì con una nuova politica espansionistica in chiave anti- romana. Il fallimento di tale espansione lo portò però a proporre una nuova pace nei confronti di Roma. TERZA GUERRA MITRIDATICA (75-63 a.C.) La terza guerra mitridatica fu certamente la più lunga e risolutiva. Poco dopo la morte di Silla (78 a.C.) si riaprì l’offensiva di Mitridate, che vide coinvolti i generali Lucullo e Pompeo Magno. La vittoria andò infine a Pompeo e Mitridate finì per togliersi la vita nel 63 a.C. SILLA Prima legato di Mario (durante la guerra in Africa), poi luogotenente (durante l'offensiva di Cimbri e Teutoni), Silla si mise particolarmente in luce come brillante e geniale stratega durante la guerra sociale. L'aristocrazia romana nel frattempo si sentiva minacciata da Mario, che era già stato eletto console per diversi anni di seguito. Nonostante la sua graduale approvazione, favorita dall’allontanamento di Mario, vi fu però un cambiamento di rotta quando, durante la guerra mitridatica, Mario fu richiamato ad assumere il comando degli eserciti AL POSTO DI SILLA. Silla, appresa la notizia della sua sostituzione, marciò su Roma alla testa dei suoi soldati. Dunque, si impadronì di Roma e fece dichiarare i suoi avversari nemici pubblici, divenendo console nell'88 a.C. Mario fu nuovamente eletto console nell’86 a.C., insieme a Cinna, ma morì un mese dopo. Alla morte anche di Cinna, nell’84 a.C., Silla riprese il comando di Roma, divenendo DITTATORE nell'82 a.C. Le principali riforme di Silla da dittatore furono: - Ridimensionamento dei poteri dei tribuni della plebe: limitato il diritto di veto e annullato quello di proporre leggi; - Limitazione dell'accesso alle magistrature con l'innalzamento dell'età minima; - Estensione del pomoerium, ossia il confine entro quale era vietato portare armi dentro la città. PRIMO TRIUMVIRATO (POMPEO, CESARE, CRASSO) Primo triumvirato è il nome con cui solitamente ci si riferisce all'alleanza politica dell'antica Roma stipulata tra Gaio Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo Magno nel 60 a.C. Al contrario del secondo triumvirato, il primo triumvirato fu caratterizzato da un accordo strettamente privato e non ebbe valore ufficiale e fu di fatto mantenuto segreto per un certo periodo di tempo come parte del progetto politico dei triumviri stessi. Questo triumvirato fu dunque chiamato così dagli storici, per via della sua affinità col secondo, ma non ebbe realmente questo nome. L'accordo segreto tra i tre consisteva nel far eleggere console GIULIO CESARE, il quale in cambio avrebbe varato una legge agraria che sistemasse i veterani di Pompeo, mentre Crasso avrebbe ottenuto vantaggi per i cavalieri e le compagnie di appaltatori a lui legati. Questo accordo segreto nacque perché, viste le sue vittorie, Pompeo si aspettava dal Senato che venissero concesse ai suoi veterani, così com'era usuale, delle terre. Ma questo non avvenne e, anzi, Pompeo venne umiliato perché i riconoscimenti venivano continuamente rimandati. Cesare fu eletto console nel 59 a.C. e subito tenne fede all'accordo con Pompeo e Crasso: - Prima fece approvare due leggi agrarie che distribuirono i terreni dell'agro pubblico ai veterani di Pompeo; - Poi fu ridotto di un terzo il canone d'appalto delle imposte della provincia d'Asia, così come voluto da Crasso. GIULIO CESARE Cesare fu eletto console nel 59 a.C. e subito tenne fede all'accordo con Pompeo e Crasso. Sin dall'inizio del suo consolato, iniziò la sua famosa CONQUISTA DELLA GALLIA. È la campagna di sottomissione dei popoli delle regioni che oggi formano l'attuale Francia (ad esclusione della parte meridionale, già sotto il dominio romano.), il Belgio, il Lussemburgo e parte di Svizzera, Paesi Bassi e Germania, portata a termine da Gaio Giulio Cesare dal 58 al 51/50 a.C. La principale fonte di questi eventi fu l'opera scritta da Cesare stesso, il DE BELLO GALLICO. Sebbene Cesare tenda a presentare la sua invasione come un'azione di difesa preventiva di Roma, molti studiosi ritengono che la sua sia stata una guerra imperialista a tutti gli effetti, da lui premeditata e ricercata, per mezzo della quale si proponeva di accrescere il suo potere e il suo prestigio. GUERRA CIVILE TRA CESARE E POMPEO Dopo la morte di Crasso – ucciso durante la disfatta nel regno dei Parti, mentre tentava di conquistare l’Asia – (che portò alla fine del triumvirato e anche al taglio delle finanze), la seconda frattura fra Cesare e Pompeo fu la morte di parto della figlia di Cesare e moglie di Pompeo, Giulia. Dopo la morte di Giulia, Pompeo cominciò ad allontanarsi da Cesare e ad avvicinarsi ad altre famiglie. Infine, Pompeo venne nominato nel 53 a.C. unico dittatore, mentre i nemici di Cesare avevano deciso di rimuoverlo in anticipo dalla sua carica e farlo tornare a Roma da privato cittadino. Le tensioni tra Cesare e Pompeo sfociarono infine in guerra civile aperta quando Cesare decise di PASSARE IN ARMI CON L'ESERCITO IL RUBICONE, dirigendosi verso Roma. MORTE DI CESARE E COSA SUCCEDE SUCCESSIVAMENTE Abbattuto Cesare, i cesaricidi non si erano preoccupati di eliminare i suoi principali collaboratori. Alla morte di Cesare, questi cominciarono a riorganizzarsi contro i congiurati. Gli uomini più fidati di Cesare erano:  MARCO EMILIO LEPIDO (era stato console insieme a Cesare ed era il suo magister equitum, ovvero “maestro dei cavalieri” – era un grado militare e rappresentava il principale collaboratore del dittatore, ovvero il primo luogotenente); Marco Antonio resero inevitabile uno scontro finale nel 31 a.C. che si concluse con la sconfitta e la morte di Marco Antonio e con il definitivo predominio di Ottaviano, il quale poté ben presto riorganizzare completamente lo stato romano ponendo le basi dell'Impero. LA NASCITA DELL’IMPERO La trasformazione che ha portato Roma a diventare un Impero, dalla Repubblica, non è stata frutto di un lavoro premeditato di Ottaviano. Fu piuttosto una trasformazione lenta e graduale data da soluzioni adottate più o meno premeditate, a seconda dei casi. Ciò che noi chiamiamo "Impero" non è stato fondato e concepito unitariamente in un solo momento, ma si è definito e consolidato per tappe successive. Inoltre, non possiamo parlare di INIZIO DELL'IMPERO perché non vi fu mai una vera e propria fine formale della Res publica Romana, le cui istituzioni non furono mai abolite, ma semplicemente persero il potere effettivo a vantaggio dell'imperatore. IL TITOLO DI AUGUSTO – COSA SUCCEDE NEL 27 A.C.? Ottaviano ottenne il titolo di AUGUSTO nel 27 a.C., direttamente dal Senato. Il termine aveva una accezione religiosa, perché veniva dal latino AUGERE, cioè "innalzare". Le strutture della repubblica non furono tuttavia abolite, ma la figura del PRINCIPE, che aveva il comando di tutto l'esercito, ricevette a poco a poco sempre più potere. Augusto ottenne via via dei titoli che gli conferirono sempre più potere:  Nel 23 a.C. divenne PROCONSUL IMPERATOR: ottenne dal senato i poteri consolari e tribunizi rinnovabili a vita. Erano poteri ancora compatibili con la Repubblica, ma in genere non venivano ricoperti tutti insieme da una stessa persona.  Nel 12 a.C. divenne PONTEFICE MASSIMO: alla morte di Lepido (il triumviro), che era appunto pontefice massimo, Augusto ottenne tale titolo e, in questo modo, divenne non solo a capo del potere temporale, ma anche del potere spirituale di Roma.  