Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Domande esame di diritto dei media e dell'informazione, Appunti di Diritto Dell'Informazione E Della Comunicazione

Domande con risposte delle possibili domande all'esame

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 23/02/2023

non_ho_nome
non_ho_nome 🇮🇹

4

(1)

28 documenti

1 / 37

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Domande esame di diritto dei media e dell'informazione e più Appunti in PDF di Diritto Dell'Informazione E Della Comunicazione solo su Docsity! DOMANDE DIRITTO 1. Decreti legislativi Il decreto legislativo è un atto normativo che agisce tramite la forma della delega, ovvero l’organo costituzionale legislativo formula una legge delega della quale il contenuto determina la materia e le modalità di applicazione di questa legge. Queste direttive saranno di conseguenza seguite e messe in atto dall' organo costituzionale esecutivo, ovvero il Governo emanando così un decreto legislativo. Ciò avviene spesso per la presenza di materie tecniche di cui generalmente più indirizzate al Governo, il quale richiede di formulare questa legge delega al Parlamento in modo tale da occuparsene lui personalmente. 2. Tra le istituzioni UE l’iniziativa legislativa è di competenza di chi? Le quattro principali istituzioni decisionali che dirigono l’amministrazione UE riguardo le funzioni legislative sono: ● il Parlamento europeo (Bruxelles / Strasburgo / Lussemburgo) ● il Consiglio europeo (Bruxelles) ● il Consiglio dell'Unione europea (Bruxelles / Lussemburgo) ● la Commissione europea (Bruxelles/Lussemburgo/Rappresentanze in tutta l'UE). Il loro lavoro è integrato da altre istituzioni e organi, tra cui: ● la Corte di giustizia dell'Unione europea (Lussemburgo) ● la Banca centrale europea (Francoforte) ● la Corte dei conti europea (Lussemburgo). L’Unione Europea da esso creata comporta una struttura complessa ricorrendo alla metafora di un tempio greco nella quale sono presenti tre pilastri: il pilastro centrale le comunità europee e i due pilastri laterali invece sono la politica estera e la sicurezza comune. Grazie al trattato di Maastricht le funzioni legislative del Parlamento Europeo sono state rafforzate infatti può invitare la Commissione a presentare una proposta legislativa su questioni che necessitano dell’elaborazione di un atto comunitario. Il trattato di Amsterdam rafforzerà poi questa cooperazione instaurando forme di collaborazioni specifiche per la realizzazione degli scopi comunitari. funzione esecutiva → È il principale organo esecutivo dell'Unione europea ed è composta da un Collegio di membri comprendente un Commissario per ogni Stato membro. 3. Le direttive comunitarie La direttiva comunitaria è un atto giuridico imposto dall’UE che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell’UE devono raggiungere entro un limite di tempo prestabilito. Infatti la funzione del Parlamento italiano nei confronti dell’Ue non è solo l’essere a conoscenza degli indirizzi comunitari, ma anche conoscere e applicare le direttive comunitarie. 4. Il consiglio europeo Il Consiglio europeo, che ha sede a Bruxelles è composto dai capi di Stato o di governo di tutti i paesi dell'UE, dal presidente del Consiglio europeo e dal presidente della Commissione europea. È convocato e presieduto dal suo presidente, eletto dal Consiglio europeo stesso per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. ● definisce gli orientamenti generali e le priorità politiche dell'UE, ma non adotta la legislazione ● gestisce questioni complesse o delicate che non possono essere risolte a livelli inferiori di cooperazione intergovernativa ● definisce la politica comune estera e di sicurezza dell'UE, tenendo conto degli interessi strategici dell'Unione e delle implicazioni per la difesa ● nomina ed elegge i candidati a determinati ruoli di alto profilo a livello dell'UE, fra cui la BCE e la Commissione. Di solito si riunisce quattro volte all'anno, ma il presidente può convocare riunioni straordinarie, se necessario.In generale, adotta le decisioni per consenso, ma in alcuni casi anche all**'unanimità** o a maggioranza qualificata. Solo i capi di Stato o di governo possono votare. 5. Il parlamento europeo Il Parlamento europeo è composto da 705 deputati eletti nei 27 Stati membri dell'Unione europea allargata. Dal 1979 i deputati sono eletti a suffragio universale diretto per una periodo di cinque anni. Il Parlamento europeo condivide il potere legislativo e il potere di bilancio dell'UE con il Consiglio dell'Unione europea (i governi dell'UE), svolge un ruolo chiave nell**'elezione** del Presidente della Commissione europea e garantisce che le altre istituzioni dell'UE agiscano democraticamente. 6. Qual è la composizione del CSM e quali sono le sue funzioni? Il CSM è il Consiglio Supremo della Magistratura ed è formato dal Presidente della Repubblica, dal Presidente della Corte di Cassazione e dalla Cassazione stessa. Vengono eletti per ⅔ dai magistrati e per ⅓ dai parlamentari. Il Consiglio Supremo della Magistratura è un organo di autogoverno che si occupa della gestione dell’amministrazione della carriera dei magistrati, nel dettaglio il CSM presiede le assunzioni dei magistrati, assegna i posti in cui mandare i magistrati e li può anche trasferire, presiede alla carriera dei magistrati e solo lui può sanzionarli. 7. Che differenza c’è tra forma di Stato e il concetto di forma di governo? La forma di stato rappresenta la combinazione tra la sovranità e il popolo, oppure sovranità e territorio. Perciò la forma di stato si interessa al rapporto che intercorre tra lo Stato e la società, tra il potere e i cittadini e quando variano questi rapporti variano le finalità perseguite 13. I principi giuridici dell’intervista In questo rapporto vigono 4 criteri: 1. rilevanza pubblico dell’evento di dichiarazione, 2. presenza di un contesto valutativo e descrittivo, 3. plausibilità 4. occasione della dichiarazione 5. cronista, ovvero osservatore. Il giornalista ha il dovere di attenersi e riportare fedelmente, alla lettera, ciò che viene detto durante l’intervista. Le sezioni unite della Cassazioni hanno dichiarato che non può attribuirsi una natura statica e imputabile sul giudizio riguardo ai casi di diffamazione durante l’intervista, ma che è lecito invece applicare un modello flessibile andando ad interpretare e analizzare ogni singolo caso. Recentemente è stata rilevata la responsabilità al giornalista intervistatore nel caso esso riporti dichiarazioni diffamatorie da parte di un personaggio rilevante nei confronti di un altro personaggio di cui la posizione ha la stessa importanza. Perciò riguardo le notizie lesive quindi il giornalista può decidere di comportarsi secondo tre orientamenti diversi. Il primo consiste nell’obbligo al giornalista di riportare fedelmente l’accaduto. Il secondo orientamento invece prevede la completa astensione del giornalista a riportare quelle informazioni. Infine nel terzo orientamente il giornalista è obbligato a non solo riportare la dichiarazione dell’intervistato ma anche descrivere il suddetto. Ed infine in quest’ultimo orientamento devono essere comprovate le notizie riportate ma allo stesso tempo trascritte fedelmente le dichiarazioni. 14. Il sistema e le fonti del diritto La norma giuridica è prodotta da atti e fatti che sono stati considerati idonei a porre regole di comportamento e questi atti o fatti sono chiamati fonti del diritto. Ci sono diversi tipi di fonti ovvero le fonti primarie che agiscono sulle fonti secondarie, oppure le due tipologie più importanti ovvero le fonti atto e le fonti fatto. Le fonti fatto sono regolamenti determinati da un comportamento dell’individuo protratto nel tempo tale da essere ritenuto una norma, è un diritto non volontario poiché è determinato da fatti e non da atti, la fonte fatto per eccellenza infatti è la consuetudine quindi un modo costante di procedere o di operare. Vengono considerate generalmente due tipologie di consuetudine ovvero internazionali e interpretative. Mentre invece riguardo le fonti o atti sono determinati da manifestazioni ritenute competenti e si traducono in documenti produttivi di norme giuridiche. Le fonti atto sono caratterizzate da determinati criteri. Criterio di gerarchia, nell’organizzazione riguarda le righe le quali a loro volta sono caratterizzate da una forza di garanzia, ovvero che se cambiano le norme poste più in alto di conseguenza cambieranno anche quelle sottostanti, mentre invece il valore di resistenza determina che le norme poste in alto non subiranno mai cambiamenti da quelle al di sotto di loro. Il secondo criterio è quello del riparto della competenza, ovvero alcuni ambiti vengono gestiti dallo stato mentre altri dalle regioni come ad esempio delle norme di sicurezza se ne occupa lo stato mentre invece di quelle della sanità le regioni. Infatti come abbiamo potuto vedere durante la pandemia le regioni hanno applicato delle loro personali norme. Infine vi è il criterio di gerarchia che si basa poi sulla “lex posterior” ovvero bisogna sempre prendere in considerazione la legge più attuale. Accade però che essa non tratti con precisione la materia che stiamo trattando quindi a sua volta deve essere anche applicato il criterio di specificità ovvero prendere in considerazione la norma più specifica. 