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Domande spesso capitate nei vari esami scritti, Prove d'esame di Geografia

Domande esame con Paola Pressenda

Tipologia: Prove d'esame

2020/2021

In vendita dal 23/02/2022

naomi-barilla
naomi-barilla 🇮🇹

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Scarica Domande spesso capitate nei vari esami scritti e più Prove d'esame in PDF di Geografia solo su Docsity! 1)Reti urbane: aspetti territoriali e metodi di studio (illustra il tema con particolare riferimento al modello Christaller) . La distribuzione spaziale di FUNZIONI SPECIFICHE e le forme di gerarchizzazione urbana che ne derivano sono spiegabili attraverso modelli utili a leggere le implicazioni territoriali di tali fenomeni. Il più noto di tali modelli è il MODELLO delle LOCALITA' CENTRALI o MODELLO di CHRISTALLER. MODELLO delle LOCALITA' CENTRALI O MODELLO di CHRISTALLER -Si fonda sulle sole FUNZIONI TERZIARIE ed è elaborato da Walter Christaller negli anni ’30 del ‘900, riscoperto dalla new geography negli anni ’60. Studia come si distribuiscono nelle grandi città i servizi per le famiglie. -Il modello considera in sostanza il ruolo svolto nella organizzazione dei flussi di consumo dalle città in quanto centri erogatori di beni e servizi diretti alla popolazione interna e a quella del territorio circostante. Su tali basi generali Christaller delinea un modello di ottimizzazione spaziale della distribuzione delle località centrali sul territorio, postulando una serie di concetti: °territorlo uniforme -> il territorio è uniformemente planegglante e la distribuzione della popolazione è omogenea , la facilità di trasporto è identica in ogni direzione e il costo è proporzionale alla distanza ; °massima riduzione dei costi di trasporto -> cioè vado nel punto più vicino perché il costo di trasporto è proporzionale alla distanza ; °i consumatori cercano di ridurre il più possibile le spese di trasporto acquistando i propri beni o fruendo dei servizi nel punto più vicino ; °I fornitori cercano di massimizzare i profitti localizzandosi sul territorio in modo tale da disporre del mercato più vasto possibile, cioè si distanziano l'uno dall’altro nella maniera più razionale possibile. Christaller definisce tale ruolo (esercitato dalle città) attraverso l’elaborazione di alcuni concetti base: -LOCALITA' CENTRALE -> è il termine che da il nome al modello , è una città come centro fornitore di beni e servizi per una regione complementare. -REGIONE COMPLEMENTARE -> area servita dalla località centrale. -RANGO di ciascun bene o servizio valutabile attraverso la soglia del bene o servizio o la portata del bene o servizio. -SOGLIA del b/s -> quantità minima di domanda perché sia conveniente erogare quel bene o servizio. -PORTATA del b/s -> è il raggio dell'area di mercato , è la distanza massima che un consumatore è disposto a percorrere per un determinato servizio. Data l'influenza della DISTANZA sulla DOMANDA di beni e servizi , determinata dal fatto che con l'aumentare della prima aumentano i costi di trasporto che gli utenti devono sostenere per soddisfare i propri bisogni, si individua un cono di domanda (al centro del quale c’è la città che eroga beni e servizi per una area che è la regione complementare). Rispetto al quale si disegna la distanza massima che è data dalla soglia e dalla portata. Applicando questo insieme di concetti è possibile individuare i meccanismi secondo i quali si organizzano le relazioni tra i centri, relazioni che sono di DIPENDENZA GERARCHICA. I centri minori erogheranno un numero minore di beni e servizi, saranno di tipo banale . Beni e servizi che hanno soglia e portata bassa , per esempio il negozio che vende il latte ha bisogno di una soglia bassa per erogare beni e servizi (10 acquirenti) , perché si receranno a comprare tutti i giorni con una portata bassa che interesserà una regione complementare piccola . I centri maggiori erogheranno un numero maggiore di beni e servizi e di tipo già raro. I beni e i servizi più rari affinché convenga che siano erogati dovranno contare su un bacino di potenziali compratori più ampio , ma necessariamente dovrà essere individuato in una regione complementare più estesa. Secondo questi postulati le aree di mercato ottimali su cui si fonda il modello sono costituite su degli esagoni , con una forma esagonale le grandi regioni complementari si congiungono perfettamente in modo tale da non lasciare degli spazi vuoti o viceversa da non lasciare degli spazi che possono essere serviti da due centri. La configurazione spaziale che assume la rete urbana per soddisfare questo insieme di condizioni prevede una distribuzione perfettamente regolare delle località centrali entro una maglia di regioni complementari di forma esagonale, risultante dall'intersezione delle basi di più coni di domanda. Quei coni di domanda si intersecano completamente se assumono forme esagonali. Una struttura a nido d’ape -> La gerarchia di città teorizzata da Christaller porterebbe ad una distribuzione territoriale delle località centrali basata su un reticolo esagonale a nido d’ape, con i centri di rango inferiore più fitti e le città principali separate da distanze maggiori (Fonte: Hartshorn, 1992). Un limite attuale del modello è la ristrettezza delle funzioni considerate (considera quelle terziarie che non sono applicabili ad altre funzioni). Un altro limite del modello è quello legato alla staticità, perché le reto urbane sono soggette a processi storici di cambiamento ma il modello non le misura. Le funzioni quaternarie sono erogate oggi secondo modalità più complesse e non spiegabili con il concetto della soglia portata che è alla base del modello. I limiti del modello ci aiutano a comprendere la stessa logica attraverso cui è evoluta la distribuzione delle funzioni: -il modello è incapace di comprendere e spiegare il mutamento storico del sistemi urbani. -le funzioni quaternarie oggi essenziali e non immaginate da Christaller - sono erogate secondo modalità più complesse e diverse da quelle spiegabili col semplice rapporto soglia-portata. -Oggi maggior propensione alla mobilità. -E' avvenuta una redistribuzione tra i centri minori di funzioni centrali, mantenendo al centro solo quelle di eccellenza. -Le funzioni esportatrici delle città hanno un raggio di azione multi scalare, che a ben al di là della regione contigua . Per esempio : e-commerce. Però questo modello ci aiuta a ragionare in termini di reti urbane. Si parla di senso del luogo per indicare il complesso attaccamento emozionale che le persone sviluppano verso un determinato luogo. Questo sentimento può riguardare un luogo unico o diversi luoghi. Il non luogo si definisce per contrasto, è effimero e di passaggio (aeroporti , stazioni, metropolitane, supermercati, autostrade , centri commerciali ecc.…). Sono quei punti della superficie terrestre che non hanno senso identitario e non sono scritti all’interno di legami sociali e storici. IL NON LUOGO E’ UNO SPAZIO SENZA IDENTITA’ , IL LUOGO E’ UNO SPAZIO CON IDENTITA’ 13)SPAZIO= e’ un’estensione della superficie terrestre di dimensioni non definite. E’ un area che può estendersi da spazi locali all’intera superficie terrestre, è la superficie terrestre inter come un identità astratta. E’ misurabile e rappresentabile con metodologie matematiche , ovvero quelle proiezioni cartografiche che consentono di trasferire la superficie sferica sul piano. TOLOMEO introduce il reticolo geografico con l’individuazione dei meridiani e paralleli, da quì in poi si produce la superficie del globo sul piano e si inizia a pensare in termini spaziali. Vi è un solo punto determinato dall’intersezione di un meridiano e un parallelo. Lo spazio assoluto è dunque un entità geometrica , le cui distanze e direzioni possono essrere misurate in temperini di lunghezze (cm, km…). Lo spazio assoluto ha un estensione misurabile e dei confini determinabile , è lo spazio delle carte geografiche. Secondo una lunga tradizione la geografia è la scienza della localizzazione spaziale su una carta di oggetti e fenomeni geografici. Come localizzo su una carta oggetti e fenomeni geografici? Secondo le coordinate geografiche , la distanza reciproca dei luoghi e secondo il concetto di scala geografica. Fino alla metà del ‘900 il concetto di spazio assoluto ha dominato il contesto geografico ed è ancora oggi un idea del senso comune. E’ quello spazio misurabile all’intento del quale posso localizzare i vari luoghi di cui mi occupo e posso farlo i termini di posizioni assolute attraverso quella linea di riferimento che è il reticolato geografico. Grazie a questi metodi possiamo posizionare un luogo geograficamente ma non conosciamo ancora nulla dei caratteri specifici di questo luogo. Lo spazio assoluto non ha relazione con i fenomeni naturali o antropici che si svolgono mediante delle coordinate. Lo spazio relativo invece non è più pensato come un contenitore immutabile ma uno spazio in cui le proprietà variano a seconda dei contenuti, ovvero dei fenomeni che si svolgono . Lo spazio relativo può variare nel tempo come un prodotto sociale relativo alle attività e alle interrelazioni fra esse. Lo spazio relativo dipende dai fenomeni che sei osservano e dagli strumenti che si utilizzano per la rappresentazione geografica. esempio : Bordeaux e Bilbao sono più vicine in termini di distanza geometrica e di percorso stradale di Bordeaux e Parigi . Tutta via però Bordeaux e Bilbao sono più lontane in termini di distanza relativa e relazionale. Con la globalizzazione le distanze relative e relazionali sono cambiante radicalmente e continuano a cambiare anche in relazione ai rapporti commerciali e territoriali dei trasporti. Uno spazio relativo particolarmente interessante per i geografi è lo spazio relazionale. Il risultato delle interazioni e delle percezioni umane varia a seconda di quelle coinvolte. ESEMPIO : commercio -> affinché avvenga ciascuno dei due paesi deve offrire al partner commerciale i prodotti che necessita, entrando a far parte di un accordo reciproco . Tra i due paesi uno spazio relazionale di accordi commerciali che esiste finta quando le necessità vengono soddisfatte. Lo spazio dei social network è uno spazio relazionale che implica connessioni orizzontali tra le persone coinvolte all’interno di quello spazio. Se lo spazio assoluto assomiglia ad una scatola, lo spazio relativo è simile piuttosto ad una rete di nodi, di diversa importanza, collegati tra loro in maniera dipendente dal fenomeno che sto osservando. Adottare una prospettiva spaziale significa prestare particolare attenzione alle differenze tra un luogo e l’altro, tra uno spazio e l’altro, nelle dinamiche della società e nei rapporti tra ambiente e società. 14)DISTRIBUZIONE SPAZIALE= Distribuzione dei fenomeni sulla supercifie terrestre. 15)VARIAZIONE SPAZIALE= variazione nella distribuzione di un fenomeno da un luogo all'altro. 