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Domande possibili geografia umana (Morri), Esercizi di Geografia

Domande possibili all'esame scritto di geografia umana

Tipologia: Esercizi

2019/2020

Caricato il 30/05/2023

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andrea-pelagallo 🇮🇹

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Scarica Domande possibili geografia umana (Morri) e più Esercizi in PDF di Geografia solo su Docsity! Testi:  M. Quaini, “Poiché niente di quello che la storia sedimenta va perduto” in Quaderni storici, Una geografia per la storia dopo Lucio Gambi, 1, 2008, pp. 55-110;  A. Turco, "Geografia. Verso la costruzione di territorialità inclusive", in M. De Filpo, G. De Vecchis, S. Leonardi (a cura di), Geografie disuguali, Carocci, Roma, 2017, pp. 29-58.  L. Gambi, “Critica ai concetti geografici di paesaggio umano”, in L. Gambi, Una geografia per la storia, Torino, Einaudi, 1973, pp. 148-174;  R. Morri, M. Maggioli et al., Piazza Tiburtino III, Roma, Società Geografica Italiana, 2013. R. Morri, Da Alvito alla campagna romana. Viaggi di braccianti e imprenditori tra '800 e '900, Roma, Edilazio, 2004;  C. Palagiano, A. Asole, G. Arena, Cartografia e territorio nei secoli, Roma, 1984, pp.13-133. R. Morri, Pratiche di public geography, Bologna, Pàtron, 2020. Cartografia geneale Domande Piazza tiburtino III 1) Elementi legati alla nascita delle borgate fondamentale motivazione della nascita delle borgate è il progetto di Mussolini di costruzione di una Roma Imperiale, che porta negli anni ‘30 a una deportazione di gruppi familiari in questi luoghi appositamente costruiti. Tuttavia occorre considerare che nella Roma del tempo lo spazio per ospitare queste famiglie certamente non mancava: scavando più a fondo si rileva quindi non solo la volontà di lasciare spazio alla piccola borghesia impiegatizia e all’architettura di regime, ma anche di allontanare e quasi “incarcerare” gli strati più poveri della popolazioni in questi luoghi fortemente controllati dal regime (perlomeno nei loro primi anni di vita). Vi era infine anche la necessità di aumentare la rendita di terreni troppo distanti dalla città. La necessità di allontanare questi stati della popolazione nasce dalla volontà di diluire la concentrazione di queste famiglie e individui, andando a inibire la loro capacità di organizzazione e quindi di manifestazione e rivendicazione. Questi punti sembrano in contraddizione con la semplice constatazione che unire questi gruppi in un luogo isolato dovrebbe restituire un risultato contrario, ma probabilmente il regime contava sulla maggiore capacità di controllo che offriva questa condizione di reclusione e isolamento (ricordiamo che la stessa struttura urbana delle borgate non offriva luoghi di aggregazione, a Tiburtino III non vi era nemmeno una piazza); 2) Origine della toponomastica di Tiburtino III e Santa maria del soccorso 3) Quando viene costruito Tiburtino III e da chi è popolato i lavori a Tiburtino III iniziano nel 1936 e già a partire dall’anno successivo vengono consegnate le prime abitazioni. La provenienza degli abitanti della borgata è relativa a due serbatoi principali da cui attingerà prima della Guerra. Nel progetto di risanamento di Roma, dopo l’abbattimento delle baracche di porta Metronia, i lavoratori che conducevano una vita insalubre presso Porta Metronia, furono trasferiti in massa a Tiburtino. Nel tempo si aggiunsero gli sfollati del Piano Regolatore e gli sbaraccati Durante gli ultimi anni del conflitto mondiale e subito dopo, questo contingente avrà un incremento di sfollati in fuga dai luoghi dislocati sulla linea Gustav (villaggi di Lazio e Abruzzo). 