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ECOLOGIA INTEGRALE libro a scelta, riassunto dal capitolo 1 al capitolo 5, Sintesi del corso di Pedagogia

Alta scuola per l'ambiente, libro a scelta, capitoli dall'1 al 5. ecologia integrale come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia. tutto è connesso la responsabilità verso l'ambiente e l'inclusione sociale dei poveri, il rispetto delle culture umane e le linee d'azione per uno sviluppo equo e solidale.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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carlotta.galani
carlotta.galani 🇮🇹

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Scarica ECOLOGIA INTEGRALE libro a scelta, riassunto dal capitolo 1 al capitolo 5 e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! ECOLOGIA INTEGRALE CAPITOLO 1 FRANCO ANELLI LA NATURA COME CREAZIONE E LE RESPONSABILITA’ DELL’UOMO Enciclica  il testo, di notevole ampiezza, dissemina riflessioni; l’esposizione della situazione di degradazione dell’ambiente naturale ne individua le cause, ponendole in relazione all’assetto dei rapporti politici, sociali ed economici e alla loro degenerazione etica e spirituale, e ne indica i rimedi, fino a concludersi con due preghiere: 1. Per la nostra terra 2. Per il creato La tensione verso la sintesi di tutti i molti temi e profili analizzati, questo però non significa operare una forzata reductio ad unum, principio, superiorità della realtà sull’idea. La realtà semplicemente è l’idea che si elabora, tra le due di deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà. In altre parole, di pensa all’immaginazione della crisi come fase negativa temporanea, talora punto ultimo di necessaria svolta e sembra quindi sostituirsi all’ombra di uno stagnante e inesorabile declino, ma soprattutto politico ed etico, che rispetto alle episodiche occasioni di ripresa appaiono soltanto momenti di rallentamento della caduta. JOSEPH STIGLITZ ha definito il “grande malessere” dell’occidente.  l’enciclica rivela un radicamento della crisi, evidenziandone la dimensione generale; non è soltanto crisi ambientale, o economica, finanziaria, politica, sociale; in tutte le dimensioni dell’umano, nella relazione con gli altri, con la società, con le cose, con l’ambiente. La posta in gioco allora non è solo teorica ma anche di ordine esistenziale, che riguarda la posizione dell’uomo che assegna a se stesso nella realtà, il modo in cui percepisce la sua esistenza nel mondo. Per questo l’enciclica prende avvio dall’analisi della situazione attuale, di quello che sta accadendo alla nostra casa (capitolo 1), quasi a voler risvegliare il padrone o meglio il custode. Nei capitolo 5 e 6, si nota una dimensione propositiva, riconsiderare, ripensare la posizione e il ruolo dell’essere umano nell’epoca della crisi. Ecologia integrale comprende chiaramente le dimensioni umane e sociali fa pelle diversi saperi anche quello economico per una visione più integrali e integrante. Centrale, dunque è il ruolo dell'uomo. L’ammonimento del Santo Padre è chiarissimo: non sono sufficienti piccoli aggiustamenti. Con buona pace di sostenitori della green economy, delle smart cities ,e degli altri business verdi. non basta convertire la mente per conoscere meglio, occorre convertire il proprio atteggiamento, il proprio ethos per imitare Cristo. Questa declinazione pratica della conversione, la stessa di San Francesco, mette una volta di più in chiaro che non è qui in gioco una conoscenza più alta ma è in gioco la vita. La conversione ecologica già invocata da Giovanni Paolo II, implica l'attenzione non solo alla dimensione naturalistica, ma alla costruzione di un ecologico umana, che si presentano il linguaggio del Laudato Sii come necessità di una profonda conversione interiore. Il tema della responsabilità  a come obiettivo di individuare nell’uomo il suo nucleo essenziale, perché proprio l'uomo è il bene più prezioso dell’intera creazione, ed è solamente da un discorso sull'uomo che può muovere una riflessione ecologica che mira a risolvere i problemi. La scienza e la tecnologia