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Guide e consigli
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economia aziendale riassunto, Appunti di Economia aziendale

programma classe quinta di economia aziendale

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 07/07/2022

vanessa-guizzini
vanessa-guizzini 🇮🇹

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Scarica economia aziendale riassunto e più Appunti in PDF di Economia aziendale solo su Docsity! REDAZIONE E ANALISI DEI BILANCI DELL’IMPRESA LA COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA La capacità di ottenere un utile è condizionata da fattori: - interni (Efficienza dei processi produttivi e della struttura organizzata) - esterni (Soddisfazione delle aspettative degli stakeholder e dei finanziatori) La comunicazione integrata è l'insieme dei processi di creazione, scambio e condivisione di messaggi rivolti ai soggetti interni ed esterni all'azienda. È finalizzata a giustificare i comportamenti aziendali. Si possono individuare tre flussi comunicativi: 1. Comunicazione economico-finanziaria 2. Comunicazione socio-ambientale 3. Comunicazione commerciale-pubblicitaria  La comunicazione economico-finanziaria è relativa ai risultati ottenuti dall'impresa al termine del periodo amministrativo (reddito d'esercizio e patrimonio di funzionamento) resi noti attraverso il bilancio d'esercizio. Le informazioni economico finanziarie sono prodotte dal sistema informativo contabile. La contabilità generale è l'insieme delle rilevazioni riguardanti i movimenti finanziari ed economici collegati alle operazioni esterne di gestione. È consuntiva, rileva le operazioni dopo che si sono verificate. Gli strumenti di contabilità generale Piano dei conti→ formato dal quadro dei conti e da note illustrative. i conti devono avere denominazione e codice. Si deve considerare la forma giuridica, l'attività svolta e le norme di legge. Libro giornale→ obbligatorio, vengono raccolte giornalmente le scritture relative alle operazioni. Mastro→ accoglie tutti i conti con le relative registrazioni in dare/avere. LA RILEVAZIONE CONTABILE DI ALCUNE OPERAZIONI DI GESTIONE Come si classificano le immobilizzazioni Le immobilizzazioni→ rappresentate da investimenti pluriennali di natura reale e finanziaria  Le immobilizzazioni immateriali comprendono: -Oneri pluriennali→ costi acquisizione fattori produttivi a lungo ciclo di utilizzo (costi di impianto e ampliamento, costi di sviluppo) -Beni immateriali→ beni a unità pluriennale non materiali che possono essere venduti (Diritti di brevetto, concessioni, licenze, marchi) -Avviamento→ maggior valore economico dei beni aziendali rispetto al Patrimonio netto contabile. Non può essere trasferito separatamente dall'azienda. Immobilizzazioni materiali → distinte in beni strumentali, utilizzati per produrre beni/servizi e beni non strumentali, x esempio fabbricati locati a terzi. Immobilizzazioni finanziarie→ formate da crediti di finanziamento, da titoli di debito e titoli di capitale (partecipazioni) investiti nell'azienda per periodi medio-lunghi. Operazioni riguardanti immobilizzazioni immateriali: -Oneri pluriennali →Si iscrivono nell'attivo patrimoniale col consenso del collegio sindacale. I costi di impianto e ampliamento sono documentati da fattura (parcella), i costi di sviluppo sono documentati da fatture o vengono originati all'interno dell'impresa (in economia). -Beni immateriali →Contabilizzati quando l'impresa ne acquisisce la titolarità. Possono essere acquistati o realizzati in economia. -Avviamento →Stabilizzato solo con l'acquisizione dell'impresa funzionante. Il suo valore risulta da un bilancio straordinario (Valore attribuito ai beni dell'azienda - il valore contabile delle attività e passività acquisite). Operazioni beni strumentali I beni strumentali possono essere acquisiti:  a titolo di proprietà (apporto dei soci, acquisto, costruzione in economia)  con operazione leasing I beni strumentali necessitano di interventi che danno origine a:  costi di manutenzione e riparazione  costi incrementativi se gli interventi aumentano la capacità produttiva e la funzionalità Come si contabilizza la costruzione in economia L’impresa può costruire un bene strumentale in economia se dispone di conoscenze tecnologiche e di capacità produttiva adeguata. I motivi sono:  il bene non è presente sul mercato  la realizzazione interna permette di sostenere i costi minori rispetto all'acquisto  segreto industriale  si sfruttano i fattori produttivi  si ottengono risparmi sui costi accessori dell'acquisto I costi della produzione interna possono essere diretti o indiretti e formano il costo di produzione. È necessaria una rettifica dei costi di esercizio diretti/indiretti rilevati durante l'anno utilizzando il conto “costruzioni interne. Contratto di leasing Prevede il pagamento anticipato di canoni periodici e la facoltà di riscattare il bene al termine del contratto. Il factoring L'impresa cede tutto o parte dei crediti commerciali a un factor ottenendo in cambio una serie di servizi. I soggetti sono tre: - il creditore cedente (impresa) - il factor cessionario (acquista i crediti dall'impresa cedente) - il debitore ceduto (paga alla scadenza del debito al factor)  Il factor (banca o società specializzata) fornisce all'azienda i seguenti servizi: - gestione dei crediti  - servizio di finanziamento (anticipa all'impresa parte del credito) - servizi di garanzia, il factor si assume rischio di insolvenza del debitore ceduto. Distinguiamo tra: - Factoring pro solvendo→ il factor acquista i crediti con diritto di rivalsa nei confronti dell'impresa cedente  -Factoring pro soluto→ il factor acquista i crediti senza diritto di rivalsa, assumendo il rischio e l'onere dell’eventuale insolvenza del debitore  Nel factoring con accredito alla scadenza→ il factor versa la somma riscossa dal debitore ceduto deducendo l'importo di eventuali resi e abbuoni Nel factoring con accredito anticipato→ il factor versa immediatamente all'impresa cedente una quota dei crediti ceduti; la differenza al netto di resi abbuoni è trasferita all'impresa cedente alla scadenza del credito. Il costo del factoring è formato da: -commissioni  -rimborso spese postali, bolli -interessi su somme anticipate Il contratto di subfornitura Per contenere i costi le imprese possono esternalizzare alcune fasi del processo produttivo. Nel contratto di subfornitura l'impresa committente fornisce all'impresa subfornitrice materie prime, semilavorati, progetti esecutivi, modelli e conoscenze tecniche per consentirle di effettuare la relativa lavorazione. Il committente rileva costi di esercizio per l'acquisto di servizi (lavorazione delle materie); Il subfornitore rileva dei ricavi di esercizio per la prestazione di servizi effettuata. Il bilancio d'esercizio è formato da:  Stato patrimoniale, contiene dati contabili che offrono informazioni sulla consistenza e composizione del patrimonio aziendale  Conto economico, evidenzia il reddito conseguito  Rendiconto finanziario, evidenzia le variazioni di disponibilità liquide di un esercizio  Nota integrativa, integra i dati contabili con informazioni qualitative e quantitative. Nello stato patrimoniale gli elementi che compongono il patrimonio sono classificati in base a:  destinazione economica degli impieghi  provenienza delle fonti di finanziamento Le rettifiche sono portate in diretta detrazione delle voci dell'attivo cui si riferiscono. Il conto economico civilistico ha una configurazione a valori e costi della produzione, essendo redatto in forma scalare. Le rettifiche vengono portate in diretta detrazione dei ricavi di vendita dei prodotti e dei costi d'acquisto delle materie prime. Stato patrimoniale e conto economico devono essere redatti in unità