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Economia Aziendale (APPUNTI COMPLETI!!!), Appunti di Economia Aziendale

Appunti COMPLETI di economia aziendale, basati sulle lezioni della professoressa Alessandra Faraudello, ESSENZIALI e INDISPENSABILI per passare l’esame a pieni voti. Spiegazione degli argomenti affrontati a lezione e integrati con il materiale caricato su DIR, slide proiettate a lezione, esercizi ed esempi svolti in aula. Argomenti trattati: 1) PARTE TEORICA DI ECONOMIA D'AZIENDA (spiegazione + slide e approfondimenti materiale caricato su DIR) 2) METODOLOGIA DI RILEVAZIONE (spiegazione + slide proiettate a lezione) 3) OPERAZIONI DI GESTIONE (spiegazione + slide proiettate a lezione + esercizi ed esempi svolti in aula) 4) OPERAZIONI DI CHIUSURA (spiegazione + materiale caricato su DIR) 5) ESERCITAZIONI SULLE OPERAZIONI DI GESTIONE (materiale caricato su DIR + soluzioni) 6) ESERCITAZIONI SULLE OPERAZIONI DI CHIUSURA (materiale caricato su DIR + soluzioni)

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 09/01/2024

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Scarica Economia Aziendale (APPUNTI COMPLETI!!!) e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! ECONOMIA AZIENDALE Appunti basati sulle lezioni della professoressa Alessandra Francesca Faraudello, docente del Corso di Laurea in Economia Aziendale di Alessandria - Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa - presso l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. 1 1. PARTE TEORICA DI ECONOMIA D’AZIENDA L’impresa CARATTERISTICHE IMPRESA RISORSE UMANE PRODOTTI / SERVIZI MEZZI DI PRODUZIONE CAPITALE IMPRESA / AZIENDA = sistema complesso, composto da diversi elementi tra loro interrelati e indipendenti (interdipendenti). È composta da 3 elementi fondamentali che sono presenti in qualsiasi azienda: • Mezzi tecnici (fungibili e infungibili) • Capitale • Risorse umane Lo scopo dell’azienda è soddisfare i bisogni dell’uomo («L’azienda è creata dall’uomo a servizio dell’uomo» - cit. Prof. Ferrero, università di Torino). Essa è un sistema aperto perché è in continuo scambio di relazioni con l’ambiente che lo circonda (ovvero con gli attori che troviamo in questo ambiante); secondo Ferrero è un sistema selettivamente aperto poiché fa transitare solo quel tipo di informazioni utili per il sistema stesso. È inoltre un sistema dinamico poiché è in continua evoluzione. Non può sopravvivere un’azienda statica, deve essere flessibile e dinamica, non può mai stare ferma, deve adattarsi ai cambiamenti e gestire i vincoli. È anche un sistema sociale per la centralità che l’uomo, la risorsa umana, riveste nel sistema. Quindi rientra nella catena degli organismi sociali, dove ci sono relazioni interne ed esterne tra i soggetti che ne fanno parte. Alcuni bisogni sono condizionati dal marketing (condizionamento sociale) che l’azienda fa per sponsorizzare il proprio prodotto, investendo in un vero e proprio piano di marketing. L’agire dell’azienda condiziona la società (sostenibilità, condizionamento, valori). L’azienda è anche un sistema economico poiché utilizza delle risorse limitate (per il suo processo produttivo) che sono suscettibili di valutazione economica, cioè hanno un valore in virtù del fatto che sono limitate. 2 Queste variabili possono talvolta essere dei vincoli, criticità; dipende dall’abilità dell’azienda percepirle, essere attiva e adeguarsi al cambiamento. Questo processo di trasformazione ha una doppia natura: fisico-tecnica ed economica, poiché quando produco qualcosa materialmente ne modifico la natura e contemporaneamente ne aumento il valore. L’azienda eroga beni e servizi ma anche altri output come, per esempio, influssi positivi e negativi (arricchimento sociale e tecnologico, inquinamento, …). Un elemento che deve esserci sempre è l’attività di ritorno (feedback) tra i risultati prefissati e quelli ottenuti (attività di monitoraggio e controllo). Processo fisico – tecnico, economico Feedback SISTEMATIZZAZIONE DEI CONCETTI CHIAVE: SINTESI KEYWORDS umana ezzi Lo. denaroinflusti © | relazioni i correlati” O) mM esso sistem Dana economico MI gino «Sintegrati 2 dinamico flessibile "© v risorsa tecnici? © persone interrelati9 2 6 • Hp 1) Considerando il risultato positivo del RO e del reddito, ipotizzando che tutti i fattori produttivi e i portatori di capitale di rischio siano remunerati adeguatamente e non avendo dati sufficienti, l’azienda si ritiene in equilibrio economico. • Hp 2) RO troppo basso, non adeguata remunerazione degli azionisti, il CDA ha deliberato per la gestione straordinaria per creare un ulteriore flusso in entrata per raggiungere l'equilibrio economico; quindi, non è pienamente in equilibrio economico a causa della bassa remunerazione degli azionisti che non è adeguata. • Hp 3) Si chiede strategicamente ai propri azionisti di non percepire utili poiché tutto il denaro verrà reinvestito in un progetto aziendale ben definito, con la promessa di distribuire il doppio dei dividendi l’anno successivo. Quindi, a causa della strategica ma mancata remunerazione dei portatori di capitale di rischio, l’azienda non è in equilibrio economico. Esempio 2 • È in equilibrio economico, ma si può comunque ipotizzare che l’azienda chieda ai suoi soci azionisti di non percepire dividendi ma solo c’è un progetto di sviluppo e con la promessa di dargli maggiori dividendi in futuro. Esempio 3 • Non ha forza propria, perché è dovuta ricorrere alla gestione straordinaria per riuscire a generare un flusso di ricavo tale per cui è riuscita ad ottenere un reddito netto positivo e remunerare gli azionisti. Nonostante ciò, non è in equilibrio economico poiché è evidente che il core business dell’azienda è critico. Ricavi operativi 150.000 -costi operativi -60.000 RO 90.000 Gestione Straordinaria 0 REDDITO NETTO 90.000 Ricavi operativi 150.000 -costi operativi -180.000 RO -30.000 Gestione Straordinaria 60.000 REDDITO NETTO 30.000 7 Esempio 4 • Il core business è intatto ma c’è stata una perdita d’esercizio derivante da una gestione straordinaria negativa e per questo l’azienda non è in equilibrio economico. Non c’è bisogno quindi preoccuparsi perché la perdita è sporadica, legata solo a questo esercizio ed è quindi sufficiente spiegare ai soci azionisti il perché della perdita e di non preoccuparsi della situazione economica. Equilibrio finanziario Quando parliamo di equilibrio finanziario ci riferiamo alle e alle di denaro. La prima regola generale per raggiungere l’equilibrio finanziario e quella di possedere un flusso di denaro in entrata che sia durevolmente in grado di fronteggiare il flusso di uscita finanziario. Il flusso delle entrate è generato in 2 modi: • dal flusso dei ricavi che comportano entrate di denaro (vendita di beni) • finanziamenti: capitale di debito (banche, denaro che bisognerà restituire con gli interessi che sono l’onere che bisogna sostenere per poter utilizzare il capitale prestato) e capitale a pieno rischio (azionisti, non devi restituire denaro) Il flusso di capitale in uscita si genera in due modi: • dal flusso dei costi che comportano uscite di denaro (acquisto di beni) • rimborso dei finanziamenti Nelle imprese industriali il flusso dei costi anticipa quello dei ricavi, avendo quindi un deficit finanziario che si andrà a colmare con i finanziamenti di terzi. Per calcolare l’equilibrio finanziario si deve indagare il prospetto fonti-impieghi: le fonti sono le risorse dalle quali arriva il denaro, gli impieghi sono le risorse in cui si investe il denaro; sia le fonti che gli impieghi vanno differenziati per criterio di durata in breve e medio/lungo termine: a breve termine sono quelle fonti e quegli impieghi la cui durata è entro l’anno, quelli a medio/lungo termine sono quelli che superano l’anno. Se si vuole raggiungere e mantenere l’equilibrio finanziario bisogna mantenere l’omogeneità temporale tra le fonti e fra gli impieghi (una fonte a medio/lungo termine deve finanziare un impiego a medio/lungo termine e una fonte a breve termine deve rimborsare un impiego a breve termine). Periodicamente è fisiologico riscontrare situazioni di squilibrio più i meno gravi e più o meno sanabili in base a chi finanzia cosa, l’importante è che queste situazioni vengano sanate dalle azioni correttive. Il problema avviene quando questi disequilibri diventano cronici e quando dal disequilibrio anche di uno solo dei 3 equilibri, a cascata si crea un disequilibrio anche negli altri due (questo avviene perché questi 3 equilibri sono tra loro correlati e connessi). Ricavi operativi 180.000 -costi operativi -70.000 RO 110.000 Gestione Straordinaria -120.000 REDDITO NETTO -10.000 8 Esempio 1 IMPIEGHI FONTI investimenti a medio lungo 100.000 fonti a medio lungo 100.000 investimenti a breve 40.000 fonti a breve 40.000 TOTALE 140.000 TOTALE 140.000 • Migliore situazione di equilibrio. Esempio 2 IMPIEGHI FONTI investimenti a medio lungo 40.000 fonti a medio lungo 120.000 investimenti a breve 120.000 fonti a breve 40.000 TOTALE 160.000 TOTALE 160.000 • Peggiore situazione di equilibrio. Esempio 3 • In questa situazione statica (rappresentazione di fonti e impieghi in un preciso momento) c’è un disequilibrio preoccupante, l’impresa dovrà fare ricorso a una nuova forma di finanziamento. 100.000 40.000 IMPIEGHI FONTI investimenti a medio lungo 150.000 fonti a medio lungo 100.000 investimenti a breve 40.000 fonti a breve 90.000 TOTALE 190.000 TOTALE 190.000 11 1. SP → informazioni che permettono di individuare l’equilibrio finanziario e patrimoniale (ovvero fonti e impieghi); documenti numerici che hanno una struttura rigida, a sezioni contrapposte, scelta dal legislatore 2. CE → costi e ricavi di natura economico-reddituale che mi permettono di calcolare l’utile d’esercizio; sono documenti numerici che hanno una struttura rigida, a scalare, scelta dal legislatore. SP e CE hanno una struttura rigida per facilitarne la comparazione nel tempo e nello spazio e andare ad analizzare più facilmente lo stato di salute dell’azienda. 