mostrano i propri limiti nel governare gli esiti dei meccanismi che hanno innescato. Un'altra riflessione, riguarda la creazione che occupa nel capitolo due dell'enciclica per la tradizione giudeo-cristiana di creazione e più che dire natura, perché a che vedere con il progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato. Intendere la natura come creazione ed uno è la premessa per porre fine al mito moderno del progresso materiale illimitato. Tuttavia, la capacità dell'essere umano di trasformare la realtà deve svilupparsi sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio, (capitolo 5) e questa verità che rende l'uomo non padrone, ma custode e che fonda punto la sua responsabilità verso il creato e gli altri viventi gli impone tra l'altro di prevedere le conseguenze delle sue azioni sull'ambiente. HANS JONAS “Agisce in modo tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con la continuazione di una vita autenticamente umana” Non si potrebbe chiedere a un animale predatore di astenersi dal mangiare l'ultimo esemplare della specie della quale si nutre; non si può chiedere a un erbivoro di non desertificare il pascolo. Essi non sono ciò responsabili. Ineluttabile e il meccanismo di causa effetto proprio della natura come sistema. Una visione puramente immanente e naturalistica, l'interpretazione dei fenomeni descritti nel primo capitolo dell'enciclica, la condotta sprovveduta di una specie, incapace di controllare la propria condotta e prevederne e dominarne gli effetti, ne renderebbe peggiori le condizioni di vita, fino a esporla al rischio dell’estinzione. Se la chiave di lettura fosse secondo un approccio meramente materialistico la relazione causale si chiuderebbe a questo punto, ma tutto acquista un senso perché il primo capitolo segue il secondo capitolo dell' enciclica che delinea la natura come creazioni e questo fornisce la giustificazione, il fondamento della responsabilità dell'uomo verso la creazione stessa. Nell’appello del pontefice si pone integrale perché investe ogni livello della vita economica politica e sociali nonché la stessa vita quotidiana. Il rimedio del degrado che minaccia la natura la specie umana non sta nel paradigma tecnocratico proprio perché la causa ultima non è a ben vedere nella tecnologia in sé ma nell'uso predatorio ed egoistico che ne viene fatto. Predazione non solo verso la natura o altre specie, ma perpetrato da uomini verso altri uomini. A questo punto il significato della conversione invocata dal Santo Padre evidente in tutta la sua pienezza, e se richiama il bisogno di un nuovo umanesimo, nel segno di umanesimo nuovo virgola e il superamento di un duplice equivoco: l'antropocentrismo moderno nel rapporto con il mondo, l'ambiente e gli altri viventi; l'individualismo, nel rapporto con l'altro. La nuova ecologia è dunque integrale e interiore. L'enciclica pone ampia, cute severo attenzione ai rapporti sociali ed economici stai la radice umana della crisi ecologica. Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri che abbiamo una responsabilità verso gli altri verso il mondo che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo lungo siamo stati nel degrado morale prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità c'è servita a poco. Tali distruzioni di ogni fondamento della vita sociale, finisce col metterci l'uno contro l'altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente. Ciò di cui c'è davvero bisogno è una dinamica e sinergica circolarità dei saperi chiamati a convergere attorno alla questione antropologica. Siamo così ricondotti, al nodo centrale dell’umanesimo solo questa visione umanistica permette un’ecologia integrale in grado di tenere insieme le questioni ambientali e quelle socioeconomiche, le politiche e le espressioni culturali, le dimensioni macro e quelle -micro della convivenza sociale. Ma non si può prescindere dall’umanità. Non ci saranno nuove relazioni con la natura senza un essere umano nuovo. 