Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

è un film il mago di oz, Sintesi del corso di Storia Del Cinema

è un film della filmografia di minuz

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 09/02/2023

susangela21
susangela21 🇮🇹

1 documento

Anteprima parziale del testo

Scarica è un film il mago di oz e più Sintesi del corso in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! The Wizard of Oz (USA 1938, 1939, Il mago di Oz, bianco e nero/colore, 101m); regia: Victor Fleming; produzione: Mervyn LeRoy per MGM; soggetto: dal romanzo The Wonderful Wizard of Oz di L. Frank Baum; sceneggiatura: Noel Langley, Florence Ryerson, Edgar Allan Woolf; fotografia: Harold Rosson; montaggio: Blanche Sewell; scenografia: Cedric Gibbons; costumi: Adrian; musica: Harold Arlen, E.Y. Harburg. Dorothy vive in una fattoria del Kansas assieme a zio Henry e zia Em. Il cane Toto è il suo amico migliore, anche se Hunk, Zeke e Hickory, che lavorano alla fattoria, le sono simpatici. Lo spauracchio maggiore è per lei la spigolosa Miss Gulch, che pretende la soppressione di Toto, dal quale è stata morsicata. Per salvare la bestiola, Dorothy fugge, ma il professor Meraviglia, veggente ambulante, la induce con scaltrezza a fare marcia indietro, anche se si sta avvicinando un terribile tornado. Appena Dorothy rientra, la sua casa viene sollevata e vola, vola, fino a planare nella deliziosa terra dei mastichini. I piccoli indigeni accolgono la nuova venuta con giubilo, specie perché la casa è atterrata dritta sul capo della Strega Malvagia dell'Est, lasciandone fuori le scarpe rosse. Senza ben capirne il motivo, Dorothy se le ritrova ai piedi, grazie a un incantesimo della Strega Buona del Nord. E quando sopraggiunge la Strega Malvagia dell'Ovest, che è la sorella della defunta e ha una faccia da Miss Gulch, la sua ira per le scarpe sottrattele è grande. Dorothy ha però nostalgia di casa, e l'unico che può aiutarla è il Mago di Oz. Per raggiungerlo, bisogna seguire il sentiero giallo fino alla Città di Smeraldo. Nel cammino, alla fanciulla si aggregano uno Spaventapasseri in cerca di un cervello, un Uomo di Latta senza cuore e un Leone Codardo. Pur lamentandosi sempre, i tre avranno modo di dimostrare intelligenza, generosità e coraggio in abbondanza. Nella stanza del Mago, un faccione pirotecnico pretende, in cambio della soddisfazione dei desideri, la scopa della Strega Malvagia. La megera è ridotta fortunosamente in poltiglia da una secchiata d'acqua, ma il Mago si rivela un ciarlatano del Kansas. Gli amici di Dorothy possono pure accontentarsi di una patacca, ma Dorothy perde anche la mongolfiera che la potrebbe riportare dagli zii. Mette tutto a posto la Strega Buona, a patto che Dorothy batta tre volte il tacco e pensi che non c'è posto bello quanto casa sua. La ragazza si risveglia così nel proprio letto, circondata dai suoi cari. Notiamo con lei che i tre braccianti somigliano sorprendentemente ai suoi compari di Oz e che il professor Meraviglia, alla finestra, sembra gemello del Mago. Dalla soglia della casa sopravvissuta alla violenza del tornado, il mondo di Oz si squaderna in un tripudio di verdi praticelli, placide ninfee, un ponticello lezioso, dolci montagne sul fondo. La macchina da presa accompagna lo stupore con un solenne movimento. Dorothy ha senz'altro ragione: "Toto, ho l'impressione che non siamo più nel Kansas". L'abbiamo visto, il Kansas, nella prima inquadratura di The Wizard of Oz: una strada sterrata, circondata da un niente in bianco e nero, che conduce verso un orizzonte immobile e piattissimo. Anche L. Frank Baum, in poche righe, ci fa intendere che lì tutto è grigio, pure le gote della zia. Non ci è dato sapere se Dorothy sia l'unico personaggio variopinto, di certo è la sola a poter ambire a un paesaggio diverso. A questo riguardo, è ancor più chiaro il film: Somewhere over the Rainbow suona come l'invocazione a un mondo che irradi garrulo Technicolor. A Oz i colori sono troppo chiassosi, lussureggianti, acidi per sembrarci veri, così come i matte paintings che fingono immensi paesaggi in lontananza. Ci vuol poco, oggi, a definirli camp. Eppure il trucco funziona e il pubblico può condividere l'estasi di Dorothy, per quanto anche all'epoca non fosse nuovo né ai deliri scenografici del musical né al fulgore del Technicolor. È impossibile attribuire i meriti del film a un solo mago: The Wizard of Oz, anzi, è un testo senza autore (S. Rusdhie). L'unica firma che lo marchia a fuoco è quella della MGM. Alla produzione si divisero Mervyn LeRoy e Arthur Freed (sulla carta assistente), quest'ultimo alla sua prima esperienza in una carriera che lo porterà a capo dei maggiori musical della casa. Non è chiaro a chi per primo venne l'idea, per nulla scontata se si considera che, fino ad allora, Oz al cinema non aveva sfavillato (una casa di produzione messa in piedi da Baum per adattare i suoi romanzi chiuse alla svelta, e la versione del 1925 con Oliver Hardy nel costume dell'Uomo di Latta fece poco clamore). Di certo un buon impulso all'impresa fu assestato dal successone di Snow White and the
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved