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Economia aziendale - appunti completi, Appunti di Economia Aziendale

Appunti completi per esame di economia aziendale.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 17/04/2021

saarass
saarass 🇮🇹

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Scarica Economia aziendale - appunti completi e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! CAPITOLO 1: ECONOMIA AZIENDALE E AZIENDA Il processo economico è diviso in 4 fasi: produzione (l’individuo cerca di soddisfare le proprie esigenze), consumo (l’individuo ottiene le risorse di cui necessita). Ognuno è inserito in un’economia di mercato così da poter soddisfare i propri bisogni grazie al mercato di scambio. Le altre fasi sono lo scambio e il risparmio (le risorse che ottiene non necessariamente le deve spendere ora, ma le può accumulare per spenderle in un momento successivo).  Produzione: trasformazione delle risorse ottenute in beni differenti;  Consumo: utilizzo dei beni per il soddisfacimento dei bisogni dei soggetti;  Scambio;  Risparmio: rinuncia di soddisfacimento istantaneo per posticipare la fase del consumo, o investire una parte delle risorse generate nell’azienda stessa. L’obiettivo principe è creare plusvalore, da esso si ottiene la possibilità del soddisfacimento dei propri bisogni. Sull’attività economica influiscono dei fattori che possono essere opportunità o rischi:  geografici: dove l’imprenditore ha deciso di collocare l’azienda (vicinanza o meno a centri urbani, autostrade ecc.);  demografici (legati alla cultura del mercato, es. quante persone sono istruite);  socio-culturali;  politico-economici: vincoli o opportunità derivanti da politiche statali (leggi, infrastrutture, livello di tassazione). La scienza economica si è sviluppata basandosi sul principio secondo cui per soddisfare i bisogni ci sono delle risorse limitate da utilizzare in modi alternativi. L’economia aziendale è la scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende, cioè la scienza dell’amministrazione economica. Il metodo di studio è sia deduttivo (basato su assiomi generali che poi si applicano alla singola realtà) sia induttivo (da principi particolari si deducono preposizioni generali), ciò per ottenere degli assiomi generali validi per ogni imprenditore, il quale poi dovrà adattarli alla sua realtà. Non è una scienza matematica in quanto non è oggettiva e non si basa sulla realtà, è quindi mutabile. L’economia aziendale è strumentale all’imprenditore perché fornisce gli strumenti per capire il funzionamento della sua azienda. L’aspetto economico riguarda un rapporto tra bisogni illimitati dell’uomo e risorse limitate. Tali risorse richiedono un rapporto di costi-opportunità, per ottenere un risultato (vantaggio). La ricerca della soluzione più adeguata consente di trovare qual è il rapporto di migliore economicità di questi valori (minor costo per ottenere il medesimo risultato), e implica una serie di ragionamenti in relazione all’efficacia ed efficienza dei beni produttivi. L’azienda è un istituto economico costituito dall’uomo per svolgere un processo economico che consenta di individuare l’uso più appropriato delle risorse al fine di realizzare gli obiettivi prefissati. Dallo studio di alcuni economisti si capisce l’evoluzione degli aspetti in evidenza della definizione di azienda:  Cerboni  l’azienda è un organismo del mondo economico-sociale: organismo a sé dotato di propria vita sociale ed economica, il primo legame è quello tra azienda e ambiente di cui è parte.  Besta  l’azienda è una somma di fenomeni, atti, negozi relativi ad un cumulo di capitale facenti parte di un tutto a sé; è vista come una serie di attività poste in essere da soggetti singoli o classi di soggetti.  Zappa  l’azienda è una coordinazione economica in atto, istituita e retta per il soddisfacimento di bisogni umani; evidenzia il fatto che l’azienda è rappresentata da elementi sempre in evoluzione; importanza dell’uomo e visione dinamica delle operazioni aziendali. La sua seconda definizione dice che è un istituto economico destinato a perdurare nel tempo, che ordina e svolge in coordinazione la produzione o il procacciamento o il consumo della ricchezza.  Amaduzzi  l’azienda è un sistema di forze economiche che sviluppa nell’ambiente, di cui è parte complementare, un processo di produzione o di consumo, o di entrambe insieme, a favore del soggetto economico e degli individui che vi cooperano.  Giannessi  l’azienda è l’unità elementare dell’ordine economico generale, è uno degli elementi del macroambiente, sviluppa il processo di produzione, distribuzione e consumo, se l’azienda trova un equilibrio economico riesce a valere nel tempo, che è il fine primario. Concezione sistemica dell’azienda: l’azienda è un insieme complesso di elementi materiali finalizzati a formare un tutto organizzato; se l’azienda è un sistema, si può anche definire nelle sue caratteristiche. È un sistema:  socio-economico: istituito e retto da un individuo e basato sulla combinazione ottimale delle risorse;  aperto: instaura relazioni con l’ambiente di cui è parte;  dinamico: le sue condizioni di equilibrio vengono modificate nel tempo;  instabile: l’azienda ha bisogno dell’intervento umano per ristabilire l’equilibrio, questo perché naturalmente l’azienda tende a perderlo nel tempo). La visione sistemica conduce a individuare al suo interno degli ulteriori sottosistemi o sistemi aziendali:  il sistema di gestione è l’insieme delle operazioni compiute per perseguire il fine aziendale;  l’organizzazione è l’insieme delle relazioni tra gli elementi presenti in azienda;  amministrazione e controllo: insieme della rilevazione delle informazioni qualitative e quantitative che consentono di misurare i fenomeni aziendali. Dimensione sociale dell’azienda: l’azienda è inserita all’interno di un contesto formato da individui che hanno un rapporto differente con l’azienda e tutti si pongono degli obiettivi.  Fisco e istituti previdenziali: erario, INPS;  Concorrenti;  Clienti e fornitori;  Terzi finanziatori;  Lavoratori dipendenti;  Imprenditore. I soggetti che intervengono nella vita dell’azienda per il soddisfacimento dei bisogni sono:  Proprietario - socio: apporta mezzi propri diventando proprietario o comproprietario, assume il rischio d’impresa, non è remunerato in modo certo e non conosce l’importo del capitale che riceverà alla scadenza dell’investimento. Il proprietario riceverà un vantaggio quando l’azienda genera un utile, ma non è detto che riesca nell’intento.  Finanziatori: soggetti terzi che assicurano all’azienda i mezzi finanziari a breve o medio/lungo termine, senza assunzione di rischio e con remunerazione periodica garantita e diritto alla restituzione del capitale alla scadenza.  Amministratori: attua i piani dell’imprenditore;  Dirigenti: affianca e continua l’opera;  Esecutori: soggetto che va ad attuare i compiti specifici assegnatigli dall’imprenditore  Soggetto giuridico: persona fisica o giuridica titolare dei diritti e degli obblighi che scaturiscono dall’attività aziendale; risponde nei confronti di terzi e di qualsiasi soggetto avanzi delle pretese nei confronti dell’azienda;  Soggetto economico: soggetto che controlla l’amministrazione d’azienda traendone vantaggi economici, è il soggetto che ha la maggioranza di diritto (50% + 1) e di fatto (% più alta). Nelle aziende individuali è il titolare e coincide con il soggetto giuridico. Anche nelle società di persone il soggetto economico, essendo rappresentato dai soci, coincide con quello giuridico, mentre nelle società di capitali la situazione è diversa. Esso è individuabile o nel capitale di maggioranza (quando alcuni soci hanno conferito una quota di capitale maggiore rispetto agli altri, sono loro che prendono le decisioni), nel capitale di comando (quando una porzione, anche limitata, di capitale, consente il controllo dell'azienda, questo perché soprattutto nelle grandi Spa la gran parte dei soci è “distante” dalla vita dell'azienda) o nei manager (in una situazione più avanzata, il controllo dell'azienda è totalmente affidato ai manager). Relazioni con l’ambiente di cui è parte: l’azienda è un sistema aperto ed è in continua relazione con l’ambiente in cui è inserita. Ci sono elementi macro-ambientali (ambiente politico-legislativo, economico-sociale, culturale-tecnologico), i prodotti dovranno tenere conto della cultura, tecnologia e ambiente sociale di riferimento. I dati dell’ambiente influenzano le decisioni aziendali. Elementi micro-ambientali: relazioni interne (es. tra soci, tra azionisti e management, tra dipendenti ecc.); relazioni esterne (con clienti, fornitori, finanziatori). Creazione di valore per perdurare nel tempo: Obiettivo di un’azienda è il soddisfacimento dei bisogni, reso possibile dalla creazione di valore/ricchezza/utilità attraverso il mantenimento nel tempo di un equilibrio economico. Soddisfare i bisogni di tutti i soggetti significa creare e mantenere valore ed equilibrio che consenta di generare ricchezza attraverso lo sviluppo della propria attività. Durare nel tempo significa mantenere l’equilibrio. Valore per chi e cosa?  Azionisti: dividendi e più valore delle azioni;  Dipendenti: stipendi, sicurezza del lavoro e continuità;  Terzi finanziatori: interessi, restituzione capitale;  Fornitori: certezza dei pagamenti, continuità dei rapporti;  Clienti: rapporto qualità-prezzo, assistenza post-vendita;  Concorrenti: capacità o meno di mantenere l’equilibrio;  Fisco e istituti previdenziali: pagamento imposte, contributi;  Collettività in generale: sviluppo economico, tutela della salute, ambiente ecc. Classificazione delle aziende. 1. Criterio economico-aziendale. Il fine aziendale va distinto in funzione del processo che sviluppato all’interno dell’impresa. Ci sono le aziende di produzione, di erogazione e quelle miste. L’azienda di produzione acquisisce i propri fattori produttivi (materiali, finanziari, personali) per svolgere un processo di trasformazione con l’obiettivo di ottenere beni e servizi con valore maggiore di quella dei fattori impiegati. La produzione è la fase prevalente (trasformazione economica di beni, cioè qualsiasi attività che l’impresa pone in essere per mettere a disposizione un determinato bene o servizio), si produce valore e c’è il soddisfacimento indiretto di tutti i membri dell’azienda. L’azienda di erogazione è un istituto in cui la ricchezza creata attraverso altri processi viene consumata, attraverso un processo di distribuzione di ricchezza ai suoi componenti per il soddisfacimento dei loro bisogni. L’obiettivo è quello di consentire a determinati soggetti il consumo, è la fase economica principale. Si distinguono in aziende di pura erogazione e composte a fine erogativo, o miste: le prime svolgono un’attività economica che prevede la raccolta di risorse da donazioni/elargizioni e loro distribuzione senza piani di accumulo; le seconde acquisiscono ricchezza anche attraverso svolgimento di attività economiche (es. lavorativa), gestioni patrimoniali o gestioni d’impresa. 2. Criterio della forma giuridica. Tale criterio giuridico consente di classificare le aziende e imprese in:  individuali: responsabilità giuridica e patrimoniale è in capo all’imprenditore in modo illimitato, l’imprenditore risponde delle obbligazioni assunte nell’esercizio d’impresa con il proprio patrimonio, presente e futuro. C’è una confusione del patrimonio personale con quello dell’impresa. 1. Il capitale umano Il capitale finanziario da solo non può produrre alcun risultato. Esso deve essere “messo in moto” dalle persone, ed è per questo che il capitale umano è una componente fondamentale dell'azienda. Il lavoro necessario per far funzionare l'impresa si può distinguere tra imprenditoriale e attuativo. Il lavoro imprenditoriale è ideativo, creativo, teso a identificare le migliori combinazioni fra i diversi fattori della produzione e a ricercare nuove e profittevoli opportunità verso le quali rivolgere l'attività dell'impresa. È un lavoro il cui svolgimento si traduce nelle scelte concernenti il prodotto (cosa produrre), il mercato (per chi produrre), la tecnologia (come produrre). Deve essere affiancato dal lavoro attuativo, attraverso la quale concretizzare le idee imprenditoriali. Questa funzione, nelle imprese di grandi dimensioni, è messa in pratica dai lavoratori subordinati. Abilità, competenze, esperienza e creatività che caratterizzano il fattore umano di un'impresa sono determinanti per un economico sfruttamento delle risorse produttive. Non a caso 2 imprese con identica dotazione quantitativa e qualitativa di investimenti possono conseguire risultati molto diversi perché dotate di un fattore umano con caratteristiche differenti. 2. Il capitale relazionale L'impresa vive nell'ambiente e instaura costantemente relazioni con soggetti terzi che possono contribuire a decretarne il successo o il fallimento. Il complesso delle conoscenze alla base delle relazioni che l'azienda crea con dipendenti, clienti, fornitori, finanziatori, istituzioni e interlocutori sociali ha un potenziale valore che può essere definito capitale relazionale. Importanti sono i rapporti che legano l'impresa al mercato, sia quello di prodotti/servizi offerti dall'impresa, sia quello delle risorse (specie quelle finanziarie). Marca, notorietà, affidabilità e immagine sono tutte espressioni di risorse intangibili che maturano negli scambi di mercato e che concorrono a formare la componente relazionale del capitale intellettuale. 3. Il capitale strutturale Un altro fattore che alimenta il capitale intellettuale è rappresentato dalla conoscenza accumulata nell'impresa in merito alle interazioni che si determinano fra capitale umano, relazionale e finanziario. Da tale conoscenza prende vita il capitale strutturale. Un primo ordine di fattori nei quali trova espressione questa dimensione del capitale intellettuale può essere individuato negli assetti istituzionali dell'impresa. La veste giuridica adottata e la localizzazione dei centri di produzione, ad esempio, sono esempi di condizioni immateriali “istituzionali” che esercitano un ruolo determinante sull'attività economica. A questi fattori si possono aggiungere le conoscenze codificate in brevetti, procedure, schede tecniche, archivi ecc. condivise dal personale e trasmissibili nel tempo e nello spazio. In conclusione, il contributo del capitale intellettuale ai risultati ottenuti dall'azienda è tanto maggiore quanto più efficiente ed efficace è la gestione delle sue componenti e, soprattutto, delle interdipendenze che esistono fra esse. Le relazioni tra il capitale finanziario e il capitale intellettuale configurano l'impresa come un sistema, un insieme di elementi interrelati e interagenti. In particolare, un sistema socio-tecnico dove il fattore umano rappresenta la componente sociale e il capitale finanziario quella tecnica. Gli elementi caratterizzanti il sistema aziendale sono 2: • la sua articolazione in sub-sistemi che rappresentano aree funzionali di attività; • le condizioni di coordinazione che devono legare fra loro i singoli elementi del sistema e le aree funzionali. Il sistema d'impresa è un sistema selettivamente aperto, che risponde alle sollecitazioni esterne più giovevoli alla sua economia. L'impresa è per natura articolata e complessa, richiede una specializzazione e differenziazione dell'attività di produzione. La specializzazione porta ad articolare il sistema d'impresa in sottosistemi, ciascuno esprime una determinata area funzionale dell'impresa. A ogni area funzionale corrisponde un insieme di attività attraverso le quali l'organismo aziendale esplica la propria attività produttiva. Le principali aree funzionali che si affermano nell'ambito di ogni sistema d'impresa sono di 3 ordini: Le aree operativo-caratteristiche abbracciano le funzioni che investono direttamente l'oggetto di attività dell'impresa e la connotano come un’impresa che produce un prodotto A piuttosto che servizi finanziari. Esse si articolano in: • produzione: riguarda le attività che appartengono alla concreta combinazione e trasformazione dei diversi fattori produttivi nel prodotto che l'impresa vuole vendere; • marketing: raccoglie le attività attraverso le quali l'impresa si pone in contatto con il mercato. Rientra ogni operazione di studio del mercato, promozione e pubblicizzazione, individuazione dei bisogni e dei gusti dei consumatori; ciò consente di stabilire cosa e quanto produrre; • ricerca e sviluppo: è il cuore dell'innovazione. Promuove le attività di studio, investigazione e sperimentazione protese a individuare e realizzare prodotti, o modalità di svolgimento delle attività aziendali, nuovi o relativamente nuovi. Le aree ausiliarie esplicano funzioni di supporto rispetto all'attività caratteristica. Esse si articolano in: • finanza: comprende le attività di raccolta e impiego dei capitali monetari necessari al funzionamento dell'impresa; • personale: concerne le attività di acquisizione del fattore lavoro e il suo corretto impiego nell'impresa Le aree di informazione e controllo, invece, si distinguono in: • pianificazione e controllo: si occupa della definizione degli obiettivi verso i quali orientare l'attività economica e inoltre controlla che le molteplici attività dell'impresa si svolgano in modo coerente con gli obiettivi prefissati; • sistema informativo: si riferisce a tutte le attività di raccolta, elaborazione e diffusione delle informazioni all'interno dell'impresa, essa infatti non può lavorare se priva di informazioni sull'ambiente generale e specifico in cui si muove e su come la sua attività si viene realizzando Il sistema aziendale non è autonomo, il suo comportamento è dettato dagli obiettivi perseguiti dal soggetto economico che lo governa, legati alla cultura che esso possiede e ai valori che tale cultura esprime. Tutte le aziende, comunque, sono accomunate dalla volontà di sopravvivere e svilupparsi nel tempo. Una volta costituita, l'azienda può servire da strumento per soddisfare i bisogni umani, solo se riesce a prosperare durevolmente. Il raggiungimento di questo fine richiede che la cultura del soggetto economico sia ispirata ad alcuni fondamentali valori-guida. Il primo è l'economicità. Il fine economico rinvia all'esigenza di realizzare un rapporto ottimale fra risorse impiegate e risultati ottenuti. Se l'impresa distrugge più beni di quelli che produce, non può soddisfare i bisogni dell'uomo, tenuto conto che essa opera in un contesto in cui le risorse sono scarse. L'economicità trova la sua espressione di sintesi più immediata nel conseguimento del profitto. Tuttavia, le imprese concentrate sull'obiettivo di massimizzare, a ogni costo, i propri risultati economici ottengono risultati scadenti. Il cliente, nel momento in cui si accosta all'impresa, non cerca solo un prodotto, ma un insieme di servizi dei quali il prodotto è parte, ma non sempre la più importante. Qualità, prestigio, sicurezza e assistenza sono elementi che concorrono a definire un concetto di prodotto più ampio, il concetto di “sistema prodotto”. L'impresa, per poter acquisire e mantenere la propria clientela, deve essere protesa a comprendere le sue esigenze. Diversamente, l'impresa perde di attrattività per il cliente il quale può, in ogni momento, rivolgersi alle altre che offrono in competizione lo stesso prodotto. Ciò che differenzia un'impresa rispetto alle altre è l'attenzione al cliente. Accanto all'economicità, il secondo valore guida è la competitività. L'impresa è al centro di una fitta trama di interessi, facenti capo a soggetti diversi, che conferiscono all'impresa le risorse necessarie al suo funzionamento. L'attenzione agli interessi dei diversi attori sociali è onerosa e comporta sacrifici (ad esempio rispettare i bisogni della forza-lavoro, pagare le imposte, rimborsare puntualmente i debiti contratti o curare l'ambiente), non farlo determina perdita di consenso, riduce le risorse, le opportunità e aumenta i vincoli. Emerge così un terzo valore-guida, la socialità, legata alla valorizzazione delle diverse risorse attinte dall'ambiente. Relazione tra attività di finanziamento e di trasformazione. Finanziamenti. Il conferimento di capitale di proprietà assume la forma di impieghi finanziari e/o economici: è investito in azienda e finanzia l’attività produttiva. Il conferimento di capitale di prestito assume sempre la forma di impieghi finanziari. Altra forma di finanziamento che l’impresa può sottoscrivere, oltre al mutuo, è il prestito obbligazionario: è una forma di finanziamento emessa dall’impresa, che vende ai privati dei suoi beni rappresentati cartaceamente che verranno poi restituiti. È un modo di ottenere liquidità dai singoli; generalmente ha un valore poco elevato in modo da distribuire più uniformemente il rischio d’impresa. Più il tempo aumenta, più aumentano il rischio e il tasso di interesse. Trasformazione. danno origine alla gestione interna in quanto non si svolgono all’interno del sistema aziendale. Sono oggetto di analisi specifiche e non sono rilevate in contabilità generale. Vendita. I prodotti/servizi ottenuti al termine del processo produttivo sono collocati sul mercato attraverso la vendita, che consente di “disinvestire” il capitale utilizzato per l’acquisto dei fattori produttivi. Gli interlocutori dell’azienda sono i clienti. La vendita è fonte di capitale di natura economica, che è controbilanciata sempre da un aumento di impieghi finanziari. In base agli accordi con il cliente si avranno 2 situazioni: 1) Riscossione in contanti del valore del contratto, con aumento di denaro e quindi di un impiego finanziario; 2) Riscossione differita che genera un credito a breve termine verso il cliente, detto anche credito di funzionamento o di regolamento in quanto è considerato un temporaneo sostituto del denaro. Ciclo della gestione. La gestione è il complesso di operazioni, compiute dal fattore umano sul capitale, attraverso le quali si espleta la funzione di produzione per lo scambio di mercato; è strettamente collegata all'organizzazione. I legami fra organizzazione e gestione si manifestano a livello di struttura e di sistemi operativi. La struttura definisce i criteri di divisione del lavoro e le modalità di svolgimento delle operazioni di gestione; i sistemi operativi evidenziano i meccanismi di informazione, pianificazione e controllo. Le operazioni di gestione sono solo l'aspetto visibile di un fenomeno entro il quale si individuano 3 momenti complementari: il momento cognitivo è teso a conoscere la realtà entro la quale agire; quello decisionale determina l'azione da svolgere e in quello operazionale l'attività decisa viene compiuta e poi sottoposta a controllo. Le operazioni di gestione si caratterizzano per il fatto di essere ossia volute e preordinate. I fenomeni casuali invece, non costituiscono fatti di gestione. L'attività di gestione è estesa e complessa, è però possibile individuare dalla specifica attività svolta: • i tratti comuni della gestione; • alcuni principi fondamentali, di carattere generale, che siano di guida nello svolgimento delle molteplici operazioni di gestione, tali da assicurare all'impresa la possibilità di sopravvivere e svilupparsi. La gestione dell'impresa non è rappresentata da un unico grande processo, è invece la combinazione di tanti processi elementari, ognuno dei quali suddiviso nelle fasi indicate che, a loro volta, raccolgono operazioni omogenee. I singoli processi e le operazioni di cui si compongono sono strettamente collegati: • nel tempo: la gestione ha un andamento ciclico. Alla fase di provvista segue la trasformazione e poi lo scambio. Con lo scambio la gestione non termina, ma si riattiva attraverso una nuova fase di provvista. Ogni processo elementare, quindi, è condizionato dai processi che lo hanno preceduto e condiziona quelli che lo seguiranno; • nello spazio: in ogni istante vengono attivati simultaneamente più processi elementari che si sovrappongono. Il processo produttivo è unitario ma la gestione ordinaria cerca di dividerlo in fasi comuni a tutte le imprese per cercare di isolarne i relativi aspetti. Le operazioni di gestione riguardano: 1. finanziamento: ricerca dei mezzi finanziari (acquisizione del capitale, cioè finanziamenti che l’impresa ottiene); 2. investimento: acquisizione delle risorse necessarie per lo svolgimento della propria attività; 3. trasformazione: da materie prime a processo finito, messa a disposizione di un nuovo prodotto che prima non era presente sul mercato; 4. disinvestimento (vendita): ottenimento del prodotto finito e collocazione del prodotto sul mercato, ottenimento di risorse monetarie. Fasi Operazioni Moviment. monetarie Moviment. economiche Finanziamenti + capitale di rischio + capitale di terzi + denaro + crediti + denaro + debiti di finanz. + cap. proprio + beni durevoli Investimenti Acquisto di fattori della produzione Finanziari - denaro + debiti di funz. - denaro + crediti di finanz. + costi Trasformazion i Combinazione dei fattori di produzione per ottenere prodotti finiti - - Disinvestimenti Vendita di prodotti finiti/servizi + denaro + crediti di funz. + ricavi I finanziamenti sono le forme di approvvigionamento del capitale o le fonti di provenienza dei mezzi finanziari necessari per gli investimenti. Guardando alla provenienza, si fa riferimento a chi e con quale vincolo il capitale è conferito. I capitali devono essere forniti anzitutto dal soggetto che costituisce l'azienda, questi mezzi finanziari assumono la denominazione di capitale sociale. Esso è frazionato in quote, ognuna rappresentativa di una parte di esso, e vengono assegnate ai soci in proporzione al capitale versato. Nel caso delle S.p.a., le quote sono rappresentate da particolari titoli dette azioni. Il possesso delle azioni attribuisce il diritto a: • partecipare alla conduzione dell'azienda (mediante l'esercizio del diritto di voto nelle assemblee). • ottenere il rimborso del capitale. • percepire una parte degli utili conseguiti. I finanziamenti possono essere rappresentati da capitale proprio o di terzi. Se si tratta di capitale di rischio, sotto l’aspetto economico movimenta il capitale proprio (che aumenta), sotto l’aspetto finanziario si avrà una variazione che riguarda il denaro, i crediti e i beni economici apportati. Il capitale di terzi genera sempre delle movimentazioni solo monetarie (debiti di finanziamento e movimentazione del denaro). Nel caso dei debiti di finanziamento, il rapporto fra l'impresa e i terzi ha per oggetto il denaro stesso; per i debiti di regolamento, invece, il rapporto fra l'impresa e i terzi ha per oggetto fattori produttivo. Le fonti di finanziamento si differenziano oltre che per la provenienza e la natura del vincolo che le lega all'impresa (di terzi o proprie) anche in relazione alla durata temporale di tale vincolo. C'è quindi una distinzione tra: • finanziamenti a medio/lungo termine: finanziamenti della durata lunga (5+ anni) o media (1-5 anni) (es. mutui); • finanziamenti a breve termine: hanno, invece, una scadenza compresa nell'anno (es. fornitori). Il capitale si configura come un complesso di investimenti. Una prima categoria di investimenti è rappresentata dai fabbricati: la produzione realizzata dall'impresa richiede l'ausilio di macchinari e attrezzature oltre che di impianti. Accanto a elementi di natura materiale sono necessari anche elementi immateriali come le conoscenze, il know how o i brevetti, i marchi. Le partecipazioni invece, sono investimenti aziendali con il quale l'impresa Alfa impiega il suo capitale per acquistare una parte o tutto il capitale di un'altra impresa. Gli investimenti concorrono a definire la struttura produttiva dell'impresa. Se gli investimenti sono relativi al processo produttivo (acquisto di fattori di produzione), in base alla modalità che io ho contratto con il fornitore si movimenterà o il denaro o il debito di funzionamento, sotto l’aspetto economico genero sempre i costi relativi all’acquisto; se invece eseguo investimenti finanziari si movimenta solo l’aspetto monetario e si avrà un credito di finanziamento al soggetto al quale è stato dato il prestito. Tavola dell’equilibrio finanziario (SP). Impieghi finanziari  Liquidità  Crediti di funzionamento/regolamento  Crediti di finanziamento  Titoli (BOT, azioni, BTP) Impieghi economici  Fattori pluriennali Fonti finanziarie  Debiti di funzionamento/regolamento  Capitale di terzi a m/l termine Fonti economiche  Capitale proprio Tavola dell’equilibrio economico (CE). Impieghi economici  Fattori d’esercizio Fonti economiche  Ricavi di vendita  Ricavi accessori In seguito a tale divisione non sarà più possibile avere un totale di fonti e impieghi che si uguaglia, perché avendo tolto dei valori le sezioni non si eguagliano. Quindi contabilmente si definisce nella tavola dell’equilibrio economico la differenza tra ricavi e costi in modo da determinare l’uguaglianza delle due sezioni, l’esito positivo o negativo sarà rispettivamente utile o perdita. Il risultato ottenuto si inserisce, nello stato patrimoniale, nella sezione con un valore più basso per far uguagliare di nuovo le due sezioni. Il plusvalore va ad incrementare il patrimonio aziendale, è una fonte di autofinanziamento. Il capitale netto dell’impresa è dato da = capitale proprio + plusvalore generato. Equilibrio economico: la determinazione del reddito. Il reddito è la variazione che subisce il patrimonio netto (capitale di proprietà) per effetto della gestione. Ciò significa che: 1. le operazioni che contribuiscono alla formazione del reddito sono di natura ordinaria; 2. il reddito rappresenta nel breve periodo la remunerazione del capitale di proprietà. In base alla definizione di cui sopra, la determinazione del reddito può avvenire con un procedimento sintetico che mette a confronto il valore del Patrimonio netto alla fine di un periodo con quello che aveva all'inizio del periodo stesso. REDDITO (R) = PN t1 - PN t0 Un'altra procedura per calcolare il reddito è quella analitica, che prende le mosse dalla relazione, già