16)DIFFUSIONE SPAZIALE= DIFFUSIONE SPAZIALE: è un fenomeno dove la variabile tempo oltre che spazio rappresenta un espressione essenziale . LA DIFFUSIONE SPAZIALE E’ UN movimento di persone, mode o malattia da un luogo all’altro con tempistiche e modalità diverse. Permette di rispondere a come si diffondono le cose da un luogo ad un altro. I processi di diffusione e di globalizzazione sono il risultato dell’aumento progressivo a tutto il pianeta dell’interazione spaziale. Si parla di globalizzazione , negli ultimi decenni, dopo una circolazione di persone, merci, denaro e informazioni in tutto il mondo grazie all’economia capitalistica di mercato che ha innescato e favorito un processo analogo per quanto riguarda la cultura, le relazioni internazionali , con la potenza di intervenire in ogni parte del globo. Qualsiasi distribuzione spaziale che avviene nel tempo ha un distinto e specifico pattern di diffusione. Vi sono diversi tipi di diffusione che sono connessi a numerosi fenomeni di contatto e di scambio tra le varie regioni che vengono studiate dai geografi sotto forma di processi di diffusione , siano essi fenomeni inerenti allo sviluppo socio-economico , innovazioni, tecnologie, epidemie, cultura, ecc… Nello SPAZIO la diffusione può avvenire per: -SPOSTAMENTO/RIALLOCAZIONE -> (es. migrazioni) ciò che si diffonde viene meno nel luogo di origine. Questa diffusione comporta che il fenomeno che si sposta da un punto a un altro lasci il luogo iniziale per andare in un altro luogo. -ESPANSIONE -> ciò che si diffonde persiste anche nel luogo di origine, ciò avviene attraverso due possibili varianti : 1)per via gerarchica -> lo spostamento avviene dall’alto vero il basso , secondo una successione per ranghi. E’ una forma di diffusione nella quale la forma della propagazione può procedere dall’alto verso il basso e viceversa. Per esempio l’innovazione scientifica dall’alto verso il basso, viceversa una moda può passare dal basso di una gerarchia sociale verso l’alto della gerarchia. L’informazione per esempio parte dai ranghi più elevati e si diffonde in maniera gerarchica ai livelli inferiori , seguendo un percorso che ignora la distanza fisica. La prossimità spaziale non governa il processo attraverso cui la diffusione si diffonde.importante l’odine gerarchico e non la prossimità spaziale 2) per CONTATTO/ CONTAGIO -> in questo caso il processo tende ad assumere un andamento spaziale regolare in cui la DISTANZA è inversamente proporzionale alle PROBABILITA’ di CONTATTO definendo il CAMPO DI CONTATTO , per esempio le malattie infettive dove l’abilità manuale si diffonde tra persone che vengono a contatto tra di loro. -DIFFUSIONE PER STIMOLO -> si verifica quando la diffusione di un idea contribuisce a generare una nuova idea. Questa diffusione per stimolo influenza la produzione commercializzazione di beni come nell’industria dell’automobile. L’idea alla base di un prodotto di successo spesso stimola nuove modalità d’applicazione dello stesso principio. TIPI DI DIFFUSIONE: -diffusione per espansione -diffusione per rilocalizzazione -attraverso processi combinati di espansione e rilocalizzazione. Nelle diffusioni epidemiche iniziano per contagio (per espansione) ma può anche mediante processi rilocalizzazione (contagiato va in aereo e contagia altri). Introducendo la variabile TEMPO, possiamo dire che la distanza incide sull’intensità della diffusione anche nella sua dimensione temporale. Tanto più è distante il momento di avvio del processo tanto più diminuiscono le probabilità del contagio. Nel TEMPO i processi di diffusione tendono a strutturarsi come successive ONDATE DI DIFFUSIONE. 17)GLOBALIZZAZIONE= La crescente interconnessione tra persone e luoghi in tutto il mondo. Con la globalizzazione le distanze relative e relazionali sono cambiante radicalmente e continuano a cambiare anche in relazione ai rapporti commerciali e territoriali dei trasporti. 18)INTERAZIONE SPAZIALE= Insieme delle relazioni che si sviluppano tra soggetti che occupano luoghi lontani tra loro. L'interazione spaziale è influenzata da 3 fattori: Complementarietà, trasferibilità, opportunità alternativa. 19)TERRITORIO= Spazio delle interazioni tra soggetti 20)ECOSISTEMA= A scale diverse un deserto è un ecosistema ma anche l’estuario di un fiume. L’ecosistema è l’insieme delle relazioni che connettono gli elementi biotici ( tutti gli organismi viventi vegetali/animali ) organizzati in una data comunità (definita biocenosi). Le relazioni tra gli elementi biotici e abiotici sono reciproche tra gli organismi della biocenosi e il substrato inorganico rappresentato dal loro habitat naturale composto dagli elementi abiotici. Un ecosistema è l’insieme costituito da una comunità di organismi viventi e dell’ambiente dove essi risiedono , con il quale sono integrati attraverso complesse relazioni. L’ecosistema è composto da fattori abiotici e biotici. Si chiamano fattori abiotici le caratteristiche fisiche e chimiche dell’ambiente o biotipo. Si chiamano fattori biotici le caratteristiche della comunità vivente o biocenosi. Lo specifico luogo in cui vive un organismo all’interno di un ecosistema si definisce habitat. Elementi abiotici: sono tutti quegli elementi inorganici che includono l’atmosfera , l’idrosfera e la litosfera . Come la luce, acqua, Sali, suolo e temperatura. Elementi biotici: numero o tipo di organismi e interazione tra gli organismi. Gli elementi biotici sono nella biosfera (parte della superficie terrestre dov’è possibile la vita e si crea nelle tre zone di intersezione tra l’atmosfera , l’idrosfera e la litosfera). continuità nella fascia temperata favorisce la nascita di praterie aride (steppe). La precipitazione annua varia tra 250 e 800 mml. 29)BIOMA DI DESERTO= I deserti sono regioni molto aride che ricevono poca pioggia all'anno (o una quantità superiore ma distribuita irregolarmente). Sono modellati dagli sbalzi di temperatura, l'escursione termica fra giorno e notte è assai forte, che frantumano le rocce, e dal vento, che trasporta i detriti più fini. Distribuiti in nord Africa, Cina, Mongolia , Pakistan , Messico , parte degli Stati uniti , parte dell’Australia e in parte l’Africa . Occupano un 1/5 della superficie terrestre e sono caratterizzate da aree di alta precisione semi permanente ai tropici . Sono regioni molto aride con precipitazioni minime. Sono caratterizzati da forti sbalzi di temperature e l’escursione termica tra giorno e notte è assai forte . Dal punto di vista ecologico distinguiamo i deserti caldi (Arabia, Africa e Australia) e freddi (mongolia e nel deserto dei Gobi). La possibilità di sviluppo della vegetazione è data dalla caratteristica del suolo di immagazzinare le acque. 30)SPAZI \ BIOMI INTERMEDI : -SAVANA: zona tra africa e sud America, Colombia , Venezuela , Brasile e l’Australia settentrionale. 20 gradi la media di temperature annue. Le precipitazioni vanno da 1000/1500 ml di pioggia annua. E’ un clima caldo umido con due stagioni: secca invernale e estiva afosa. E’ una prateria con radi alberi, con scarsa vegetazione. -BIOMA MEDITERRANEO: è distribuito intorno al bacino del mediterraneo , regione comprese tra le aree tropicali e quelle temperate. Con estati secche e inverni piovosi. Come tipo di vegetazione abbiamo la prateria arbustiva composta da graminacee con arbusti e radi alberi: quercia, leccio, pino mediterraneo e alloro. 30)CAPITALE NATURALE= Include risorse rinnovabili e non rinnovabili. Risorse non rinnovabili : considerate esaurite quando vengono meno le condizioni per la generazione oppure quando la loro rinnovazione necessiti di tempi biologici troppo lunghi per far si che l’uomo possa riutilizzarle (per esempio l’uranio). Una risorsa diventa tale quando viene usata in maniera intensiva dall’uomo e quest’ultima non ha il tempo di rigenerarsi. Risorse rinnovabili: si rigenerano in tempi brevi utili all’uomo, in maniera naturale o grazie all’intervento dell’uomo (per esempio la riforestazione). La foresta potrebbe essere una risorsa rinnovabile, ma se l’utilizzo di essa avviene a una velocità maggiore rispetto al tempo di ripristino potrebbe diventare non rinnovabile. L’ambiente può essere letto dal geografo\fisico in quanto ambiente di rischio. E’ fonte di rischio se lo leggiamo nell’ottica delle dinamiche umane. 31)EFFETTO SERRA= L'effetto serra è la principale causa dei combiamenti climatici globali. I Gas serra contribuiscono al riscaldamento globale. ’L’effetto serra che ha un effetto naturale dovuto alla presenza di anidride carbonica che ha l’effetto di lasciar entrare le radiazioni ad onde corte provenienti dal sole. Mentre le radiazioni a onde lunghe trasformate dal sole non riescono ad uscire e rimangono intrappolati nei gas serra. 32)GREEN ECONOMY= Economia verde, genera uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale usando risorse naturali. 33)CICLO DEL CARBONIO= Le piante prelevano CO2 e H20 dal loro ambiente e attraverso la fotosintesi clorofilliana restituiscono ossigeno molecolare (02) all'atmosfera. Le sostanze restanti vengono incorporate nei carboidrati (CH2O). Questi carboidrati vengono decomposti per ricavarne energia, che serve al funzionamento degli elementi biologici del sistema (animali, tra cui l'uomo, e piante) oppure vengono trasferiti ad altre parti della catena alimentare. L’energia solare convertita in materia vivente è il passaggio che sta alla base dell’ecosistema , senza il passaggio mediante i produttori quell’energia solare non basterebbe alla sopravvivenza per i consumatori. Esso è possibile grazie al: CICLO DEL CARBONIO (è un gas presente nell’atmosfera). Attraverso la fotosintesi il carbonio inorganico presente nell’atmosfera viene trasformato in carbonio organico. L’unica fonte di carbonio utilizzabile dai vegetali è l’anidride carbonica (presente nell’atmosfera). Il carbonio è presente nello strato inferiore dell’atmosfera terrestre sotto forma di diossido di carbonio CO2 (anidride carbonica). Compone lo =,033% del volume totale dell’atmosfera. Funzioni: assorbe le radiazioni infrarosse sul mantello regolando la temperatura dell’aria in prossimità della superficie terrestre; ma contribuisce anche all’effetto serra. Il diossido di carbonio è fondamentale per la crescita delle piante: le piante verdi provviste del pigmento clorofilla combinano il diossido di carbonio e l’acqua che attraverso la fotosintesi generano i nutrienti necessari alla vita. La fotosintesi è una serie di gruppo di reazioni chimiche generate dalle radiazioni solari. Le piante verdi sono quindi i produttori fondamentali nel ciclo del carbonio perché producono energia consumabile sintetizzando carbonio e energia solare. 34)TASSO DI NATALITA'= numero annuo di nati ogni mille abitanti . è il rapporto tra il numero di nati\vivi nell’anno e il totale della popolazione x 1000. E’ un tasso chiamato generico perché al denominatore confluiscono anche coloro che non hanno alcuna possibilità di procreare. Questo tasso nel mondo varia da 7 nati per 1000 abitanti nel principato di Monaco a 53 nati . Con una media a livello globale che è all’incirca di 20 nati per abitante. Il tasso di natalità e gli altri tassi sono valutabili in termini di valori assoluti o in termini di percentuali . I tassi valutabili in termini di valori assoluti ci dicono relativamente poco. Mentre il valore percentuale è più utile ai fini di comparazione tra popolazione diverse (a cui la geografia tende sovvenire). 