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Duello tra Tancredi e Clorinda, Appunti di Italiano

Riassunto, analisi e interpretazione

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 07/05/2021

Polpofelice
Polpofelice 🇮🇹

4.5

(4)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Duello tra Tancredi e Clorinda e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! T4 PAG.136 IL DUELLO DI CLORINDA E TANCREDI RIASSUNTO: Nel canto XII della Gerusalemme liberata di Tasso, viene narrato il duello tra Clorinda e Tancredi, che si conclude con la morte della fanciulla. Infatti, mentre di notte i pagani rafforzano le loro difese a Gerusalemme, Clorinda non riesce a dormire e anzi pianifica di uscire dalle mura della città per ardere la torre nemica, in quanto, pur essendo un’abile guerriera, è conscia del fatto che non riceverà mai gloria per le sue imprese, essendo una donna. Pertanto decide di esporre il suo piano al suo compagno d’armi Argante e gli chiede che, nel caso in cui morisse durante l’impresa, egli si prenda cura del padre di lei Arsete e di riportarlo con le altri donne in Egitto, ovvero la sua terra natia. Tuttavia Argante si rifiuta di lasciarla andare da sola e così alla fine Clorinda si trova costretta ad accettare la volontà del compagno. Successivamente, quando la guerriera espone il suo piano anche al padre, Arsete prega la figlia di desistere dall’impresa, ma, non riuscendo a convincerla, le racconta la verità sulla sua nascita: Clorinda era infatti la figlia della regina della cristiana Etiopia ed era stata affidata ad Arsete per non destare sospetti a causa della sua carnagione chiara. Dopo aver sentito il resoconto sui suoi natali, la giovane guerriera si prepara per l’impresa e decide di cambiare la sua armatura, in quanto credeva che di notte sarebbe stata troppo riconoscibile. Conseguentemente in sole due ottave attraverso scene rapide e fulminee viene dato un resoconto del motivo per cui Clorinda rimane chiusa fuori dalla Porta aurea: durante lo scontro con Solimano, ella era infatti stata colpita alle spalle. Ormai fuori dalle mura della città, conscia del pericolo, dopo aver ucciso Arimane, decide di mescolarsi tra i nemici: il piano inizialmente sembra funzionare, se non fosse che Tancredi, avendola vista uccidere quel guerriero, la insegue e la raggiunge. Da qui inizia lo scontro all’ultimo sangue, che si conclude con la morte di Clorinda, essendo stata colpita al petto, e il seguente battesimo della fanciulla da parte di Tancredi stesso, che togliendole l’elmo a riconosce e capisce di aver appena ucciso la sua amata. ANALISI: Nel canto XII della Gerusalemme liberata di Tasso, viene narrato il duello tra Clorinda e Tancredi, che si conclude con la morte e il successivo battesimo della fanciulla. La scena si apre nella città di Gerusalemme di notte: mentre i pagani rinforzano le difese della città, Clorinda pianifica di superare il vallo dei nemici per ardere la torre e così decide di esporre il suo piano al compagno d’armi Argante, pregandolo di prendersi cura del padre Arsete e di riportarlo in Egitto con le altre donne, nel caso in cui ella muoia durante l’impresa. Tuttavia Argante si rifiuta di lasciarla andare da sola e così alla fine Clorinda si trova costretta ad accettare la volontà del compagno. Nell’ottava 18, viene anticipato il motivo che causerà la morta della guerriera: Clorinda decide infatti di indossare un’armatura nera, per non essere riconosciuta dai nemici, ma, facendo così non verrà riconosciuta nemmeno da Tancredi, che ne causerà la morte. Dopo essersi preparata, la guerriera espone il suo piano al padre, che la prega di desistere dall’impresa e le racconta la verità sulla sua nascita: Clorinda era infatti la figlia della regina della cristiana Etiopia ed era stata affidata ad Arsete per non destare sospetti a causa della sua carnagione chiara. Proprio per questo motivo la bambina era stata portata in Egitto, dove Arsete, venendo meno alla richieste della regina, non le aveva dato il battesimo. Successivamente in sole due ottave attraverso scene rapide e fulminee viene dato un resoconto del motivo per cui Clorinda rimane chiusa fuori dalla Porta aurea di Gerusalemme: durante lo scontro con Solimano, ella era infatti stata colpita alle spalle e non era quindi riuscita a rientrare in città. In questa breve sequenza il ritmo della narrazione aumenta per dare maggiore enfasi a ciò che accade. Ormai fuori dalle mura della città, conscia del pericolo, dopo aver ucciso Arimane per scemare il suo desiderio di sangue, decide di nascondersi tra i nemici che erano intorno alle mura della città: il piano