5. Il contributo della riflessione filosofica e tecnologica Il modo con cui papa francesco fa riferimento al Santo di Assisi ben diverso delle strumentalizzazioni a cui ci ha abituati un certo ecologismo di matrice ideologica ci costringe ad una visione unitaria del problema in cui la filosofia e la teologia rappresentano le chiavi fondamentali di comprensione e di giudizio. Di questo percorso è parte integrante il dialogo tra le diverse confessioni cristiane e con le altre religioni. tutti i diversi soggetti religiosi sono chiamati ad un confronto costante tra di loro e con i percorsi della scienza. il Papa invita farsi cultori del dialogo del confronto ecumenico e interreligioso. la gravità della crisi ecologica esige da noi tutti di pensare al bene comune e di andare avanti sulla via del dialogo che richiede pazienza, ascesi e generosità, ricordando sempre che la realtà è superiore all'idea. per dare una risposta qualificata il problema della custodia della casa comune occorre muoversi organicamente sul più ampio terreno della dottrina sociale della chiesa. enciclica sociale. San Francesco divide il dialogo tra i saperi tra gli uomini tra le religioni arrivando alla realtà che è superiore all'idea. 6. Compiti e responsabilità del mondo universitario Se l'ecologia oggi si pone come problema globale quindi universale, chi meglio di una universitas studiorum, dove tutti sapere si incontrano e tutte le più avanzate ricerche scientifiche si incrociano, può fare propria e affrontare la sfida di un approccio interdisciplinare che veda coinvolte tutte le competenze? All'università cattolica è data la possibilità di leggere il tutto anche nell’orizzonte teologico e di far convergere le varie questioni attorno al loro vero centro: Riconoscere, amare e servire il disegno del creatore. Dio ha voluto gli esseri umani come i suoi collaboratori e custodi di quel giardino, dove egli continua, secondo la bella espressione della genesi, a passeggiare con l'uomo anche se a causa del peccato l'uomo non lo riconosce o fa finta di non vederlo, giungendo porri le promesse per una distruzione del giardino stesso dove Dio lo ha posto. San Paolo nella lettera ai romani smaschera l'ipocrisia dei Pagani che rifiutano di riconoscere la mano di Dio nella creazione. Essi, dunque non hanno alcun motivo di scusa perché pur avendo conosciuto Dio non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Le principali linee di ricerca e di confronto riguardano, da una parte, l'approfondimento delle ragioni profonde che stanno alla base delle attuali criticità, dall'altra, il tentativo di orientare l'azione dei singoli dei popoli delle istituzioni nazionali e internazionali verso una gestione più coordinate responsabile del creato e che non è un prodotto dell'uomo mondo da custodire e far risplendere. L'enciclica sollecita un cambiamento di prospettiva invita tutti a mettersi di fronte alla creazione non come padroni assoluti ma come custodi responsabili. Le comunità educative, hanno un ruolo vitale un ruolo essenziale nella costruzione della cittadinanza della cultura, non basta fare analisi descrivere la realtà, è necessario dare vita ad ambiti a luoghi di ricerca vera e propria a dibattiti che sono necessari all’ andare nel concreto. L’insieme delle questioni ecologiche domandano una rinnovata e decisa azione educativa. 7. Ruolo della ricerca scientifica, innovativa ed etica Da una parte per comprendere sempre meglio la situazione e la sua gravità dall'altra per individuare le possibili vie per invertire i processi distruttivi in atto e promuovere percorsi virtuosi in grado di risanare e rigenerare la creazione. l'università cattolica, sono pertanto doppiamente sollecitate, sia in quanto università ossia luogo dove sicure si promuove la ricerca, sia in quanto cattolico perché doverosamente attente ai temi della custodia del creato e dello sviluppo. Diventa indispensabile dare ricercatori un ruolo preminente e facilitare la loro interazione con ampia libertà accademica. Questa ricerca costante dovrebbe permette di riconoscere anche come le diverse creature si relazionano formando quell’unità più grandi che oggi chiamiamo ecosistemi. La chiesa guarda sempre in modo positivo i benefici che possono venire