Infine, nel 2 a.C., Augusto ottenne il titolo di PATER PATRIAE. Il titolo non rappresentava una particolare magistratura e quindi non aveva carattere giuridico ma era solo un riconoscimento onorario ufficiale attribuito dallo Stato. OPERE PIU’ IMPORTANTI DI AUGUSTO  Ampliamento del Foro Romano, che prese il nome di “Fori Imperiali”.  Divisione delle province in senatorie e imperiali.  Riforma dell’esercito, che consisteva principalmente nella costituzione di un esercito di volontari e nella creazione di contingenti permanenti di mare e di terra.  L’espansione e i successi in politica estera. Augusto fu un grande diplomatico e cercò sempre di attuare una politica di pace, ai fini di consolidare i confini dell’impero. MORTE DI AUGUSTO (14 d.C.) Augusto, per malattia, morirà infine nel suo letto di Nola nel 14 d.C. AGRIPPA è stato un politico, militare e architetto romano che fu un caro amico, genero e luogotenente dell'imperatore romano Augusto. È ricordato per essere l'architetto che realizzò la prima versione del Pantheon di Roma e per aver sconfitto quale comandante navale della flotta romana Marco Antonio e Cleopatra nella famosa battaglia di Azio. COME VENIVA LEGITTIMATA L’ASCESA DI GIULIO CESARE E AUGUSTO (MARTE E VENERE) (COME SI LEGANO VENERE E MARTE CON LA NASCITA DI ROMA) Giulio Cesare e Augusto sono strettamente legati alle due divinità Venere e Marte. Infatti, non a caso all’interno del foro romano, Giulio Cesare fece ergere il tempio di Venere Genitrice, mentre Augusto il tempio di Marte Ultore (Vendicatore, nato con lo scopo proprio di vendicare il proprio padre adottivo, Giulio Cesare). La volontà di Cesare, nella realizzazione di questo tempio, era quella di mostrare a tutti come la sua posizione di preminenza a Roma fosse legittimata anche dall’origine mitica della famiglia, come se fosse voluta dagli stessi dei. Infatti la gens Julia era una delle più antiche famiglie patrizie romane, indubbiamente di origini albane, e secondo la tradizione aveva origini da Troia, vantando la sua discendenza da Iulo (o Ascanio), figlio di Enea, a sua volta figlio di Venere e i cui discendenti saranno proprio Romolo e Remo. Romolo e Remo (e la gens Iulia) discenderebbero dunque da ben due divinità: Venere, attraverso Enea, e Marte, che, secondo la leggenda, fecondò Rhea Silvia, madre dei due gemelli. IMPORTANZA DI PROVINCE Le prime province nascono come conseguenza della prima guerra punica: per la prima volta Roma era venuta in possesso di un ampio territorio fuori dalla penisola italiana, la Sicilia. Dunque questa fu resa provincia, ovvero a capo di essa fu posto un magistrato. Assieme alla Sicilia, una delle prime province romane fu la Sardegna. Le province erano molto importanti, sia da un punto di vista economico (spesso dovevano dei tributi alla città di Roma), sia da un punto di vista militare (erano spesso province di confine, strategicamente importanti per posizione e che erano dunque a difesa del territorio). La provincia è LA PIÙ GRANDE UNITÀ AMMINISTRATIVA dei domini in territorio straniero dell'antica Roma. DIFFERENZA TRA PROVINCE SENATORIE E PROVINCE IMPERIALI Con l'avvento del principato di Augusto l'amministrazione provinciale venne riorganizzata. Augusto divise le province in una duplice sfera di competenza:  PROVINCE IMPERIALI: erano le province che necessitavano, per la loro difesa, di uno stabile presidio legionario (dunque le province dove vi erano due o più legioni) o che erano di fondamentale importanza per le finanze dello Stato, rimasero sotto il diretto controllo dell'imperatore, in forza del titolo di proconsul imperator. Venivano governate da appositi legati, i cosiddetti LEGATI AUGUSTI (pretori o ex-consoli).  