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ECONOMIA DEI SERVIZI FINANZIARI, Appunti di Economia Dei Servizi

Esame di economia dei servizi finanziari

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 04/03/2020

stefano_gaggioli
stefano_gaggioli 🇮🇹

4.3

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Scarica ECONOMIA DEI SERVIZI FINANZIARI e più Appunti in PDF di Economia Dei Servizi solo su Docsity! ECONOMIA DEI SERVIZI FINANZIARI 1-IL SISTEMA FINANZIARIO Insieme complesso e sistematico di rapporti diretti di credito tra intermediari , mercati, strumenti e norme/regole. Nasce per permettere lo svolgimento della funzione di intermediazione finanziaria . A sua volta l’intermediazione finanziaria nasce per soddisfare le esigenze finanziarie di pagamento e di investimento . Il sistema finanziario può essere iniziato sotto due dimensioni funzionale e strutturale. Funzionale il sistema finanziario è un’infrastruttura dedicata al soddisfacimento di bisogni finanziari degli operatori non finanziari. Ha il compito di rendere possibile la negoziazione dell’operatore finanziario, circolazione degli strumenti finanziari. Funzioni fondamentali: -monetaria; -trasmissioni di politica monetaria economica; -creditizie e intermediazione. FUNZIONE MONETARIA La funzione monetaria consiste nella produzione e circolazione della moneta sia come moneta legale sia come moneta bancaria, accettati dal mercato come se fossero moneta legale. Concretizza nei rapporti che legano ciascuna banca alla sua clientela alla quale fornisce strumenti per effettuare pagamenti. FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA I processi monetari finanziari sono tra loro strettamente correlati, in quanto entrambi trovano fondamento in uno scambio finanziario. Tale sistema mette in collegamento l’economia monetaria con quella reale. Questo processo è governato dalla banca centrale che facendo leva sulla moneta creata in proprio agisce sull’offerta. FUNZIONE CREDITIZIA O DI INTERMEDIAZIONE Consiste nel collegamento tra risparmio e investimento. Essa riguarda il trasferimento e l’allocazione delle risorse tra gli agenti economici che prevedono l’esecuzione di prestazioni monetarie contrapposte e distanziate nel tempo. Funzione consiste in operazioni di prestito attraverso le quali sistema finanziario consente: distribuzione risorse, distribuzione dei rischi mediante il collegamento Inter orale, redistribuzione dei diritti proprietari. Il mercato si articola in più luoghi di scambio differenziati per tipologia contrattuale. Nei mercati a negoziazione diretta le transazioni sono concentrate su un confronto diretto tra le controparti, di natura bilaterale personalizzata. I mercati aperti negoziazione aperta sono realizzate in via impersonale secondo regole codificate mediante l’adesione di scambio a condizioni contrattuali prefissate. L’attività di strumenti finanziari sono un mezzo tecnico giuridico attraverso il quale avviene il passaggio di risorse dall’unità in avanzo a quelli in disavanzo. Sulla natura del legame si distinguono vari canali di transito delle risorse. 1-Canale diretto: quando l’attività e gli strumenti finanziari emessi dalle unità elementari in disavanzo sono oggetto di acquisto da parte dei soggetti in avanzo finanziario. Le passività dei prenditori finali figurano contemporaneamente nell’attivo patrimoniale dei prestatori finali. 2-Canale indiretto: quando un intermediario finanziario si interpone con il proprio stato patrimoniale tra soggetti in surplus finanziario e i prenditori di fondo. L’intermediario pone in essere due separate operazioni finanziarie realizzando uno sdoppiamento del collegamento tra gli operatori finali. L’intervento dell’intermediari serve a conciliare le esigenze di finanziamento e di investimento degli operatori finali. L’organizzazione degli scambi finanziari realizzata dal sistema finanziario garantisce il finanziamento di investimento di valore superiore all’autofinanziamento, assicurando la continuità dei processi di finanziamento e