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DONNE SCRITTRICI- CHARLOTTE BRONTE E "JANE EYRE", Appunti di Letteratura Inglese

Breve introduzione sul ruolo di donna scrittrice nell'800, a seguire analisi critica, commento e sintesi di Jane Eyre, focalizzandosi su alcuni passi importanti.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 24/04/2020

martina-targioni
martina-targioni 🇮🇹

4.2

(18)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica DONNE SCRITTRICI- CHARLOTTE BRONTE E "JANE EYRE" e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! DONNE SCRITTRICI: CHARLOTTE BRONTE E “JANE EYRE” • Charlotte Bronte manda alcune sue poesie al famoso letterato Robert Southey, ma lui risponde che, anche se sono belle, dovrebbe dedicarsi ai lavori di casa in attesa di occupazioni più adatte ad una donna, ovvero in attesa del matrimonio. Inoltre Southey dice che una donna non può cercare fama e celebrità. Rispondendogli, Charlotte ribatte che lei si dedica ai lavori da donna e che suo padre è orgoglioso di lei, ma definisce cucire e cucinare un “sacrificio” che lei fa mentre vorrebbe passare il tempo a leggere e scrivere. • George Eliot (scrittrice nascosta sotto pseudonimo maschile) dice che a volte erano le stesse donne ad avere pregiudizi su loro stesse, e che se a volte non scrivevano qualcosa di qualità era perché erano loro stesse a credere di non poter scrivere niente di valore. • Estratto 3 George Eliot: le donne non hanno le qualità morali per riuscire a fare le scrittrici: manca la diligenza, di responsabilità, la consapevolezza di stare facendo qualcosa di importante. • Si sceglie lo pseudonimo maschile per evitare il pregiudizio: per es le sorelle Bronte si firmavano come i fratelli Bell. • Estratto 4: nel 1890 Charlotte scrive una nota biografica in cui spiega la verità sugli pseudonimi e i motivi che hanno spinto lei e le sue sorelle ad utilizzarli. Dice che loro sapevano che volevano diventare scrittrici, ma hanno usato gli pseudonimi perché: non volevano pubblicità e perché avevano la sensazione che ci sarebbero stati dei pregiudizi nei confronti di autrici donne. Quando ormai i romanzi sono stati giudicati di altissima qualità possono uscire allo scoperto, ma non prima. • Spesso i giudizi più crudeli verso i romanzi scritti da donne vengono proprio dalle donne. Secondo Mary Ann Stodart, che nel 1842 pubblica un saggio sulle donne scrittrici, non ci sarebbe varietà senza qualche voce femminile in letteratura, ma ci devono essere dei limiti che non devono superare. Il mondo maschile non si può mischiare con quello femminile, che deve essere limitato alla sfera privata. Le donne non devono e non possono scrivere opere di un certo livello. • Pochi anni più tardi, Greg scrive un articolo sulla “falsa moralità delle donne scrittrici” (estratto 6). Lì dice che gli argomenti dei loro romanzi sono l’amore e la vita quotidiana, saranno libri di scarso valore. Le donne sentono passioni, ma non possono tradurle in letteratura e le sentono solo nella forma congeniale ad una donna. Le donne sono incapacitate a vivere certe esperienze (sia sentimentali sia sociali), quindi non riescono neanche a descriverle. Non provano neanche pulsioni sessuali, per questo le loro opere non sono morali per scelta, ma perché non capiscono cosa sia avere desiderio per l’altro sesso (dunque si parla di falsa moralità). • A pochi anni da queste affermazioni, nasce il personaggio di Jane Eyre, che si innamora con ferocia e ha passioni e reazioni irruente. “JANE EYRE” (1847) • Libro rivoluzionario e ribelle. Successo clamoroso, si parla della “Jane Eyre Fever”. La critica lo adora, la regina Victoria scrive sul suo diario che non ha dormito per leggere al principe Albert