15. Il governo la formazione funzioni e crisi Il Governo è l’organo dell’ordinamento italiano che detiene il potere esecutivo e la capacità di determinare l’indirizzo politico. Esso viene definito come organo complesso data la sua articolata formazione infatti il Governo comprende: il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Consiglio dei Ministri e i Ministeri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha preminenza nella composizione del governo e nel Consiglio dei ministri. Perciò si occupa della formazione del Consiglio, ovvero un organo collegiale, presentando la proposta confermata poi dalle due camere del Parlamento. Il Presidente del Consiglio viene eletto dal Presidente della Repubblica e la sua carica ha una durata di 5 anni e viene chiamata legislatura. Per quanto riguarda invece il Consiglio dei Ministri come ho detto precedentemente è un organo collegiale composto dai ministri, di cui la loro carriera è determinata dal Consiglio della Magistratura Suprema, e che votano per maggioranza e rappresentano la maggioranza, mentre invece all’interno del Parlamento è presente anche l’opposizione. Si occupano di controfirmare gli atti accettati dal Presidente della Repubblica, atti presentati da loro stessi, inoltre determinano l’indirizzo politico e gli obiettivi posti da raggiungere, ma anche il controllo dei risultati della gestione amministrativa. Il Consiglio è a sua volta composto da sottosegretari, i quali si occupano di blocchi specifici, i commissari i quali invece gestiscono le questioni urgenti, dal Presidente del Consiglio, dei ministri, ma anche dai comitati interministeriali come CIPE e CICR. I ministeri invece sono le ripartizioni fondamentali dell’amministrazione dello Stato. A collaborare con i ministri è presente la carica del sottosegretario i quali si occupano della gestione della politica. Le strutture ministeriali possono essere centrali o periferiche come ad esempio il decentramento del potere tramite la figura del prefetto. Inoltre possono essere con o senza portafoglio. I ministeri dotati di portafoglio dopo aver eseguito il bilancio dello Stato viene a loro consegnato del denaro il quale sarà devoluto alla gestione dello Stato. I ministeri con portafoglio sono ad esempio il Ministero degli affari esteri, oppure della difesa o della giustizia ecc… Mentre invece i ministeri senza portafoglio si occupano dell’amministrazione e ricevono solamente una quota minima devoluta ad esempio alla gestione tecnologica oppure al Ministero del Sud e della Coesione Sociale. Il governo ha anche a sua volta una funzione legislativa in determinati casi, dove può proporre disegni di legge. Il decreto legislativo è un atto normativo che agisce tramite la forma della delega, ovvero l’organo costituzionale legislativo formula una legge delega della quale il contenuto determina la materia e le modalità di applicazione di questa legge. Queste direttive saranno di conseguenza seguite e messe in atto dall' organo costituzionale esecutivo, ovvero il Governo emanando così un decreto legislativo. Ciò avviene spesso per la presenza di materie tecniche di cui generalmente più indirizzate al Governo, il quale richiede di formulare questa legge delega al Parlamento in modo tale da occuparsene lui personalmente. L’atto normativo è un atto che ha come obiettivo la modificazione, la creazione, l’abrogazione di norme generali e astratte di un determinato ordinamento giuridico. Mentre invece gli atti aventi forza legge sono atti normativi che una volta emanati dal Governo hanno la stessa forza di una legge ordinaria, di norma sono denominati decreti o ordinanze. Infine anche il decreto legge il quale per casi di necessità o esigenza viene comunicato e emanato nello stesso giorno dal Parlamento. In seguito in un lasso di tempo di massimo 6o giorni deve o approvare come norma o farlo decadere per ex tunc facendo così sparire ogni suo effetto. La crisi del Governo è determinata dalla caduta di questo che può avvenire per due principali motivi, della rottura del rapporto di fiducia fondamentale tra il Parlamento e il Governo tramite una mozione di sfiducia o a causa della dimissione da parte del Governo per mancata capacità di gestione e da una possibile crisi interna all’organo stesso. Per quanto riguarda il secondo caso per poter evitare che si ripetano spesso casi del genere si attua la parlamentarizzazione, ovvero il Governo deve presentarsi ad una delle camere ed esporre i motivi delle sue dimissioni aprendo così un dibattito parlamentare, in modo tale da rendere pubbliche le questioni. 16. Fiducia Parlamento e Governo Intercorre un rapporto di fiducia tra il Governo e il Parlamento tramite una mozione di sfiducia approvata da entrambe le camere Parlamentari nella formazione di esso. Questo rapporto può rompersi in caso di promulgazione di mozione di sfiducia, oppure per dimissioni da parte del Governo. 17. Le forme di governo La forma di governo si interessa ai rapporti e alla distribuzione del potere tra i vari organi dell'ordinamento statale. Le tipologie principali di forme di governo sono il parlamentarismo, il presidenzialismo e il semipresidenzialismo. Il presidenzialismo è un sistema tipico degli Stati Uniti che come in tutte le altre forme di governo menzionate il popolo elegge il Parlamento ma anche il Governo stesso e il Presidente della repubblica il quale è Capo del Consiglio. In tal modo non intercorre un rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento e per tale motivo è più difficile che il Governo cada e si concede più responsabilità al popolo. Mentre invece il sistema semipresidenziale è tipico della Francia ed è un insieme per certi aspetti a quello parlamentare e quello presidenziale. Poiché il popolo vota sempre il Parlamento, il quale tramite un rapporto di fiducia forma il Governo, ma inoltre il popolo vota anche il Presidente. In questo caso però il Presidente gioca solamente un ruolo di supervisione sulla politica, ma è presente la figura del Presidente del Consiglio così da limitare i poteri, soprattutto quando sorgono pensieri contrastanti riguardo il Presidente Della Repubblica, come è stato nel caso di Macron. Infine il sistema parlamentare caratteristico dell’Italia. Dove il popolo vota il Parlamento, che detiene il potere legislativo, che tramite il rapporto di fiducia approva la formazione del Governo, potere esecutivo, e vota in seduta comune il Presidente della Repubblica supervisione della gestione politica. legge non vieta l’assunzione di posizione dominante bensì il suo abuso. Nel mercato della stampa si ritiene una posizione dominante quando: ● si giunga ad editare o controllare una società che abbia editato un numero di testate quotidiane di cui la tiratura dell'anno precedente sia maggiore del 20% della tiratura complessiva dei quotidiani in Italia ● si giunga ad editare o a controllare una società che abbia editato un numero di testate quotidiane di cui la tiratura dell’anno precedente sia maggiore del 50% della tiratura complessiva dei quotidiani pubblicati in aree regionali ● si giunga a diventare titolari di società editrici di cui la tiratura sia stata superiore nell’anno solare precedente al 30% della tiratura complessiva dei quotidiani in Italia Nel caso vengano superati i limiti di tiratura impostati intervengono diverse tecniche di limitazione: 1. le quote della società e gli atti di concessione vengono ritenuti nulli 2. in caso si raggiunga una posizione che il Garante ritiene dominante lo stesso Garante ha il compito di riferire al Parlamento il quale gli darà un lasso di tempo non inferiore a sei mesi e non oltre 12 mesi in cui dovrà ridimensionare questa sua posizione Ci sono ulteriori misure di controllo ovvero gli obblighi di trasparenza come l’obbligo di iscrizione al ROC ovvero il Registro Operatori di Comunicazione, obbligo a depositare annualmente un bilancio presso il Registro. Comunque ciò vale comunque anche alle concessionarie pubblicitarie. 