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Domande STORIA DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE con risposte, Prove d'esame di Storia Della Radio E Della Televisione

Possibili domande dell'esame di STORIA DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE prof. Innocenti + RISPOSTE

Tipologia: Prove d'esame

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Scarica Domande STORIA DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE con risposte e più Prove d'esame in PDF di Storia Della Radio E Della Televisione solo su Docsity! Radio 1. Quanti ascoltatori aveva la radio nel 1933? 2. Qual è il genere più diffuso alla radio negli anni '60? 3. Quanti abbonati aveva la radio nel 27? 4. Con quale evento le trasmissioni dell’Eiar diventano massmediatiche? 5. Quando il fascismo incomincia ad usare la radio per la propaganda? 6. Com’è cambiato l’ascolto della radio a partire dagli anni ’70? 7. Qual è il limite della pubblicità nella radio? 8. Perché la radio non perde abbonati durante la guerra? 9. Cos'era Radio Alice? 10. Quando inizia a trasmettere Radio Alice? 11. Che tipo di palinsesto ha Radio Alice? 12. Quando avvenne la deregolamentazione? 13. Perché la radio è il primo mass media? 14. In che modo Mussolini cerca di favorire la propaganda? 15. Cos'ha fatto il fascismo per incrementare gli ascolti della radio? Televisione 16. In che anno nasce la prima concorrente della BBC (ITV)? 17. Cos’è il broadcasting? 18. Cosa si intende per syndication? 19. Cos'è il palinsesto? 20. Le trasmissioni di Carosello iniziano nel 1957. Quando vanno in onda l’ultima volta? 21. Cosa succede nel 1936? 22. Cosa succede nel 1952? 23. Quale è stato il primo game show della tv italiana? 24. Quale TG comincia nel 1992? 25. Che tipo di palinsesto caratterizza la pay tv? 26. Il passaggio dal broadcasting al narrowcasting cosa comporta? 27. Quando nasce la prima rete? 28. Cosa succede il 4 novembre 1961? 29. Qual è l'orario del prime time? 30. Qual era il nome del programma di Antonio Manzi? 31. Che cos'è la strategia ad ombrello? 32. Quale TG va in onda il 13 gennaio 1992? 33. Cosa fa TV7 nel 1999? 34. Gli USA sono da sempre un sistema televisivo incentrato sulla competizione pubblicitaria, quindi il loro sistema è…? 35. Quando è stata la prima trasmissione di Tele+? 36. Nel 1980 TeleMilano cambia il nome in…? 37. Secondo Freccero il suo palinsesto nel digitale terrestre per fidelizzare il cliente dev'essere basato su…? 38. Qual è stato il primo anno delle trasmissioni a colori? 39. Quali sono gli anni della neo televisione? 40. Cosa succede nel 1939? 41. Chi era Ettore Bernabei? 42. Qual'è stata la prima emittente via cavo privata a trasmettere in Italia? 43. Cosa succede nel 1996? 44. Quali sono le caratteristiche della Web fiction? 45. Cosa sono i made-for-TV movies? 46. Qual è la differenza tra genere e format? 47. Qual è la differenza tra format e formato? 48. Cosa sono crossover e spin-off? 49. Cosa sono i mobisodes? 50. Differenza tra serial e serie. 51. Quali sono gli elementi in comune tra forme seriali e fumetto? 52. Cosa si intende con serializzazione della serie? 53. Illustra il processo di serializzazione. 54. Illustra le maggiori tipologie di fiction seriale. 55. Quali sono i caratteri della fiction italiana? 56. Parla dei vari generi della fiction in Italia.?????? 57. Cos'è l'high concept? 58. Cos'è la neoserialità? 59. Quali sono i temi e i linguaggi della nuova serialità? 60. Il pensiero di Eco sulla serialità e innovazioni seriale. 61. Cos'è la neotelevisione? 62. Quali sono le tre fasi della televisione? Descrizione e relativi periodi temporali. 63. Quali sono i 4 generi televisivi? 64. Cosa si intende per ibridazione dei generi? 65. Definizione di industrie culturali. 66. Cosa si intende con advertainment? 67. Cos’è e quando si è verificata la seconda Golden Age, e che caratteristiche hanno le serie televisive di questo periodo? 68. Quali programmi caratterizzano la New Golden Age? 69. In cosa consiste la complessità narrativa? 70. Cos'è la visione autoptica in CSI? 71. Perché Dallas non ha avuto successo in Giappone? 72. Cos’è il fandom e in che forme si manifesta? 73. Illustra le leggi del 1975 e 1976. 74. Illustra il palinsesto. Radio 1. Quanti ascoltatori aveva la radio nel 1933? ◦ Frammentazione del pubblico. ◦ Il passaggio dal broadcasting al narrowcasting, cioè da un TV di massa a una TV frammentata, comporta un’attenzione sempre maggiore alla differenziazione dei gusti e alle domande dei singoli e allo stesso tempo a una maggiore ricerca e sperimentazione nell’offerta. 27. Quando nasce la prima rete? 3 gennaio 1954 28. Cosa succede il 4 novembre 1961? Iniziano le trasmissione del “Secondo programma”, oggi Rai 2. 29. Qual è l'orario del prime time? In Italia 21-23.30. In USA 20-23 o 19-22 a seconda delle zone geografiche. 