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Domande esame storia contemporanea, Esercizi di Storia Contemporanea

Esempi di domande e risposte fatte durante l'esame di storia contemporanea della professoressa Baldoli per lingue e letterature straniere

Tipologia: Esercizi

2022/2023

Caricato il 06/07/2023

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benedetta--2 🇮🇹

4.5

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62 documenti

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Scarica Domande esame storia contemporanea e più Esercizi in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! DOMANDE ESAME DI STORIA CONTEMPORANEA -In che senso si può considerare il fascismo italiano un regime totalitario? In confronto a nazismo e stalinismo Non definiva totalitario il regime fascista perché: il compromesso con la monarchiaaveva lasciato in piena efficienza il sistema legale dello Stato tradizionale, le sue strutture burocratiche e poliziesche; mancava un sistema del terrore basato sui campi di concentramento; non si erano sviluppate infatti teorie del “nemico assoluto” (kulaki, ebrei). Lo stato per la prima volta si prende cura delle masse popolare persino per quanto riguarda il tempo libero in modo da arricchire la vita quotidiana. Per fascistizzare la società vi furono: l’ente fascista l’Opera nazionale dopolavoro; il CONI (Comitato olimpico nazionale italiano); avvio di una politica sociale; interventi nell’economia per sviluppare quei settori considerati strategici; una politica imperiale, si assume il controllo della Libia in maniera feroce; il mito di Roma imperiale (il fascismo si dice aver costruito la terza Roma) serve a insegnare agli italiani quella venerazione verso la città richiamandone il passato. -la ricostruzione dell’Italia dopo il 1945 Si apriva l’era dei “partiti di massa”, a impersonarlo erano la Democrazia Cristiana (la Chiesa godeva di un’influenza politica molto ampia), il Partito comunista (principi del centralismo democratico= le decisioni degli organi dirigenti, eletti democraticamente, divenivano “obbligatorie per tutti) e il Partito socialista di unità proletaria (continuava a essere lacerato). Le donne furono ammesse per la prima volta al voto, e i partiti di massa si impegnarono nella valorizzazione del loro impegno in politica. Il 2 giugno 1946 venne indetto un referendum a suffragio universale con il quale gli italiani avrebbero deciso se passare alla repubblica o continuare con la monarchia, e contemporaneamente avrebbero votato anche per eleggere l’Assemblea costituente. Il referendum assegnò la vittoria alla repubblica. Il trattato di pace fu firmato nel febbraio del 1947. Con esso l’Italia si impegnò a pagare riparazioni ai paesi aggrediti e rinunciò ai possedimenti africani, al Dodecaneso, ad alcuni piccoli territori che andarono alla Francia; l’Istria fu ceduta alla Jugoslavia, comprese Zara eFiume; Trieste divenne “città libera”. -ragioni di neutralisti vs interventisti (1GM) CHI ERANO I NEUTRALISTI?    I neutralisti erano una larga maggioranza della popolazione e comprendevano:  i liberali giolittiani, credevano come Giolitti che: la guerra sarebbe stata lunga e che l’Italia non era pronta perché non aveva ancora smaltito le scorie della guerra di Libia; non entrando in guerra le industrie nazionali avrebbero potuto rifornire entrambi gli schieramenti traendone profitti maggiori; in cambio della neutralità l’Austria avrebbe concesso all’Italia le famose terre irredenti.  I cattolici, papa Benedetto XV afferma che i costi sarebbero gravati sui poveri e a guerra iniziata fa un appello per la pace incondizionata.  I socialisti seguaci di Turati, sostenevano le idee del papa e rimanevano in linea con i principi della Seconda Internazionale.   