presentata, attraverso la quale si esprime in sintesi l'equilibrio economico: COSTI + REDDITO = RICAVI  REDDITO = RICAVI - COSTI Questa relazione nel breve periodo dichiara che se il reddito è positivo (utile), il valore dei ricavi realizzati con la cessione dei beni e servizi prodotti è in grado di coprire i costi dei fattori produttivi acquistati per lo svolgimento del processo produttivo che ha permesso di ottenere proprio quei beni/servizi ceduti. Diversamente, un reddito negativo (perdita) esprime l'incapacità dell'azienda per quell'anno di creare valore attraverso la gestione, si parlerà di "consumo di valore" in quanto la gestione aziendale, invece che rigenerare i fattori produttivi utilizzati attraverso l'ottenimento di nuova ricchezza, andrà a intaccare il capitale di proprietà accumulato nel corso delle gestioni precedenti. La determinazione della competenza economica. Nella realtà, alla fine di un esercizio, difficilmente l’azienda ha completato i processi produttivi: ci sono operazioni che hanno disteso i loro effetti e ve ne sono altre che, al contrario, sono ancora in corso di svolgimento. Per tale motivo si parla di costi e ricavi di competenza economica, ai fini della determinazione del reddito di esercizio bisognerà definire:  ricavi di competenza economica sulla base del principio di realizzazione;  costi di competenza economica sulla base del principio di inerenza dei costi ai ricavi. Pertanto, ai fini della determinazione del reddito sarà necessario tenere in considerazione le seguenti situazioni:  fattori produttivi a veloce ciclo di utilizzo acquistati ma non utilizzati (rimanenze di materie prime/merci);  fattori produttivi a lento ciclo di utilizzo che allargano la loro utilità per più cicli produttivi;  prodotti finiti ancora da collocare sul mercato (rimanenze di prodotti finiti);  costi/ricavi per servizi già sostenuti/realizzati nel corso del periodo ma che in parte riguardano servizi "da utilizzare" anche in futuri esercizi (pagamento anticipato di spese di assicurazione; riscossione anticipata di affitti);  costi/ricavi per servizi da pagare/riscuotere in futuri esercizi ma che in parte riguardano servizi da utilizzare o da cedere anche nel presente (pagamento/riscossione posticipata di interessi). Equilibrio finanziario. Si fa riferimento alle dinamiche monetarie (entrate e uscite di denaro) e alle dinamiche dei crediti e debiti di regolamento. Il mantenimento dell'equilibrio richiede che a fronte di impegni finanziari per uscite di denaro e debiti a breve ci sia un volume di risorse finanziarie maggiore. Equilibrio patrimoniale. Fa riferimento al mantenimento nel corso della vita dell'azienda di un equilibrio tra il volume complessivo delle fonti e degli impieghi, sia finanziari che economici. Ciò significa che all'equilibrio patrimoniale partecipano non solo i valori finanziari generati dalla gestione esterna, ma anche alcuni valori economici:  nelle fonti, quei valori che rappresentano il capitale proprio;  negli impieghi quei valori che rappresentano i fattori tecnici della produzione a lungo ciclo di utilizzo così come i valori che definiscono le rimanenze di materie prime, semilavorati, prodotti finiti. Dalla tavola dei valori alla tavola del reddito e del patrimonio. Utilizzando la tavola dei valori complessivi si rappresentano i valori generati dalle operazioni di gestione compiute. Ma se è vero che l’equilibrio economico d’azienda presenta più dimensioni allora questa tavola può essere divisa in due: tavola del reddito (CE) e tavola del patrimonio (SP). Pertanto, i valori inseriti saranno i valori finanziari ed economici che definiscono fonti di capitale proprio e impieghi durevoli, ossia fattori della produzione a disposizione per le gestioni future. Schema riassuntivo dell’eq. economico (CE). Schema riassuntivo dell’eq. patrimoniale (SP). Imp. fin.: denaro e crediti Imp. econ.: fattori pluriennali Fonti fin.: debiti Fonti econ.: CP e ricavi CAPITOLO 5: L’INFORMATIVA AZIENDALE Si occupa di porre in essere quegli atti che consentono di esercitare un controllo dell’attività organizzativa e gestionale. Il sistema informativo si occupa prevalentemente di gestire: 1. Informazioni inerenti ai processi di scambio con terze economie che l’azienda pone in essere per acquisire i fattori produttivi e collocare gli output ottenuti; 2. Informazioni inerenti ai processi interni di svolgimento della combinazione produttiva. Il modello contabile appartiene al sistema informativo e il suo scopo è di fornire informazioni di supporto alle decisioni. La contabilità può essere definita come il processo di individuazione, misurazione, analisi, interpretazione e comunicazione di informazioni economiche e finanziarie che consentano ai decisori di esprimere giudizi e valutazioni sull’azienda, nonché di assumere decisioni. Obiettivo finale è di mantenere o ripristinare l’equilibrio del sistema aziendale. La contabilità utilizza il conto come strumento di rilevazione, cioè come strumento per raccogliere le informazioni che derivano dalle decisioni adottate. Il conto è un insieme di rilevazioni riguardanti un oggetto, aventi lo scopo di determinarne l’aspetto qualitativo e quantitativo, in un certo istante e nel fluire del tempo. La forma tipica è il conto a sezioni divise contrapposte, la sezione di sinistra chiamata DARE e quella di destra detta AVERE. Il conto è intestato ad un oggetto, non necessariamente l’oggetto di conto, deve essere un bene economico. - Addebitare: iscrivere il valore in dare; accreditare: iscrivere il valore in avere. - Eccedenza: sezione dare (avere) maggiore dell’altra; saldo: stesso valore dell’eccedenza ma di segno opposto. Le rilevazioni contabili costituiscono l’insieme di scritture compiute nei conti, ordinate secondo un metodo, da applicarsi ad un sistema di operazioni al fine di pervenire a determinati risultati con i quali controllare gli obiettivi e far conoscere quelli perseguibili successivamente. Esistono diverse classificazioni delle rilevazioni contabili rispetto a:  tempo di esecuzione: scritture preventive, concomitanti, consuntive (quelle che consideriamo).  criterio: sistematiche (rilevazioni ordinate in relazione a determinati fatti o aspetti di fatti ponendo in luce le relazioni esistenti), cronologiche per cui i fatti sono considerati in base al tempo di attuazione.  oggetto: elementari (oggetto semplice), complesse (oggetto è l’intera gestione aziendale).  legge: scritture facoltative, obbligatorie. Per poter procedere con le rilevazioni contabili è necessario conoscere l’oggetto delle rilevazioni: può essere il patrimonio d’azienda, il reddito, oppure sia il patrimonio che il reddito. Il sistema contabile è un insieme ordinato di scritture riguardanti un oggetto complesso: ci permette di individuare l’oggetto delle rilevazioni. Facciamo riferimento al sistema contabile del capitale e del risultato economico. Le scritture che formano un sistema possono essere tenute seguendo diversi metodi. Il metodo contabile è l’insieme delle norme e delle regole relative alla forma, alle modalità con le quali si procede nelle rilevazioni cioè a porre i dati nei conti, ai collegamenti tra conti. Si rileva con il metodo contabile della partita doppia. Principi partita doppia: 1. I fatti di gestione vengono riguardati sotto 2 aspetti: - originario (finanziario) - derivato (economico) 2. In corrispondenza di tali aspetti vengono aperte 2 serie di conti: la serie dei conti originari (conti finanziari) e quella dei conti derivati (conti economici); 3. I conti delle due serie sono bisezionali (dare e avere); 4. Le due serie di conti funzionano in maniera antitetica; 5. Si utilizza un’unica moneta di conto. Teoremi partita doppia: 1. In ogni momento, la somma degli importi in dare di tutti i conti è uguale alla somma degli importi avere di tutti i conti. 