di euro, gli arrotondamenti nello stato patrimoniale vanno inseriti tra i componenti del patrimonio netto in una "riserva da arrotondamento"; nel conto economico nella voce "Altri ricavi e proventi" se positivo, in "oneri diversi di gestione" se negativo. Il Rendiconto finanziario evidenzia l'ammontare e la composizione delle disponibilità liquide all'inizio e fine dell'esercizio e i flussi finanziari. La nota integrativa (2427) favorisce la comprensione del bilancio d'esercizio, aggiunge informazioni ai dati contabili, motiva le scelte, illustra i criteri di valutazione adottati, specifica per le immobilizzazioni i movimenti intervenuti, indica la natura degli elementi di ricavo e costo. Contiene il prospetto delle variazioni delle voci del patrimonio netto. Il bilancio d'esercizio può essere redatto:  in forma ordinaria, applicabile a tutte le società di capitali non quotate in mercati regolamentati ne emittenti azioni diffuse in misura rilevante presso il pubblico  in forma abbreviata, utilizzabile solo dalle società che nel primo esercizio o successivamente per due esercizi consecutivi non abbiano superato dei limiti indicati dall'art 1335 bis del codice civile. Esiste un bilancio per le micro imprese e per le società di persone e imprese individuali. Il bilancio d'esercizio deve essere compilato nel rispetto dei principi di redazione stabiliti dal codice civile, resi operativi dai principi contabili nazionali:  Prudenza : si deve tenere conto dei rischi e delle perdite che potrebbero manifestarsi nell'esercizio futuro, i ricavi vanno considerati se certi e definitivi. Gli utili non realizzati non vanno contabilizzati, le perdite invece sì.  Continuità: la valutazione delle voci di bilancio deve essere fatta nella prospettiva della continuazione dell'attività aziendale, e non in fase di cessione/liquidazione.  Prevalenza della sostanza sulla forma: le valutazioni devono riflettere la sostanza economica dell’operazione e non gli aspetti formali dell’op. o del contratto.  Competenza economica: la competenza economica delle operazioni deve prevalere sulla loro manifestazione finanziaria (per questo motivo vengono redatte le scritture di assestamento)  Valutazione analitica : gli elementi patrimoniali devono essere valutati separatamente, è vietato compensare valori di segno opposto (tranne le compensazioni contabili dello Stato patrimoniale e del Conto economico)  Comparabilità e sostanza: al fine della comparabilità dei valori da un esercizio all'altro e per evitare alterazioni di bilancio è richiesta la costanza nell'applicazione dei criteri di valutazione. La valutazione dei beni patrimoniali è basata sul criterio del costo sostenuto per acquistare il bene. Fanno eccezione: le partecipazioni in imprese controllate e collegate iscritte in base al criterio del patrimonio netto; gli strumenti finanziari derivati che devono essere valutatati al fair value; i lavori in corso su ordinazione iscritti in base ai corrispettivi maturati. Per le immobilizzazioni materiali e immateriali, le rimanenze di magazzino e di titoli iscritti in attivo circolante il costo è inteso come insieme di oneri che l'impresa ha sostenuto per l'acquisizione o produzione di un bene (costo storico). Per i titoli di debito iscritti tra le immobilizzazioni finanziarie, per i crediti e debiti a lunga scadenza si applica il criterio del costo ammortizzato. LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La revisione legale è un insieme di attività svolte da un soggetto iscritto nel registro dei revisori con cui si sottopongono al controllo legale il bilancio d'esercizio e il bilancio consolidato. È necessario pianificare le attività da svolgere ed occorre effettuare verifiche periodiche riguardanti la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione delle operazioni di gestione nelle scritture contabili. Successivamente si effettuano controlli al fine di valutare:  se il bilancio espone adeguatamente i principi contabili  la ragionevolezza delle stime contabili effettuate dalla direzione;  se le informazioni presentate in bilancio sono rilevanti, attendibili, comparabili e comprensibili;  se il bilancio fornisce un'informazione adeguata  se la terminologia utilizzata è appropriata. Il revisore legale è tenuto a formulare con una relazione un giudizio sul bilancio di esercizio e sul bilancio consolidato. Il revisore può esprimere le seguenti tipologie di giudizio:  giudizio senza modifica (giudizio positivo)  giudizio con modifica, può essere un giudizio con rilievi oppure negativo. Nel caso in cui non sia stato possibile acquisire elementi probativi sufficienti, il soggetto incaricato può rilasciare una dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio. In questi casi deve indicare le motivazioni Egli deve inoltre rilasciare un giudizio di coerenza della relazione sulla gestione con i dati del bilancio. LA RIELABORAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE Perché lo Stato patrimoniale non distingue gli impieghi e le fonti di finanziamento in relazione alle loro scadenze, ma rinvia alla Nota integrativa il dettaglio delle informazioni sulla durata dei crediti e dei debiti. Per disporre di informazioni sull'evolversi della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'impresa occorre procedere per fasi: 1. Interpretazione letterale, individuare il significato delle voci di bilancio in modo da comprenderne il contenuto 2. Interpretazione revisionale, verifica dell'attendibilità del bilancio il quale deve essere veritiero; tale fase è evitata se il bilancio è stato sottoposto a revisione legale. 3. Rielaborazione dello stato patrimoniale e del Conto economico applicando criteri che facilitino l'interpretazione prospettica e le successive analisi. Lo Stato patrimoniale è riclassificato secondo criteri finanziari, ciò comporta che gli elementi attivi e passivi vengano esposti in ordine di scadenza: liquidità per gli impieghi ed esigibilità per i debiti. Gli impieghi risultano divisi in:  Attivo corrente: formato dagli elementi patrimoniali che possono essere trasformati in moneta entro breve scadenza (12 mesi) senza compromettere lo svolgimento della gestione. Si tratta di disponibilità liquide, disponibilità finanziarie, rimanenze se destinate al consumo e alla vendita entro 12 mesi.  Attivo immobilizzato, formato da elementi del patrimonio netto destinati a rimanere in azienda per un periodo di tempo medio/lungo. Si tratta di immobilizzazioni immateriali, immobilizzazioni materiali e immobilizzazioni finanziarie. Le fonti di finanziamento vengono classificate in:  Debiti a breve scadenza, quali debiti commerciali, finanziari rimborsabili entro 12 mesi. Includono ratei e risconti e anche fondi per rischi e oneri se il loro utilizzo è previsto entro l'esercizio successivo.  Debiti a media/lunga scadenza, ossia debiti da rimborsare oltre i 12 mesi e fondi per rischi e oneri se il loro utilizzo è previsto nel medio/lungo termine.  Patrimonio netto, rappresenta la fonte di finanziamento non soggetta ad obbligo di rimborso. Comprende il capitale proprio +- il risultato economico Lo Stato patrimoniale evidenzia i margini patrimoniali consentendo di esprimere valutazioni circa l'equilibrio della struttura patrimoniale e l'equilibrio finanziario. LA RIELABORAZIONE DEL CONTO ECONOMICO Il conto economico civilistico non distingue i componenti di reddito della gestione caratteristica da quelli della gestione accessoria e da quelli della gestione straordinaria. Al fine di evidenziare i risultati intermedi di gestione il conto economico può essere riclassificato secondo due strutture:  A valore aggiunto, classifica costi e ricavi per natura mettendo in evidenza il valore aggiunto.  