22. Il pluralismo interno ed esterno Tramite le normative Antitrust si vanno contro la concentrazione proprietaria poiché i mezzi di comunicazione non possono essere concentrati nelle mani di un singolo individuo ma bisogna garantire forme di pluralismo in modo tale anche da permettere l’esistenza di una sana competenza. Durante il periodo dello sviluppo della radiotelevisione si sono venute a creare due tipologie di pluralismo a seconda degli sviluppi tecnologici delle reti. Inizialmente infatti essendo presente un solo e unico canale a causa della limitatezza delle tecnologie per permettere lo stesso pluralismo si venne a creare una forma di pluralismo interno, ovvero il monopolio di quel canale era concesso alla Rai la quale però allo stesso tempo doveva concedere la concessione a tutti, quindi anche se era nelle mani di uno solo veniva garantito lo stesso pluralismo. Nel corso degli anni però ci fu uno sviluppo digitale tale da poter arrivare alla creazione a più canali e di reti private soprattutto a causa dell’ascesa nel mercato di Berlusconi il quale seppe sfruttare al meglio i cosiddetti coni d’ombra, di conseguenza venne a mancare il presupposto che giustificava il monopolio della Rai. Così ci fu un ritorno alla Corte Costituzionale il quale sviluppò la sentenza concedendo il continuo del monopolio della Rai per contrastare il mercato privato assicurando però che ci sia un livello di mercato televisivo, al di fuori anche della Rai grazie a delle normative antitrust che disciplinano le frequenze e le pubblicità. Perciò non ci fu in seguito solo la rimozione del limite tecnico ma si necessitava anche della creazione di un disegno normativo capace di gestire le concentrazioni sia sulle frequenze televisive sia in altri settori come quello della pubblicità tramite sopratutto le normative antitrust. La Corte, tuttavia, si astenne dal dichiarare l’incostituzionalità che pure aveva accertato, limitandosi a rivolgere un monito al legislatore sulla necessità di un rapido intervento. Si formarono due declinazioni del pluralismo, dal cui concorso risulterebbe l’attuazione del valore nella sua interezza: a) il pluralismo interno, rimesso alla concessionaria del servizio pubblico, il cui compito è «dar voce – attraverso un’informazione completa, obiettiva, imparziale ed equilibrata nelle sue diverse forme di espressione – a tutte, o al maggior numero possibile di opinioni, tendenze, correnti di pensiero politiche, sociali e culturali del Paese»; b) il pluralismo esterno, dato dal dispiegarsi della concorrenza tra il maggior numero possibile di fonti informative. 23. Diritto di critica satira e cronaca Il diritto di critica consiste nel poter esercitare il diritto di poter esprimere opinioni e pensieri. Per questa sua componente è solita a creare dissensi e consensi. Al contrario del diritto di cronaca, l’analisi sul diritto di critica si concentra maggiormente non sulla veridicità dei dati forniti bensì sulla modulazione con cui vengono espressi, ovvero il valore contenitivo. Altro fattore rilevante è il risconto serio e professionale delle fonti informatiche a verifica della corrispondenza tra ciò che è stato affermato e ciò che invece è effettivamente accaduto. Il diritto di critica si fonda anche sul valore della utilità sociale, ovvero ogni opinione espressa è importante che abbia una rilevanza sociale. Per quanto riguarda invece il fenomeno delle fake news, ovvero il diffondere notizie false, l’Unione Europea ha deciso di applicare come metodo la persecuzione di chi crea un'organizzazione di cui il solo ruolo è quello di diffondere notizie false ai danni ai sensi di altri paesi, perché attualmente purtroppo sarebbe impossibile punire tutti coloro che ne diffondono. Il diritto di satira invece consiste nel colpire con lo scherno o con il ridicolo concezioni passioni o modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta la società. Secondo lo scrittore poeta italiano Boccaccio era il modo di esprimere la realtà burlando. Riguardo questo argomento è solita la discussione se la critica sia una forma di espressione artistica oppure una manifestazione del pensiero. Inoltre il primo fattore, a livello giuridico, ad attirare l’attenzione fu quello della dimensione pubblica in particolare del nesso tra l'aspetto specificamente preso di mira e la sua dimensione politica.E illecito praticare l’esercizio di satira riguardo notizie espresse negli articoli giornalistici poiché a quel punto non sarebbe più satira ma bensì un veicolo di comunicazione, di conseguenza in tal caso volerebbero le norme che regolano il diritto di cronaca. Il diritto di cronaca comporta il diritto ma anche il dovere di narrare fatti così come sono accaduti. Infatti per essere ritenuta tale e lecita deve seguire due principi ovvero l’utilità sociale, quindi che quello che viene riportato abbia una rilevanza nella società e la veridicità, ovvero che i fatti narrati corrispondano alla verità. Infatti compito del giornalista e assicurarsi che le fonti siano accreditate a dire la verità. Perciò segue il principio "adaequatio res gestae historiam rerum gestarum” ovvero che ci sia una sostanziale corrispondenza tra i fatti narrati e i fatti accaduti. Il concetto di verità, non è associato solo al testo dell’articolo, ma anche alle sue altre parti, come il titolo, le immagini, il sottotitolo ecc… Strumento specifico del diritto di cronaca è l’intervista, nella quale vige un rapporto tra intervistato e intervistatore. In questo rapporto vigono 4 criteri: rilevanza pubblico dell’evento di dichiarazione, presenza di un contesto valutativo e descrittivo, plausibilità e occasione della dichiarazione ed infine cronista, ovvero osservatore. Il giornalista ha il dovere di attenersi e riportare fedelmente, alla lettera, ciò che viene detto durante l’intervista. Le sezioni unite della Cassazioni hanno dichiarato che non può attribuirsi una natura statica e imputabile sul giudizio riguardo ai casi di diffamazione durante l’intervista, ma che è lecito invece applicare un modello flessibile andando ad interpretare e analizzare ogni singolo caso. Recentemente è stata rilevata la responsabilità al giornalista intervistatore nel caso esso riporti dichiarazioni diffamatorie da parte di un personaggio rilevante nei confronti di un altro personaggio di cui la posizione ha la stessa importanza. Perciò riguardo le notizie lesive quindi il giornalista può decidere di comportarsi secondo tre orientamenti diversi. Il primo consiste nell’obbligo al giornalista di riportare fedelmente l’accaduto. Il secondo orientamento invece prevede la completa astensione del giornalista a riportare quelle informazioni. Infine nel terzo orientamente il giornalista è obbligato a non solo riportare la dichiarazione dell’intervistato ma anche descrivere il suddetto. Ed infine in quest’ultimo orientamento devono essere comprovate le notizie riportate ma allo stesso tempo trascritte fedelmente le dichiarazioni. 24. Deontologia del giornalista e tutela della riservatezza La deontologia del giornalista è un sistema di autoregolazione basato su norme di comportamento nell’ambito della professione giornalistica. Caratterizzata da diversi documenti definiti “carte” che contengono le suddette norme riguardanti determinati. Il diritto alla riservatezza riguarda la sfera privata dell’individuo, il codice infatti sancisce che chiunque ha il diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano. Per dati personali si intende qualunque informazione inerente alla persona fisica. Può poi ricollegarsi al diritto all'identità personale il quale invece consiste nel diritto di vedersi descritto esattamente così com’è senza inesattezze che stravolgono la sua personalità agli occhi del pubblico. Nell’ambito giornalistico vige la caratteristica del trattamento e della memorizzazione dei dati personali ad opera di banche dati o altri soggetti. Ci sono determinate norme da seguire nella gestione della riservatezza dei dati raccolti. L’art. 5 GDPR dichiara i principi applicabili al trattamento dei dati personali. I dati personali sono: 1. LICEITÀ CORRETTEZZA E TRASPARENZA 2. DETERMINATE ESPLICITE E LEGITTIME 3. ADEGUATI PERTINENTI E LIMITATI 4. ESATTI E AGGIORNATI 5. CONSERVATI FINO AL RAGGIUNGIMENTO DELLA FINALITÀ 6. GARANTITA SICUREZZA Il titolare del trattamento è competente per il rispetto del paragrafo e in grado di comprovare → responsabilizzazione Il trattamento è lecito solo se l'usufrutto di questo è in presenza di una delle seguenti condizioni Le due camere però presentano lieve differenze: CD = 400 CS = 200 Inoltre il Presidente della camera dei deputati presiede in seduta comune, invece in mancanza del Presidente della Repubblica presiede il presidente della camera del Senato. Ed infine per votare entrambi bisogna essere maggiorenni ma per essere deputato 25 anni invece senatore 45 anni. Il parlamento è composto a sua volta dalle commissioni parlamentari, ovvero organi endorganici composti da un numero di parlamentari con il compito di esaminare disegni di legge prima che questi vengano discussi in assemblea parlamentare. Esse possono essere permanenti temporanee monocamerali e bicamerali. Le commissioni parlamentari temporanee hanno compiti specifici e perdurano per un tempo prestabilito in cui adempiere al loro compito, mentre