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Dunbar - la scimmia pensante, Sintesi del corso di Antropologia

sintesi del libro di Dunbar - la scimmia pensante

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 02/02/2021

irene-barra
irene-barra 🇮🇹

4.3

(9)

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Scarica Dunbar - la scimmia pensante e più Sintesi del corso in PDF di Antropologia solo su Docsity! 1,2 Nelle teorie iniziali l'evoluzione veniva vista come una progressione. Gli uomini e le scimmie venivano subito dopo gli angeli e al vertice si trovava dio. Gli esseri umani essendo più evoluti dovevano essere i più vecchi e i più vicini a Dio. Dal 1859 con Darwin la concezione dell'evoluzione cambia. In " l'origine delle specie "Darwin Pensa che l'evoluzione non sia lineare e progressiva ma ramificata. Inoltre le variazioni nell'aspetto esterno di una specie erano secondo lui dovute alla selezione naturale. Una delle conseguenze più sconvolgenti di questa nuova prospettiva era che noi umani non eravamo più necessariamente il vertice dell'evoluzione. Un'altra conseguenza era che fossimo solo parte di un più ampio gruppo evolutivo, quello dei primati. Non eravamo quindi, come pensavamo, un atto di creazione Divina: la nostra storia era connessa alle storie di altre specie. Da qui in poi si capisce che gli uomini sono più strettamente legati agli scimpanzè insieme ai gorilla. Questi formano la superfamiglia delle grandi scimmie antropomorfe africane che tra 5 e 7 milioni di anni fa si divise nelle tre linee evolutive. L'orango si distacca dagli antenati di questo gruppo circa 15 milioni di anni fa. Il quadro generale era quindi quello di una super famiglia di individui simili alle scimmie antropomorfe che si era poi scissa tra i 15 e i 20 milioni di anni fa in due linee distinte. Una avrebbe finito per produrre le quattro grandi scimmie antropomorfe che vediamo oggi, l'altra sarebbe giunta fino a noi tramite specie ormai estinte. Poi negli anni 60 in America viene scoperta la genetica. Venne avanzata l'ipotesi che l'origine comune a noi e alle scimmie antropomorfe dovesse essere più recente: non più di 3 milioni di anni fa. I dati su cui si basava questa proposta erano le somiglianze tra il codice genetico dell'uomo è quello delle grandi scimmie antropomorfe africane. L'idea era che il DNA potesse essere usato come orologio biologico. Questa scoperta derivava dal riconoscimento del fatto che le strutture del DNA possono mutare costantemente nel corso del tempo ; il successo o meno della mutazione stabilirà se questa verrà trasmessa alla generazione successiva. Quindi qui trova posto anche la selezione naturale di Darwin : sotto la pressione della selezione i geni possono modificarsi molto rapidamente. Questo era il processo che serviva da orologio molecolare per ricostruire i tempi di separazione di linee evolutive strettamente imparentate. Venne fuori che l'evoluzione dell'uomo e la sua separazione dalle scimmie risale a 3 milioni di anni fa. Le migliori stime attuali indicano che l'antenato comune non oltrepassa i 5 o 7 milioni di anni fa. La conclusione più stupefacente è la scoperta del fatto che gli uomini hanno con gli scimpanzé una relazione più stretta di quella che gli scimpanzé hanno con i gorilla con gli oranghi: 98, 5% del DNA. Le prove del DNA mostrano senza possibilità di errore che erano stati gli oranghi e non gli umani a ritirarsi dal grande raduno delle scimmie circa 15 milioni di anni fa. I nostri più antichi antenati fossili sono le australopitecine, che vagarono nelle savane africane a partire da circa 4 milioni di anni fa fino a un milione e 200 mila anni fa. Erano abitualmente bipedi. Tra tutti i tratti distintivi degli umani il bipedismo si è prodotto evolutivamente per primo. Ci sono differenze fisiche tra le scimmie antropomorfe e le australopitecine: le scimmie antropomorfe hanno un bacino lungo e stretto per consentire l'arrampicata sugli alberi e correre a quattro zampe. Gli umani invece hanno un bacino largo e concavo per bilanciare il tronco e contenere gli intestini. Il bacino lungo e stretto inoltre non fornisce una base stabile. Le scimmie