A ricavi e costi del venduto Il valore aggiunto è l'incremento di valore che l'azienda aggrega al valore dei beni e dei servizi acquistati da altre aziende. Valore aggiunto= valore della produzione -costi per materie, servizi e per godimento di beni di terzi. Il valore aggiunto è ripartito fra tutti i soggetti che hanno concorso alla sua determinazione sotto forma di:  Retribuzioni al personale dipendente  Interessi ai portatori di capitale di debito  Dividendi o quote di utile spettanti ai soci  Imposte e tasse spettanti all'amministrazione finanziaria quale remunerazione per servizi erogati all'impresa  Ammortamenti, accantonamenti a fondi rischi e oneri e accantonamenti a riserve La configurazione del conto economico a ricavi e costi del venduto può essere effettuata solo se i costi sono stati riclassificati per destinazione produttiva. Tale configurazione pone in evidenza il margine lordo industriale, determinato dalla differenza tra ricavi netti di vendita e costi del venduto. Il costo del venduto è così calcolato: esistenze iniziali+ acquisti di materie prime+ costi industriali- rimanenze finali- costi patrimonializzati per lavori interni. Il margine lordo industriale mette in evidenzia il risultato collegato all'attività di produzione dei beni e dei servizi prodotti, senza tener conto dei costi commerciali e dei costi amministrativi che sono evidenziati separatamente. ANALISI DELLA REDDITIVITÀ L’interpretazione prospettica del bilancio all’obiettivo di analizzare i dati contenuti nello stato patrimoniale e nel conto economico al fine di ottenere informazioni utili per comprendere il futuro andamento aziendale. numero di dipendenti numero di dipendenti Affinché sia possibile esprimere una valutazione sulla produttività del lavoro, occorre confrontare il rendimento del lavoro con il costo medio del lavoro. Costo medio del lavoro = costi del personale numero di dipendenti L’ANALISI DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE E FINANZIARIA La struttura patrimoniale è considerata in equilibrio La struttura patrimoniale è in equilibrio quando gli impieghi sono adeguatamente correlati con le fonti di finanziamento. Ciò significa che gli investimenti a media e lunga scadenza (attivo immobilizzato) devono essere finanziati con capitale di debito avente la stessa scadenza o, meglio ancora, con capitale proprio. L'attivo corrente può invece essere finanziato con debiti da rimborsare entro brevi periodi perché il denaro impiegato è recuperabile velocemente, consentendo all'impresa di avere la liquidità necessaria per estinguere i debiti. Se la struttura patrimoniale è in equilibrio, vi sono le condizioni affinché anche la struttura finanziaria sia in equilibrio finanziario, ossia l'impresa dovrebbe essere in grado di rimborsare i debiti utilizzando le proprie disponibilità liquide. Tali correlazioni possono essere analizzate attraverso la costruzione dei seguenti margini. Margine di struttura= Cp-Im = capitale proprio - attivo immobilizzato Margine di copertura globale= (Cp + Dml) – Im = capitale permanente - attivo immobilizzato Se il margine di struttura è positivo, l'attivo immobilizzato è finanziato esclusivamente con capitale proprio, situazione poco frequente nella realtà operativa. Il margine di copertura globale positivo segnala che il capitale permanente finanzia anche parte dell'attivo corrente, perciò la struttura patrimoniale può considerarsi in equilibrio. La situazione è invece precaria se tale margine è negativo. Il margine di copertura globale = PCM. PCN= Ac – Db =Attivo corrente - Debiti a breve scadenza Se il PCN è positivo, l'impresa è in grado di far fronte ai debiti a breve scadenza utilizzando i propri mezzi liquidi o prontamente liquidabili. Se invece è negativo l'impresa si trova in difficoltà finanziaria. Per meglio verificare la posizione di liquidità è utile calcolare il margine di tesoreria. Margine di tesoreria=(DI + DA) – Db = (disp. liquide + disp. finanziarie) - debiti a breve scadenza La struttura patrimoniale è in equilibrio perché l'attivo immobilizzato è coperto con il capitale Permanente e l'attivo corrente è sufficiente a coprire i debiti a breve scadenza. La struttura patrimoniale non è in equilibrio perché l’attivo immobilizzato è coperto in parte con debiti a breve scadenza e specularmente il PCN è negativo e l'impresa si trova in difficoltà finanziarle. INDICI PATRIMONIALI Per analizzare la struttura patrimoniale e verificare le condizioni di equilibrio si possono utilizzare gli indici di composizione degli impieghi e delle fonti. Composizione degli impieghi Composizione delle fonti Indice di elasticità degli impieghi Ac % Ti Incidenza dei debiti a breve scadenza Db % Ti Indice di rigidità degli impieghi Im % Ti Incidenza dei debiti a media/lunga scadenza Dml % Ti Incidenza del capitale proprio Cp % Ti Totale impieghi Ti (100%) Totale fonti Ti (100%) Gli indici di composizione degli impieghi hanno l'obiettivo di misurare il grado di rigidità o di elasticità degli investimenti effettuati dall'impresa; gli indici di composizione delle fonti evidenziano invece in quale misura l'impresa ricorre al capitale di debito e in quale misura si finanzia con capitale proprio. INDICI FINANZIARI L'analisi finanziaria prende in esame la capacità dell'azienda a far fronte al proprio fabbisogno finanziario senza compromettere l'equilibrio economico della gestione. Indice di disponibilità= Ac/Db deve assumere un valore compreso tra 1 e 2, in caso contrario l’azienda non è in grado di far fronte agli impieghi finanziari a breve termine utilizzando le attività che si rendono liquidi entro l’esercizio. Indice di liquidità secondaria= Di+Df/Db se <1 l’impresa evidenzia sintomi di tensione finanziaria. Al contrario l’azienda riesce a far fronte agli impieghi finanziari a breve termine utilizzando solo mezzi liquidi o prontamente liquidabili. Indice di autocopertura delle immobilizzazioni= Cp/Im se =1 indica che le immobilizzazioni sono interamente finanziati con capitale proprio; se minore di uno risultano finanziate anche ricorrendo a debiti. Indice di copertura globale delle immobilizzazioni= Cp+Dml/Im per mantenere un corretto equilibrio fonti-impieghi tale indice deve essere >1. L'ANALISI DEI FLUSSI FINANZIARI Le operazioni di gestione generano movimenti (flussi) sia finanziari, sia economici. I flussi finanziari corrispondono alle variazioni nelle disponibilità liquide, nei crediti e nei debiti a breve scadenza. I flussi economici corrispondono alle variazioni originate dalla gestione reddituale. L'impresa è in equilibrio finanziario quando le operazioni di gestione generano flussi positivi di risorse finanziarie. L'esame dei movimenti finanziari viene svolto attraverso l'analisi dei flussi. L'analisi dei flussi finanziari determina le variazioni di natura finanziaria intervenute tra le fonti e gli impieghi, evidenziando i flussi di risorse finanziarie generati o assorbiti dalla gestione. I flussi finanziari possono riguardare il PCN oppure la disponibilità monetaria. Tali flussi finanziari vengono rappresentati attraverso due documenti:  il Rendiconto finanziario delle variazioni di patrimonio circolante netto;  il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide. Flussi che modificano il PCN Il patrimonio circolante netto è dato dalla differenza tra attivo corrente e debiti a breve scadenza; i flussi finanziari che lo modificano sono pertanto corrispondenti alle operazioni che comportano una o più variazioni in un elemento dell'attivo corrente oppure dei debiti a breve scadenza. Ac Disponibilità liquide Disponibilità finanziarie Db Debiti a breve scadenza PCN Patrimonio circolante netto Ac - Db = Dml + Cp + Re - Im Rimanenze Dml Debiti a media e lunga scadenza Im Immobilizzazioni Cp Capitale proprio Re Reddito d'esercizio Impieghi Fonti Considerando che il totale degli impieghi è uguale al