30. Qual era il nome del programma di Antonio Manzi? Non è mai troppo tardi (dal 1960 al 1968) 31. Che cos'è la strategia ad ombrello? La strategia ad ombrello (o checkboarding) è una strategia del palinsesto e consiste nel programmare nella stessa fascia programmi diversi in giorni diversi, su un unico canale. 32. Quale TG va in onda il 13 gennaio 1992? TG5 33. Cosa fa TV7 nel 1999? Fallisce. 34. Gli USA sono da sempre un sistema televisivo incentrato sulla competizione pubblicitaria, quindi il loro sistema è…? Commerciale? 35. Quando è stata la prima trasmissione di Tele+? 1991 36. Nel 1980 TeleMilano cambia il nome in…? Canale 5 37. Secondo Freccero il suo palinsesto nel digitale terrestre per fidelizzare il cliente dev'essere basato su…? Storytelling. 38. Qual è stato il primo anno delle trasmissioni a colori? In Italia 1 febbraio 1977. 39. Quali sono gli anni della neo televisione? Anni '80 40. Cosa succede nel 1939? Il 22 luglio 1939 entra in funzione il trasmettitore di Monte Mario a Roma. Iniziano regolarmente alcune trasmissioni sperimentali, limitate alla sola zona urbana. 41. Chi era Ettore Bernabei? Ettore Bernabei diviene direttore generale e governa l’azienda RAI, i suoi compiti sono quelli di trasformare l’azienda in una fabbrica del consenso e di gestire la centralità che il mezzo TV sta acquisendo nella società italiana. 42. Qual'è stata la prima emittente via cavo privata a trasmettere in Italia? TeleBiella nel 1971 43. Cosa succede nel 1996? Fininvest diventa Mediaset. 44. Quali sono le caratteristiche della Web fiction? Webisodes sono serie trasmesse unicamente sul web. 45. Cosa sono i made-for-TV movies? Il film per la TV è una storia compiuta di 90 minuti circa che non presenta caratteristiche seriali, ma è molto più simile ad un lungometraggio cinematografico. Sono prodotti assimilabili al film per il grande schermo per durata e formato, ma pensati e realizzati esclusivamente per la diffusione televisiva. Sono contraddistinti dalla scarsa qualità delle immagini, che nascono senza eccessivo dispiego di mezzi e sono pensate per la visione esclusiva sul piccolo schermo. Predominano le inquadrature in interni, in campo medio e in primo piano, è il dettaglio a dominare il quadro. Il linguaggio è standardizzato e di immediata comprensione. L'azione è circoscritta per stare dentro ai confini del video e per rientrare nella realtà di una fruizione di tipo domestico. La caratteristica del tv movie è quella di riuscire a ad esprimere in maniera didascalica e autoreferenziale i problemi che affronta, spesso ispirati a fatti di cronaca e manifestando un chiaro giudizio morale. 46. Qual è la differenza tra genere e format? Il genere si riferisce alle caratteristiche comunicative di un programma, il modo in cui il programma produce significati socialmente condivisi. Per format si intende uno schema di programma che viene commercializzato sui mercati nazionali, corredato di tutta una serie di informazioni che riguardano la possibile collocazione in palinsesto, le strategie promozionali, ecc. Il format è uno schema che permette la realizzazione di un programma nei più diversi contesti televisivi, mantenendo alcuni elementi ritenuti fondamentali ma effettuando un lavoro di adattamento per rendere il prodotto più vicino alla cultura di ogni paese. Si può riassumere che il genere si riferisce principalmente alle caratteristiche comunicative di un programma; il format è un concetto che permette di tutelare il diritto d’autore delle idee di un programma e ne consente la commercializzazione. 47. Qual è la differenza tra format e formato? Il formato è la forma con cui viene confezionato il programma: la durata, il numero di episodi, i modelli produttivi (in studio o in esterni, con o senza conduttore, ecc.). Per format si intende uno schema di programma che viene commercializzato sui mercati nazionali, corredato di tutta una serie di informazioni che riguardano la possibile collocazione in palinsesto, le strategie promozionali, ecc. Il format è uno schema che permette la realizzazione di un programma nei più diversi contesti televisivi, mantenendo alcuni elementi ritenuti fondamentali ma effettuando un lavoro di adattamento per rendere il prodotto più vicino alla cultura di ogni paese. 48. Cosa sono crossover e spin-off? Lo spin-off è un prodotto che nasce intorno ad un personaggio secondario, e che diventa protagonista di una nuova serie. Spesso non raggiunge il successo, ma ha un grande valore a livello intertestuale. Una serie spin-off può dialogare con la serie madre, riproponendo gli stessi eventi narrativi visti dai due punti di vista diversi. Il crossover è l'allargamento del mondo di una serie ad includere elementi e personaggi di un'altra serie. Questo scambio di contenuti permette di arricchire la serie e di definirla in maniera più precisa, appassionando lo spettatore. 