antropomorfe hanno anche cosce corte e tozze invece le australopiteci ne avevano cosce più lunghe le braccia più corte. Tutto questo indica che erano abituate a muoversi su due piedi. Le altre scimmie antropomorfe da cui in seguito sarebbero nati scimpanzé gorilla erano restate nella foresta. (anche il bonobo è molto simile a noi io per la lunghezza delle gambe sia per la capacità di bloccare il ginocchio) Il vero bipedismo nasce però con la specie homo erectus circa 2 milioni di anni fa. Le ossa femorali si piegano verso l'interno facendo sì che i piedi si trovino accostati e favoriscano un oscillazione armonica. Questo cambiamento coincise probabilmente con una variazione nelle modalità di ricerca di cibo dovuta a un forte cambiamento climatico che produsse la deforestazione e la nascita della savana. Il bipedismo favoriva l'esplorazione di habitat aperti con più efficienza. Il bipedismo però comporta anche degli svantaggi: il bacino concavo produce un parto più doloroso. All'inizio non era un problema data la piccola dimensione delle teste dei bambini, ma quando il cervello iniziò a crescere la natura fece in modo che le ossa del cranio dei bambini non si formassero perfettamente già dalla nascita, in modo da consentire il restringimento della testa durante il parto. Anche i legamenti dell’osso pubico della madre si fanno più elastici nelle fasi finali della gravidanza. Il cervello inizia a crescere con i primi esseri appartenenti al genere Homo circa 2 milioni di anni fa. Da homo erectus fino a noi il cervello è cresciuto sempre più velocemente. Per vedere la crescita del cervello possiamo analizzare gli utensili utilizzati. Con homo erectus (2 milioni di anni fa) si ha un notevole cambiamento. Poi più niente prima di 500. 000 anni fa con la rivoluzione del Paleolitico superiore (10.000 anni dopo il momento in cui il cervello umano aveva raggiunto le dimensioni attuali), dove da Homo Erectus si passa a Homo sapiens e alle dimensioni attuali del cervello. Anche per quanto riguarda i resti degli utensili, quelli delle australopitecine non sono rilevanti. Si vede un miglioramento con Homo Erectus , 2.000.000 di anni fa. quindi si può notare come tutti quei tratti che sono stati a lungo considerati segni distintivi dell'umanità (bipedismo, grande cervello e strumenti) derivino da periodi di tempo decisamente lontani tra loro. La storia dell'uomo va quindi letta come l'insieme di diversi processi graduali che si definiscono 50000 anni fa con la rivoluzione del Paleolitico superiore. Homo erectus è apparso circa 2 milioni di anni fa ed è il primo vero esponente del nostro genere. A partire dall' Africa si diffonde in Cina in Indonesia e in Europa. Visse un milione e mezzo di anni. Circa 500’000 di anni fa homo erectus comincia un processo evolutivo rapido di accrescimento delle dimensioni cerebrali e alleggerimento della struttura corporea: 200'000 anni fa nasce Homo sapiens e rimpiazza homo erectus in Oriente e in Europa. Homo erectus sopravvive in Asia fino a 60’000 anni fa. Homo Sapiens si diffonde in Africa Oriente Europa Asia Australia America Amazzonia Patagonia. Questi sono i nostri progenitori perché le analisi del DNA rivelano che circa tutti gli abitanti attuali della terra derivano da un gruppo ristretto di circa 5000 femmine vissute tra i 150 200 mila anni fa in Africa. 40.000 anni fa nasce il Cro-Magnon L'uomo di Neanderthal invece rappresenta un caso particolare : le analisi del DNA rivelano che c’è stato più o meno 500’000 anni fa un antenato comune dal quale Neanderthal si è staccato. Si estingue solo 28’000 anni fa e probabilmente per motivi razziali o malattie passategli dà altri uomini,oppure per motivi climatici: i cromagnon forse sapevano sopportare meglio il freddo anche per differenze culturali. Dall'estensione del Neanderthal in poi esisterà una sola specie vivente di ominidi sulla terra. passaggio verso la riflessività cognitiva che ci consente di arrivare a livelli di secondo ordine di intenzionalità. In che momento è accaduto?? Possiamo scoprirlo conoscendo e ricostruendo le proporzioni tra le diverse parti del cervello degli umani a confronto con quello degli ominidi. Prendendo