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Economia aziendale, seconda parte, Appunti di Economia Aziendale

Appunti di economia aziendale, seconda prova Anno 2023/2024

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 24/11/2023

.Ilaria.04
.Ilaria.04 🇮🇹

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Scarica Economia aziendale, seconda parte e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! 1 ECONOMIA AZIENDALE IL SISTEMA DELLE IMPRESE L’IMPRESA ASSICURATRICE Sinistri: - Eventi negativi accidentali o fortuiti; - Eventi dovuti a comportamenti illeciti di terzi; - Influenza negativa sui redditi e capitali. Rischio che il sinistro si verifichi → Trasferimento del rischio a terzi - Percezione del rischio; - Valutazione del rischio: stima della probabilità che il sinistro si manifesti; stima delle conseguenze economiche del sinistro; - Avversione al rischio; - Propensione alla copertura assicurativa; - Forma contrattuale di copertura; - Riesame della copertura contrattuale. ↓ - Rischi assicurabili - Rischi non assicurabili (rischio di gestione): 1. Espressione della natura propria dell’impresa; 2. Assenza di distribuzioni statistiche trattabili con il metodo attuariale. ↓ Due soggetti: - Imprese – trasferiscono il rischio (confronto tra premio assicurativo e risarcimento eventuale futuro dalla compagnia assicurativa); - Gli assicuratori: a. Raccolgono premi con riferimento ai rischi assicurabili, previa selezione degli stessi; b. Stimano i risarcimenti in caso di sinistro; c. Calcolano i premi; d. Confrontano i premi pagati dagli assicurati con il risarcimento eventuale e futuro agli assicurati. Può essere che l’impresa assicuratrice non risarcisca mai l’impresa assicurata perchè non si sono verificati sinistra (danni), oppure può succedere che l’impresa assicuratrice debba risarcire l’impresa assicurata solamente dopo un anno. Anche l’impresa assicuratrice può subire perdite, laddove le spese sono maggiori dei ricavi. I ricavi di un’impresa assicuratrice sono i premi che l’azienda assicurata deve pagare. L’impresa assicuratrice stabilisce anche i risarcimenti che dovrebbe dare all’impresa assicurata nel caso di sinistri, tale calcolo lo fanno nel momento in cui si decide il costo del premio che l’impresa assicurata deve pagare all’impresa assicuratrice. ↓ Ma qual è la convenienza dell’impresa assicuratrice? Il rischio totale diminuisce al crescere del numero dei rischi simili accettati – legge dei grandi numeri o teorema di Bernoulli. All’aumentare all’infinito di una popolazione, la probabilità che uno specifico evento si verifichi per tutta la popolazione è asintotica allo zero. Conviene stipulare un grande numero di assicurazioni, quindi assicurare molte imprese assicurate, poiché la probabilità che il rischio totale si verifichi è minore, quindi l’impresa assicuratrice guadagna – maggiore è il numero degli assicurati e maggiore è il ricavo dell’azienda assicuratrice perché incassa i premi degli assicurati ed è probabile che i risarcimenti saranno minimi. ↓ Ma qual è la convenienza dell’impresa assicuratrice? 2 Il rischio totale si riduce tanto più i rischi accettati risultano non correlati fra loro → se l’azienda assicuratrice assicura aziende i cui sinistri non sono correlati, ovvero rischi riferiti a imprese assicurabili (popolazioni) statisticamente separate, perché ciò sarà più conveniente per l’azienda assicuratrice. Se l'azienda assicuratrice assicura tra loro azienda con rischi correlati è probabile che l’azienda assicuratrice debba pagare un costo maggiore rispetto ai premi incassati. Maggiore è la correlazione minore è la convenienza economica dell’impresa assicuratrice. Se le due leggi sopra richiamate sono rispettate, il rischio è assicurabile in base ad un premio calcolato secondo la formula seguente: Premio = pP + qCGEN Ove: - Prezzi ricavo: a. Premio - Costi: a. P: perdita assicurata; b. p: probabilità che si verifichi P; c. qCGEN: quota di costi generali dell’impresa di assicurazioni. pP → è il prezzo costo principale → è la quota che l’impresa assicuratrice deve pagare all’impresa assicurata. Il premio deve essere quantificato in modo tale da sostenere il risarcimento e i costi generali che l’impresa assicuratrice sostiene. ↓ Condizione di equilibrio: Raccolta premi = ∑ (risarcimenti + CGEN) → i premi raccolti devono reintegrare la sommatoria di tutti i costi che l’impresa assicuratrice sostiene. Il conseguimento dell’equazione dipende da: - Funzione-tempo → l’impresa assicuratrice non sa quando e se si verifichi il sinistro. - Ripartizione dei rischi → l'impresa assicuratrice deve accettare tra loro rischi non correlati. ↓ La riassicurazione: La riassicurazione consiste nel trasferimento dei rischi che si sono prese ad altre imprese assicuratrici. L’impresa che decide di riassicurarsi trasferirà una parte dei rischi ma anche una parte dei beni assicurati. - Alto pieno di conservazione → significa che l’impresa assicurare mantiene a suo carico i rischi assunti senza trasferirle ad altre imprese assicuratrici; - Basso pieno di conservazione → significa che l’impresa assicuratrice non mantiene a suo carico i rischi assunti e li trasferisce ad altre imprese assicuratrici; la riassicurazione può essere: 1. Riassicurazione secondo criterio proporzionale → trasferiscono non tutti i rischi assunti ma solo una quota di essi calcolata rispetto al totale dei rischi assunti; 2. Riassicurazione per eccedenza → il trasferimento dei rischi va in base a una soglia massima in base che l’impresa assicuratrice può mantenere, oltre tale soglia i rischi verranno trasferiti. L’EQUILIBRIO ECONOMICO E LE CONDIZIONI DI ESISTENZA DELL’IMPRESA L’EQUILIBRIO ECONOMICO Equilibrio economico → è l’equilibrio che l’impresa ottiene rispettando tutte le condizioni di esistenza Equilibrio reddituale → è l’equilibrio di una sola condizione di esistenza, dato dall’equilibrio tra ricavi e costi. 5 L’EQUILIBRIO PATRIMONIALE L’equilibrio patrimoniale, diversamente dall’equilibrio reddituale e dall’equilibrio monetario- finanziario è di tipo statico, mentre i precedenti equilibri erano di tipo dinamico perché fanno riferimento a grandezze come ad il reddito che si forma durante il corso di un anno solare. L’equilibrio patrimoniale si fonda su una grandezza stock, un quantità fondo quale il patrimonio (grandezza fondo), presenta i beni in un determinato istante; si ragiona su una data specifica (31 dicembre). L’equilibrio patrimoniale è l’equilibrio tra il capitale proprio e i debiti ↓ Capitale proprio → è il capitale di rischio, ovvero le somme di denaro messe a disposizione dai soci in principio alla costituzione dell’impresa. Queste somme di danaro servono all’impresa per funzionare e infatti il capitale proprio viene anche definito capitale di funzionamento. Serve per funzionare perchè viene impiegato per comprare macchinari o altro, viene quindi trasformato in beni di altra natura, beni produttivi a fecondità semplice o a fecondità ripetuta. ↓ Bisogna mettere a raffronto se il capitale proprio sia superiore, inferiore o uguale rispetto ai debiti che l’impresa a contratto verso terzi, che possono essere verso le banche (debiti di finanziamento) o verso i fornitori (debito commerciale). - Capitale proprio > Debiti (debito = analogia con quello detto prima) → SÌ → situazione ottimale in cui il capitale proprio è superiore ai debiti che l’azienda ha contratto. - Capitale proprio = Debiti → SI - Capitale proprio < Debiti → NO → è una situazione patologica e di difficoltà se i debiti contratti sono superiori al capitale proprio, non si rispetta la condizione di esistenza dell’equilibrio patrimoniale. Manifesta una difficoltà a rimborsare il fornitore o a saldare il debito alla banca. 1. Interessi passivi ⇒ equilibrio reddituale → remunerazione che l’impresa paga alla banca per il capitale che viene prestato. 