PROVINCE SENATORIE: Le altre province erano di competenza del popolo romano, erano prive di legioni al loro interno (quindi anche dette "province pacificate"). I governatori, secondo la prassi repubblicana, erano sempre senatori. SUDDIVISIONE E GESTIONE DELL’ITALIA DOPO L’ESPANSIONE DELL’IMPERO Augusto divise l’Italia in 11 regioni, che servivano in primo luogo per il censimento delle persone e delle proprietà, senza che vi fossero funzionari amministrativi responsabili di queste articolazioni. I più importanti provvedimenti riguardarono in primo luogo l’organizzazione di un sistema di strade e di un servizio di comunicazioni, soprattutto a scopo militare, affidato alla responsabilità dei magistrati. Vi furono anche numerose iniziative di rinnovamento edilizio: porte, mura, strade, acquedotti. In questo periodo viene anche completata la sistemazione definitiva del FORO ROMANO, avviata da Cesare. Il Foro Romano costruito in età repubblicana, fu dunque ampliato e tali ampliamenti sono chiamati Fori Imperiali, che sono composti dal Foro di Cesare e dal Foro di Augusto. In seguito si aggiungeranno il Foro della Pace (Vespasiano), il Foro di Nerva (Domiziano) e il Foro di Traiano. (Vedi anche tempio di Venere e Marte, pagina precedente). Le figure di comando erano i cosiddetti prefetti. Esistevano numerose tipologie di prefetti, ma i più importanti che ricordiamo sono il prefetto d’Egitto, il prefetto del pretorio, il prefectus annonae e il prefectus vigilum. I VARI PREFETTI Il prefetto (dal latino praeficere, cioè “stare davanti”) era un ufficiale sia della Repubblica romana sia della Roma imperiale. Coloro che ricoprirono questa carica operarono sia in ambito militare che civile e furono di rango variabile, ma solitamente appartenenti all'ordine equestre. oppose alla decisione del figlio di divorziare da Ottavia, figlia di Claudio, in quanto temeva che questo gesto avrebbe suscitato una forte opposizione. Nerone decise allora di sbarazzarsi della madre: tentò prima di manomettere l'imbarcazione che stava riportando Agrippina alla sua villa. Siccome lei si salvò a nuoto, fu poi assassinata da un sicario. La svolta decisiva nel governo ci fu nel 62 d.C., quando morì Burro. I prefetti del pretorio divennero Rufo e Tigellino, i quali ripresero le accuse di complotto contro l'imperatore. Inoltre, nel 64 d.C., la città di Roma fu devastata da un incendio e Nerone fu accusato di esserne l'artefice (fu ricordato, a causa di Svetonio, proprio come Nerone l'incendiario. Nerone invece accusò dell'incendio i cristiani, che furono arrestati e condannati in massa. Le accuse sono probabilmente infondate, ma questo portò a un graduale declino (e a un crescente odio da parte del popolo) che si concluse nella nota CONGIURA DEI PISONI del 65 d.C., dove persero la vita SENECA e RUFO. Nerone, alla fine, fu costretto al suicidio nel 68 a.C. 4 IMPERATORI (GALBA, OTONE, VITELLIO, VESPASIANO)/COSA SUCCEDE NEL 68/69? Alla morte di Nerone, si presentò questa situazione drammatica, in cui si succedettero nell'arco di un solo anno addirittura 4 imperatori: il primo senatore, il secondo pretoriano e gli ultimi due dell'esercito (per questo il 68/69 viene chiamato “anno dei 4 imperatori). Questo dimostrava inoltre come l'asse dell'impero si fosse gradualmente decentralizzato, e come ormai le legioni delle province avessero ormai la capacità di imporre le loro scelte. I quattro imperatori che si susseguirono furono:  GALBA (giugno 68-gennaio 69). Era un anziano senatore, allora governatore della Spagna Tarraconense, che divenne imperatore a 73 anni. La scelta di Galba non fu accolta da tutti con entusiasmo. Inoltre, i tagli alle spese e la mancata promessa di donazione di 30mila sesterzi ai pretoriani, fece sì che solo 7 mesi dopo la sua salita al governo (giugno 68-gennaio 69), venne massacrato dai pretoriani, che acclamarono Otone come imperatore.  