un cervello con primo ordine di intenzionalità delle scimmie non antropomorfe, uno di secondo ordine delle antropomorfe e uno di Quinto Ordine degli esseri umani moderni e mettendoli a confronto possiamo scoprire a Che dimensioni corrisponde un intenzionalità di Tot ordine. Così dovrebbe essere possibile individuare nella storia evolutiva il punto di svolta nell'acquisizione di Queste capacità mentali. L'intenzionalità di Terzo Ordine sarebbe apparsa per la prima volta con homo erectus circa 2 milioni di anni fa. quella di Quarto ordine non sarebbe comparsa prima di 500000 anni fa quando compare Homo Sapiens arcaico. L'intenzionalità di Quinto ordine deve essere comparsa subito dopo. Anche Neanderthal, vedendo le dimensioni del cranio, avrebbe potuto avere un intenzionalità di Quinto ordine. Però Il loro cervello probabilmente non era organizzato nello stesso modo perché avevano l'area della vista più sviluppata della nostra quindi il volume della neocorteccia può essere minore del nostro. quindi noi e le scimmie antropomorfe condividiamo un certo numero di capacità cognitive ma siamo diversi sotto un aspetto: noi umani possiamo attaccarci dal mondo della nostra esperienza sensibile e questo ci permette di riflettere sul mondo che troviamo davanti a noi e di chiederci se potrebbe essere diverso. Invece le scimmie hanno un'esperienza più diretta del mondo, il loro naso è incollato alla realtà. 4 Al contrario di quanto i documentari sono sempre fatto vedere gli scimpanzè non sono Pacifici. Organizzano spedizioni per uccidere membri delle comunità vicine e quando il gruppo si è ridotto abbastanza ne conquistano il territorio. Una delle fondamentali differenze tra noi e le scimmie antropomorfe è la formazione delle coppie stabili. Le femmine degli scimpanzé stabiliscono delle relazioni esclusive con un maschio nel periodo degli accoppiamenti ma queste relazioni non restano stabili a lungo. Gli esseri umani sono diversi Nel senso che maschi e femmine possono nutrire una reciproca attrazione che chiamiamo innamoramento. La monogamia esiste anche nel mondo animale ma non è molto frequente nei mammiferi. Non si riscontra tra i primati. Gli unici mammiferi che hanno relazioni stabili non hanno una vita sociale ampia come quella dell'uomo che invece forma coppie di lunga durata all'interno di grandi gruppi sociali. Uno dei motivi del legame di coppia è fondamentalmente l'esclusione degli altri maschi, dettata soprattutto dalle femmine. Le coppie stabilizzate sono un investimento a rischio x pressioni interne ed esterne (partner più appetibile). Negli uomini la gelosia sessuale e la paura di essere abbandonati sono le cause principali dei conflitti che nascono all'interno di una coppia. Solitamente è l'uomo ad aggredire la donna ma anche le donne hanno comportamenti violenti: il rischio di perdere il compagno può far sì che una donna cerchi di terrorizzare la rivale. La differenza principale nell'uomo e che gli uomini minacciati di abbandono tentano di proteggere la loro relazione aggredendo la compagna, mentre le donne puntano sulla Rivale. Questo perché per entrambi i sessi l'attacco contro un maschio ha maggiori probabilità di morte che non l'attacco contro una femmina. Anche il cervello è uno dei fattori che hanno contribuito ad affermare il fenomeno della coppia stabile. La sua crescita Val di là dei nove mesi convenzionali della gravidanza di circa un anno. Le strutture cerebrali si formano a un ritmo molto lento e per questo c'è bisogno che la madre si prenda molta cura del figlio anche e soprattutto dopo la nascita. L'allevamento di un figlio per l'essere umano ha un costo molto alto. Ci deve quindi essere qualcosa che possa fornire una garanzia di stabilità della coppia Almeno finché I figli sono piccoli. Una garanzia è rappresentata dall'istinto materno. Questo si produce in seguito a un processo di ristrutturazione ormonale che si verifica nella madre Durante il processo della nascita. Per gli uomini invece una questione diversa: la loro parte a volte si limita e reperire risorse che poi gestirà la madre, invece non è così : si prendono cura dei figli per i seguenti motivi: Subiscono comunque anche loro la pressione evolutiva delle donne: Se le cure per far crescere un figlio comportano la collaborazione di due genitori Allora gli uomini che non vi prendono parte avranno meno successo riproduttivo e rispetto ad altri, cioè minori probabilità di generare discendenti. Inoltre c'è il pericolo dell'infanticidio: a livello istintivo se un uomo dovesse lasciare sola la donna con un figlio piccolo Ci sarebbe il pericolo che un altro maschio possa avvicinarsi uccidendo il figlio e provando a generare altri figli suoi con la donna. Quando un maschio uccide un piccolo già in vita della femmina con cui vorrebbe accoppiarsi lo fa perché durante l'allattamento il neonato blocca il ciclo mestruale (x via degli ormoni). I gorilla praticano molto l'infanticidio. Anche la tribù degli Anche del Paraguay. L'infanticidio quindi è uno dei fattori della Costituzione di coppie stabili: il maschio deve proteggere la propria prole. Comunque la formazione di una coppia stabile Non è una condizione permanente in nessun caso, né negli uomini né gli animali. La poligamia sia Invece quando gli uomini sono in grado di assicurarsi il monopolio delle risorse che le donne possono investire nella cura dei propri figli. Se le risorse bastano per più di una donna con il relativo figlio, le donne possono anche accettare questa forma di condizione matrimoniale per avere accesso a queste risorse. Quindi la disponibilità delle risorse è un fattore importante nella scelta del partner Appunto perché è importante per la crescita e Per l'educazione di un figlio. Anche la poliandria funziona sullo stesso sistema: tot uomini possono mantenere i figli di una sola donna. Quindi è evidente che gli esseri umani condividono molte caratteristiche comportamentali con altri primati, ma comunque le differenze discendono dalle grandi dimensioni del nostro cervello. I tratti comportamentali comuni derivano dagli antenati che abbiamo in comune. Da questa questione possiamo vedere iniziare dei punti importanti. Un determinismo genetico totale del comportamento risulta fallimentare; è necessario un comportamento flessibile, che si adatti alle esperienza per mantenere i propri geni invita abbastanza da garantire l'intervento di un mutamento biologico. Quindi, Prendendo l'infanticidio come esempio, uccidere i figli di una femmina per potersi accoppiare con lei non è una grande strategia di corteggiamento. Inoltre è importante evidenziare che in termini biologici l'evoluzione favorisce i caratteri che produrranno un numero più alto di discendenti. In biologia esistono regole universali ma comunque si applicano in contesti che variano enormemente da un individuo all'altro o da un periodo all'altro della vita. La strategia ottimale dipende dal rapporto tra costi e benefici; non c'è quindi un modo giusto di comportarsi ma ci sono scelte tra alternative che saranno più o meno efficaci per la circostanza in cui ci si trova. 5 linguaggio risata e musica Gli esseri umani sono diversi da tutte le altre specie di animali ( tra cui tutte le scimmie antropomorfe) per via del linguaggio. Tutti gli animali hanno una forma di comunicazione ma nessuno di questi sistemi è paragonabile al linguaggio umano in termini di capacità di trasmissione delle informazioni. Inoltre nessun animale si è mai servito dei propri sistemi di comunicazione per produrre qualsiasi tipo di letteratura. Il linguaggio è essenziale per vari motivi: se si devono coordinare attività di tante persone in Tanti luoghi diversi, ad esempio per la trasmissione delle conoscenze da una generazione all'altra. Ma perché gli esseri umani hanno questa capacità unica? E perché solo loro? Il linguaggio può connettersi intimamente con molti altri aspetti esclusivi del comportamento umano come la risata e la musica? Il perché dell'evoluzione del linguaggio e a cosa serve Il linguaggio si è voluto per consentire agli esseri umani di scambiarsi informazioni ma non solo come strumento che facilita lo scambio di conoscenza tecnica. Qui si tratta di qualche altra cosa. Questa altra cosa comincia ad apparire se si guarda ciò di cui effettivamente parliamo: la maggior parte del nostro tempo di conversazione è una questione di rapporti sociali, come quello che ci piace è quello che no, quello che gli altri hanno fatto ieri, cosa stavano facendo gli altri, come si dovrebbe affrontare una situazione difficile eccetera. Questi argomenti coprono circa due terzi delle nostre conversazioni; tutto il resto come la politica la cultura la musica occupa solo un terzo del tempo. il fatto che la parte dei rapporti sociali abbia un ruolo così dominante nelle nostre conversazioni non è un caso. la natura non farebbe evolvere capacità che sono utili solo in rare occasioni. Il linguaggio è un fenomeno sociale. Ma come è stata possibile l'evoluzione del linguaggio come fenomeno sociale? La risposta va cercata nell'ipotesi del cervello sociale: nel capitolo 3 si è visto che nei primati esiste una correlazione tra le dimensioni della neocorteccia e quelle del gruppo in cui vivono gli animali. Si è visto che in base a questo rapporto la massa cerebrale di un essere umano è adatta per interagire con un gruppo di 150 individui. I primati invece hanno un massimo di 50 individui. Per mantenere uniti i loro gruppi i primati praticano il grooming, cioè pulizia del corpo reciproca. Il tempo che impiegano nel pulirsi reciprocamente è direttamente proporzionale alle dimensioni delle comunità in cui vivono. Se noi fossimo scimmie antropomorfe in gruppi di 150 individui dovremmo spendere più del 40% della nostra giornata in questo tipo di operazioni. Questa cosa non è possibile perché il tempo va sfruttato anche per la ricerca di cibo. Le scimmie Infatti non dedicano al grooming più del 20% del tempo attivo disponibile. L'ipotesi quindi è che l'uomo usi il linguaggio invece del grooming per saldare i legami sociali Ma comunque non riesca a creare altro tempo disponibile per le interazioni sociali. Il linguaggio ci permette di spingere il limite del 20% fino al massimo possibile e fare un migliore uso del tempo a disposizione. Quindi se si vede la conversazione come una sorta di grooming sociale, Allora il linguaggio ci permette di dedicarci al grooming con più persone contemporaneamente (c'è comunque un limite di persone e si ferma a 3, dopo di che la conversazione si divide in più gruppi). La conversazione è importante perché interagiamo con gli altri: ci impegniamo in un dialogo con chi parla rafforzando quello che dice e incoraggiandolo a continuare. Es: si si, ti ascolto, hai ragione... questo tipo di commenti significano che si preferisce stare con la persona con cui si sta parlando rispetto a altre persone: è la testimonianza di un interessamento verso la persona con cui si sta parlando. Questa capacità già supera quella delle scimmie perché loro possono fare grooming solo con un esemplare per volta. Ma anche nell'essere umano Esiste il prendersi cura di una persona alla volta: quando si ha sufficiente intimità con una persona per potersi permettere momenti di cura fisica reale, come le coccole. La musica La musica è in grado di suscitare modulare le nostre emozioni attraverso la variazione delle sequenze dei suoni sulla scala Tonale, producendo sensi di gioia, disperazione, o eccitazione. Sembra inoltre che questo tipo di reazione emotiva alla musica è un tratto della natura umana che ha carattere universale, che si accentua quando si troviamo in gruppo. Cantare insieme ad altri, come si fa nelle religioni, sembra avere una presa emotiva straordinariamente forte Su di noi. Ma perché la musica ci fa questo è qual è il ruolo che è esercitato nella storia dell'evoluzione umana? Le risposte si trovano nell'emisfero destro che contiene il sistema limbico, la regione più arcaica dal punto di vista evolutivo. Dato che il linguaggio ha sede nella parte opposta del cervello, sembra plausibile sostenere che musica e linguaggio hanno avuto due storie evolutive distinte. Il profondo impatto emotivo della musica potrebbe farci pensare che ha origini molto antiche anche precedenti alla nascita del linguaggio. Questo può rispondere alla domanda sul ruolo della musica nella nostra storia evolutiva. Abbiamo detto che il canto suscita emozioni e unisce i membri del gruppo: potrebbe essere che cantare insieme di avvio la produzione di endorfine. Come perché non musica abbia questo effetto è ancora oggi un mistero. Probabilmente il canto si accompagnò presto alla danza. sembriamo reagire con entusiasmo alle danze ritmiche e sia danza che musica sono usate nei rituali e nelle religioni. la produzione di strumenti musicali però è probabilmente un'invenzione molto più recente, nata dopo la nascita del canto e forse dopo il linguaggio. Il fatto che grazie al linguaggio gli esseri umani riescano a scambiarsi informazioni tecniche è molto importante, ma sembra molto probabile che questo sia stato uno sviluppo molto recente. Parole e linguaggio si sono evoluti per consentirci di tenere insieme raggruppamenti e sociali che stavano diventando troppo grandi perché il tradizionale grooming dei primati bastasse consolidarli. Inoltre, per garantire maggiore efficacia all'azione del linguaggio, dobbiamo attingere a risorse non verbali, che ci riconducono direttamente agli stessi processi chimici del grooming: musica e riso. Musica e linguaggio inoltre creano il complesso di attività e relazioni che chiamiamo cultura. 6 Ovunque ci siamo comunità umane c'è anche cultura , ogni popolazione ha la propria . È difficile definire cosa sia la cultura . - Per gli antropologi si tratta delle regole e dei principi che fanno di una società un'unità coesa , perché suoi membri condividono gli stessi principi e la stessa visione del mondo . La cultura sono le idee che le persone hanno in testa, la istruzioni su come fare qualcosa , i giudizi sul significato il senso della vita , regole di comportamento , religione. - Per gli archeologi invece la cultura è un insieme di oggetti materiali, come resti sepolti di antiche civiltà, è qualcosa di molto concreto . Vasellame, armi, gioielli, ecc.. - L'altra definizione di cultura e quella che comprende musica , arte , letteratura , riviste . Tutto questo in buona parte dipende da linguaggio che è il suo mezzo di espressione e comunicazione . Secondo gli antropologi gli esseri umani sono gli unici a possedere una cultura perché essa dipende da linguaggio , che gli animali non possiedono . Qui si pone una domanda importante :In che misura la parola o il linguaggio , sono essenziali per la cultura? La cultura può appartenere anche agli animali? Per l'uomo il linguaggio è importante per la trasmissione della cultura ma non per il modo in cui la cultura viene creata . La creazione di un manufatto , di una regola , di una poesia , hanno qualcosa che è più profondo della semplice operazione di trasmissione di qualcosa . Il terzo senso in cui si intende la cultura non può appartenere agli animali. Per quanto riguarda il secondo senso ci sono delle ipotesi . I primi resti di utensili li troviamo con l'homo abilis, dove compaiono pietre evidentemente lavorate a mano. Per quanto riguarda le australopitecine si trovano solo ossa spezzate. Quando però gli archeologi parlano di questi strumenti, si interessano solo a ossa e pietre, non a strumenti di legno o di materiale vegetale che possono essersi decomposti. La lancia più antica di cui si ha notizia è di legno, con la punta indurita al fuoco, trovata in Inghilterra circa 400000 anni fa. Siamo a più di un milione e mezzo di anni di distanza dell'apparizione dei reperti fossili in pietra lavorati a mano. Quindi, che non si riescono a trovare dei reperti fossili non significa affatto che una volta non ci fossero. Per quanto riguarda la cultura degli scimpanzé possiamo fare due esempi interessanti: gli oggetti che vengono usati per risolvere un problema che ha che fare col cibo e le abitudini e comportamenti che si riscontrano in una popolazione di scimmie antropomorfe, ma non nelle altre popolazioni. Un esempio che fonde questi due tipi di cultura animale : la pesca delle termiti. Le termiti non sono facili da pescare Ma gli scimpanzè scegliendo lunghi fili d'erba, riescono a tirarle fuori ( le termiti di soldato attaccano Il Filo d'erba e gli scimpanzé le tirano fuori e le mangiano). Alcuni studi dimostrarono che queste particolari attività erano confinate solo la regione di gombe. Comportamenti simili, invece, sono stati osservati nell'africa occidentale ma con qualche importante differenza: Invece di usare i fili d'erba le scimmie dell'Africa occidentale masticano la punta di un bastone trasformandola in una specie di spazzolino da denti in cui insetti possono restare attaccati. Questa differenza evidenzia il fatto che qui ci si trova davanti ad abitudini culturali, di specifiche popolazioni. Sembrano quindi abitudini apprese socialmente e non scoperte per prova ed errore da parte di animali singoli. Altri esempi sono le foglie usate X pulire le ferite, oppure come spugna per raccogliere l'acqua. Alcuni studi riferiti alla cultura degli scimpanzé hanno visto che essi usano oltre 39 strumenti e comportamenti diversi riscontrabili in qualche popolazione, ma non in tutte. Quindi possono essere considerati una forma di cultura. Ad esempio soltanto in 4 regioni (su 7 prese in esame) è stata osservata una forma di grooming particolare: gli scimpanzé stanno seduti faccia a faccia, e ciascuno di loro Appoggia il polso contro il polso del compagno, poi provvede a pulire l'avambraccio sollevato dell'altro. è un po' l'equivalente del modo che gli uomini usano per indicare se stessi: Alcuni di noi si toccano il petto, altri il naso. Inoltre gli scimpanzé usano anche moltissime erbe medicinali che hanno veramente effetti positivi sulla salute. Una ricerca ha stimato che usano circa 28 tipi di piante come bacche foglie corteccia. succhiano o masticano un pezzo della pianta; molte di queste hanno ingredienti mortali per i parassiti. Cosa possiamo dire quindi di tutti questi comportamenti? Sembrano fare parte anche della nostra cultura. Bisogna solo capire se gli animali hanno appreso per conto proprio (da soli, x prova ed errore) questi comportamenti oppure se li hanno imparati imitando gli altri animali della loro comunità, quindi con un processo di trasmissione tipico dell'uomo. L'uomo soprattutto da piccolo è straordinariamente bravo ad imitare. semplicemente dobbiamo dire di non sapere se c'è una trasmissione culturale. Un aspetto importante dell'apprendimento sociale è l'insegnamento. per gli esseri umani, l'istruttore controlla le azioni degli allievi e li corregge, consentendo un apprendimento molto rapido. l'insegnamento quindi è un processo che serve ad accelerare l'apprendimento, non è il processo d'apprendimento in se stesso. L'insegnamento è solo umano o i primati o altri animali lo adoperano? I processi di insegnamento nel mondo animale sono rari. Ad esempio le gatte portano animaletti mezzi morti ai loro gattini, per insegnargli ad uccidere. Oppure fra gli scimpanzé le madri passano noci intere ai piccoli perché imparino ad aprirle. Qui però c'è differenza tra facilitare un apprendimento- quindi fornire l'opportunità perché si produca un apprendimento per tentativi ed errori - e insegnare come qualcosa deve essere fatto. Negli esseri umani il punto chiave dell'insegnamento è l'intenzione: l'istruttore è intenzionato ad insegnare qualcosa all' allievo. Negli scimpanzé soltanto due esperimenti hanno dimostrato che potrebbe essere così, quindi anche di questo non se ne è affatto sicuri. La capacità di insegnamento negli animali e negli scimpanzè chiaramente esiste almeno in forma minimale, ma non è usata nella forma in cui la usano gli uomini. Per noi l'insegnamento va avanti ininterrottamente. I piccoli umani sono come macchine imitative, e l'insegnamento guida questo processo, ma senza questa capacità infantile sarebbe difficile che vengano appresi tutti i comportamenti complessi dell'uomo in un tempo così breve. Gli scimpanzé invece sembrano più attivi e indirizzati a scoprire le cose per conto proprio. Esempi di cultura che abbiamo visto negli scimpanzé possono fare effetto, ma restano comunque insoddisfacenti. Questo perché nella storia delle grandi scimmie antropomorfe manca una parte fondamentale della cultura umana: la capacità di raccontare delle storie, di produrre la musica, la religione,la capacità immaginativa di un mondo oltre quello fisico. In sostanza quindi, il linguaggio di per sé non è essenziale per la cultura, ma ciò che è essenziale è la teoria della mente che permette la creazione di storie.
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