2. Difficoltà di rimborso → Debiti verso la banca a breve termine → es. affidamenti di cassa = la banca dà la possibilità all’impresa di utilizzare una somma di denaro che viene messa a disposizione dalla banca per un periodo di tempo limitato, generalmente un anno, al termine dei 12 mesi la banca può revocare questo prestito e l’azienda deve rimborsare questa somma di denaro. ↓ Il debito ha un valore passivo per l'azienda, perché è una privazione di denaro che l’azienda deve fare per saldare il debito. Ma il ricorso al credito bancario, ossia contrarre dei debiti verso la banca, è sempre sconveniente? No, il contrarre dei debiti non deve essere visto come una cattiva pratica, ma è fisiologico, bisogna però rispettare dei debiti. Bisogna rispettare la: redditività degli investimenti VS il costo dei finanziamenti. ↓ 6 Redditività investimenti → è quello rende l’investimento che l’azienda ha fatto grazie al denaro che ha preso in prestito. Se tale redditività è superiore al costo dei finanziamenti è stato conveniente chiedere il prestito alla banca perché ciò ha permesso di aumentare la redditività dell’azienda. Il denaro che l'azienda ha preso in prestito dalla banca lo ha investito comprando nuovi macchinari che hanno consentito di aumentare la redditività dell’azienda. IL BILANCIO D’ESERCIZIO E LA RAGIONERIA L’EQUILIBRIO ECONOMICO E IL BILANCIO D’ESERCIZIO Il bilancio d’esercizio è un documento che l’azienda deve redigere e depositare al registro delle imprese. Ha la funzione di spiegare se e come è stato raggiunto l’equilibrio economico, quindi se e come sono state realizzate le tre condizioni di esistenza. Il documento è uno strumento di comunicazione che l’azienda predispone a favore di terzi (stakeholders) che lavorano al di fuori dell’azienda e vorrebbero vederne l’equilibrio di salute. L’esercizio rappresenta convenzionalmente l’anno solare (1 gennaio - 31 dicembre), è l’orizzonte temporale di riferimento. Convenzionalmente perché quando l’impresa deposita il documento, il 31 dicembre, l’attività si interrompe, ma non si interrompe veramente, riguarda solamente il piano temporale. I documenti che compongono il bilancio d’esercizio sono: - Rendiconto reddituale → evidenzia il reddito dell’azienda nel corso dell’anno → si troveranno i costi e i ricavi realizzati dell’azienda. - Stato patrimoniale → evidenzia il capitale proprio dell’impresa → fa riferimento alla cosiddetta quantità stock. Quantità stock → Quantità di merce in magazzino o in deposito, soprattutto come giacenza, disponibile per la vendita, specialmente in blocco. IL RENDICONTO REDDITUALE DI ESERCIZIO O “CONTO ECONOMICO” Si basa sui costi e sui ricavi realizzati dall’azienda. - Ricavi → componenti positivi di reddito → fatturato - Costi → componenti negativi di reddito → salari e stipendi, acquisto materie prime, acquisto di servizi,.. I costi e ricavi sono valori di flusso perché determinano il reddito d’esercizio dall'inizio alla fine del periodo. Il risultato reddituale può essere un utile o una perdita. Confrontando i costi con i ricavi si determina il reddito dell’impresa; il reddito è dato dalla differenza tra i ricavi e i costi, ed un valore flusso, perché si forma in un lasso temporale (1 gennaio - 31 dicembre), una quantità dinamica che si forma nel tempo; questo reddito può essere un utile o una perdita. Il rendiconto reddituale ha il compito di rappresentare il reddito e di conseguenza di capire come si è determinato. ↓ L’utile si colloca sotto i costi, perché per pareggiare gli utili e i costi, l’utile fa sì che che i costi equivalgono ai ricavi. L'utile è il costo d’uso del capitale di rischio che viene portato dai soci e viene utilizzato dall’impresa, per cui deve riconoscere qualcosa ai soci, deve remunerare il capitale di rischio che i soci hanno messo a sua disposizione. L’utile o viene diviso tra i soci oppure viene investito nell’impresa. Quindi l’utile può essere visto come un costo che l’impresa sostiene. 7 L’utile si ottiene quando il totale dei ricavi è superiore ai costi, è la condizione standard dell’esistenza dell’impresa, per operare secondo economicità, ottenendo quindi l’equilibrio economico. ↓ Si ha una perdita quando i costi sono superiori ai ricavi. La perdita deve essere collocata sotto i ricavi per bilanciare i costi. La perdita rappresenta una parte dei costi che la gestione non è riuscita a reintegrare; la perdita significa aver realizzato dei ricavi di vendita non sufficienti a reintegrare i costi sostenuti. I ricavi di vendita sono ottenuti dal prezzo di vendita del prodotto finito per la quantità di prodotto venduta. LO STATO PATRIMONIALE Lo Stato Patrimoniale si fonda sul patrimonio e ha l’obiettivo di evidenziare il patrimonio di un’impresa. Il patrimonio di un’impresa o capitale di rischio o capitale di funzionamento è rappresentato da tutti i fattori produttivi, a fecondità semplice o a fecondità ripetuta. Il patrimonio è la differenza tra i valori patrimoniali attivi e i valori patrimoniali passivi. ↓ I valori patrimoniali attivi sono le cosiddette attività o impieghi, che non sono altro che gli investimenti di denaro che l’impresa perpetua in macchinari, prodotti finiti, materie prime,... Queste attività hanno una natura composita, possono riguardare fattori produttivi o attività a fecondità semplice o a fecondità ripetuta. Tutto ciò rappresenta un investimento di denaro che l’azienda ha a disposizione e li utilizza per formare il suo patrimonio; questi impieghi di denaro sono anche detti valori patrimoniali attivi, patrimoniali perché concorrono a formare il patrimonio. L’impresa solitamente contrae dei debiti che si classificano in: debiti commerciali e debiti di finanziamento (capitale di credito, denaro ottenuto da una banca). Se il capitale di credito non venisse considerato si rischierebbe di sovrastimarlo, e si arriverebbe alla conclusione che il patrimonio aziendale è pari solo alle attività. Il capitale di rischio e il capitale di credito formano il valore patrimoniale passivo. Per ottenere il patrimonio si deve considerare i valori patrimoniali attivi al netto dei valori patrimoniali passivi; si deve fare la differenza tra attività e passività. La passività si può anche indicare con fonti o finanziamenti. Come fà il capitale di rischio a subire gli effetti della gestione d’impresa? Per gestione d’impresa si indicano i benefici di un eventuale utile o agli effetti negativi di un eventuale perdita. La perdita viene collocata nella sezione dell’attività perché riduce il capitale di rischio, mentre l’utile viene collocato nella sezione della passività perché accresce il capitale di rischio dell’azienda, perché se non viene distribuito il capitale di rischio aumenta. LA RAGIONERIA Come si determinano i valori rappresentati nel Bilancio dell’esercizio ? Tramite l’impiego della Ragioneria, tecnica dell’Economia aziendale. La ragioneria fornisce gli strumenti per misurare e determinare i valori che vengono rappresentati nello stato patrimoniale. La ragioneria è una tecnica dell’economia aziendale che soddisfa primariamente l’esigenza di esulare; è una tecnica che riguarda esclusivamente l’economia aziendale. Scienze empiriche: - Scienze naturali (sperimentali e osservative); - Scienze sociali (diritto, economia, sociologia, ecc.) → scienze economiche (esigenza di misurare). ↓ 10 l'acquisto di una frazione del cosiddetto capitale di rischio, capitale sociale di un'impresa (patrimonio mobiliare) → Titoli di stato = lo Stato vende obbligazioni e le famiglie le comprano così lo stato salda i debiti e la famiglia guadagna un reddito di interesse → è più rischioso investire in azioni piuttosto che investire in obbligazioni (patrimonio mobiliare). Il concetto di reddito secondo John Hicks → il plusvalore che un investimento matura è reddito, ma secondo l’economia aziendale non è vero, il reddito verrà generato solo quando si realizza l’investimento e allora il plusvalore è reddito (es. il plusvalore è quando si vende l’immobile che ho comprato a 100 e vendo a 120, il 20 è il plusvalore). ↓ Tributi Sui redditi si devono pagare le imposte → Imposte pagate alle aziende pubbliche (Stato, Regioni,…) ↓ Consumi Scelte di acquisto di beni economici → C = Re – I – T Quota di reddito che residua dopo il pagamento dei tributi e l’eventuale effettuazione di investimenti: - Livello minimo di consumi (incomprimibili → consumo di beni essenziali al di sotto di tale livello non si può andare); - Rilevanza di: 1. Reddito totale netto disponibile (vincolo di bilancio o vincolo materiale). 2. Stabilità o variabilità nel tempo del reddito → un reddito altamente stabile favorisce i consumi mentre un reddito altamente instabile dissuade i consumi. 3. Condizioni di incertezza. 4. Valori di fondo, preferenze e priorità interne alla famiglia (propensione al consumo). ↓ Investimenti Gli investimenti sono praticabili laddove la famiglia abbia risparmiato. Gli investimenti sono dati dai redditi meno i consumi e meno i tributi. Destinazione del risparmio prodotto → I = Re – C – T Gli investimenti sono la quota di reddito che residua dopo il pagamento dei tributi e il sostenimento dei consumi → (T + C) ≻ Re - I ⇒ I Generalmente si ha un valore negativo, poiché i costi sono stati superiori ai redditi. Quando i tributi e i costi sono superiori al reddito si vende o ci si indebita. ↓ In caso di indebitamento (DB): - dis-I: disinvestimenti - DB: indebitamento - int pass: interessi passivi → interessi che le famiglie pagano alle banche come remunerazione del prestito fatto. - rimb DB: rimborso del capitale preso a prestito → rimborso del capitale preso a prestito. IL reddito, il disinvestimento e l’indebitamento rappresentano le entrate monetarie. I tributi, i costi, gli investimenti, gli interessi passivi e il rimborso di capitale a prestito rappresentano le uscite di moneta. I PROCESSI DI CONSUMO 11 Consumi – acquisto di beni economici da parte della famiglia; il livello di consumo può essere differente in base alla famiglia, ma esiste un consumo minimo al di sotto del quale la famiglia non scende, e sono i consumi incomprimibili. I processi di consumo: - Livello minimo di consumo (consumi incomprimibili); - Disponibilità delle risorse naturali a livello nazionale → le Nazioni più ricche di risorse naturali nel cui ambito le famiglie consumano maggiormente, le Nazioni più povere sono Nazioni in cui i consumi si contraggono; - Distribuzione dei patrimoni fra le famiglie di una nazione → i consumi all’interno di una Nazione possono variare anche in base alla distribuzione dei patrimoni e dei redditi, analizzare i processi di consumo della perequazione o perequazione della ricchezza. In presenza di un'alta concentrazione di ricchezza i consumi della Nazione saranno bassi (ricchezza di pochi in un Paese) mentre i risparmi saranno molti e quindi si investirà; - Distribuzione dei redditi fra gli individui di una nazione; - Ciclo di vita del risparmio-investimento nelle età lavorative → in una famiglia neocostituita il risparmio investimento è basso, il reddito è lasciato ai consumi, nel tempo però il reddito cresce e quindi anche gli investimenti; - Ciclo di vita del risparmio-investimento nelle età lavorative. 1. Concetto di reddito permanente (Milton Friedman, 1912-2006), ossia reddito sicuro, stabilizzato in relazione del patrimonio corrente e dei redditi futuri (consolidamento dei consumi → una volta che la famiglia può fare affidamento nel medio-lungo periodo a un reddito stabile potrà mantenere nel tempo un determinato livello di consumo). 2. I consumi sono funzione del più alto livello di consumo raggiunto → è difficile ridimensionare i consumi di una famiglia. 3. Trasformazione dei consumi voluttuari in necessari (ampliamento dei bisogni) → i consumi si sono allargati da un carattere secondario sono passati da carattere primario (es.cellulare), tale fenomeno venne studiato da: - Veblen = Teoria della classe agiata → far vedere agli altri il possesso di un determinato bene; - L’approccio di Sombart ai beni di lusso → osservò come il commercio dei beni di lusso abbia favorito lo sviluppo dell’economia e del capitalismo, intravede connotazioni positive nel consumo dei beni di lusso. I PROCESSI DI INVESTIMENTO Risparmio = Investimento Su cosa si basa la decisione di investire: - Entità del «reddito permanente»; - Redditività degli investimenti effettuati; - Aspettative future; - Propensione al risparmio; - Propensione al rischio (risk propensity → risk aversion); - Prospettive economiche a livello nazionale (es. tasso di inflazione); - Regime tributario degli investimenti; - Servizi statuali di carattere sociale (sanità, istruzione,...); - Redditività, rischio e liquidità dell’investimento; - Investimenti a vista – sono quelli facilmente disinvestibili (es. somma di denaro sul conto corrente) 1. Liquidità, beni di consumo durevole. - Investimenti fruttiferi: 12 1. Valori a reddito garantito → garantiscono un determinato rendimento, con un profilo di rischio molto basso (es.titoli di stato); 2. Valori a reddito aleatorio → incerto (es. acquisto di azioni di altre imprese); 3. Beni fondiari o immobiliari. - Liquidità a vista; - Investimenti mobiliari: 1. titoli a reddito garantito; 2. titoli a reddito aleatorio. - Investimenti assicurativi; - Investimenti fondiari o immobiliari; - Investimenti in beni di consumo durevole, o artistici o da tesaurizzazione. L'ORGANIZZAZIONE ESTERNA DELLE IMPRESE LE PRINCIPALI PROSPETTIVE Quando si parla di organizzazione esterna si fa riferimento a due tematiche principali: 1. Alla struttura di connessione con altre imprese all’interno del settore e dei mercati di riferimento → Consorzi, Cartelli e Gruppi di imprese. 2. Struttura giuridica formale → Spa. L’AMBIENTE ECONOMICO L’ambiente è l’insieme di condizioni e di fenomeni esterni all’azienda che ne influenzano fortemente la struttura e la dinamica. L’ambiente è l’insieme di variabili che condizionano lo svolgimento dell’attività economica dell’impresa e possono essere classificate in: - Ambiente economico (mercati, settori, politiche monetarie, strutture di domanda e di offerta di lavoro, di capitali, di beni,...). - Ambiente non economico (normativa, cultura,...). Ambiente ↔ Impresa ↓ I mercati → Un mercato è un complesso dinamico di negoziazioni che hanno per oggetto una certa classe di beni e che si manifestano con continuità, con caratteri omogenei e con elevata interazione reciproca. L’esistenza dei mercati è una conseguenza della specializzazione delle imprese nello svolgimento dell’attività economica (che implica lo svolgimento di negoziazioni).I mercati sono un insieme di scambi tra chi compra e chi vende e tali scambi interessano i beni economici. Quali i vantaggi? Ciascuna negoziazione si svolge con condizioni molto simili a quelle che caratterizzano le altre negoziazioni dello stesso mercato. Non tutti gli insiemi di negoziazioni sono mercati lo sono se rispettano le condizioni di omogeneità, continuità e interazione. ↓ I settori → Il settore è un insieme omogeneo di aziende che svolgono operazioni simili e che operano negli stessi mercati o in mercati strettamente correlati. Esiste una similarità in termini di tecnologici, produttivi e di beni ottenuti (settori merceologici). Il settore può condizionare lo svolgimento dell’attività economica dell’impresa e può influenzare il comportamento delle imprese e quindi il contesto competitivo (grado di concentrazione; barriere all’entrata=ostacoli per accedere ad un settore, es. economie di scala). Il settore è una categoria di osservazione delle imprese. ↓ Settori e contesto competitivo: - Concorrenza tra prodotti simili (concorrenza perfetta) → concorrenza basata soprattutto sul prezzo; 15 - Unitarietà delle decisioni strategiche (ruolo della holding) → è la società capogruppo che decide ad esempio se le società minoritarie devono produrre in Europa o in altri Paesi. - Accentramento o decentramento organizzativi → L'accentramento è il trattenimento del potere formale ai livelli gerarchici superiori. Il decentramento è l'attribuzione del potere formale ai dipendenti dei livelli gerarchici inferiori di decidere come affrontare i problemi e le difficoltà che emergono nello svolgimento delle loro mansioni → accentramento organizzativo = unico manager - decentramento organizzativo = ogni società ha un proprio manager. - Interconnessioni tra le varie imprese del gruppo di diverso carattere: produttivo, finanziario, reddituale e patrimoniale. - Unitarietà delle condizioni di equilibrio economico. ↓ Le principali ragioni per cui le imprese si uniscono - Specializzazione dell’attività (sub-holding di settore → dimensione merceologica). - Costituzione di imprese all’estero → (sub-holding continentale – dimensione spaziale). - Attuazione di processi di crescita esterna → fusioni di acquisizione. - Diluizione dei capitali necessari al controllo → i gruppi di imprese consentono in genere all’impresa holding di investire minori capitali. - Diluizione del rischio → il rischio è minore poiché l’investimento sarà minore per l’impresa holding. ↓ Percentuale di controllo → indica il numero di azioni ossia la quota di partecipazione al capitale sociale di una determinata società in misura tale da poterla controllare, così da esercitare le direttive strategiche e gestionali. Il controllo in genere è determinato quando la quota supera il 50%. Percentuale di interessenza → Indica l’effettiva quantità, l'effettivo ammontare investito dal gruppo holding per poter controllare tutte le società del gruppo. Si devono moltiplicare la percentuali di partecipazione indicate, vuol dire che la holding controlla tutto il gruppo di imprese investendo lo 0,16% del capitale investito Diluizione delle perdite realizzate dalle società del gruppo → le perdite realizzate dall’ultima società saranno diluite lungo tutta la filiera e saranno prese in carico dal gruppo di controllo pari alla percentuale di interessenza. Per le perdite è meglio che la catena di controllo sia lunga così da diluire la perdita, mentre per gli utili è più conveniente avere una catena di controllo più corta così da ottenere più utili. LA STRUTTURA GIURIDICA FORMALE La nascita della Spa (società per azioni), i principali fattori di impulso: - I principali fattori di impulso; - Responsabilità economica dell’imprenditore; - Confusione patrimoniale → non esisteva separazione tra il patrimonio dell’imprenditore e il patrimonio d’impresa; - Navigazioni oltre oceano; - La Compagnia delle Indie (prima metà del secolo XVII). I principali vantaggi: - Società come persona giuridica, ossia quale soggetto di diritti → la società diventa persona giuridica in quanto titolare di diritti e di obblighi e fa fronte a questi diritti e obblighi solo con il patrimonio dell’impresa non toccando il patrimonio dell’imprenditore; - Limitazione della responsabilità economica. 