35)TASSO DI FECONDITA’= Numero medio annuo di nati vivi per donna . esprime la capacità produttiva delle donne in età feconda , ci da quindi il numero medio annuo dei nati vivi per donna in età feconda (tra i 15 e 50 anni). Il tasso di fecondità non ci dice nulla però rispetto all’incremento della popolazione. Il fatto che in Iran nel periodo tra il 1950 e il 1955 la donna avesse in media un tasso di fecondità di 7 figli , non ci dice nulla dell’incremento della popolazione nel paese in quel periodo. Il tasso di fecondità può anche essere controllato , dai governi introducendo politiche antinataliste o nataliste mirate a incentivare o a ridurre la crescita della popolazione , influenzando i comportamenti riproduttivi delle persone. In Francia il tasso di fecondità (in questo momento storico) è del 2x1000 , in linea con la media mondiale ma più elevato rispetto a quello degli altri paesi europei che è al di sotto del 2x1000. Il tasso di fecondità della Francia è anche ottenuto dalle politiche nataliste che promuovono la differenza di genere, il lavoro alle giovani coppie di genitori , sostegno agli asili (volti a favorire la natalità). Viceversa degli stati applicano politiche anti nataliste come per esempio la Cina, in ragione di una crescita esplosiva della popolazione (con la cosiddetta politica del figlio unico, per le legge le donne non potevano avere più di un figlio) . La legge venne poi modificata negli anni 90 quando si passò dal divieto assoluto a delle forti sanzioni pecuniarie. La coorte suprema cinese abolì questa legge nel 2013, in questo momento ogni famiglia in Cina può avere due figli senza incorre in sanzioni. Rimane comunque un paese che promulga delle politiche anti nataliste. Il tasso di fecondità globale è in costante riduzione, con ritmi particolarmente accentuati in alcune aree della Terra, tanto che oggi sono quasi 80 gli stati del mondo dove non viene raggiunto il livello di sostituzione delle generazioni. Alcuni stati , come l’Iran hanno subito una riduzione del tasso di fecondità (più precisamente un crollo) a partire dagli anni ’80 , si è passati dai 7 figli per donna fionda arrivare nel 2005\2010 ad essere al di sotto di 2 figli per donna. L’Europa invece con un tasso del 1.5 figli per donna , è una delle aree con uno dei più bassi tassi di fertilità. 36)TASSO DI MORTALITA’= è il rapporto tra numero morti nell’anno e totale della popolazione x 1000. I tassi più bassi nel mondo sono registrati in Qatar con meno di 2 decessi ogni 1000 abitanti. Anche la mortalità ha una grande varietà di ragioni che dipendono da fattori quanto naturali quanto sociali. Ci possono essere distrasti naturali o epidemie che se particolarmente gravi possono fare alzare il tasso di moralità, non soltanto in conseguenza dei decessi immediati ma anche in conseguenza dei decessi successivi ma ancora connessi a quel disastro naturale \ epidemia . Non necessariamente l’aumento del tasso di mortalità è indice di fattori e eventi naturali, e non sempre è correlato con il grado di povertà di una nazione. Infatti anche se spesso i gradi di mortalità più elevati si sviluppano in paesi più poveri , è anche vero che il tasso di mortalità elevato non è necessariamente una caratteristica collegata con i livelli di sviluppo economico di un paese. Il tasso di mortalità è legato ad altri fattori come la presenza \ assenza di politiche sociali che possono essere comunque presenti o meno indipendentemente dal livello di sviluppo economico di un paese. Altre ragioni connesse all’aumento del tasso di mortalità possono essere collegate all’età media della popolazione. In Danimarca il tasso di mortalità annuo è di 10 decessi ogni 1000 abitanti, è una cifra superiore a quella delle Honduras dove il tasso di mortalità è di 5 decessi ogni 1000 abitanti. Evidentemente le Honduras sono un paese meno ricco della Danimarca ma evidentemente è un paese più giovane. E’ bene quindi ricordare che i tassi di mortalità non sono necessariamente indicatori della qualità della vita o della salute della popolazione di un paese. Per indagare questi dati dobbiamo indagare per esempio la speranza di vita. 37)TRANSIZIONE DEMOGRAFICA= Passaggio di un paese da tassi elevati a valori inferiori. E’ stato introdotto il modello della transizione demografica che sei basa sull’osservazione di un caso di studio, ovvero i paesi europei (in particolare dell’Europa occidentale) coinvolti nello sviluppo industriale. Il modello prevede per ogni popolazione uno sviluppo caratterizzato in 4 fasi , caratterizzate dai tassi di natalità e mortalità nel corso del tempo. Al fine di comprendere come il diverso cambiarsi di natalità e mortalità agiscano sull’incremento naturale. prima fase-> fase alto stazionaria. In cui la natalità è molto elevata al fronte della quale abbiamo una mortalità molto elevata. Questi due valori alti danno luogo a una fase ampio rispetto alle migrazioni internazionali (si tratta di spostamenti di interi nuclei familiari). E’ un fenomeno che coinvolge all’incirca 750 milioni di persone. Queste migrazioni hanno assunto una notevole importanza perché hanno interessato quasi tutti i paesi del mondo. L’Urbanizzazione nei paesi via di sviluppo è un fenomeno recente. -migrazioni internazionali -> quando un individuo si sposta permanentemente da uno stato o da un continente diverso da quello d’origine. Nel 2000 le persone residenti da un paese diverso da quello di nascita (immigrati) erano 175 milioni pari meno del 3% della popolazione mondiale. Nel 2017 i migranti internazionali sono stati 258 milioni ma rimangono il 3% della popolazione complessiva del pianeta (perché la popolazione mondiale che sta continuando a crescere fa si che la percentuale non sia diversa dalla media degli ultimi 50 anni). Una migrazione internazionale che ha conosciuto livelli molto elevati tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo è stata verso gli Stati Uniti (come per esempio l’Italia). 43)CIRCOLAZIONE= fa riferimento a uno spostamento temporaneo, spesso ciclico (spostamento per lavoro) che possono anche essere di un periodo relativamente lungo ma che hanno a differenza della migrazione un carattere temporaneo (a differenza della migrazione). Per esempio i movimenti dei pendolari. 44) SALDO MIGRATORIO NETTO = è costituita dal numero di immigrati - il numero di emigrati di un paese. Il cambiamento demografico di un territorio può essere calcolato attraverso l’equazione demografica che considera sia la crescita naturale di una popolazione sia il suo saldo migratorio in determinato periodo di tempo. Il saldo migratorio positivo si verifica quando il numero di emigrati sia superiore a quello degli emigrati (per esempio in Germania nel 1993). 45) popolazione attiva -> è la popolazione in condizione professionale , cioè chi è in un fascia d’età nella quale può accedere al lavoro. 46) popolazione non attiva -> è quella popolazione che si trova in una fascia d’età al di sotto o al di sopra dell’età lavorativa , o persone che hanno dichiaratamente scelto di non mettersi sul mercato lavorativo (come la casalinga, studenti ). 47) popolazione occupata -> conteggia tutti coloro che esercitano effettivamente un’attività. La popolazione occupata può essere ripartita rispetto ai valori percentuali tra i tre settori principali: -primario -> che si occupa della produzione di beni senza la trasformazione (come l’apicoltura) -secondario -> che si occupa della produzione di beni con trasformazione -terziario -> che si occupa della produzione di beni immateriali e servizi come servizi per le imprese, per le famiglie, per le collettività e anche in settore quaternario (comando, gestione dell’orientamento politico , economico e culturale). 48)L’indice di dipendenza strutturale è il rapporto percentuale tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e dai 65 anni in su) e la popolazione attiva (15-64 anni). 49)Il tasso di attività è il rapporto tra la popolazione attiva (14-64) e la popolazione residente x 1000. 50)AGROECOSISTEMA = Ogni attività agricola si fonda su un insieme di elementi e relazioni che sono propri dell'ecosistema, sui quali essa esercita forme di alterazione e di controllo. Questa definizione porta come conseguenza a definire ogni sistema agrario come un ecosistema troncato o esportatore: ovvero un ecosistema nel quale, la naturale successione di relazioni dei cicli Biogeochimici viene interrotta al fine di ottenere una produzione di materia vegetale e animale che viene esportata al di fuori del sistema stesso. Per best ragione ogni agroecosistema pertanto può sussistere nel tempo e mantenersi produttivo solo attraverso un ripristino artificiale dei cicli troncati, con continui apporti di materia (concime o fertilizzanti, acqua) ed energia (lavoro). Ecco quindi che quell’ecosistema all’interno del quale agiscono dei cicli bio geo chimici (produttori , consumatori , decompositori) in rapporto con l’ambiente abiotico , accade che quel ciclo è interrotto perché i produttori non seguono una naturale successione ma quel raccolto costituisce un output . Ad ogni output deve corrispondere un input affinché l’equilibrio sussista, quindi ogni sistema agrario può mantenersi produttivo soltanto attraverso un ripristino artificiale coi cicli troncati (l’equilibrio viene ristabiliti attraverso concime, acqua, fertilizzanti o energia). Le caratteristiche e l'efficacia produttiva di un agroecosistema non dipendono però solo dai meccanismi naturali delle relazioni ecologiche (terreno, qualità di esso ecc..) , ma anche da fattori extraecologici, variabili a seconda dei contesti. Tali fattori attengono a : -grado di conoscenza empirica o scientifica dei processi ambientali -tecnologie disponibili e loro processi di diffusione spaziale -orientamento economico della produzione che ha delle forti connessioni con l’efficacia produttiva -condizioni giuridiche e sociali in cui la produzione agricola si svolge. 51) Tesi sull'origine dell'agricoltura : -tesi monocentriche: sulla base di riscontri archeologici riconoscono un unico nucleo originario risalente al IX millennio e corrispondente alla "Mezzaluna fertile”. Queste tesi sono state elaborate sulla base di riscontri archeologici che testimoniano un nucleo di attivazione di episodi e selezione di piante e addomesticamento di animali nella cosiddetta "Mezzaluna fertile”; -tesi policentriche: nella quale la domesticazione di piante e animali e la messa a punto di tecniche agricole avrebbero avuto simultanea origine in più nuclei a partire dai quali si sarebbero poi diffuse nei diversi continenti. 52) Carl SAUER Il primo geografo ad avanzare la ricerca sulla teoria dell’agricoltura fu Carl SAUER (geografo statunitense) che negli anni ’50 elaborò la storia di geografi culturale di Borkley. Arrivò a ipotizzare che l’agricoltura non fu senata in unico luogo e da lì si fosse diffusa in altri luoghi, ma fosse nata in più nuclei originari. Tale teoria, fondata su una procedura ipotetico- deduttiva (da un ipotesi suffragata da un ragionamento ipotetico deduttivo utile alla ricostruzione di la cui estrema lontananza culturale , propria dell’agricoltura , rende limitatissime le testimonianze archeologiche) . Individua due nuclei primari che presentano un insieme di caratteristiche ecologiche e sociali postulate come condizione necessaria. Ci dice che indipendentemente dal ritrovamento di tracce archeologiche che possono essere state cancellate del tempo, bisogna capire qualora quell’insieme di caratteristiche ecologiche e sociali necessarie affinché fosse realizzato il passaggio dalla raccolta alla produzione . Le condizioni necessarie sono : -ambiente di bosco rado (caratterizzato da un humus più ricco e facilmente lavorabile); -presenza di specchi o di corsi d’acqua (perché soltanto esse forniscono integrazione alimentare abbondante e garantiscono approvvigionamento idrico senza porre problemi di controllo delle acque come i grandi fiumi); -elevata varietà di specie vegetali e animali (consente un elevato successo ai processi di addomesticazione) ; -sedentarietà del gruppo (necessaria per sviluppare il punto successivo); -avere una base economica adeguata, costituita da attività di caccia e raccolta . In sostanza qualunque sia stata la localizzazione dei nuclei originali , quei nuclei dovevano avere le caratteristiche elencate sopra. Sulla base di queste caratteristiche Sauer individua dei nuclei primari, a partire dai quali si è poi diffusa attraverso delle vie l’agricoltura in altri nuclei secondari e poi via via a livello globale. 