totale delle fonti di finanziamento, attraverso semplici passaggi algebrici è possibile dimostrare che le variazioni del patrimonio circolante/netto corrispondono ai movimenti che si verificano in tre distinte aree di attività: - area delle attività di finanziamento (Dml+Cp). L'ottenimento di un prestito a media e lunga scadenza e gli aumenti a pagamento del capitale sociale generano fonti di finanziamento in quanto a tali operazioni corrisponde un' entrata di denaro; il rimborso di debiti a media e lunga scadenza e il rimborso a pagamento del capitale sociale generano invece impieghi in quanto danno luogo a uscite di denaro; - l’area dell'attività di investimento (- Im). L'acquisto di immobilizzazioni rappresenta un impiego perché provoca un uscita di denaro oppure un aumento di debiti a breve scadenza; la vendita rappresenta una fonte di finanziamento perché dà luogo a un'entrata di denaro oppure a un aumento dei crediti a breve scadenza; - l’area dell'attività operativa o area della gestione reddituale (Re), che riguarda il flusso di risorse finanziarie generato o assorbito dai costi e dai ricavi che formano il reddito dell'esercizio. II flusso di risorse finanziarie di PCN, se positivo, indica la capacità dell'impresa di autofinanziare i propri investimenti, se negativo invece indica le risorse finanziarie assorbite dalla gestione. Per calcolarlo occorre distinguere i costi e ricavi monetari dai costi e ricavi non monetari. I costi e ricavi monetari sono i componenti del reddito che danno luogo a variazioni nelle disponibilità liquide, nei crediti o nei debiti a breve scadenza. I costi e i ricavi non monetari sono componenti di reddito che non danno luogo a uscite o entrate di denaro né a debiti o crediti di breve scadenza COSTI MONETARI RICAVI MONETARI • Costi per l'acquisto delle merci, materie prime e sussidiarie e di consumo • Costi per servizi • Costi per godimento di beni di terzi • Costi per il personale (salari e stipendi, oneri sociali, TFR devoluto ai fondi della previdenza complementare) • Costi finanziari (interessi passivi) • Costi fiscali • Ricavi delle vendite e delle prestazioni • Ricavi finanziari (interessi attivi) COSTI NON MONETARI RICAVI NON MONETARI • TFR mantenuto presso l'impresa •Ammortamenti • Accantonamenti ai fondi rischi e oneri il cui utilizzo è a media/lunga scadenza • Minusvalenze • Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni (costi patrimonializzati) • Plusvalenze La presenza di costi e ricavi non monetari fa sì che l'utile (o la perdita) iscritto nel Conto economico non coincida con il flusso di risorse finanziarie generato (o assorbito) dalle operazioni di gestione dalle quali scaturisce il reddito d'esercizio. Tale flusso può essere calcolato con due procedimenti. 4. Inclusione: tutti gli stakeholder (esterni ed interni) devono partecipare al processo di redazione del bilancio. 5. Coerenza: deve esserci corrispondenza tra i valori e gli obbiettivi indicati, e le scelte strategiche compiute. 6. Neutralità: chi redige il bilancio deve distaccare totalmente i propri interessi personali. 7. Competenza: gli effetti sociali devono essere rilevati solo al momento in cui si manifestano finanziariamente (entrate e uscite), non quando vengono decisi. 8. Prudenza: le performance aziendali non sono da sopravvalutare. 9. Comparabilità, chiarezza, intellegibilità e omogeneità: i dati devono essere omogenei (stessa valuta), comparabili nello spazio e nel tempo, perfettamente comprensibili. 10. Utilità, significatività e rilevanza: un’informazione per essere utile deve essere significativa e si deve considerare l’effettivo impatto sull’attività aziendale; 11. Attendibilità e fedele rappresentazione: l’informazione deve essere priva di errori, gli aspetti sostanziali devono prevalere su quelli formali, (limitare commenti soggettivi). Modello di redazione del bilancio socio-ambientale: 1. Premessa e Nota metodologica; vengono indicati i redattori di bilancio, le modalità applicate per ascolto e comprensione delle esigenze degli stakeholder, le modalità utilizzate per il coinvolgimento degli stakeholder e i principi di redazione. 2. Identità aziendale: si descrive l’azienda e la storia dell’azienda, l’assetto istituzionale della struttura organizzativa. La vison, i valori di riferimento, la mission e gli obbiettivi strategici. 3. Relazione sociale: si espongono i risultati ottenuti in relazione ai programmi, impegni presi e effetti ottenuti. È articolata per cluster (gruppi generali) di stakeholder: dipendenti, soci, clienti, fornitori, partner finanziari, Pubblica amministrazione, comunità (collettività, insieme di individui) e ambiente naturale. Per ogni stakeholder  vengono individuati specifici indicatori di output e di outcome che consentono di valutare l’efficacia delle scelte effettuate; 4. Produzione e distribuzione del valore aggiunto: si illustrano i risultati economici e finanziari e i soggetti beneficiari del valore economico creato. Ripartizione del valore aggiunto Il valore aggiunto è la dimostrazione della ricchezza prodotta e mostra le modalità di riparto e le somme erogate dei soggetti interni ed esterni. Partendo dal Conto economico a valore aggiunto si determina la ricchezza di ciascun soggetto che ha influito direttamente o indirettamente nella produzione, attraverso il calcolo delle remunerazioni date. Vi sono 5 tipi di remunerazione: 1. Remunerazione del personale: salari, stipendi, TRF e oneri sociali. 2. Remunerazione alla Pubblica amministrazione: imposte e tasse versate. 3. Remunerazione ai finanziatori a titolo di capitale di debito: oneri finanziari (interessi passivi) di competenza per finanziamenti ricevuti; spesso viene inserita esponendola al netto degli interessi attivi. 4. Remunerazione all’impresa: remunerazione del capitale proprio sotto forma di: a. Autofinanziamento proprio  accantonamenti di utili a riserve; b. Autofinanziamento improprio  ammortamenti e accantonamenti nei fondi rischi e oneri (utilizzo a media/lunga scadenza). 5. Remunerazione alla collettività: contributi erogati per fini benefici, sponsorizzazione di eventi pubblici o liberalità offerte a enti no profit. La sezione riguardante il riparto del valore aggiunto contiene informazioni che completano il profilo economico-finanziario, spesso inoltre vengono inseriti i dati di più anni per il confronto. Nei rendiconti vengono esposti e commentati oltre ai dati economici anche dati di natura patrimoniale/finanziaria e i principali indici di bilancio. IL CONTROLLO E LA GESTIONE DEI COSTI DELL’IMPRESA LA CONTABILITÀ GESTIONALE Elementi che compongono il sistema informativo direzionale Il management aziendale ha bisogno di un sistema informativo che fornisca agli organi aziendali le informazioni necessarie per verificare che l'attività svolta corrisponda alle linee strategiche fissate dall'impresa. Il sistema informativo direzionale supporta gli organi direzionali nell'assumere le decisioni attraverso processi, tecniche e strumenti che consentono la raccolta, la rappresentazione, l'analisi dei dati e l'interpretazione delle informazioni derivanti dalla loro elaborazione. Nell'ambito del sistema informativo direzionale la contabilità direzionale fornisce informazioni ai soggetti interni all'azienda. Inoltre gestisce il costo di produzione; misura le prestazioni e il controllo dei ricavi e dei profitti conseguiti; pianifica, controlla e valuta i progetti aziendali di investimento e valuta le iniziative di sviluppo internazionale. Per raggiungere gli obiettivi si avvale: del budget; della contabilità gestionale; della contabilità generale; della valutazione delle performance e del reporting. Scopi della contabilità gestionale Contabilità gestionale La contabilità gestionale consente di realizzare il controllo economico della