16 ↓ Molte Spa sono quotate in borsa, anche in più borse di valori. Essere quotati significa chiedere capitale di rischio ad un pubblico indistinto di soci potenziali. Una società che si quota manifesta la propria necessità di ottenere capitale di rischio, quotando nuovi soci, e dà quindi l'opportunità a chiunque di apportare denaro a queste società che si quotano comprando delle azioni. Formando delle dinamiche particolari: - La minoranza coesa o gruppo di controllo degli azionisti → è il gruppo di controllo che con un minimo capitale controlla più società. - La maggioranza disgregata o minoranza in sede assembleare → è costituita da un innumerevole moltitudine di risparmiatori che non si conoscono (cassettisti), a cui non importa di gestire la società, a loro interessa investire denaro nelle azioni auspicando che il valore cresca, non hanno voce in capitolo nelle decisioni dell’impresa. L’ORGANIZZAZIONE INTERNA ALL’IMPRESA L’ORGANIZZAZIONE INTERNA Ragioneria + Organizzazione + Gestione Organizzazione → disporre ed ordinare gli elementi in modo da raggiungere un fine. ↓ Il lavoro: elementi soggettivi (autorealizzazione,...), oggettivi (stipendio, ore di lavoro,...) e valori professionali (valore culturale, etica,..). Insieme delle variabili dirette a: 1. Struttura organizzativa formale (statica) → Definire l’organismo personale: - Quante persone si ha bisogno all’interno dell’impresa. - Con quali caratteristiche (disponibilità di tempo, titolo di studio,...). - Quali insiemi di compiti deve svolgere ciascuna persona. - Come e quanto ciascuna persona deve essere retribuita. - Quali sono i percorsi professionali coerenti (percorsi di carriera) con le caratteristiche delle persone. 2. Processi organizzativi (dinamica) → Indirizzare e coordinare i comportamenti delle persone (prestatori di lavoro): - Efficacia ed efficienza – i prestatori di lavoro devono prestare il loro lavoro senza sprechi, nel rispetto delle loro competenze,... - Massimo coordinamento e integrazione. ↓ Insieme di due principali componenti: 1. Struttura organizzativa formale (statica) - Organi aziendali e Unità Organizzative attivate (direzioni, uffici, reparti, ecc.) - Relazioni gerarchiche di connessione tra gli organi e le U.O. 2. Processi organizzativi o sistemi operativi (dinamica) - Processi esecutivi diretti a consentire la realizzazione degli obiettivi dell’organizzazione. La struttura organizzativa formale e i processi organizzativi formano l’assetto organizzativo, che identificano l’organizzazione interna. LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA FORMALE La struttura organizzativa formale è la configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e dell’ insieme dei compiti e delle responsabilità assegnati a tali organi. Dal punto di vista formale, la struttura organizzativa è rappresentata in: - Organigrammi (quali sono le unità organizzative e le relazioni gerarchiche tra le stesse). 17 - Mansionari (insieme dei compiti e delle responsabilità, ossia delle mansioni, che deve essere svolto da ciascuna unità organizzativa). ↓ Progettazione - Individuazione dell’insieme complessivo dei compiti. - Scelte di un criterio di divisione del lavoro (configurazione delle Unità Organizzative, quali ad esempio una direzione commerciale, amministrativa, un ufficio, un reparto, un team di progetto, ecc.). - Aggregazione delle Unità Organizzative in livelli gerarchici. - Definizione delle mansioni (compiti assegnati alle singole posizioni delle Unità Organizzative e alle persone in esse operanti). Output formali - Organigramma (Unità Organizzative e loro relazioni) - Mansionari (compiti di ciascuna Unità Organizzativa) ↓ Un esempio di organigramma ↓ L’impresa può scegliere tra quattro punti organizzativi formali in base alla complessità dell’azienda 1. Struttura elementare; 2. Struttura funzionale; 3. Struttura divisionale; 4. Struttura matriciale. ↓ Struttura organizzativa elementare Adatta in quelle imprese in cui il socio è colui che gestisce in prima persona la propria attività; mette il capitale di rischio e coordina e sovrintende a una o più unità organizzative (es. officina, con il capo che lavora, la segretaria e il dipendente meccanico). Punti di forza: - Garantisce una certa flessibilità (pochi livelli gerarchici) → è flessibile perchè le decisione vengono assunte da un’unica persona, quindi possono essere rivalutate e sono decisioni che vengono prese in poco tempo. - Garantisce una risposta strategica calata sulle reali esigenze della struttura (conoscenza diretta delle caratteristiche operative) → l’imprenditore lavora sul campo e quindi riesce a modificare la strategia d’impresa in modo efficace e veloce, cogliendo immediatamente il cambiamento del mercato. - Costi di struttura bassi → non ci sono manager da pagare per gestire l’azienda. - Forti rapporti interpersonali → l'imprenditore che è anche il socio conosce tutti i dipendenti in modo da soddisfare le aspettative. Punti di debolezza: - Poca attenzione per la crescita. - Sbilanciamento operativo a favore delle U.O. ↓ Struttura organizzativa funzionale (un prodotto/o linea di prodotti omogenei su un mercato/o mercato omogenei). La funzione può essere 20 Processi (detti anche sistemi operativi) finalizzati a consentire il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione. ↓ Sistemi di pianificazione strategica; Sistemi di programmazione e controllo; Sistemi di gestione del personale; Sistemi informativi. ↓ 1. Sistemi di pianificazione strategica - Definizione degli obiettivi di medio-lungo termine (strategici). - Elaborazione dei c.d. piani. 2. Sistemi di programmazione - Traduzione degli obiettivi di medio-lungo termine in obiettivi di breve periodo (obiettivi gestionali) - Orientamento della gestione 3. Sistemi di controllo - Verifica costante dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi selezionati 4. Sistemi di gestione del personale - Ricerca e selezione (promozioni interne o ingressi esterni; tipologia di profilo professionale). - Gestione della dinamica interna (sviluppo delle competenze, attese dei dipendenti, qualità del clima organizzativo). - Sistema retributivo (politiche, livelli e strutture generali delle retribuzioni). - Sistema di carriera. 5. Sistemi informativi L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO IL TAYLORISMO E L’ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO Taylor affronta il tema dell’organizzazione del lavoro, ossia come il lavoro dovrebbe essere organizzato all’interno di un impresa; concentrandosi su tutte e tre le forme di lavoro. Egli si pone il problema di come organizzare scientificamente il lavoro sia quello operaio, sia quello impiegatizio, sia quello direzionale. ↓ Le condizioni di contesto: - Fine Ottocento – inizio Novecento - Stati Uniti d’America - Grandi stabilimenti (mediamente più di 10.000 dipendenti occupati) - Standardizzazione dei processi e dei prodotti - Produzione di massa In questo contesto ci si domanda come ottimizzare il lavoro di fabbrica, il focus iniziale è sul lavoro operaio. ↓ Taylor era un ingegnere, vissuto dal 1856 al 1915, che avviò, negli Stati Uniti d’America (1911), la cosiddetta organizzazione scientifica del lavoro. Ossia un’organizzazione basata sulla ripartizione dell’attività lavorativa in operazioni: - elementari, semplici e specifiche; - ripetibili; - progressivamente perfezionabili; - suscettibili di assicurare efficienza. Applicazione del metodo scientifico al problema organizzativo, al fine della selezione della soluzione ottimale (one best way). La lavorazione doveva essere composta da piccole operazioni ripetute così da ridurre al minimo i movimenti dell’operaio. Questi viene ripreso e migliorato da Ford con la catena di montaggio. Tale metodo permette il contenimento dei costi di produzione. C’era un’unica soluzione ottimale per il miglioramento dell’organizzazione, organizzazione basata sulla ripartizione dell’attività lavorativa in operazioni, e si otteneva nel rispetto delle seguenti condizioni: 21 - elementari, semplici e specifiche; - ripetibili; - progressivamente perfezionabili; - suscettibili di assicurare efficienza. ↓ Secondo Taylor era necessario 4 principi fondamentali: 1. Studio scientifico dei metodi per organizzare al meglio il lavoro – capire quali sono le attività richieste per produrre un bene economico, bisogna studiare il processo produttivo e capire le fasi che lo compongono. 