accumulazione del capitale redistribuendo le risorse attraverso una valutazione e selezione degli investimenti reali programmati dalle imprese. L’azione combinata di intermediari assicura la successiva mobilità e liquidabilità di impieghi finanziari. Nella sua dimensione strutturale il sistema finanziario, costituito dall’insieme dei contratti finanziari dei mercati, in cui essi sono negoziati degli operatori e delle regole che possiedono al suo funzionamento. Ha il compito di creare e trasferire i mezzi di pagamento e di strumenti finanziari. CONTRATTI FINANZIARI Le operazioni finanziarie si concretizzano in un rapporto contrattuale dove entrambe le prestazioni delle parti in causa sono espresse in moneta e differenziate nel tempo. La natura monetaria ed il fattore tempo costituiscono i principali elementi qualificanti di un’operazione finanziaria. Le attività finanziarie e specularmente le passività finanziare presentano la priorità figurare in bilancio di due operatori. Un’attività finanziaria e al tempo stesso è una componente dell’attività di un operatore ed un elemento di del passivo di un altro. Le attività reali invece si differenziano dalle finanziare per il fatto di comparire nel bilancio di un solo operatore, in quanto espressione di un rapporto di proprietà. Le attività reali sono rappresentate tipicamente da beni intangibili. Le caratteristiche delle attività finanziarie sono: natura monetaria, tempo, interesse, informazione, natura del contratto sottostante, rischio. Il bilanciamento la delimitazione dell’influenza dei fattori di incertezza sul contratto finanziario trovano espressioni diverse combinazioni di elementi negoziali, classificabili secondo categorie omogenee. Le attività finanziarie possono essere ricondotte a quattro categorie principali contratti finanziari: indebitamento, partecipazione, assicurazione, derivati diritti e obblighi relativi alle altre attività. CONTRATTO DI INDEBITAMENTO Un’ operazione creditizia consiste nell’esecuzione da parte di un primo contraente di una prestazione monetaria attuale sulla base di un contestuale impegno della controparte a restituire i capitali nel futuro aumentato dell’interesse quale compenso riconosciuto al creditore. Il compenso è fissato in via indipendente dei risultati economici conseguiti dal debitore al momento dell’operazione. Operazione creditizia sotto intende la presenza di un rapporto di natura fiduciaria tre soggetti di scambio prima di avviare un tale scambio è necessario valutare le capacità di rimborso. CONTRATTI DI PARTECIPAZIONE Sono rappresentativi di diritti relativi al conferimento di quote di capitale d’impresa . Tali contratti configurano un rapporto finanziario tra due diversi soggetti giuridici: impresa emittente ed il conferente una l’una tenuta ad adempiere ad obblighi e all’esecuzione di determinate prestazioni e l’altro titolare di diritti patrimoniali e amministrativi. Rientrano tra questi azioni, quote di società a responsabilità limitata e società in nome collettivo. CONTRATTI DI ASSICURAZIONE Prevedono che il pagamento di un premio all’assicuratore assume un onere finanziario al verificarsi di un dato evento futuro e incerto. CONTRATTI DERIVATI Si tratta di obblighi contrattuali che possono o no tradursi in prestazioni effettive e in impegni condizionati, oppure dipendenti da eventi causali o accidentali. I contratti derivati vengono stipulati a scopo di copertura o a scopo speculativo gli strumenti derivati sono quindi titoli che consentono agli operatori di affrontare, sotto l’aspetto tecnico, i problemi di gestione del rischio speculativo e della ottimizzazione di un portafoglio di investimenti finanziari. DISSOCIAZIONE TRA RISPARMIO E INVESTIMENTO La separazione o dissociazione tra risparmio e di investimento trova evidenza nell’esistenza dei saldi finanziari di segno opposto e richiede l’esistenza di contratti finanziari che possono funzionare da veicoli per il trasferimento delle risorse dei settori in avanzo famiglie e quelle in disavanzo impresa amministrazione pubblica. Si