gestione attraverso la misurazione, la rilevazione, la destinazione e l'analisi dei costi e dei ricavi. Oggetto La contabilità gestionale ha per oggetto le diverse fasi in cui si svolge il processo produttivo e utilizza informazioni provenienti dalla contabilità generale. Essa permette l'individuazione della destinazione dei costi sostenuti per l'acquisto dei fattori produttivi e della provenienza dei ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti. Misura il costo dei prodotti, individua la struttura dei costi sostenuti per ottenere i prodotti, calcola i risultati economici parziali, per questo rileva i costi dei fattori produttivi nel momento in cui vengono utilizzati per la produzione. Scopi Le informazioni ottenute attraverso la contabilità gestionale consentono di: definire i prezzi di vendita dei prodotti/servizi; valutare, ai fini della redazione del bilancio d'esercizio, le rimanenze finali di prodotti in lavorazione, prodotti finiti, semilavorati, costruzioni in economia; controllare l'efficienza dell'impiego dei fattori produttivi; realizzare la programmazione aziendale; valutare la convenienza economica delle scelte aziendali; misurare la capacità di conseguire gli obiettivi prefissati; analizzare la redditività di settori aziendali, commesse o lotti produttivi e valutare la convenienza dell'acquisto di materie prime o altri fattori produttivi sui mercati di approvvigionamento italiani ed esteri. Un prodotto è di qualità se fabbricato con l'utilizzo di materie prime di qualità e attraverso controlli accurati nelle fasi di produzione. La tempestività nel servizio alla clientela consente di mantenere un buon rapporto con i clienti, il rispetto dei tempi e delle modalità di consegna delle merci è considerato un elemento fondamentale. Oggi è necessario gestire i costi attraverso la contabilità gestionale attraverso un sistema di cost management finalizzato ad analizzare e gestire i fenomeni aziendali che stanno alla base dei costi e della qualità. Fasi del controllo e della gestione dei costi Il controllo e la gestione dei costi si sviluppano attraverso una serie di fasi: 1. definizione dell'oggetto di cui si vuole misurare il costo, il ricavo e il risultato; 2. classificazione dei costi aziendali; 3. scelta della modalità di calcolo dei costi e di ripartizione dei costi indiretti; 4. individuazione del momento in cui effettuare il calcolo. Strumenti di rilevazione della contabilità gestionale La contabilità gestionale può essere tenuta:  in forma libera, utilizzando tabelle, schemi, prospetti per rappresentare i costi, i ricavi e i risultati economici relativi agli oggetti di calcolo;  con il metodo della partita doppia, predisponendo un piano dei conti specifico per la contabilità gestionale (compilazione del libro giornale e dei conti di mastro). Il collegamento tra contabilità gestionale e contabilità generale avviene mediante uno dei seguenti sistemi:  il sistema integrato: prevede che l'imputazione di ogni dato relativo a un'operazione aziendale sia associato, con opportuni codici, a informazioni relative alla natura, responsabilità, scadenza e destinazione. Questo collegamento consente di emettere documenti e tenere la contabilità generale e la contabilità gestionale.  il sistema duplice: prevede la separazione tra contabilità generale e contabilità gestionale. La contabilità generale rileva le operazioni esterne di gestione e classifica i costi e i ricavi secondo la loro natura; la contabilità gestionale rileva le operazioni interne di gestione e classifica i costi e i ricavi secondo la loro destinazione. Il sistema duplice può essere implementato secondo due modalità: - il sistema duplice misto, quando la contabilità generale è tenuta con il metodo della partita doppia, mentre la contabilità gestionale è tenuta in forma libera; - il sistema duplice contabile, quando entrambe le contabilità sono tenute con il metodo della partita doppia;  il sistema unico: prevede un'unica contabilità in grado di soddisfare le esigenze della contabilità generale e di quella gestionale. Il costo Il termine '"costo" assume significati diversi nel sistema informativo aziendale:  nella contabilità generale si considerano: - il costo dei fattori produttivi acquisiti per produrre il bene o il servizio; - il costo di competenza, che indica il costo dei fattori produttivi utilizzati dall’azienda durante un determinato periodo amministrativo;  nella contabilità gestionale si considerano: - il costo dei fattori produttivi impiegati nel processo produttivo; - il costo dei prodotti ottenuti dalla produzione e corrispondente alla somma dei costi di tutti i fattori produttivi impiegati per realizzarli. La contabilità dei costi rappresenta l'anello di congiunzione tra la contabilità generale e la contabilità direzionale. Oggetti di calcolo La scelta dell'oggetto di cui misurare il costo dipende dalle esigenze conoscitive dell'azienda e dall'attività esercitata. Se si privilegia l'aspetto produttivo:  Le imprese che realizzano un determinato bene come un edificio, un impianto. una nave, un ponte, una strada ecc. utilizzano il costo di una commessa. I costi preventivi vengono, al termine della produzione, confrontati con quelli effettivamente sostenuti.  Le imprese industriali che attuano una produzione a flusso continuo, di tipo standardizzato, con prodotti uguali tra loro e aventi caratteristiche uniformi utilizzano il costo del processo produttivo. L'oggetto di calcolo è la produzione ottenuta in un determinato periodo; tale costo, successivamente, viene diviso in base alle quantità prodotte ottenendo cosi il costo del singolo prodotto.  Le imprese industriali che realizzano una serie di prodotti che si differenziano da un modello base, utilizzano il costo di un lotto, che viene poi diviso in base al numero di prodotti ottenuti per determinare il costo dei singoli prodotti. Se si privilegiano aspetti diversi dalla produzione:  Le imprese che servono determinate fasce di clientela utilizzano il costo di un segmento di mercato al fine di individuare i segmenti di mercato più remunerativi. Fasi Il full costing si sviluppa in 3 fasi: 1° fase classificazione dei costi per funzione aziendale 2° fase imputazione dei costi indiretti all’oggetto di calcolo 3° fase imputazione dei costi indiretti all’oggetto di calcolo, considerando una relazione di proporzionalità tra un elemento e i costi da ripartire. L’imputazione dei costi indiretti può avvenire in modo proporzionale ai volumi di produzione, che può essere effettuata su base aziendale o attraverso i centri di costo oppure in base al costo delle attività svolte per ottenere il prodotto (activity based costing). Imputazione su base aziendale L’imputazione dei costi indiretti su base unica aziendale si effettua sommando tutti i costi indiretti e successivamente suddividendoli tra i diversi oggetti di calcolo considerando un’unica base di riparto. La scelta della base di riparto si orienta sul fattore produttivo che incide maggiormente sul costo primo. Tale imputazione risulta più adatta per le imprese di piccola dimensione in quanto esse presentano costi indiretti poco significativi. L’imputazione dei costi indiretti su base multipla aziendale si applica quando risulta difficile individuare una relazione di proporzionalità tra costi indiretti e un’unica base di riparto. I costi indiretti vengono prima classificati in gruppi omogenei e poi si sceglie per ogni gruppo la base di riparto ritenuta più opportuna. Considerazioni conclusive Il full costing conduce a risultati diversi rispetto alla contabilità a direct costing per il diverso criterio di imputazione dei costi indiretti. La scelta del criterio di riparto deve essere compiuta considerando le caratteristiche dei processi produttivi e l’incidenza dei fattori