2. Individuazione dei criteri ottimali per la selezione della manodopera – stabilire i criteri per la selezione delle persone. 3. Distribuzione equilibrata del lavoro e delle responsabilità – ognuno avrebbe dovuto avere il proprio ambito lavorativo senza sovraccarichi. 4. Collaborazione fra direzione e manodopera – tra direzione e manodopera si dovrebbero stabilire rapporti di intesa e sintonia. ↓ La teoria di Taylor viene applicata da Ford, che traduce il pensiero di Taylor nella creazione della linea di montaggio. La linea di montaggio prevede l’immobilismo dell’operaio, è il prodotto che sfila e si muove davanti a lui. Si passa dall’operaio che si sposta e il prodotto immobile, al prodotto che si muove e all’operaio che sta fermo. I tempi di produzione così si riducono, come i costi di produzione, questo comporta una maggiore efficienza; l’operaio deve svolgere in poco tempo le mansioni a lui assegnate. Il pensiero di Taylor e l’applicazione operativa di questo pensiero trova radicamento quasi globale, si diffuse in Europa, in Germania, Francia e Italia (Fiat e Olivetti). ↓ Questa logica organizzativa creò dei problemi, sicuramente migliora l'efficienza aziendale, ma dall’altro lato ci sono degli svantaggi che vennero messi in evidenza da alcuni pensatori che criticarono questo pensiero. Un’organizzazione del lavoro in questi termini genera monotonia negli operai, che svolgono ripetutamente la stessa attività, inoltre richiedono sforzi eccessivi e sono sottoposti ad uno stretto e severo controllo; la qualità del lavoro è fortemente alienante. ↓ Questo interessa principalmente la classe operaia, ma il pensiero di Taylor interessa anche il lavoro impiegatizio e direzionale, che viene riorganizzato. Taylor vede all’interno dell’impresa manager e dirigenti molto impegnati che si trovano ad affrontare e dedicare tempo a questioni che non sono importanti, e quel tempo potrebbe essere usato per questioni più rilevanti. Crede che non ci sia un filtro per differenziare le questioni più rilevanti e quelle meno rilevanti; quindi suggerisce l’identificazione e l’insediamento di responsabili intermedi a cui assegnare compiti e funzioni meno rilevanti. Per risolvere questo ingolfamento dei manager, prevede l’assunzione di figure intermedie, così da mandare ai manager solo questioni di primaria rilevanza. IL PENSIERO DI H. FAYOL In linea con il pensiero di Taylor si trova un altro studioso di origini francesi, Fayol, che scrisse Administration Indutrielle et Générale (1917). Egli individuò dei requisiti fondamentali, per far sì che l’impresa si definisca “impresa organizzata”. Individua 14 criteri che devono essere rispettati, per l’organizzazione dell’impresa. L’approccio di Fayol e quello di Taylor sono molto vicini; 1. Divisione del lavoro → Secondo Fayol un'impresa è organizzata se è strutturata sulla divisione del lavoro, come Taylor sosteneva lo spacchettamento del lavoro, ogni persona a un incarico che può e deve svolgere bene in tempi minimi e riducendo al minimo i movimenti fisici. 1. Autorità e responsabilità → gli operai devono svolgere responsabilmente il lavoro a loro assegnatogli → leadership autoritario 2. Disciplina 22 3. Unità di comando → ogni dipendente doveva avere un proprio capo come riferimento, ci doveva essere una chiara identificazione della figura di comando. 4. Unità di direzione → unica figura di direzione 5. Subordinazione 6. Remunerazione → il personale doveva essere remunerato secondo equità 7. Centralizzazione → lo stile è autoritario e il comando è tenuto dall’alto verso il basso 8. Catena scalare 9. Ordine 10. Equità 11. Stabilità del personale 12. Iniziativa 13. Esprit de corps → secondo Fayol un dipendente per lavorare bene avrebbe dovuto aver sviluppato un appartenenza all'impresa, il desiderio di lavorare nell'azienda. Questo punto lancia delle condizioni di cambiamento che vengono colte da alcuni studiosi come Barnard. IL PENSIERO DI C. BARNARD Barnard scrisse Le funzioni del dirigente (1938). L’approccio al lavoro cambia notevolmente; si afferma una nuova corrente di pensiero riferibile alle Human Relations. Non si parla di organizzazione scientifica del lavoro, ma di relazioni umane; le persone sono viste come individui, come portatori di attese non economiche, ma sociale ed economico. Con Barnard si riprende e si sviluppa l'Esprit de Corps di Fayol. L'organizzazione dell’impresa dialoga con le condizioni di contesto, come la concorrenza tra le imprese o la tecnologia. Tra l’organizzazione dell’impresa e il contesto ci sono relazioni di forte condizionamento; l’impresa deve continuamente rimodulare la sua organizzazione in relazione alle condizioni esterne. Mette in evidenzia la Distonia, di fondo i prestatori di lavori hanno finalità che non sempre corrispondono con quelle dell’impresa, questo Barnard lo evidenzia perchè secondo lui è importante stimolare la convergenza e lo stimolo tra gli obiettivi dei prestatori di lavoro e quelli dell’impresa. La persona ha finalità economiche e non economiche. Ci deve essere un'attivazione di un efficiente sistema di comunicazione, inoltre si deve assicurare l’afflusso regalare di risorse al funzionamento dell’organizzazione, innanzitutto umane. Secondo Barnard serve ricorrere ad incentivi non materiali (promozioni,...) e materiali. IL PENSIERO DI ARGYRIS Argyris sottolinea la rilevanza del ruolo ricoperto dal singolo individuo all’interno dell’impresa, ragiona sulla singola persona che, affinché l’organizzazione del lavoro sia eccellente, deve avere determinate caratteristiche: - Deve essere un individuo adulto → i prestatori di lavoro che fanno la differenza e portano al successo dell’impresa sono gli adulti. L’individuo adulto è un prestatore di lavoro che affronta il lavoro con maturità, è disposto ad assumersi carichi lavorativi di maggiore livello e a rispettare le conseguenti responsabilità. Il lavoratore di Taylor è disciplinato che sta al proprio posto, segue le direttive, ma non si assume responsabilità per migliorare l’azienda. - Gestione costruttiva dei conflitti → i conflitti devono essere gestiti in modo costruttivo, non devono essere soffocati ma essere una possibilità di crescita personale e collettiva, è una crescita che interessa tutta l’organizzazione e non solo il singolo individuo, secondo Taylor invece i conflitti dovevano essere soffocati perché il lavoratore doveva svolgere solo e soltanto la sua mansione → single loop = soffocamente del conflitto - double loop = affrontare il conflitto per migliorare. 25 Istat → a partire dal 2010 l’Istat lavora sugli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) inclusi per la prima volta nella Legge di bilancio del 2016 quali strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale. ↓ Si è arrivati alla produzione di indicatori non economici diretti al calcolo del benessere dello stato, ci sono 12 dimensioni del benessere: 1. Salute 2. Istruzione e formazione 3. Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 4. Benessere economico 5. Relazioni sociali 6. Politica e istituzioni 7. Sicurezza 8. Benessere soggettivo 9. Paesaggio e patrimonio culturale 10. Ambiente 11. Ricerca e innovazione 12. Qualità dei servizi Indicatori bes (benessere equo e sostenibile) → Approccio multidimensionale che integra l’indicatore dell’attività economica, il Pil, con misure delle fondamentali dimensioni sociali ed ambientali del benessere e con misure di diseguaglianza e sostenibilità economica, sociale e ambientale. LE IMPOSTE Il concetto di bene pubblico deve essere visto in relazione alle imposte. I beni erogati devono essere calcolati sulla base delle imposte pagate dalla collettività; le imposte rappresentano la principale entrata per cui lo stato ha necessità per fornire i beni pubblici. 