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È un articolo apparso su DesignTellers sul colore dell'anno Viva Magenta., Appunti di Sociologia

È un'un'operazione di marketing attraverso la quale l'azienda Pantone designa il colore "dell'anno", proposto a tutti i settori del design e della moda come "di tendenza". Si tratta di un fenomeno da considerare con attenzione, in quanto la scelta di un singolo colore è arbitraria e poco coerente con l'intero mondo delle ispirazioni legate allo spirito del tempo. Fra le altre cose, i testi scritti per pubblicizzare il "prodotto" - perché di questo si tratta - sono superficiali e spesso poco competenti, colmi di imprecisioni, lontani dalla benché minima cultura del colore. I suggerimenti d'uso sono inerenti specificatamente alla moda, in cui l'uso di un colore è molto più libero rispetto, per esempio, del design di interni. Questo è un pezzo breve e apparentemente "leggero", da leggere per stimolare gli studenti all'adottare una mentalità critica verso contenuti come quello che ho messo in discussione.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 20/01/2024

carla-a-bordini-bellandi
carla-a-bordini-bellandi 🇮🇹

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Scarica È un articolo apparso su DesignTellers sul colore dell'anno Viva Magenta. e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! È morto il magenta, Viva Magenta! La scelta del Colore dell’Anno di Pantone ha le stesse caratteristiche, a mio modesto modo di vedere, dell’elezione di Miss Italia: due eventi che, nella sagra del luogo comune, assurgono il cliché a parametro discriminante; due eventi a loro modo particolarmente seguiti, anche se da pubblici, vivaddio, sostanzialmente diversi. Benché suoni dissacrante, la mia affermazione non vuole essere un attacco alle operazioni di marketing. Al contrario, chapeau a Pantone! Ottimi strateghi della promozione, creativi e direttori marketing dell’azienda sono riusciti, nell’arco di ventitré anni, a rendere il colore dell’anno il punto di riferimento di numerosissimi ed eterogenei fruitori: designer, creativi a caccia di ispirazione, consumatori di moda, interior designer e architetti, cool hunter, negozianti, curiosi… a proprio modo e dal proprio, diverso, punto di osservazione, nessuno può evitare di prendere in considerazione ciò che si è trasformato in un vero e proprio fenomeno di massa. Dalla sbirciata alla lettura “oltre le righe” chi, in questi giorni, non ha osservato, con diversi criteri di valutazione e vari gradi di interesse, il colore Viva Magenta? Procediamo, però, un passo alla volta. Da un punto di vista fisico, il magenta non fa parte dello spettro visibile, a differenza del rosso. Senza entrare in dettagli esageratamente tecnici (credo che a pochi appassioni scoprire che questo colore sia sprovvisto di una lunghezza d’onda dominante) è utile sapere è che esso si sviluppa da una miscela bilanciata di radiazioni lunghe e corte, rispettivamente corrispondenti alla percezione del rosso e a quella del blu, colori collocati alle due estremità dello spettro. Come per tutte le mescolanze, la percezione del magenta avviene, quindi, nell’occhio di chi guarda. Questo colore si differenzia dal viola per la diversa proporzione, che lo caratterizza, fra radiazioni lunghe e corte, cosa che è chiaramente visibile nell’indole indubbiamente più bluastra dei quest’ultimo. Era il 1859 quando, per puro caso, il pigmento sintetico corrispondente a questo colore scaturì dal mescolarsi accidentale di scarti di coloranti utilizzati per creare nuove tinte. Quella chiazza informe, attraente e luminosa, sul fondo della bacinella fu una bella sorpresa per il chimico francese impegnato nella creazione di nuove tinture artificiali da fornire all’industria tessile. Il gioco era fatto: il fuchsine, il nome gli fu attribuito inizialmente per la sua somiglianza al fiore della fucsia, venne ben presto battezzato magenta, in onore della vittoria dei franco-piemontesi contro gli austriaci. Primario nella sintesi sottrattiva e fondamentale per la stampa, esso è un colore dalla personalità esuberante che non passa inosservato, capace però di conservare, allo stesso tempo, un’aura di mistero. Vagamente introverso, il magenta raccoglie in sé le caratteristiche di entrambi i suoi componenti: audacia e visibilità si accompagnano a una certa dose di profondità e alla mancanza assoluta della sfrontatezza tipica del rosso, della sua fisicità esuberante. Avrei voluto continuare a scavare nel recente passato di questo colore che ha fatto parlare di sé in molte occasioni e che, in realtà, non ha mai smesso di farsi notare per le proprie personali caratteristiche. E invece no, perché è venuto il momento dello lo scoop: Viva Magenta non è un magenta bensì, dichiaratamente, un rosso lievemente bluastro. Gridare al falso storico? Certo che no, indulgendo sul fatto che sia stato commesso un peccato veniale, una leggerezza consapevole che però, anche o soprattutto per questo, non giova alla cultura del colore. Personalmente,
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