stabilisce che il saldo delle imprese finanziarie sia nullo. Il settore estero può assumere saldi positivi e negativi che in genere si alterano nel corso del tempo. CONTI FINANZIARI I conti finanziari rilevano per ogni settore istituzionale le transazioni che determinano un flusso ed erogazione di fondi. Ciò si traduce nella contabilizzazione della variazioni delle operazioni finanziarie che riflettono, sia il finanziamento dei settori in avanzo sia gli scambi conclusi dagli operatori finali con gli intermediari finanziari che ne sono parte. Le attività e le passività finanziarie, considerate sia come variazioni del periodo che come consistenza iniziali finali sono rilevate separatamente per tipologia e per categorie di attività finanziaria. Si ha quindi una rappresentazione sufficientemente completa ed analitica della struttura finanziaria dell’economia. I conti finanziari nazionali consentono di classificare gli intermediari distinguendo: settore delle banche, settore delle istituzioni finanziarie, imprese di assicurazione. I conti finanziari offrono informazioni sulla situazione finanziaria dei singoli settori e mediante la definizione di alcuni indicatori elementari, finalizzati a catturare il peso svolto dei mercati e degli intermediari nell’ambito della funzione di raccolta e di allocazione delle risorse finanziarie tra i vari settori istituzionali. Indicatori: FIR, ANIR, FIN, RAPPORTO DI INTERMEDIAZIONE BANCARIA, FMR. CANALI DI FINANZIAMENTO Il sistema finanziario è chiamato a rendere possibile il riaggiustamento dello squilibrio tra fonti impieghi di risorse e a consentire la realizzazione di una spesa superiore proventi correnti. L’intervento del sistema finanziario può realizzarsi secondo modalità diverse avvalendosi di canali di finanziamento, istituzioni finanziarie e di tecniche operative differenziate per meglio rispondere alle esigenze di prenditore e prestatori di fondi. Le modalità di collegamento sono riconducibili a due tipologie principali: una diretta e l’altra in diretta. Il collegamento risparmio investimento è definito diretto quando lo scambio finanziario connette direttamente i prenditori e prestatori finali di fondi per cui le passività emesse dai settori in deficit sono attività finanziarie nello stato patrimoniale dei settori in surplus. Collegamento risparmio investimento è definito indiretto quando tra gli operatori finali si interpone il bilancio di intermediario finanziario. Nell’ambito del canale di finanziamento diretto, il trasferimento delle risorse tra i richiedenti e gli offerenti finali di fondi può realizzarsi attraverso l’intervento di intermediari finanziari, in grado di assicurare le condizioni per la conclusione delle opportune operazioni finanziarie. Per questi motivi è di gran lunga più frequente la modalità di collegamento concentrato sulla presenza attiva di un intermediario finanziario nella veste di soggetto che si adopera per agevolare e rendere possibile il trasferimento delle risorse. Nel canale diretto autonomo c’è un legame diretto tra i conti patrimoniali degli operatori finali. CANALE DI FINANZIAMENTO DIRETTO Il trasferimento di risorse si realizza mediante l’emissione di passività finanziarie da parte dell’unità di disavanzo e il classamento delle stesse presso le unità in avanzo. Gli strumenti finanziari emessi dalle unità in deficit sono definiti strumenti finanziari primari o diretti, rappresentati tipicamente da titoli azionari e obbligazionari. Il collegamento tra i prenditori e prestatori è definito diretto perché eventuali adempimenti da parte di prenditori finali di fondi si riflettono in via immediata sul patrimonio dei prestatori finali configurando a loro carico costi opportunità e/o perdite patrimoniali. Gli intermediari mobiliari offrono una pluralità di servizi specifici diretti a facilitare l’accesso degli operatori finali ai mercati sia la conclusione degli scambi. La presenza di tali servizi può esprimersi attraverso attività di consulenza e di assistenza agli emittenti in vari ambiti. Questa