1. Per fornire servizi lo Stato necessità di entrate. - Erogazione di servizi in assenza di prezzi-ricavo specifici (difesa nazionale, ordine pubblico, ecc.) → i servizi forniti dallo stato implicano dei costi da parte dello Stato ma non sono legati a dei prezzi-ricavo (il cittadino non paga ogni volta un costo all’azienda ospedaliera, ma paga una volta l’anno attraverso le imposte). - Erogazione di servizi sulla base di prezzi-ricavo insufficienti all’integrale copertura dei costi (sanità, istruzione, ecc.) → il prezzo ricavo richiesto al contribuente è insufficiente per la copertura dei prezzi- costo. - Copertura di spese necessarie per assicurare benefici indivisibili a favore di tutta la collettività (carattere coattivo) → le imposte devono essere pagate obbligatoriamente, perchè garantiscono servizi che vanno a beneficio di tutta la comunità, per ciò le imposte hanno carattere coattivo (devono essere pagate). 2. Le imposte rappresentano un elemento di contatto tra aziende pubbliche, aziende di produzione e aziende familiari. Imposta (è il tributo che la collettività deve pagare affinché lo stato possa dare servizi indivisibili, a favore di tutta la comunità) ≠ Tassa (è un tributo che si paga per ottenere una specifica controprestazione, solo chi paga il tributo ottiene il bene, pratica benefici retraibili e non indivisibili). ↓ Le tre principali classi: Imposte sui consumi, Imposte sui redditi e Imposte sui patrimoni. ↓ Le imposte sui consumi 26 Sono tipicamente imposte indirette, ossia si applicano solo se il reddito prodotto viene consumato, cioè viene trasferito ossia messo in circolazione. Le imposte indirette possono essere di diversi tipi: - Iva (imposta sul valore aggiunto) → imposta che viene applicata quando si compra o si vende dei beni economici, quando il reddito viene trasferito da un soggetto ad un altro; - Accise → imposta sul consumo; - Beni di lusso (leggi suntuarie) → scontano una tassazione più alta rispetto ai beni di prima necessità; - Beni educativi (merit goods) → dovrebbero scontare imposte più contenute; ↓ Le imposte sui redditi Sono imposte che si calcolano quando il reddito viene prodotto anche quando non viene trasferito, sono dette quindi imposte dirette. L imposte sui redditi sono: - Irpef → imposta sul reddito dei cittadini senza partita iva, i redditi sono tassati con l’irpef; il datore del lavoro trattiene una parte del reddito come tassa. - Ires → imposta sul reddito delle società capitali, si calcolano sugli utili prodotti e dichiarati, è l’impresa che dichiara il reddito prodotto, è l’impresa che autodichiara. Il reddito (è la differenza tra costi e ricavi) secondo diversi studiosi: - Secondo Hicks il reddito è la somma di variazioni di valori patrimoniali → se si ha un immobile e il valore dell’immobile cresce nel tempo, secondo Hick la differenza tra il valore iniziale e il valore finale è reddito, ma non è reddito ma sarà reddito quando si vende l’immobile e si acquisisce il reddito. - Reddito globale (comprehensive income) → è reddito non solo la somma delle variazioni patrimoniali (Hicks) ma anche tutto ciò che è reddito secondo la concezione tradizionale. - Il reddito secondo Zappa è la differenza tra costi e ricavi relativi a un periodo. ↓ Il fenomeno della “doppia imposizione” del risparmio secondo Stuart Mill: S = Re – T → (Re = reddito; T = imposte; S = somma disponibile). Si parla di doppia imposizione perché secondo Stuart Mill data la stessa somma disponibile per l’individuo che consuma e quello che investe essi sarebbero soggetti a trattamenti fiscali differenti. Paradossalmente l’individuo che viene privilegiato è colui che consuma tutto il reddito, perché paga le imposte (T) solo quando percepisce il reddito, mentre l’individuo che investe è soggetto a una tassazione doppia: la prima quando il reddito viene erogato alla persona viene tassato; la seconda quando vengono tassati i frutti dell'investimento. Secondo Zappa il reddito (quantità flusso che si rigenera) è tassato solo una volta, una sul reddito originario e una sui frutti dell’investimento che sono reddito nuovo che ogni anno si genera; sono redditi differenti, quindi non si parla di tassare due volte lo stesso reddito. ↓ Le imposte sui patrimoni Il patrimonio prima di diventare tale è reddito che viene risparmiato e investito: il patrimonio è figlio di qualcosa che è già stato tassato. Le imposte sul patrimonio sono la tassazione di singoli beni o insiemi di beni. Ci sono delle motivazioni proposte sul perché ci sia la tassazione sui patrimoni: - Imposte equitative → alcuni hanno ritenuto che fosse giusto che coloro che avessero un patrimonio di importanza dovesse pagare più imposte, così da redistribuire il reddito. - Patrimonio dotato di una capacità contributiva indiretta, in aggiunta al reddito → es. chi ha 30 case può pagare più imposte di chi ne ha soltanto una. 27 - Penalizzazione del risparmio (già tassato) e dei conseguenti investimenti → si è ritenuto che le imposte sui patrimoni penalizzano il risparmio che è già stato tassato, ma non è stato consumato. Le imposte sui patrimoni vengono divise in due: 1. Imposte ordinarie, sono le imposte dette a regime e tutti gli anni si devono pagare e sono: - Imposte su beni mobili → es. bollo automobile. - Imposte su beni immobili → es. chi ha una seconda casa deve pagare l’imu. - Imposte sulle attività finanziarie “IVAFE” → es. pagare sui titoli in cui si investe. - Imposte sui trasferimenti tra vivi (donazioni) o mortis causa (successioni) → imposta dovuta per il trasferimento della proprietà o di altri diritti nella circostanza in cui un soggetto benefici di un arricchimento patrimoniale mortis causa o a titolo di liberalità tra vivi. 2. Imposte straordinarie, sono le imposte che sono state introdotte per un anno, perché lo stato aveva bisogno di soldi e ha introdotto per quell’anno una tassa straordinaria, limitata a uno specifico anno; tali imposte possono diventare anche di carattere ordinario. Degli esempi sono: - Imposta Amato-Goria (1992): prelievo del 6 per mille sui conti correnti. - Imposta Monti: ICI (D.Lgs. 504/1992), IMU dal 2011 → l’ici è stata introdotta come un'imposta di carattere straordinario, ha cambiato nome in imu ed è diventato di carattere ordinario. ↓ La progressività delle imposte Le imposte sono una variabile che si modifica in funzione alle esigenze dello Stato per far sì che possa fornire i beni economici. Esistono 4 approcci: 1. Sacrificio collettivo minimo → in base a questo approccio si applicano imposte il più basse possibili; ma lo Stato ha un’entrata modesta di denaro e quindi si limiterà a fornire servizi minimi. 2. Sacrificio assoluto uguale → le imposte dovrebbero essere uguali per tutte, ma favorisce chi ha più rispetto a chi ha meno, le imposte si dovrebbero pagare in base alla propria capacità. 3. Sacrificio eguale in proporzione → le imposte che i cittadini pagano vengono determinate in base alla percentuale del loro reddito. 4. Sacrificio crescente (progressivo) → si attua al principio della progressività e con la progressività delle imposte si applica una logica diversa rispetto a quella proporzionale; si prevedono delle percentuali di tassazione ma saranno applicate in misura differente in base allo scaglione di reddito (in base al livello di reddito si paga differentemente). Favorisce la redistribuzione del reddito. Affermazione crescente della progressività fiscale: - Minor sacrificio marginale per gli alti redditi e maggior beneficio marginale per i redditi bassi. - Affermazione dello Welfare State. - Ridistribuzione forzosa della ricchezza verso i ceti meno abbienti. IL BILANCIO DELLO STATO LA RAPPRESENTAZIONE DEI VALORI NEL BILANCIO DELLO STATO Il documento di bilancio dello stato deve essere visto come integrazione di: - Bilancio di competenza - Bilancio di cassa IL BILANCIO DI COMPETENZA 30 - Emettere titoli del debito pubblico → lo Stato può indebitarsi prendendo a prestito soldi dalla propria collettività, emettendo titoli che i cittadini acquistano, comprare i titoli di Stato significa finanziare il debito pubblico. Il cittadino che compra i titoli di Stato riceve dallo Stato ogni sei mesi una somma a titoli di interesse, a fine del contratto verranno ridati al cittadino i soldi che aveva investito; i soldi che lo Stato riceve in questo modo devono essere restituiti al cittadino. I titoli del debito pubblico sono titoli che hanno un profilo di rischio molto basso. - Riduzione delle spesa → ridurre i servizi e le prestazioni erogate dallo Stato - Aumentare la circolazione monetaria → può portare all’inflazione, ossia all’aumento generale dei prezzi, e viene spiegata dall’equazione di Fischer. ↓ Aumento della circolazione monetaria: MV = pQ (equazione di Fischer) Rappresenta l'uguaglianza tra le quattro variabili: M = quantità di moneta; V = velocità di circolazione della moneta; p = livello generale dei prezzi; Q = quantità dei beni. All’aumentare della variabile M e mantenendo inalterato Q è necessario aumentare p, al fine di garantire l’uguaglianza tra le variabili di sinistra e destra. Per garantire l’uguaglianza, se la sezione di sinistra aumenta per effetto di M, si deve aumentare p. L’aumento dei prezzi è una modalità con la quale le imprese governano l’aumento della domanda. ↓ Indebitamento, gli effetti che può avere: - Aumento degli interessi passivi → anche detto oneri finanziari, e sono per lo Stato dei costi che daranno origine a delle uscite di moneta a favore di chi compra i titoli. - Rimborso del debito → rischio di non riuscire a rimborsare i debiti; rimborsare il debito significa che a scadenze prestabilite li Stato deve restituire alla collettività i soldi che quest’ultima ha pagato per acquistare i titoli. - Fiducia dello Stato → l’immagine della collettività cambia, un forte indebitamento cambia l’immagine percepita dello stato. - Effetto crowding out (spiazzamento) → se è uno stato fortemente indebitato ha raccolto molto denaro dalla collettività attraverso la vendita dei titoli di Stato, significa che i cittadini non investono nelle imprese private - Equilibrio tra debito pubblico e risparmio mutuabile → l'ammontare del debito deve essere allineato con l’ammontare del risparmio che la collettività ha a disposizione per comprare i titoli di stato. ↓ I PRINCIPI DI REDAZIONE - Unità → Il bilancio dello Stato è un complesso inscindibile di documenti indivisibili. Il bilancio dello Stato, sebbene costituito da una pluralità di documenti, costituisce un tutto inscindibile, in considerazione del comune obiettivo di rappresentare i valori delle entrate e delle uscite. Il bilancio dello Stato,sia esso di previsione o consuntivo, è unità inscindibile. 31 - Annualità (anno finanziario) → Il bilancio dello Stato è sintesi periodica di un periodo amministrativo che corrisponde convenzionalmente con l’anno solare. Il bilancio dell’ente pubblico, come nell’impresa, è sintesi periodica delle rilevazioni: il periodo amministrativo rappresenta l’arco temporale, avente il connotato della convenzionalità. Nel quadro normativo vigente, il periodo amministrativo si identifica con l’anno finanziario (01.01.xx – 31.12-xx). - Universalità → Tutte le entrate e tutte le uscite debbono trovare rappresentazione nel bilancio. - Integrità → Le entrate e le spese sono registrate in bilancio nel loro importo integrale, in modo tale che le prime vengono iscritte senza “compensazione di partite”. La compensazione di partite non è consentita e fenomeno per cui quando due soggetti sono obbligati l'uno verso l'altro, i due debiti si devono estinguere per la qualità corrispondente. - Specializzazione → Le entrate e le uscite vanno opportunamente classificate nel bilancio, in relazione alla natura, alla causa e agli effetti che producono sull’attività amministrativa dello Stato. Corretta descrizione e classificazione dei valori nei prospetti del bilancio pubblico, in modo da consentire un’efficace azione di orientamento e controllo sulla gestione pubblica. - Pubblicità → Il bilancio è reso conoscibile alla collettività, che può esercitare su di esso una forma di controllo «democratico», attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. LE STRUTTURE DEL BILANCIO DELLO STATO La composizione del bilancio dello Stato è omogenea e comprende più documenti. E sono: 1. Documenti di programmazione e di politica macroeconomica, costruiti secondo logiche descrittivo-esplicative, anziché contabili → DEF 2. Documenti di bilancio riferibili a due principali ambiti: - I bilanci finanziari, di previsione e consuntivi. - I rendiconti patrimoniali ↓ Documento di Economia e Finanza (DEF) Documento di carattere programmatico illustrativo degli obiettivi di politica economica (obiettivi strategici) e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica relativi al triennio successivo. Primo documento che deve essere presentato dal Governo al Parlamento per le deliberazioni parlamentari conseguenti (espressione del consenso parlamentare sul programma del Governo). Documento programmatico che avvia e orienta l’intero ciclo di programmazione, posto che gli obiettivi in esso previsti vincolano il contenuto degli altri documenti. ↓ I Documenti di bilancio - Bilancio previsionale annuale → documento prospettico - Bilancio previsionale pluriennale (triennio) → documento prospettico - Bilancio consuntivo → documento consultivo - Rendiconto patrimoniale → documento consultivo, che integra il bilancio consultivo in senso stretto ↓ Il bilancio di previsione Il bilancio di previsione è il documento contabile che espone in maniera sistematica il reperimento e l’impiego delle risorse pubbliche, rappresentando perciò il principale riferimento per l’allocazione, la gestione e il monitoraggio di entrate e spese dello Stato. Esso viene redatto annualmente, con orizzonte triennale (sebbene gli stanziamenti costituiscano limiti all’autorizzazione di spesa solo per il primo esercizio), e approvato con legge ordinaria dal Parlamento. 32 È composto da uno stato di previsione per le entrate e tanti stati di previsione di spesa quanti sono i ministeri con portafoglio. ↓ Il conto consuntivo (anno precedente a quello di previsione) In relazione ai dati esposti nel bilancio previsionale, espone i valori così articolati: - Entrate di competenza dell’anno, accertate, riscosse o rimaste da riscuotere → entrate effettive. - Spese di competenza dell’anno, impegnate, pagate o rimaste da pagare → uscite effettive. - Incassi e pagamenti. Riguarda una situazione passata, riguarda l’anno precedente a quello di previsione nel 2023 si fa quello del 2022. ↓ Il rendiconto del patrimonio (anno precedente a quello di previsione). Si integra con il conto consuntivo al fine di riassumere e dimostrare i risultati della gestione. Espone distintamente i valori attivi e passivi del patrimonio pubblico. Ha l’obiettivo di consentire la verifica delle modalità e della misura con cui ciascuna amministrazione ha dato attuazione alle previsioni di bilancio. IL PROCESSO DI REDAZIONE DEL BILANCIO PUBBLICO Preparazione, Gestione dell'esercizio e Rendicontazione ↓ 1. Preparazione → anno precedente t (2023) a quello di previsione t+1 (2024) - Presentazione, entro il 10 aprile anno t, del DEF al Parlamento, su proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze. - Entro il 30 aprile, trasmissione al Consiglio dell’Unione Europea e alla Commissione Europea del Programma di stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (ricompresi nell’ambito del DEF). - Entro il 31 maggio, sulla base degli obiettivi programmatici stabiliti dal DEF, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze sono selezionati gli obiettivi di spesa relativi al successivo triennio. - Entro il 20 ottobre, il Governo, su proposta del MEF, presenta il disegno di legge del bilancio, bilancio di previsione annuale e triennale, al Parlamento, ai fini della discussione parlamentare e della sua approvazione che deve avvenire entro il 31 dicembre. - Approvazione bilancio di previsione (entro il 31 dicembre). ↓ ↓ 2. Gestione nell’esercizio a. Apertura (inizio) dell’esercizio (1° gennaio) → Passaggio dal bilancio previsionale al bilancio d’esercizio b. Operazioni di assestamento (30 giugno). - Verifica dell’appropriatezza delle previsioni (di incasso vs entrate effettive; di spesa vs spese effettive) → si verificano se le previsioni effettuate verso le entrate e le uscite siano allineate alla situazione effettiva. - Verifica dell’effettività delle riscossioni. - Verifica della capienza delle spese pubbliche. 