3. Nota integrativa → parte descrittiva che permette di esplicare tutti i dati numerici che si trovano nel CE e SP. 4. Rendiconto finanziario → andiamo a indagare la liquidità dell’azienda da inizio a fine esercizio e poniamo l’accento su quelli che sono i flussi finanziari che derivano dall’attività operativa, gestione degli investimenti e dalla gestione dei finanziamenti. In particolar modo si pone l’accento sulla liquidità e solvibilità dell’azienda. 5. Relazione sulla gestione → il bilancio deve essere accompagnato da una relazione degli amministratori (CDA), che contiene un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società, dell’andamento e del risultato di gestione; fornisce un resoconto sui principali fatti che hanno caratterizzato l’esercizio e su quelli eventualmente verificatisi dopo la sua chiusura; illustra le politiche perseguite, i piani e i programmi futuri aziendali, nonché i principali rischi e le incertezze cui la società è esposta. Lo Stato patrimoniale è diviso in sezioni contrapposte, ATTIVO e PASSIVO. L’attivo mi permette di capire dove le risorse sono state destinate (CRITERIO DELLA DESTINAZIONE), il passivo mi permette di capire da dove provengono le fonti (CRITERIO DELL’ORIGINE DELLA FONTE): ATTIVO PASSIVO A) CREDITI V/SOCI per versamenti ancora dovuti A) P.N. (patrimonio netto) B) IMMOBILIZZAZIONI (tutto ciò che ha durata pluriennale e che è quindi a medio/lungo termine) B) FONDI PER RISCHI E ONERI C) ATTIVO CIRCOLANTE (tutto ciò che ha durata non superiore a 1 anno e che è quindi a breve termine) (rimanenze, crediti, disponibilità liquide) C) TFR (debito verso i dipendenti) D) RATEI E RISCONTI D) DEBITI E) RATEI E RISCONTI Lo Stato Patrimoniale è una GRANDEZZA STOCK, cioè una grandezza puntuale che fornisce un’idea statica della grandezza in un dato istante. 12 Il Conto economico ha una struttura a scalare con due risultati intermedi. Nel CE confluiscono solo costi e ricavi di natura economico-reddituale: A) VALORE DELLA PRODUZIONE (ricavi dell’attività caratteristica) B) COSTI DELLA PRODUZIONE (costi economico-reddituali della produzione dell’attività caratteristica) Differenza tra valore e costi della produzione (A-B) C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI (costi e ricavi economico-reddituali della gestione finanziaria) D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ E PASSIVITÀ FINANZIARIE Risultato prima delle imposte (A-B+/-C+/-D) Imposte dell’esercizio Utile (perdita) dell’esercizio Quando ho un utile significa ho creato nuova ricchezza dalla mia attività; quando ho una perdita invece ho depauperato ricchezza dalla mia attività. Il Conto Economico è una GRANDEZZA FLUSSO, cioè fornisce un’idea dinamica della grandezza, misurandone la variazione nel tempo dato; Le aree funzionali Lo schema di studio che adotteremo per studiare l’azienda è quello ad aree funzionali (che sono tra di loro interconnesse. Essendo l’azienda un sistema aperto è anche in connessione con l’ambiente che la circonda. Con questo approccio di studio suddividiamo l’azienda in base alle risorse da governare e alle competenze del personale che deve governare quelle risorse con, quindi, un elevato livello di specializzazione professionale. È un approccio sistemico, che ha dei punti di forza: • Efficienza • Specializzazione del personale Ma ha anche dei punti deboli: • C’è la possibilità che tutte le aree lavorino a compartimenti stagni (ogni area si occupa della propria e non c’è comunicazione tra l’una e l’altra). Per far fronte a questo problema bisogna favorire l’informazione tra un’area e l’altra (es. riunione con tutti i responsabili di ogni area). Risultati intermedi 13 Non si può affermare che vi siano aree funzionali più importanti di altre, sono tutte sullo stesso livello di importanza. Ma c’è una differenza: quanto queste aree funzionali siano più o meno vicine al perseguimento dell’oggetto sociale. Si definiscono aree funzionali caratteristiche (perché sono più vicine al perseguimento dell’oggetto sociale) il marketing, la ricerca e sviluppo e la produzione e logistica. Si definiscono invece aree funzionali ausiliarie (poiché sono più lontane dal perseguimento dell’oggetto sociale) l’organizzazione e gestione del personale, l’amministrazione e controllo, la finanza e la pianificazione strategica. Un esempio alternativo di approccio di studio d’impresa è quello per processi, che è trasversale rispetto a tutte le aree funzionali. L’approccio di studio che viene adottato dipende dalla scuola economica di pensiero (noi, ad esempio, adotteremo quello ad aree funzionali, che è proveniente dal pensiero della scuola torinese). 16 • Ideazione e progettazione del prodotto: in seguito all’elaborazione delle strategie di marketing • Introduzione: l’impresa può guadagnare importanti quote di mercato se ha individuato il target giusto e il marketing mix giusto. È importante che ci sia una buona promozione. Genero molti costi. • Sviluppo: comincio a generare profitti, ma i miei concorrenti capiscono che in quel mercato ci sono delle potenzialità e quindi si insinuerà molta più concorrenza sul mercato. • Turbolenza: non c’è spazio per tutti i concorrenti, i prodotti cominciano a diventare standardizzati. • Maturità: le vendite cominciano a calare e anche i profitti. In questo caso posso innovare il prodotto da renderlo di nuovo accattivante, cambio target. • Declino: le vendite non vanno più bene e i profitti sono calati molto. La comunicazione (l’informazione del mercato, il condizionamento, la persuasione che si fa attraverso le azioni di marketing) per il prodotto è imprescindibile. Ci sono anche una serie di azioni che l’azienda può decidere di attuare nel momento in cui decide il proprio marketing mix, per esempio la promozione, le relazioni sociali, le modalità di promozione con vendita assistita da parte di un promotore. A seconda dell’azienda, del prodotto, del messaggio che voglio traferire, utilizzo la comunicazione appropriata. 17 Area funzionale della Ricerca e Sviluppo Principali caratteristiche L’area funzionale della Ricerca e Sviluppo si occupa sostanzialmente della creazione di un fattore produttivo, il fattore produttivo conoscenza. La presenza o meno di quest’area funzionale, dell’importanza di quest’area funzionale nell’ambito della struttura organizzativa, dipende chiaramente da una serie di fattori: • Tipologia d’impresa • Tipologia di business nel quale l’impresa va ad operare • Tipologia di strategia che l’impresa intende adottare nei riguardi dei mutamenti che intervengono nell’ambiente (Banalmente pensiamo a un’impresa che opera nella produzione di ceramiche, piuttosto che a un’impresa che operi nel settore dell’high-tech; è facilmente intuitivo come un’impresa che opera nel settore high-tech necessiti di un’area funzionale di Ricerca e Sviluppo ben strutturata e sviluppata, come questa attività sia centrale nel suo business; per converso, un’impresa operante nel settore di produzione di vasellame in ceramica necessita di un’area funzionale di Ricerca e Sviluppo piuttosto pari a zero). Possiamo ravvisare 3 diverse tipologie di reazioni, di atteggiamenti nei confronti delle strategie che l’impresa può adottare nei riguardi dei mutamenti che intervengono nell’ambiente: • Atteggiamento passivo (detto anche di adattamento). Si ravvisa quando la strategia dell’impresa consiste nell’attendere i mutamenti dell’ambiente, mutamenti a cui successivamente l’impresa andrà ad adeguarsi. Non si ravvisa un’importanza dell’area funzionale della Ricerca e Sviluppo. • Atteggiamento anticipativo. Si ravvisa quando l’impresa mira a prevenire i mutamenti dell’ambiente adottando una serie di provvedimenti correttivi. L’attività di Ricerca e Sviluppo potrebbe ricoprire un ruolo all’interno dell’organizzazione aziendale. • Atteggiamento attivo (detto anche innovativo). Si ravvisa quando l’impresa adotta una serie di comportamenti con cui non solo vuole prevenire i mutamenti ma vuole condizionarli essa stessa; quindi, l’impresa stessa adotterà una serie di strategie che permetteranno di mutare l’ambiente nel quale essa opera. Impone la presenza di un’area funzionale della Ricerca e Sviluppo altamente centrale nell’ambito dell’organizzazione. La ricerca Sono gli studi, analisi, elaborazioni volti ad incrementare la risorsa conoscenza. I risultati sono: invenzioni e conoscenza di processo. Essa si suddivide in: • Ricerca di base: carattere esplorativo. Obiettivo generale: generare nuova «conoscenza d’impresa» presso i laboratori centrali di ricerca. La ricerca di base non ha degli obiettivi specifici di immediata applicazione, di fatto la ricerca di base, accoglie tutte quelle attività che sono state svolte unicamente per acquisire della nuova conoscenza scientifica o tecnologica. La ricerca di base viene definita come un’attività a carattere essenzialmente esplorativo e riguarda soprattutto quei settori che sono ritenuti di attuale o potenziale interesse in funzione delle strategie aziendali. La grande differenza fra la ricerca di base e la ricerca applicata è che la ricerca di base non ha un obbiettivo specifico ma bensì un obiettivo generale, 18 esplorativo volto a generare nuova conoscenza per l’impresa. Per tale motivo l’attività della ricerca di base è un’attività altamente onerosa e i costi della ricerca di base risultano convenienti solo se consentono di influenzare in modo positivo i costi dell’attività successiva. Tale flusso positivo può manifestarsi ad esempio o sotto forma di risparmio di costi o risparmio di tempo dell’attività della ricerca applicata. • Ricerca applicata: Presenta obiettivi specifici di conveniente applicazione, su scala industriale, di innovazioni nei processi o nei prodotti. La ricerca applicata, a differenza quindi della ricerca di base, presenta degli obiettivi specifici di conveniente applicazione su scala industriale delle varie innovazioni di prodotto o di processo generate dall’impresa. Gli obiettivi specifici però variano a seconda della strategia perseguita dall’impresa. Possiamo avere 3 tipologie di strategia: - Strategia di mantenimento della capacità competitiva dell’impresa sui livelli di conoscenza già raggiunti. - Strategia di accrescimento della conoscenza per adeguarla ai livelli già raggiunti dalle altre imprese, delle imprese concorrenti. In tal caso l’obbiettivo è solo quello di riuscire ad imitare ciò che già hanno fatto i concorrenti. - Strategia di accrescimento della conoscenza relativa a beni e processi aventi carattere di novità assoluta. Ciò vuol dire che temporaneamente l’impresa può avvantaggiarsi del cosiddetto vantaggio tecnologico. A seconda degli obiettivi prefissati andrà a mutare la tipologia di ricerca applicata che assumerà quindi delle caratteristiche differenti: - Ricerca applicata difensiva, dove si persegue l’obbiettivo di mantenere gli attuali livelli di conoscenza. - Ricerca applicata d’inseguimento, che tende invece ad ampliare le conoscenze però imitando ciò che già esiste sul mercato ad opera dei nostri concorrenti. - Ricerca applicata d’avanguardia, quando si mira al conseguimento di una nuova leadership innovativa, quindi si inventa, crea qualcosa di nuovo sul mercato. I principali risultati dell’attività di ricerca sono l’invenzione e la conoscenza di processo. L’invenzione, di fatto, rappresenta una novità conoscitiva in senso assoluto (es. un nuovo prodotto, un nuovo processo) e quindi non precedentemente nota. La conoscenza di processo (o anche detta know-how) invece può essere intesa come una capacità tecnica di eseguire una serie di processi produttivi, di combinazioni produttive in una maniera innovativa, non nota al momento. Però occorre che sia l’innovazione che le conoscenze di processo (o know-how) siano adeguatamente difesi. Per poter difendere l’invenzione e la conoscenza si fa ricorso al deposito dei brevetti, che assicurano un periodo di sfruttamento in esclusiva, oppure attraverso il segreto industriale. Lo sviluppo È la prosecuzione logica della ricerca. Mediante sperimentazioni, realizzazioni di prototipi si arriva al piano operativo di fabbricazione. L’oggetto è la possibile realizzazione produttiva dei risultati delle ricerche in precedenza svolte. L'elaborazione di progetti rappresenta il legame classico tra la ricerca e lo sviluppo. 21 Area funzionale della Pianificazione Strategica, Amministrazione e Controllo Pianificazione Strategica La pianificazione strategica è quel processo con il quale si fissano gli obiettivi aziendali e si indicano i mezzi, gli strumenti e le azioni per raggiungerli in una prospettiva di medio/lungo periodo. La pianificazione è il processo con cui si formalizzano le scelte e le azioni strategiche che conducono al raggiungimento della missione aziendale. Per il processo pianificatorio occorre: • Analizzare l’ambiente esterno, • Individuare le risorse a disposizione dell’impresa • Fissare gli obiettivi da raggiungere. Pianificazione Programmazione e Controllo Le scelte di fondo compiute in sede di pianificazione, che hanno come orizzonte temporale il medio/lungo termine, vengono concretizzate con riferimento ai vari periodi amministrativi mediante il processo di programmazione che conduce alla redazione dei budget. Da un punto di vista organizzativo, la pianificazione compete ai massimi vertici aziendali, mentre i processi di programmazione e controllo, che costituiscono l’attività di direzione, sono di competenza del management. Le scelte di fondo e gli obbiettivi prefissati in sede di pianificazione strategica hanno un obbiettivo temporale a medio/lungo termine. Per poter concretizzare e calare nella realtà dei singoli esercizi amministrativi quelli che sono gli obbiettivi di base, occorre procedere col processo di programmazione che conduce alla redazione del budget. Per essere efficaci, i processi di pianificazione e di programmazione non possono però prescindere da quello che è il processo di controllo. Il processo di controllo è necessario perché consente di confrontare sistematicamente quelli che sono gli andamenti effettivi o gli andamenti ipotizzati; l’obbiettivo del confronto è quello di andare a individuare gli eventuali scostamenti e le cause che hanno generato tali scostamenti. Una volta individuati gli scostamenti andrò a adottare le azioni correttive laddove vi siano scostamenti sfavorevoli e invece cercherò di consolidarli laddove vi siano degli scostamenti favorevoli. PIANIFICAZIONE SCOPI ‘OBIETTIVI PRIORITA" VINCOLI STRATEGIE DOCUMENTO DI PIANO ot PROGRAMMAZIONE PERSONALE PROGRAMMI DI ATTUAZIONE RISORSE VALUTAZIONE E VERIFICA TECNOLOGIA 22 23 Quello che vedete rappresentato è quello che si definisce il ciclo di vita della pianificazione. L’origine è rappresentata dalla definizione dell’orientamento strategico, ovvero l’individuazione di quelli che sono i macro-obbiettivi a medio/lungo periodo. Tali macro- obbiettivi, derivanti dall’orientamento strategico, sono inglobati nella pianificazione di medio/lungo periodo e concretizzati mediante la formulazione delle politiche specifiche. Fino ad ora abbiamo lavorato sul macro e sul medio/lungo periodo, ora però occorre calare questi obbiettivi macro di medio/lungo periodo nei vari singoli brevi periodi dei singoli esercizi amministrativi; ecco che quindi dobbiamo passare alla programmazione di breve periodo, dove sostanzialmente andiamo a calare quelli che sono gli obbiettivi macro dell’orientamento strategico scritti nella pianificazione di medio/lungo periodo e che vengono concretizzati nei singoli esercizi mediante la programmazione di breve periodo. In seguito, abbiamo l’attuazione concreta dei piani e delle politiche, per poi giungere alla fase ultima, ma senza dubbio molto rilevante ed essenziale, ovvero quella del controllo dei risultati. Dopodiché il sistema riparte, ritorniamo all’orientamento strategico per poi riprocedere. Quindi, quando parlo di pianificazione a medio/lungo periodo parlo di obbiettivi macro a medio/lungo periodo, pluriennali; quando vado a calare il macro-obbiettivo nella concretezza dei singoli esercizi amministrativi passo alla programmazione di breve periodo. In ultimo, la fase di controllo è essenziale per verificare dove sto andando e apportare, se occorre, manovre correttive oppure consolidare. 26 Il budget è dunque il documento amministrativo che, sulla base delle ipotesi operative assunte, traccia il futuro andamento della gestione. Le sue funzioni sono: • tradurre in termini quantitativi i programmi di gestione; • consentire il coordinamento delle diverse funzioni aziendali, delle diverse attività, degli obiettivi di breve periodo; • permettere al management di considerare in anticipo i problemi e le difficoltà e di decidere tempestivamente le azioni necessarie per fronteggiarli; • consentire il controllo della gestione attraverso l’analisi degli scostamenti. Composizione del budget Il budget è composto da più parti: • Budget economico analitico: prevede, a livello di analisi mensile o trimestrale, i costi e ricavi di competenza dell’esercizio predeterminando il risultato economico; esso costituisce la sintesi dei budget settoriali. • Budget degli investimenti: prevede le operazioni che si intendono attuare nel settore delle immobilizzazioni in base a programmi a medio/lungo termine in corso di realizzazione. • Budget finanziario: prevede i movimenti finanziari della gestione e precisamente i flussi di cassa derivanti dal regolamento delle operazioni di gestione, dall’accensione e dall’estinzione di prestiti, da aumenti e diminuzioni di capitale a pagamento. • Budget dell’esercizio: attinge i dati dai budget precedentemente elencati presentando la previsione della situazione patrimoniale e della situazione economica dell’esercizio considerato. Il budget dell’esercizio Come in precedenza indicato, il budget d’esercizio attinge i valori dal budget degli investimenti, dal budget finanziario e dal budget economico-analitico. In particolar modo, il budget dell’esercizio ha come punto di partenza e poi di confronto il bilancio dell’esercizio precedente. Poiché il bilancio è noto solo ad esercizio concluso, mentre il budget si predispone prima dell’inizio del nuovo esercizio, le formulazioni prendono come punto di partenza il progetto del bilancio e successivamente vengono aggiornate e assestate in base ai risultati definitivi. 27 Analisi degli scostamenti Un imporrante strumento di controllo ex post (retroattivo) è rappresentato dall’analisi degli scostamenti. Tale analisi può essere condotta sia dalle imprese che predispongono il budget sia dalle imprese che invece adottano una contabilità gestionale a costi standard. Nel caso di imprese che predispongono il budget, l’analisi degli scostamenti avviene fra i dati effettivi e i dati di budget; tale attività è detta controllo budgettario (budgetary control) e permette di verificare il controllo della gestione verso la concreta realizzazione di quelli che sono i programmi aziendali. Nel caso invece di imprese che adottino la contabilità gestionale a costi standard, l’analisi degli scostamenti avviene col confronto fra i costi effettivi e i costi standard al fine di controllare l’efficiente reperimento e l’impiego delle risorse. Analisi degli scostamenti: fasi 1. Confronto tra dati standard o programmati e dati consuntivi, al fine di individuare lo scostamento globale; 2. Scomposizione dello scostamento globale in scostamenti elementari, che possono essere molteplici e di segno opposto; 3. Individuazione delle cause degli scostamenti; 4. Adozione delle azioni correttive quando le cause degli scostamenti siano controllabili dall’impresa. Il reporting Accanto alle attività e alle tecniche di controllo, l’impresa deve sviluppare efficienti meccanismi di comunicazione fra i membri dell’organizzazione. In particolare, grande attenzione deve essere destinata ai flussi informativi indirizzati ai manager che assumono le decisioni aziendali ai vari livelli. Il sistema di reporting è l’insieme dei rapporti predisposti per i vari livelli di direzione. Le informazioni contenute nel report possono essere di diversa natura: • Economico finanziarie. • Operative di natura non monetaria • Strategiche È importante sottolineare che tutte le informazioni contenute nel report devono essere: chiare, affidabili, selettive, chiaramente sintetiche ma soprattutto devono giungere con tempestività. 