attività di consulenza, per la sua natura è tipica in tutti i mercati esperti sia primari che secondari. CANALE DI FINANZIAMENTO INDIRETTO Il trasferimento delle risorse tra le unità in avanzo e di unità in disavanzo può realizzarsi anche in via indiretta, ovvero con l’interposizione del bilancio di un intermediario finanziario. Quest’operatore specializzato e si assume il compito di rendere compatibile le diverse e contrapposte esigenze e preferenze delle unità economiche. Il trasferimento delle risorse e dai prestatori e ai prenditori finali è specializzato in due operazioni distinte di segno opposto accentrate presso un’unica controparte e da questa coordinate. L’intervento consiste nella prestazione di servizi finanziari e creditizi di investimento. FUNZIONE CREDITIZIA (Corigliano) Le principali funzioni del sistema finanziario sono: funzione di allocazione delle risorse intermediazione o creditizia, monetaria, aiuta a realizzare la politica monetaria. La funzione creditizia consente di mettere in collegamento le unità in surplus e in deficit creando valore. Le banche sono in vantaggio in quanto riescono a superare le asimmetrie informative e riescono a svolgere la funzione dell’intermediario in modo efficiente. La funzione creditizia definita come concessione di prestiti merita un trattamento speciale perché: -è la principale fonte di finanziamento nel nostro paese nelle piccole medie imprese -i prezzi sono il tramite più efficace per l’avvio delle relazioni di clientela, -caratterizzano gli intermediari bancari e ne giustificano l’esistenza. L’operazione di prestito è caratterizzata da due aspetti: 1- una prestazione immediata a fronte di una controprestazione futura. C’è un gap temporale tra il momento di erogazione e quello del rimborso del capitale e del pagamento degli interessi. 2-L’utilizzo del prestito da parte dell’impresa per il finanziamento delle gestioni correnti o della gestione investimenti. Il problema fondamentale della funzione creditizia è duplice: saper valutare la capacità di rimborso del singolo debitore e realizzare la migliore combinazione possibile di operazioni. Nel primo caso si deve fare una valutazione del rischio della singola operazione, nel secondo la costruzione del portafoglio prestiti nel suo complesso. Bisogna quindi diversificare l’attivo ovvero quanto prestare e quindi la dimensione del prestito. Successivamente si andrà a fare politica di prezzo ovvero diversificare ripartire frazionare i fidi, perché se punti tutto sul rischio rischieresti di perdere tutto. La valutazione del rischio viene gestita dalla banca attraverso l’utilizzo delle informazioni che vengono accaparrata attraverso la funzione di: screening, consiste nel valutare tra tutti i possibili richiedenti quelli più meritevoli attraverso una specifica operazione prende il nome di istruttoria di fido. Monitoring, consiste nell’azione di sorveglianza che accompagna il prestito stesso durante la sua vita. L’attività di prestito espone le banche a rischi che discendono dall’esistenza di asimmetrie di varia natura: di tipo economico o di tipo finanziario. Cinque fasi di assunzione e gestione del rischio. 1-Risk rating, coincide con l’istruttoria di fido. Vengono raccolte e valutate le informazioni qualitative e quantitative reperite presso archivi interni o esterni. La definizione del tasso avviene tenendo conto del costo del rischio sopportato e della redditività attesa sul capitale di rischio assorbito dal prestito e dai costi finanziari operativi connessi all’operazione. 2-Risk costing, è il rischio di ottenere una perdita. Infatti si cerca di stimare la possibile perdita associata a quel cliente. È possibile calcolare un rischio atteso ma non è possibile calcolare il rischio in atteso ovvero un evento catastrofico. 3- Risk pricing, il tasso praticato deve considerare anche il costo della provvista necessaria per l’erogazione del prestito, ciò che la banca paga per ottenere quei fondi. Il prezzo viene quindi espresso dal tasso di interesse. Clienti diversi prezzi diversi, momenti diversi prezzi diversi. 