OTONE (gennaio 69-aprile 69). Amico d'infanzia di Nerone e primo marito di Poppea. Era popolare soprattutto tra i pretoriani. Il suo governo durò solamente 3 mesi, fino ad aprile 69. Durante il governo di Galba, alcune legioni della Germania Superiore e Inferiore avevano infatti nominato come loro imperatore a Colonia Vitellio. Vitellio scese in Italia dalla Germania e sconfisse gli eserciti di Otone, che si suicidò per non far continuare i conflitti.  VITELLIO (aprile 69-dicembre 69). Alla morte di Otone, Vitellio rimase ultimo imperatore e governò fino a dicembre 69. Anche Vitellio non godeva di grande fama: si opponevano a lui sia i soldati di Otone, sia i pretoriani, sia le legioni danubiane. Le legioni danubiane scelsero Vespasiano come loro imperatore che, alla morte di Vitellio (ucciso durante degli scontri aperti nella città, fu riconosciuto come tale anche dal Senato.  VESPASIANO (dicembre 69-79). Fu l'ultimo dei 4 imperatori e il PRIMO IMPERATORE DELLA DINASTIA DEI FLAVI. Il fatto di avere due figli (Tito e Domiziano) e poter così garantire stabilità al Principato, fu uno dei fattori del suo successo al governo. Vespasiano pose finalmente fine al periodo d'instabilità seguito alla morte di Nerone. DOPO NERONE QUALE DINASTIA (I FLAVI - VESPASIANO TITO E DOMIZIANO) Dopo Nerone, la prima dinastia che si ripresenterà al governo di Roma sarà quella dei Flavi, ovvero Vespasiano, Tito e Domiziano. VESPASIANO (69-79 d.C.) Fu l'ultimo dei 4 imperatori e il PRIMO IMPERATORE DELLA DINASTIA DEI FLAVI. Il fatto di avere due figli (Tito e Domiziano) e poter così garantire stabilità al Principato, fu uno dei fattori del suo successo al governo. Vespasiano pose finalmente fine al periodo d'instabilità seguito alla morte di Nerone. Comandante delle truppe impegnate nella repressione in Giudea, venne acclamato imperatore dalle legioni d'Egitto, Giudea, Siria e Danubio. All'arrivo a Roma, fu riconosciuto anche dal Senato. OPERE DI VESPASIANO  Vespasiano, durante il suo governo, si impegnò soprattutto nella formalizzazione dei poteri dell'imperatore. Così venne scritta la LEX DE IMPERO VESPASIANI, una legge comiziale dove erano elencati i poteri e la posizione del principe in rapporto agli altri organi dello Stato.  Vespasiano fu considerato un imperatore tirchio, ma in realtà si rivelò un ottimo amministratore e riuscì a RISANARE di molto il grave DEFICIT FINANZIARIO provocato dalla politica di Nerone.  In POLITICA ESTERA, ristabilì definitivamente l'ordine nelle zone di confine e in Oriente venne abbandonata definitivamente la politica degli stati-cuscinetto Muore per una congiura nel 79 d.C. TITO (79-81 d.C.) Tito fu il figlio di Vespasiano e gli successe. In particolare, gli eventi più importanti che si ricordano mentre era imperatore furono alcuni eventi tragici, ovvero: la DISTRUZIONE DI POMPEI per l’eruzione del Vesuvio (Tito fu ricordato per gli efficienti soccorsi e i piani di ricostruzione della città), un'EPIDEMIA DI PESTE e un NUOVO INCENDIO DI ROMA. Inoltre, a Tito si deve l’inaugurazione del COLOSSEO nell’80 d.C., o Anfiteatro Flavio, opera iniziata da Vespasiano. DOMIZIANO (81-96 d.C.) La sua politica fu in sostanza la stessa dei suoi due predecessori, tuttavia ebbe nella storiografia una nomea molto negativa. Il suo regime autocratico lo portò a ottenere sempre di più lo sfavore della parte più conservatrice del Senato. Questo infine fece sì che fosse vittima di una congiura nel 96 d.C. Il senato proclamò Nerva imperatore e decretò per Domiziano la Damnatio memoriae. IL SORGERE DEL CRISTIANESIMO Le prime comunità cristiane sorsero in seguito alla predicazione di Gesù. Bisogna tenere presente che il cristianesimo primitivo iniziò come movimento all’interno del Giudaismo, in un periodo in cui gli Ebrei già da tempo si trovavano già da tempo (63 a.C.) sotto il protettorato di Roma. All’epoca, gli Ebrei, articolati in diversi gruppi religiosi (come i sadducei, aristocratici e conservatori, e i farisei, più popolari e appartenenti ai ceti medi), erano abbastanza ostili nei confronti dei Romani. Il tutto sfociò in due grandi rivolte ebraiche che portarono alla caduta del Tempio di Gerusalemme (per mano di Tito e Vespasiano) e all’annientamento della Giudea. I Romani non distinsero la comunità giudaica nei vari movimenti, quindi anche se i cristiani non erano ostili, furono comunque trattati in maniera repressiva e dovettero combattere molto per ottenere la libertà di culto. Commodo viene incluso idealmente negli imperatori adottivi ed è considerato la conclusione del periodo, essendo il figlio naturale di Marco Aurelio. I primi anni della sua reggenza furono dominati da grande incertezza da parte sua. Si fece perciò trascinare molto dai suoi collaboratori. Quando però si ordì una congiura (che fallì) contro di lui, da parte di sua sorella Lucilla, egli diventò uno tra i peggiori tiranni dell'epoca romana, portando avanti una grande serie di condanne, fino a che non morì nel 192 in una nuova congiura COSA SUCCEDE DOPO COMMODO (LA CRISI DEL TERZO SECOLO) Nel corso del 3 secolo divennero sempre più visibili, all’interno dell’impero, vari fattori di mutamento:  Crisi economica e finanziaria (che provocò aumento dell’inflazione, svalutazione della moneta e, di conseguenza, una forte crisi morale)  Pressione dei barbari  Disordine dell’esercito  Decadenza dell’Italia  Affermarsi del cristianesimo (questo fu fattore di crisi anche perché in questo periodo vi fu la prima grande persecuzione sistematica dei cristiani). Dopo Commodo, inoltre, vi fu un periodo buio anche per quanto riguarda la reggenza di Roma. Si susseguirono, infatti, nello stesso anno, i due imperatori PERTINACE e GIULIANO, prima dell’ascesa dei Severi. Ucciso Commodo, i suoi congiurati fecero salire al trono Pertinace, uno dei personaggi più in vista dell'epoca, il quale fu tuttavia assassinato dopo appena 3 mesi; dopodiché, salì al potere Didio Giuliano, che promise di punire gli assassini di Commodo; ma anche lui, in meno di un anno, fu deposto e assassinato. I SEVERI La dinastia dei Severi che regnò sull'Impero romano tra il 2 e il 3 secolo, dal 193 al 235, ebbe in Settimio Severo il suo capostipite ed in Alessandro Severo il suo ultimo discendente. SETTIMIO SEVERO (193-211 d.C.) Settimio Severo si presentò come vendicatore di Pertinace. Alla morte di Giuliano, salito al potere, fece condannare a morte gli assassini di Pertinace e sciolse le coorti pretorie, sostituendole con uomini delle sue legioni. Con Settimio ebbe inizio quella che viene definita una MONARCHIA MILITARE, nella quale l'autorità dell'imperatore fu basata sull'appoggio degli eserciti. Venne inoltre aumentato il "soldo", ovvero la paga dei soldati, e ad essi fu concessa tutta una serie di privilegi (come l'abolizione del divieto di contrarre matrimonio mentre erano in servizio). L’aumento del soldo lo costrinse a un deprezzamento della moneta e a un aumento del prelievo fiscale. Morì mentre era in spedizione in Britannia, dove la situazione era precaria a causa di alcune incursioni di tribù locali. Alla sua morte ripristinò il principio dinastico di successione, facendo subentrare i figli Caracalla e Geta. CARACALLA (211-217 d.C.) Nel 211 Caracalla succedette al padre assieme al fratello Geta. Nessuno dei due fratelli era disposto a dividere il potere. Si accese il conflitto e Caracalla uccise Geta con la spada (convincendo poi i Senatori che era stato minacciato di morte ed era stato costretto a difendersi). Il nome di Caracalla è ricordato soprattutto per il provvedimento legislativo CONSTITUTIO ANTONINIANA, che concesse la