quel libro “così melancolico e interessante”. • Libro che dà una visione diversa della donna. • In una recensione del 1855, Margaret Oliphant lo definisce un nuovo “Rights of Women”. • Sottotitolo: un’autobiografia edita da Currer Bell. • Può appartenere al romanzo di formazione e anche al romanzo gotico. A quest’ultimo appartiene per alcuni elementi per es: Jane chiusa nella stanza rossa crede di sentire la voce dello zio morto, la residenza di Rochester, labirintica e con la soffitta in cui è chiusa la moglie di Rochester, la donna in soffitto, la voce che alla fine sembra suggerire a Jane di tornare dall’innamorato. • Alcuni hanno visto la parola autobiografia non riferita a quella fittizia di Jane Eyre, ma a quella reale di Charlotte, e hanno ricercato le somiglianze tra personaggio e scrittrice. In realtà la somiglianza tra le due sta solo nel fatto che entrambe facevano le governanti. • Dopo la morte di Charlotte, il padre chiede alla romanziera Elizabeth Gaskell di scrivere una sua biografia, solo che la donna la romanza un po’ e la connette troppo strettamente con le sue opere letterarie. Questa è una visione limitante che sottovaluta gli elementi di immaginazione. • Struttura: tutta la storia è raccontata da una Jane adulta, sposata da circa 10 anni quando comincia a scrivere l’opera. Così i punti di vista non sempre coincidono, e ci sono commenti della Jane matura. Si aggiungono o tolgono info a seconda della necessità. A volte sembra esserci un dialogo tra le due Jane. • Ci sono varie tappe, al termine di ognuna c’è un “salto” in un’esperienza completamente diversa: 1. Casa della zia e dei cugini, esperienze negative, la famiglia dice che è una bambina bugiarda e poco naturale, intendendo con “naturale” poco conforme alle artificiali regole vittoriane. 2. Collegio di Lowood. Scontro con Mr. Brocklehurst, il preside, che però perde la sua autorità dopo che il collegio è colpito dal tifo. L’uomo pensava che la mortificazione del sé e il sacrificio facessero bene alle ragazze, Jane non è accettata perché considerata bugiarda. Muore l’amica di Jane, Elena. Jane si diploma e diventa un’insegnante, ma per cercare nuove esperienze vuole trovare lavoro fuori dal collegio. 3. Thornfield (campo di spine). Fa l’istitutrice di Adele, la figlioccia di Rochester, storia d’amore tra Rochester e Jane, proposta di matrimonio di R. Sull’altare, però, il fratello della moglie in soffitta dice a tutti di Bertha, la prima moglie, e Jane scappa. 4. Allontanamento da Rochester. 5. Lieto fine. Sente che qualcosa è cambiato e torna a Thornfield, trovandola mezza distrutta a causa di un incendio appiccato da Bertha. C’è stato uno scontro tra Bertha e Rochester, in cui Bertha è morta ma Rochester ha perso la vista ed è gravemente ferito. Lei lo aiuta finché non comincia a recuperarla, poi si sposano e vivono felici e contenti. Jane è anche in una posizione di forza rispetto a lui perché ha scoperto di essere la ricca ereditiera del fratello della madre. • Paragone di Francesco Marroni tra JE e I viaggi di Gulliver. Jane fa più volte riferimento all’opera, e anche ai temi de naufragio e del porto sicuro. Ogni fine di un’esperienza è un naufragio, e ogni volta lei deve imparare ad adattarsi. La struttura è la stessa. Jane sembra l’outsider in qualsiasi situazione. • Estratto 3: Jane, povera di affetti a casa degli zii, ha bisogno di fuggire con l’immaginazione. Lo fa usando I viaggi di Gulliver e il libro “The History of British Birds”. Dal titolo sembra un libro noioso, ma lei ne estrapola fantasie sul mare e sui naufragi. Sembra che sia la Jane matura a fare un collegamento a posteriori tra la sua vita e un viaggio a tappe.
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