4) Luoghi “della memoria” di Tiburtino III Tiburtino III sorge a destra della via Tiburtina e ed è delimitata dal Forte Tiburtino, che ne costituisce il limite Occidentale. Fa parte del V municipio del comune di Roma, proprio come Pietralata e San Basilio. Il Forte Tiburtino e la sua pineta sono fondamentali, perché fanno da cuscinetto con gli alloggi popolari. In particolare la Pineta risponde al desiderio di uno spazio verde mai soddisfatto. non meno importante per una questione identitaria è la Vaccheria Nardi, che già prima della costruzione di Tiburtino III entra a far parte in maniera significativa del vissuto dei cittadini del luogo, pur senza creare relazioni economiche importanti. Le strutture della Vaccheria, dopo essere state abbandonate per molti anni, sono state oggetto di un piano di recupero e rifunzionalizzazione da parte del Comune di Roma per un loro riuso. per la comunità tiburtinese è fondamentale il fiume Aniene: principale affluente del Tevere, anche tra i fiumi più inquinati d’Italia. Con le sue esondazioni e per la conformazione del primo nucleo abitativo sotto il livello degli argini, il fiume condiziona in maniera significativa la vita degli abitanti della borgata con le sue esondazioni; nonostante tutto, però, intorno all’Aniene si crea una dimensione “Ludica” con la figura del “barcarolo” che dopo una piena passava un po’ del suo tempo sugli specchi d’acqua. Già nel 1939 si rendono necessari degli interventi per la realizzazione di nuove strutture, quei luoghi che chiameremo “luoghi della memoria”: scuole e piscina. dal 1937 con fu attivo un nucleo di cinque suore sacramentine che inizialmente appartenevano alla comunità di Pietralata. Fondamentale in questo senso la struttura del nido di infanzia, presente sin dalle origini della borgata. La piscina, invece, sviluppa un altro mito: diventa il luogo della contraddizione. La piscina, prima in funzione, poi occupata si configura come il luogo della contraddizione perché il diritto alla casa va ad annullare un diritto acquisito dalla comunità di avere uno dei pochi privilegi concessi a Tiburtino III: la spensieratezza e l’uguaglianza. 5) Origini di Tiburtino III ricordiamo la divisione in lotti originari di personaggi come: Ranucci, Sinibaldi, Scarpitti e fratelli Nardi 6) Cambiamento delle persone di Tiburtino III negli ultimi 30 anni 7) Mappa dell’Agro romano di Spinetti Domande Turco 1) Chi sono gli studiosi positivisti A cavallo tra XIX e XX sec. si combatte la battaglia epistemiologica nel corso del processo di istituzionalizzazione. Abbiamo due posizioni: posizione genericamente chiamata “Positivista” e una che chiamiamo “essenzialista”. Gli studiosi che appartengono alla categoria pocanzi definita “positivista” sono i seguenti: Mackinder, Ratzel e de la Blanche. 2) Positivismo e basi epistemiologiche Il paradigma positivista di impronta comtiana assume la “realtà” (ossia l’universo empirico da indagare) come “data” all’intero delle istituzioni operanti, soprattutto politiche. Dal punto di vista EPISTEMIOLOGICO questo significa porre la interrogazione scientifica su un piano che assume le configurazioni strutturali senza sostanzialmente metterne in discussione i Fondamenti. 8) Fondazione AIIG Fondata a Padova nel 1954 e promuove l’aggiornamento didattico e scientifico, oltre alla diffusione della conoscenza. 9) Benefici didattici della “geografia nelle scuole” (vedi Turco) Tra tutti i benefici della “geografia nelle scuole” Turco ne individua tre più importanti: - dialogo con i ragazzi: i banchi di scuola e la geografia critica non sono altro rispetto alla esperienza quotidiana e familiare; -la geografia insegna ai ragazzi che il passato non è un tempo, ma una posizione: e nulla potrebbe spiegare meglio questo se non le geografie disuguali con nuovi strumenti visuali (come un drone); -la geografia rievoca quel legame, ormai perduto, tra geografia ed impegno civile: questa disciplina aiuta sì a fare la guerra, ma è al servizio della pace. 10) Definizione di paesaggio secondo la Convenzione europea del paesaggio 11) Dov’è il primo museo di geografia in Italia e dove è stato fondato DOMANDE DI GAMBI- critica ai concetti di paesaggio umano Gambi individua, tra tutti gli orientamenti moderni della disciplina, quello che fa consistere la geografia nello studio dei paesaggi. Questa posizione viene spiegata nella maniera più esauriente da Biasutti 1) Definizione di paesaggio visivo Paesaggio visivo, secondo Biasutti, è ciò che si può abbracciare in un giro