28 Area funzionale della Finanza Finanza e gestione finanziaria È l’insieme delle operazioni volte a coprire il fabbisogno finanziario, ossia il fabbisogno di mezzi monetari necessari per avviare l’impresa e per sostenerne le differenti fasi di sviluppo (decisioni e azioni finalizzate all’acquisizione e all’impiego di capitale) Il fabbisogno finanziario nasce perché di regola nelle imprese gli incassi derivanti dalle “vendite” si manifestano successivamente ai pagamenti derivanti dagli “acquisti” Il fabbisogno finanziario si copre ricorrendo a: • capitale proprio, o capitale di rischio • capitale di prestito (mutui, obbligazioni, …) La gestione finanziaria è una gestione “passiva”: comporta interessi passivi sul capitale di terzi e remunerazioni del capitale proprio. Nell’ambito delle differenti aree funzionali, l’area funzionale della finanza ha per oggetto la gestione di uno specifico fattore produttivo, ovvero il fattore capitale; capitale che viene osservato in due momenti critici, che sono: la fase dell’acquisizione del capitale e la fase dell’impiego del capitale stesso. Sostanzialmente quest’area funzionale si occupa di tutte quelle decisioni che riguardano la qualità, la quantità della risorsa capitale che viene acquisita ma anche l’utilizzazione che viene fatta di questo capitale, sostanzialmente è ciò che già abbiamo visto definito come fonti e impieghi e cioè le nozioni viste in merito all’equilibrio finanziario di un’impresa. Ma qual è l’obbiettivo centrale dell’area funzionale della Finanza? Il suo obbiettivo è quello di conferire l’economica liquidità alla gestione dell’impresa, il che vuol dire che la funzione finanza deve permettere all’impresa di fronteggiare in ogni momento qualunque esigenza di esborso finanziario in modo economico e tempestivo. Problemi della gestione finanziaria La prima criticità che l’area funzionale della Finanza deve fronteggiare è proprio quella di riuscire a mantenere un equilibrio dinamico fra le entrate e le uscite monetarie, tale attività è detta anche gestione di tesoreria o di cassa. Il che vuol dire riuscire a rendere disponibili risorse finanziarie per fronteggiare le uscite. Quando parliamo di equilibrio dinamico entrate- uscite di fatto stiamo parlando di equilibrio finanziario ma dinamico perché stiamo osservando dei flussi in movimento. Cosa sono questi flussi? Banalmente pensiamo alla situazione per la quale l’impresa deve essere in grado di pagare le fatture delle forniture piuttosto che pagare gli stipendi, ebbene deve avere la risorsa finanziaria disponibile in quel momento in maniera però tempestiva ed economica. Questo tipo di criticità riguarda tutte le tipologie di imprese e il problema più banale che un’impresa può trovarsi ad affrontare è proprio gestire la tesoreria e spesso e volentieri questo tipo di attività deve essere gestita dall’area funzionale della Finanza in collaborazione però anche con tutte le altre aree funzionali. La seconda problematica che deve essere gestita dall’area funzionale della Finanza riguarda il perseguimento di un’equilibrata struttura finanziaria nella quale andiamo a guardare tutte le fonti di acquisizione di capitale e tutti gli impieghi della risorsa capitale. La criticità da affrontare è far sì che questa struttura finanziaria sia equilibrata, dove per equilibrio finanziario si intende la coerenza fra le fonti e gli impieghi di risorsa finanziaria, e l’area Finanza deve far sì che vi sia opportuno equilibrio, omogeneità fra le fonti e gli impieghi che noi troviamo in azienda. La struttura finanziaria a sua volta può essere 31 struttura finanziaria lato fonti, ma questo già lo sappiamo perché abbiamo già studiato l’equilibrio patrimoniale dove occorre mantenere l’equilibrio tra la natura delle fonti (capitale di terzi o capitale a pieno rischio), quindi già sappiamo che in ottemperanza dell’equilibrio patrimoniale occorre che almeno metà delle fonti siano capitale a pieno rischio. Perciò l’area funzionale della finanza ha proprio tra i suoi compiti anche quello di andare a mantenere l’equilibrio nell’ambito della provenienza delle fonti di finanziamento. Se invece ora ci soffermiamo sul profilo sempre delle fonti ma di ambito della durata, le fonti possono essere suddivise tra quello che è durevole e ciò che invece è corrente: si considera una fonte durevole il capitale a pieno rischio (o capitale proprio), l’indebitamento a medio/lungo termine (ad esempio, il mutuo, il prestito obbligazionario), che sono quelle fonti di finanziamento che hanno durata a medio/lungo termine (quindi da un anno a crescere). In seconda battuta, invece, sempre sotto il profilo della durata abbiamo i finanziamenti correnti (quelli che sono entro un anno); nell’ambito del finanziamento corrente possiamo avere: l’indebitamento a breve (ad esempio i debiti v/fornitori, debiti v/erario, debiti v/dipendenti, ecc.), oppure possiamo avere l’indebitamento a breve ciclo di utilizzo (ad esempio l’apertura di credito per l’elasticità di cassa). In sintesi, da come si può evincere dallo schema qui riportato, nella sezione delle fonti vedremo come la principale suddivisione è tra capitale proprio e capitale di terzi se vado ad osservare quella che è la provenienza delle fonti; se invece vado a guardare la durata del ciclo di utilizzo, andrò ad individuare il capitale permanente che è dato dal capitale a pieno rischio unitamente ai debiti a media/lunga scadenza (quelli pluriennali); invece avrò, per quanto riguarda la sezione del capitale corrente tutto ciò che dura entro un esercizio e andrò ad individuare debiti correnti (banalmente i debiti v/fornitori, debiti v/banche, ecc.). Considerando invece la sezione degli impieghi di capitale il criterio da analizzare è quello della durata (anche qui per durata si intende maggiore o inferiore ad un anno). La prima area che individuiamo è quella delle attività fisse, quindi gli elementi a durata pluriennale, al cui interno troviamo le immobilizzazioni nette (ad esempio gli impianti, i macchinari iscritti al netto dei fondi rettificativi) e quindi tutti gli elementi dell’attivo che hanno durata pluriennale da un anno a salire. La seconda famiglia di voci è definita invece capitale circolante lordo e comprende tutto ciò che ha durata inferiore ad un anno; all’interno del capitale circolante lordo troviamo tre diverse famiglie di voci: le disponibilità non liquide, le liquidità differite e le liquidità immediate; sono tutti quanti elementi di durata entro un esercizio, entro un anno, ciò che cambia è quanto siano più o meno liquidi (dove per liquido intendiamo il denaro). L’ordine che è stato attribuito è dal meno liquido al più liquido. La liquidità immediata vuol dire denaro disponibile, cassa e banca sono i più liquidi in assoluto; salendo di un livello le liquidità differite (ad esempio i crediti v/clienti, es.: io avrò diritto a ricevere denaro fra un mese, c’è del denaro sottostante ma non è prontamente utilizzabile, non è immediato, diventerà liquido e utilizzabile tra un mese quando riceverò il denaro incassando il credito con una liquidità differita nel tempo); salendo ancora di livello abbiamo le disponibilità non liquide (ad esempio la merce, il prodotto finito che sono fermi in magazzino), esse sono una disponibilità ma che necessitano di un processo più lungo per essere trasformate in denaro liquido (perché se io ho il prodotto finito fermo in magazzino prima devo trovare il cliente, vendergli il prodotto, consegnare il prodotto, emettere fattura e poi dopo incasserò la fattura, quindi ci vuole molto più tempo per renderlo liquido), ecco perché viene definita disponibilità non liquida. 