49. Cosa sono i mobisodes? Con il termine mobisodes ci si riferisce a episodi di programmi televisivi fatti oggetto di un lavoro di adattamento che li rende disponibili per la visione attraverso lo schermo cellulare. In genere si tratta di episodi di breve durata, da uno a tre minuti. Tendenzialmente i mobisodes funzionano come grande intuizione di marketing per pubblicizzare la serie di appartenenza. Esempio 24: Conspiracy. 50. Differenza tra serial e serie. Il serial è contraddistinto da una narrativa continua e da precise scelte stilistiche. Si distingue in continuous (telenovela e soap-opera) e miniserial. La serie è organizzata in segmenti autoconclusivi (episodi) che compongono la narrazione complessiva e finita. È organizzata in serie antologica (come “Ai confini della realtà”, ogni episodio non è legato agli altri dalla trama, ma da tematiche e setting), sit-com e la serie propriamente detta. Le serie mantengono costanti metodi narrativi, tono, situazioni e strutture degli episodi. 51. Cosa si intende con serializzazione della serie? La serie procede per episodi autoconclusivi, mentre il serial è una narrazione continua. Una caratteristica delle serie televisive americane è che tendono a spostarsi verso il serial. Gli episodi della serie, quindi, cominciano a legarsi tra loro, venendo a creare una narrazione continua inter-episodio. Si distingue tra anthology plot (la trama dell'episodio) e running plot (la trama complessiva). Un esempio sono Buffy e Dexter. La serializzazione delle serie ha il suo scopo nel permettere allo spettatore un maggior coinvolgimento verso la serie nel suo complesso, permettendogli comunque di entrare a farne parte in qualunque momento. 52. Illustra il processo di serializzazione. • Il processo di serializzazione può essere sintetizzato intorno a tre punti fondamentali: ◦ il processo di serializzazione riguarda i formati cinematografici e le serie televisive di stampo più classico; ◦ dagli anni 80 si avvia un meccanismo che instaura un "effetto alone", che si sostanzia nell'espansione dei formati e dei contenuti seriali al di fuori dell'ambito La serie all’italiana è composta da 4-8 episodi (di 90 minuti circa) con una struttura ad incastro (come nella serie serializzata) che prevede una conclusione nell’ultimo episodio (come nella miniserie). Nei casi di continuità multistagionale, ogni serie annuale è segnalata da un numero progressivo (per esempio, “Distretto di polizia 2”, “Distretto di polizia 3”, ecc…) La serialità prodotta nel nostro paese viene indicata di norma con il nome di fiction, ma prima di cominciare a parlare di fiction in Italia si parlava di sceneggiato, romanzo sceneggiato o teleromanzo, formule che per almeno vent'anni sono state il genere privilegiato della produzione seriale della televisione italiana. Essenzialmente si trattava di un adattamento letterario, un racconto a puntate tratto da un' opera narrativa edita. Per lungo tempo, la serie all'italiana è stata caratterizzata da un numero limitato di episodi di durata intorno ai 90 minuti l'uno e da una struttura narrativa a "incastro". Si è parlato spesso, per il modello italiano, di una serialità "debole" basata non tanto sulla lunga durata, quanto sulla familiarità del pubblico con le storie narrate: biografie di personaggi famosi, storie ispirate a fatti di cronaca o adattamenti letterari. Di recente, la fiction nostrana ha fatto propri i meccanismi produttivi della lunga serialità, inaugurando la produzione di soap (Un posto al sole, in produzione dal 1996 e Centovetrine, in produzione dal 2001) e diffondendo il modello della serie serializzata. Inoltre, sempre più spesso si assiste all'offerta di prodotti che presentano una continuità multistagionale come accade per le serie americane (Distretto di polizia, giunto alla settima stagione nel 2007, La squadra, all'ottava stagione nel 2007 e RIS - Delitti imperfetti, alla quarta stagione nel 2007). 55. Parla dei vari generi della fiction in Italia.?????? La fiction italiana nasce in linea con l’intento pedagogico della RAI, agganciandosi alle commedie del teatro italiano, alle opere liriche, ai concerti, al cinema popolare nazionale. 1954-62: preistoria dello sceneggiato televisivo in Italia. Si deve parlare di teleteatro. Erano tratti da opere letterarie, venivano trasmessi in diretta (andavano in onda il sabato sera con replica, sempre in diretta, la domenica) e avevano un fine pedagogico. 