di orizzonte e si può percepire con tutti i sensi: è quello riprodotto da una fotografia (meglio se a colori), dall’opera di un pittore o dalla descrizione di un autore, breve o minuta che sia. Quest’ultimo, cioè l’autore, può introdurvi qualche elemento che renda il dinamismo del paesaggio visivo, che è sempre animato. La cinematografia, allora, può rendere bene questa mobilità del paesaggio e lo stesso uomo, spostandosi da un punto all’altro, corregge continuamente il suo concetto di paesaggio visivo. il paesaggio sensibile, o visivo, è costituito da un grandissimo numero di elementi e difficilmente si presenta integralmente in punti diversi della superficie emersa; questo può avvenire soltanto se il paesaggio è eccezionalmente uniforme. 2) Definizione di paesaggio geografico Dal concetto di paesaggio visivo dipende il concetto di paesaggio geografico: questo si presenta come una sintesi astratta di quelli visivi, in quanto tende a rilevare da essi gli elementi o caratteri che presentano le più frequenti ripetizioni sopra uno spazio più o meno grande, superiore in ogni caso a quello compreso dall’orizzonte. 3) Critiche di gambi alla definizione di paesaggio di Biasutti Gambi è concorde nel ritenere che lo studio delle forme del paesaggio sia oggi il primo interesse della geografia. Non capisce, però, come sia possibile inserire in tale paesaggio, come agente, l’uomo. In realtà si scopre che Biasutti stia parlando dell’uomo dell’ecologia. L’uomo dell’ecologia è l’uomo che non sta attaccato alla natura, ma ne fa parte come una delle tante unità della vita. Anche l’uomo, come le forme naturali, ha prodotto forme paesistiche. Però oltre l’uomo dell’ecologia vi è l’uomo della storia. Questo non può ignorare l’esistenza del primo: anzi, gli permette di svilupparsi e lo ingloba in sé, lo domina e lo fa agire. E poiché l’uomo è unità, questo si realizza sul piano della storia e non sul piano dell’ecologia. 4) Definizione di Geografia umana Geografia umana è, secondo Gambi, storia della conquista conoscitiva e della organizzazione economica della Terra. Il fine della geografia umana è quello di riconoscere un paesaggio umano e in esso una sequenza di complessi. Il riconoscimento di tali complessi e di tali segni può avvenire semplicemente attraverso i segni e fatti sensibili dell’operosità umana. 5) I tre tipi di paesaggio rurale in Europa -Openfield, o paesaggio a campi aperti, è un paesaggio che domina l’Europa media, ad est del meridiano di Le Havre e a nord della latitudine di Digione. Si presenta come una grande distesa priva di chiusure, poco o per nulla alberato. Lo sguardo non incontra impedimenti. I campi sono separati unicamente da pietre che dal terreno si elevano per qualche dito. il paesaggio rurale si presenta in maniera uniforme: la terra coltivata è perfettamente divisa dal villaggio. le abitazioni sono aggruppate e costituiscono un vero e proprio villaggio. Ad ogni abitazione corrisponde un piccolo giardino o un orto, delimitato da un viottolo. Al di là del viottolo abbiamo le distese coltivate. Si presentano ben delineate: distese a laniere, cioè divise in campi stretti e lunghi. La larghezza del campo si aggira tra gli 8 e i 10 metri, mentre la lunghezza può sfiorare anche i 500 m. 2,3 o anche 4 campi paralleli, insieme, formano un quartiere di rotazione. Idealmente il territorio coltivabile è suddiviso in 2 o 3 parti. Quando abbiamo due parti: una destinata alla coltivazione di un cereale, l’altra al meggese. Se ne abbiamo tre: una destinata al grano, altra al cereale primaverile, altra maggese. Non v’è proprietà privata. Il tipo di coltura è deciso dai rappresentanti della comunità, per cui il singolo agricoltore o contadino non ha potere decisionale. L’openfield è legato ad un modello economico fondamentale: quello dello spezzettamento fondiario enorme. ogni agricoltore ha infatti alcune parcelle di coltura in ogni quartiere di rotazione. I pascoli sono al di là dei quartieri di rotazione e il vago pascolo è consentito sui maggesi. -Bocage, o paesaggio a campi chiusi. Caratterizza l’Europa atlantica e la