2. La somma dei saldi dare di tutti i conti è uguale alla somma dei saldi avere di tutti i conti. 3. La somma algebrica dei saldi in una parte qualsiasi dei conti del mastro è uguale e di segno opposto alla somma algebrica dei saldi della rimanente parte dei conti. Procedimento di rilevazione: Individuazione dei valori (finanziari o economici)  Quantificazione e interpretazione del segno  Registrazione delle variazioni nei conti  Iscrizione delle quantità nei conti Si registrano solo quelle operazioni che sono esprimibili e misurabili attraverso una manifestazione finanziaria certa od assimilata. Data di registrazione = data della manifestazione finanziaria. Il metodo della partita doppia consiste nel far funzionare in modo simultaneo ed antitetico 2 serie di conti opportunamente scelti in rapporto a prestabilite esigenze conoscitive. Costi d’esercizio Quota ammort. beni durevoli Ricavi d’esercizio Rettifiche di ricavi Rettifiche di costi Rimanenze iniziali Rimanenze finali Utile Perdita MF=uscita/ontrata AM 31/12 108 Fitti passivi 200 Ratei passivi 200 I ratei passivi rappresentano una quota di uscita presunta futura finanziaria. Il conto “ratei passivi” accoglierà i valori negativi in avere essendo che ha natura finanziaria. Si ipotizzi che si sia costituito con capitale di 2.000 versato in contanti: CE SP Cassa 2.000 Totale impieghi 2.000 Ratei passivi 200 Capitale sociale 2.000 Utile di esercizio - 200 Totale fonti 2.000 Esempio di rateo attivo. In data 01.11 viene concesso un finanziamento di 400.000 € sul quale maturano interessi attivi al tasso annuo del 4.5% da incassare posticipatamente il 01.05 e il 01.11. Calcolo interessi semestrali attivi: rateo attivo (01.11-21.12) = (400.000 * 4.5% * 2) / 12 = 3.000 quota di competenza anno x imputazione quota di interessi attivi su finanziamento al 31.12  VF+  Ratei attivi  VE+  Interessi attivi su finanziamento Interessi attivi 3.000 Ratei attivi Fitti passivi 200 Totale 200 Perdita di esercizio 200 Totale 200 3.000 SP Cassa 2.000 Ratei attivi 3.000 Totale impieghi 2.000 Capitale sociale 2.000 Utile di esercizio 3.000 Totale fonti 2.000 CE 300 Si ipotizzi che Pallino si sia costituito con capitale di 2.000 versato in contanti: SP Cassa 800 Risconti attivi 300 Totale impieghi 1.100 Capitale sociale 2.000 Perdita di esercizio - 900 Totale fonti 1.100 CE Spese di assicurazione 900 Totale costi 900 Totale a pareggio 900 Ricavi di vendita 0 Totale ricavi 0 Perdita di esercizio 900 Totale a pareggio 900 Esempio di risconto passivo. In data 01.11 si incassa anticipatamente l’affitto annuale dell’immobile di proprietà di 12.000. Incasso anticipato dell’affitto:  Banca c/c (VF+) 12.000  Fitti attivi (VE+) 12.000 Calcolo risconto passivo (01.01-31.10) = 12.000 * 10/12 = 10.000 Storno quota di affitto non di competenza:  Fitto attivo (VE-) 10.000  Risconto passivo (VE+) 10.000 Fitti attivi 10.000 12.000 Risconti passivi 10.000 SP Cassa 2.000 + 12.000 Capitale sociale 2.000 Risconti passivi 10.000 Totale impieghi 14.000 Utile di esercizio 2.000 Totale fonti 14.000 CE 1.000 Si ipotizzi che Pallino si sia costituito con capitale di 2.000 versato in contanti: SP Cassa 3.400 Rimanenze maglioni 1.000 Capitale sociale 2.000 Utile di esercizio 2.400 Totale impieghi 4.400 Totale fonti 4.400 CE Acquisto maglioni 5.000 Totale costi 5.000 Utile d’esercizio 2.400 Totale a pareggio 7.400 Vendita di maglioni 6.400 Rimanenze di maglioni 1.000 Totale ricavi 7.400 Totale a pareggio 7.400 3. Processo di ammortamento. Le immobilizzazioni tecniche esprimono investimenti destinati a fornire la loro utilità per più periodi amministrativi. È dunque logico che il costo di tali fattori produttivi venga ripartito fra i vari anni durante i quali essi offrono i loro servizi. In questo quadro si colloca l’ammortamento: è un processo contabile mediante il quale il costo pluriennale sostenuto per l’acquisizione di un bene durevole (materiale o immateriale) viene sospeso dalla formazione del reddito del periodo in cui il bene risulta acquistato, al fine di ripartirlo sugli esercizi in cui il bene risulta impiegato nel processo produttivo. Il principio della manifestazione finanziaria conduce a rilevare nell’esercizio il fatto di gestione, già considerando che il costo sostenuto è pluriennale. Con l'ammortamento, il costo delle immobilizzazioni tecniche viene diviso in 2 parti:  Ammortamento: il costo corrispondente alla quota di ammortamento, che deve essere considerato un costo di competenza dell'esercizio;  Fondo ammortamento: il restante costo ancora da ammortizzare, è un costo anticipato di durata pluriennale, ossia la cui competenza dovrà essere ripartita fra un certo numero di esercizi futuri. Con la procedura di ammortamento si compie una separazione fra: • costo di esercizio, rappresentato dalla quota di ammortamento che esprime utilità già cedute nella produzione passata • costo anticipato o pluriennale, rappresentato dal valore netto contabile (valore originario - quote di ammortamento) che esprime utilità da cedere nelle produzioni future Esempio. Pallino acquista nel 2014 un impianto per il valore di € 2.000 che presume di utilizzare nei prossimi 10 anni. Il costo sostenuto va quindi ripartito negli anni in cui il bene «rilascia» la sua utilità. Il principio della manifestazione finanziaria conduce a rilevare nel 2014 il fatto di gestione già considerando che il costo sostenuto è pluriennale.  DARE: impianti € 2.000 – patrimoniale  AVERE: uscita di cassa € 2.000 – patrimoniale Al 31/12 il criterio della competenza economica richiede il processo di ammortamento, con il quale il costo pluriennale viene suddiviso in quote di costo di esercizio da rilevare come componenti negativi di reddito negli esercizi in cui il bene sarà impiegato; le quote si accumulano in una voce rettificativa del valore del bene esprimendone la perdita di valore.  DARE: ammortamento impianti 200 (CE) (VE-)  AVERE: Fondo ammortamento impianti 200 (SP – RETTIFICATIVO DI IMPIANTI) (VE+) A FINE 2014 IL VALORE NETTO CONTABILE = 1.800 SP Impianti 2.000 Fondo ammort. Impianti -200 Totale impieghi 1.800 Capitale sociale 2.000 Perdita di esercizio - 200 Totale fonti 1.800 CE Norme relative all’approvazione del bilancio. L’assemblea che approva il bilancio deve essere convocata entro 120 giorni dalla data di chiusura dell’esercizio precedente. Lo statuto può prevedere un termine maggiore, di massimo 180 giorni, in caso di: • Bilancio consolidato; • Per particolari esigenze. Data prevista per assemblea dei soci: almeno 15 giorni prima. Deposito presso la sede sociale (bilancio + relazione sulla gestione + relazione Collegio sindacale + revisione contabile: almeno 30 giorni prima. Trasmissione a: collegio sindacale o revisore contabile, società di revisione. Pubblicazione: entro 30 giorni dall’approvazione deve essere depositata presso il Registro delle Imprese una copia del bilancio con gli allegati richiesti dalla legge  portare a conoscenza i destinatari delle informazioni contenute nel bilancio. Principi di redazione del bilancio civilistico. Un principio è da intendere come una legge generale o una regola che guida l’azione. Ciò significa che i principi contabili non prescrivono esattamente come un’organizzazione deve registrare ciascun evento ma le linee guida generali. I principi fondamentali o clausole generali (art. 2423): Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio. → Chiarezza: il bilancio deve essere redatto in modo che il lettore possa capire, senza ambiguità, la natura e il contenuto dei conti e i criteri seguiti per determinarne il valore. Chiarezza significa trasparenza, ossia un bilancio chiaro nella sostanza e nella forma. L’informazione patrimoniale, economica e finanziaria fornita nel bilancio deve essere verificabile attraverso una ricostruzione del procedimento contabile, tenendo conto anche degli elementi soggettivi. → Rappresentazione veritiera (verità oggettiva: Il bilancio deve rispettare la realtà nei fatti; e soggettiva: stime e congetture devono essere razionali e credibili) e corretta (correttezza tecnica: rispetto delle regole di corretta contabilità ed esattezza numerica; e comportamentale: rispetto pieno e leale delle regole del c.c. e della prassi contabile). Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo scopo. Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione degli articoli seguenti è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. Principi di redazione: nella redazione del bilancio devono essere osservati i seguenti principi: 1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell'attività. La rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della sostanza dell'operazione o del contratto; 2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell'esercizio; 3) si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell'esercizio, indipendentemente dalla data dell'incasso o del pagamento; 4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo; 5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente; 6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all'altro. Altri principi di redazione:  Periodicità;  Omogeneità;  Neutralità;  Significatività e rilevanza;  Conformità ai principi contabili;  Il costo come criterio base nella valutazione;  Funzione informativa;  Verificabilità dell’informazione;  Divieto di compensi di partite. I documenti del bilancio di esercizio. Quando si parla di bilancio di esercizio si fa riferimento ad un sistema di valori composto da 4 documenti:  Stato patrimoniale: rappresenta il capitale di funzionamento a documenti del bilancio di esercizio;  Conto economico: esprime i flussi economici generati dalla gestione del periodo in esame;  Rendiconto finanziario: rappresenta i flussi finanziari generati dalla gestione;  Nota integrativa: illustra i criteri di valutazione adottati, integra i documenti quantitativi. disposizione dell’imprenditore. Allegati di bilancio - obbligatori: • La relazione sulla gestione • La relazione del collegio sindacale* • La relazione del revisore contabile* • La relazione di certificazione della società di revisione* • Copie integrali dell’ultimo bilancio delle società controllate (o prospetto riepilogativo)* • Prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell’ultimo bilancio delle società collegate* • Bilancio consolidato* * qualora sussistano i presupposti e quindi l’obbligo di redazione Forma, contenuto e ordine delle voci nei prospetti contabili di SP, CE e Rendiconto Finanziario seguono degli schemi rigidi e obbligatori al fine di: • Garantire la chiarezza - favorire la trasparenza del contenuto e favorire la lettura e la comprensione dei documenti; • Limitare la discrezionalità degli Amministratori; • Uniformare il linguaggio contabile; • Rendere possibili analisi spazio-temporali (obbligo di indicare alla stessa voce anche l’importo dell’anno precedente). Bilancio ordinario e bilancio in forma abbreviata.  Il bilancio ordinario è quello composto da tutti i documenti obbligatori sopra elencati.  Il bilancio abbreviato può essere redatto dalla società che non abbiano emesso titoli in mercati regolamentati, quando, nel primo esercizio o, in seguito, per 2 esercizi consecutivi, non abbiano superato 2 dei seguenti limiti:  totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4.400.000 euro;  ricavi delle vendite e delle prestazioni: 8.800.000 euro;  dipendenti medi: 50 unità. Tipologia di Società Limiti quantitativi Composizione bilancio Grande e media (obbligo di redigere la relazione sulla gestione) art. 2423  BILANCIO ORDINARIO SP: > 4.400.000 € Ricavi netti: > 8.800.000 € Media dei dipendenti: > 50 SP, CE, Nota integrativa, Rendiconto finanziario Piccola (applicano il fair value per la valutazione degli strumenti finanziari; esonero condizionato alla relazione sulla gestione) art. 2435 bis  BILANCIO ABBREVIATO SP: < 4.400.000 € Ricavi netti: < 8.800.000 € Media dei dipendenti: < 50 SP, CE, Nota integrativa Micro (non applicano il fair value per la valutazione degli strumenti finanziari ) art. 2435 ter  BILANCIO ABBREVIATO SP: < 175.000 € Ricavi netti: < 350.000 € Media dei dipendenti: < 5 SP, CE CE. Mette in evidenza in che misura le operazioni aziendali hanno generato o consumato ricchezza, determinando la formazione del risultato economico Come lo SP, anche il CE ha una struttura rigida in cui prevalgono le macro classi e le voci di conto. Tuttavia, a differenza dello SP, il CE assume la forma scalare. La forma scalare permette di determinare alcuni risultati intermedi e quindi di evidenziare la “segmentazione” del reddito globale in una serie di redditi parziali (aree di gestione). Come nello SP, le poste rettificative sono portate in diretta detrazione (resi, abbuoni, sconti comm.li). A) Valore della produzione 1) Ricavi di vendita 2), 3) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; variazione dei lavori in corso su ordinazione 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 5) altri ricavi e proventi Totale Valore della produzione (A) B) Costi della produzione 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo, merci 7) per servizi 8) per godimento di beni di terzi 9) per personale 10) per ammortamenti e svalutazioni 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo, o merci 12) accantonamento per rischi 13) altri accantonamenti 14) oneri diversi di gestione Totale Costi della produzione (B) Differenza tra valore e costi (A-B) C) Proventi e oneri finanziari Totale Proventi e oneri finanziari (C) D) Rettifiche di valore delle attività finanziarie Totale Rettifiche di valore delle attività finanziarie (D) Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito dell’esercizio Utile (perdita) del periodo Criteri di classificazione costi e ricavi. Per natura (nel CE civilistico)  es. salari e stipendi, oneri previdenziali, TFR, ecc. Alcune criticità: Gestione operativa: • Macro classe A. Valore della produzione: rientrano elementi eterogenei. Infatti, vi sono i ricavi che riflettono i prezzi di vendita, mentre le variazioni di rimanenze di semilavorati e prodotti finiti riflettono i costi di produzione. • Non sono separati i ricavi e costi caratteristici – collegati allo specifico campo di attività dell’azienda - da quelli accessori, derivanti da investimenti non caratteristici (es. fitti attivi e passivi; plusvalenze e minusvalenze). Gestione finanziaria: • questa macro classe del CE civilistico raggruppa da una parte gli interessi passivi e gli altri oneri finanziari legati all’indebitamento, dall’altra accoglie i componenti reddituali derivanti da investimenti in partecipazioni e titoli. Abbuoni: sono portati a diretta detrazione del costo o del ricavo a cui si riferiscono.  