quelle permanenti invece sono organi stabili e necessari nell’ambito del procedimento legislativo. Le commissioni bicamerali hanno un ruolo di inchiesta e vigilanza e sono composte dalla camera del Senato e dei deputati mentre invece quelle monocamerali sono istituite con deliberazione dal Senato. Durante il procedimento legislativo le camere possono decidere di agire in tre diverse modalità, ovvero: in sede referente, redigente oppure deliberante. In sede referente implica che il controllo del disegno di legge avvenga prima sui caratteri generali della proposta poi sui singoli articoli, che possono essere modificati (emendati) ed infine sull’intero testo. Mentre invece le commissioni parlamentari in sede redigente la commissione dopo aver preparato un testo del disegno di legge lo consegna all’Assemblea la quale ha il ruolo di votare articolo per articolo e un voto finale, senza però poterli modificare. Infine vi sono le commissioni parlamentari in sede deliberante dove la commissione si occupa non solo della discussione e della votazione della legge, ma anche dell’approvazione estromettendo così l’Assemblea. In questo caso si infrangerebbero delle leggi poiché vi è una mancanza dell’approvazione del popolo, infatti ciò viene applicato solo in casi speciali. Il parlamento lavora rappresentando sia la maggioranza che l'opposizione. La validità della Seduta Comunale è determinata dalla presenza del quorum. Le prerogative parlamentari sono gli istituti che mirano a salvaguardare il libero ordinato esercizio delle funzioni parlamentari e vengono previsti istituiti: ● insindacabilità = le funzioni parlamentari non possono essere perquisiti per il loro voto durante la loro attività ● immunità = il parlamentare non può essere sottoposto a misure restrittive della sua libertà personale o domiciliare Gli interna corporis acta sono atti e attività interne al parlamento. La funzione parlamentare di controllo funziona tramite le interrogazioni e le interpellanze. Compito del parlamento nei confronti dell’Unione Europea è quello di essere a conoscenza degli indirizzi comunitari e delle direttive da applicare. 28. L’onore Limite dell’onore e dignità → da intendersi sia come dignità, di cui violazione dà luogo all'ingiuria sia come reputazione che, violata, origina la diffamazione. Nell'attività giornalistica, in difetto dei requisiti della veridicità, continenza ed interesse pubblico dei fatti riferiti (soprattutto attraverso un uso scrupoloso delle fonti), si concretizzerà una violazione dell'onore di una persona. art. 594 INGIURIA = offendere l’onore o il decoro è punito essendo quindi una offesa diretta che colpisce l’autostima art. 595 DIFFAMAZIONE = comunicando con gli altri offende l’altrui reputazione è punito essendo un offesa indiretta dell’onore. 29. Agcom e Corecom L’Agcom è l’autorità nazionale preposta alla regolazione e al controllo del settore., la vigilaza sulle modalità di distribuzione dei servizi e dei prodotti e ha la potestà di imporre regolamenti per la disciplina delle relazioni tra gestori di rete sia fissa che mobile e operatori che svolgono attività di rivedentà di servizi di telecomunicazione. Il regolamento tutela le opere digitali ovvero un opera e parti di essa tutelati dalla legge sul diritto di autore e diffusi su reti di comunicazione elettronica. I rimedi possono essere di due tipi: ● rimozione selettiva = ovvero del contenuto illegale applicabile nel caso anche il sito ospiti contenuti legali ma contenuti illegali con finalità di pirateria ● disabilitazione = comporta il blocco dell’IP e della risoluzione DSN, l’AGCOM quindi invia una comunicazione all’UPLOADER ai gestori della pagine del sito internet con la richiesta della rimozione del contenuto incriminato entro 3 giorni dalla comunicazione. Si è verificato uno scontro tra il Tar Lazio e l’Agcom poichè secondo il primo il secondo abusava del potere che spettava agli organi di politiza giudiziaria e alla magistratura ordinaria. Il Corecom è invece un comintato regionale per e comunicazioni, organo previsto dalla legge Maccanico, disciplinati specificamente da leggi delle singole regioni con funzioni di organi di governo, granzia e controllo sul sitema delle comunicazioni in ambito regionale. Quini rappresenta organi funzionali e costituiscono organi indipendente di garanzia e consulenza per le giunte e i consigli regionali. 30. La direttiva “servizio inbiversale” in materia di comunicazione elettronica del 2002 stabilisce. DIRETTIVA 2002/19/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIOdel 7 marzo 2002 IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA, La direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002 che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva quadro) fissa gli obiettivi di un quadro di riferimento che contempli le reti e i servizi di comunicazione elettronica. Tali reti possono essere state autorizzate dagli Stati membri ai sensi della direttiva 2002/20/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002 relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva autorizzazioni) o di atti normativi precedenti. Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare l'utilizzazione di standard e/o di specifiche pubblicate, nella misura in cui ciò sia strettamente necessario per assicurare l'interoperabilità dei servizi e migliorare la libertà di scelta degli utenti. Le regole di concorrenza da sole possono non essere sufficienti per garantire la diversità culturale e il pluralismo dei media nel settore della televisione digitale. La direttiva 95/47/CE ha fissato un primo quadro normativo per il settore emergente della televisione digitale che è opportuno mantenere, in particolare per quanto riguarda l'obbligo di fornire un accesso condizionato a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie, al fine di garantire la disponibilità di una vasta gamma di programmi e servizi. Gli sviluppi tecnologici e l'evoluzione del mercato rendono necessario un periodico riesame di tali obblighi, da parte di uno Stato membro per quanto riguarda il proprio mercato nazionale o da parte della Commissione per quanto riguarda la Comunità, in particolare per determinare se sia giustificato estendere tali obblighi ai nuovi gateway quali le guide elettroniche ai programmi (EPG) e le interfacce per programmi applicativi (API), nella misura necessaria a garantire l'accessibilità per gli utenti finali ai servizi radiofonici e televisivi digitali specificati. Gli Stati membri possono specificare con tutti i mezzi legislativi, regolamentari o amministrativi che ritengono opportuni i servizi televisivi digitali ai quali gli utenti finali devono poter accedere. La direttiva 97/33/CE ha fissato una serie di obblighi da imporre alle imprese che dispongono di notevole potere di mercato, in particolare in materia di trasparenza, non discriminazione, separazione contabile, accesso e controllo dei prezzi, ivi incluso l'orientamento ai costi. Tali obblighi devono permanere ma è necessario inoltre stabilire che essi costituiscono il livello massimo degli obblighi che possono essere imposti alle imprese onde evitare un'eccessiva regolamentazione. In via eccezionale, in ottemperanza ad impegni internazionali o al diritto comunitario, può essere opportuno imporre obblighi in materia di accesso e di interconnessione a tutti gli attori presenti sul mercato come avviene attualmente per i sistemi di accesso condizionato ai servizi di televisione digitale. ● La trasparenza dei termini e delle condizioni dell'accesso e dell'interconnessione, in particolare in materia di prezzi, consente di accelerare il negoziato, di evitare le controversie e di garantire agli attori presenti sul mercato che il servizio non è fornito a condizioni discriminatorie. ● Il principio di non discriminazione garantisce che le imprese aventi potere di mercato non distorcano la concorrenza, soprattutto nei casi di imprese ad integrazione verticale che prestano servizi ai propri concorrenti nei mercati a valle. ● La separazione contabile garantisce la visibilità dei trasferimenti interni di prezzi e consente alle autorità nazionali di regolamentazione di verificare, se del caso, l'osservanza degli obblighi di non discriminazione. Obiettvi 1. Nel quadro istituito dalla direttiva 2002/21/CE (direttiva quadro), la presente direttiva armonizza le modalità secondo le quali gli Stati membri disciplinano l'accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e l'interconnessione delle medesime. L'obiettivo è quello di istituire un quadro normativo compatibile con i principi del mercato interno, atto a disciplinare le relazioni tra i fornitori di reti e di servizi e che si traduca in concorrenza sostenibile, interoperabilità dei servizi di comunicazione elettronica e vantaggi per i consumatori. 