1965-75: permane la tradizione del teleromanzo letterario realizzato in studio a cui si affianca la nuova produzione di sceneggiati sempre più vicini al modello cinematografico (innovazioni tecnologiche, per esempio viene introdotto l’uso della pellicola). La realizzazione degli sceneggiati su pellicola, dati gli alti costi, viene data in appalto a grandi produttori cinematografici (collaborazioni di RAI e TV straniere). dal 1995: rilancio della fiction italiana puntando sui modelli americani (detective story e poliziesco) Il nuovo millennio: dopo aver puntato su programmi di attualità, quiz, talk-show, reality-show, ecc… si riprende la produzione di fiction italiane, toccando il punto massimo nella stagione 2000-01 (650 ore di fiction trasmesse da RAI e Mediaset). ◦ Teleteatro: ripresa televisiva e messa in onda di spettacoli teatrali. Questo avveniva il venerdì sera (in replica la domenica) e il martedì sera. Ne esistevano due modalità: in diretta (fino agli Anni ’60) con lo spazio e il tempo della narrazione che sono teatrali (tre telecamere); oppure in “traduzione”, che consiste nella messa in scena televisiva di un’opera teatrale (movimenti di avvicinamento o allentamento della telecamera, molteplicità di punti di vista) ◦ Sceneggiato o teleromanzo: adattamento letterario per il piccolo schermo di grandi opere, suddivise in atti, cioè “puntate” molto simili a quelle della miniserie. Gli attori provengono dal teatro. Dialoghi e monologhi predominano sull’azione. Anton Giulio Majano è considerato l’inventore dello sceneggiato per aver intuito le possibilità di successo di questa nuova forma espressiva (Piccole donne in 4+1 puntate, contro le 2 previste). 56. Quali sono gli elementi in comune tra forme seriali e fumetto? Una caratteristica fondamentale del fumetto viene ereditata dalla serialità americana: il ruolo sociologico che era proprio del fumetto passa alla serie. Le serie televisive dal punto di vista sociologico vengono a sostituire nell'esperienza e nell'uso il ruolo che in passato era appartenuto al fumetto. Il fumetto ha un ruolo importante di antesignano rispetto a modalità narrative che sono diventate tipiche delle serie televisive. Si notano inoltre analogie narrative (Heroes – Marvel), strutturali (episodi – volumi) e intermediali (crossover, spin-off eccetera). 57. Cos'è l'high concept? Con high concept intendiamo un prodotto modulare caratterizzato da un'alta vendibilità, adatto e essere esperito su diversi supporti e venduto sui mercati interni e stranieri; elemento importante è lo stile, ovvero il prodotto deve avere un look riconoscibile, ben definito e accattivante. Le serie televisive high concept hanno dato vita a veri e propri fenomeni di franchise, ossia prodotti che possono essere replicati dalle major conglomerate in altri formati mediatici. Sono prodotti anche riadattabili in modalità globalizzazione, come Ugly Betty. 58. Cos'è la neoserialità? 59. Quali sono i temi e i linguaggi della nuova serialità? Le nuove serie sono caratterizzate da incessanti possibilità di ridefinizione del mondo (spazio) diegetico. Nella neo-serialità si trovano universi iper-diegetici: universi vasti, dettagliati, di cui solo alcune porzioni vengono di volta in volta perlustrate, ma di cui altre porzioni sono sempre suscettibili di ampliamento e ricostruzione; per questo tipo di fenomeni si parlato anche di fiction deteriorizzata. Ma gli universi diegetici delle recenti serie tv non sono solo mutevoli, sono anche duraturi: cambiano e occupano tempo per farlo; abbiamo a che fare con universi permanenti, cioè che durano nel tempo. Nella nuova serialità il tempo rappresentato presenta una grande elasticità: lo sfruttamento delle anacronie sfalda la compattezza del tempo discorsivo permettendo l'inserimento/sviluppo di filoni narrativi dotati di una propria temporalità alternativa; anche qui la dilatazione è virtualmente infinita. Sul lato del tempo della fruizione, anche quello subisce un cambiamento: si sottopone a processi negoziali, nel senso che lo spettatore potrà ridefinire o modificare a suo piacimento la temporalità di fruizione. 60. Il pensiero di Eco sulla serialità e innovazioni seriale. ◦ Repliche: dal punto di vista della produzione industriale di massa, si definiscono come repliche due tokens o occorrenze dello stesso type due oggetti tali che in assenza di imperfezioni evidenti, per una persona normale con esigenze normali, sia la stessa cosa scegliere una replica piuttosto di un’altra. Sono repliche dello stesso tipo due copie di un film o di un libro. ◦ Ripetizione: la ripetitività e la serialità riguardano invece qualcosa che a prima vista non appare uguale qualcosa d’altro. Vi sono diversi tipi di ripetizione. ▪ La ripresa: un primo tipo di ripetizione è la ripresa di un tema di successo ovvero la continuazione. L’esempio più famoso è il Vent’anni dopo di Dumas e nel campo cinematografico sono le varie riprese di archetipi come Star Wars o Superman. La ripresa nasce da una decisione commerciale, ed è puramente occasionale che il secondo episodio sia migliore o peggiore del primo; ▪ Il ricalco: il ricalco consiste nel riformulare, di solito senza renderne edotto il consumatore, una storia di successo. Quasi tutti i western commerciali di prima maniera erano ciascuno un ricalco di opere precedenti, o forse tutti insieme una serie ricalchi da un archetipo di successo. Una sorta di ricalco esplicito e denunciato come tale è il remake: vedi le varie edizioni dei