35 Von Hayek analizza come una spesa pubblica finanziata tramite l'indebitamento possa generare inflazione. L’aumento dei prezzi ha quindi ricadute negative sull’economia delle famiglie, come minore potere d’acquisto, e sull’economia delle imprese perché esse vengono ingannate da questa sovrabbondanza di moneta e investono in misura sproporzionata rispetto a quelli che sono gli effettivi bisogni del sistema economico. Secondo Von Hayek la teoria Keynesiana è da contestare riguardo soprattutto all'inflazione. ↓ Il teorema di Haavelmo (1911-1999) Promozione dei bilanci in pareggio → L’incremento del reddito nazionale risulta massimo se gli incrementi di spesa pubblica sono accompagnati da un aumento del gettito per effetto di maggiori o nuove imposte (ovvero quando il disavanzo è pari a 0) → Assenza di debito → Moltiplicatore della spesa pubblica. Secondo Haavelmo l’equilibrio del bilancio dello stato si realizza in condizione di pareggio. Per realizzare il pareggio suggerisce che ad un aumento della spesa pubblica (aumento delle uscite) si associ un pari aumento delle entrate, ovvero delle imposte. In questo modo secondo Haavelmo si realizza il pareggio di bilancio e si favorisce l’incremento del reddito nazionale, ossia del PIL. Una situazione di questo tipo presuppone l’assenza di debito, non si ha un deficit da saldare, e quindi non si ha nemmeno la necessità di ricorrere all’emissione di titoli. Non si ha deficit ma non si ha nemmeno l’avanzo, che secondo lui non è raccomandabile. L’avanzo significa che le entrate sono superiori alle uscite, e tali entrate sono date dalle imposte e lo Stato potrebbe decidere di ridurre la pressione tributaria, ma se si riducono le imposte si potrebbe essere porti anche a ridurre la spesa pubblica, perché le entrate e le uscite si determinano a vicenda. Quindi secondo Haavelmo né l'avanzo né il disavanzo sono accettabili. ↓ Il modello teorico di Haavelmo: Haavelmo presuppone che per ogni euro di spesa pubblica in più si devono apportare in bilancio un euro di imposte in più. L’incremento della spesa pubblica deve essere uguale al delta delle imposte, quindi deve essere incrementato dalle imposte. Se: ∆ SPpu = ∆ IMP → Ossia che l’incremento di spesa pubblica è finanziato con imposte. Ove: - ∆ SP pu è l’incremento di spesa pubblica - ∆ IMP è l’incremento delle imposte Allora l’incremento del PIL sarà determinato da: ∆ PIL = 1 / (1 – c) (∆ SPpu – c ∆ IMP ) → Ove c è la propensione marginale al consumo (percentuale di reddito destinata all’acquisto di beni economici ovvero al consumo). ↓ ∆ PIL = 1 / (1 – c) (∆ SPpu – c ∆ IMP ) - Il PIL raggiunge il punto massimo in caso di bilancio in pareggio → L’aumento del PIL è dato dalla differenza tra la variazione di spesa pubblica e la variazione delle imposte moltiplicata per il fattore c. Se si aumenta di un euro la spesa pubblica e di un euro le imposte il risultato che si ottiene da questa differenza è data da “c” (propensione marginale al consumo); a fronte dell’aumento delle imposte i consumi si riducono. - Il valore dell’incremento massimo registrato dal reddito nazionale è pari all’ammontare della spesa pubblica → L'ammontare della spesa pubblica si ottiene quando “c” è uguale a zero, quindi quando non si consuma nulla. - L’avanzo di bilancio ridurrebbe anche il PIL → Se si è in avanzo le entrate sono maggiori delle uscite e si sarebbe indotti a ridurre le imposte, se si riducono le imposte si riducono anche le uscite, riducendo gli effetti moltiplicati che la spesa pubblica produce all’interno di questo modello. - Possibilità di ridurre il rapporto debito pubblico/PIL. 36 - Il pareggio è quindi la condizione ottimale. IL FINANZIAMENTO DEL DISAVANZO CON LE IMPOSTE Affrontano l'argomento del disavanzo finanziario tramite l’innalzamento delle imposte. - Il modello di Mendo-De Réal (studioso del 1600) - La curva di Laffer (contemporaneo) → Laffer osserva che l'imposizione tributaria genera entrate per lo stato ma oltre una certa soglia crea più svantaggi che vantaggi. Quando la pressione tributaria risulta eccessiva succede che le entrate tributarie dello stato si riducono e possono creare condizioni di declino per lo Stato stesso. L’aumento eccessivo della pressione fiscale può indurre i cittadini ad adottare comportamenti di vario tipo, ma sono comportamenti accomunati da un risultato unico, quello di pagare meno tasse. ↓ Un aumento della pressione fiscale può generare: (livello di gravità crescente) - La rinuncia a produrre reddito → anziché lavorare si investe tempo in attività di svago, dato che il lavoro è molto tassato si decide di lavorare meno, se si lavora meno si ha meno reddito e si pagano meno imposte. - Il trasferimento del contribuente in Stati contraddistinti da una minore pressione tributaria (sottrazione del reddito) → anziché lavorare in uno stato, si lavora e ci trasferisce in un altro stato dove la tassazione è minore, quindi il reddito dello stato si riduce. - Elusione fiscale → consistente nell’aggirare le norme facendo determinate operazione in modo da farle apparire rispettose delle norme. Consiste nel camuffare determinate operazioni che generano reddito così da pagare meno imposte. - Evasione fiscale → consiste nel non dichiarare una parte di reddito. IL FINANZIAMENTO DEL DISAVANZO CON L’AUMENTO DELLA CIRCOLAZIONE MONETARIA Con la monetizzazione del disavanzo, si è in una condizione di deficit il quale non è finanziabile ricorrendo all'indebitamento. L’indebitamento è così alto che lo Stato ha perso progressivamente fiducia. Un’alternativa che si ha è il rimborso del debito attraverso stampa di nuova carta moneta (monetizzazione del debito), ossia l’immissione di nuova moneta nel sistema economico, quindi l’aumento della circolazione monetaria ma questo implica a parità di beni prodotti dalle imprese l'aumento della circolazione monetaria incrementa i prezzi, ossia l’inflazione. L'immissione nel sistema economico di nuova carta moneta in presenza di debiti pubblici importanti ha ricadute anche su questo debito che si dice monetizzato. Monetizzato significa che per finanziare il disavanzo di beniti cronici si è dovuti ricorrere alla stampa di nuova carta moneta generando inflazione e perdita di valore della moneta e quindi si riduce il valore del debito residuo. IL FINANZIAMENTO DEL DISAVANZO CON L'INDEBITAMENTO La tesi di Barro J.R. - Le imposte sono equivalenti all’indebitamento → secondo Barrow finanziare il deficit tramite debito pubblico o tramite imposte è assolutamente equivalente. Uno Stato può decidere di finanziare il proprio disavanzo tramite imposte o debito pubblico con risultati analoghi. - I mercati sono perfetti. 37 - I cittadini dispongono di informazioni perfette e sono perfettamente razionali. - Il tasso di crescita del debito non è superiore al tasso di crescita dell’economia. - Il deficit finanziato con nuovo indebitamento comporterà incrementi futuri di imposta → secondo Barrow il deficit che viene finanziato con nuovo indebitamento comporterà incrementi futuri di imposta. Significa che se lo Stato finanzia il deficit tramite il debito pubblico si ha la consapevolezza che il debito di oggi genererà in futuro maggiori imposte. Il finanziamento della spesa pubblica produce effetti analoghi nel caso di ricorso al debito o alle imposte; perché il debito è una versione attualizzata oggi delle imposte future. E nel rispetto di ciò gli individui prevedono l’aumento delle imposte e riducono, quindi, il loro consumo, aumentando il risparmio. ↓ In realtà: - I mercati non sono perfetti. - Le informazioni non sono complete. - Gli individui hanno una razionalità limitata. - Gli individui scontano il fenomeno dell’illusione finanziaria. Principali svantaggi: - Ingenti oneri finanziari. - Crescita dei tassi di interesse. - Peggioramento della reputazione internazionale (agenzia di rating). - Peggioramento del rapporto debito/PIL - Effetto crowding out. IL LIVELLO DELL'ATTIVITÀ ECONOMICA (LAE) Il LAE è dato dalla domanda prodotta da tutte e tre le aziende. Ciascuna domanda riferibile ad altre aziende miste può essere scomposta: in consumo per beni di consumo (beni alimentari, abbigliamento,...), spesa per beni durevoli (autovetture,..) e investimenti (immobile, tiotli di stato,...). ↓ LAE = Dazf + Dimp + Dazt Dazf = domanda delle aziende familiari Dimp = domanda delle imprese (aziende di produzione) Dazt = domanda delle aziende territoriali ↓ LAE = (C + Cd + I)azf + (C + Cd + I)imp + (C + Cd + I)azt C = spesa per beni di consumo Cd = spesa per beni di consumo durevole I = spesa per investimenti ↓ LAE = Dazf + Dimp + Dazt + E - I Dazf, Dimp, Dazt = domanda interna E = esportazioni (vendite di prodotti nazionali all’estero, ha effetti positivi sull’attività economica dello Stato) I = importazioni (si compra dall’estero e ha effetti negativi sull'attività economica dello Stato) ↓ E > I → avanzo della bilancia commerciale → eccedenza esportazioni sulle importazioni, ha effetti positivi perché: - Aumento dell’attività economica. - Sviluppo del sistema economico nazionale. - Apprezzamento della moneta.
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