2. La presente direttiva stabilisce diritti ed obblighi per gli operatori e per le imprese che intendono interconnettersi e/o avere accesso alle loro reti o a risorse correlate. Fissa inoltre gli obiettivi delle autorità nazionali di regolamentazione in materia di accesso e di interconnessione e definisce le modalità per garantire che gli obblighi imposti dalle autorità nazionali di regolamentazione siano riesaminati e, ove opportuno, revocati una volta conseguiti gli obiettivi desiderati. Ai sensi della presente presente direttiva, per accesso non si intende l'accesso da parte degli utenti finali. ● positivo = godere della cittadinanza, dei diritti civili e di possedere un attesato delle attività svolte durante il praticantato ● negativo = non aver svolto attività pubblica contro agli interessei della Nazione ma anche non avere condanne a pena detentiva superiore a 5 anni. 35. Il ruolo della Corte Costituzionale nell’evoluzione della disciplina della radiotelevisione Bisognava disciplinare il sistema della radiotelevisione pubblica e di quella privata e permette di garantire una regolamentazione uniforme in entrambi i settori. Entrambi i settori dovevano rispettare i principi di correttezza, imparzialità e pluralità. La Corte dichiarò illegittimo non il monopolio in sé, ma le modalità con cui esso era esercitato e la sua estensione. Quanto al primo punto, la sentenza affermò che il monopolio dovesse garantire obiettività, imparzialità e completezza dell’informazione. Inoltre con l’evoluzione delle tecnologie Si dichiarò incostituzionale il monopolio televisivo su scala locale per violazione degli artt. 3 e 21 Cost.: dell’art. 3 in quanto la sufficiente disponibilità di frequenze La Corte, tuttavia, si astenne dal dichiarare l’incostituzionalità che pure aveva accertato, limitandosi a rivolgere un monito al legislatore sulla necessità di un rapido intervento. Si formarono due declinazioni del pluralismo, dal cui concorso risulterebbe l’attuazione del valore nella sua interezza: a) il pluralismo interno, rimesso alla concessionaria del servizio pubblico, il cui compito è «dar voce – attraverso un’informazione completa, obiettiva, imparziale ed equilibrata nelle sue diverse forme di espressione – a tutte, o al maggior numero possibile di opinioni, tendenze, correnti di pensiero politiche, sociali e culturali del Paese»; b) il pluralismo esterno, dato dal dispiegarsi della concorrenza tra il maggior numero possibile di fonti informative. La legge Mammi introduce come prima regolamentazione l’antitrust, il quale impedisce la concentrazione eccessiva delservizio nelle mani di uno solo dei soggetti, evitando che questo abusi della posizione dominante. Stabilisce infatti delle soglie minime come ● limite di concentrazione delle reti per ogni operatore: 25% del mercato delle reti e non più di 3 reti per impresa. ● tutela del minore e dell’utente come consumatore, impone delle limitazioni per quanto riguarda le telepromozioni e la raccolta dei compensi mediante la pubblicità (12% di pubblicità ogni ora per le concessionarie pubblica, 18% di ogni ora per le concessionarie private) e favorisce i programmi prodotti in Europa. Tuttavia il piano di assegnazione delle frequenze fallisce e si vengono a creare delle reti disomogenee. Inoltre il pluralismo garantito dalla Mammì non viene ritenuto soddisfacente e la legge viene ritenuta costituzionalmente illegittima dalla Corte Costituzionale dato che la legge anziché disarticolare l’assetto duopolistico che il mercato aveva assunto, cosentì un limite che era sagomato in modo tale da evitare di scalfire la posizione della Fininvest, che controllava tre canali. Con la legge Maccanico (1997) si istituisce l’AGCOM (autorità garante della comunicazione) che sostituisce il Garante e che svolge la propria funzione nel settore delle telecomunicazioni e della radiotelevisione. L’AGCOM si occupa della pianificazione delle frequenze e individua 11 reti omogenee. Di queste ogni soggetto ne può avere solo 2, una deve essere dimessa: la rete dimessa non viene cancellata ma sarà disponibile solo su cavo o su satellite (deve liberare le reti terrestri) dove il pubblico è minore (si avrà di conseguenza un tracollo delle risorse pubblicitarie in queste reti). Alla RAI, in quanto servizio pubblico, venivano concesse 3. Ogni operatore non può quindi avere più del 20% delle reti nazionali e nessun soggetto può assorbire più del 30% delle risorse del settore della radiotelevisione. Con l’avvento del digitale che permette di ospitare più canali sullo spettro elettromagnetico senza cambiarne le dimensioni, inizia il passaggio al digitale (o switch-off). La data termine dello switch off viene posposta più volte per permettere all’AGCOM di controllare se più del 50% della popolazione è coperta dal digitale, se i decoder sono a prezzi accessibili e se le reti digitali offrono dei programmi diversi da quelli offertiti dalle reti analogiche. Nel 2002 la Corte costituzionale, dopo aver constatato che «la formazione dell’esistente sistema televisivo italiano privato in ambito nazionale ed in tecnica analogica trae origine da situazioni di mera occupazione di fatto delle frequenze, al di fuori di ogni logica di incremento del pluralismo», accolse parzialmente la questione di legittimità costituzionale relativa ai limiti anticoncentrazione della legge Maccanico, indicando nel 31.12.2003 il «termine finale assolutamente certo, definitivo e dunque non eludibile» entro cui i nuovi limiti di concentrazione avrebbero dovuto trovare applicazione. La legge Gasparri 2003 contiene delle novità: • limiti al cumulo dei programmi e alla raccolta di risorse economiche • definizione del "SIC" (Sistema Integrato delle Comunicazioni), che comprende stampa quotidiana e periodica; editoria anche per il tramite di Internet; radio e televisione; cinema; pubblicità • i soggetti non possono conseguire, ricavi superiori al 20% dei ricavi complessivi del sistema integrato delle comunicazioni • lo switch-off dell'analogico va realizzato entro il 31 dicembre 2006 La legge Gasparri è stata criticata per i seguenti motivi: • il tetto antitrust nella previsione di un unico limite predeterminato tassativamente dalla legge rappresentato dalla quota 20% del totale dei proventi ricavabili dal SIC (Sistema Integrato della comunicazione) è stato sì abbassato in misura percentuale rispetto al 30% ma il valore assoluto di tali percentuali è passato da 12 miliardi di euro di allora a 26 miliardi oggi; • l'aumento del limite antitrust viola il principio del pluralismo sancito dall'Articolo 21 36. Natura e funzionalità dell’ordine dei giornalisti TITOLO I. Dell’Ordine del giornalistiCapo I. Dei Consigli dell’Ordine regionali o interregionali. 1. Ordine dei giornalisti è istituito l’Ordine dei giornalisti. Ad esso appartengono i giornalisti professionisti e i pubblicisti, iscritti nei rispettivi elenchi dell’albo. Sono professionisti coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista. Sono pubblicisti coloro che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi. I requisiti per l’iscirizone all’elenzo dei professionisti che sono richiesti sono: ● l’età non deve essere inferiore ai 21 anni ● deve essere attestato l’esercizio continuativo della pratica giornalistica per almeno 18 mesi oppure seguire un master giornalistico che dura due anni il quale a sua volta comprende questi 18 mesi di esercizio ● possesso dei requisiti secono l’articolo 32 ● l’esito favorevole della prova di idoneità 2. Diritti e doveri. È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede. Devono essere rettificate le otizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie. 3. Consiglio Nazionale Il consiglio nazionale è istituito con sede presso il Ministero della giustizia. E composta da non più di 60 membri di cui 2/3 sono professionisti e 1/3 pubblicisti, eletti dagli iscritti agli Ordini regionali o interregionali. All’interno del Consiglio vi è un Comitato Esecutivo composto da sei giornalisti professionsiti e 3 pubblicisti tra questi è presente anche il Presidente del Consiglio Nazionale. Il Consiglio Nazionale si occupa del controllo dei requisiti per accedere all’albo e al mantenimento dello stesso. Ciascun consiglio ha poi potere di viglanza e di tuttela su chiunque pratichi il mestiere da giornalista. 