53) Kostrowicki Dai processi storici di diffusione dell’agricoltura deriva il quadro attuale di una grande varietà , assunta dalla manifestazione dell’agricoltura a seconda delle aree. Si pone un problema quindi classificazione e regionalizzazione che data la molteplicità dei fattori che incidono sulla definizione di agro sistemi, è suscettibile di diverse modalità. La principale delle quali è quella messa a punto da Kostrowicki che tiene conto per costruire uno schema di classificazione di diversi fattori : condizioni sociali della produzione (specialmente della proprietà), delle tecnologie e dell’orientamento economico delle produzioni. Sulla base della presa in considerazione di questi tre elementi suggerisce di suddividere i sistemi agrari in 4 grandi tipologie: -agricolture primitive -agricolture tradizionali -agricolture di mercato (fanno riferimento alla proprietà privata) -agricolture collettive . Queste 4 tipologie sul manuale sono individuate in maniera diversa , con i sistemi agricoli suddivisi in due grandi tipologie sulla base dell’orientamento economico : -agricoltura di sussistenza -agricoltura di mercato. 54)AGRICOLTURE PRIMITIVE Sono caratterizzate da: °Agricoltura di piantagione nei Paesi del terzo mondo -> sono spesso riferite ai paesi tropicali , è il caso di estreme aziende a monopolio statele dirette da pochi uomini con l’impiego di massiccia manodopera locale a basso prezzo. Le produzioni sono destinate all’esportazione sui mercati internazionali e le piantagioni sono di proprietà delle grandi multinazionali europee e nord americane , spesso collegate alla filiera di produzione industriale e di inscatolamento di quel prodotto. Spesso si trovano localizzati in contesti in via di sviluppo e caratterizzati da una diffusione dell’agricoltura di sussistenza. °Agricolture capitalistiche dei grandi spazi (USA, Canada) . 57) LA RIVOLUZIONE VERDE sono quei miglioramenti che si ebbero in seguito agli sforzi mondiali per combattere la fame nei paesi poveri. Negli anni ’70 venne esportata in India e in Pakistan e in pochi anni aumentò la produzione dei cereali dei paesi. Ha come caratteristica l’innovazione nelle sementi , dove il rivoluzionamento genetico rende possibile resistere alle malattie e avere delle rese superiori. Essa ha creato un nuovo sistema agricolo con rese molto elevate ma fortemente dipendente dall’irrigazione e da massiccie dosi di fertilizzanti chimici (oltre che dalla meccanizzazione). 58) AGRICOLTURE COLLETTIVE Hanno storicamente caratterizzato i paesi socialisti e sono caratterizzate da : -proprietà collettiva dalla terra e dei mezzi di lavoro -orientamento della produzione in base alla pianificazione statale dell’economia -organizzazione collettiva del lavoro. 59) modello di Von Thunen primo modello di localizzazione agraria . Von Thunen è un economista tedesco ma anche un posseditore terriero , pioniere della localizzazione dei fatti economici. Egli ragiona in torno al tema di qual’è la logica sottesa alla destinazione d’uso dei terreni che circondano un azienda agricola. Si tratta di un modello elaborato nel ‘700 , all’inizio di quell’epoca in cui in Europa si assiste al passaggio dall’economia tradizionale all’economia di mercato. Egli elabora il cosiddetto modello della distribuzione degli usi agricoli del suolo intorno ad un centro di mercato. Per lui la rendita del terreno non dipende soltanto dalla sua fertilità , ma dipende dalla sua posizione rispetto al centro di mercato. Il territorio per lui ha un valore economico . Nelle società pre-industriali, il valore del territorio dipendeva principalmente dalla sua capacità di produrre, dalla sua fertilità (economia di sussistenza) .
 Nella società capitalistica, il territorio assume importanza in termini di «valore di scambio» e quindi di valore economico . Di conseguenza assume importanza l’organizzazione territoriale per ottenere dal «territorio» la maggiore resa economica possibile . La resa economica non dipende solo dalla caratteristiche intrinseche del suolo. A fronte di queste considerazioni Von Thunen elabora il modello. E’ necessario analizzare quelli che sono i presupposti sulla base dei quali viene elaborato il modello : -territorio uniforme -> nella storia della geografia economica, il concetto di territorio è stato declinato in modi molto diversi: nelle teorie della localizzazione il territorio = spazio isotropico privo di attributi (area uniforme) , -agricoltura di mercato -> un tipo di agricoltura il tuo prodotti sono destinati alla vendita e non soltanto alla sussistenza della famiglia che li produce , -attività agricola come unica attività svolta -> non ci deve essere concorrenza com altra attività che può essere quella industriale , -costi di produzione fissi e uniformi -> non ci possono essere delle variabili , -unico mezzo di trasporto e costo di trasporto uniforme (varia solo con la distanza) -costi di trasporto verso il mercato -> dipendenti da d (distanza) k (tipo di prodotto per peso, ingombro , deperibilità). Sulla base di questi presupposti è possibile valutare la rendita offerta dai diversi usi agricoli in rapporto alla posizione rispetto al mercato: Rendita intesa come il valore del territorio -> potenzialmente ottenibile da chi ne è in possesso in base alle sue caratteristiche e alla sua posizione. Tipologie di rendita: • Rendita mineraria->valore determinato dalle caratteristiche del sottosuolo • Rendita agraria->valore determinato dalle caratteristiche del suolo (fertilità) e dalla sua posizione • Rendita urbana->valore determinato dalla posizione e dalle esternalità garantite da una determinata posizione. Von Thunen elabora una formula che vede correlare la rendita (R) che è il risultato del prezzo x prodotto ma deve essere sottratto dai costi di produzione e dai costi di traporto (legati a due fattori la distanza e al fattore k): R= (Prodotto x Prezzo) - C produzione - C trasporto -> d : k
 In base a tale calcio : -prodotti vicino al mercato -> prodotti con k alto -prodotti lontani dal mercato -> prodotti con k basso . Sulla base di questi ragionamenti Von Thunen ipotizza che la rendita fondiaria sia inversamente proporzionale alla distanza dal mercato, tanto più sono lontano dal centro di mercato tanto più quella rendita sarà bassa , tanto più sarò vicino al centro di mercato tanto più quella rendita sarà elevata. Dice che a fronte di un determinato territorio dovrò localizzare varie destinazioni d’uso del suolo in maniera intelligente rispetto alla loro trasportabilità. Ecco allora che l’orticoltura commerciale e l’allevamento di animali da latte dovranno essere localizzate nelle immediate vicinanze rispetto a quel centro di mercato. I boschi il cui materiale da traportare è pesante e quindi maggiormente costoso , dovranno essere localizzati in una seconda fascia concentrica successiva a quella dell’orticoltura. 60) Qual’è la differenza tra la città e un nucleo insediativo non definibile come tale? il criterio più semplice al fine di definire cosa s’intenda per città è quello quantitativo della dimensione. La città si distingue da altre forme insediative perché concentra al suo interno (dei confini) un maggior numero di edifici e persone. Dentro il criterio quantitativo della dimensione possiamo mettere in prima battuta il criterio della dimensione fisica (superficie edificata) e poi la demografica. La considerazione del dato demografico non appare però risolutiva , perché non permette di identificare discriminanti di valore universale. Per esempio affinché in Australia un insediamento sia considerato una città deve avere almeno 1000 abitanti , in Italia invece città è quella con 10000 abitanti e in Islanda è quella con almeno 200 abitanti… A parità di dimensione demografica avremmo ancora il problema di definire se il contenuto qualitativo dell’insediamento possa avere un influenza. In Russia per esempio la definizione di città è un combinato tra la dimensione demografica assoluta e la % di addetti ad attività non agricole. -> quindi introduciamo un criterio funzionale (la tipologia di attività svolte). Il criterio funzionale è una risposta più adeguata alla definizione di città. Ciò che caratterizza l’insediamento urbano è la complessità delle attività e delle funzioni che all’interno delle città si svolgono per rispondere a : -esigenze della popolazione interna -alla domanda proveniente da territori esterni. Per funzione urbana s’intende un attività che risponda sia a esigenze interne ma soprattutto ad esigenze esterne. Un ufficio di pubblica amministrazione per esempio non svolge un servizio riservato solo alla popolazione interna ma anche a cittadini che provengono da altri insediamenti. La città quindi si caratterizza per : -prevalenza di funzioni economiche non agricole; -presenza di funzioni diversificate e rivolte non solo alla popolazione interna, ma anche verso l’esterno. Per le funzioni economiche viene espressa la contrapposizione tra : -attività di base -> o city forming (verso l’esterno) . Sono lavoratori dediti a attività rivolte non solvano verso l’interno ma anche verso l’esterno . Le attività di base sono chiamate così perché hanno la capacità di influenzare il territorio circostante su scale più o meno estese ma comunque su scale sovra locali (sono la base delle attività della città). -attività non di base -> o city serving (verso l’interno). Sono lavoratori che si occupano di produrre servizi per i residenti nell’attività urbana, per esempio il panettiere. Questa definizione non è sovrapponibile alla distinzione tra settore secondario (industrie) e settore terziario, perché lo stesso settore può contenere sia attività di base e non di base. 61)Il grado di urbanizzazione nel mondo E’ quel Processo di progressiva concentrazione caratterizzato da: -dimensioni quantitative del processo di concentrazione demografica; -un mutamento qualitativo dei modelli di vita (urbanesimo); -modificazioni nella più complessiva organizzazione territoriale con l’emergere di reti di relazioni in rapporto al processo di concentrazione funzionale, con conseguente formazione di reti o sistemi urbani. Il processo di urbanizzazione è risultato di tendenze contrastanti con alternanza di fasi di crescita, stati o addirittura regressione . Al di là di contingenze storiche , possiamo dire che negli ultimi due secoli l’urbanizzazione ha conosciuto una fase propulsiva , massiccia e generalizzata. Negli ultimi decenni il 50%\70% della popolazione totale è urbanizzata. Nel 2005 il tasso di urbanizzino mondiale ha sfiorato il 50% (la popolazione urbana complessiva ammontava a circa 3,2 miliardi di persone su un totale che era di poco superiore ai 6,4 miliardi -crisi ambientale, sociale e fiscale delle grandi città. Questo elenco di cause porta a rompere il rapporto città-industria e avviare dei processi di Contro-Urbanizzazione. Tale da comportare non la scomparsa delle città ma urbanizzazione diffusa -> la cosiddetta città diffusa. La città diffusa è presente in Italia nell’alta pianura veneta , è un processo di dispersione edilistica \ urban sprawl caratteristico dei paesi ad economia avanza che si verifica quando il tasso di consumo di suolo dovuto all’espansione dell’area urbanizzita (con scopi residenziali , commerciali o industriale …) supera quello della crescita della popolazione. Si forma allora un tipo di urbanizzazione dispersa caratterizzato da bassa densità di popolazione e della presenza di capannoni, allineamenti commerciali, villette uni familiari intervallati da spazi liberi destinanti all’agricoltura o alla ricreazione. La città diffusa soddisfa certe esigenze individuali ma non i costi sulla collettività, sottraendo risorse sull’agricoltura , richiedendo ingenti investimenti sull’industria … La città diffusa è un area che non può essere se non in parte , servita da mezzi pubblici e quindi i residenti sono dipendenti dall’automobile per i trasporti. 