film su Jekyll, sull’Isola del tesoro o sull’ammutinamento del Bounty.; ▪ La serie: mentre il ricalco può non essere ricalco di situazioni narrative ma di procedimenti stilistici, la serie riguarda da vicino ed esclusivamente la struttura narrativa. Abbiamo una situazione fissa e un certo numero di personaggi principali altrettanto fissi intorno ai quali ruotano dei personaggi secondari che mutano, proprio per dare l’impressione che la storia seguente sia diversa dalla storia precedente. Nella serie l’utente crede di godere della novità della storia mentre di fatto gode per il ricorrere di uno schema narrativo costante ed è soddisfatto dal ritrovare un personaggio noto, con i propri tic, le proprie frasi fatte, le proprie tecniche di soluzione dei problemi… • Variazioni della serie: nella serie possiamo trovare due tipi di variazioni: la seria a loop e la serie a spirale. Le serie a loop vengono di solito escogitate per ragioni commerciali: si tratta, per continuare la serie, di ovviare al naturale problema dell’invecchiamento del personaggio. Invece di fargli sopportare nuove avventure (che implicherebbero la sua marcia inesorabile verso la morte) lo si fa rivivere continuamente all’indietro (flashback). Altra variazione della serie è la spirale. Nelle storie di Charlie Brown apparentemente accade sempre la stessa cosa, anzi, non accade nulla, eppure ad ogni nuova striscia il carattere di Charlie Brown ne risulta arricchito e approfondito. ▪ La saga. La saga è una successione di eventi, apparentemente sempre nuovi, che interessano, a differenza della serie, il decorso “storico” di un personaggio e meglio ancora di una genealogia dei personaggi. Nella saga i personaggi invecchiano, la saga è una storia di senescenza (individui, famiglie, popoli, gruppi). La saga può essere a linea continua (il personaggio è seguito dalla nascita alla morte, poi suo figlio, nipote e così via, potenzialmente all’infinito) o ad albero (il personaggio capostipite e le varie diramazioni narrative che riguardano non solo i discendenti, ma i collaterali e gli affini, anche qui ramificando all’infinito, e magari spostando il fuoco su nuovi nodi capostipiti: Dallas). A differenza della serie, nella saga i personaggi cambiano (cambiano in quanto si sostituiscono gli uni agli altri, e in quanto invecchiano): ma in realtà essa ripete, in forma storicizzata, celebrando in apparenza il consumo del tempo, la stessa storia, rivela all’analisi una fondamentale storicità e atemporalità. 61. Cos'è la neotelevisione? 65. Definizione di industrie culturali. Le "industrie culturali" sono quelle istituzioni che nella nostra società impiegano i modi di produzione e di organizzazione caratteristici delle compagnie industriali per produrre e diffondere beni e servizi culturali. Si tratta della considerazione della produzione culturale nei termini di una produzione industriale, massificata e standardizzata 66. Cosa si intende con advertainment? L'advertainment è una strategia pubblicitaria basata sulla creazione di una storia a puntate con il fine di vendere un prodotto, adottata in seguito al grande successo delle fiction prodotte in Italia negli anni'90. Si tratta di spot che offrono un’evoluzione delle vicende di alcuni personaggi primari a cui, di volta in volta, si aggiungono dei personaggi secondari. 67. Cos’è e quando si è verificata la seconda Golden Age, e che caratteristiche hanno le serie televisive di questo periodo? La Golden Age della televisione è quel periodo che va dell'inizio degli anni Cinquanta fino agli inizi degli anni Sessanta. In quel lasso di tempo dunque la tv si afferma come medium di massa. In particolare sono quelli gli anni degli anthology drama, sorta di film per la tv, proposti live e scritti da ottimi sceneggiatori, e di alcune serie che hanno lasciato il segno (Ai confini della realtà, I love Lucy etc.). Si individua una seconda età dell’oro della tv americana che, a partire dagli anni Ottanta, coincide con l’affermazione di alcune serie tv di grande successo, con l’originalità dei loro modelli narrativi e con la peculiarità della loro promozione e distribuzione su più piattaforme mediatiche. Con le innovazioni di Hill Street Blues, con la sua costruzione drammaturgica multistrand (cioè multilineare che permette quindi il processo di serializzazione della serie) passando per la serialità d’autore (David Lynch,. Twin Peaks) si costruisce una quality television, composta da programmi caratterizzati da cast importanti, ibridazione di generi, auto riflessività e da una spiccata tendenza verso il realismo, da uno stile peculiare, ricondotto a contenuti, sceneggiature e una ricostruzione visiva di particolare valore. Negli Stati Uniti, dagli anni Ottanta fino al 2000 è esistita un’organizzazione chiamata Viewers for quality television, finalizzata a sostenere, incoraggiare la produzione di show che l’associazione riteneva soddisfare i