4. Composizione dei Consigli regionali o interregionali. I Consigli regionali o interregionali sono composti da 6 professionisti e 3 pubblicisti, scelti tra gli iscritti nei rispettivi elenchi regionali o interregionali, che abbiano almeno 5 anni di anzianità di iscrizione. Essi sono eletti rispettivamente dai professionisti e dai pubblicisti iscritti nell’albo ed in regola con il pagamento dei contributi dovuti all’Ordine, a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta di voti. 5. Sanzioni Le sanzioni previsto dall’articolo 51 sono ● avvertimento ● censura ● sospensione ● radiazione 37. Legge Gasparri sul riordino del sistema televisivo La cosiddetta legge Gasparri, dal nome del ministro all'epoca responsabile della materia, il deputato Maurizio Gasparri, è la legge n. 112 del 3 maggio 2004 - "Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI Radiotelevisione italiana S.p.A., nonché delega al Governo per l'emanazione del testo unico della radiotelevisione". La legge Gasparri è una delle leggi più discusse del Governo Berlusconi II. Si tratta in sostanza di una legge di riforma generale del sistema radiotelevisivo, la terza "legge di sistema" dopo la legge n. 103/1975 e la legge Mammì. La precedente legge Maccanico del 1997 aveva cercato di rimediare alla carenza normativa della legge Mammì per garantire maggiormente il pluralismo esterno. Il nuovo testo della legge Gasparri è stato approvato e promulgato dal Presidente il 3 maggio 2004. La legge Gasparri contiene delle novità: • limiti al cumulo dei programmi e alla raccolta di risorse economiche • definizione del "SIC" (Sistema Integrato delle Comunicazioni), che comprende stampa quotidiana e periodica; editoria anche per il tramite di Internet; radio e televisione; cinema; pubblicità • i soggetti non possono conseguire, né direttamente, né attraverso soggetti controllati, ricavi superiori al 20% dei ricavi complessivi del sistema integrato delle comunicazioni • lo switch-off dell'analogico va realizzato entro il 31 dicembre 2006 La legge Gasparri è stata criticata per i seguenti motivi: • il tetto antitrust nella previsione di un unico limite predeterminato tassativamente dalla legge rappresentato dalla quota 20% del totale dei proventi ricavabili dal SIC (Sistema Integrato della comunicazione) è stato sì abbassato in misura percentuale rispetto al 30% ma il valore assoluto di tali percentuali è passato da 12 miliardi di euro di La legge Gasparri 2003 contiene delle novità: • limiti al cumulo dei programmi e alla raccolta di risorse economiche • definizione del "SIC" (Sistema Integrato delle Comunicazioni), che comprende stampa quotidiana e periodica; editoria anche per il tramite di Internet; radio e televisione; cinema; pubblicità • i soggetti non possono conseguire, ricavi superiori al 20% dei ricavi complessivi del sistema integrato delle comunicazioni • lo switch-off dell'analogico va realizzato entro il 31 dicembre 2006 La legge Gasparri è stata criticata per i seguenti motivi: • il tetto antitrust nella previsione di un unico limite predeterminato tassativamente dalla legge rappresentato dalla quota 20% del totale dei proventi ricavabili dal SIC (Sistema Integrato della comunicazione) è stato sì abbassato in misura percentuale rispetto al 30% ma il valore assoluto di tali percentuali è passato da 12 miliardi di euro di allora a 26 miliardi oggi; • l'aumento del limite antitrust viola il principio del pluralismo sancito dall'Articolo 21 42. Gli organi della comunicazione Un elevato numero di organi, dotati di funzioni diverse, regola il settore delle comunicazioni: ● La commissione parlamentare di vigilanza o Commissione RAI, mantiene un ruolo centrale di regolazione e indirizzo in materia di Radiotelevisione si compone di 20 deputati e 20 senatori nominati dai presidenti delle camere sulla base delle designazioni effettuate dai gruppi parlamentari esercita poteri di: indirizzo, controllo, normativi, politico-amministrativo ● il Ministero delle Comunicazioni, oggi soppresso, ridotto a sottosegretario del ministero dello sviluppo economico approva con il parere AGCOM il piano di ripartizione delle frequenze, l'assegnazione delle frequenze ad uno specifico operatore, potere normativo in materia di tutela dei Minori nella programmazione televisiva ● Rai la gestione della RAI sarebbe dovuta divenire un carattere societario privato ma tutto oggi essa rimane sotto il controllo statale in quanto è la commissione di vigilanza ad eleggere sette consiglieri e il Ministro dell'Economia e delle Finanze a nominare due consiglieri tra cui il presidente ● l'autorità per le garanzie delle comunicazioni AGCOM composta da 4 organi: presidente, due commissioni e il consiglio. 43. Il servizio pubblico della Radiotelevisione Il servizio pubblico della radiotelevisione è affidato alla RAI, una società con il modello delle società azionarie che stanno sul mercato (a seguito della privatizzazione durante gli anni ’90) ma che ha la maggioranza delle azioni in mano pubblica. Ha una doppia natura anche per quanto riguarda i finanziamenti poiché si basa sul compenso ottenuto tramite il canone di abbonamento e entrate pubblicitarie. Dovrebbe quindi adempiere ai valori costituzionali (garantire un servizio per l’informazione e educazione del cittadino) ma allo stesso tempo deve tenere conto delle richieste degli inserzionisti. La progressiva privatizzazione potrebbe portare a un’eccessiva prevalenza di una programmazione commerciale rispetto a quella di servizio pubblico. 44. Il decalogo del giornalista La clausola dell’art. 51 permette di scriminare certi comportamenti se svolti durante l’esercizio del diritto di cronaca. Se infatti non si rientra nell’esercizio del diritto di cronaca quegli stessi comportamenti vengono considerati punibili. I quattro criteri che definiscono il diritto di cronaca e quindi determinano in quali casi un comportamento può essere scriminato sono: utilità sociale (il fatto o la notizia devono riguardare degli avvenimenti o delle informazioni di interesse pubblico e non del pubblico e quindi l’interesse della collettività a essere tenuta al corrente di informazioni che possono permettere di costruire un’opinione pubblica), verità dei fatti (si deve parlare difatti realmente accaduti e nonostante una verità puramente oggettiva non sia possibile, la verità putativa deve rispettare una rigorosa corrispondenza tra i fatti accaduti e quelli narrati), continenza (si deve usare una forma chiara e diretta e non si deve favorire l’offesa diretta), attualità (la notizia deve riguardare fatti che soddisfino l’interesse attuali del pubblico e permettano alle persone coinvolte di ritornare nell’anonimato grazie al diritto all’oblio). 45. Internet peculiarità e problemi Innovazione fondamentale che ha dato il via alla rivoluzione tecnologica, è rappresentata dalla cosiddetta telematica, ossia l'applicazione dell'informatica alle telecomunicazioni. Ci troviamo quindi di fronte ad un fenomeno che ha una dimensione transnazionale e delocalizzata, che presenta contenuti perennemente in evoluzione, un fenomeno fortemente pluralista, aperto e libero nell'accesso. Internet rompe tutte le convenzioni che consentono una sua regolamentazione, costringe i giuristi a mettere da parte le categorie tradizionali e a costruire una disciplina specifica opportunamente ritagliata alle sue esigenze multiformi. una protezione indiretta di internet deriva sia dall'art. 21 e sia dall'art. 10 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. In linea generale possiamo affermare che ricadranno all'interno della protezione dell'art. 21 tutte le forme di espressione caratterizzate dalla volontà dell'autore di comunicare apertamente il proprio pensiero ad un numero indeterminato di destinatari. Accanto a queste questioni fondamentali, vanno ricordate le numerose forme di comunicazione utilizzati dai non giornalisti (new groups, blog). I soggetti ai quali tradizionalmente viene fatta ricadere la responsabilità sono: Access providers, Service providers, Connect providers. La giurisprudenza europea parte da una posizione equilibrata in tema di responsabilità soggettiva che tende a preservare la figura del l'internet Service provider escludendone la responsabilità su base dell'impossibilità di controllare i materiali in circolazione in rete. Nel corso degli anni tuttavia la giurisprudenza manifesta un atteggiamento più rigoroso nei confronti del provider Nnl caso non intervenga per prevenire o evitare il lecito. La Direttiva Europea sul commercio elettronico ritiene infatti che la responsabilità dei prestatori di servizi nelle società di informazioni, dovrebbe essere limitata, allo scopo di evitare che costoro diventino il punto di convergenza di innumerevoli richieste di risarcimento. La tutela delle opere generali protette dal diritto d’autore è in mano all’AGCOM, che ha come obbiettivo anche quello di contrastare la pirateria. Dispone di due modelli. La rimozione selettiva del contenuto illecito si ha nel caso in cui il sito ospiti contenuti legali o illegali ma non abbia come finalità la pirateria, mettendo a disposizione del pubblico opere protette dal diritto d’autore senza averne l’autorizzazione. La disabilitazione dell’accesso al sito (blocco IP) viene utilizzata per contrastare pirateria massiva e nel caso di server situati all’estero. L’AGCOM manda una richiesta all’uploader di rimuovere il contenuto illecito e se entro tre giorni la rimozione non viene fatta l’AGCOM si rivolge agli internet service provider o ai servizi di hosting (se il sito si trova in Italia provvede alla rimozione selettiva del singolo contenuto). 