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Donatella Di Pietrantonio, L'Arminuta, Dispense di Italiano

Focus su un aspetto del romanzo: il fratello Giuseppe e il tema del diverso.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 24/05/2023

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cristina-esposto 🇮🇹

4.7

(3)

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Scarica Donatella Di Pietrantonio, L'Arminuta e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! D. Di Pietrantonio, Giuseppe e il tema del diverso Introduzione Il passo è tratto dal 16° capitolo de L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Einaudi nel 2017. Si tratta di “un romanzo sorpresa” che ha riscosso uno straordinario successo di pubblico tra il 2017 e il 2018 grazie al passaparola dei lettori, successo suggellato dalla vittoria del premio Campiello nel 2017. La ragione di tale popolarità e dell’attenzione crescente del pubblico sono da attribuire essenzialmente al tema al centro dell’opera, quanto mai attuale: l’estrema fluidità della famiglia o meglio di una famiglia che continua a esistere come istituto sociale ma che di fatto si è come svuotata, perdendo peso e consistenza, o che è stata sottoposta in ogni caso alla necessità di ridisegnare i propri confini. La protagonista del romanzo – l’Arminuta (la ritornata) – è una ragazzina di tredici anni che senza preavviso – e senza che risulti chiara la ragione al lettore fino alla conclusione del romanzo, si trova letteralmente catapultata dalle “stelle alle stalle”: la ragazza, nata poverissima, è stata ceduta da neonata alla famiglia benestante della cugina della madre secondo una tradizione popolare abbastanza consueta negli ambienti più disagiati . Dal contesto borghese nel quale è vissuta fino alla sua adolescenza viene rigettata nel mondo rurale e povero della famiglia di nascita, fatto di promiscuità, di penuria di cibo e di miseria. La madre che l'aveva allevata la restituisce alla madre biologica. Sintesi e analisi Nel romanzo un ruolo di primo piano è affidato a una figura, quella del neonato, che significativamente compare in maniera più evidente nei nodi nevralgici della vicenda, più precisamente all’inizio, al centro, come in questo caso, e alla fine. Giuseppe, il fratello più dell’Arminuta, non è solo la cartina di tornasole (la prova irrefutabile) nell'inadeguatezza degli adulti rispetto al ruolo e alle responsabilità dei genitori, ma è anche il fratello in cui la protagonista vede riflessa la propria diversità. Di qui l'immediata sintonia che scatta, sin dall'inizio, non solo con Adriana, ma anche con Giuseppe. Nei capitoli centrali del romanzo e in particolare in questo punto il rispecchiamento di cui abbiamo parlato è particolarmente evidente. Passiamo alla sintesi e all’analisi del passo che si può suddividere in tre sequenze: nella prima, costituita da un breve dialogo tra l’Arminuta e la sorella, Adriana, la protagonista rivela di essersi accorta delle anomalie di Giuseppe, dimostrando una certa familiarità con il mondo dei neonati: all'età del fratellino, i bambini non gattonano e soprattutto provano ad articolare le prime parole (mamma). L’Arminuta nota le differenze tra Giuseppe e i suoi coetanei, ma non le considera determinanti o meglio indice di una disfunzione o di una patologia. Per lei essere diversi o essere considerati tali è in fondo la normalità. Alla scoperta, per lei sorprendente, che "Giuseppe non è normale" - secondo la sintesi schietta e fulminante di Adriana - l'Arminuta compie gesti di affetto materno: solleva il piccolo, lo prende in braccio e gli parla. Capisce che Giuseppe è come lei, un diverso, un'anomalia rispetto alla normalità: si rispecchia in lui. La sua differenza richiede un'attenzione speciale, come quella che l'Arminuta desidererebbe per lei e che invece non riceve dalla famiglia naturale. E’ molto singolare il fatto che a tredici anni lArminuta conosce le fasi dello sviluppo di un neonato, come se ne avesse avuto un'esperienza diretta. Una "competenza pediatrica" di questo genere è decisamente insolita in una ragazzina di tredici anni. Forse l'Arminuta è molto più matura per la sua età o forse questa sua conoscenza della primissima infanzia è spia di altro: è di nuovo un segno che, in mancanza di genitori affidabili e responsabili, sono i fratelli e le sorelle ad assolvere il ruolo di madre e di padre: così è per Adriana e così anche per l'Arminuta. LArminuta è madre come lo è Adriana: una madre-sorella in assenza di una madre vera. Nella seconda sequenza vediamo come l’attenzione amorevole dell'Arminuta per Giuseppe nella cui condizione vede riflessa la propria diversità è diametralmente opposta all'atteggiamento indagatore del medico la cui diagnosi - non a caso - è definita "astrusa". Il medico non capisce fino in fondo la diversità di Giuseppe, perché è una dimensione a lui estranea. Adriana, al contrario, in quanto creatura anomala - figlia o meglio orfana di due madri, sospesa tra due famiglie - la vive sulla propria pelle e ne ha pertanto ha una comprensione profonda. La "diversità" di Giuseppe non è solo una patologia congenita, ma è anche la conseguenza dell'ambiente in cui è nato e cresciuto: della sua "diversità" sono quindi responsabili anche gli adulti che avrebbero dovuto accorgersi del ritardo, accudirlo meglio e soprattutto dedicargli maggiore attenzione. Così è anche per l'Arminuta: la sua "diversità" - il fatto di non avere un nome e dunque un'identità - è la conseguenza delle scelte irresponsabili degli adulti che considerano i figli come oggetti o pacchi da consegnare e da restituire. Ed è questo il secondo elemento di “rispecchiamento”. Nella terza sequenza la diversità di Giuseppe
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