4-Risk monitoring, questa fase ha come obiettivo quello di monitorare per ogni operazione di rischio un’eventuale peggioramento della qualità di credito. Tale monitoraggio riguarda due profili. Uno le modalità di utilizzo dei crediti concessi, due il verificarsi di ritardi nei pagamenti degli interessi e/o del capitale. 5- Frazionamento del credito, il rischio di credito viene gestito a livello di portafoglio attraverso la diversificazione settoriale e geografica delle operazioni attraverso le tecniche di ripartizione e frazionamento dei rischi. FASE DI PRE-ISTRUTTORIA Le banche concedono i prestiti solo su richiesta scritta eseguita tramite moduli specifici. Tale domanda deve contenere l’importo del fido, la durata, eventuali garanzie disponibile, ultimo bilancio di esercizio e una situazione contabile aggiornata per le società di capitali. Le notizie informative fornite vengono successivamente confrontate con quelle della centrale rischi nella centrale dei bilanci e negli archivi aziendali. ISTRUTTORIA DI FIDO L’istruttoria di fido presenta due dimensioni fondamentali: 1-la valutazione della capacità di credito della richiedente; 2- la verifica delle compatibilità della richiesta di affidamento presentata con gli obiettivi della banca in termini di dimensione e composizione del portafoglio prestiti. I CRITERI DI VALUTAZIONE DEI FIDI Per determinare l’esposizione a rischio di credito di ciascun operazione e dunque per implementare la valutazione dei fidi la banca deve prima acquisire successivamente analizzare le informazioni contabili e extra contabil i. Tale attività è chiamata istruttoria di fido ed è composta da quattro fasi: 1- Accertamento dei dati della pre-istruttoria; 2-Analisi qualitativa; 3-Analisi quantitativa; 4--Relazione di fido. La prima fase coincide con la fase di pre -istruttoria e riguardo il raccoglimento e la verifica di tutte le informazioni necessarie per la concessione del fido. Della seconda fase la banca conduce l’analisi qualitativa riguardante da un lato la struttura e l’andamento del settore in cui opera l’impresa e dall’altro le caratteristiche generali le politiche di gestione dell’impresa. La terza fase consiste nell’effettuare un’analisi di tipo quantitativo sui bilanci opportunamente riclassificati in modo da ottenere una serie di indicatori sintetici. L’analisi può essere tipo consuntivo di tipo previsionale . Analisi per indici -Indicatori della situazione finanziaria: quoziente di liquidità, indice di auto copertura del capitale. -Indicatori di struttura finanziaria e patrimoniale: quozienti di composizione degli investimenti, quozienti di composizioni finanziamenti, consente di sanità patrimoniale. -Invece di redditività, redditività del capitale investito, tasso di incidenza degli oneri e proventi extra gestione, tasso di incidenza degli oneri finanziari, redditività del capitale netto. -Indicatori di rischiosità finanziaria, rischio di interesse e rischio di cambio. L’analisi di tipo previsionale invece permette di costruire uno Stato patrimoniale e conto economico a uno o più date future così da poter stimare l’eccedenza di liquidità o di indebitamento bancario. È inoltre possibile effettuare previsioni di breve periodo e Passività non onerose di interessi; non generano costi fondo per TFR fondo rischi e oneri, altre passività che non generano costi finanziari espliciti. Patrimonio/mezzi propri: voci in cui poggia la solidità della banca. Voci di patrimonio utile/perdita. Patrimonio contabile: ciò che si ricava dallo stato patrimoniale pubblicato dalla banca primo elemento per vedere se la banca è patrimonializzata o meno. CONTO ECONOMICO Il conto economico della banca accoglie i ricavi e i costi derivanti dalla gestione, i profitti o le perdite nette registrate dalla banca nel corso di un determinato periodo di tempo di durata annuale denominato esercizio . Il conto economico espresso in forma scalare con esposizione dei risultati intermedi. L’obiettivo è quello di calcolare la redditività e