criteri di qualità. Le valutazioni offerte dal gruppo sui programmi trasmessi venivano tenute in grande considerazione dall’industria televisiva, poiché si dimostravano essere il riflesso delle preferenze di un target di livello culturale elevato. Gli esempi della quality television sono: E.R., X-Files, I Soprano e West Wing. Come abbiamo già sottolineato questi programmi enfatizzano la complessità narrativa costruendo sceneggiature intrecciate e stratificate, che invitano lo spettatore a una visione ripetuta. In Italia la scelta di inserire in palinsesto questa tipologia di programmi è stata dettata dalla necessità di coprire le ore di programmazione giornaliere. NEW GOLDEN AGE: dagli Anni ’80 si rompe il monopolio dei tre grandi network ABC, CBS, NBC (nel 1986 nasce la Fox) e comincia una differenziazione della domanda e dell’offerta. Nascono le serie serialiazzate e il genere ibrido del dramedy. Molto diffusa diventa la pratica della “citazione”. 68. Quali programmi caratterizzano la New Golden Age? Negli anni ’80, quando la televisione vive un momento di grandi cambiamenti, avviene l’ibridazione tra serie e serial: nascono le serie serializzate o a incastro. Ogni episodio mantiene una propria autonomia con una storia auto-conclusa alla fine dell’episodio ma presenta una continuità narrativa interepisodica ovvero tra un episodio e l’altro con evoluzioni cronologiche e in particolare con evoluzioni che riguardano la vita privata dei personaggi. “Dawson’s Creek” è un esempio di serie seriale. Ogni serie è preceduta da un episodio pilota (pilot) nel quale si presentano la storia e i personaggi, che successivamente diventa il primo episodio della serie. Ci sono due generi di serie seriali: ◦ Situation comedy (sit-com): commedia basata sui dialoghi tra persone che condividono la stessa vita familiare o lavorativa. ◦ Ogni episodio dura circa 30 minuti. L’impostazione è molto teatrale: l’episodio è ripreso da più telecamere in sequenza e poi montato successivamente. Risate e applausi vengono aggiunti in postproduzione. (esempio: “La vita secondo Jim”); ◦ Drama: si suddivide in sottogeneri: medical, police, detective, legal, teen, adventure… Spesso sono influenzati dal cinema o dai fumetti. ◦ Ogni episodio dura 60 minuti circa. L’impostazione è cinematografica: per tutte le riprese si utilizza una sola camera. ◦ Generalmente, ogni stagione comprende 22-24 episodi. Sempre negli Anni ’80 avviene l’ibridazione tra sit-com e drama e nasce un terzo genere: il dramedy. Si colloca a metà tra drama e sit-com. Ogni episodio dura dai 30 ai 60 minuti ed è articolato il tre atti: l’incipit, ovvero l’impostazione; lo svolgimento con climax ovvero con un conflitto o con un confronto; lo scioglimento finale con risoluzione e happy end. Serie tv di grande successo, originalità dei loro modelli narrativi e peculiarità della loro promozione e distribuzione su più piattaforme mediatiche. Con le innovazioni di Hill Street Blues, con la sua costruzione drammaturgica multistrand (cioè multilineare che permette quindi il processo di serializzazione della serie) passando per la serialità d’autore (David Lynch, Twin Peaks) si costruisce una quality television, composta da programmi caratterizzati da cast importanti, ibridazione di generi, auto riflessività e da una spiccata tendenza verso il realismo, da uno stile peculiare, ricondotto a contenuti, sceneggiature e una ricostruzione visiva di particolare valore. Questi programmi enfatizzano la complessità narrativa costruendo sceneggiature intrecciate e stratificate, che invitano lo spettatore a una visione ripetuta. Gli esempi della quality television sono: E.R., X-Files, I Soprano e West Wing. Altri esempi: 24, Lost, Dr. House. 69. In cosa consiste la complessità narrativa? La complessità narrativa è una ridefinizione delle forme a episodi sotto l'influenza della narrazione seriale. Sottraendosi all'esigenza di una conclusione dell'intreccio nell'ambito di ogni singolo episodio che caratterizza la convenzionale struttura a episodi, la complessità narrativa privilegia una continuità del racconto abbracciando un'ampia varietà di generi. Inoltre, la complessità narrativa affranca la struttura seriale dalla generica associazione alle soap opera – molti programmi complessi raccontano storie inserite in una struttura seriale, sdrammatizzando lo stile melodrammatico e l'attenzione alle relazioni tra i personaggi rispetto all'intreccio tipico delle soap opera. Se la narrazione di una soap opera può essere senz'altro complessa e richiedere un'elevata attenzione da parte del pubblico per districarsi nella rete di legami e antecedenti evocati a ogni snodo narrativo, in genere, programmi narrativamente complessi privilegiano in misura maggiore gli sviluppi della trama, lasciando che sia questa a fare emergere le relazioni tra i personaggi e la loro personalità, piuttosto che l'inverso. La complessità narrativa