32 Indici di bilancio per il calcolo dello stato di salute finanziario di un’azienda Passiamo ora a visionare una serie di indici iniziali molto sintetici che vi permetteranno di capire lo stato di salute dal punto di vista finanziario dell’azienda. Sono solo delle piccole pillole conoscitive che verranno analizzate approfonditamente nel corso di analisi di bilancio attraverso un’analisi più approfondita dello stato di salute dell’azienda, considerando l’aspetto economico, finanziario e patrimoniale in dettaglio. Qui, nello specifico, verranno fornite solo delle piccole indicazioni per il tramite di alcuni indici sintetici; nello specifico parleremo del capitale circolante netto (CCN), del margine di struttura e del margine di tesoreria. Capitale circolante netto - CCN Vi sono due diverse modalità di calcolo: 1. [capitale circolante lordo – i debiti correnti]; 2. [capitale permanente (cioè capitale a pieno rischio + debiti a media e lunga scadenza) – immobilizzazioni nette]. Il capitale circolante netto ha duplice utilità perché segnala: • la capacità o l’incapacità dell’impresa di far fronte agli impegni finanziari di breve periodo con forza propria; • l’esistente situazione di equilibrio o di squilibrio tra investimenti in immobilizzazioni e capitale consolidato; Margine di struttura [capitale di rischio – immobilizzazioni nette] Indica la capacità di copertura delle immobilizzazioni con mezzi propri. Margine di tesoreria [liquidità immediate e differite – debiti correnti] È indicatore finanziario della liquidità dell'impresa. In sostanza misura la capacità di un’azienda di far fronte ai suoi impegni finanziari nel breve periodo. La struttura organizzativa di un’impresa La struttura organizzativa deve essere costruita in funzione della tipologia di entità che devo andare a governare; quindi, dovrò dotarmi di una struttura organizzativa che sia adeguata alla complessità della mia istituzione, della mia entità, della mia azienda. Ci sono dei modelli ai quali possiamo fare riferimento: a) Struttura organizzativa elementare → è il modello più basilare. È tipica delle piccole microimprese potenzialmente a matrice familiare oppure delle ditte individuali. La sua caratteristica principale è il fortissimo accentramento decisionale in capo al capo famiglia proprietario dell’azienda (se si tratta di una piccola impresa familiare), oppure in capo al titolare dell’azienda (se si tratta di una ditta individuale). Laddove ci sono altri responsabili (che si occupano per esempio degli acquisti, della fatturazione e quindi dell’amministrazione) hanno un ruolo meramente esecutivo, non 33 assumono decisioni, sono dei meri esecutori. È una struttura altamente informale, un tipo di organizzazione semplice. Se si incrementa il tipo di complessità, questa struttura non va più bene e bisognerà adottarne un’altra. b) Struttura organizzativa plurifunzionale → è molto più evoluta. È adeguata per quelle imprese che operano, ad esempio, in un solo prodotto/in un solo business anche di dimensioni medio/grandi. All’interno di questa struttura organizzativa trovo una struttura generale, sotto la quale vi sono tutte le aree funzionali; all’interno di ogni area funzionale trovo il personale specializzato nel governo di quella particolare risorsa. Quindi, è una struttura molto efficiente, altamente specializzata perché trovo le conoscenze e il personale capace sul governo di quella specifica risorsa raggruppato nella medesima area funzionale, e quindi altamente specializzato, molto efficiente. Questa struttura ha però un difetto: se da un lato è altamente efficiente e specializzata, dall’altro lato potrebbe avere un punto debole che è rappresentato dal difetto della comunicazione poiché potrebbe esserci poca comunicazione tra le diverse aree funzionali e quindi c’è il rischio che esse lavorino a compartimenti stagni. Per ovviare questa criticità posso stimolare, obbligare a organizzare riunioni con un rappresentante per ogni area funzionale, quindi un aggiornamento costante, periodico che coinvolga tutte le aree funzionali; in alternativa, posso inviare un report informatico che mi consenta di tenere aggiornati tutti i vari reparti, tutte le aree funzionali in maniera più veloce e immediata. c) Struttura organizzativa multi-divisionale → se aumentiamo la complessità dell’azienda, passando a una strategia di produzione per la quale ho diversi prodotti e quindi ho una strategia di diversificazione, vado a diversificare i prodotti che realizzo, vado a diversificare i business in cui opero. Innanzi ad una azienda che opta per una strategia di diversificazione, una struttura organizzativa plurifunzionale entra in crisi, non è in grado di governare una strategia di diversificazione. Quindi quando incremento la complessità della mia organizzazione devo adottare una struttura organizzativa appropriata. L’evoluzione della struttura organizzativa plurifunzionale è appunto la multi-divisionale. In questa struttura io posso avare diverse divisioni per business diversi, per aree geografiche. Vado ad aprire una divisione per ognuno di questi business; all’interno della divisione vado ad inserire una plurifunzionale, ogni divisione avrà la sua struttura interna plurifunzionale. Però attenzione: ogni plurifunzionale è specializzata solo nel governo di quella specifica divisione. Per questo è molto articolata una struttura di questo tipo ma mi serve per governare situazioni altamente diversificate e altamente complesse. La forte criticità di questa struttura organizzativa, nonostante la sua grande efficacia (riesce a raggiungere molto bene gli obbiettivi, riesce a governare molto bene le complessità di business diversi), è il rischio di essere poco efficiente e quindi altamente onerosa; questo perché ho una duplicazione delle aree funzionali e non riesco a sfruttare a pieno tutte le risorse che ho a disposizione, e per questo motivo si generano molti oneri (soprattutto per quanto riguarda la risorsa umana). d) Struttura organizzativa a matrice → è adatta per una tipologia specifica di aziende, ovvero le aziende che operano su commessa (ad esempio chi realizza aeromobili piuttosto che chi realizza navi da crociera), sono grandi progetti molto onerosi su commessa. La criticità di questo tipo di progetti sono le dimensioni, il costo delle materie prime, la complessità del progetto, i tempi di produzione. Quindi per far fronte ad un prodotto così complicato una plurifunzionale non va bene perché è troppo rigida, una multi-divisionale nemmeno perché è troppo articolata, con troppo 36 Procedura amministrativa Per poter affrontare tutte queste operazioni di rilevazione mi serve una procedura amministrativa che mi consenta di formalizzare queste rilevazioni. Per comprendere il senso di questa procedura dobbiamo rispondere ad alcune domande: • Cosa rilevo? Devo rilevare tutti quei fatti amministrativi che hanno luogo con l’esterno dell’azienda. In secondo luogo, devono comportare una movimentazione di natura finanziaria. Quando queste due condizioni sono verificate allora procedo con la rilevazione del fatto amministrativo. Se manca anche solo una delle condizioni non posso rilevare. Le condizioni finanziarie che si possono verificare sono in entrata o in uscita, immediate o differite; quelle economiche riguardano il sorgere di costi o ricavi. • Quando rilevo? Quando siamo in presenza di un documento contabile che attesti l’operazione, allora procedo alla rilevazione. • Dove rilevo? Utilizzeremo il libro giornale e il libro mastro. In azienda avvengono su supporti informatici, con software di contabilità. • Perché rilevo? Per redigere il bilancio d’esercizio (documento di sintesi di tutti gli accadimenti della vita dell’azienda), per verificare lo stato di salute dell’azienda. • Come rilevo? Attraverso il metodo della partita doppia che è un linguaggio contabile che dobbiamo conoscere per poter rilevare i fatti amministrativi. Il metodo della partita doppia È stata formalizzata nel 1494 da Frate Luca Pacioli che ha osservato quella che era la prassi dei mercati dell’epoca e poi ha formalizzato ciò che nella normalità veniva fatto da questi ultimi. Egli è considerato il padre della contabilità. Dopo la pubblicazione di questo volume questo sistema era considerato il metodo veneziano e si diffuse in tutta Europa. Il metodo della partita doppia mi serve per rilevare informazioni finanziarie ed economiche. Di fatto, questo metodo mi dà le regole di ingaggio per poter contabilizzare e rilevare tutte le informazioni economiche e finanziare di gestione dell’azienda. Gli strumenti di questo metodo sono: • Il conto • Le convenzioni. Sono le regole del gioco che mi fanno movimentare i conti. Questo metodo mi consente di movimentare in maniera simultanea e antitetica due o più serie di conti. NEL METODO DELLA PARTITA DOPPIA GLI UNICI SEGNI AMMESSI SONO DARE E AVERE; QUINDI, I SEGNI ALGEBRICI NON SONO AMMISSIBILI. 37 Il conto Il conto ha una forma a T diviso in due parti: la sezione di sinistra si china DARE, quella di destra AVERE è in alto viene inserita la denominazione del conto e all’interno gli importi del conto considerato. D A Ogni conto ha un suo nome. Se scrivo a sinistra vado ad ADDEBITARE UN CONTO, se scrivo a destra vado ad ACCREDITARE UN CONTO. Tutto quello che movimento a sinistra deve essere uguale a quello che movimento a destra. Il totale degli addebitamenti deve essere UGUALE al totale degli accreditamenti. Esempio 1: DARE CASSA AVERE 150 40 20 140 30 40 Per calcolare il saldo tiro una riga dopo tutte le registrazioni. Per calcolarlo: - Calcolo sommatorio degli importi della sezione dare → 150+40+20= 210 - Sommatoria degli importi della sezione avere → 140+30= 170 - La differenza sarà 210–170= 40. - Il segno è dato dalla sezione dove ho i valori maggiori (l’eccedenza), quindi DARE. - Il saldo del conto cassa sarà quindi 40, segno DARE. Verrà scritto sotto la linea di separazione. Esempio 2: • Ricevimento fattura per acquisto materie prime per 200 euro con pagamento immediato. • Emissione fattura di vendita per prodotti finiti di 320 euro con incasso immediato 38 D ACQ. MP A 200 D CASSA A 320 120 200 D VENDITA PF A 320 120 entrata uscita costo Per convenzione: - I costi vanno iscritti in DARE e i ricavi in AVERE - Le uscite vanno iscritte in AVERE e le entrate in DARE ricavo 41 Le variazioni economiche, a loro volta, possono essere: • DI REDDITO: - NEGATIVE, sezione sinistra DARE. Si tratta di: o Sorgere di costo o Storno di ricavo - POSITIVE, sezione destra AVERE. Si tratta di: o Sorgere di ricavo o Storno di costo • DI CAPITALE: - NEGATIVE, sezione sinistra DARE. Si tratta di: o Diminuzioni di capitale netto - POSITIVE, sezione destra AVERE. Si tratta di: o Aumenti di capitale netto 42 Ad una variazione finanziaria (numeraria) attiva che movimenta in sezione DARE, corrisponderà una variazione economica positiva che movimenta in sezione AVERE. Ad una variazione economica negativa che movimenta in sezione DARE, corrisponde una variazione finanziaria (numeraria) passiva che movimenta in sezione AVERE. Piano dei conti 43 Il piano dei conti è l’insieme dei conti della contabilità di un’impresa. Conti I conti sono a denominazione “libera”, ciò significa che ogni impresa è libera di adottare il proprio piano dei conti, ne consegue che ogni impresa può avere un bilancio contabile diverso. I conti a denominazione “libera” sono di: • Natura finanziaria. Essi definiscono il “SOGGETTO”: è necessario comprendere il soggetto verso il quale intercorre l’operazione (es. i clienti, i fornitori, ecc.); • Natura economica. Essi definiscono l’“OGGETTO”: è necessario far comprendere l’oggetto di quel determinato conto (es. Acquisti/vendite di che cosa? Di materie prime, semilavorati, ecc.). 46 Libro mastro Il libro mastro è l’insieme dei singoli conti della contabilità in ordine sistematico. ORDINE SISTEMATICO = aggrego i conti uguali per natura. Quando invece rilevo i fatti nel libro giornale il criterio con il quale inserisco le informazioni segue l’ORDINE CRONOLOGICO (quale operazione si è verificata prima) di manifestazione. Le informazioni che io trovo nel libro giornale e nel libro mastro sono le stesse, sono solo rilevate con due criteri diversi, quello SISTEMATICO (libro mastro) e quello CRONOLOGICO (libro giornale). 47 Struttura del libro giornale Numero progressivo di operazioni Colonna dei parziali Colonna dei totali DARE (sinistra) e AVERE (destra) A di lettura D A Data 48 3. OPERAZIONI DI GESTIONE Esercizio: 1) Acquisto di materie prime per 300 euro con pagamento immediato. 2) Vendita di prodotti finiti per 600 euro con incasso immediato. 3) Acquisto di materie prime per 200 euro con pagamento dilazionato. 4) Vendita di prodotti finiti per 1900 euro con incasso dilazionato. 5) Ricevimento fattura per spese telefoniche per 250 euro con pagamento dilazionato. 53 14/03/2023 4 1 ACQ. MP a CASSA 300 54 14/03/2023 1 5 CASSA a VENDITA PF 600 55 14/03/2023 4 2 ACQ. MP a DEBITI V/FORNITORI 200 56 14/03/2023 1 5 CREDITI V/CLIENTI a VENDITA PF 1900 57 14/03/2023 4 2 SPESE TELEFONICHE a DEBITI V/FORNITORI 250 1 CASSA 600 300 4 ACQ. MP 300 200 5 VENDITA PF 600 1.900 2 DEBITI V/FORNITORI 200 250 1 CREDITI V/CLIENTI 1900 4 SPESE TELEFONICHE 250 51 59 20/03/2023 4 2 ACQ. MP a DEBITI V/FORNITORI 1.250 60 20/03/2023 2 1 5 DEBITI V/FORNITORI a  BANCA C/C SCONTI ATTIVI 1.200 50 1.250 61 20/03/2023 1 5 CREDITI V/CLIENTI a VENDITA PF 1.320 62 20/03/2023 1 4 1  BANCA C/C SCONTI PASSIVI a CREDITI V/CLIENTI 1.300 20 1.320 COMMENTO 1): ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “ACQ. MP”, CE COMMENTO 2): ASPETTO FIN 1: uscita di banca, VFP, AVERE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP; ASPETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “SCONTI ATTIVI”, CE COMMENTO 3): ASPETTO FIN: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP APETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “VENDITA PF”, CE COMMENTO 4): ASPETTO FIN 1: aumento di banca, VFA, DARE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di credito, VFP, AVERE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “SCONTI PASSIVI”, CE N.B.: D’ORA IN AVANTI OGNI QUALVOLTA AVREMO PAGAMENTI O INCASSI IMMEDIATI O DIFFERITI PER NON PERDERE INFORMAZIONI FAREMO PRIMA LA RILEVAZIONE E POI PASSEREMO AL PAGAMENTO CON DUE SCRITTURE DIFFERENTI. 52 L’imposta sul valore aggiunto (IVA) La contabilità IVA si occupa di tutti gi adempimenti riguardanti l’applicazione della normativa sull’IVA. La norma cardine che adottiamo in riferimento all’IVA è il DPR 26 ottobre 1972, n. 633, Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto e successive modificazioni. L’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) è un’imposta indiretta vigente in tutti i paesi dell’Unione Europea, che si applica sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi effettuate a titolo oneroso, e che grava sui consumatori finali. A titolo oneroso significa che le cessioni di beni e le prestazioni di servizi non devono rappresentare una donazione, ma devono comportare il pagamento di un prezzo. L’imposta grava sul valore aggiunto creato da ciascun soggetto produttivo. Il valore aggiunto è il nuovo valore che ogni partecipante al processo produttivo (impresa, artista, professionista) crea per il tramite di successive lavorazioni e manipolazioni di una materia o bene preesistente. L’imposta da versare all’Amministrazione Finanziaria dello Stato viene determinata applicando al valore aggiunto, prodotta da imprese, artisti e professionisti, le aliquote di legge, che attualmente sono: • aliquota ordinaria 22%, sulla maggior parte dei beni e servizi; • aliquota ridotta 10%, da applicare ad alcune categorie di beni come, per esempio, i materiali per l’edilizia nelle ristrutturazioni, carni, pesci, acque minerali ecc.; • aliquote super ridotte al: - 5% per le prestazioni socio-sanitarie e educative rese dalle cooperative sociali (società cooperative che gestiscono servizi socio-sanitari e educativi oppure inseriscono persone svantaggiate nel mondo del lavoro) e i loro consorzi, per le cessioni di basilico, rosmarino e salvia freschi destinati all’alimentazione, per servizi di trasporto urbano marittimo, lacuale, fluviale e lagunare; - 4% da applicare sui beni di prima necessità, quali pane, latte fresco, burro, formaggi, farina, pasta ecc. L’Imposta sul Valore Aggiunto si applica sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o di arti e professioni e sulle importazioni da chiunque effettuate. Le condizioni per l’applicazione dell’IVA sono pertanto: • il presupposto OGGETTIVO → le operazioni devono consistere in cessioni di beni o prestazioni di servizi oppure devono essere importazioni; • il presupposto SOGGETTIVO → le operazioni devono essere compiute nell’esercizio di imprese, arti e professioni (soggetti passivi IVA). Il presupposto soggettivo non è richiesto per le importazioni, che sono sempre da assoggettare a IVA, anche se effettuate da soggetti diversi da quelli sopra elencati; • il presupposto TERRITORIALE → l’imposta viene applicata sulle cessioni di beni immobili situati nel territorio dello Stato, sulle cessioni di beni mobili nazionali, comunitari o nazionalizzati (cioè sdoganati) e sulle prestazioni di servizi effettuate da soggetti residenti o domiciliati nel territorio dello Stato. 53 PRESUPPOSTI PER L’APPLICAZIONE DELL’IVA OGGETTIVO (tipo di operazione) SOGGETTIVO (chi deve effettuare l’operazione) TERRITORIALE (dove si considera effettuata l’operazione) cessioni di beni imprese, artisti, professionisti beni immobili situati nel territorio dello Stato, beni mobili nazionali, comunitari o nazionalizzati prestazioni di servizi imprese, artisti, professionisti effettuate da soggetti residenti o domiciliati nel territorio dello Stato importazioni generalità dei contribuenti ingresso di beni o servizi nel territorio dello Stato Rientrano nel campo di applicazione dell’IVA le operazioni per le quali sussistono contemporaneamente i tre presupposti. Le norme sull’Iva distinguono le operazioni commerciali in due categorie: 1. operazioni soggette a IVA, che sono considerate fiscalmente cessioni di beni o prestazioni di servizi; 2. operazioni non soggette a IVA (escluse), che la normativa considera estranee al campo di applicazione dell’imposta. Le operazioni soggette a IVA vengono a loro volta distinte in: • operazioni imponibili, assoggettate all’imposta. Si tratta di cessioni di beni a titolo oneroso, prestazioni di servizi verso corrispettivo, cessioni gratuite di beni la cui produzione o il cui commercio rientra nell’esercizio dell’attività d’impresa, prelievi per autoconsumo (destinazione di beni oggetto dell’attività d’impresa al consumo personale dell’imprenditore) e altre fattispecie di legge; • operazioni non imponibili, non soggette a IVA per evitare una doppia tassazione rispetto al Paese di destinazione (esportazioni, cessioni assimilate alle esportazioni e servizi internazionali); • operazioni esenti, non soggette a IVA per motivazioni economico-sociali (secondo l’art. 10 della normativa: prestazioni mediche, educative e didattiche, servizi postali, di credito, finanziamento e dilazioni di pagamento, locazioni di fabbricati a uso abitativo ecc.; il legislatore ha ritenuto che questi servizi fossero troppo importanti e pertanto di non assoggettarli a IVA). OPERAZIONI IVA OPERAZIONI NON IVA (ESCLUSE) IMPONIBILI NON IMPONIBILI ESENTI soggette a iva non soggette a iva non soggette a iva estranee al campo di applicazione dell’IVA Per convenzione a tutti quanti i conti IVA si applica il codice 2. 56 Esercizi: 1) Vendita di prodotti finiti per 12.000 euro + IVA 22% con incasso immediato. 1 5 2 CREDITI V/CLIENTI a  VENDITA PF IVA NS/DEBITO 12.000 2.640 14.640 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP APETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “VENDITA PF”, CE ASPETTO IVA: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “IVA NS/DEBITO”, SP 1 1 BANCA C/C a CREDITI V/CLIENTI 14.640 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: aumento di banca, VFA, DARE di un conto finanziario “BANCA”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di credito, VFP, AVERE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP PERMUTAZIONE FINANZIARIA 2) Acquisto di materie prime per 4.000 euro + IVA 22% con pagamento immediato. 5 VENDITA PF 12.000 1 CREDITI V/CLIENTI 14.640 14.640 2 IVA NS/DEBITO 2.640 1 BANCA C/C 14.640 57 4 2 2  ACQ. MP IVA NS/CRDITO a DEBITI V/FORNITORI 4.000 880 4.880 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “ACQ. MP”, CE ASPETTO IVA: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP 2 1 DEBITI V/FORNITORI a BANCA C/C 4.880 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: uscita di banca, VFP, AVERE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP; PERMUTAZIONE FINANZIARIA 3) Vendita di prodotti finiti per 3.000 euro + IVA 22% con incasso dilazionato. 