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Dopoguerra, FASCISMO, NAZISMO, CRISI ECONOMICA DEL '29, SECONDA GUERRA MONDIALE, Appunti di Storia

Scuola: ITIS -Dopoguerra -Avvento del Fascismo in Italia (fase movimentista, legalitaria e dittatoriale) -fascismo, politica economica Italia e politica estera -Manifesto della razza e leggi razziali -Crollo Borsa di Wall Street, motivazioni, New Deal -Nazismo: Terzo Reich, Hitler, salita al potere di Hitler -Conferenza di Monaco e cause della Seconda Guerra Mondiale -SECONDA GUERRA MONDIALE -Shoah -Guerre in Italia -Guerra Fredda

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 07/02/2023

Tebs
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Scarica Dopoguerra, FASCISMO, NAZISMO, CRISI ECONOMICA DEL '29, SECONDA GUERRA MONDIALE e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! 1 IL DOPOGUERRA Crisi generalizzata che ha portato a una crisi economica e sociale La guerra degli anni 1914-1918 portò a danni politici, economici e sociali tanto da determinare una situazione di grave crisi. Questa crisi generalizzata portò a una crisi economica e sociale che causò un aumento dei prezzi Gli europei espressero una sfiducia nei confronti delle classe dirigenti e l’ottimismo e la speranza nel progresso, tipici della Belle Époque, sparirono Gli USA esercitavano un nuovo potere sulla scena internazionale Dal punto di vista politico tale clima portò nei paesi di solide istituzioni liberali a contenere le tensioni sociali e conservare la pace interna, mentre ai paesi dal liberalismo ancora debole ciò portò alla caduta delle istituzioni liberali di fronte alle dittature. Dal punto di vista economico pesarono le enormi spese di guerra che vennero finanziate in particolare dagli USA, infatti non solo le potenze dell’Intesa ma anche quelle sconfitte, erano ricorsi all’aiuto statunitense per riavviare i sistemi produttivi nel proprio paese per risollevarsi. Inoltre in ogni paese era necessario riconvertire le industrie da belliche a civili (alle produzioni tipiche dei periodi di pace.) In questo periodo di crisi anche gli scambi commerciali internazionali erano ridotti, infatti ogni paese ricorse all’attuazione di politiche protezionistiche (tasse doganali) per cercare di risollevare la propria situazione commerciale interna. USA e Giappone riuscirono ad approfittare del declino europeo per instaurare la propria egemonia commerciale in Sudamerica e in Asia. La lenta riconversione delle industrie e dei servizi causò una scarsa richiesta di lavoratori, quindi aumentarono i disoccupati, e vennero aumentati i costi. Le migliori condizioni che erano state promesse ai combattenti reduci non vennero concesse (come l’aumento dei salari). Ciò causò un grande malcontento causato anche dalle difficoltà di integrazione di questi ex combattenti, appartenenti in particolare alla classe media. Essi si organizzarono in associazioni di ex combattenti e parteciparono alla vita politica in massa lottando per vedere riconosciuti i propri diritti. I partiti diventarono formazioni di massa con tantissimi aderenti che manifestavano in piazza a causa del loro malcontento. Aumentarono anche gli iscritti ai sindacati. Il malcontento popolare nacque anche da scelte politiche che i cittadini non approvavano come il taglio delle spese pubbliche e l’aumento delle tasse che lo stato attuò per cercare di uscire dalla condizione economica nella quale si trovava. Queste misure danneggiarono in particolar modo chi aveva un reddito fisso ovvero salariati e impiegati. Oltre ai reduci di guerra anche la classe media venne quindi particolarmente danneggiata. Il punto di maggior tensione nel dopoguerra da parte del proletariato si ebbe nel “biennio rosso” (1919-1920) quando delle agitazioni operaie si estesero in tutta Europa con scioperi, cortei e occupazione delle fabbriche. Solo in Ungheria il biennio rosso portò al bolscevismo in quanto trionfò una rivoluzione fatta su modello sovietico proclamò la repubblica, nazionalizzò le fabbriche e vennero occupate le fabbriche. Questo stato comunista durò solo 4 mesi. 2 Il Trattato di Versailles stabilì la sistemazione territoriale dell’Europa, ma questa non poteva accontentare tutte le parti in causa e infatti questo nuovo ordinamento politico si rilevò poco duraturo e emersero anche aspre contese geopolitiche come quella Italiana sul territorio di Fiume. In Italia il 12 settembre 1919 il poeta Gabriele D’Annunzio si pose alla guida di un corpo di 9000 volontari (nazionalisti) e occupò la citta dalmata di Fiume per reagire alla “vittoria mutilata” ovvero quella vittoria parziale nella prima guerra mondiale perché non le erano state concesse tutti i territori promessi. Questo fu comunque un grave problema perché venne violata il trattato di Versailles mettendo in difficoltà il governo italiano guidato da Nitti. Il Regno d’Italia non era d’accordo con questa occupazione. Fiume venne proclamata indipendente e venne data una Costituzione all’avanguardia rispetto a quella del Regno di Italia come la parità dei sessi, facoltà di divorziare, libertà di culto, il riconoscimento dei diritti individuali. Anche Mussolini nel 1919 che ha appena fondato il Movimento dei Fasci esprime assoluta vicinanza a D’Annunzio. Per 15 mesi la città rimane occupata da D’Annunzio e dai nazionalisti italiani e il Regno d’Italia ha difficoltà a intervenire. L’Italia interviene militarmente attaccando Fiume. Fiume viene poi liberata. Ma nel dicembre del 1920 il governo italiano è costretto a togliere Fiume a D’Annunzio con il trattato di Rapallo stretto con il Regno dei croati, sloveni e serbi, con il quale vennero stabiliti i confini dei due regni: Fiume venne dichiarata uno stato autonomo e l’Istria divenne italiana. La REPUBBLICA di WEIMAR in Germania FARE PAGINE 218-19-20-21-22 !!!!!!! L’AVVENTO DEL FASCISMO IN ITALIA Anche in Italia ci fu un difficile dopoguerra caratterizzato da gravi insoddisfazioni popolari, in particolare dai salariati e dai contadini che chiedevano una adeguata rappresentanza parlamentare, redistribuzione delle terre, allargamento dei diritti e migliori condizioni di lavoro e dei salari. Anche l’Italia fu travolta dal biennio rosso caratterizzato da gravi conflitti sociali, agitazioni e scontri ma il governo reagì duramente alle proteste dei lavoratori delle fabbriche e delle campagne in quanto aveva paura di una possibile rivoluzione comunista a causa delle idee rivoluzionarie provenienti dalla Russia. 5 SQUADRISMO: nasce prima del fascismo formato da arditi e militari antisocialisti Sono arditi che creano un esercito paramilitare privato e autonomo che agiscono contro i socialisti per intimidirli. I membri dello squadrismo vennero denominati “camicie nere” e raccolsero adesioni tra gli ex ufficiali, i giovani del ceto medio, disoccupati e piccoli proprietari terrieri. Il governo liberale chiude un occhio nei confronti dello squadrismo perché il comunismo spaventava molto. Con il biennio rosso, gli scioperi e le manifestazioni, gli squadristi (gruppo paramilitare che nasce spontaneamente tra gli arditi, militari antisocialisti) creano scompiglio durante queste manifestazioni. Provocano intimidazioni e violenze La violenza venne legalizzata perché vi era l’idea che la guerra difensiva fosse necessaria. Gli squadristi vedono Mussolini e D’Annunzio come dei punti di riferimento e diventano l’esercito del partito fascista guidato dagli ex generali arditi (squadre speciali d’assalto dell’esercito durante la 1 GM) Proprio perché il comunismo fa paura, anche il governo liberale si appoggia a queste squadre d’assalto. Alle elezioni del maggio 1921 il primo partito del Paese fu quello socialista. Grazie all’alleanza con i liberali però 35 deputati fascisti riuscirono a entrare in parlamento (Giolitti spinge Mussolini a partecipare sotto un’unica lista perché voleva fermare la paura socialista. In realtà è Mussolini che si sta servendo dei liberali). Listone unico dei partiti di destra (liberali conservatori, nazionalisti e movimento dei fasci): i fasci ottengono in parlamento 35 seggi. Mussolini sta dirottando il suo programma verso destra per ottenere più consensi. Tra il maggio e il settembre 1922 l’Italia fu investita da una nuova e forte ondata squadrista, facendo suscitare come reazione da parte dei socialisti uno sciopero pacifico. I socialisti vennero però presi d’assalto dai fascisti distruggendo le sedi e i consigli comunali in città e paesi a maggioranza socialista. Turati (politico socialista) propose un’alleanza tra socialisti e cattolici per fermare il fascismo. Matteotti nell’ottobre nel 1922 forma il PARTITO SOCIALISTA UNITARIO (PSU) abbandonando il partito socialista italiano. Il governo liberale non riesce però a mantenere l’ordine, e questa situazione fa comodo a Mussolini per ottenere il consenso del popolo. Mussolini, con la certezza che la maggioranza degli italiani avrebbero apprezzato un governo forte e capace di restituire la pace sociale e la stabilità politica ed economica, dalle divergenze delle forze parlamentari e dei partiti politici, annunciò la formazione di un quadrumvirato (4 città) che avrebbero guidato una marcia verso Roma delle squadre fasciste provenienti da tutta Italia. Mussolini riunisce tutte gli iscritti al partito fascista e gli squadristi e organizza una grossa marcia armata con meta Roma. Sono uomini armati che vogliono un sovvertimento del potere. Mussolini ha l’intenzione di fare un colpo di Stato. Quando partono i partecipanti alla marcia sono numerosi ma nel tragitto per andare a Roma il movimento diventa sempre più ampio. 