65)RETI O SISTEMI URBANI Sono quegli insiemi di città diverse tra loro per dimensione demografica e dotazione funzionale tra le quali , proprio in ragione di tali diversità , si instaurano reciproche relazioni spaziali che le rendono interdipendenti come gli elementi di un sistema. Tali relazioni spaziali sono costituite da flussi materiali (scambi di persone e merci) e flussi immateriali (rapporti di dipendenza culturale e politica, circolazione di capitali, di informazioni ecc.) Tra i più famosi sistemi urbani c’è quello del Randstad Holland in Olanda. I cui poli principali sono rappresentanti da Amsterdam (capitale finanziaria), Rotterdam (capitale portuale) , L’Aia (capitale politica) e Utrecht oltre che alle città di Leida , Haarlem , Delt , Gouda … L’area si dispone intorno a una zona centrale agricola come una struttura dotata di funzioni competitive di livello internazionale e dall’enorme potenziale di crescita. Con infrastrutture di comunicazioni come l’aeroporto di Amsterdam e il porto di Rotterdam (tra i primi in Europa per trasporto di merci e passeggeri). 66)città globale Sono i centri principali del potere economico mondiale , in grado di esercitare un controllo sul resto del mondo. Si tratta di città di grandi dimensioni, anche se non necessariamente mega città che sono diventanti centri o nodi di comando in grado di influenzare in maniera determinante i flussi di informazioni e beni di capitali che circolano in tutto il mondo. La crescita delle città globali può essere spiegata riferendosi in particolare a due fattori : delle imprese multinazionali e l’importanza crescente di servizi avanzati come quelli della finanza , delle assicurazioni , della pubblicità ecc… Esse collegandosi tra loro a scala globale formano una rete urbana globale. Sono città in cui la presenza di funzioni di elevato livello , offre a cascata un elevata vasta di opportunità che attrae comunque grandi masse di popolazione. 67) Le gerarchie urbane sono analizzate mediante due metodi : -demografico -> si fondano sulla dimensione demografica del centro come indicatore della posizione assunta della città all’interno di una gerarchia. Secondo questo approccio le città possono essere strutturate all’interno di una gerarchia urbana che ha come criterio ordinatore quello demografico . E’ la cosiddetta legge rango-dimensione (elaborata alla fine degli anni ’40 del ‘900), però orami considerata superata. Le analisi condotte con ideologie demografiche possono offrire solo analisi parziali che vanno approfondite con delle metodologie funzionali. -funzionale -> L'indicatore dell'importanza gerarchica (RANGO O ORDINE) di un centro urbano è individuato in questo caso in ragione della quantità e qualità delle funzioni che in esso vengono esercitate. Si tratta di metodologie assai più complesse delle precedenti. Il raggio d’azione di queste funzioni può avere una diversa ampiezza territoriale (possono interessare un numero maggiore o minore di persone). Come la funzione politico amministrativa che è presente in ogni città ma interessa solo i suoi abitanti (invece se una città è anche la capitale dello stato la funzione politico - amministrativa sarà rivolta a più persone). 68)SISTEMA URBANO -> insieme di città connesse da reti di relazioni territoriali relativamente stabili e strutturate che conferiscono ad esse (quelle reti di relazioni) la natura di sistema integrato su scale spaziali variabili a livello sovralocale (→globale). Tali reti urbane configurano degli spazi regionali diversi a seconda della modalità attraverso cui sono organizzati i rapporti tra i singoli nodi e strutture, riconducibili a vari modelli. Possiamo riconoscere tre tipi di reti urbane: -reti a gerarchia determinata -> sono le reti christalleriane. Le città si strutturano in maniera gerarchica , hanno un limite esterno corrispondente a quello della regione complementare della centrale di rango più elevata del centro del sistema. La soglia portata lega i nodi delle regioni complementari. Sono pertanto reti a base areale. -reti multipolari a specializzazione locale stabile -> le funzioni urbane si suddividono tra i nodi in combinazioni locali di vario tipo e dimensione, non sono più date a priori, ma dipendenti da scambi e interazioni tra i nodi basati complementarietà delle funzioni. La rete non ha né centro ne dei confini regionali. Tendenzialmente divenire globale. -reti equipotenziali o a indifferenza localizzativa -> le funzioni si suddividono tra i nodi senza che incidano su ciò dei fattori di prossimità della domanda, ma per effetto di contingenze locali. Sono reti non disegnabili in qualche misura. Queste tre tipologie di reti ci servono per spigare come si distribuiscono le funzioni tra le città. 69)MODELLI DELLO ZONING Le diverse funzioni/usi del suolo urbano si distribuiscono entro la città tenendo conto di: -entità dei vantaggi offerti dall'accessibilità ai diversi tipi di funzioni; -entità dello spazio occupato; -capacità di spesa dei diversi settori economici. In base a tali meccanismi solitamente il centro urbano è occupato da attività terziarie elevate e quaternarie (banche, pubblica amministrazione, attività culturali ecc.), mentre le funzioni industriali e residenziali occupano spazi più periferici. Si è ricondotta tale distribuzione degli usi del suolo a diversi MODELLI dello ZONING (modelli dell'articolazione funzionale dello spazio urbano). Ognuno di essi costruisce una generalizzazione e semplificazione degli spazi della città generale. I principali modelli sono stati elaborati in riferimento alle città degli Stati Uniti. I primi modelli di descrizione della struttura delle città americane. Il primo modello è delle zone concentriche di Burgess . I diversi modelli di uso dei terreni si sviluppano per anelli concentrici intorno al centro della città la città che studia Burgess è quella di Chicago degli anni Venti. Secondo il modello il centro della città sarà occupato dal cosiddetto central distret e così via. Questo modello è affiancato da altri due in particolare quello di Hoyt (modello dei settori). Il modello dei settori di Hoyt secondo questo modello, le reti di trasporto influenzano l’insediamento delle attività produttive, che tendono a concentrarsi lungo i fiumi o le linee ferroviarie, ma anche a influenzare la crescita dei quartieri residenziali destinati alle classi più agiate che sorgono solitamente in corrispondenza delle infrastrutture di trasporto più veloci (come nel caso 5). Il fenomeno del filtraggio si verifica quando gli strati sociali più benestanti si spostano verso nuovi quartieri e le loro residenze si rendono disponibili per le classi medie, che a loro volta lasciano spazio ai ceti con minore disponibilità economica. Le aree residenziali cauterizzate da affitti elevati si sviluppano verso l’esterno , in zone adiacenti alle grandi arterie di comunicazione . In questo caso nel settore 5b il valore d’uso del suolo , lo spazio rappresentato è relativamente ristretto in prossimità dei centri. Il successivo modello è quello di Harris e Ullman , ovvero la cosiddetta teoria dei nuclei multipli. I due geografi che danno il nome al modello , hanno sottolineato come molte città non abbiano un solo centro commerciale (CBD) ma più. Si tratta di città all’interno delle quali sono riscontrabili delle zonizzazioni sia concentriche sia a settori che hanno diversi nuclei o centri secondari. Le grandi città si sviluppano espandendosi verso la periferia a partire da più nodi di crescita che sono relativi a funzioni speciali (commerciali per esempio), e si sviluppano originariamente in risposta a benefici derivanti dall’associazione di attività simili. 70)Fase palotecnica possiamo dire che trovi il suo esordio all’inizio della rivoluzione industriale quando i sistemi di produzione precedenti (relativi all’industria domestica e alla protoindustria) vennero sostituiti da quelli dell’azienda capitalistica , che introdusse innovazioni straordinarie nell’organizzazione del lavoro. La rivoluzione industriale ebbe luogo in Inghilterra alla del diocettesimo secolo, grazie : -alla grande possibilità di capitale , gran parte del quale era generato dalle posizione dominante dell’Inghilterra nel sistema del commercio globale , dovuto al controllo che la nazione esercitava sulle risorse presenti nelle sue colonie, -la larga disponibilità di mano d’opera che era occupata nelle campagne , -serie di innovazioni tecnologiche che consentirono di aumentare la produttività . In particolare la spoletta volante che consentì la tessitura automatica , la ginnetta in grado di intrecciare le fibre di cotone per creare un filo e la macchina a vapore. La geografia dell’industrializzazione in Inghilterra è stata influenzata dalla distribuzione delle risorse come il carbone . In questa fase le fabbriche vengono localizzate il più vicino possibile alle fonti di energia e in particolare alle miniere di carbone. La concentrazione delle industrie presso i bacini carbonifici e i porti fluviali \ marittimi usati come scalo per i carichi di carbone , sono le caratteristiche della localizzazione delle lavorazioni industriali. Le reti di trasporto che portano i materiali grezzi verso gli stabilimenti e prodotti finiti verso i mercati crescono sempre di più. L’avvento dell’industria porta a un cambiamento radicale nell’organizzazione dello spazio , lo porta per l’impianto delle industrie ma per delle ragioni ad esse connesse (per le reti di traporto e perché iniziano a trasferirsi dalle campagne grandi quantità di lavoratori che vanno a vivere vicino alle fabbriche che favorì urbanizzazione e urbanismo). 71)fase paleotecnica Questa rivoluzione industriale e tutte le sue conseguenze sul piano territoriale si diffonde dall’Inghilterra nel mondo in diversi età , una fase è quella che ha una cronologia che va dal 1760 all’incirca al 1880. Storicamente hanno inciso sui fattori di localizzazione: -mutamenti tecnici nelle fonti energetiche, nei trasporti nell'organizzazione produttiva; -fenomeni di inerzia localizzativa per l'emergere in vecchie localizzazioni d economie di agglomerazione (favorendo lo sviluppo di aree in ragione di un fattore di sviluppo iniziale che innesca un meccanismo che si riproduce in maniera virtuosa). 74)Geografia fisica= studia la struttura fisica dell’ambiente terrestre come la forma dei rilievi, il clima, la vegetazione e i suoli. È la parte più valida e sviluppata della geografia. 75)Origini della Terra: le rocce più antiche hanno un’età di 3,5 miliardi di anni, il nostro pianeta si è formato 1 miliardo di anni prima. 