INTERVENTISTI: CHI ERANO    Dall’altra parte dello schieramento c’erano gli interventisti, la minoranza della popolazione, che volevano l’entrata in guerra a fianco dell’Intesa:  Re, un’eventuale vittoria avrebbe consolidato il suo potere;  Salandra, con l’entrata in guerra avrebbe potuto scavalcare il parlamento dando maggiori poteri all’esecutivo e sopprimendo alcune libertà civili;  Nazionalisti, è importante intervenire perché in ogni caso l’Italia ci avrebbe guadagnato qualcosa, tra i nazionalisti c’è anche D’Annunzio;  Futuristi: tra cui Marinetti;  gruppi di industriali che dalla guerra avrebbero tratto vantaggi economici, procurando armi, armature e altre cose utili agli approvvigionamenti. Inoltre, tra gli interventisti c’erano i democratici, fazioni di sinistra che per ragioni di partito ritenevano giusta l’entrata in guerra dell’Italia, tra cui:  Irredentisti,  socialisti riformisti (Bonomi e Bissolati), che già avevano appoggiato la guerra di Libia, pensavano che questa guerra avrebbe messo fine a tutto l’imperialismo,  socialisti rivoluzionari (Ferri, Cabriola), estrema sinistra socialista, vedevano la guerra come l’anticamera della rivoluzione perché in guerra vanno i proletari che quando torneranno non avranno nulla da perdere e saranno pronti alla rivoluzione, fascista, che fino ad allora aveva avuto un ruolo piuttosto marginale[13], iniziò la sua ascesa politica che fu caratterizzata dal ricorso massiccio e sistematico alle azioni squadristiche[14]. Dopo la Strage di Palazzo d'Accursio a Bologna, nel novembre 1920, le azioni squadristiche aumentarono di numero ed intensità, spesso gli obiettivi erano le Camere del lavoro, le Case del popolo, le cooperative, le leghe. Il culmine fu raggiunto il 28 ottobre 1922, con la marcia su Roma, ed il 30 ottobre il re Vittorio Emanuele III incaricò Mussolini di formare un nuovo governo. -conseguenze della prima guerra mondiale in Italia e in Germania Dopo la fine della guerra, venne indetta dai vincitori una conferenza di pace, che si aprì a Parigi il 18 gennaio 1919. Alla conclusione, vennero siglati diversi trattati: • Trattato di Versailles (1919) con la Germania;   Alle difficoltà che nel dopoguerra travagliarono la situazione interna dei paesi europei, corrispose, sul piano delle relazioni internazionali, il permanere di forti tensioni tra gli stati, diretta conseguenza dei trattati di pace di Parigi (1929), che avevano formalmente posto fine alla Grande guerra. Due erano, in particolare, i principali motivi di conflittualità: in primo luogo le pesantissime condizioni di pace imposte alla Germania, (colonie e ex province rispartite , forza militare, debito monetario e ammissione di colpa) soprattutto l'entità del risarcimento dei danni di guerra che soffocava la ripresa economica tedesca; in secondo luogo il mancato riconoscimento all'Italia della Dalmazia, che le era stata promessa quando era entrata in guerra a fianco dell'Intesa. Tali questioni erano fortemente sentite dalle opinioni pubbliche italiana e tedesca. In Italia, essa fu trasformata nel mito della vittoria mutilata(patto di londra d’annunzio) e utilizzata dal nascente movimento fascista per allargare il proprio consenso. In Germania, il risentimento per le durissime condizioni di pace divenne, per contro, l'humus politico e sociale del nazismo. -indica le diverse espressioni culturali del miracolo economico Il ritmo dello sviluppo economico italiano all’indomani del 1950 fu straordinario, il paese ususfruì pienamente dell’”età dell’oro” dell’economia internazionale. L’Italia entrò nel ristretto numero delle grandi potenze industriali. Tra il 1951 e il 1961 si registrarono alcuni dei più classici passaggi della modernizzazione economica: la manodopera impiegata nell’industria e gli addetti ai servizi aumentarono, mentregli addetti all’agricoltura scesero. In generale si ebbe un calo della disoccupazione. Il momento in cui si inaugurò simbolicamente la nuova epoca dei consumi fu il 1955, data dell’entrata in produzione della prima vera automobile “utilitaria”, la FIAT 600. Nacque l’Autostrada del Sole che collegava Milano e Napoli. Nelle case degli italiani giunsero, inoltre, glielettrodomestici. A un ente pubblico, la RAI, fu assegnato il monopolio delle trasmissioni televisive (iniziate il 3 gennaio del 1954), successivamente prese il via un secondo canale RAI. La televisione fu un importante veicolo per l’unificazione linguistica e culturale degli italiani. In questo scenario, cominciò a cambiare anche la condizione della donna. Fu emanata nel 1958la legge Merlin, la quale abolì le “case chiuse”, cioè le strutture in cui veniva esercitata legalmente la prostituzione. In quegli anni, una percentuale crescente delle famiglie piccolo e medio borghesi cominciò a permettersi le vacanze estive, le spiagge divennero affollate e le giovani generazioni ottennero maggiore libertà. Il divertimento divenne un’industria.
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