Attivi: portati a diminuzione dei costi per materie prime, nei costi della produzione. CE Materie prime c/acquisti 1.200 Abbuoni attivi 200 Costi per materie prime 9.800 Materie prime c/acquisti 10.000 Abbuoni attivi -200  Passivi: portati a diminuzione dei ricavi delle vendite dei prodotti, nel valore della produzione. CE Abbuoni passivi 300 Prodotti c/vendite 15.000 Ricavi delle vendite 14.700 Prodotti c/vendite 15.000 Abbuoni passivi -300 Valore della produzione. Tale aggregato vuole esprimere la produzione economica dell’impresa, prescindendo dall’avvenuta vendita a terzi della stessa. È suddiviso nelle seguenti voci: 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni (i ricavi devono essere indicati al netto dei resi, sconti, abbuoni, premi e imposte direttamente connesse con le vendite). 2) Variazioni delle rimanenze dei prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti:  Le variazioni, se positive (rimanenze finali maggiori di quelle iniziali), incrementano il valore della produzione (l’azienda ha prodotto di più di quanto ha venduto);  Le variazioni, se negative, riducono il valore della produzione (la società ha prodotto meno di quanto ha venduto). 3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione: esprime la differenza tra il valore delle rimanenze finali e quello delle iniziali relativamente alle commesse su ordinazione in corso a fine esercizio. 4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni: comprende il totale dei costi capitalizzati per la realizzazione interna, nel corso dell’esercizio, delle immobilizzazioni materiali e immateriali. 5) Altri ricavi e proventi: ha natura residuale e comprende i ricavi e i proventi diversi da quelli indicati al punto 1), purché inerenti alla gestione ordinaria (es. canoni di locazione, plusvalenze da vendita di beni strumentali impiegati nell’attività Rimanenze iniziali 5.000 Merci c/acquisti 40.000 ∆ + 4.000 Rimanenze finali 1.000 Le rimanenze di magazzino nelle imprese industriali. Nelle imprese industriali le rimanenze espresse in termini di variazione trovano rappresentazione sia nella Macro classe A, sia nella Macro classe B. In A sarà rappresentata la variazione delle rimanenze di prodotti finiti, mentre in B la variazione delle rimanenze delle materie prime, materiali di consumo. A) Valore della produzione 1) Ricavi di vendita (al netto di resi/abbuoni) 2) variazioni di rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti  RICAVI …) … B) Costi della produzione 6) Costi di acquisto merci (al netto di resi/abbuoni) …) … 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo  COSTI Poiché il ragionamento in termini di formazione del costo della produzione è lo stesso di quello analizzato per le imprese commerciali, in merito alle imprese industriali si presenta solo la rappresentazione delle rimanenze di magazzino come componente del Valore della produzione (macro classe A). Il valore della produzione è diverso dal valore dei ricavi di vendita, in quanto in assenza di altri ricavi, l’azienda può vendere meno di quanto prodotto oppure vendere produzioni eseguite nel passato. Esempio 1. Vendita di produzioni eseguite nel passato. Rimanenze iniziali (RI) 10.000 Rimanenze finali (RF) 6.000 Ricavi di vendita 80.000 La situazione in cui RF < RI esprime una situazione in cui il Valore della produzione è MINORE dei ricavi di vendita, in quanto lo svolgimento del processo produttivo è reso possibile dall’utilizzo del magazzino di prodotti finiti. Se RF < RI = valore della produzione < ricavo vendita  - ∆ rimanenze Rimanenze finali (RF) 6.000 + Ricavi 80.000 - Rimanenze iniziali (RI) 10.000 = Valore produzione 76.000 CE Rimanenze iniziali 10.000 Variaz. rim. 4.000 Ricavi 80.000 Rimanenze finali 6.000 Ricavi 80.000 SP. È il documento contabile deputato a rappresentare la composizione quantitativa del capitale di funzionamento alla data di riferimento del bilancio. Si suddivide in attività e passività, intese anche come impieghi e fonti che hanno natura finanziaria ed economica. Tutte le grandezze presenti in questa voce forniscono una visione statica della società nel momento in cui viene chiuso il bilancio (normalmente, la mezzanotte del 31/12). Esprime “grandezze di stock”. La forma è a 2 sezioni divise e contrapposte e le poste rettificative (fondi ammortamento, fondo svalutazione crediti) vanno portate in diminuzione delle voci dell’attivo cui si riferiscono. ATTIVO PASSIVO A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti A) Patrimonio netto B) Immobilizzazioni I - Immobilizzazioni immateriali II - Immobilizzazioni materiali III - Immobilizzazioni finanziarie B) Fondi per rischi e oneri C) Attivo circolante I – Rimanenze II – Crediti III - Attività finanziarie IV - Disponibilità liquide C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato D) Ratei e risconti D) Debiti E) Ratei e risconti Le attività dell’impresa sono divise in capitali fissi (immobilizzazioni) e capitali circolanti. I primi erogano i loro servizi produttivi in più esercizi amministrativi, i secondi sono direttamente legati al ciclo operativo dell’impresa e concorrono a produrre valore in un solo esercizio amministrativo. La somma dei capitali circolanti e fissi costituisce il capitale lordo, ossia l’insieme delle risorse investite nell’impresa a prescindere dal soggetto che le ha fornite. Criterio di classificazione Voci dell’attivo di SP Classificazione per natura Macroclasse A e D (Credito verso soci; ratei e risconti) Classificazione per destinazione economica Macroclasse B e C - Le poste sono classificate in base alla destinazione economica loro attribuita dagli amministratori rispetto all’attività ordinaria, che si concretizza nel tempo di utilizzo del bene nel processo produttivo: • immobilizzazioni: elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente • attivo circolante: attività destinate a smobilizzarsi e ricostituirsi entro l’anno successivo oppure nel normale ciclo operativo aziendale (crediti di funzionamento, rimanenze di magazzino, liquidità). Classificazione finanziaria All’interno di ciascuna macro classe si segue il criterio finanziario a liquidità crescente: devono essere indicati separatamente gli importi esigibili entro l’esercizio successivo dei crediti classificati tra le immobilizzazioni finanziarie e gli importi esigibili oltre l’esercizio successivo dei crediti compresi nell’attivo circolante. Attivo - Macroclasse A: evidenzia i crediti verso soci derivanti da sottoscrizioni del capitale sociale a fronte delle quali non è ancora stato integralmente effettuato il conferimento, con separata indicazione della parte già richiamata. Attivo - Macroclasse B. Immobilizzazioni: accoglie le immobilizzazioni: “Gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni” art. 2424 bis. “Uso durevole”: attività destinate a rimanere nel patrimonio aziendale anche oltre la chiusura dell’esercizio successivo. I cespiti devono essere iscritti in bilancio a valori netti: le rettifiche (fondi ammortamenti e svalutazioni) devono essere portate in diretta diminuzione del loro valore. L’informazione sui fondi ammortamento deve essere fornita in nota Integrativa. I – Immobilizzazioni immateriali 7) Costi di impianto e di ampliamento 8) Costi di sviluppo 9) Diritti di brevetto e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno 10) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 11) Avviamento 12) Immobilizzazioni in corso e acconti 13) Altro II – Immobilizzazioni materiali
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