CITTADINANZA ROMANA A TUTTI GLI ABITANTI DELL’IMPERO. Tale provvedimento aveva anche carattere fiscale: aumentavano infatti così di molto il numero dei contribuenti. Si creò così un IMPERO UNIVERSALE COSMOPOLITICO, mentre il DIRITTO ROMANO divenne DIRITTO UFFICIALE DELL’IMPERO. A partire dal 213 d.C. Caracalla fu impegnato in una serie di CAMPAGNE MILITARI: in Germania, in Egitto (dove ordinò il massacro della popolazione di Alessandria, in circostanze oscure). Fece costruire le famose Terme di Caracalla. Morì nel 217 assassinato da un soldato mentre preparava una campagna contro i Parti. ALESSANDRO SEVERO (222-235 d.C.) Alessandro Severo salì al potere dopo la piccola parentesi di Macrino (prefetto del pretorio che durò al potere dal 217 al 218 d.C.) e di Elagabalo (218-222 d.C.), suo cugino coetaneo, che fu costretto a adottarlo e poi fu ucciso dai pretoriani (venne respinto a causa della sua scarsa propensione alle tradizioni guerriere dell’impero e perché tentò di imporre il Culto del Sole all’Impero). Data la sua giovane età (fu imperatore a tredici anni), il potere fu effettivamente esercitato dalle donne della sua famiglia, la nonna Giulia Mesa e la madre Giulia Mamea. Tentò di ridare lustro al Senato romano, e formò un collegio di sedici senatori che lo consigliassero nelle materie di governo, che venne chiamato l'IMPERO DEI GIURISTI. Cercò di alleggerire la pressione fiscale abolendo alcune tasse e diede per la prima volta ai cristiani libertà di culto. Fece costruire l’acquedotto alessandrino. ANARCHIA MILITARE DOPO LA DINASTIA DEI SEVERI (235-268 D.C.) Alla morte di Alessandro Severo, nell'Impero Romano si era aperto un cinquantennio di profonda crisi, denominato "anarchia militare". Tutti gli imperatori, da Massimino (uccisore e successore di Alessandro) durarono al massimo pochi anni. Massimino fu il primo barbaro a divenire imperatore, grazie al solo consenso delle legioni, essendo nato senza la cittadinanza romana e senza essere neppure senatore (anche questi furono fattori determinanti pe la denominazione di questo periodo come “anarchia militare”). In questo periodo si succedettero più di venti imperatori, morti quasi tutti violentemente; fu dunque un periodo di MASSIMA CRISI POLITICA, MONETARIA, DEMOGRAFICA E MILITARE. COSTANTINO Costantino fu UNO DEI PIU' IMPORTANTI IMPERATORI ROMANI in quanto PERMISE LA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO e LA NASCITA DELL'IMPERO ROMANO D'ORIENTE. DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO Il cristianesimo si era diffuso in epoca romana e tra il 3° e il 4° secolo si verificarono le persecuzioni cristiane. Con Costantino, le persecuzioni cessarono definitivamente. Dopo che Alessandro Severo permise la libertà di culto, Costantino emanò l'EDITTO DI MILANO (EDITTO DI COSTANTINO - 313 d.C.). Con tale editto, l'imperatore restituì alle comunità cristiane le proprietà e i luoghi di culto persi durante le persecuzioni. Molto importante fu anche il CONCILIO DI NICEA del 325 d.C. Costantino, preoccupato di salvaguardare l'unità interna della Chiesa, convocò, mentre ancora non era battezzato, un concilio ecumenico per discutere della natura di Cristo (come restare religione monoteista se Cristo è un Dio? - trinità di Dio). Soluzione: Dio è uno e trino, nasce la figura di Cristo e dello Spirito Santo. Tutte le correnti che non la vedevano così furono proclamate eretiche. Allo stesso tempo, comincia a farsì strada il cristianesimo niceno come religione dell'impero (diventerà religione ufficiale dell'impero con Teodosio). Soprattutto, con il Concilio di Nicea IL POLITEISMO VIENE DEFINITIVAMENTE CONDANNATO e il monoteismo passa in primo piano come religione dell’impero.
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