non si limita alla serialità degli episodi in onda in prima serata; molti programmi sono interessati dall'ampia modalità della complessità, i quali si ribellano alle norme seriali, adottando nello stesso tempo strategie narrative in contrasto con le convenzioni della struttura a episodi. Seinfeld, per esempio, mescola le due strategie, presentando una storia continua in alcune stagioni ed offre un'abbondanza di complessità narrativa, spesso attraverso il rifiuto di conformarsi alle norme di chiusura, scioglimento, e singolarità delle story lines. I programmi narrativamente complessi impiegano una serie di meccanismi narrativi. Le analessi o i salti temporali non sono inusuali nella televisione convenzionale, in cui i flashback vengono impiegati per riepilogare un antecedente narrativo cruciale, oppure per collocare l'intera scena di un episodio nel passato. 70. Cos'è la visione autoptica in CSI? La visione autoptica è relativa alle numerose sequenze iperrealistiche ambientate nella sala autopsie, dove la macchina da presa assume su di sé la funzione pedagogica, proponendosi come vetrina dello stato dell'arte forense. Sono sequenze iperrealistiche perché visivamente molto vicine alla realtà, ma in realtà costruite in digitale per permettere uno sguardo dove la macchina da presa non può affacciarsi. Lo sguardo che si offre allo spettatore si definisce necrofilo poiché gli spettatori si trovano nella posizione di godere della vista delle immagini di morte. Si paragona le immagini dell'orrore con le immagini pornografiche: entrambi esibiscono ciò che è normalmente celato. Ne è un esempio lo sguardo autoptico delle scene in obitorio in CSI, spesso potenziate dalle immagini digitali che simulano gli interni del corpo e gli effetti della violenza subita. 71. Perché Dallas non ha avuto successo in Giappone? Dallas è stato cancellato dalla programmazione giapponese dopo soli 6 mesi di programmazione. In Giappone il palinsesto televisivo offriva una vasta scelta di programmi nazionali, verso i quali il pubblico avvertiva una maggiore affinità. Essi rifiutarono di appassionarsi: gli spettatori giapponesi hanno considerato Dallas incompatibile con i loro valori e gusti. Una serie di incoerenze riguarda la semantica, ossia le contraddizioni riscontrate nella storia e nelle azioni dei personaggi. Anche a livello sintattico, per i giapponesi, il programma fa fatica ad inserirsi in qualsiasi genere riconosciuto e disattende le aspettative del genere soap nel quale essi lo collocano. 72. Cos’è il fandom e in che forme si manifesta? Con l'inizio del nuovo millennio i rapporti tra industria mediale e fandom sono mutati. Le comunità fandom oggi costituiscono una componente di primo piano del sistema mediale convergente; l'industria punta sempre di più su di esso come cardine indispensabile del suo meccanismo. Il fandom, dopo essere nato come "effetto collaterale" di alcune serie dell'inizio degli Il palinsesto giornaliero è strutturato in base a sette principali fasce orarie dedicate a target precisi: ◦ antimeridiana (6.00-12.00): casalinghe, anziani e bambini; ◦ meridiana (12.00-14.00): parziale riunione familiare per il pranzo; ◦ pomeridiana (14.00-18.00): casalinghe, anziani e bambini; ◦ preserale (18.00-21.00): ritorno a casa e riunione familiare per la cena; ◦ serale o prime time (21.00-23.30): pubblico eterogeneo, è il momento di massimo ascolto; ◦ seconda serata (23.30-1.00): pubblico più adulto e meno generale; ◦ terza serata (dall’1.00 in poi): pubblico adulto. Solitamente è caratterizzata da repliche o programmi di nicchia. Il palinsesto settimanale è sottoposto a due movimenti: ◦ verticale: relativo alla concatenazione dei programmi nel palinsesto giornaliero; ◦ orizzontale: relativo alla distribuzione dei programmi durante la settimana. Nei giorni feriali la programmazione è “a striscia” che consiste nella ripetizione dei programmi alla stessa ora; nei giorni festivi ci sono programmi-contenitore e d’intrattenimento (consumo saltuario e casuale). Palinsesto stagionale In autunno e in inverno il tempo libero è passato in casa, quindi si scelgono programmi per il grande pubblico. In primavera e in estate il tempo libero è trascorso fuori casa, quindi si tende a trasmettere repliche o programmi poco costosi. Breve storia del palinsesto in Italia PRIMO PERIODO: la paleo TV: monopolio pubblico delle televisione. Il palinsesto televisivo è organizzato a sequenze, con pause di non- programmazione. Fino al 1958 la trasmissione del segnale avveniva nelle fasce 17.30-19.30 e 20.45- 23.30; la domenica dalle 14.00. Dal 1968 il Programma Nazionale (Raiuno) trasmette nella fascia 12.30-23.30; il Secondo Programma (Raidue) solamente nella fascia 21.00-23.30. Il palinsesto ruota intorno al meccanismo dell’appuntamento settimanale: schemi fissi per le fasce orarie a seconda dei giorni della settimana (lunedì e mercoledì film, giovedì