2 DEBITI V/FORNITORI 4.880 4.880 2 IVA NS/CREDITO 880 4 ACQ. MP 4.000 1 BANCA C/C 4.880 5 VENDITA PF 3.000 1 CREDITI V/CLIENTI 3.660 2 IVA NS/DEBITO 660 58 1 5 2 CREDITI V/CLIENTI a  VENDITA PF IVA NS/DEBITO 3.000 660 3.660 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP APETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “VENDITA PF”, CE ASPETTO IVA: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “IVA NS/DEBITO”, SP 4) Acquisto di materie prime per 500 euro + IVA 22% con pagamento dilazionato. 4 2 2  ACQ. MP IVA NS/CRDITO a DEBITI V/FORNITORI 500 110 610 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO IVA: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “ACQ. MP”, CE 5) Spese per le utenze elettriche per 2.000 euro + IVA 22% con pagamento dilazionato. 4 2 2  UTENZE ELETTRICHE IVA NS/CRDITO a DEBITI V/FORNITORI 2.000 440 2.440 4 ACQ. MP 500 2 DEBITI V/FORNITORI 610 2 IVA NS/CREDITO 110 4 UTENZE ELETTRICHE 2.000 2 DEBITI V/FORNITORI 2.440 2 IVA NS/CREDITO 440 61 Sistema informativo di contabilità generale: CICLO ATTIVO → VENDITE Vendite nel mercato nazionale 62 Vendite imponibili ai fini IVA Esempio: • Vendita prodotti finiti per 25.000 euro + IVA in data 12/03. Incasso differito a 60 gg. 5 VENDITA PF 25.000 1 CREDITI V/CLIENTI 30.500 30.500 2 IVA NS/DEBITO 5.500 1 BANCA C/C 30.500 63 XY 12/03/2022 1 5 2 CREDITI V/CLIENTI a  VENDITA PF IVA NS/DEBITO 25.000 5.500 30.500 XZ 12/05/2022 1 1 BANCA C/C a CREDITI V/CLIENTI 30.500 COMMENTO XY): ASPETTO FIN: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP APETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “VENDITA PF”, CE ASPETTO IVA: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “IVA NS/DEBITO”, SP COMMENTO XZ): ASPETTO FIN 1: aumento di banca, VFA, DARE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di credito, VFP, AVERE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP PERMUTAZIONE FINANZIARIA Vendite non imponibili ai fini IVA Ovvero le vendite agli esportatori abituali, cioè una persona che di mestiere acquista in Italia ma vende all’Estero. Per sapere che si tratta di un esportatore abituale c’è la LETTERA DI INTENTO, dove egli dichiara la sua attività e si identifica come tale (e che deve essere allegata alla fattura). Noi impresa venditrice abbiamo questa lettera in virtù della quale quando emettiamo la fattura di vendita allora ci sarà la dicitura: “NON IMPONIBILE AI FINI IVA”. Esempio: • Vendita ad un esportatore abituale per 30.000 euro in data 22/03 con incasso differito. Lettera intento n. 569/20. FATTURA PF 30.000 → RICAVO TOT 30.000 → + CREDITO RIF 520/2023 66 1 CREDITI V/ENTI PUBBLICI 1.830 1.500 330 1.500 5 VENDITA PF 1.500 2 IVA C/SPLIT PAYMENT 330 330 1 BANCA X C/C 1.500 VENDGA a_ ENO PuPAU w' A509 VA 2%). DuatwawmeTo. 4 CRENITO e 1500 4 ì . n O VENDITA WA clspur 2 Payne |°°° AZE0 = 1 Rao A.Nfe £ + VA è DENITO IVA IVA clopef du Re RE) || A.NA = = DEDICO «wa [ AFIN + RIDV ZHoNE i e] PARO CRENM: n ViEute | [5%] Pubfitic A.FINe 1 DAN A. Fiv s YTCREDTO ) VA cl sper paynem e eg AFIN s E 9TiN%* CREDN' 67 68 COMMENTO 1): ASPETTO FIN: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “CREDITI V/ENTI PUBBLICI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “VENDITA PF”, CE ASPETTO IVA: sorgere di debito, VFP, AVERE del conto finanziario “IVA C/SPLIT PAYMENT”, SP COMMENTO 2): ASPETTO IVA: estinzione di debito, VFA, DARE del conto finanziario “IVA C/SPLIT PAYMENT”, SP ASPETTO FIN: riduzione di credito, VFP, AVERE del conto finanziario “CREDITI V/ENTI PUBBLICI”, SP COMMENTO 3): ASPETTO FIN 1: aumento di banca, VFA, dare di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di credito, VFP, avere di un conto finanziario “CREDITI V/ENTI PUBBLICI”, SP (PERMUTAZIONE FINANZIARIA) Anticipi (o acconti) da clienti La riscossione viene detta anticipata quando l’incasso di una fattura ha luogo prima della consegna della merce. Il regolamento anticipato può avvenire per diverse ragioni e l’anticipo può riguardare tutto l’importo della merce o solo una parte di esso. Quando l’anticipo riguarda solo una parte del prezzo viene chiamato acconto. Agli effetti dell’IVA la riscossione di un acconto costituisce un’operazione da assoggettare a imposta. Pertanto, il venditore è obbligato a emettere due fatture: la prima nel momento in cui incassa l’acconto per l’importo riscosso, la seconda nel momento della consegna delle merci per la parte di prezzo restante. L’importo riscosso a titolo di acconto e rilevato in contabilità generale nel conto finanziario “CLIENTI C/ACCONTI”, acceso al debito nei confronti del compratore per l’anticipo incassato. L’IVA sulla seconda fattura va calcolata sull’importo della vendita al netto dell’acconto riscosso. Per capire che IVA applicare all’acconto bisogna guardare il contratto di vendita: se l’oggetto del contratto di vendita è imponibile di IVA ordinaria anche l’acconto sarà imponibile di IVA ordinaria. Ci sono 3 momenti da contabilizzare: • T1: quando vendiamo chiediamo al cliente il versamento di un anticipo ed emettiamo un documento contabile nel quale indichiamo l’importo in denaro che noi chiediamo come anticipo, non c’è cessione di bene perché non è una fattura di vendita ma è una fattura di anticipo. • Tra t1 e t2: realizzazione del prodotto di vendita. • T2: consegna del prodotto finito ed emissione della fattura di vendita al cliente. • T3: incasso del credito residuo al netto dell’acconto che avevo incassato al tempo t1. Sono 3 tempi differenti che daranno vita a 3 differenti scritture contabili. 71 COMMENTO XZ): ASPETTO FIN 1: aumento di banca, VFA, DARE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: diminuzione/estinzione credito, VFP, AVERE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP PERMUTAZIONE FINANZIARIA Tempo t2 72 1 2 5 2  CREDITI V/CLIENTI CLIENTI C/ACCONTI a  VENDITA PF IVA NS/DEBITO 48.800 20.000 60.000 8.000 68.800 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “CLIENTI C/ACCONTI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “VENDITA PF”, CE ASPETTO IVA: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “IVA NS/DEBITO”, SP Tempo t3 Incasso del credito residuo 1 1 BANCA C/C a CREDITI V/CLIENTI 48.800 2 CLIENTI C/ACCONTI 20.000 20.000 2 IVA NS/DEBITO 4.400 8.800 5 VENDITA PF 60.000 1 CREDITI V/CLIENTI 24.400 48.000 24.400 1 BANCA C/C 24.400 48.800 1 CREDITI VS/CLIENTI 24.400 48.800 24.400 48.800 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: aumento di banca, VFA, DARE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di credito, VFP, AVERE di un conto finanziario “CREDITI V/CLIENTI”, SP PERMUTAZIONE FINANZIARIA 73 Rettifiche alle vendite Sono aspetti molto significativi che devono essere opportunamente rilevati nel sistema contabile perché rappresentano delle anomalie del ciclo attivo delle vendite. Tipicamente possono essere resi, ribassi e abbuoni che possono interessare il ciclo attivo delle vendite e appartengono tutte alla categoria delle rettifiche delle vendite. È molto importante tenerne traccia perché registrano l’errore fatto dal magazzino del venditore nei confronti del cliente. La conseguenza di queste rettifiche potrebbe essere il cambio di fornitore da parte del cliente in quanto tale fornitore non era considerato affidabile. Se l’acquirente riscontra delle differenze quantitative e/o qualitative rispetto a quanto aveva ordinato, l’impresa che ha effettuato la vendita può vedersi restituire parte della merce o può essere costretta a concedere degli abbuoni, che in questo caso, dato che comportano una riduzione del ricavo, sono passivi. I conti economici di reddito sono conti unilaterali, cioè funzionano o solo in dare o solo in avere. Le eventuali rettifiche di ricavi di vendita di prodotti finiti non vanno pertanto a diminuire direttamente i ricavi registrati nel conto “VENDITA PF”, ma si rilevano in appositi conti accesi alle rettifiche di ricavi che funzionano in DARE. Pertanto, i ricavi di vendita vengono rilevati in AVERE del conto “VENDITA PF” e le rettifiche a detti ricavi in DARE di conti distinti. I resi su vendite si rilevano, infatti, nel conto “RESI SU VENDITE” e gli abbuoni passivi nel conto “RIBASSI E ABBUONI PASSIVI”. Mediante un metodo di rettifica indiretto di scrittura vado ad isolare la ragione per la quale c’è stata un’anomalia; quindi, apro un nuovo conto per identificare la ragione per la quale si è verificata questa anomalia. Il codice che identifica le rettifiche alle vendite è lo stesso del conto che vado a rettificare. Esempio: 1) Vendita prodotti finiti per 3.000 euro + IVA ordinaria con incasso dilazionato. 2) Reso di prodotti finiti per 500 euro + IVA ordinaria del cliente per non conformità del prodotto. 5 RIBASSI E ABBUONI PASSIVI Rettifiche ai ricavi per abbuoni concessi ai clienti 5 VENDITA PF Ricavi di vendita delle merci 5 RESI SU VENDITE Rettifiche ai ricavi per merci rese da clienti 76 Sistema informativo di contabilità generale: CICLO PASSIVO → ACQUISTI Acquisti nel mercato nazionale 77 Acquisti imponibili ai fini IVA Esempio: • Acquisto materie prime per 15.000 euro + IVA in data 18/03. Pagamento differito a 30 gg. 4 2 2  ACQ. MP IVA NS/CREDITO a DEBITI V/FORNITORI 15.000 3.300 18.300 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di un debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “ACQ. MP”, CE ASPETTO IVA: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP 4 ACQ. MP 15.000 2 DEBITI V/FORNITORI 18.300 2 IVA NS/CREDITO 3.300 78 Acquisti non imponibili ai fini IVA Esempio: • Acquisto da parte di un esportatore abituale di materie prime per 20.000. L’esportatore abituale emette la lettera di intento n. 54 del 2023. 