46. Quale sentenza ha salvato l’ordine dei giornalisti? La sentenza 11/1968 della Corte costituzionale sulla professione di giornalista. L’Ordine dei Giornalisti è legittimo A) perché “lascia integro il diritto di tutti di esprimere il proprio pensiero attraverso il giornale”. B) perché l’Albo è obbligatorio soltanto per coloro che “manifestano il pensiero” per professione. C) perché tutela, con la deontologia, “la libertà degli iscritti nei confronti del contrapposto potere economico del datori di lavoro”. D) perché “i poteri disciplinari conferiti ai Consigli non sono tali da compromettere la libertà degli iscritti”. disciplina l'esercizio professionale giornalistico e non l'uso del giornale come mezzo della libera manifestazione del pensiero Si deve tuttavia ribadire che questa conclusione positiva è valida solo se le norme che disciplinano l'Ordine assicurino a tutti il diritto di accedervi e non attribuiscano ai suoi organi poteri di tale ampiezza da costituire minaccia alla libertà dei soggetti. E in questa ulteriore direzione va ora rivolta l'indagine affidata alla Corte. 47. In Itaila la regola generale prevede che i diritti di utilizzazione economica dell’opera durano I diritti di utilizzazione economica dell’opera dell’ingegno sono soggetti a precisi limiti di durata, mentre il diritto morale di autore in generale non soffre di nessuna limitazione temporale, poiché può essere esercitato, morto l’autore, dai soggette a lui legati da vincoli di parentela o coniugio indicati all’art 23 della legge sul diritto d’autore. La durata normale dei diritti di utilizzazione economica delle opere dell’ingegno è “per tutta la vita dell’autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sia morte” (art. 25 l.d.a.), secondo quanto disposto dalla Direttiva CEE 93/98, recepita nel nostro ordinamento con legge n. 52 del 6 febbraio 1996 (Legge Comunitaria 1994), successivamente abrogata e sostituita dalla Direttiva 2006/116/CE concernente la durata di protezione del diritto d’autore e di alcuni diritti connessi. ● opere create da più persone —> fino a che non muoiono tutti ● opere collettive —> 70 anni dalla pubblicazione ● opere anonime —> 70 anni dalla pubblicazione ● opera cinematrgrafica —> 70 anni dopo la morte dell’ultima autorità determinante nella creazione del contenuto ● opera fotografica —> 70 anni dopo la morte del creatore 48. L’accesso civico Il diritto all'accesso civico generalizzato riguarda la possibilità di accedere a dati, documenti e informazioni detenuti dalle pubbliche amministrazioni ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria. La legittimazione a esercitare il diritto è riconosciuta a chiunque, a prescindere da un particolare requisito di qualificazione. La richiesta deve consentire all’amministrazione di individuare il dato, il documento o l'informazione; sono pertanto ritenute inammissibili richieste generiche. L’esercizio di tale diritto deve svolgersi nel rispetto 2. L'istituzione di un «Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo» (Art 13) 3. La redazione di un «Codice dello spettacolo» allo scopo di riordinare l'intera materia e conferire al settore un nuovo assetto, ispirato ai principi della semplificazione delle procedure amministrative e della razionalizzazione della spesa e volto a incentivare la qualità artistico-culturale delle attività nonché migliorare la fruizione delle stesse da parte della collettività, 4. L'istituzione del Consiglio Superiore del Cinema e dell'Audiovisivo (Art.11) 5. Il potenziamento degli strumenti di sostegno finanziario basati sul credito d'imposta (Tax Credit). Sono previste infatti, sei ipotesi di credito di imposta, volte ad incentivare l'esercizio dell'attività di produzione e distribuzione cinematografica ed audiovisiva e a favorire l'attrazione in Italia di investimenti cinematografici ed audiovisivi 6. Vengono rafforzati i contributi di tipo automatico. 7. La riduzione della percentuale dei c.d. contributi selettivi, equivalenti al massimo al 15 o 18% del Fondo, 8. La valorizzazione delle sale cinematografiche, da perseguire prevedendo la possibilità di introdurre, con leggi regionali, previsioni urbanistiche ed edilizie dirette a favorire e incentivare il potenziamento e la realizzazione di sale cinematografiche e centri culturali multifunzionali. 9. Il riordino normativo, mediante deleghe legislative, di importanti settori e strumenti nel cinema e nell'audiovisivo. Viene imposto il raggiungimento di una quota di 64mln rispetto il cinema e il radiotelevisivo finanziato dalle aziende che ne usufruiscono. ● distribuzione cinematografica di video e di programmi televisivi, proiezione cinematografica, ● programmazioni e trasmissioni televisive, ● erogazione di servizi di accesso a internet, ● telecomunicazioni fisse e mobili. L. di bilancio 2021 (L. 178/2020: art. 1, co. 583, lett. a), ha modificato l'importo minimo del finanziamento attraverso gli introiti erariali che non può essere inferiore a € 640 mln annui. (La norma istitutiva aveva stabilito che l'importo minimo del finanziamento attraverso gli introiti erariali non poteva essere inferiore a € 400 mln annui). NB: Il fondo sostituisce tutti gli altri fondi precedenti, vale a dire: il "Fondo per la produzione, la distribuzione, l'esercizio e le industrie tecniche" (di cui all'art. 12, d.lgs. 28/2004, che a sua volta aveva riunito i cinque fondi di cui agli artt. 27 e 28, 1.1213/1965; all'art. 2, 1. 819/1971; all'art. 1,1. 378/1980; all'art. 16, dIl. 26/1994, convertito con modificazioni dalla 1. 153/1994) e la sezione dedicata alla cinematografia del "Fondo Unico per lo Spettacolo - FUS", di cui all'art. 1, l. 163/1985. 55. Interventi indiretti dello stato a favore dello spettacolo Indiretti → intervento di tipo economico, ti do dei soldi oppure faccio un mutuo agevolato ovvero si può richiedere un prestito senza s però il bisogno poi di pagare gli interessi, oppure si può controllare il prezzo dei materiali primi abbassandoli. Finanziamenti Indiretti Bisogna ricordare che I beni culturali sono anche un prodotto industriale IVA = imposto sul vapore aggiunto percentuale ch3 attualmente é il 22% ma sui prodotti culturali é del 9% per poter diffondere maggiormente le vendite esattamente com3 dice l'art 9 il quale dichiara il dovere di promuovere la cultura. Misure di sostegno alla domanda. In altri sistemi di gestione come negli stati uniti ciò non è presente. Bisogna pagare la cultura? Come si deve valutare cosa e come pagarlo? 3 fasi 1. si inizia a sottoporre a delle commissioni la valutazione e dei film, valutazione soggettiva che ha avuto molte critiche. I criteri di valutazione delle opere 1. "reference system", = la commissione rimase ma venne legata ad una serie di criteri oggettivi. Con questo sistema pero si tendeva a supportare piui professionisti. Supporto delle tradizionali commissioni, privilegiando chi nel recente passato ha prodotto cinema di qualitàe cinema capace di catalizzare l'attenzione del pubblico. Il reference si articola in tre aspetti: ● il reference delle commissioni, garantisce che queste siano composte da personalità eccellenti del mondo del cinema; ● il reference dei produttori garantisce il finanziamento privilegiato a produttori solidi ed affidabili e dà centralità alla figura del produttore; ● il reference artistico del progetto per una facilitazione ai progetti di film composti da squadre di professionisti eccellenti (regista, sceneggiatore, attori,...) Inoltre viene potenziata la parte di intervento riservata agli esordienti attraverso il finanziamento alle opere prime ed ai cortometraggi, Il fondo unico per lo spettacolo IMP = chiede il criterio di intervento indiretto → si parla allora del Fus 1. (FUS) = fondo unico che lavora per quote 50% lirica 30% cinema 15% teatro e 1 o 2% ai circhi. ● Il fondo crolla ● Problemi del sistema di valutazione "a chi lo do?" L. 163/1985: primo intervento organico per un sistema unitario di sostegno Finalità Fondo unico per lo spettacolo (FUS): sostegno finanziario ad enti, istituzioni, associazioni, organismi ed imprese operanti nei settori delle attività musicali, di danza, teatrali, circensi e dello spettacolo viaggiante - incluse, a seguito di quanto previsto dalla L. di bilancio 2018 (L. 205/2017: art. 1, co. 329), le manifestazioni carnevalesche, nonché nella promozione e nel sostegno di manifestazioni ed iniziative di carattere e rilevanza nazionali da svolgere in Italia o all'estero. In esso confluiscono tutti i finanziamenti stabiliti precedentemente a favore dei diversi tipi di attività. Sino al 2016 il FUS finanziava anche il settore cinematografico, per il quale, dal 2017, la L. 220/2016 ha istituito il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo. 56. Interventi diretti dello stato a favore dello spettacolo • Diretti → intervento diretto da parte dello statonei confronti del mercato come ad esempio la pubblicizzazione dei teatri, oppure il centro sperimentale di di cinematografia o anche banalmente la biennale di venezia. 