quiz, ecc…) diversificando l’offerta secondo il criterio del giorno e del genere e secondo la complementarietà del Programma Nazionale con il Secondo Programma (nato nel 1961). Il palinsesto è inteso come una sorta di ‘gestione di “magazzino” perché la produzione/acquisto di programmi avviene indipendentemente dalla destinazione all’interno del palinsesto, i programmi presenti in magazzino vengono collocati nel tempo del palinsesto. ◦ Primo sottoperiodo: 1954-1960 (i primi anni) Non c’è una vera e propria logica di programmazione. L’obiettivo è quello di guidare il pubblico ad un uso corretto del nuovo medium. Ad ogni sequenza di trasmissione viene dato un nome (es: “Ritorno a casa”). ◦ Secondo sottoperiodo: 1961-1975 (prima della riforma della rai) La logica dominante è quella dell’ottimizzazione dell’offerta. Nasce una programmazione abbastanza varia. Il contenuto si modella sul triplice imperativo di EDUCARE, INFORMARE, DIVERTIRE. ◦ Terzo sottoperiodo: 1976-1980 (dopo la riforma della Rai) La logica dominante è quella dell’ottimizzazione e della diversificazione dell’offerta. Nasce la concorrenza tra i due canali RAI. Aggiunta della terza rete nel 1979. La trasmissione di tutti i tre canali avviene nella fascia 12.30-23.30. SECONDO PERIODO: la NEOTV, a partire dagli Anni ’80. Con la concorrenza tra reti private e RAI, il palinsesto diventa la risorsa strategica per la definizione dell’immagine di una rete e la costruzione di una strategia di marketing. Non esistono quindi programmi ‘buoni’ o ‘meno buoni’, ma solo programmi funzionali a specifiche esigenze di palinsesto e marketing. I palinsesti dei network commerciali sono un ibrido tra modello americano e nazional-popolare: spingono verso l’estensione delle ore di programmazione e il rafforzamento del flusso televisivo. Il contenuto è caratterizzato dalla volontà di intrattenimento: nasce una fascia antimeridiana e le trasmissioni si concludono a mezzanotte. Dalla metà degli Anni ’80, sia RAI che Fininvest/Mediaset seguono la logica della massimizzazione dell’ascolto, dando ai palinsesti una forma a pieno flusso. In questo periodo nascono nuovi modelli di costruzione del palinsesto: ◦ bouquet palinsestuale: quasi esclusivamente usato dalla pay-TV che calibra ogni palinsesto sui desideri di ciascun utente (offerta basic + scelta di canali opzionali tematici + canali bonus); ◦ palinsesti a canali tematici: programmazione targettizzata per un pubblico specifico. C’è un unico genere di trasmissione e un unico tema; ◦ programmazione near video on demand: programmazione ciclica e flessibile basata sulla ripresentazione dello stesso programma o di slot di programmi in continuazione; ◦ palinsesto premium: programmazione quotidiana varia, ma ciclica nell’arco di un mese (il telespettatore può scegliere quando vedere un film o un programma); ◦ video on demand: programmazione scelta direttamente dallo spettatore attraverso un apposito menu (interattività della TV). Le principali strategie palinsestuali sono di diverso tipo, a seconda della volontà della rete. Ci sono quelle relative all’offerta delle altre emittenti: ◦ counter programming (controprogrammazione): consiste nell’inserire nel palinsesto un programma che differisce (per genere o target) rispetto a quelli in onda sulle altre reti; ◦ competitive programming (antiprogrammazione): consiste nell’inserire nel palinsesto un programma destinato allo stesso target di quelli in onda sulle altre reti; ◦ bridging: consiste nel collocare programmi di forte audience in orari che coincidono con l’inizio dei programmi sulle reti concorrenti per scoraggiare il cambio di rete; Quelle funzionali a rendere la propria programmazione attraente per il pubblico: ◦ hammocking: consiste nel collocare un programma nuovo o dagli ascolti non molto alti tra due programmi di forte ascolto; ◦ spin-off: consiste nel costruire un programma sulla notorietà di un personaggio o su un programma di successo; ◦ tent poling: consiste nel collocare un programma dall’alta audience in una serata dagli ascolti mediamente bassi; ◦ seamless: consiste nel non inserire l’interruzione pubblicitaria tra la fine di un programma e l’inizio del successivo; ◦ stunting: consiste nel cambiare improvvisamente il formato, il personaggio o la fascia oraria di un programma (bisogna conoscere bene il target!); ◦ blocking: consiste nel posizionare in sequenza una serie di programmi con target di riferimento omogeneo; ◦ checkboarding (ombrello): consiste nel programmare nella stessa fascia programmi diversi in giorni diversi, su un unico canale; ◦ lead in/out (traino): consiste nel disporre programmi nel palinsesto verticale in modo che il pubblico venga trascinato da un programma all’altro; ◦ stripping (striscia): consiste nel collocare lo stesso programma tutti i giorni sullo stesso canale all’interno della stessa fascia oraria.
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