dal progresso scientifico e tecnologico, ma nello stesso tempo, ricorda le implicanze etiche di ogni ricerca che deve essere non misurata al vero bene delle persone e del creato. CAPITOLO 3 LAUDATO SI’, UNITA’ E RELAZIONE, PROSPETTIVA ANTROPOLOGICA 1. La scelta strategica della prospettiva ecologica Deve stupire il fatto che la lettera enciclica laudato si segua a breve l'esortazione apostolica evangelii gaudium. qui sono posti al centro della chiesa incontra la testimonianza, a fondamento del suo rinnovamento missionario, della sua uscita evangelizzatrice nel mondo. l'enciclica compie un passo importante in questa direzione eliminando il possibile equivoco che la centratura sull’incontro sulla testimonianza possono significare un’entrata nel mondo sopravvista di senso critico, priva di un giudizio storico culturale e socio-politico. Richiamo il fatto della stessa, evangeli gaudium circa la responsabilità grave di ogni comunità cristiana di studiare i segni dei tempi. La scelta della chiave ecologica per interpretare il nostro tempo, Ciò che preme il testo e guadagnare un angolo prospettico che garantiscono la visione unitaria qualitativa del mondo contemporaneo. però la globalizzazione è un’ unificazione dal punto di vista di chi ha o partecipa di poteri globali mentre la questione ecologica riguarda tutti ed evidenzia subito le condizioni di svantaggio della grande maggioranza. la scelta metal metodologica ottiene due risultati: 1. evidenziare una certa visione globale del mondo contemporaneo 2. mostra le dimensioni mondiali degli esclusi. Il problema di fondo, diventa la possibilità complessiva non del solo fatto della coesistenza, ma della consapevole costruita convivenza tra popoli nazioni e culture. E’ pericolosamente illusorio pensare che questo possa accadere in forza della globalizzazione del pianeta su base tecnologica, perché globale e il prodotto delle tecnologie diffuse, che unificano le realtà sociali solo come uniformità di mezzi, di linguaggi e strutture, cioè come globo tecnologico che non dà fondamento alla comunanza tra soggetti, comunità, culture, tradizioni, cioè non da ragioni di unità il mondo umano. Non solo, ma il globo tecnologico per il suo intrinseco potere tende a inglobare il mondo storico, include il pensiero che sono la grande tecnostruttura può risolvere i problemi delle società avanzate e con essi quelli dell'intero pianeta, la globalità tecnologica si fa così tecnocrazia. 2. Unità e relazioni Sono necessari nuovi modelli di progresso in una coraggiosa rivoluzione culturale. Due appaiono essere le direttrici ideali di tale rivoluzione culturale: 1. l'unità 2. relazione Che fondano un'unità relazionale unità che si realizza come relazione. Significativa in proposito la definizione di cultura che Papa Francesco ha proposto concludendo il suo discorso al Consiglio d'Europa la cultura nasce sempre dall’incontro reciproco. L'idea della connessione del collegamento della relazione per restituire la comprensione della realtà tutto è collegato tutte le relazioni e la cura autentica della nostra stessa vita Francesco parla della vocazione del custodire che abbraccia l'intero creato e ha una dimensione che riguarda tutti. il linguaggio che viene utilizzato nell’omelia con confidenza e tenerezza designa la profondità del pensiero. L'adozione di un lessico popolare comprensibile a tutti e coinvolgente e la scelta che introduce all’ecologia integrale di Papa Bergoglio. Utilizzando queste parole: 1. permesso 2. scusa 3. grazie Parole che accompagnano l'azione del custodire. La vocazione del custodire è intrecciata in modo indissolubile alla nozione di responsabilità. Il Papa nell’udienza fa una riflessione, sulla centralità del coltivare e del custodire, con cui libro della genesi correla la presenza dell'uomo e della donna alla cura della terra, implicando così, il progetto di far crescere il mondo, trasformandolo in un giardino, in un luogo abitabile da tutti. La persona umana, oggi, è in pericolo, il pericolo è grave, perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda, non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, i