Francia Occidentale. Suo tratto fondamentale è la chiusura. La chiusura può essere costruita oppure piantata. Il materiale e l’altezza della chiusura in genere determina il valore che questa ha: può avere valore puramente giuridico e discriminativo oppure di protezione\impedimento. Non è poi detto che la chiusura delimiti una proprietà. Possiamo anche avere una chiusura a livello di una stessa proprietà, che delimiti i vari campi. In Francia occidentale il campo ha una superficie di un po’ meno di un ettaro. Il disegno di insieme non è geometrico come nell’openfield. Qualsiasi accenno geometrico possiamo supporre derivi da una sistemazione recente. Tratto fondamentale è che INSEDIAMENTO UMANO è DISPERSO. NIENTE LAVORO COLLETTIVO. FORME DI COLLETTIVISMO E SOLIDARIETà SOLO IN CASO DI SITUAZIONI ECCEZIONALI. SI SVILUPPA PERò UN ALTRO TIPO DI SOLIDARIETà:QUELLA LEGATA A FESTE TRADIZIONALI DI VILLAGGIO, COME IN INGHILTERRA MERIDIONALE. -colture promiscue mediterranee. Caratteristica fondamentale è la POLICOLTURA. La descrizione di Desplanques definisce bene questo tipo di paesaggio. L’immagine più rappresentativa, secondo Desplanques è la vite maritata ad un albero in mezzo al grano. I filari sono fondamentali perché hanno un valore specifico: sono la trama fondamentale del paesaggio e rivelano le forme e le dimensioni delle particelle agrarie, delle architetture invisibili ad occhio nudo, dii precisi ordini fisico, storico, sociale 6) Quali sono i fattori che più di quelli fisici determinano il paesaggio? ci sono molti fattori, oltre quelli fisici, a determinare il paesaggio. Tra questi, importanti sono i riflessi della vita religiosa: in molti paesi il disegno dei campi e delle maglie viabili viene determinato da prescrizione imposte da culti religiosi o da culti solari. Così nelle Ande fra i secoli XI e XV i territori assegnati a una saya di classe gerarchica più elevata giacevano ad oriente, il lato del sol levante e a occidente quella subalterna. Anche in Giappone il sistema collettivo del Jori disegna una rete regolare di vie agresti a scacchiera orientate secondo i punti cardinali. Pensiamo a qualcosa di più vicino: la Bretagna. In Bretagna, infatti, si è scoperto un legame tra orientazione odierna dei campi e allinearsi dei megaliti. tra gli altri fattori importanti, abbiamo senza dubbio i fatti psicologici: sono perlopiù l’abitudine, la tradizione; fondamentali sono i rapporti tra individuo e gruppo; la configurazione aziendale; sicuramente, però, tra i più importanti abbiamo i costumi giuridici intorno alla proprietà famigliare: quelli per cui l’eredità della proprietà va o al primo dei figli (come nel caso del maso chiuso atesino) o ad un certo numero tra loro. In base a questo anche la conformazione del paesaggio cambia e la configurazione assume dei tratti più stabili come nel caso dei versanti altoatesini o una conformazione frammentaria, per denunciare una costante mobilità, come nel caso del Mezzogiorno. 7) Definizione di paesaggio secondo Gambi (lo deduco da Quaini) nella critica che Gambi muove nei confronti delle ricerche di Emilio Sereni, definisce il paesaggio come non una sintesi che riassume gli elementi di ogni ambiente rurale, ma come una proiezione orizzontale che riguarda solo le percezioni dei sensi, dei più diversi fenomeni, esperienze e miti di cui si alimenta la storia agricola 8) Completare a parole proprie una citazione di Gambi sul paesaggio visibile 9) 5 tipi di paesaggio centro-nord sotto i 700 metri (strutture agricole del nord italia per Gambi) Nell’Italia centro-nord sono state individuate 5 diverse “strutture agricole”: - agricoltura promiscua ma inadeguatamente progredita. Si tratta di una forma che conserva tradizioni agronomiche e forme aziendali superate: fattoria mezzadrile toscana e umbra. -agricoltura promiscua già evoluta: ha un numero più limitato e selezionato di coltivazioni. È bene industrializzata, su aziende medio-piccole a conduzione familiare, ma con frequenti integrazioni cooperative; esempio: zone frutticole della pianura del Po. -le aree coordinate dalle grandi aziende, gestite da imprenditori capitalisti con l’occupazione di mano operaia salariata (in parte qualificata) o da cooperative di lavoro, dove si esercita una agricoltura basata su un ristretto numero di seminati di alta remuneratività. Come esempio citiamo il caso della cascina lombarda della pianura tra Ticino e Oglio. -la monocoltura fortemente industrializzata con aziende medio piccole a gestione famigliare: floricoltura ligure -monocoltura basata su piante legnose di vecchia tradizione: meleto e pereto di Val di Sole e Val Venosta DOMANDE QUAINI 1) Chi è Lucio Gambi Lucio Gambi nasce nel 1920 a Ravenna ed è considerato il più importante geografo italiano dell’ultimo secolo. Si tratta di un personaggio che ha riformato 2) Definizione di geografia storica (44) Lucio Gambi, come si evince dalla trattazione di Quaini, elabora una definizione di geografia molto particolare, influenzata dalla sua visione storico-economica: la geografia (che noi definiamo storica) è la storia della messa in valore della Terra e della sua elaborazione regionale. Geografia storica è quella che ha come oggetto di studio le strutture come forze di fondo di quella organizzazione delle vocazioni ambientali, la cui storia è oggetto di studio della geografia umana. 3) Opera Calabria Il volume dedicato alla Calabria viene pubblicato nel 1965 nella collezione UTET, impostata e diretta da Roberto Almagià. In questa opera c’è la resa dei conti con l’eredità scientifica della geografia italiana, di cui è indizio anche il fatto che Almagià fosse stato maestro di Gambi. Il volume della -è approssimata: il passaggio dalla terza dimensione al piano 2D comporta delle deformazioni e degli errori che risolviamo attraverso delle proiezioni; una delle proiezioni più importanti è la rappresentazione dell’ellissoide al posto del geoide. - ridotta: perché non è possibile rappresentarla nelle sue dimensioni originali -simbolica: perché leggiamo dei simboli 18) Incastellamento 19) Proprietà delle proiezioni ISOGONIA, EQUIVALENZA, EQUIDISTANZA. Ogni proiezione può rispettare un solo principio tra questi. Domande Alvito riferimenti cronologici: si prende in esame il periodo che va dal 1871 al 1932 Caratteristiche: si tratta di migrazioni interne e stagionali, in particolare si prendono in esame le migrazioni dalla città di Alvito nel Lazio meridionale alla Campagna Romana 1) Domenico Lanza Domenico Lanza, insignito nel 1914 del titolo di Cavaliere in virtù dell’azione svolta nella veste di “bonificatore di terreni”, è il fautore dell’intensificarsi dei rapporti tra Alvito e la campagna romana. “sapiente ma moderato agricoltore, e che esercitava una semina limitata con capitali limitati”. Già dai registri consultati per svolgere le ricerche si intende che molti dei membri della famiglia Lanza sarebbero stati di condizione diversa dalla condizione del bracciante che si sposta alla ricerca del lavoro stagionale. Scopriamo che Lanza, prima affittuario, poi imprenditore, introduce nuove attrezzature: si tratta di macchinari Fowler che avviano un processo di trasformazione irrevocabile del paesaggio della campagna romana. La prima introduzione innovativa è quella di un aratro con bilanciere manovomere che consentì il dissodamento dei suoli dell’agro romano, suolo tufaceo costituito da polveri compatte, particolarmente dure, note come cappellaccio. Queste innovazioni produssero una lenta trasformazione del paesaggio: il suolo dell’agro romano, da latifondo cerealicolo e pascolativo si trasformò in un latifondo specializzato in colture intensive e selezionate. Domenico Lanza favorì il passaggio da uno sfruttamento estensivo dei campi ad uno sfruttamento intensivo dei campi, per aumentarne la produttività. Questa trasformazione incentivò un legame sempre più forte tra campagna e città. Alla famiglia Lanza si deve, quindi, un grande apporto in quel processo di MODERNIZZAZIONE AGRICOLA DELLA CAMPAGNA ROMANA il cui punto di partenza è il 4 agosto 1861, giorno in cui nacque, all’interno della famiglia Lanza, una prima società, con lo scopo di provvedere alla “conduzione di operai a lavorare in Campagna Romana ed effettuare semente per proprio conto”. Domenico Lanza crea, quindi, una piccola azienda agricola a conduzione famigliare, senza l’impiego di grandi risorse, secondo il costume dell’epoca. Costruisce abitazioni per gli operai agricoli e rompe la tradizione: mai le abitazioni venivano offerte dai conduttori delle aziende. Questo spiegherebbe anche la presenza di persone originarie di Alvito nelle tenute di Riano. Domenico Lanza “bonificatore” produsse sicuramente delle opere con effetto duraturo: bonifica degli argini del Tevere. Fatti importanti: - Domenico Lanza introduce un primo modello di agricoltura capitalista. Il margine di rischio dell’investimento è equilibrato dall’introduzione di macchine moderne; -diminuzione dei tempi di lavoro -fa sì che la ditta Fowler venda ad un prezzo di favore 2) Quando avvenivano le prime migrazioni? le prime migrazioni avvenivano tra aprile maggio e ottobre novembre e il rientro era previsto per il seguente gennaio febbraio. 3) Cosa sono le ambulanze? Le ambulanze erano dei presidi stabili distribuiti in alcune zone delle campagne che distribuivano il chinino, sia per curare la malaria che a scopo preventivo, essendo impossibile per i medici spostarsi e raggiungere ogni luogo della campagna. 4) Descrizione della valle di Comino la valle di Comino non è l’unica zona dalla quale si originano tali fenomeni migratori, ma ha una serie di caratteristiche che richiamano l’attenzione: 1) è una area interna del Lazio, una delle tante conche dell’Appennino centrale da cui provengono tantissimi braccianti che popolano la Campagna Romana 2) la valle di Comino ha una connotazione agricola molto spiccata: questo permette ai suoi abitanti di emigrare agricoltori e non soltanto pastori 3) è stata per buona parte di tempo sotto il controllo amministrativo della terra di lavoro (Caserta) 5) Quando è nato il comitato per le migrazioni interne e a cosa serviva? il comitato per le migrazioni interne è nato nel 1929 (oppure nel 1926??) e si è trasformato nel 1931 nel Commissariato per la migrazione e colonizzazione interna. Ebbe una funzione importante nel progetto fascista di ruralizzazione e colonizzazione. Gli anni 29-33 sono anni fondamentali in cui si cerca di risolvere il problema della disoccupazione attraverso la promozione di opere pubbliche. Ci fu il progetto di bonifica dell’Agro Pontino e serviva manodopera. A questo scopo il Commissariato fu incaricato di reclutare manodopera e di gestire lo spostamento di nuclei familiari nelle zone bonificate. Fu un organo che cercò di realizzare, anche attraverso la gestione delle migrazioni circolari e stagionali, il sogno corporativo di controllo delle risorse. 6) Elencare le fonti sulle migrazioni da Alvito alla campagna romana fondamentali sono i registri di stato civile. Atti di nascita e atti di matrimonio ci aiutano a ricostruire l’impatto che avevano avuto queste migrazioni sulle comunità di partenza. Attraverso la informatizzazione della Carta dell’Agro Romano di Spinetti è stata ricostruita una immagine sinottica e diacronica di questi spostamenti verso la Campagna Romana. Allo stesso tempo sono state individuate alcune fonti iconografiche (dipinti, in particolare) e letterarie. Documenti conservati nell’Archivio del Comune hanno aiutato ad individuare presenza “ciociara” nella Campagna Romana. Gli archivi di stato civile ci aiutano, quindi, non tanto a quantificare il fenomeno ma a capire le condizioni in cui è maturato. fonti: a) Registri di stato civile b) mappa digitalizzata dell’Agro Romano di Spinetti c) fonti iconografiche (dipinti) e fonti letterarie d) documenti dell’archivio del comune e) archivi di Stato ci aiutano ad intercettare la presenza “ciociara” nelle Campagne della Campagna Romana f) atti di nascita e atti matrimoniali ci aiutano a comprendere l’impatto delle migrazioni sulle comunità di partenza 7) Mappa dell’Agro Romano di Spinetti (pag. 80 di Alvito) è una mappa che ci dà delle immagini sinottiche e diacroniche degli spostamenti verso la Campagna Romana
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