4,5 miliardi sono gli anni della terra accettati. Il filosofo Kant propose una <<teoria nebulare>> sull’origine del Sistema Solare e dell’intero Universo: un tempo una nebulosa ruotava attorno al sole, si appiattì, al suo interno dei vortici cominciarono a girare su se stessi trascinando dentro se gas e polvere formando il nucleo dei pianeti. Le quattro sfere ambientali sono: Atmosfera, Idrosfera, Litosfera e Biosfera. Ambiente biotico= il mondo vivente Biosfera = Bios <<vita>>, sphaira <<sfera>> Ambiente abiotico = mondo non vivente. Suddiviso in base allo stato fisico: solido, liquido, gassoso. Litosfera = lithos <<pietra>>, sphaira <<sfera>> = è la parte solida della Terra composta dalla crosta terrestre, strato rigido di rocce spesso 73 km, su strati di rocce che fluiscono fino al nucleo. Idrosfera = hyron <<acqua>>, sphaira <<sfera>> = strato discontinuo di liquido. Atmosfera = atmòs <<vapore>> sphaira <<sfera>> = strato continuo di gas. La Biosfera e l’ambiente biotico si estende fino alle massime profondità degli oceani con microrganismi nel suolo o profonde caverne, ma sulla superfice si estende verso l’alto fino alla quota di 110 m. 76)Tettonica delle placche Arthur Homes, geofisico e petrologo inglese, ipotizzò che i movimenti su vasta scala dei continenti fossero causati da correnti di convezione del mantello terrestre. Il contributo teorico dominante a queste nuove teorie è quelle di Wegener della tettonica delle placche. Le sei placche principali hanno una scala super-continentale, sono più ampie dei continenti stessi. Le placche in movimento sono spesse circa 100 km. I margini delle placche sono di tre tipi: -margine convergente: si crea quando due placche si muovono l’una verso l’altra e collidono. Così l’area delle placche si riduce per raccorciamento o inspessimento crostale o per subduzione di una placca che va sotto l’altra. Questa collisione è causa di vulcanismo, terremoti o orogenesi. Es: la placca Oceanica di Nazca scivola sotto la placca sudamericana. -margine divergente: si crea quando due placche si allontanano l’una dall’altra e si crea una nuova litosfera. Questo tipo di margine coincide con la presenza delle dorsali oceaniche ed è caratterizzato da terremoti e vulcanismo. -margine trasforme tra placche: si crea quando sue placche corrono parallele senza convergere o allontanarsi e sena che si crei o distrugga litosfera. - Fosse tettoniche (rift valley): subsidenza o sprofondamento all’interno delle placche tettoniche di crosta continentale. I movimenti tettonici creano faglie. Le faglie dirette si creano a causa di forze di distensione e le faglie inverse si sviluppano a causa di forse di compressione. La Rif Valley è un sistema di fosse tettoniche della superficie terrestre di 6400km: parte dalla Giordania, in Asia sud occidentale, si dirige verso sud, attraversa il Mar Rosso, entra in Africa orientale e raggiunge l’Oceano indiano in Mozambico. La Rif Valley ha 30 milioni di anni mentre Africa e Penisola Arabica si separavano. Connessa ad essa c’era molto vulcanismo. 77)Instabilità della litosfera I movimenti dei continenti hanno implicazioni dirette sull’umanità: Terremoti: è un’improvvisa vibrazione del suolo, sotto forma di onde sismiche, che si produce quando delle rocce si rompono improvvisamente lungo la faglia e i due blocchi di rocca ai lati della faglia scivolano ponendo il suolo in vibrazione. Questo accade lungo i margini delle placche. L’entità del terremoto si misura con la scala Richter i cui valori variano da 0 a 10. Un magnitudo 2.0 corrisponde ad un terremoto non avvertito dalle persone ma registrato dagli strumenti mentre un magnitudo 3.0 è avvertito dalle persone, un magnitudo da 6.0 a 10 corrisponde a terremoti che causano danni da lievi a grandi. La posizione delle aree soggette a terremoti è ben stabilita. Ci sono due fasce in cui si producono principalmente i terremoti: -Fascia circumpacifica: si estende lungo il margine dell’oceano Pacifico. -Fascia che si estende dal Portogallo, attraversa il Mediterraneo, il Medio Oriente e l’Himalaya e incontra la fascia circumpacifica nelle isole indonesiane. Ci sono anche altre fasce sismiche associate a dorsali medioceaniche. Qui hanno luogo i movimenti tettonici e gli equilibramenti di pressione. Eruzioni vulcaniche Aperture della crosta terrestre da cui eruttano magma, ceneri, gas. Si trovano spesso ai margini delle placche. Il tipo di vulcano dipende dal tipo di lava: -Vulcani a scudo: dove la lava sgorga e si distribuisce ampiamente su una grande area formando rilievi grandi e con versanti acclivi. -Stratovulcani (vulcani a strati, vulcani composti, vulcani a cono): la lava è più viscosa e sono emesse grandi quantità di ceneri. Es: eruzione di Mount Saint Helens a sud di Washington che cominciò con un terremoto di lieve entità. Dopo una prima eruzione ci fu un’attività vulcanica minore e un’emissione di vapore acqueo e ceneri nei due mesi seguenti. Un mese dopo ci fu un’esplosione con la lava che abbattè la foresta fino a 30 km dalla vetta. Un surge piroclastico di ceneri, fango, tronchi e detriti defluì lungo le valli principali soffocando i corsi d’acqua, poi una colonna verticale di polveri simile ad un fungo salì nell’atmosfera fino a 6 km ricadendo su vaste aree degli Stati Uniti. L’esplosione distrusse le forme di vita vegetale e animale delle aree circostanti, depositò uno strato di ceneri e fango. Nonostante questola vità rifiorì in breve tempo. 78) Natura dell’atmosfera La Terra primordiale era priva di atmosfera e di idrosfera. L’attività biologica della Terra rende l’atmosfera molto diversa da quella degli altri pianeti del sistema solare: è la fotosintesi che ha permesso la conversione del diossido di carbonio in ossigeno. La Terra è circondata da uno strato di gas che formano l’atmosfera, la sua densità è massima al suolo e va diminuendo al crescere della quota sul livello del mare. La troposfera da tropos <<giro, direzione>> e sophaira <<sfera>> è la zona più importante per l’umanità. La tropopausa è la quota del confine superiore della troposfera. Sopra la tropopausa ci sono gli strati della stratosfera. Perché è importante analizzare il pianeta Terra come casa dell’umanità? -l’atmosfera contiene ossigeno essenziale per la vita umana. -nell’atmosfera è presente il diossido di carbonio CO2 che ha importanza per la vita vegetale. -il vapore acqueo evapora dalla superficie degli oceani e mari, entra nella troposfera e circola e si redistribuisce sulla superficie terrestre mediante precipitazioni. -i gas della troposfera fanno da filtro e barriera per le radiazioni solari incidenti, nocive, di piccola lunghezza d’onda che vengono assorbite e riflesse mentre quelle di grande lunghezza d’onda emesse dalla superficie terrestre vengono trattenute. Energia solare che incide sulla superficie terrestre: 6% riflessa nell’atmosfera, 27% riflessa dalle nubi, il restante 77% viene assorbita dalla Terra e riemessa. La quantità di energia ricevuta è bilanciata esattamente dalla quantità di energia riflessa e riemessa, si chiama bilancio energetico planetario. Circolazione generale dell’atmosfera L’atmosfera risponde alle variazioni di temperatura, la sua massa volumica aumenta al diminuire della temperatura e diminuisce all’aumentare della temperatura. Quindi l’aria più calda (e meno densa) in prossimità dell’equatore sale e fluisce verso i poli per essere rimpiazzata da aria più fredda (e più densa) che dai poli fluisce verso l’equatore lungo la superficie terrestre. Il meteorologo inglese George Hadley nel 1735 e William Ferrel nel 1856 maestro di scuola furono i padri del modello Hadley-Ferrel detto cella di Hadley che spiega la caratteristica dei venti occidentali (che sono generati dalla deviazione verso ovest dell’aria, per effetto della rotazione terrestre, verso il poli) 79)I fattori che modellano il clima mondiale Le variazioni latitudinali della temperatura indicano l’angolo d’incidenza medio dei raggi solari che è minimo nelle regioni tropicali e va aumentando verso il polo nord e sud. L’angolo d’incidenza dei raggi solari è l’angolo formato dai raggi solari con la perpendicolare della superficie terrestre del punto d’incidenza. Gli antichi Greci pensavano che l’ambiente climatico dipendesse dalla latitudine (la distanza angolare del punto dall’equatore). La terra è invasa da un fascio di radiazioni solari il cui angolo d’ncidenza è correlato alla latitudine. Man mano che ci si sposta dall’equatore verso i poli, quantità equivalenti di energia solare si distribuiscono su regioni della superficie terrestre di area sempre maggiore generando: una zona torrida equatoriale, una zona temperata a medie latitudini e una zona glaciale a elevate latitudini. Il sole emette energia a diverse lunghezze d’onda. L’erosione principale è causata dall’acqua e non dall’azione glaciale e eolica. Es. il Fiume Giallo dal 602 a.c. a oggi il corso del fiume ha subito molti cambiamenti su vasta scala e i suoi argini sono stati rotti 1500 volte. Ovviamente le modificazioni di un fiume causano cambiamenti legati all’utilizzazione delle terre. 86)Il ciclo di Davis (ciclo di erosione) Davis fu il più influente geografo fisico del mondo. nella sua vita pubblicò 600 articoli e libri in cui espose la sua concezione di sviluppo dei paesaggi naturali. Egli trascorse la sua vita accademica all’Harvard University ma compì molti viaggi in America settentrionali ed altri luoghi. Dopo la pensione prosegue per 20 anni un’attività di ricerca. [forme del rilievo] = [funzione] [(struttura + processo + stadio)] La forma del rilievo per lui è la forma fisica del paesaggio naturale della superficie terrestre. La struttura era la composizione geologica delle terre emerse e la sua altitudine originale sopra il livello del mare era il risultato di forme orogeniche. Col termine processo designava qualsiasi dei processi di disfacimento e rimozione che riducevano l’altezza della superficie terrestre. Lo stadio, l’elemento più importante nell’equazione davisiana riconosceva che le forme del rilievo si evolvono nel tempo. Egli riteneva che era utile suddividere l’intervallo di tempo in tre stadi distinti e riconoscibili: giovinezza, maturità, vecchiaia. Essi formavano un ciclo vitale del rilievo detto ciclo di Davis. Tale ciclo standard poteva modificarsi rispetto al cambiamento climatico: se il clima è secco il vento opera un importante funzione di trasporto dei detriti, quindi è il vento la causa dell’erosione; in un ambiente glaciale invece l’erosione è causata dal ghiaccio. La posizione del corso d’acqua rispetto al livello del mare influisce sull’erosione del bacino. Le variazioni di altitudine sono dette da Davis interruzioni del ciclo, questo faceva si che un paesaggio naturale che aveva raggiunto uno stadio di vecchiaia poteva ringiovanire e tornare ad uno stadio giovane. Davis ha molto influito nel comprendere l’evoluzione della forma della superficie terrestre. Egli svolse un ruolo determinante della Association of American Geographers e ha lasciato un segno sulla forma e sulla funzione della geografia americana. 87)Fluttuazioni a breve termine Ludwig Wittgenstein, filosofo inglese, sosteneva che la Terra si muove di tre moti. Si muove insieme al Sole al centro della Via Lattea, compie la rivoluzione attorno al Sole in 365,26 giorni e infine gira attorno al proprio asse come una trottola compiendo una rotazione di 23,94 h. Il ciclo giornaliero La sequenza buio luce che accompagna da sempre la rotazione giornaliera della Terra attorno al proprio asse è familiare; ci siamo evoluti biologicamente in <<accordo di fase>> con questo ciclo regolare e il nostro battuto cardiaco, la pressione sanguigna, la minzione e l’eccitazione sessuale hanno un ritmo giornaliero distinto. La conseguenza della rotazione della Terra su se stessa è che le aree che entrano in oscurità non sono più riscaldate dal sole allora la Terra cede energia per irraggiamento delle terre emerse e le temperature diminuiscono. Dall’alba la quantità media di energia solare va aumentando, raggiunge un massimo a mezzogiorno e verso la sera torna a diminuire. Per l’aria accade la stessa cosa. Osservando i cicli di formazione della nubi si può comprendere questo aumento o diminuzione della temperatura. -Quando la superficie di terre emerse si riscalda velocemente in una giornata estiva allora si formano delle nubi per raffreddare le colonne verticali di aria umida. Quando alcune delle colonne verticali si sviluppano più alte delle altre allora dominano. -Quando la superficie delle terre emerse si raffredda verso sera le nubi a torre si appiattiscono e decompongono, cosicché il cielo appare sereno al crepuscolo serale. Le aree serene tra le nubi sono caratterizzate da flussi discendenti che contrastano quelli ascendenti delle nubi. 88)INTERPRETAZIONE DELLE FORMAZIONI NUVOLOSE: Nubi = formate da goccioline d’acqua o da cristalli di ghiaccio che si formano nella troposfera. Le nubi si formano quando l’aria si raffredda al di sotto del della temperatura di saturazione a causa di 1) l’ascesa verticale di una massa d’aria, 2) l’ascesa forzata di una massa d’aria lungo il fianco di un elemento del rilievo, 3) il contatto di una massa d’aria con una superficie fredda. Ci sono quattro categorie di nubi fondamentali: il cumulo ovvero una nuvola a forma di torre dai fianchi ripidi che si sviluppa da una base piatta a una sommità grande, può arrivare fino a 6 km di altezza, è indice di bel tempo; lo strato è uno strato orizzontale, sottile di nubi, non porta in genere precipitazioni; il nembo è un termine usato per indicare le nuvole che portano pioggia; il cirro si forma ad alte quote, è formato da piccoli cristalli di ghiaccio, spesso indica bel tempo. Da termini fondamentali si ricavano terminazioni che indicano altri tipi di nuvole: come l’altocumulo che designa un <<cielo a pecorelle>>. 89)Il ciclo stagionale: la temperatura La notte e il giorno sono correlati con la rotazione del pianeta Terra attorno al proprio asse, l’inverno e l’estate sono correlati con la sua rivoluzione attorno al Sole. La traiettoria della terra intono al Sole giace su un piano immaginario (piano orbitale o dell’eclittica) che passa per il sole. L’asse attorno al quale ruota la terra su se stessa non è perpendicolare al piano orbitale ma inclinato di un angolo di 23° 27’ rispetto alla normale perpendicolare al piano orbitale stesso. Quindi l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto alla normale al piano orbitale, insieme alla rivoluzione della terra attorno al Sole genera le stagioni sulla Terra. A fine dicembre l’emisfero settentrionale è inclinato dalla parte opposta al Sole e quindi riceve le radiazioni solari per ,meno di 12h. il 21 e 22 dicembre il Sole a mezzogiorno è allo zenit, sull’Equatore, a una latitudine di 23°27’ (il tropico del capricorno) ma le località situate a Nord del circolo polare non ricevono radiazioni solari dirette. I mesi <<primaverili marzo, aprile e maggio nell’emisfero settentrionale preannunciano condizioni meteorologiche più fredde nell’emisfero meridionale che formano il suo autunno. [quindi per le piante da raccolto l’inverno è periodo di dormienza, la primavera è periodo della semina e della germogliazione, l’estate è il periodo della crescita e della maturazione e l’autunno il periodo della raccolta]. La latitudine varia rispetto alla posizione in cui il Sole è rispetto all’Equatore. L’andamento annuale della temperatura sulla superfice terrestre è in ritardo rispetto a quello della radiazione solare incidente perché le temperature dell’aria continuano ad aumentare finché l’energia della radiazione solare incidente è maggiore dell’energia rimessa dalla superficie della terra. Es. New York ha la temperatura media massima dell’aria non alla fine di giugno ma alla metà di agosto. Al largo della costa il ritardo nelle temperature del mare è ancora più lungo. 90)Il ciclo stagionale: deficit di acqua Verso la fine di giugno in cui si svolge l’estate settentrionale la sequenza zonale è spostata verso nord fino a 20° di latitudine. Alla fine di dicembre il sistema si spostato verso sud di 40° di latitudine, portando piogge invernali alla California ma siccità invernale alla Nigeria settentrionale. Quindi si modifica la distribuzione di precipitazioni. Es: Berkeley in California riceve 63 cm di precipitazioni in un anno che cadono nei tre mesi invernali. La perdita di acqua per evaporazione in un anno è di 70 cm. Quindi il deficit di umidità è di 7 cm. La principale perdita di acqua per evaporazione avviene nei mesi estivi. Il suolo funge da serbatoio a breve termine ma tuttavia non basta a fornire acqua sufficiente affinchè le piante possano raggiungere la piena potenzialità. Da aprile la crescita è inibita, e in agosto il deficit mensile raggiunge i 5cm. I deficit mensili sommati raggiungono i 18 cm annuali di umidità. Le stagioni piovose sono correlate direttamente con le condizioni meteorologiche nella zona di convergenza tra gli alisei dei due emisferi poiché essa si sposta prima verso nord e poi verso sud. I picchi di precipitazioni sono in due stagioni all’equatore, il primo in marzo-aprile e il secondo in ottobre-novembre. A volte le irregolarità delle correnti d’aria possono convertire il ciclo stagionale regolare in una distribuzione delle precipitazioni tragicamente incerta come nella regione di Sahel in Africa (regione in cui le piogge dovrebbero cadere durante la stagione calda di giugno-luglio ma l’assenza di tali precipitazioni ha causato una condizione di carestia). 91)Pattern di cambiamento: il Pleistocene Il Quadernario, l’ultimo periodo della storia geologica della Terra, si divide in Pleistocene (copre 3,5 milioni di anni) e Olocene (copre gli ultimo 25000). La specie umana si sviluppa in un certo momento della seconda metà del Pleistocene caratterizzato da intensi contrasti ambientali e rapidi cambiamenti. Le differenze su scala planetaria erano più nette di quanto fossero state negli ultimi 250 milioni di anni. Il clima terrestre che si era raffreddato lentamente negli ultimi 65 milioni di anni era diventato più freddo circa 2 milioni di anni fa. Questo raffreddamento genera un aumento della quantità di acqua del pianeta sotto forma di ghiaccio. In America settentrionale si crearono calotte glaciali sul Canada centrale e si diffusero fino al Missouri, l’Illinois. In UE si crearono calotte glaciali sulla Scandinavia e avanzarono verso sud penetrando in Inghilterra e verso Ovest fino alla zona dove oggi sorge Mosca. Nell’emisfero sud sulle alte terre tropicali le prove dei ghiacciai sono meno chiare ma ci sono indicazioni di una grande espansione dei campi di ghiaccio. Questa espansione avvenne in varie lente avanzate e ritiri separati da periodi interglaciali. La glaciazione porta delle conseguenze: l’aumento della quantità di acqua sotto forma di ghiaccio diminuisce il flusso di ritorno degli oceani e --diminuisce il livello del mare. La linea di costa degli stati Uniti nordorientali si allungò quindi si aprirono nuove vie di comunicazione tra continenti e azzurre, organismi procarioti perché non hanno un nucleo ed una membrana. Poi si formarono gli organismi con un nucleo delimitato da una membrana e degli organelli delimitati da una membrana, organismi eucarioti. Lungo le eree Paleozoico, mesozoico, Cenozoico ci furono dei periodi di crisi, una di queste fu quella tra Mesozoico e Cenozoico in cui si estinsero i dinosauri. Le cause di queste crisi sono indefinite e controverse (urti con meteoriti? Incontro con nubi di polvere cosmica?). ora la specie umana ha mostrato una grande capacità di interferire con i sistemi animali e vegetali ed è una minaccia per la biosfera. 94)Ecosistemi Ecosistema = sistema in cui piante e animali sono collegati al loro ambiente mediante dei collegamenti, alcuni dei quali generano dei feedback (anelli di retroazione). Questo termine risale al 1868 quando Ernst Haeckel lo utilizzò nei suoi studi sulle relazioni tra le piante e il loro ambiente. Ecologia > oikos <<casa>> o <<luogo in cui vivere>>. Ecosistemi lacustri: il lago è un corpo di acqua dolce stazionario, riceve acqua dolce dagli immissari e perde acqua attraverso gli emissari. Riceve energia solare sotto forma di radiazione che genererà una differenza di temperature degli strati superficiali dell’acqua. Le radiazioni forniscono energia che alcune piante verdi microscopiche che vivono nel lago (fitoplancton) utilizzano per convertire in alimento composti chimici presenti nell’acqua che sfamano le piccole larve o i crostacei (zooplancton) che a loro volta sono consumati dai piccoli pesci. Le piante, i piccoli animali e i pesci poi muoiono decomponendosi e rilasciando composti chimici nel lago. Quando si forma un lago in principio possiede pochi elementi nutrienti ma via via gli emissari trasportano sedimenti l’acqua si arricchisce di composti chimici e la profondità del lago diminuisce. La produttività delle piante può aumentare e la vegetazione si estende anche sul margine. Si creano muschi e grandi <<zattere>> di vegetazione galleggianti. Alla fine esso si riempie rapidamente di vegetazione fino a che non si insedia una foresta e alle piante acquatiche subentrano quelle terrestri. Cicli nell’ecosistema Es. tentativo di misurare il flussi energetici in una foresta mista di querce e pini a Long Island. Si crede che questa foresta abbia immagazzinato 2650 g vivente, nel metro quadrato e all’anno. 19% energia ricevuta e immagazzinata dagli alberi, 2% immagazzinata dall’Humus dello strato superficiale del suolo. Il resto viene restituito all’atmosfera con la espirazione. Gli arbusti e gli alberi rappresentano energia immagazzinata. Gli ecologi ritengono che le foreste antiche formino una comunità vegetale utoperpetuatesi detta climax. Le foreste variano inoltre la loro massa di decennio in decennio. 95)Catene alimentari negli ecosistemi Gli animali attengono dalle piante l’alimento di cui hanno bisogno, direttamente o indirettamente consumando altri animali che si alimentano di piante. La fotosintesi e il ciclo del carbonio (ad altri) sono alla base delle catene alimentari o trofiche. Esiste il rapporto di conversione alimentare ovvero ad esempio 1 unità di tonno consumata da un essere umano corrisponde a 5000 unità di fitoplancton. Piramide alimentare: ciascun gradino della piramide è detto livello trofico. Primo livello: piante verdi, produttori. Secondo livello: animali erbivori che si alimentano di piante. Terso livello: animali carnivori che si nutrono di erbivori. Quarto livello: animali carnivori che si alimentano di altri carnivori o di tutti i livelli inferiori. Quinto livello: decompositori che degradano i tessuti morti. La scelta delle unità ecosistemiche (capitolo che ho parzialmente compreso?) Una delle unità regionali più versatili è il bacino idrografico di un fiume. È un’unità spaziale conveniente e naturale poiché può servire per irrigare, per la lotta alle inondazioni, la produzione di energia idroelettrica e la navigazione. In alcuni territori si applica l’identificazione di unità di terre. Una divisione iniziale si fonda sulla geologia regionale e sulle forme di rilievo. Poi si passa alla suddivisione secondaria per tipi di terreno per capire quale sia il miglior tipo di drenaggio da applicare. Viene poi fatta una stima della capacità agricola di ciascuna unità di terre. 96)regioni entro la biosfera I geografi aspirano ad ideare una singola unità di misura con cui valutare le differenze ambientali. A volte hanno posto attenzione alla litosfera, altre alle differenze climatiche o di vegetazione. A vegetazione ha destato interesse perché può essere considerata: -risposta biotica delle variazioni dell’ambiente abiotico -indicatore di potenzialità di un’area per l’insediamento umano. Il fisiologo vegeale ed ecologo Helmut Lieth ha messo in corrispondenza la produttività della vegetazione naturale con il clima prevalente. Le aree calde ed umide producono una copertura di vegetazione densa (come nella foresta pluviale ed equatoriale). Man mano che ci si sposta verso condizioni più fredde ed aride la crescita delle piante rallenta e la copertura di vegetazione si dirada. Ma la crescita delle piante non è solo legata alle condizioni medie del clima. Il geografo svedese Paterson ha determinato che la produttività aumenta all’aumentare della durata della stagione di crescita, della temperatura media del mese più caldo, della precipitazione annua e della quantità di radiazione solare, e diminuisce all’aumentare dell’escursione termica annua in un’area. È riuscito quindi ad assegnare a differenti luoghi della superficie terrestre dei valori numerici che indicano la potenzialità di crescita delle piante. Questo indice di Peterson indica potenzialmente l’indice di produttività perché l’effettiva copertura vegetale di un’area rispecchia altri fattori come: la storia della vegetazione o il grado di interferenza umana con l’ecosistema. Nove zone ambientali fondamentali: Biomi di foresta, biomi intermedi, biomi sterili. Questi confini possono essere irregolari. 97)L’umanità come parte della biosfera All’inizio abbiamo detto che la popolazione umana fa parte della biosfera. L’elemento climatico a cui siamo più sensibili è la temperatura. Siamo mammiferi endotermi, a sangue caldo, con 37° di temperatura corporea. Le temperature estreme mai registrate sono state 44° e 16° C. la nostra tolleranza è soltanto 1/5 dell’escursione termica della superficie terrestre. Siamo meglio adatti alle alte temperature che a quelle più basse. Come si fa a sapere se un ambiente è adatto alla vita umana? Con l’indice termoigrometrico o indice temperatura-umidità o indice THI. questo indice si calcola usando due termometri Fahrenheit: uno tenuto a bulbo umido e l’altro no. quello a bulbo umido indicherà sempre una temperatura un po’ più bassa di quella del termometro a bulbo asciutto. L’indice THI è uguale alla somma delle due temperature per la costante 0.40 e l risultato sommato alla costante 15. THI = 0,40 x (70 + 65) +15 = 69. THI = 75 persone a disagio; THI = 80 aumenta il disagio; THI = 86 lavoratori devono essere mandati a casa. I venti riducono gli effetti dei valori elevati della temperatura. Ma quando la temperatura è bassa venti forti aumentano il malessere. Gli individui variano nelle capacità di resistere allo stress. La tolleranza ambientale è influenzata dal: sesso, caratteristiche corporee, eredità genetica, grado di acclimatazione e back ground culturale. In quale misura i cicli degli ecosistemi forniscono le sostanze alimentari di base da cui dipende la popolazione umana? Dati gli attuali livelli di energia solare incidenti sulla superficie terrestre ora la quantità annuale massima di sostanze alimentari che potrebbe essere prodotta dalla fotosintesi è 1011 tonnellate l’anno. i raggi del sole o radiazioni solari giungono sulla Terra, le piante verdi immagazzinano energia solare mediante la fotosintesi, poi si stima quant’è quella materia organica che si produce separandola da quella secca. Ma non sempre la materia organica è commestibile. Per quanto riguarda i pascoli a volte si deve usare un fattore di conversione pari a 12 : 1 per convertire l’energia <<consumata>> dal bestiame nel valore alimentare del bestiame per l’unità. Nelle foreste pluviali si produce una quantità organica maggiore. In generale le regioni di foresta forniscono il 40% della produzione vegetale, gli oceani e i mari un 20%. Il 70% degli alimenti che mangiamo provengono da terre coltivate. 98)Le risorse della biosfera come regolatori della popolazione La vita umana è mantenuta da un afflusso di nutrienti e da un efflusso di prodotti di rifiuto. Gli imput sono gli influssi, gli output gli efflussi. Imput = acqua, ossigeno e nutrienti rinnovano la crescita dei tessuti corporei, forniscono l’energia necessaria per la respirazione, la circolazione del sangue, la locomozione. L’energia utilizzata viene convertita in calore e torna nell’atmosfera. Output = prodotti di escrezione dei processi metabolici, solidi, liquidi, gassosi. L’energia necessaria alla vita umana viene misurata in Kilokalorie o in joule. 1 kcal = 4185 joule. Il fabbisogno giornaliero dipende da età, massa corporea, quantità di lavoro da compiere. Un bambino di 2 anni ha necessità di 1000 Kcal. Una donna in gravidanza del doppio. Mentre i bisogni energetici sono una misura quantitativa, gli imput alimentari devono soddisfare certi requisiti qualitativi, ad es: la dieta deve Altrettanto possiamo dire che al di sotto del 40 parallelo si colloca quasi la totalità dei paesi in via di sviluppo. Oggi quindi la maggior parte degli esperti di sviluppo preferisce distinguere tra paesi del nord e sud del mondo. In ogni caso però occorre individuare le caratteristiche che accomunano quei paesi del sud del mondo e li differenziano dai paesi del nord del mondo . C’è un concetto di sviluppo pensato come una sorta di unico cammino immediato per l’essere umano , tracciato su modello della cultura occidentale che le altre culture dovrebbero seguire. Indicatori di livello di sviluppo tradizionalmente il livello di sviluppo di un paese viene valutato in relazione alla sua capacità di produrre ricchezza attraverso l’applicazione di parametri economici , quali : -PIL -> valore totale dei beni e servizi prodotti da un paese durante un dato periodo , -reddito pro-capite -> rapporto tra il PIL di un dato anno e il totale della popolazione di un paese nello stesso anno , -PPP (purchasing power parity = parità dei poteri d’acquisto) -> tasso di cambio utilizzato per compare produzione, reddito o prezzi tra paesi che utilizzano valute diverse (unità che indica quanto costa un certo bene in due paesi con valuta diversa). In generale questi parametri economici misurano il livello di sviluppo di un paese in relazione alla sua capacità di produrre ricchezza. Tuttavia il PIL ha dei limiti importanti , riflette solo il valore monetario delle entrate ufficiali dell’economia (non riuscendo a intercettare il valore dei beni e servizi prodotti attraverso l’economia informale , detta anche economia sommersa , che è una componente chiave dei paesi in via di sviluppo). In secondo luogo è un indicatore che non fornisce informazioni sulla uniformità o sulla disuguaglianza di distruzione della ricchezza all’interno di un paese . Possiamo avere dei paesi come l’Arabia Saudita , Emirati Arabi produttori di petrolio che hanno un PIL elevato , ma il cui non ci dice nulla distribuzione di quella ricchezza all’interno del paese. Inoltre il PIL non tiene conto dei costi sociali e ambientali associati al consumo di risorse utilizzate nella produzione dei vari beni e servizi . Allo stesso modo il PIL se rapportato all’interno di un paese può nascondere livelli molto diversi di distribuzione di quella ricchezza all’interno del paese , come per esempio in Cina. Si è affermata tuttavia la consapevolezza dei limiti dell'approccio tradizionale basato sul PIL per la definizione di livello di sviluppo umano : -esiti nella difficoltà di stabilire il valore delle soglie , -il significato dei valori globali o medi che non danno ragione degli squilibri interni nella produzione di ricchezza. Si è inoltre posta in discussione una visione esclusivamente economico/quantitativa che identifica sviluppo e crescita produttiva. Si è così andato affermando sia nel dibattito scientifico sia in quello politico , il più ampio concetto di SVILUPPO UMANO, cosi definito: "Processo di ampliamento della gamma di scelte della popolazione, una vasta scala di opzioni, le più importanti delle quali sono una vita lunga e sane, la possibilità di studiare e di accedere alle risorse necessarie per uno standard di vita dignitoso, a cui vanno aggiunte la libertà politica, la garanzia del diritti umani e il rispetto di se stessi". (UNDP - United Nanons Development Programme). Se si adotta quindi la definizione di sviluppo umano, i parametri tradizionali risultano inadeguati ma anche le graduatorie tra i paesi appaiono completamente diverse , disegnando un altra geografia. Al fine di stabilire quella ideale graduatoria tra paesi sviluppati e meno sviluppati occorre che vengano presi in considerazione l'adozione di indicatori compositi: -indicatori economici °PIL °reddito pro-capite °struttura occupazionale della forza lavoro °produttività per addetto °consumo energia pro-capite °sviluppo infrastrutture -indicatori sociali e di qualità della vita *tassi di scolarità e alfabetizzazione *tassi di disoccupazione *calorie pro-capite -indicatori demografici ‘tassi di natalità ‘tassi di mortalità ‘incremento naturale ‘mortalità infantile ‘speranza di vita. Molti esperti sostengono che gli indicatori da soli non siano sufficienti per indicare i reali cambiamenti , perché lo sviluppo comprenderebbe molto di più. Di conseguenza i geografi e gli studiosi sono interessati a combinare una serie di incalorii utili a creare degli indici che forniscano una valutazione più ampia e inclusiva dello sviluppo di un paese. Si così messi a punto vari indicatori come ad esempio l’indice di Sviluppo Umano (ISU \ IHD) che considera : la speranza di vita alla nascita + tasso di alfabetizzazione degli adulti + PIL pro- capite. Rappresenta una misura dello sviluppo . Ogni anno viene realizzato un rapporto sullo sviluppo umano con una valutazione dello sviluppo del mondo partendo dall’esame dell’ISU dei singoli paesi. Da ciò si trae una carta con dei correttivi. Il valore dell’indice di sviluppo umano si muove da 0 a 1, e può essere utilizzato come misura relativa dello sviluppo umano. Valori vicini a 1 indicano più alti livelli di sviluppo umano, nel Sud- est asiatico l’indice è molto basso perché gli adulti in media frequentano le scuole per non più di cinque anni. (Fonte: Dati Human Development Index Report, 2017). Altri indicatori più recenti mirano a calcolare il benessere di una società , riferendosi anche a un indice di sviluppo di genere (distinguendo all’interno di un paese quanto il livello di reddito delle donne è affrancabile a quello degli uomini) . Anche se negli USA il livello di reddito delle donne è migliorato, ancora oggi una donna guadagna solo 77 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo. Oppure il Bes (benessere eco sostenibile) che mischia indicatori sociali con indicatori ambientali.
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