soldi comandano è la cultura dello scarto. Nell’enciclica si intende marcare l'attenzione sull’educazione alla custodia delle creature e in secondo luogo richiama l'attualità di San Francesco d'Assisi. Inoltre, è da notare il contesto in cui è inserito il monito ecologico contenuto nell’esortazione apostolica, si tratta del capitolo quattro dell’ evangeli gaudium, rivolto alla dimensione sociale dell'evangelizzazione e in modo peculiare dedicato all' inclusione sociale dei poveri avendo cura anche delle fragilità. La vocazione del custodire non riguarda solamente i cristiani ha una dimensione che è semplicemente umana. Una tra le questioni chiave dell'enciclica sulla cura della casa comune è la richiesta di globalizzazione la solidarietà. Il tema, nutrire il pianeta energia per la vita, è così importante così essenziale per non rimanere solo il tema di un evento temporaneo, ma deve tradursi nella coscienza dei volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano. Terra- lavoro- casa sono le questioni essenziali da cui l'intera famiglia umana deve muovere questioni essenziali, per la comunità dei ricercatori di ogni ateneo. In modo peculiare questioni essenziali per l'alta scuola per l'ambiente insieme, alle facoltà e dipartimenti centri di ricerca dell'università cattolica del Sacro Cuore. La Fondazione dell'università cattolica con padre gemelli è il frutto di una tensione educativa di un diffuso sentire autenticamente popolare che unisce cultura ed esperienza spirituale cristiana, cura delle risorse umane e identità del territorio. Nel segno della pedagogia, dell’ispirazione cattolica oltre 50 anni fa nasceva università Brescia. Nella fedeltà creativa il disegno dei fondatori l'ateneo dei cattolici italiani vi istituì l’alta scuola per l'ambiente per affrontare le sfide ecologiche emergenti, attraverso l'educazione e la ricerca scientifica multidisciplinare, in dialogo con la comunità. I termini: terra- lavoro- casa devono orientare il lavoro di ricerca e formazione. 2. Alta Scuola per l’ambiente: dialogo scientifico, ecologia integrale, appello ecumenico Fortemente voluta 8 anni fa da allora rettore professore Lorenzo Ornaghi l'alta scuola per l'ambiente si colloca in quella traiettoria ideale di generazione, di valore che si costituisce nel confronto quotidiano tra responsabilità e competenze, risorse e problemi, persone e istituzioni. La sintesi che l'alta scuola indica sul tema dell'enciclica espresso nel sottotitolo del master environment and Human development con cui ha preso il via nel 2008 la sua attività di ricerca e formazioni. Governance educazione conoscenza scientifica per custodire il creato è la cifra di una proposta multidisciplinare all'incrocio tra attività euristiche e consulenza ad enti associazioni e imprese. Lagovernance politica-economica, coniuga la cura delle relazioni Interistituzionali e la formazione e lo sviluppo umano attraverso l'accostamento rigoroso ai fenomeni. La conoscenza scientifica integrale l’anelito e la passione per la verità all’impegno e alla custodia delle persone e della natura. (Laudato si mi signore cum tucte le tue creature) cantava San Francesco d'Assisi ricordandoci che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l'esistenza e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia. L'enciclica riflette sui diversi elementi di un’ecologia integrale che comprende chiaramente le dimensioni umane sociali bensì riconoscibili nel testo come una tensione ecumenica. l'invito di Papa Francesco invita all'unità: l'unità nella preghiera per l'ambiente, un’ecologia e un appello ecumenico che coinvolge tutti coloro che abitano il pianeta, l’ecologia umana  l'ecologia ambientale: una relazione che costruisce una possibilità tanto di apertura di trasformazione, di vita quanto distinzioni di morte. Un’ecologia integrale configura un nuovo paradigma di giustizia. Quattro sono i punti cardinali della carta geografica dell’enciclica, definisce con quattro titoli il programma dell'enciclica: 1. niente di questo mondo ci risulta indifferente, 2. Uniti da una stessa preoccupazione, 3. San Francesco d'Assisi, 4. ll mio appello. Questi riferimenti di quadro sono al centro del discorso del Santo Padre nel secondo incontro mondiale dei movimenti popolari in Bolivia nel luglio 2015. 