inizialmente sembra funzionare, se non fosse che Tancredi, avendola vista uccidere quel guerriero, la insegue e la raggiunge. Nell’ottava 51, vi è una similitudine di matrice virgiliana, in cui la giovane guerriera viene paragonata ad un lupo, che dopo aver compiuto il suo eccidio si nasconde nel bosco, così Clorinda si nasconde tra i nemici. Dall’ottava 53 all’64, viene descritto il duello “e guerra e morte” (ottava 52) tra Tancredi, che non ha riconosciuta Clorinda come la sua amata, e la guerriera stessa, che si conclude con la morte della fanciulla. Nell’ottava 54 attraverso un intervento metanarrativo, Tasso dice che le imprese e lo scontro dei due sono delle opere così degne di essere raccontate, che egli non può fare a meno di descriverle dettagliatamente: da questa descrizione infatti traspare l’esperienza di Tasso circa la tecnica militare. Nell’ottava 57 vi è un chiaro riferimento ad Omero “tre volte il cavalier la donna stringe”: il numero tre era infatti particolarmente importante per il poeta greco (Achille cerca di abbracciare lo spirito di Patroclo tre volte e Odisseo cerca di abbracciare la madre sempre 3 volte). Ciò non solo dimostra la ripresa dell’epica antica da parte di Tasso, ma serve anche per anticipare al lettore l’imminente morte di Clorinda. Inoltre tutta la descrizione del duello tra la fanciulla e Tancredi è caratterizzato da verbi o comunque parole, che possono appartenere al campo semantico erotico, come si nota nell’ottava 57 (“stringe”, “nodi tenaci”…). Tra le ottave 59 e 61 il duello si ferma, in quanto ormai sono entrambi esausti e feriti e ricomincia solo perché Clorinda si rifiuta di svelare la sua identità. La stanchezza dei due guerrieri è ben esplicitata nell’ottava 59, dove l’iperbato valorizza il sangue dell’amata, che dice a Tancredi che, se vivrà, pagherà piangendo ogni goccia di sangue che ha versato. Solo nell’ottava 64, essendo ormai ricominciato lo scontro, Clorinda viene ferita al petto e attraverso lessico di matrice erotica viene descritta la gravità di quel colpo mortale, che la porta a chiedere a Tancredi il battesimo. Solo quando il guerriero toglierà l’elmo a Clorinda per battezzarla si renderà conto di aver appena ucciso la sua amata, realizzando ciò che la fanciulla aveva preannunciato nell’ottava 59, ovvero che, se fosse sopravvissuto al duello, avrebbe pagato con le lacrime ogni goccia di sangue versata. Questo episodio è particolarmente importante, in quanto dà una svolta al triangolo amoroso Clorinda- Tancredi- Erminia e dà anche risalto alla prospettiva pessimistica che coinvolge gran parte della Gerusalemme liberata: infatti colui che ama, pur non essendo ricambiato, si trova ad essere la causa della morte dell’amata. Le prime ottave del canto XII mettono anche in luce il ruolo della donna nella società guerriera: Clorinda infatti ammette più volte che pur essendo un’abile guerriera, è conscia del fatto che non riceverà mai gloria per le sue imprese, essendo una donna e che, anche se morisse durante l’impresa, almeno verrebbe ricordata degna di gloria. Da ciò traspare anche un altro tema importante, ovvero l’insoddisfazione della propria condizione sociale: Clorinda è insoddisfatta dell’eroismo del quale ha potuto fare mostra. INTERPRETAZIONE: Nell’Orlando furioso Ariosto è un narratore onnisciente, che muove le fila della storia e le peripezie dei personaggi, come se questi fossero burattini ed egli un burattinaio. Inoltre all’interno del poema Ariosto si presenta anche come personaggio: egli infatti prende le sembianze di Orlando, in quanto proprio nel paladino si ritrova, in quanto entrambi sono impazziti a causa dell’amore per una donna. Oltre a questa immedesimazione dell’autore-narratore in Orlando, Ariosto spesso presenta i propri pensieri nel Furioso attraverso interventi metanarrativi. Ad esempio all’inizio del XXIV canto Ariosto consiglia a tutti coloro che sono immischiati nella passione di tirarsene fuori il prima possibile, in quanto sa bene che l’amore porta solo a dolore e pazzia: nella seconda ottava infatti il poeta afferma: “a chi in amor s’invecchia, oltr’ogni pena, si convengono i ceppi e la catena”. Il poeta consiglia di fare ciò, in quanto anche lui soffre ed è reso pazzo da tormenti d’amore, ma è totalmente conscio del fatto che lui non riuscirà mai nel suo intento, in quanto “’l male è penetrato fino all’osso” (ottava 3). Nella Gerusalemme liberata Tasso tenta di allontanarsi dal Furioso per seguire invece i precetti della Poetica di Aristotele: egli pertanto respinge il fiabesco a favore del meraviglioso cristiano, elimina gli
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