6 Mussolini con questa marcia ha l’obiettivo di istituire un Governo di matrice autoritaria e forse che possa difendere il popolo italiano. La marcia dura 3 giorni e fece molta paura perché i partecipanti erano armati. Si trattava di un colpo di stato (Mussolini era a Milano pronto a scappare in Svizzera nel caso di insuccesso). COLPO DI STATO LEGALIZZATO Il primo ministro Facta (liberale) chiese al re Vittorio Emanuele III di firmare lo stato di assedio e mandare l’esercito regio a fermare i fascisti. Il re non firmò e cercò di trattare con Mussolini (M. non voleva il Governo Facta e voleva diventare lui il Capo del Governo). Vittorio Emanuele III accettò e offrì la presidenza del Consiglio a Benito Mussolini. Mussolini una volta diventato il capo del governo fa il DISCORSO DEL BIVACCO Il governo era composto da: liberali estremi, nazionalisti, cattolici (perché Mussolini vuole il loro consenso, in particolare quello del Papa), popolari e dai fascisti. Forma un governo che ha il consenso del re. Gli squadristi diventarono la milizia volontaria istituzionale, un esercito parallelo che diventa l’esercito del governo fascista. 1. Fase movimentista 1919-1922 • Nasce a Milano il Movimento dei fasci di combattimento: un movimento con molti obiettivi socialisti, anticlericali (vuole espropriare le terre alla Chiesa), vuole suffragio universale. Questo movimento mette a punto anche un programma (Programma di S. Sepolcro) che mette insieme obiettivi socialisti e nazionalisti e anticlericali come: intimidire e umiliare, diffondere l’ideologia dello stato forte, porsi come difesa militare contro la minaccia socialista Pochi aderenti e di differente inquadramento politico infatti alle elezioni del 19 non ottiene neanche un seggio; è un movimento che non ha riscosso interesse. • Elezioni politiche del 1919 con il sistema proporzionale (numero di seggi in parlamento proporzionato al numero dei voti). Governo Giolitti. Il movimento dei fasci non ottiene neanche un seggio. • Lo squadrismo: formato da ex arditi prende di mira il movimento socialista delle leghe rosse nelle campagne del nord (ovvero associazioni di contadini) • Obiettivi dello squadrismo: -intimidire e umiliare -fare proseliti -porsi come baluardo militare contro la minaccia socialista • Guerriglia : arditi squadristi contro gli arditi del popolo (leghe rosse) • Il governo lascia impunita la violenza squadrista • Elezioni del 1921: Giolitti spinge Mussolini a partecipare sotto un’unica lista perché voleva fermare la paura socialista: Giolitti aveva come obiettivo quello di ostacolare il consenso socialista e liberalizzare il fascismo. In realtà è Mussolini che si sta servendo dei liberali 7 Listone unico dei partiti di destra (liberali conservatori, nazionalisti e movimento dei fasci): i fasci ottengono in parlamento 31 seggi. I fascisti si presentano in un’unica lista. Mussolini sta dirottando il suo programma verso destra per ottenere più consensi. L’obiettivo di Mussolini era quello di FASCISTIZZARE l’ITALIA creando una dittatura con il consenso del Re, del Governo liberale e della Chiesa mantenendo però lo statuto albertino e modificandone solo gli aspetti più liberali e democratici. • Bonomi, primo ministro, propone un patto di pacificazione tra arditi del popolo e arditi (squadristi). Questi firmano il patto, ma continuano l’azione squadrista nelle citta (Farinacci-Bo-Balbo-Fe) • Doppio volto di Mussolini: ragionevole ed equilibrato in parlamento (volto politico: vuole la pace), fomentatore della violenza con i capi squadristi (RAS) che prendono di mira i socialisti • 1921: Mussolini capisce che il suo movimento deve diventare un partito di massa. Il movimento dei fasci viene trasformato in Partito Nazionale Fascista (PNF): programma fortemente nazionalista e antisocialista. • Ottobre 1922: la marcia su Roma. COLPO DI STATO LEGALIZZATO Destituito Bonomi (socialista riformista), Mussolini ottiene da Vittorio Emanuele III la carica di capo del governo. • 1922-1923 : Mussolini fa votare in parlamento la nascita della Milizia Volontaria che comprende gli ex squadristi. Viene giustificata la violenza contro gli insurrezionalisti (graduale fascistizzazione dello stato) Il fascismo: la fase legalitaria 1922-1924 Proposto da Vittorio Emanuele III come primo ministro, Mussolini ottenne il voto favorevole del parlamento dopo avere pronunciato il “discorso del bivacco”. Nasce un governo formato da liberali, nazionalisti, cattolici e fascisti. Mussolini divenne presidente del Consiglio non sono grazie all’azione di forza, cioè alla marcia su Roma il 28 ottobre 1922, ma anche e soprattutto per volontà di Vittorio Emanuele III (infatti fu Vittorio Emanuele III a chiamare Mussolini a Roma e affidargli l'incarico per formare il nuovo governo; Mussolini durante la marcia su Roma si era mantenuto prudentemente a Milano). In realtà la maggior parte dei partiti presenti in Parlamento votarono la fiducia a Mussolini. Questo atteggiamento aveva alla base la speranza di rinnovare la vita politica. Il discorso di Mussolini fu terribile, viene ricordato come il discorso del bivacco, fu un discorso in cui il Parlamento venne profondamente umiliato, e fu anche un discorso minaccioso. Dopo aver lodato il sovrano per aver scavalcato il parlamento (Patto di Londra), verso la fine del discorso Mussolini afferma che poteva fare di quell'aula sorda e muta un bivacco di manipoli, poteva ma non ha in questo primo momento voluto. Che significa? Significa che Mussolini poteva far irrompere i suoi squadristi nell'aula, poteva fare accampare i suoi squadristi e quindi creare un governo di tipo dittatoriale, ma se non lo fa ora, ci sarà un secondo momento in cui la dittatura sarà instaurata È dunque una minaccia aperta che evidentemente la maggior parte dei deputati sottovalutarono perché immaginano appunto di avere un ritorno alla normalità. 10 Questo è l’atto che decreta la fine dello stato liberale che M. celebra con il discorso alla camera del 1925 in cui, pur assumendosi la responsabilità politica e morale del delitto Matteotti, ottiene l’acclamazione del parlamento. Mussolini si assume la responsabilità morale del delitto Matteotti dicendo che non era stato il partito fascista ma chiunque l’abbia fatto ha tolto un pericolo dall’Italia. Quindi, il re e il parlamento, istituzioni liberali, gli conferiscono la fiducia. La salita al potere di Mussolini è destinata a sopprimere lo stato liberale, ma viene sostenuta dai liberali. Da questo momento M. emana una legge che limita gli spazi di libertà e di espressione: -giornali d’opposizione, partiti, sindacati, associazioni vengono eliminati -vengono duramente puniti i reati politici -è ripristinata la pena di morte (tolta in passato da Zanardelli) -Mussolini ha pieni poteri -tutti i partiti sono fuori legge ad esclusione di quello fascista. Il fascismo: la fase dittatoriale 1925-1943 La fase dittatoriale è quel periodo del governo fascista nel corso del quale si realizza compiutamente il passaggio dallo stato liberale risorgimentale, regolamentato dallo Statuto albertino, al regime dittatoriale fascista. Il regime promulgherà una serie di leggi in ambito giuridico, amministrativo ed economico volte a “fascistizzare” il paese, vale a dire a subordinare le conquiste liberali (di pensiero, di informazione, di associazione) al controllo dello stato. Tali leggi non annulleranno lo Statuto albertino, ma lo modificheranno (anche se di fatto lo svuoteranno dei suoi principi liberali). Le libertà tutelate dallo statuto albertino vengono soffocate dalle leggi fascistissime pur rimanendo lo statuto albertino I provvedimenti: Tra il 1925 e il 1939 il governo fascista emanerà un corpus di leggi in ambito giuridico e amministrativo. Si partirà dalle leggi fascistissime (1925-1926), che daranno l’avvio allo stato totalitario, per passare alla legge elettorale plebiscitaria (1928) (ovvero non si votano più i partiti perché c’è solo quello fascista ma viene fatto un plebiscito, uno strumento elettorale tipico quando si ha un forte potere centrale) e quindi all’istituzione del Gran consiglio del fascismo (1928), un parlamento parallelo nato come organo consultivo nel partito fascista che ora diventa un organo governativo che affianca il Parlamento (interviene con proposte di legge). Le leggi fascistissime 1925-1926 • Viene abolito il diritto di sciopero e vengono sciolte tutte le organizzazioni sindacali indipendenti • Vengono ampliati i poteri del Capo del Governo • Abolita la libertà di associazione • Abolita la libertà di stampa • viene creata la polizia politica segreta (OVRA) incaricata a indagare sugli oppositori del fascismo: va in borghese nei luoghi di ritrovo e sente i discorsi delle persone e, se queste sono contro il regime, li arrestano e li portano davanti al tribunale speciale che giudica i reati politici. 