57. Diritti morali d’autore L’autore gode dei diritti morali di paternità, ovvero essere riconosciuto come autore effettivo dell’opera, integrità dell’opera, opposizione a qualsiasi modificazione all’opera che possono risultare in danni all’onore e alla reputazione dell’autore stesso e diritto di inedito, diritto dell’autore di decidere quando dove e come pubblicare l’opera e se pubblicarla. 58. Liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni Inizialmente il settore delle telecomunicazioni era un monopolio pubblico, considerato come appartenente in via esclusiva allo stato il quale aveva investito nella costruzione delle strutture fisiche e degli impianti. Le imprese che erogano i servizi di telecomunicazioni erano considerate imprese di servizi essenziali. La prima liberalizzazione inizia a fine anni ’80, quando a seguito del caso della British Telecomunication si introduce il principio di concorrenza anche nel settore delle telecomunicazioni. La prima direttiva del 1988 abolisce i diritti speciali e esclusivi connessi alla commercializzazione e importazione di apparecchiature delle telecomunicazioni. Con il periodo delle privatizzazioni degli anni ’90 gli enti pubblici subiscono una privatizzazione sostanziale, assumendo il modello delle società che si trovano sul mercato: diventano società azionarie in cui il 100% delle azioni è sul mercato. Si introduce un nuovo regime di concorrenza basato sulla trasparenza, proporzionalità, obbiettività e non discriminazione e si afferma il diritto di iniziativa economica dei privati in questo settore. È necessario tuttavia trovare una via di mezzo tra la concorrenza dei vari soggetti nel mercato e la regolazione necessaria. Lo stato, che non ha più in mano questo settore, si pone come regolatore di questo mercato in cui concorrono più soggetti. Un esempio di questa funzione si ha con l’imposizione di obblighi da parte del legislatore comunitario alle imprese private per quanto riguarda il servizio universale (ripartizione del costo tra le imprese e prezzo netto del servizio come conseguenza dell’adempimento a questi obblighi). In Italia questo settore viene controllato da un’autorità apposita l’AGCOM. La Seconda liberalizzazione si ha verso l’inizio degli anni 2000 con la convergenza tecnologica tra i servizi delle telecomunicazioni, quelli informatici e quelli della radiotelevisione. La di comunicazione, con riferimento a tutti i tipi di piattaforme trasmissive, compressa la rete internet. Condizione necessaria per il finanziamento è l'esercizio esclusivo, in ambito commerciale, di un'attività informativa autonoma e indipendente, di carattere generale e la costituzione come: ● cooperative giornalistiche; ● enti senza fini di lucro o imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale sia da essi interamente detenuto; ● imprese editrici di quotidiani e periodici, la maggioranza del cui capitale è detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali senza fini di lucro (limitatamente a cinque anni dalla data di entrata in vigore della legge.) Mantengono i contributi: Le imprese editrici di quotidiani e di periodici espressione delle minoranze linguistiche; imprese ed enti che editano periodici per non vedenti e ipovedenti; associazioni dei consumatori; imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all'estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all'estero. Esclusi esplicitamente dai contributi:**** Gli organi di informazione di partiti o movimenti politici e sindacali; periodici specialistici; imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa. 65. Il segreto di stato e di professione Il segreto= categoria di limiti rispetto al diritto di informazione. Non in contrasto con la Costituzione, ma non è principio di valore costituzionale unitario o autonomo. È strumentale alla tutela e alla realizzazione di interessi diversi; dunque è necessaria per ogni disposizione ● verifica della sua conformità a un diritto o a un valore costituzionalmente tutelato ● verifica dell'opportunità di sacrificio della I.m.d.p. I segreti rappresentano un limite riferibile alla libertà: ATTIVA di diffondere e di rilevare informazioni coperte da segreto: RIFLESSIVA di acquisire notizie Due grandi categorie: 1 tutela di interessi di dimensione pubblica, in queste il segreto è l'eccezione ● segreto di Stato ● segreto investigativo ● segreto d'ufficio 2 tutela di situazioni facenti capo a sogR, privati (connesse a riservatezza), in queste il segreto è la regola ● segreto professionale ● segreto scientifico e industriale ● segretezza delle comunicazioni (art.616c.p.) Il segreto di Stato è un vincolo giuridico che pregiudica la divulgazione di una determinata notizia al di fuori dell'ambito dei soggetti autorizzati, al fine di tutelare la sicurezza nazionale di uno Stato ponendo delle sanzioni nei confronti di chi violi tale obbligo. Unico soggetto titolare del potere di apposizione è il Presidente del Consiglio dei Ministri (art. 1) Il Presidente del Consiglio ha il dovere di rimuovere il vincolo di segretezza quando vengono meno le esigenze che ne avevano giustificato l'apposizione Durata: 15 anni dall'apposizione del segreto di Stato, prorogabile dal presidente del Consiglio dei Ministri fino a un massimo di 30 anni. Obbligo giuridico previsto a carico di coloro che esercitano determinate professioni e consistente nel dovere di non rivelare a terzi quanto appreso nell'esercizio della propria professione, contrariamente si ritiene applicabile il reato di violazione del segreto professionale (c.p. 622). 66. Convenzione internazionale delle telecomunicazioni ??? L’Unione internazionale delle telecomunicazioni (in inglese International Telecommunications Union - ITU) è un’organizzazione internazionale istituita nel 1932 a seguito della fusione tra l’Unione internazionale telegrafica (1895) e l’Unione internazionale per la radiotelegrafia (1906). Il mandato dell’ITU è promuovere la cooperazione tra gli Stati membri al fine di migliorare l’utilizzo razionale delle telecomunicazioni, offrire assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo (Cooperazione allo sviluppo), nonché favorire l’armonizzazione delle politiche nazionali in tale settore. All’ITU è attribuita la funzione di assegnare e ripartire le frequenze radioelettriche, provvedere alla registrazione delle assegnazioni e delle posizioni orbitali dei satelliti geostazionari al fine di evitare interferenze pregiudizievoli tra le stazioni di radiocomunicazione dei vari paesi. La base normativa dell’ITU è caratterizzata da due atti separati: la Costituzione, che ne definisce gli scopi e la struttura, e la Convenzione, che disciplina la composizione e le attività dei vari organi. I due strumenti costituiscono di fatto un unico trattato che deve essere ratificato nel suo insieme. 67. Corte dei doveri giornalisti (corte di roma) L’attività del giornalista, attraverso qualunque strumento di comunicazione svolta, si ispira alla libertà di espressione sancita dalla Costituzione italiana ed è regolata dall’articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963: «È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori». Nel testo unico i fondamenti deontologici espressi sono : ● difende il diritto all’informazione e la libertà di opinione di ogni persona; per questo ricerca, raccoglie, elabora e diffonde con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse la verità sostanziale dei fatti; ● rispetta i diritti fondamentali delle persone e le norme di legge poste a loro salvaguardia; ● tutela la dignità del lavoro giornalistico e promuove la solidarietà fra colleghi attivandosi affinché la prestazione di ogni iscritto sia equamente retribuita; ● accetta indicazioni e direttive soltanto dalle gerarchie redazionali, purché le disposizioni non siano contrarie alla legge professionale, al Contratto nazionale di lavoro e alla deontologia professionale; ● non aderisce ad associazioni segrete o comunque in contrasto con l’articolo 18 della Costituzione né accetta privilegi, favori, incarichi, premi sotto qualsiasi forma (pagamenti, rimborsi spese, elargizioni, regali, vacanze e viaggi gratuiti) che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilità; ● rispetta il prestigio e il decoro dell’Ordine e delle sue istituzioni e osserva le norme contenute nel Testo unico; ● applica i principi deontologici nell’uso di tutti gli strumenti di comunicazione, compresi i social network; ● cura l’aggiornamento professionale secondo gli obblighi della formazione continua.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved