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Durkheim e la scuola sociologica francese, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Elementi chiavi per comprendere il lavoro di Émile Durkheim e della scuola sociologica francese. Riassunto essenziale sugli argomenti chiave.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 06/02/2020

WilliamGalt
WilliamGalt 🇮🇹

4.3

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Scarica Durkheim e la scuola sociologica francese e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Durkheim e la Scuola francese, cosa dobbiamo ricordare? Durkheim è il principale esponente della scuola francese, ha la prima cattedra in sociologia, è influenzato dal positivismo, cioè da quella prospettiva scientifica ed anche filosofica, che esiste una realtà fuori di noi oggettiva, costituita di fatti, che non riusciamo a raccogliere se non siamo dotati di un metodo scientifico rigoroso. Nel caso specifico Durkheim cosa dice, la sociologia deve essere una scienza simile alle scienze naturali, come la biologia, studia un oggetto e di questo studia le relazioni fra cause ed effetti, raccogliendo dei fatti attraverso la spiegazione causale. La sociologia deve quindi ricorrere alla spiegazione causale, “causa-effetto” dei fatti sociali e spiegare un fatto sociale attraverso un altro fatto sociale senza saltare di livello e cioè spiegando un fatto sociale con fatti psicologici o con fatti biologici. La psicologia infatti si occupa della psiche, la biologia della vita e invece la sociologia deve occuparsi della società come organismo, come sistema. Durkheim risente un po’ di altri studiosi come Spencer e Comte, che sono i padri fondatori della sociologia e che poco prima, ad esempio Comte, avevano parlato di fisica sociale e cioè che debba esistere una fisica sociale in grado di spiegare i meccanismi attraverso i quali la società funziona. Per Durkheim dunque, dato un fenomeno, si deve trovare quell’unica causa, la vera causa. Quindi l'approccio di Durkheim è un approccio “mono-causalista”, cioè dato un effetto, che identifico in maniera molto precisa, devo ricostruire la causa, l'unica causa. Unica causa, unico effetto. Tant'è vero che arriva ad identificare “più suicidi”, ad esempio: 1) Il suicidio egoistico, di chi si isola dalla società, di chi vive un dissidio con il sistema sociale perché perde i suoi legami col sistema sociale e a quel punto si ammazza 2) Il suicidio altruistico, cioè di quello che crede talmente nella società che si ammazza per un ideale, tipo la morte del patriota in guerra. Nel momento in cui identifica questi diversi tipi suicidio, in realtà ne identifica quattro, non può però ammettere che il suicidio può dipendere da due fatti diversi: o troppa integrazione o poca integrazione. Il suo approccio positivista infatti, lo porta a dire che “data una causa”, ci deve essere “un solo effetto”, di conseguenza non ci può essere un solo suicidio, ma ci più tipi di suicidio con fatti sociali differenti. Il suicidio egoistico è un fatto, il suicidio altruistico è un altro fatto. Uno dipende da troppa integrazione, l’altruistico e l’altro da scarsa integrazione, l’egoistico, insomma in piena “causa-effetto”. Altro concetto fondamentale di Durkheim è che analizza la differenziazione sociale, cioè come una società da un nucleo unico, come quello del villaggio si differenzia in tanti gruppi, fino ad arrivare alla società differenziata, come quella attuale, industriale. E così che connette a differenti tipi di società, differenti tipi di di cooperazione e cioè di modalità attraverso i quali la società si tiene unità. Chiamerà queste forme di cooperazione. solidarietà e le distinguerà in meccanica ed organica. Durkheim non usa la parola cultura, tuttavia da una grande importanza a quella che è la dimensione simbolica dell'ordine sociale mettendo in evidenza la centralità delle credenze, come elementi che servono a classificare la realtà e dunque ad organizzarla. Cioè la società non può tenersi insieme solo attraverso un contratto tra individui che hanno interessi differenti, perché gli interessi a loro volta si fondano sulle credenze, diremmo oggi si fondano su un filtro culturale. Durkheim però non parla in modo specifico ne di cultura ne di credenze, parla appunto di dimensione simbolica e affronta questo tema, in particolare, nella sua ultima opera del 1912 “le forme elementari della vita religiosa”.
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