produttivi nelle trasformazioni tecniche. La contabilità a costi pieni permette di calcolare il prezzo di vendita del singolo prodotto, ma non consente di effettuare scelte operative come avviene invece per la contabilità a costi diretti. I criteri di imputazione su base multipla sono da preferire in quanto risultano meno arbitrari. ABC Il metodo activity based costing (ABC) punta all'individuazione e al controllo delle azioni che formano il processo aziendale per migliorarlo attraverso la responsabilizzazione del personale. Obiettivi Gli obiettivi perseguiti con il metodo ABC sono: individuare come le risorse vengono effettivamente impiegate; favorire la collaborazione tra i dipendenti; sottolineare l'importanza dell'efficienza e dell'efficacia. L'applicazione del metodo ABC consente all'impresa di: individuare le attività svolte all'interno delle diverse unità organizzative; riconoscere le attività che producono valore; analizzare le attività al fine di individuarne i destinatari. Le informazioni così ottenute permettono di: valutare l'utilità delle singole attività per i destinatari dei prodotti; determinare il costo di tale attività a carico di ciascun prodotto, servizio, progetto realizzato ecc.; evidenziare la presenza, presso le unità fornitrici, di eventuali risorse sottoutilizzate. Con il metodo ABC il costo pieno del bene oggetto di calcolo si ottiene sommando ai costi diretti i costi indiretti delle attività svolte per realizzarlo e collocarlo sul mercato. Fasi Il metodo ABC si sviluppa nelle fasi indicate di seguito. 1 fase individuare le attività svolte per realizzare l’oggetto di calcolo 2 fase determinare il costo di ogni attività elementare 3 fase individuare i cost driver 4 fase calcolare il costo unitario dei cost driver di ogni attività 5 fase imputare i costi indiretti di ogni attività agli oggetti di calcolo Il metodo ABC rappresenta un'evoluzione del full costing su base multipla aziendale. Pregi e difetti Il metodo ABC richiede la scomposizione dei processi gestionali in attività elementari e consente di migliorare la conoscenza dei fenomeni aziendali e di ottimizzarne la gestione. Tuttavia, sono presenti in azienda alcuni costi che non possono essere ricondotti agli oggetti di osservazione. Pertanto, alcuni costi devono essere considerati come costi comuni. I limiti del metodo ABC sono rappresentati dalla complessità e dal costo di implementazione di tale metodo. L’UTILIZZO DEI COSTI NELLE DECISIONI AZIENDALI Lo scopo principale della contabilità gestionale è fornire al management aziendale informazioni per l’assunzione di decisioni che comportano calcoli e valutazioni a seconda che si tratti di: - analisi degli investimenti di medio lungo termine che modificano la struttura e la capacità produttiva - confronto operativo relativo alle scelte del breve termine come: redditività dei singoli prodotti per individuare la combinazione più conveniente, determinazione prezzo di vendita, accettazione o rifiuto di un ordine, mix di prodotti da realizzare in presenza di un fattore produttivo scarso, eliminazione prodotti che rilevano perdite, decisione modalità internazionalizzazione operazioni con l’estero Il confronto avviene tra costi e ricavi differenziali, cioè costi o ricavi che variano rispetto alla situazione di partenza. Costi e ricavi possono variare in aumento o diminuzione dando luogo a costi/ricavi emergenti e costi/ricavi cessanti. Le decisioni di effettuare un investimento che modifica la capacità produttiva si basano sul confronto tra il valore attuale dei flussi monetari di uscita e di entrata generati dai costi e ricavi delle diverse alternative (es acquisto confrontato con leasing o costruzione in economia). Accettare o rifiutare un ordine di un cliente L’azienda deve verificare se ha la capacità produttiva o se deve effettuare un investimento. L’impresa calcola il costo suppletivo ovvero il costo sostenuto per aumentare l’attuale produzione di una determinata quantità. Se l’impresa riesce a soddisfare la richiesta senza modificare i costi fissi, il costo suppletivo coincide coi costi variabili; al contrario, l’impresa deve effettuare investimenti, è necessario calcolare il costo suppletivo unitario e confrontarlo con il prezzo di vendita. Se il ricavo netto è maggiore del costo suppletivo l’ordine viene accettato. Anche se il risultato non fosse economicamente conveniente bisogna valutare l’opportunità di accettare comunque l’ordine se: - la richiesta viene da un cliente importante che non vogliamo perdere; - il management decidesse di aggredire un nuovo mercato con prezzi di penetrazione. Mix di prodotti da realizzare in presenza fattore scarso La contabilità gestionale sceglie i prodotti più convenienti economicamente da realizzare per primi attraverso il calcolo del margine di contribuzione in funzione del fattore limitante. Prodotto da eliminare Bisogna confrontare ricavi cessanti con costi cessanti: -Se i ricavi cessanti > dei costi cessanti non conviene eliminare la fabbricazione del prodotto perché contribuisce alla copertura dei costi fissi comuni L’eliminazione va effettuata tenendo conto di: ruolo del prodotto nel mix produttivo (prodotto civetta), fase del ciclo di vita del prodotto, possibilità di identificare l’impresa con il prodotto da eliminare. Scelte make or buy Si verifica la convenienza ad acquistare da un fornitore il prodotto attualmente fabbricato internamente. -Si verifica la presenza di un fornitore del prodotto fabbricato; si confrontano i costi nelle due ipotesi; Se i costi emergenti> cessanti si continua a produrre internamente. Bisogna considerare: l’esternalizzazione è più facilmente realizzabile per i prodotti standardizzati; il rapporto tra impresa e fornitore presuppone scambio continuo di informazioni; migliore qualità produzione svolta all’interno dell’azienda; grado di sicurezza approvvigionamento; danni subiti al prodotto nel trasferimento. Le scelte delle nuove iniziative internazionali I calcoli di confronto operativo si utilizzano anche per valutare la convenienza di iniziative internazionali come: - l’esportazione, con il confronto tra costi e ricavi emergenti; - l’importazione, confrontando l’alternativa di acquisto all’estero con le alternative di produzione interna o di acquisto da fornitore nazionale; Le prime scelte importanti per un’azienda sono: chi soddisfare, cosa e dove produrre, in quali mercati operare e quale forma giuridica utilizzare. Ogni scelta presuppone degli obiettivi da raggiungere La strategia aziendale è un insieme di decisioni con cui l’impresa definisce gli obiettivi di medio–lungo periodo e stabilisce un piano di azioni ( linee guida) per raggiungerli. A seconda dell’ampiezza degli obiettivi, del grado di coinvolgimento della struttura organizzativa e del tempo le strategie si articolano in tre livelli: - strategie di CORPORATE (coinvolgono l’intera struttura e m/l) - strategie di BUSINESS (riguardano le singole divisioni aziendali e ASA. Scelte tattiche a medio tempo, strumentali per realizzare le scelte di corporate) - strategie FUNZIONALI (si riferiscono alle singole funzioni aziendali, breve periodo). STRATEGIE DI CORPORATE Strategie di CORPORATE riguardano macro-scelte che coinvolgono l’organizzazione e la struttura aziendale per un periodo di tempo medio-lungo. Con le strategie di corporate sono individuate - la mission Enunciato sintetico dello scopo fondamentale di un’impresa; esprime l’impegno primario che essa si assume nei confronti dei principali stakeholder. Rappresenta quindi la vocazione dell’impresa, ciò che intende realizzare, in che cosa vuole essere identificata, quale immagine offrire di sé stessa e dei suoi prodotti. Secondo il modello Ashridge, elaborato nel 1990, è frutto dell’insieme di 4 elementi: scopo , valori, norme di comportamento (politiche e regole di condotta) e strategie. - l’orientamento strategico di fondo L’orientamento strategico di fondo, cioè le linee guida, l’atteggiamento che l’impresa intende assumere rispetto all’ambiente competitivo e sociale. - Pianificazione strategica (documento che formalizza le strategie) Evoluzione degli orientamenti strategici: - Orientamento alla produzione e al prodotto, sviluppatosi negli anni ’60 quando il mercato assorbiva tutto ciò che si produceva, le imprese focalizzavano la propria attenzione sul controllo delle materie prime, sulla capacità produttiva, sulle caratteristiche tecnologiche del prodotto, sull’abbassamento dei costi di produzione. Funzione importante divenne, oltre la produzione, la Ricerca & Sviluppo. - Orientamento alle vendite, nella seconda metà degli anni ‘70, profonda recessione , l’attenzione delle imprese si concentrava sulle vendite. Prioritario saper vendere, si curava particolarmente la funzione distribuzione e marketing. - Orientamento al mercato, negli anni ‘80 mercati più complessi e difficile da controllare, l’attenzione delle imprese si è rivolta sul come servire e sul come fidelizzare il cliente, cioè rivolgersi ad un segmento di mercato. Questo attraverso due strategie: 1. Conoscere approfonditamente i gusti e le preferenze dei consumatori 2. Pubblicizzazione della propria immagine e del proprio marchi, fino a ingenerare nella mente dei consumatori garanzie di sicurezza, affidabilità e serietà. - Orientamento al cliente ( customer satisfation). Negli anni ‘90 il fattore competitivo dominante diviene l’attenzione che le imprese dedica al CLIENTE che viene posto al centro di ogni attività e ogni processo gestionale. Le imprese considerano la soddisfazione del cliente la loro missione . Ascoltare, assecondare i suoi bisogni e desideri attuali e potenziali ed essere pronti e flessibili alle sue richieste. Le strategie mirano a ricercare un vantaggio competitivo che deriva dalla preferenza che i consumatori, diventati esigenti e selettivi, attribuiscono ai prodotti e ai servizi di un’impresa piuttosto che a un’ altra. - Orientamento alla creazione di valore per gli azionisti. Attualmente le imprese, specialmente quelle di grandi dimensioni, impostano l’orientamento strategico sul soddisfacimento dei bisogni dei soggetti proprietari e la loro attenzione è rivolta al guadagno /profittabilità dell’investimento azionario. Questo richiede l’eccellenza nel managemet finanziario e si focalizza sull’area del portafoglio, della gestione di tesoreria e sulla ricerca di capitali di rischio. - Orientamento alla Responsabilità Sociale ( Corporate Social Resposability). L’impresa, in quanto centro di interessi che coinvolgono più persone, ha una responsabilità sociale nei confronti della collettività e la stabilità e la crescita aziendale sono elementi fondamentali per garantire il livello occupazionale e spingere l’intero sistema economico verso il benessere sociale. CORPORATE Le strategie di corporate si possono classificare in: - Strategie di sviluppo, comportano l’aumento della capacità produttiva e/o delle dimensioni aziendali - Strategie di contrazione comportano la riduzione della capacità produttiva . Le strategie di sviluppo possono essere realizzate quando si vuole entrare in un nuovo mercato o aumentare la produzione, ciò può essere attuato attraverso processi di: — concentrazione delle attività produttive di un solo business con aumento degli investimenti — diversificazione dei prodotti/servizi, dei mercati e/o di business Le strategie di sviluppo delle attività aziendali possono avvenire attraverso: - l’INTERNALIZZAZIONE della produzione, cioè le attività produttive si svolgono all’interno di una stessa impresa che in tal modo aumenta le proprie dimensioni. - l’INTEGRAZIONE delle proprie attività con quelle di altre imprese, dando luogo alla formazione di gruppi aziendali. Le strategie di contrazione comportano la ristrutturazione dell’attività aziendale. 1 fase Miglioramento dell’efficienza ( riduzione dei costi) e dei rendimenti dei fattori produttivi, riduzione personale, rinvio investimenti, riassetto organizzativo, ecc… 2 fase Ristrutturazione dei debiti o conversione in quote del capitale sociale, vendita immobilizzazioni non produttive per fermare il declino dell’azienda. Internazionalizzazione Le iniziative di internazionalizzazione comportano lo svolgimento di attività in sedi fisicamente lontane dalla sede centrale e questo comporta difficoltà di controllo e coordinamento dell’attività. L’impresa deve decidere quali attività centralizzare e quali decentralizzare, quale grado di controllo e di autonomia attuare e se standardizzare il proprio prodotto e adattarlo al mercato locale. Le strategie di internazionalizzazione Si possono attuare attraverso: — Strategia internazionale l’attività principale resta nel Paese d’origine; prodotti standardizzati; tipica delle imprese di medio-piccola dimensione e pochi finanziamenti; debolezza:si può entrare nei mercati esteri con domanda simile a quella interna — Strategia multinazionale decentramento geografico dell’attività; autonomia alle sedi estera per adattare i prodotti ai mercato; coordinamento minimo; utilizzato negli anni cinquanta-sessanta del secolo scorso — Strategia globale imprese di grandi dimensioni con sedi in tutto il mondo; accentramento in sede centrale o sub-fornitori esteri; prodotti standardizzati; piccoli adattamenti per la comunicazione — Strategia transazionale decentramento geografico; imprese di grandi dimensioni; prodotti adattati alle esigenze locali; distribuzione delle funzioni della filiera produttiva per ottenere un vantaggio di costo e di diversificazione, sfruttando le risorse e le competenze locali e cogliendo le diverse opportunità di business. Le imprese multinazionali Le aziende multinazionali sono imprese che operano in più Paesi effettuando investimenti diretti all’estero attraverso filiali o società controllate. Le sede periferiche godono di autonomia operativa; la sede centrale possiede l’intero capitale o la maggioranza; la struttura organizzativa è caratterizzata da una società capogruppo (holding) e molte società controllate che operano all’estero Vengono considerate multinazionali le imprese che hanno investimenti diretti in società estero per almeno il 10% delle azioni ordinarie di quest’ultime. Gli investimenti delle multinazionali sono rappresentati da : - Investimenti diretti esteri (IDE) effettuati con acquisizioni di imprese locali - IDE con costruzioni ex novo - Joint venture con imprese locali Le Multinazionali tascabili sono imprese di media dimensione che effettuano investimenti esteri utilizzando la strategia transazionale, cioè coordinando le attività distribuite nei diversi Paesi e raggiungendo un vantaggio competitivo di costo e differenziazione. STRATEGIE DI BUSINESS ASA (area strategica d’affari) è una parte di un’organizzazione aziendale che ha una propria: strategia, mercato, concorrenti, obiettivi di produzione, vendita e redditività. Alcune volte coincide con una DIVISIONE AZIENDALE decisa in base a: segmenti di mercato, inee di produzione e fasce di clientela. Le strategie di business coinvolgono le Aree strategiche d’Affari (ASA) presenti nella struttura organizzativa aziendale. Riguardano le decisioni da assumere circa: le ASA da sviluppare o da eliminare, il vantaggio competitivo da ricercare all’interno di ciascuna ASA e le modalità con cui affrontare la concorrenza Per effettuare queste scelte future bisogna conoscere il tasso di sviluppo delle vendite e la quota di mercato detenuta da ciascuna ASA. Tasso di sviluppo del mercato (specifiche scelte strategiche associate ad ognuna ASA)  matrice di boston QUESTION MARKS Strategia di sviluppo STARS Strategia di consolidamento DOGS Strategia di realizzo CASH COWS Strategie di difesa BASSO Quota di mercato ALTO QUESTION MARKS - Alto tasso di sviluppo e bassa quota di mercato - Detto anche INCOGNITA, settore emergente o mercato in evoluzione. - Asa in fase di lancio presuppone molti investimenti e assorbe molte risorse - Strategia di sviluppo se si accetta il rischio o di ritirata se non si accetta STARS - Alto tasso di sviluppo e alta quota di mercato - Fase di crescita o di sviluppo dell’ASA - Innovazione del prodotto, vantaggio competitivo - Strategia competitiva della differenziazione ( innovazione e nuova segmentazione) - Strategia di consolidamento o mantenimento CASH COWS - Basso attrattività del mercato ma alta quota di mercato Questo può avvenire attraverso alcune tecniche di produzione: — Just in time: « produrre solo quando e quanto richiesto», eliminazione delle scorte di magazzino, riduzione dei tempi di produzione nelle diverse fasi. — Lay-out: organizzazione ottimale degli spazi interni. — Flessibilità produttiva: automazione dei processi produttivi per realizzare un mix di prodotti. — Time to market: riduzione degli intervalli di tempo dalla fabbricazione al lancio del prodotto Industria 4.0 — Ottimizzazione dell’efficienza a tutti i livelli aziendali tramite la smart factory: - smart production = informatizzazione per collegare operatore-macchine-strumenti - smart services = informatizzazione per integrare in rete le imprese tra loro e con le strutture esterne - smart energy = attenti ai consumi energetici ( principio dello sviluppo sostenibile = sviluppo economico in cui lo sfruttamento delle risorse nei processi produttivi è coerente con i bisogni umani presenti e futuri) Qualità totale La qualità totale consiste nel realizzare prodotti senza difetti in un ambiente lavorativo sicuro e idoneo, utilizzando processi ottimali e uso di risorse senza sprechi e rispettando l’ambiente. Questo viene realizzato dalla imprese nei processi volti al miglioramento continuo: - dei prodotti - delle risorse utilizzate soprattutto di quelle naturali, non riproducibili. LA PIANIFICAZIONE E IL CONTROLLO DI GESTIONE La pianificazione strategica è il processo con cui si stabiliscono gli obiettivi di medio–lungo periodo e si indicano le strategie per realizzarli. Si realizza attraverso le seguenti fasi: 1. Interpretare l’evoluzione futura dell’ambiente esterno 2. Predisporre la strategia a livello corporate ritenuta più opportuna (strategia intenzionale) 3. Analizzare le risorse interne dell’impresa 4. Elaborate un piano strategico (strategia deliberata) 5. Elaborare specifici piano aziendali Il successo o l’insuccesso di una strategia è collegato alle evoluzioni dell’ambiente esterno (sociale e competitivo) con cui l’impresa interagisce. Schema L’ambiente competitivo è caratterizzato da cinque variabili (forze), ciascuna delle quali può rappresentare una fonte di opportunità o di minaccia (modello di M. Porter). Schema L’analisi dell’ambiente interno consente di identificare le risorse e le competenze di cui l’impresa dispone allo scopo di valutare: - i punti di forza leve strategiche da sfruttare - i punti di debolezza fattori critici da migliorare Il piano strategico è il documento formale che riassume le analisi svolte nell’ambiente esterno e interno indicandone le strategie deliberate sia a livello corporate che di business per un periodo medio lungo. Swot analysis La sintesi dei rapporti tra l’impresa e l’ambiente esterno sono collegati ai punti di forza e di debolezza interni. - Punti di debolezza - Punti di forza - Minacce provenienti dall’ambiente esterno - Opportunità provenienti dall’ambiente esterno Contenuto di un piano aziendale La pianificazione aziendale è il processo attraverso cui si fissano le azioni e gli strumenti e per raggiungere le strategie aziendali. La programmazione annuale è il processo che individua le azioni, le risorse, i compiti e le responsabilità, riferiti a un anno. Fasi e strumenti del controllo di gestione Il controllo analizza il grado di realizzazione degli obiettivi e individua le azioni correttive da adottare per il loro conseguimento. Il controllo di gestione è il processo mediante il quale i responsabili dell’azienda si assicurano che le risorse vengano acquisite e impiegate in modo efficiente ed efficace. Gli elementi del controllo di gestione sono: - principi e regole ( cosa misurare e come realizzare il controllo) - sistemi contabili ed extra contabili (forniscono gli elementi per decidere gli obiettivi da perseguire) - assetto organizzativo del persona (consente di definire e assegnare gli obiettivi) Tra pianificazione, programmazione, gestione e controllo si crea un circuito che consente di assumere le decisioni più opportune. Controllo di gestione Il controllo di gestione può essere realizzato: - con modalità retroattiva ( feed-back) confrontano i dati conseguiti con gli obiettivi prefissati e assumendo le decisioni per migliorare la programmazione e l’attività futura - con modalità anticipata (feed-forward) monitorando continuamente l’attività in corso di svolgimento e intervenendo immediatamente IL BUDGET Il budget è lo strumento di programmazione che indica gli obiettivi da perseguire e le risorse da impiegare nell’esercizio successivo. Il budget svolge le seguenti funzioni: - tradurre in termini quantitativi i programmi di gestione - coordinare le funzioni aziendali, le attività e gli obiettivi di breve periodo - controllare la gestione - monitorare l’attività svolta dai dipendenti - valutare le prestazioni e i comportamenti Il budget dell’esercizio è composto da: situazione patrimoniale e situazione economica Il budget d’esercizio attinge i suoi dati dai: - Budget economico analitico: programma a livello mensile o trimestrale i costi e ricavi necessari per raggiungere l’obiettivo ( budget settoriale) - Budget finanziario: programma movimenti finanziari della gestione. - Budget degli investimenti: programma i nuovi investimenti o disinvestimenti. Per redigere il budget si utilizzano costi standard. Il costo standard è determinato sulla base di precise ipotesi di funzionamento della gestione aziendale, e sono utilizzati nella predisposizione dei budget settoriali dei fattori produttivi. LA REDAZIONE DEL BUDGET Il budget economico è redatto partendo dai dati contenuti nei budget settoriali secondo la sequenza: Budget delle vendite budget della produzione budget delle materie budget degli approvvigionamenti budget della manodopera budget delle rimanenze di materie prodotti budget dei costi generali di produzione, distribuzione e amministrazione budget degli oneri finanziari budget dei proventi vari budget degli oneri diversi Il budget degli investimenti fissi contiene i dati relativi all’acquisizione e alla dismissione dei fattori produttivi pluriennali. Fornisce dati utili alla redazione: - del budget economico, per le quote di ammortamento e i costi di manutenzione e riparazione - del budget finanziario, per l’esborso/introito monetario derivante dalle operazioni di investimento/disinvestimento in immobilizzazioni immateriali e materiali Il budget finanziario è composto: - dal budget fonti–impieghi, che evidenzia gli impieghi di risorse finanziarie e le fonti di risorse finanziarie - il budget di tesoreria, che evidenzia le entrate e le uscite monetarie derivanti dai programmi aziendali IL CONTROLLO BUDGETARIO Il budget control (o controllo a bilancio) è il processo di controllo attuato mediante il budget e si sviluppa attraverso diverse fasi: - La programmazione: raccolta informazioni, elaborazione, fissazione obiettivi annuali, analisi dei costi, ecc - La rilevazione dei dati consuntivi, dalla contabilità generale e gestionale - Il confronto tra i dati effettivi e quelli di budget
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