1. la crisi ambientale le sue radici umani riguardano tutti, la preoccupazione per un comune destino. 2. l'appello del Papa richiama a un impegno collettivo 3. e richiamo San Francesco d'Assisi che propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza della sua bontà il mondo qualcosa di più che un problema da risolvere è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode. 4. San Francesco e avvocato come una guida e ispirazioni Niente di questo mondo, ci risulta indifferente, significa rifarsi a quanto sperimentato da Francesco d'Assisi che coinvolgeva nella sua lode, tutte le cose avendo un'origine comune che si sentiva così li colmo di pietà da chiamarle creature con il nome di fratello e sorella. CAPITOLO 5 LE PAROLE DI LAUDATO SI’: LA CONDIZIONE UMANA NEL MONDO ATTUALE 1. Alcuni punti preliminari Base scientifica  Per qualcuno l'enciclica ha preso a riferimento una conoscenza scientifica pessimistica o catastrofista, Specie sull'ambiente globali e il clima o su temi come l'acqua. Esistono nel mondo scientifico dibattiti non conclusi e scienziati in dissenso sui grandi temi dell’ambiente. ritengo che l'enciclica prenda correttamente riferimento al consenso scientifico del momento attuale. Dottrina sociale  possibili implicazioni politica, in realtà l'enciclica riprende ti samente i contenuti di altri documenti e posizioni della chiesa, in particolare della dottrina sociale. Globalità  l'enciclica non guarda con gli occhi dell'occidente è invece guidato una visione planetaria, i riferimenti documenti alle posizioni espresse dalle episcopato cattolico nei paesi del cosiddetto Global south è continuo. In questi paesi la distribuzione dei benefici economici dalla crescita estremamente ineguale. 2. Idee sullo sviluppo Pensiero critico sul senso della crescita dello sviluppo economico sintetizzabile nel concetto di Beyond gdp, Il tentativo è quello di non lasciar cadere nell'oscurità e nell’equivoco ancora una volta la natura limitata dei nostri conti economici, l'uso improprio che ne facciamo nel valutare le performance sociali. Il problema sta più in profondità nelle idee che dominano la visione sociale di quest'epoca. L'economia nasce tra 600-700 e diviene scienza economica moderna tra 700- 800 come una scienza sociale, con intendimenti di miglioramento della condizione umana, attraverso soluzioni per la soddisfazione dei bisogni. Il pensiero dominante della fase attuale, l'economia è una scienza tecnica che suggerisce soluzioni tecniche è tuttavia quasi impossibile governare e orientare la società con pura tecnica senza un pilastro ideologico. La dominanza attuale di queste idee è rafforzata dai fallimenti dello Stato che dipendono anche dalla limitata capacità di influenza della scienza politica e altre scienze sociali sulla governance efficace,efficiente, equa ed etica delle cose pubbliche. Le comuni radici etimologiche di ecologia ed economia: ecologia- casa come ambiente, logos- discorso studio, economia -casa- come beni di famiglia, nomos- norma. 3. Tecnologia democrazia e governance sociale dell'innovazione L'enciclica coglie perfettamente la straordinaria importanza della tecnologia per l'economia, la società e la condizione umana in generale. Lo sviluppo economico moderno, consiste nell’applicazione sistemica di Scienza e tecnologia, alla produzione economica. Sulla tecnologia, l'enciclica esprime una posizione chiara sintetizzabile in tecnologia sì, tecnocraziano in particolare nella forma del paradigma tecnocratico che usa la tecnologia come leva del dominio economico e non della realizzazione umana. Le maggiori innovazioni tecnologiche hanno trasformato il nostro rapporto con la realtà in particolare con quella naturale, e i rapporti tra le persone, ma contribuendo notevolmente allo sviluppo umano e sostenendo di fatto la dinamica di popolazione.
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