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Don Milani: vita e pensiero., Appunti di Scienze Umane

Don Milani: vita e proposta educativa.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 02/06/2023

finikkiki
finikkiki 🇮🇹

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18 documenti

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Scarica Don Milani: vita e pensiero. e più Appunti in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! Don Milani Don Milani nacque nel 1923 a Firenze. Fece studi classici e maturó presto interesse per l’arte sacra. Durante la seconda guerra mondiale si consacra sacerdozio e poi proprio per una sua vocazione personale, decide di basare la sua vita per l’educazione popolare. Nel 1947 istituisce la sua prima scuola popolare che era una scuola serale a San Donato nei pressi di Prato, ma poi nel 1954 si trasferì a Barbiana E sente la necessità di portare cultura a tutte le persone che vivono in quel posto, quindi proprio qui istituisce una seconda scuola popolare che aveva anche il dopo scuola per i bambini delle scuole elementari e nel 1956 trasforma questa scuola in un avviamento industriale. Passó la sua vita dedicandosi ai ragazzi, alla scuola e alla cultura. Egli fa parte di un filone della pedagogia Che si basa sul dialogo e sulla parola, che parte dal presupposto che la cosa importante per ogni essere umano, quindi in primis per bambini e ragazzi, sono proprio le interazioni interpersonali, e quindi la nascita e lo sviluppo del dialogo e della parola derivano da concezioni più filosofiche sull’essere umano piuttosto che psicanalitiche. Lui dice che bisogna partire dalla convinzione che ogni essere umano, ogni bambino, o uomo non è dotato di quelle capacità che lo possono aiutare a diventare un essere adulto compiuto e razionale, ma necessita di relazioni umane che lo aiutino a fare esperienza continua e sensata di quello che è il mondo reale che lo circonda. La relazione diventa un processo che si costruisce nel tempo e attraverso il quale si superano le barriere sia dell’individualismo che del collettivismo. Il collettivismo nel senso di essere visti semplicemente come un tassello di una società precostituita e superando quindi questi due limiti, valorizza quello che è l’incontro e il reciproco aiuto tra le persone. Per Don Milani La scuola popolare diventa il mezzo attraverso il quale in primis far conoscere un messaggio religioso ma con il tempo diventa una vera e propria sorta di battaglia per difendere i diritti di tutti, per esempio il diritto all’istruzione alle persone più povere. Alla base della concezione pedagogica di Don Milani c’è l’utilizzo della parola, cioè diventare padroni della parola in modo tale da potersela cavare in tutte le situazioni. Infatti la relazione tra l’io e l’altro secondo Don Milani non esisterebbe senza il corretto uso della parola, e il possesso di essa trasforma l’individuo in un vero e proprio essere umano. La parola diventa uno strumento fondamentale e ha una doppia valenza: da una parte aiuta a vincere e sconfiggere la suprema malattia dell’io e quindi l’egoismo e la solitudine, dall’altro invece diventa lo strumento attraverso il quale ognuno si può inserire in maniera attiva e proattiva all’interno del proprio contesto sociale. Per Don Milani la scuola diventa il luogo di aggregazione dove poter dare la parola a tutti, dove anche le persone facenti parte dei ceti più disagiati possono esprimere la propria opinione, possono uscire dalla loro marginalità e possono avere gli strumenti che l’aiutino a comprendere il vero senso della vita. Non si tratta di una scuola né facile né disimpegnata, tanto è vero che non ci sono ne reazioni e ne giochi, la scuola diventa molto seria e il leader deve essere indiscusso, però rispetto alla scusa pubblica supera i limiti come quello di essere bocciati e quindi di non ritrovarsi l’anno successivo a ripetere sempre le stesse cose. La conoscenza della lingua diventa fondamentale, è come strumento per conoscere la vita è come strumento per muoversi nel tessuto sociale e anche come strumento per cavarsela situazioni. Per quanto riguarda la scrittura secondo Don Milani è tanto importante quanto la lingua parlata quindi è importante scrivere come si parla, questo perché secondo Don Milani proprio il fatto che anche le persone alfabetizzate potrebbero non comprendere dei documenti scritti ed è molto importante imparare ad avere una Dimistichezza nella scrittura come quando si parla. Quindi l’aspetto molto importante della didattica di Don Milani è l’arte dello scrivere, che si divideva in due momenti principali: il primo è il momento della preparazione nel quale tutto insieme si sceglieva l’argomento da trattare e si organizzava il discorso e poi si passava alla stesura scritta, soprattutto per la stesura delle lettere che Don Milani poi organizzava e scriveva da inviare al mondo esterno, e poi il secondo momento era quella della discussione che poteva addirittura durare dei mesi e consisteva nel rileggere tutto, nel pulire da tutte quelle parti considerate inutili e poi fare una revisione finale prima dell’invio. Da questa metodologia saranno scritte moltissime lettere, probabilmente la più famosa e la più discussa è “lettera a una professoressa”, con questa opera, Don Milani critica gli insegnanti della scuola pubblica, infatti la professoressa è è un po’ l’emblema cioè quella insegnante che non si preoccupa degli alunni socialmente e culturalmente più svantaggiati, o dell’insegnante cieco che vede le richieste dei bambini che sono un pochino più indietro, e
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