11 • Il governo non è più un organo collegiale, perché il capo del governo ha una posizione di preminenza rispetto ai ministri (quindi è lui che stabilisce la politica generale). • Il capo del governo è autonomo di fronte al parlamento (privato dei 120 ministri dell’opposizione dopo la secessione dell’Aventino), risponde direttamente al re, sceglie le leggi da discutere, controlla l’amministrazione dello stato • Depotenziamento del parlamento; c’è ma perde potere • Viene fatto un riordino dell’amministrazione statale: i sindaci eletti vengono sostituiti dai podestà nominati e controllati da Roma e viene rafforzato il potere dei prefetti • Vengono sciolti i partiti di opposizione (dichiarati fuorilegge) e le associazioni antifasciste (quindi tutti i sindacati dei lavoratori) • Pena di morte per i reati politici intesi come attentati contro lo stato (prima con il codice Zanardelli non era prevista la pena di morte) • Vengono controllate le amministrazioni locali (generalmente in mano a sindaci socialisti) sostituendo la libera elezione dei sindaci con la nomina governativa dei podestà • Sono chiusi tutti i giornali antifascisti. • L’organo di informazione fascista è “Il Popolo d’Italia”; l’editoria è comunque soggetta ad una rigida censura • Viene istituito il Tribunale speciale per la difesa dello stato con giudici militari che arrivano dalla Milizia volontaria fascista (quindi non si tratta giudici civili che hanno fatto un regolare concorso pubblico): è un tribunale politico in cui vengono giudicati gli avversari del regime, in gran parte coloro che fanno propaganda antifascista con volantini, o si riuniscono per ridare vita al partito socialista e intellettuali antifascisti. Sono previsti per loro pene molto severe, il carcere o il confino (luoghi periferici, per lo più isole come Pantelleria, Ustica, Ventotene, dove vengono create separazioni fisiche/psicologiche tra gli oppositori e il resto del paese). La riforma elettorale plebiscitaria 1928 Modifica la legge Acerbo (sistema maggioritario). Le elezioni parlamentari prevedono la richiesta del consenso in merito ad un’unica lista di deputati fascisti, proposta dal Gran consiglio del fascismo. In caso di mancata approvazione, il Consiglio avrebbe proposto un’altra lista di deputati. Il Gran consiglio del fascismo 1928 Era nato nel 1923 per opera di Mussolini che lo aveva istituito in linea teorica come un organo di partito all’interno del quale il partito prende decisioni, ma di fatto come una sorta di parlamento parallelo. Ora che il parlamento istituzionale è stato depotenziato e privato degli aventiniani, il Gran consiglio acquisisce importanti poteri consultivi in merito alla nomina dei parlamentari, alla nomina del capo del governo e alla successione al trono. Nel regime fascista pertanto gli organi dello Stato finirono per sovrapporsi e integrarsi a quelli del partito. I rapporti con la Chiesa: I patti lateranensi 1929 Premesse Mussolini supera le iniziali posizioni anticlericali, perché ritiene che per potere governare in Italia occorra il consenso dei cattolici che percentualmente sono la quasi totalità dei cittadini. Per questo fa un accordo con il Papa, sanando di fatto una frattura aperta tra stato e chiesa che indeboliva il governo. L’avvicinamento alla Chiesa era avvenuto già attraverso la riforma della scuola operata dal filosofo Gentile, che di fatto diventa l’ideologo del fascismo, che inserendo l’insegnamento della religione cattolica nella scuola elementare, faceva del cattolicesimo 12 uno strumento formativo della struttura morale umana di primaria importanza per creare “l’uomo nuovo”. Quando si parla di chiesa bisogna distinguere la chiesa come istituzione ufficiale, dal mondo cattolico formato da una pluralità di individui, (sacerdoti, intellettuali, semplici cittadini, organizzazioni di partito come il P:P) che si opposero più o meno apertamente alle linee adottate dal papa nel rapporto con il governo fascista. Definizione I patti lateranensi sono: • Un trattato internazionale tra due Stati: per la prima volta la Chiesa, dopo la proclamazione del “Non Expedit” di Pio IX nel 1868. La chiesa riconosce il Regno d’Italia con un accordo giuridico. In cambio ottiene il riconoscimento da parte del Regno, di Stato del Vaticano, con una propria capitale e una propria legislazione. • Una convenzione finanziaria: la chiesa ottiene un indennizzo, per centinaia di milioni di lire, per i territori “rubati indebitamente”. • Un concordato: si tratta di un accordo che regola all’interno dello stato italiano il ruolo del cristianesimo, esso va ad intaccare il carattere laico dello stato risorgimentale (Cavour aveva affermato “che lo stato era libero rispetto alla chiesa) in quanto lo stato si lega alla chiesa, perché attribuisce al cristianesimo un valore: -l’insegnamento del cristianesimo entra in tutte le scuole ad esclusione dell’università, in quanto materia formativa della crescita morale dell’uomo -il matrimonio religioso ha contemporaneamente valore civile -preti e seminaristi non svolgono il servizio militare -è consentito solo l’associazione delle organizzazioni cattoliche -i patrimoni della chiesa non sono soggetti a tassazione. Lo stato con i patti lateranensi perde la laicità e diventa uno stato confessionale. La religione cattolica diventa un insegnamento obbligatorio in tutti gli ordini della scuola tranne che all’università. Papa Pio XI firma il concordato e dice che Mussolini è stato mandato da Dio perché ha protetto la chiesa dai nemici liberali e comunisti (i liberali facevano paura alla Chiesa in quanto avevano sostituito il Dio cristiano con il dio denaro). Considerazioni Pio XI dopo i Patti definì Mussolini “un inviato di Dio”, perché vedeva nel fascismo la forza che avrebbe liberato la chiesa dai suoi nemici storici: 1. Il liberalismo: il padre del capitalismo (dio denaro) e del positivismo (la ragione supera la fede), dello stato laico che considera l’azione umana superiore a quella religiosa, che ha umiliato la chiesa privandola dei suoi territori con la violenza. 2. Il socialismo/marxismo: che porta disordine sociale, è ateo e materialista, nega l’aldilà, nega la famiglia e ammette il divorzio e l’aborto. Il fascismo è un totalitarismo imperfetto, perché Mussolini per governare deve scendere a patti con due istituzioni: quella regia e quella ecclesiastica I Patti Lateranensi son stati integrati nella Costituzione italiana dai padri costituenti, accettati sia dagli esponenti del partito comunista, sia da quelli del partito democratico. Nell’ottica di ampliare il proprio consenso, Mussolini intraprese una politica di conciliazione tra Stato e Chiesa nel 1929 con i patti lateranensi, formati da un trattato, un concordato e una convenzione finanziaria. Il trattato stabiliva che l’Italia avrebbe riconosciuto indipendente la Città del Vaticano mentre la Chiesa avrebbe riconosciuto come Stato il Regno d’Italia con Roma capitale ponendo fine alla “questione romana” aperta nel 1870. La religione cattolica venne riconosciuta come l’unica religione di Stato. 15 Il fascismo e la politica estera Il Patto di Stresa, 1935 Fino agli anni Trenta Mussolini aveva mantenuto buoni rapporti con Francia ed Inghilterra, paesi alleati con l’Italia nel corso della Prima guerra, facenti parte della Società delle Nazioni. La politica pangermanista annunciata da Hitler dopo la sua elezione a cancelliere della repubblica tedesca e il conseguente riarmo della Germania, che contravveniva alle disposizioni del trattato di Versailles, avevano unito nel ’35 a Stresa in un’intesa antitedesca la Francia, l’Inghilterra e l’Italia. Mussolini temeva che Hitler volesse estendere il suo controllo anche sul Trentino-Alto Adige che vedeva una numerosa presenza di tedeschi. (nel 1930 Hitler con un colpo di stato prende il potere in Germania, un esponente del partito social democratico dopo la repubblica di Weimar. Hitler porta avanti un progetto pangermanista ovvero voleva unire il popolo tedesco in un unico stato perché il popolo ariano non doveva essere contaminato. Vuole creare il terzo Reich). Tuttavia, l’intesa di Stresa si sarebbe ben presto sciolta a seguito della politica colonialista di Mussolini. Per consolidare il consenso popolare, Mussolini che voleva fare dell’Italia un grande impero, presentò l’obiettivo di colonizzare l’Etiopia, come un mezzo per ridare onore all’Italia dopo l’umiliante sconfitta d’Adua e, contemporaneamente, maggiori possibilità economiche per industriali, piccoli borghesi e il proletariato. Ricordiamo che l’Italia possedeva l’Eritrea (1890 trattato di Uccialli), parte della Somalia e che la sconfitta di Adua nel 1896, subita contro l’esercito etiope, era costata a Francesco Crispi la guida del governo. Il trattato di Versailles prevedeva che la Germania non si riarmasse, ma Hitler lo fa lo stesso. Nel 1936 Mussolini vuole attuare una politica imperialistica, allora capisce che non gli conveniva stare con Francia e Regno Unito perché non sarebbe mai riuscito a realizzare il suo progetto. Crea allora l’Asse Roma-Berlino (patto tra Italia e Germania). Muove guerra anche contro l’Etiopia. La guerra coloniale in Etiopia La guerra contro l’Etiopia contravveniva al trattato di Versailles che aveva dichiarato il paese africano indipendente e membro della Società delle Nazioni. Francia e Inghilterra minacciarono l’Italia con pesanti sanzioni e con l’embargo. Mussolini a questo punto tratteggiò la svolta in politica estera: l’allontanamento dell’Italia dalle potenze democratiche e l’avvicinamento a quelle nazionaliste: la Germania nazista, la Spagna franchista (il dittatore spagnolo Francisco nel 1936 aveva fatto un colpo di stato contro la legittima repubblica socialista) e l’impero giapponese. Il Duce avvicinò la folla al suo piano politico attraverso discorsi infiammati in cui presentava le nazioni democratiche europee come il nemico che voleva impoverire l’Italia non permettendole di nutrire i suoi figli. L’Etiopia fu conquistata nel maggio del 1936 (scarsi furono i profitti per l’Italia visto l’arretratezza e la povertà del paese); Vittorio Emanuele ottenne il titolo di imperatore di Etiopia. L’Asse Roma-Berlino 1937 La risposta di Mussolini all’embargo fu la politica economica autarchica e l’allineamento militare con la Germania nell’Asse Roma-Berlino che avrebbe trascinato l’Italia nella Seconda guerra mondiale a fianco del paese nazista. Tuttavia, essendo militarmente più debole nei confronti della Germania, nell’Asse l’Italia avrebbe avuto un ruolo di subalternità nei confronti del paese alleato. Tale subalternità si sarebbe mantenuta nel corso della guerra. Il legame con la Germania avrebbe fatto perdere all’Italia la sua autonomia in politica estera e l’avrebbe destinata al tracollo finale del ’45. 16 Il Patto anticomintern 1937 Nel 1937 l’Italia sarebbe entrata a far parte insieme alla Germania e al Giappone al Patto anticomintern, un’alleanza volta a cooperare nella lotta al comunismo e particolarmente finalizzata a contrastare la politica internazionale dell’URSS contro i regimi nazionalisti. Di fatto la Germania con il Trattato di non aggressione tedesco-sovietico del 1939 contravvenne agli accordi del patto. È un patto politico con paesi nazionalisti contro il comunismo russo: Germania, Italia e Giappone hanno come nemico la Russia comunista a est e la Francia e l’Inghilterra a ovest. Porta come conseguenza che l’Italia è venuta meno a un trattato ovvero il trattato di Versailles aveva stabilito che l’Etiopia non doveva essere conquistata Germania appoggia l’Italia nella politica antiliberale, antisocialista e nazionalista. L’Italia, la Germania e il Giappone vogliono spartirsi il mondo rispettivamente: -l’Italia voleva il Mediterraneo -la Germania voleva l’Europa -il Giappone voleva l’Asia L’asse porta ad adottare la stessa misura politica estera nella seconda guerra mondiale La politica interna dell’Italia subisce dei condizionamenti da Hitler Hitler comincia la sua politica espansionistica, espandendosi a est: Francia e Inghilterra temporeggiano perché non vogliono la guerra e fanno dei patti per dare dei limiti a Hitler. Sono tranquille anche perché con il patto anticomintern pensano che Hitler attacchi la Russia ma in realtà Hitler fa un patto con la Russia e attacca la Francia. Il Manifesto della razza e le leggi razziali Premesse L’antisemitismo Antisemitismo: atteggiamento che il mondo occidentale ha avuto nei confronti degli ebrei che sono stati allontanati per motivi religiosi Gli ebrei non riconoscono Cristo come Figlio di Dio e non riconoscono il Messia, ne hanno permesso la morte. L’antisemitismo ha avuto una lunga tradizione in Europa. A partire dal Medioevo gli ebrei sono stati fortemente discriminati nei diversi paesi europei, costretti a vivere in ghetti, impediti alla pratica dell’agricoltura e oggetto di azioni violente (pogrom). I motivi avevano una radice religiosa (gli ebrei erano deicidi), ma ad essi, nel tempo, se ne sono affiancati altri che hanno dato vita a tesi complottiste nei loro confronti: gli ebrei erano ritenuti usurai che si muovevano nell’ombra come topi per massificare i loro profitti a danno dei cristiani, erano ritenuti responsabili di azioni violente, di calamità naturali (peste, carestie), fino ad essere accusati all’inizio del Novecento di essere gli autori del documento Protocolli dei Savi anziani di Sion (un falso costruito dalla polizia segreta zarista) in cui si tratteggiava il progetto ebraico di controllare le posizioni apicali della finanza, dell’industria e della politica per controllare il mondo. 17 In Russia viene costruita dalla polizia segreta il protocollo dei Savi di Sion ovvero un documento in cui veniva detto che gli ebrei avevano il progetto di controllare il mondo. Questo documento porta alla diffusione di un odio nei confronti degli ebrei. Per quanto riguarda la loro discriminazione, sono da ricordare le disposizioni prese nei loro confronti nel IV Concilio lateranense del 1215 da parte del papa Innocenzo III: il divieto di matrimonio con i cristiani, il divieto di ricoprire cariche pubbliche, l’obbligo di farsi riconoscere in pubblico con un abbigliamento che li distinguesse dagli altri. La chiesa dice che non possono possedere terre e fare prestiti a interesse Questo fortissimo antisemitismo di matrice religiosa negli anni Trenta del Novecento sarebbe diventato antisemitismo biologico in virtù delle teorie pseudo-scientifiche razziste nate in pieno positivismo. La teoria delle razze La teoria della divisione in razze del genere umano risale a due scienziati che posero le basi del pensiero razzista contemporaneo: - il medico tedesco Fredrich Blumenbach (1775-1840) che, basandosi sulla conformazione del cranio, divise l’umanità in razze (gialla, nera e bianca) e le dispose in linea gerarchica; - il filosofo francese Joseph Arthur de Gobineau (1816-1882) che nell’opera Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane (1853-1854) attribuì a ciascuna razza determinate caratteristiche psicologiche e morali per sostenere la superiorità della razza bianca sulle altre (razza gialla :materialista e dedita al commercio, nera: forza fisica: ma poco intelligente, bianca: nobile, intelligente, amante della libertà, dell’onore e dello spirito). Il Manifesto della razza Testo di riferimento nazista costruito su complotto ai nemici (razze inferiori) Razza eccellente che discende da ARI (popolo elite – popolo tedesco) Simbolo del partito è la svastica (simbolo antichissimo – simbologia metafisica formata da una croce uncinata che seguono una direzione; al centro della croce c’è Dio, ossia Dio al centro del mondo ed è il perno della manifestazione, e la ruota uncinata gira attorno al perno, Dio è il motore immobile che fa muovere l’universo. Hitler si appropria del simbolo e lo associa al nazismo, ad esso associa anche l’aquila simbolo del potere imperiale dell’antica Roma. Il 5 agosto del 1938 in Italia viene redatto Il Manifesto della razza: dieci scienziati fascisti provenienti da diverse parti d’Italia, primari di cliniche mediche e docenti di università prestigiose, su invito del segretario del partito fascista Achille Starace, del ministro della cultura popolare (MICULPOP) Dino Alfieri, del capo del governo Benito Mussolini e con l’approvazione del re Vittorio Emanuele III stendono in 10 punti i principi teorici e pseudo scientifici alla base della politica razzista dell’Italia fascista. Il 18 settembre 1938 sarebbero state quindi promulgate dal governo le leggi razziali. La Germania, alla quale Mussolini si era legato con l’Asse Roma -Berlino (24 ottobre 1936) aveva promulgato le leggi razziali già il 15 settembre del 1935, tuttavia le due nazioni deliberarono autonomamente in merito al problema razziale, come viene più volte ribadito nel Manifesto in cui l’ideologia razzista è fatta risalire alle origini dei Fasci. 20 Le leggi razziali Emanate nel 1938 sotto forma di decreto, vennero approvate dal parlamento e quindi da Vittorio Emanuele III. Papa Pio XI dichiarò la sua contrarietà, ma non le condannò mai ufficialmente. Rimasero in vigore fino agli inizi del 1944, quando dopo l’armistizio, sarebbero state abrogate dal Re che in quel momento si trovava nel sud Italia schierato ormai con gli alleati. Le leggi razziali furono annunciate da Mussolini nel corso di un comizio a Trieste. Era sufficiente che un solo genitore fosse di razza ebraica per essere definito ebreo. L’ebreo non perdeva la cittadinanza, ma perdeva dei diritti che non gli avrebbero permesso la possibilità di esercitarla sul suolo italiano. I provvedimenti più emblematici sono quelli che riguardano la scuola e il matrimonio. Per quanto riguarda la scuola non erano ammessi docenti e personale scolastico ebreo e nemmeno alunni ebrei (negazione della libertà d’insegnamento e del diritto di istruzione); per quanto riguarda i matrimoni erano ritenuti nulli i matrimoni tra italiani ariani e non ariani (ebrei, slavi etiopi recentemente colonizzati…); i matrimoni con cittadini europei erano consentiti solo previa approvazione del governo. Lo Statuto albertino, emanato nel ’48 e a quel tempo ancora vigente, riconosceva agli ebrei gli stessi diritti civili e politici degli altri cittadini. Vittorio Emanuele III avrebbe dovuto impedire l’emanazione delle leggi razziali in quanto in contrasto con i principi costituzionali dello Statuto, tuttavia non lo fece. Nello stesso anno in Germania si sarebbe verificata La notte dei cristalli, nel ’39 gli ebrei sarebbero sati deportati nei campi di concentramento e a partire dal ’40 sarebbe stata programmata la deportazione sistematica e la soluzione finale. L’Italia avrebbe fatto altrettanto: gli ebrei vennero allontanati dai posti di lavoro, arrestati e deportati in gran parte nei campi di concentramento nazisti. LA CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA DEL ’29 E IL NEW DEAL In questo anno si ha il crollo della Borsa di Wall Street Gli unici che hanno guadagnato nella prima guerra mondiale (sono entrati alla fine e hanno fatto molti investimenti prestando soldi a paesi per rimettersi in piedi a livello economico) e nella seconda guerra mondiale sono gli Stati Uniti. Gli USA fanno prestiti a interesse e questo comporta un Boom Economico e sociale. L’Europa può esportare tanti beni di consumo Lo stile americano diventa uno stile di vita: le persone hanno più tempo libero, i prezzi sono più accessibili grazie al taylorismo e al fordismo Aumentano gli stipendi e l’occupazione Gli anni ’20 sono gli anni più ruggenti per l’USA a causa del boom economico e sociale A livello finanziario le banche prestano soldi a imprese europee che devono rimettersi in sesto. 21 Premesse Nel dopoguerra gli Stati Uniti diventano la prima potenza economica e finanziaria mondiale nel: • Settore primario: grandi investimenti per favorire le esportazioni nei paesi europei • Settore secondario: intensa produzione di beni di consumo di massa (abbigliamento, elettrodomestici….) • Settore terziario: le banche erogano finanziamenti alle aziende, mutui alle famiglie (presso il ceto medio bianco si crea un nuovo modello di vita: casa di proprietà, elettrodomestici, consumi nel tempo libero) prestiti ai paesi europei • E’ al potere il presidente repubblicano Hoover (il democratico Wilson non viene riconfermato alle elezioni presidenziali) I motivi della crisi di tipo economico sono: ➢ Il mercato libero porta ad una sovraproduzione di beni di consumo che rimangono invenduti ➢ La graduale ripresa delle economie europee fa diminuire le esportazioni dei prodotti agricoli I motivi della crisi di tipo finanziario sono: ➢ A New York nasce la Borsa di Wall Street in cui avvengono le transazioni azionarie ossia la compra-vendita delle azioni delle aziende. Il valore delle azioni è soggetto al rapporto tra domanda e offerta: maggiore è la domanda, maggiore è il valore delle singole azioni. ➢ Le azioni vengono acquistate: dalle stesse aziende (acquistano per fare alzare il valore delle azioni e poi le vendono); dalle banche che investono parte dei soldi dei cittadini (un’altra parte viene impegnata nelle aziende sotto forma di finanziamento); dallo stesso ceto medio che vede aumentare in breve tempo i suoi risparmi ➢ Nel corso degli anni ’20 si passa da una effettiva corrispondenza tra il valore economico e finanziario delle aziende ad un notevole scarto tra il valore delle azioni e il valore economico (i magazzini delle aziende sono pieni di prodotti invenduti . Si parla di Bolla speculativa (valore reale delle azioni viene svalutato, le persone vendono le azioni, il valore delle azioni si abbassa; Le Banche non hanno i soldi perché prestati alle aziende locali, le quali non avevano soldi da restituire, quindi le Banche non avevano il denaro da dare agli azionisti) . ➢ L’offerta dei beni sul mercato supera la domanda: i prezzi diminuiscono notevolmente ➢ I possessori delle azioni vendono in massa i titoli facendone precipitare notevolmente il valore (Crack azionario); il ceto medio ritira i suoi risparmi dalle banche. ➢ Le banche: alcune falliscono (non riescono a restituire i soldi ai risparmiatori); altre non erogano più finanziamenti perché le garanzie non sono sicure. ➢ Le aziende sono prive di liquidità, non riescono a pagare i loro dipendenti: alcune si ridimensionano, altre falliscono. ➢ C’è una diffusa disoccupazione ➢ L’economia si arresta ossia entra in recessione. La crisi investe per più di cinque anni i settori primario, secondario e terziario. ➢ Si diffonde una generale sfiducia nel modello politico economico liberista (il mercato si autoregola attraverso le leggi della domanda e dell’offerta; lo stato non deve intervenire nell’iniziativa privata) 22 Gli anni 20 sono i ruggenti anni, splendidi anni della crescita economica che sembra inarrestabile. Gli usa sono usciti dalla 1GM come vincitori e sono diventati la più grande potenza economica e militare mondiale. Le elezioni successivi alla 1 gm non sono vinte dai democratici (di Wilson) ma vincono i repubblicani (con Harding) i quali hanno un programma non interventista nelle faccende europee ma viene posto come programma lo sviluppo dell’America economicamente e finanziariamente e controllo del centro America. Dal 21 al 33 governano i repubblicani Liberismo (libero marcato, politica monetarista, entrate devono sostenere le uscite) Grazie al liberalismo cresce la produzione americana, si amplia il mercato, le aziende pagano poche tasse e immettono sul mercato prodotti a costi accessibili anche grazie al taylorismo e al fordismo. L’America cresce a livello di mercato La prolungata crescita economica di colpo si arresta perché c’è la saturazione del mercato e quindi c’è l’invenduto. Le aziende che non vendono poi falliscono. La saturazione è rapidissima e le fabbriche chiudono e i lavoratori vengono licenziati Le fabbriche e le imprese che erano cresciute e che avevano chiesto prestiti alle banche per espandersi, queste imprese non hanno i soldi dà ridare alle banche quindi vanno in crisi le banche. Le stesse banche legate alle aziende falliscono. Tutto ciò arriva alla crisi borsistica perché questa crisi di economia reale fa si che il valore delle azioni di quelle aziende e banche crolla e il tutto avviene nel settembre/ottobre del 1929 La borsa crolla e coloro che possedevano azioni corrono a venderle. Tutte le azioni principali crollano e chi aveva investito perdi patrimonio. Ma non solo i grandi capitalisti avevano investito in azioni ma anche molte famiglie che avevano investiti i risparmi in borsa. La crisi finanziaria è figlia di una crisi economica produttiva Crisi del mercato delle azioni sia il mercato della produzione. Dal 29 al 32 il commercio mondiale crolla del 60% Le economie europee o Risentono della crisi perché sono tutte collegate ai mercati statunitensi (soprattutto l’Inghilterra che non riesce più ad esportare); la loro economie dipende dai finanziamenti americani (Francia, Italia, ma soprattutto la Germania. o L’economia comunista e statalista dell’URSS (piani quinquennali) è l’unica a non essere intaccata dalla crisi economico-finanziaria, la Russia non fallisce perché ha un’economia autosufficiente perché governata dall’alto, cioè dallo Stato. 25 - i popoli dell’Europa del nord: i Sassoni (gli Inglesi); i Germani: sono la razza più pura, che discende direttamente dagli Ari, il popolo più eletto tra quello dei Celti, per le qualità sapienziali, le conoscenze dottrinali e tecnologiche; questa razza, dedita al culto del dio sole, di cui la croce uncinata rappresenterebbe la sua immagine stilizzata, sarebbe scomparsa nel centro della terra. Questa mitica discendenza legittimerebbe quindi la guida del mondo da parte dei germani. 2 -Il pangermanesimo e lo spazio vitale Hitler fa propria una teoria diffusa prima dell’avvento del nazismo, vale a dire l’idea che tutti i popoli di lingua tedesca dovessero vivere in un unico impero (il terzo Reich); da qui il progetto politico imperialistico di annessione di quei paesi in cui era presente una elevata concentrazione di tedeschi, come la Cecoslovacchia e L’Austria. Il piano annessionistico prevedeva quindi lo spostamento della Germania verso est fino al Caucaso, nel cuore della Russia, ai confini dell’Oriente, per la conquista di quello “spazio vitale”, negato dalle potenze europee alla Germania con il trattato di Versailles; che avrebbe permesso al popolo tedesco di esprimere completamente le sue potenzialità in ambito politico ed economico. 3. Antiparlamentarismo liberale e antibolscevismo Il parlamento, cuore delle democrazie liberali, è considerato il luogo della corruzione e del compromesso da parte dei parlamentari che farebbero gli interessi unicamente di quelle categorie sociali che rappresentano, non di tutto il popolo (il nazismo identifica il popolo con la nazione); il parlamento, quindi, curando solo gli interessi di alcuni gruppi (da qui l’anticapitalismo liberista), non permetterebbe la realizzazione del popolo e, di conseguenza, l’espansione della nazione. Il bolscevismo è visto come un cancro nell’Europa poiché con l’idea della rivoluzione operaia internazionale minaccerebbe l’identità delle nazioni (sangue, razza, lingua cultura), la proprietà privata, la visione spiritualistica-hegeliana della storia interpretata in chiave razzista (a cui si contrapporrebbe l’idea materialistica di Marx secondo la quale la storia è il risultato della dialettica di forze economiche) 3-Il complottismo e il doppio volto degli ebrei Hitler identifica i diretti responsabili della crisi economico-sociale della Germania con le democrazie liberali della Francia e dell’Inghilterra e con gli ebrei, che avrebbero complottato per affossare il paese. I due paesi avevano provocato la grande crisi economica con i pesanti debiti di guerra stipulati con il trattato di Versailles e gli ebrei a capo delle loro banche, avrebbero tratto vantaggi dagli interessi e dalle speculazioni finanziarie. Di razza ebraica erano inoltre il teorico del marxismo, molti esponenti del governo bolscevico, come per esempio Trotskij, e i finanziatori della rivoluzione comunista. Per cui l’ebreo aveva un doppio volto: da un lato quello del banchiere capitalista francese e inglese che impoveriva il popolo tedesco, e dall’altro quello del comunista russo che voleva organizzare una rivoluzione internazionale per distruggere l’identità tedesca. 26 La salita al potere di Hitler: 1923-1933 Dieci anni dopo il colpo di stato Hitler fu nominato cancelliere della repubblica tedesca con poteri assoluti, vale a dire con la possibilità di emanare anche leggi incostituzionali. La presa di potere di Hitler fu favorita da diversi fattori: ▪ Un programma che, per quanto confuso, presentava alcune idee molto forti in un momento di grande fragilità del paese: l’orgoglio nazionale su base razziale, la volontà di riscatto, gli obiettivi di conquista, la forza militare. ▪ La fragilità del governo democratico che indiceva elezioni ravvicinate perché non riusciva a trovare coalizioni durature ▪ Gli effetti della crisi finanziaria del ’29 che fece ricadere la Germania nella disperazione sociale ed economica a cui seguirono scioperi e violente proteste. Hitler si presentò al paese come “l’uomo nuovo” che avrebbe aiutato la Germania, non solo ad uscire dalla crisi, ma ad assumere un ruolo egemone. Il consenso elettorale fu graduale, Hitler riuscì a conquistare tutte le categorie sociali, compresi i grandi capitalisti, suoi acerrimi nemici, che ora vedevano in Hitler un alleato contro il bolscevismo. Nel 1933 il presidente della repubblica Hinderburg e il cancelliere Von Papen pensarono che l’unico modo per uscire dall’instabilità politica del momento fosse quello di coinvolgere Hitler nella guida del governo, visto che nelle elezioni del ’32 aveva preso circa il 40% dei voti, dichiarandosi primo partito. Hitler, che riconfermò una schiacciante maggioranza nelle elezioni del 1933, pretese la carica di cancelliere, fece mettere fuori legge il partito comunista, ritenuto erroneamente responsabile dell’incendio scoppiato nel Parlamento di Berlino, quindi ottenne i poteri assoluti. Il totalitarismo e la nascita del Terzo Reich ➢ L’eliminazione del dissenso. In pochi mesi Hitler eliminò tutte le garanzie costituzionali: libertà di stampa (furono bruciati nelle piazze i libri della tradizione culturale democratico-liberale), libertà di associazioni, i partiti di opposizione. ➢ La repressione. Fu istituito nel 1933 a Dachau il primo campo di concentramento per relegare tutti gli oppositori al regime e gli ebrei; nel 1934 nella “notte dei coltelli” furono eliminati gli esponenti del partito che avevano divergenze di pensiero, tra i quali il capo delle SA. Da lì a breve sarebbero nate le SS (la guardia personale di Hitler destinata a diventare la principale organizzazione militare al servizio dell’Olocausto e in genere della repressione del dissenso) e la Gestapo, la polizia segreta, entrambe guidate da Heinrich Himmler ➢ I rapporti con la chiesa. Con la chiesa cattolica firmò nel 1933 un concordato simile a quello italiano: sostegno al regime in cambio della libertà di culto nelle scuole e nelle chiese. Ebbe il consenso anche della chiesa protestante che vedeva nel nazismo un baluardo contro il marxismo ➢ Il Terzo Reich. Hitler realizza il progetto del terzo impero (dopo il sacro romano impero , represso da Napoleone, e quello istituito da Guglielmo I nel 1871), dopo la morte del presidente della repubblica Hindenburg, a seguito della quale concentrò su di sé tutti i poteri dello stato (parlamento, governo e magistratura, non avevano più alcuna autonomia).Creò una capillare organizzazione all’interno del partito e delle istituzioni speciali (edilizia-trasporti-economia-consenso) guidate da uomini di fiducia che rispondevano direttamente al Fuhrer. ➢ La fabbrica del consenso. Sul modello italiano vennero istituite associazioni di carattere sociale come la Gioventù hitleriana, (giovani che studiano in modo uguale secondo ciò che vuole il regime, fanno squadre che imparano a marciare, fanno parate vestiti uguali) l’organizzazione del 27 dopolavoro, il controllo della scuola; fu istituito il Ministero della cultura popolare responsabile della cultura popolare e della propaganda attraverso i mezzi di informazione, cinema, radio, e le adunate dove veniva esposta la svastica. Emblema della Germania: forte, giovane, unita, allineata a progetto ➢ Dirigismo economico e politica autarchica. Lo stato intervenne nella politica economica con piani economici, controllo dei salari delle importazioni attraverso una politica protezionistica, creando posti di lavoro attraverso la spesa pubblica senza intaccare il sistema capitalistico. Già nel 1934 la Germania riuscì a raggiungere la piena occupazione, riscuotendo per questo un ampio consenso interno. ➢ L’economia di guerra: Il piano economico quadriennale prevedeva la preparazione del paese alla guerra per realizzare la conquista dello spazio vitale. A questo proposito lo stato sostenne l’impresa bellica arrivando ad investire alla vigilia della Seconda guerra il 50% della spesa pubblica (RIARMO). ➢ La persecuzione degli ebrei. Nel 1935 vengono emanate le leggi di Norimberga, che vietavano la cittadinanza agli ebrei e la legge che vietava i matrimoni tra ariani ed ebrei. Nella notte tra il 9-10 novembre del 1938 si verificò il sanguinario pogrom detto notte dei cristalli: furono distrutti negozi, incendiate sinagoghe, devastate abitazioni; morirono 90 ebrei, 20.000 furono mandati nei campi di concentramento. Da questo momento gli ebrei vengono privati dei loro beni e deportati. Solo nel corso della Seconda guerra mondiale verrà realizzato il progetto della soluzione finale. ➢ Il piano eugenetico (buona-stirpe): la difesa della razza prevedeva delle misure nei confronti di disabili fisici e psichici e nei confronti degli omosessuali. Nei confronti dei primi si passò dalla sterilizzazione alla repressione (Operazione T4) attraverso iniezioni letali o gassazione, quindi si passava alla cremazione; i secondi furono perseguitati, soggetti a pene detentive, spesso mandati nei campi di concentramento per essere “rieducati”. La Conferenza di Monaco e le cause della Seconda guerra Mondiale Il piano annessionistico Il progetto imperialistico di Hitler iniziò nel 1933 con l’uscita della Germania dalla Società delle Nazioni che si era opposta alla liquidazione del Trattato di Versailles proposta dal Fuhrer (Hitler contestava i confini stabiliti nel Trattato che avevano escluso dalla Germania i tedeschi di Danzica, della Cecoslovacchia e dell’Austria) Nel 1935 Hitler mise in atto la politica del riarmo (risorse dello Stato, (tasse dei cittadini privati e dei grandi imprenditori) sono impegnate nella costruzione di armi potenti di ultimissima generazione) con incentivi all’industria bellica e la coscrizione obbligatoria e questa politica espansionistica mette in allarme l’Europa. Nello stesso anno a Stresa viene siglato un patto politico-militare antinazista (Italia, Inghilterra e Francia) (l’Italia ha paura che Hitler possa espandersi nel Nord del paese dove ci sono le popolazioni tedesche) e a tutela dell’integrità territoriale dell’Austria, bersaglio dell’annessione tedesca, all’interno della quale era molto forte il partito filonazista. (tale accordo sarebbe stato presto disatteso dall’Italia con la conquista dell’Etiopia) 30 La Seconda guerra mondiale (1939-1945) Guerra distruttiva che si combatte non solo in Europa ma anche in Africa e Asia Lo scoppio della guerra Gli stati europei realizzano che l’Obiettivo di Hitler non è l’URSS, almeno nel breve periodo. Hitler attacca così la Polonia il 1 settembre del 1939, il 3 settembre Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania, ma non fanno in tempo ad intervenire perché in 15 giorni la Polonia è completamente conquistata grazie ai carrarmati di ultima generazione e ai cannoni che bombardano le città giorno e notte. (si parla di guerra lampo per la rapidità delle vittorie in relazione ai nuovi strumenti bellici) Hitler aveva investito il 50% del bilancio dello stato in armamento (era pronto alla guerra) Il 1 settembre 1939 Hitler attacca la Polonia e il 3 settembre la Francia e l’Inghilterra dichiarano guerra alla Germania, ma queste non intervengono a favore della Polonia che viene distrutta. Hitler ha come obiettivo principale la Francia ma anche l’Inghilterra, la quale l’avrebbe conquistata una volta arrivato nei paesi scandinavi. Hitler ha come obiettivo quello di creare il terzo Reich appropriandosi del territorio dei Sudeti (territorio che era stato con la prima guerra mondiale integrato alla Slovacchia e alla Slovenia), della Cecoslovacchia e la Polonia. Un altro problema avuto da Francia e Inghilterra, che poi portò allo scoppio della guerra, fu la SOTTOVALUTAZIONE della Germania credendo che Hitler si volesse espandere prima in Russia La Francia ha fatto costruire la linea Maginot: linea difensiva con fortificazioni sul confine. Hitler occupa i paesi neutrali a Nord: Danimarca, Finlandia (controllo del Mar Baltico) e Paesi Bassi (Olanda). Le tappe • 1939: La Polonia viene occupata da Germania e URSS (fronte orientale), le repubbliche baltiche sono occupate dall’URSS • Aprile 1940: le truppe tedesche invadono Danimarca e Norvegia per assicurarsi il controllo del Mar Baltico, Olanda, Belgio e Lussemburgo, paesi neutrali, per attaccare la Francia • Giugno 1940: Mussolini, che nel 39 aveva dichiarato alla Germania di non essere adeguatamente armata per potere entrare subito in guerra (l’Italia, dopo la guerra in Etiopia, Albania e in Spagna, non aveva risorse economiche e nemmeno materie prime che le consentissero di dotarsi di aerei, carrarmati e cannoni di ultima generazione) decide di entrare in guerra contro la Francia a conflitto ormai risolto, per potere trarre vantaggio da un conflitto breve. La sua strategia era quella della guerra parallela vale a dire in completa autonomia, per assicurarsi compensi territoriali. La Francia viene divisa in due parti: il nord è direttamente controllato dai tedeschi; il sud, con capitale Vichy diventa un governo collaborazionista governata da Petèn. Il generale francese Charles de Gaulle, sottosegretario alla politica estera, si oppone all’armistizio con la Francia e, scappato a Londra, incita alla resistenza e organizza la lotta clandestina nel Comitato di Liberazione nazionale, appoggiato da Churchill 31 • 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra perché Hitler gli aveva promesso il controllo del Mediterraneo, ma l’Italia è impreparata alla guerra perché comunque reduce dalla guerra per la conquista dell’Albania (Vittorio Emanuele III era anche imperatore d’Albania), non conquista nulla (Italia aveva già investito in una campagna militare ed era impreparata ad entrare in guerra). Appena entra in guerra subisce una sconfitta perché l’Italia vuole il controllo della Grecia ma non ci riesce; allora Hitler manda una flotta in Grecia e in Jugoslavia per occuparle e ci riesce. La Jugoslavia e la Grecia erano paesi comunisti in cui ci furono i partigiani comunisti guidati da Tito che riescono a prendere potere e a cacciare l’Italia e la Germania • Luglio 1940: l’aviazione tedesca bombarda diverse città inglesi, tra le quali la stessa Londra. Il capo del governo inglese Winston Churchill infonde forza agli abitanti e organizza le forze materiali del paese per resistere. Grazie all’aiuto dei radar, strumento sperimentato dagli inglesi per intercettare gli aerei, non fu possibile per la Germania attraversare la Manica e invadere il Regno Unito. Churchill mette in atto una resistenza; gli inglese sono in possesso dei radar in grado di avvistare gli aerei tedeschi e per questo motivo Hitler non riesce a conquistare il Regno Unito. Indirizza le sue forze sulla Francia conquistando la parte Nord. Nel nord della Francia è presente una spiaggia, Durkirk, in cui le truppe anglo-francesi vennero sconfitte dai tedeschi ? • Settembre1940 i paesi dell’Asse (Germania e Italia), firmano un Patto Tripartito con il Giappone; l’obiettivo era quello di spartirsi il mondo in caso di vittoria: Europa continentale alla Germania, Mediterraneo all’Italia, Asia al Giappone. • Ottobre 1940 Mussolini attacca la Grecia, ma l’esercito italiano è del tutto impreparato e si vede stretto tra la resistenza greca e l’attacco degli Inglesi in prossimità di Taranto ai danni delle navi italiane ancorate nel porto. Solo l’intervento della Germania riuscirà a portare a termine l’occupazione della Grecia. Appariva chiaro che l’Italia non era in grado di portare avanti una guerra autonoma, ma dipendeva interamente dalla Germania • Aprile 1940: Hitler attacca la Jugoslavia e si assicura il controllo dei Balcani. In Grecia e Jugoslavia, occupate ora da fascisti e nazisti, inizia un movimento di resistenza partigiana tenace e agguerrito: gli Iugoslavi, guidati dal maresciallo Tito, organizzano un vero e proprio esercito che sconfigge gli invasori (l’indipendenza della Jugoslavia avrebbe portato all’eccidio delle foibe ovvero atrocità nei confronti dei civili italiani). • Fronte mediterraneo: tra il 1940-1943 gli inglesi con alterne battaglie riescono a garantirsi il controllo completo del Mediterraneo: occupano la colonia italiana della Libia e tutta l’Africa settentrionale. La mondializzazione del conflitto:1941 Anno in cui si ha la guerra con l’URSS e l’entrata degli USA • Giugno 1941: OPERAZIONE BARBAROSSA (si rifà a Federico Barbarossa che aveva combattuto contro gli slavi) Hitler attacca con effetto a sorpresa L’URSS (che intanto si era militarizzata ed era diventata forte in quanto possiede grandi quantità di petrolio, con una popolazione molto coesa e he sa affrontare gli ostacoli, popolo molto fiero e in più ha il generale inverno invincibile come alleato): ha bisogno di grano e del petrolio del Caucaso. Spera in una resa prima dell’inverno. Ma i sovietici resistono in ritirata attaccando gli invasori soltanto con azioni di guerriglia. 32 Leningrado (ex San Pietroburgo) resiste eroicamente. Stalin fa smantellare duemila grandi complessi industriali (acciaierie, centrali elettriche…) per costruirle più ad est per garantirsi la produzione continuativa degli armamenti. La guerra si protrae fino a dicembre: i tedeschi sono costretti alla ritirata e subiscono pesanti perdite. Hitler parte in giugno pensando che in poco tempo avrebbe conquistato Pietrogrado e Mosca. Ma si è dovuto scontrare con un popolo che utilizzava due tecniche di guerra: -GUERRIGLIA siccome Hitler non conosceva il territorio russo, la Russia fa piccoli attacchi continui e inaspettati -TERRA BRUCIATA la Russia inizia a bruciare tutto quello che per la Germania potesse essere un rifornimento. Il popolo inizia a smantellare tutte le industrie La Germania avanzava e la Russia retrocedeva Ma quando la Germania arriva a Mosca capisce di non avere scampo in quanto l’esercito era piccolo e tutti erano stremati. Hitler decide così di ritirarsi. • Dicembre 1941: nel Pacifico ci sono delle isole con basi militari statunitensi. Il Giappone attacca senza preavviso la base americana di Pearl Harbor nelle isole Hawaii distruggendo le navi ancorate: gli Stati Uniti entrano in guerra contro i paesi dell’Asse. Il Giappone, che ambisce all’egemonia dell’Oriente, occupa le Filippine, l’Indonesia, la Malesia, giungendo a minacciare l’India e l’Australia. Tuttavia, nel maggio del 1942 l’avanzata giapponese sarà fermata con la battaglia aereonavale del Mare dei Coralli, Le isole del Pacifico sarebbero state riconquistate dagli americani nel corso del 1943. • In questo momento gli USA escono dalla loro politica dell’isolazionismo ed entrano in guerra. Entrano con un esercito fresco, forte e anche molto avanzato tecnologicamente. • Appena entrano riescono a controllare quasi tutta l’Africa settentrionale (l’Italia quindi perde tutte le colonie) e da qui possono attaccare l’Italia del Sud risalendo dall’Africa. • De Gaulle, ministro degli esteri francese, scappa a Londra e organizza delle associazioni incitando il paese a resistere e a organizzarsi militarmente. • Le forze partigiane si organizzano grazie agli USA che lasciano loro i viveri e armi affinché i partigiani potessero organizzarsi. La Shoah Dal ’39 al ’41 ci fu la pianificazione della Shoah, e fu suddivisa in tre tappe. L’idea di sterminio di ebrei, zingari, omosessuali non nacque nel Il Mein Kampf di Adolf Hitler (ovvero "La mia battaglia" libro autobiografico che promuoveva: un feroce antisemitismo, una visione razzista del mondo e una politica estera aggressiva orientata alla conquista di Lebensraum (spazio vitale) nell'Europa orientale. • Il piano separatista del 1939: iniziale dei nazisti, a partire dall’occupazione della Polonia, era quello di svuotare il paese occupato dagli ebrei per permetterne l’insediamento di comunità tedesche. Furono allora istituiti ghetti dove gli ebrei furono rinchiusi in attesa di essere trasferiti in una speciale riserva nella parte orientale della Polonia. Nei ghetti le condizioni di vita spaventose, malattie e condizioni igieniche molto precarie portarono ad un’altissima mortalità dei reclusi (tifo, meningite, tubercolosi). 