4 2 ACQ. MP a DEBITI V/FORNITORI 20.000 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “ACQ. MP”, CE Acquisti con IVA indetraibile Se un’impresa effettua acquisti inerenti al proprio business allora l’IVA sarà detraibile e quindi sarà IVA a credito; se, invece, l’acquisto è non inerente al proprio business allora l’IVA diventa indetraibile. Nel caso in cui l’impresa effettui degli acquisti non inerenti al proprio business diventa un consumatore finale e quindi l’IVA diventa un costo e non sarà più IVA a credito. Quindi: IVA indetraibile = costo, IVA detraibile = IVA a credito. Quando si rilevano acquisti non inerenti al proprio business si utilizza un conto apposito denominato “SPESE DI RAPPRESENTANZA”. Esempio: • Acquisto di omaggi per i propri clienti per 250 euro + IVA ordinaria in data 19/03 con pagamento immediato. 250+22%= 305 euro L’IVA diventa un costo, non è detraibile → SPESE DI RAPPRESENTANZA 4 ACQ. MP 20.000 2 DEBITI V/FORNITORI 20.000 4 SPESE DI RAPPRESENTANZA 305 2 DEBITI V/FORNITORI OMAGGI 305 305 1 CASSA 305 81 2. ricevimento della fattura relativa all’acconto, emessa dal venditore. La sua registrazione comporta: • lo storno dell’importo totale della fattura di acconto in AVERE del conto “DEBITI V/FORNITORI”; • la rilevazione dell’acconto in DARE del conto finanziario “FORNITORI C/ACCONTI”; • l’indicazione dell’IVA a credito in DARE del conto “IVA NS/CREDITO”. In pratica, le prime due fasi non comportano variazioni rispetto alla registrazione e al regolamento di una normale fattura d’acquisto, se non per il pagamento effettuato prima del ricevimento della fattura (è infatti anticipato) e per la sostituzione, nella successiva registrazione, del conto “ACQ. MP” con il conto “FORNITORI C/ACCONTI”; 3. ricevimento della fattura per l’acquisto della merce e la sua registrazione. Il compratore deve rilevare la fattura di acquisto che indica il costo complessivo della merce acquistata e l’IVA a credito solo sull’importo del residuo, al netto dell’acconto. Il debito residuo nei confronti del fornitore è determinato sottraendo dal totale della fattura l’importo anticipato in conto materie prime. Sia la fattura relativa all’acconto, sia la fattura di acquisto delle merci devono essere annotate nel registro delle fatture di acquisto. Esempio: • Acquisto di materie prime per 100.000 euro + IVA. Versamento di un acconto di 30.000 euro. 82 Tempo t1 1 2 2  FORNITORI C/ACCONTI IVA NS/CREDITO a DEBITI V/FORNITORI 30.000 6.600 36.600 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO FIN 2: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “CLIENTI C/ACCONTI”, SP ASPETTO IVA: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP 2 IVA NS/CREDITO 6.600 1 FORNITORI C/ACCONTI 30.000 2 DEBITI V/FORNITORI 36.600 È un CREDITO V/FORNITORE perché gli sto anticipando 30.000 euro e se lui non sarà in grado di onorare i suoi impegni, quei soldi li pretenderò indietro; è quindi un credito nei suoi confronti e questo conto rimarrà aperto fino alla consegna del bene. 83 T1 → pagamento acconto 2 1 DEBITI V/FORNITORI a BANCA X C/C 36.000 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: uscita di banca, VFP, AVERE di un conto finanziario “BANCA X C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP PERMUTAZIONE FINANZIARIA Tempo t2 1 BANCA X C/C 36.600 2 DEBITI V/FORNITORI 36.000 36.600 86 4 2 2  ACQ. MP IVA NS/CREDITO a DEBITI V/FORNITORI 2.000 440 2.440 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO IVA: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “ACQ. MP”, CE 2 2 4 DEBITI V/FORNITORI a  IVA NS/DEBITO RESO SU ACQUISTI 88 400 488 COMMENTO: ASPETTO FIN: riduzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: storno di costo, VEP di reddito, AVERE di un conto economico di reddito “RESO SU ACQUISTI”, CE ASPETTO IVA: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “IVA NS/DEBITO”, SP Acquisti nel mercato estero • Acquisti nel mercato extracomunitario → importazioni • Acquisti intracomunitari 4 ACQ. MP 2.000 2 DEBITI V/FORNITORI 2.440 2 IVA NS/CREDITO 440 4 RESO SU ACQUISTI 400 2 IVA NS/DEBITO 88 87 Importazioni Due documenti: • Fattura d’acquisto emessa dal fornitore (emessa in una valuta diversa dall’euro che dovrà essere convertita da valuta straniera in euro). La fattura emessa è priva di IVA perché questa sarà presente nella bolletta doganale. • Bolletta doganale emessa dall’amministrazione doganale da parte di un ufficiale di dogana. Fattura d’acquisto Esempio: • Acquisto materie prime da fornitore statunitense per 60.000$ (dollari). Tasso di cambio storico quando registriamo la fattura d’acquisto. Ipotizziamo che il tasso di cambio sia: 1 euro = 1,09$. Quando andremo a pagare ci sarà un altro tasso di cambio, detto effettivo. Ipotizziamo che sia: 1 euro = 1,12$. 1 euro = 1,09 $ → 60.0001,09 = 55.045,87 euro 1 euro = 1,12 $ → 60.0001,12 = 53.571,43 euro USCITA BANCA 1 euro = 1,09 $ → 60.0001,09 = 55.045,87 euro = 1474,44 euro UTILI SU CAMBI 1 euro = 1,12 $ → 60.0001,12 = 53.571,43 euro Per esclusivo movimento dei tassi di cambio si è generata una differenza positiva, detta “UTILI SU CAMBI”. L’uscita di banca è data dal tasso di cambio effettivo. Il debito si chiude per lo stesso valore per il quale era sorto. 4 2 ACQ. MP a DEBITI V/FORNITORI USA 55.045,87 2 DEBITI V/FORNITORI USA 55.045,87 55.045,87 1 BANCA C/C 53.571,43 4 ACQ. MP 55.045,87 5 UTILI SU CAMBI 1.474,44 88 2 1 5 DEBITI V/FORNITORI USA a  BANCA C/C UTILI SU CAMBI 53.571,43 1.474,44 55.045,87 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: uscita di banca, VFP, AVERE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di ricavo, VEP di reddito, DARE di un conto economico di reddito “UTILI SU CAMBI”, CE • Acquisto materie prime da fornitore statunitense per 60.000$ (dollari). Tasso di cambio storico quando registriamo la fattura d’acquisto. Ipotizziamo che il tasso di cambio sia: 1 euro = 1,09$. Quando andremo a pagare ci sarà un altro tasso di cambio, detto effettivo. Ipotizziamo che sia: 1 euro = 1,02$. Tasso storico = 1,09 = 55.045,87 Tasso effettivo = 1,02 = 60.0001,02 = 58.823,53 euro USCITA DI BANCA DELTA = 3.777,66 → COSTO → PERDITA SU CAMBI 4 2 ACQ. MP a DEBITI V/FORNITORI USA 55.045,87 4 2 1  PERDITE SU CAMBI DEBITI V/FORNITORI USA a BANCA C/C 3.777,66 55.045,87 58.823,53 4 ACQ. MP 55.045,87 2 DEBITI V/FORNITORI USA 55.045,87 55.045,87 1 BANCA C/C 58.823,53 4 PERDITE SU CAMBI 3.777,66 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: uscita di banca, VFP, AVERE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “PERDITE SU CAMBI”, CE 91 4 4 2  DAZI DOGANALI IVA NS/CREDITO a DEBITI V/DOGANA 600 11.720,26 12.320,26 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/DOGANA”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “DAZI DOGANALI”, CE ASPETTO IVA: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP Acquisti intracomunitari Esiste un regime transitorio: contabilizzare l’IVA nel paese di destinazione. La fattura di acquisto viene integrata applicando la normativa IVA del paese di destinazione. NEUTRALITÀ DELL’EFFETTO DELL’IVA: in virtù del regime transitorio, calcolo l’IVA, la iscrivo come IVA a credito, ma per effetto della neutralità dell’effetto dell’IVA la vado a iscrivere anche nell’IVA a debito per lo stesso importo. Chi vende fa un’operazione non imponibile. Esercizio: • Ricevimento fattura di acquisto da fornitore francese per 20.000 euro +IVA. 20.00022%= 4.400 IVA 4 2 2 2  ACQ. MP IVA NS/CREDITO a  DEBITI V/FORNITORI FR IVA NS/DEBITO 20.000 4.400 20.000 4.400 24.400 4 ACQ. MP 20.000 2 DEBITI V/FORNITORI FR 20.000 2 IVA N/CREDITO 4.400 1 BANCA C/C 20.000 2 IVA NS/DEBITO 4.400 92 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI FR”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “ACQ. MP”, CE ASPETTO IVA 1: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP ASPETTO IVA 2: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “IVA NS/DEBITO”, SP 2 1 DEBITI V/FORNITORI a BANCA C/C 20.000 COMMENTO: ASPETTO FIN 1: uscita di banca, VFP, AVERE di un conto finanziario “BANCA C/C”, SP ASPETTO FIN 2: estinzione di debito, VFA, DARE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP PERMUTAZIONE FINANZIARIA 93 Acquisto di servizi Oltre alle merci, ai materiali di consumo e ai beni strumentali, un’impresa commerciale acquista dei servizi sostenendo costi di pubblicità, di trasporto, di assicurazione, telefonici, postali, di energia elettrica, di sorveglianza, di consulenza e così via. Detti costi possono essere registrati in modo sintetico nel conto economico di reddito acceso ai costi d’esercizio denominato “COSTI PER SERVIZI” o, più analiticamente nei corrispondenti conti “SPESE DI TRASPORTO”, “SPESE PER ENERGIA ELETTRICA”, “PUBBLICITÀ”, “ASSICURAZIONI”, “SPESE POSTALI”, “SPESE TELEFONICHE”, “SPESE PER CONSULENZA” e così via. L’uso di conti sintetici o di conti analitici avviene in funzione delle scelte effettuate al momento della stesura del piano dei conti. A seconda del soggetto che eroga il servizio, i documenti contabili sono 2: la fattura del fornitore e la parcella del commercialista. Esercizio: 1) Spese telefoniche per 1.000 euro + IVA. Pagamento dilazionato. (Le scritture sono uguali a quelle di una normale fattura di acquisto) 4 2 2  SPESE TELEFONICHE IVA NS/CREDITO a DEBITI V/FORNITORI 1.000 220 1.220 COMMENTO: ASPETTO FIN: sorgere di debito, VFP, AVERE di un conto finanziario “DEBITI V/FORNITORI”, SP ASPETTO ECO: sorgere di costo, VEN di reddito, DARE di un conto economico di reddito “SPESE TELEFONICHE”, CE ASPETTO IVA: sorgere di credito, VFA, DARE di un conto finanziario “IVA NS/CREDITO”, SP 2) Ricevuta parcella del commercialista per 6.000 euro. Pagamento dilazionato a 30 gg. Si applica la ritenuta d’acconto del 20%. 4 SPESE TELEFONICHE 1.000 2 IVA NS/CREDITO 220 2 DEBITI V/FORNITORI 1.220
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