35 La resa della Germania e del Giappone • Il 6 giugno 1944 gli Alleati sbarcano in Normandia con mezzi corrazzati e avanzano verso Parigi fino al Reno dove i Tedeschi oppongono l’ultima resistenza. • A Oriente i Russi occupano Varsavia e proseguono l’avanzata verso Berlino e Vienna. Tattica militare: circondare i tedeschi: l’URSS arriva a Berlino da est mentre Francia, Regno Unito e USA da ovest (Hitler schiacciato da due fronti) • La Conferenza di Yalta (in Crimea, territorio sovietico): tra il 4-11 febbraio del 1945, prima che Berlino fosse presa ma certi della vittoria finale, Stalin, Churchill e Roosevelt si incontrano per porre le basi su alcuni punti: -L’Organizzazione delle Nazioni Unite, una istituzione sovranazionale con un governo e un parlamento sovranazionale -La spartizione dell’Europa (assetto geopolitico): l’Europa orientale sotto l’influenza dell’URSS, quella occidentale, compresa Austria e Grecia, sotto il controllo anglo-americano. Est: soggetta a influenza dell’Unione Sovietica Ovest (insieme a Austria e Grecia): soggetta all’influenza di Francia e Inghilterra La Germania sarebbe stata divisa poi in 4 ZONE DI OCCUPAZIONE e ci sarebbe stata la smilitarizzazione e la denazistificazione del paese. -venne stabilita anche l’entrata in guerra dell’URSS contro il Giappone • Gli Alleati si muovono verso Berlino, nel febbraio del 1945 l’aviazione anglo-americana rade al suolo la città di Dresda (crimine di guerra). • Marzo 1945: le truppe sovietiche conquistano Vienna ed entrano per prime a Berlino. Hitler si uccide e il comando tedesco dichiara la resa. • Tra aprile e giugno del 1945 a S. Francisco nasce l’O.N.U. con sede a New York: i vincitori principali della guerra, Francia, Gran Bretagna, Usa, URSS e Cina sottoscrivono l’atto fondativo dell’organismo che si prefiggeva la creazione di uno strumento di governo sovranazionale che sovraintendesse alla politica dei paesi membri (al momento 51) per garantire la pace utilizzando la diplomazia (ma nel caso in cui uno stati minacci la pace e l’equilibrio allora avrebbero potuto intervenire con sanzioni economiche fino all’utilizzo della forza militare), la sicurezza internazionale, favorire il progresso economico, tutelare i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali, garantire il mantenimento dell’assetto geopolitico. I 5 paesi vincitori erano gli unici ad avere DIRITTO DI VETO (possono fermare l’emanazione di leggi approvate dal Consiglio dell’ONU). In merito agli aspetti economici è bene fare riferimento agli accordi di Bretton Woods siglati nel luglio del 1944 da 44 paesi alleati contro l’Asse: viene fatto il dollaro la moneta base; si stabilisce la convertibilità di tutte le monete determinando il valore di ciascuna in rapporto al dollaro, il valore del quale era a sua volta rapportato all’oro, che assumeva pertanto il ruolo di moneta base. La supremazia del dollaro sul piano monetario rifletteva il primato politico- economico degli Usa a livello mondiale. Si stabilisce che l’ONU avrebbe avuto sede a New York, che sarebbe stato istituito un Parlamento ed un governo, il Consiglio di sicurezza, formato da 15 membri. 5 dei quali permanenti (paesi vincitori) e con diritto di veto. 36 La collaborazione tra URSS e gli Alleati si sarebbe però conclusa con l’istituzione del processo di Norimberga (1945-1946) a carico dei criminali di guerra (l’alleanza era finalizzata a combattere il nazismo). A partire dal 1947 le divergenze ideologiche, liberali capitalistiche e comuniste stataliste divisero i paesi in due blocchi, ai vertici dei quali c’erano USA e URSS, che si trovarono in quella condizione di continua tensione che fu definita “guerra fredda”, un periodo di forte tensione tra URSS e USA a causa delle divergenze ideologiche. Le due superpotenze vincitrici diedero vita ad una guerra senza armi fatta di diplomazia, propaganda ideologica, esibizione della forza militare e tecnologica, intervento nei conflitti locali che si aprivano nelle aree periferiche del pianeta. Si basa sulla competizione tecnologica, militare, artistica e letteraria. • Sul fronte del Pacifico gli USA riescono a recuperare i territori occupati dal Giappone, ma non riescono ad annientare la resistenza giapponese. Il 6 agosto 1945 il Presidente Harry Truman decise di far sganciare la bomba atomica sulla città di Hiroshima: muoiono circa 100.000 persone. Il 9 agosto la bomba viene sganciata su Nagasaki: muoiono oltre 50.000 persone. Il 2 settembre 1945 il Giappone firma la resa. La Conferenza di Parigi Tra luglio e ottobre del 1946 nella Conferenza di Parigi si decide la nuova sistemazione dell’Europa. Si ribadiscono le decisioni di Yalta creando due zone di influenza: USA -Europa occidentale URSS-Europa orientale. Si tracciano nuovi confini: • La Polonia ottiene dalla Germania la Prussia orientale (i fiumi Oder e Neisse diventano il confine tra i due stati), ma cede all’URSS alcuni territori orientali • L’URSS estende il suo territorio su parte delle regioni orientali della Polonia e sugli stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania. • L’Austria, tornata indipendente, è obbligata alla neutralità • L’Italia, che grazie al movimento di Resistenza non è trattato come un paese sconfitto, deve rinunciare alle colonie (Eritrea, Somalia, Etiopia, Libia, Albania, Grecia, Dodecaneso e Rodi); Trieste fu divisa in due zone di influenza rispettivamente dell’Italia e della Jugoslavia, nel 1954 sarebbe tornata all’Italia. L’Istria, Fiume e Zara entrarono a far parte della Jugoslavia. • La Germania, privata della Prussia orientale, viene divisa in un primo momento in quattro distinte zone controllate dai paesi vincitori (zona sovietica, francese, inglese e americana), e poi in due blocchi contrapposti: -La Repubblica Federale tedesca (RFT) ad Ovest, controllata da USA, Francia e Inghilterra -La Repubblica Democratica Tedesca (RDT), controllata dall’URSS CORTINA DI FERRO: paesi cuscinetto Albania, Cecoslovacchia, Romania, Bugaria -La città di Berlino, che si trovava all’interno della RDT, fu divisa parimenti in due zone di influenza. Nel 1961 sarebbe stato costruito il muro di Berlino da parte della Germania dell’Est per impedire la circolazione delle persone (si temeva il sistema di spionaggio statunitense) verso la Germania dell’Ovest. Il muro venne abbattuto nel 1989 e la riunificazione tedesca fu conclusa il 3 ottobre del 1990 in cui il comunismo venne dichiarato morto. 37 Il Piano Marshall Europa in grande difficoltà economica in particolare la Germania che deve essere ricostruita La crisi economica dei paesi liberali europei faceva temere agli USA la nascita di disordini sociali che offrissero all’URSS l’occasione per aggredire militarmente l’Europa occidentale, anche in considerazione del fatto che l’Armata Rossa (operai e contadini russi) era il più grande esercito di terra del mondo. Fu così che i primi governi americani del dopoguerra misero in atto un poderoso piano di aiuti economici per la ricostruzione dell’Europa a partire dal 1947-1948. Milioni di dollari furono concessi in prestito ai paesi dell’Occidente unitamente alla distribuzione gratuita di grandi quantità di beni di consumo. Questo permise la ripresa economica e sociale dell’Europa (in modo particolare quella di Italia e Germania), tuttavia essa gravitò sotti l’influenza politica statunitense. (Europa dipendente dagli USA) Usa investono nella ricostruzione dell’Europa perché vogliono mantenere i valori liberali per non creare ulteriori rivoluzioni sociali (non voleva dare occasione a Stalin di promuovere la rivoluzione comunista in quanto la Russia ora ha molti territori industrializzati) Gli Stati satelliti Così furono definiti gli stati liberati dall’armata rossa e posti sotto l’influenza sovietica (Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Germania orientale). Stalin diede loro l’istituzione politica di repubbliche popolari guidate dal partito comunista e dipendenti dall’Unione Sovietica, sia in campo politico, sia in campo economico. Si parlò di cortina di ferro, vale a dire di paesi che avrebbero funto da barriera tra Est ed Ovest. Stalin a tale proposito impose l’interruzione di ogni rapporto tra i paesi comunisti e l’Occidente. Due blocchi militari Gli USA nel 1949 costituirono la NATO, un’alleanza militare di difesa, alla quale aderirono anche il Canada e quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale (esercito comunitario su base volontaria) Nel 1955 in contrapposizione alla Nato l’URSS stabilì il Patto di Varsavia, un’alleanza militare con i paesi dell’Europa orientale. La NATO era mossa dal principio di libertà, il Patto di Varsavia da quello dell’uguaglianza. In pratica il contrasto politico -militare tra le due potenze era sorretto da uno scontro ideologico. (crea esercito contrapposto formato dai paesi che fluttuano attorno all’URSS) Le conseguenze della guerra fredda: • La corsa agli armamenti: le due superpotenze investono nell’industria bellica per assicurarsi una schiacciante superiorità militare • La repressione: all’interno delle due superpotenze si aggravarono le repressioni e i controlli. L’URSS si adoperò in una martellante campagna politica a difesa del regime, inviò migliaia di oppositori politici nei gulag, impedì ogni contatto con l’Occidente; gli USA misero in atto la cultura del sospetto che portò alla persecuzione e all’emarginazione dei presunti comunisti. • Solo dopo la morte di Stalin avvenuta nel 1955 iniziò un periodo di distensione che portò ad accordi internazionali che limitavano le armi atomiche e gli esperimenti nucleari, Tuttavia nel 1961 fu costruito il muro di Berlino, divenuto il simbolo della guerra fredda • La crisi di Cuba (isola del Centroamerica). A Cuba fino al 1959 fu istituita una dittatura militare appoggiata dagli USA. Il giovane Fidel Castro, a capo di un movimento rivoluzionario, rovesciò in quell’anno la dittatura Gli USA sono preoccupati poiché la rivoluzione avrebbe potuto dilagare in tutto in tutti i paesi dell’America latina sui quali esercitava il suo controllo. Gli Usa appoggiarono allora lo sbarco sull’isola di controrivoluzionari cubani che, tuttavia, furono sconfitto. Castro, Allora, proclamò la repubblica socialista e accettò la protezione militare dell’Unione Sovietica, la quale istallò nell’isola basi missilistiche a difesa delle minacce statunitensi. Questi allora posero intorno a Cuba un blocco navale pronto a far fuoco sulle navi sovietiche che si fossero avvicinate. Si temette una guerra nucleare, ma poi i sovietici smantellarono le basi e gli USA accettarono l’indipendenza dell’isola.
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