la performance della banca attraverso i margini . Il primo margine di interesse rispecchia l’attività tipica della banca, in quanto essa raccoglie presso i risparmiatori presta gli investitori. Il secondo margine sono le commissioni nette, ovvero la differenza tra le commissioni attive e passive e troviamo lì sia le commissioni della gestione tipica sia le classiche. CONTO ECONOMICO SEMPLIFICATO Margine di interesse (MI) = interessi attivi-interessi passivi Margine di intermediazione (MINT)= MI+ ricavi da servizi Risultato netto gestione finanziaria (RNGF) = MINT- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento Risultato lordo di gestione (RLG)= RNGF – costi operativi Utile (perdita) di esercizio (UN)=RLG- imposte (-utile/perdita dei gruppi di attività in via di dismissione) ANALISI DI BILANCIO MEDIANTE IL ROE (misura di rendimento del capitale aziendale) L’analisi dei rendiconti finanziari allo scopo di studiare le caratteristiche dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale delle banche. Analisi di determinati rapporti consente ai manager della banche e agli analisti esterni di valutare le performance attuali della banca, le sue variazioni nel corso del tempo e solennemente rispetta le banche concorrenti. Prima di svolgere analisi per indici bisogna riclassificare il bilancio. I risultati intermedi di maggior interesse sono: 1-Margine di interesse; 2-Margine di intermediazione; 3- Risultato netto della gestione finanziaria; 4-Utile o perdita della operatività corrente al lordo delle imposte; 5-Utile o perdita della operatività corrente al netto delle imposte; 6- Utile o perdita dell’esercizio. L’analisi del bilancio di esercizio basata sul ROE fornisce un metodo comodo e sistemico per identificare i punti di forza e di debolezza della redditività di una banca che a sua volta spinge i manager dell’attività nella ricerca di strumenti per migliorare la redditività. INDICATORI -ROE (Return on Equity) = Utile netto/Capitale netto totale Misura la redditività complessiva dell’istituzione finanziaria per euro di capitale netto -ROA (Return on Asset) = misura i profitti generati rispetto alle attività dell’istituzione finanziaria -EM (Equity Multiplier) = Misura la quota di attività dell’istituzione finanziaria finanziate tramite capitale netto piuttosto che debito (moltiplicatore: totale attivo/ capitale netto, tanto più è basso tanto meglio è, quante attività sono generate con il capitale netto). -PM (Profit Margin): misura la capacità di sostenere i costi e di generare utile netto a partire dai ricavi da interessi e non da interessi (indicatore di misurazione dell’efficienza, in quanto mette a rapporto l’utile netto con i ricavi operativi, tanto maggiore è il PM tanto più è efficiente la banca). -AU = misura (Asset Utilization): misura l’ammontare di ricavi da interessi e non da interessi generato per euro di attività 5-GLI INTERMEDIARI FINANZIARI CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERMEDIARI Il mercato dei capitali caratterizzato dalla presenza di intermediari finanziari la cui vita tipica è costituita dalla creazione, detenzione dalla negoziazione sistematica di strumenti finanziari nonché della prestazione di servizi a supporto della conclusione di operazioni finanziarie. Triplice caratteristica: 1- Le componenti essenziali del loro bilancio sono le attività e le passività finanziarie; 2- I costi e i ricavi di tali intermediari originano nella produzione dello scambio di attività finanziarie, sono quindi rappresentati da interessi e commissioni; 3- La loro attività è soggetta una serie di rischi tipici dell’attività finanziarie. Gli intermediari vengono solitamente suddivisi tra intermediari del canale diretto e intermediari del canale indiretto . I primi offrono un’ampia gamma di servizi a supporto delle scelte di investimento/disinvestimento del proprio portafoglio e dell’emissione, del collocamento e della negoziazione di strumenti primari. La prestazione questi servizi non rende necessaria la creazione di rapporti finanziari diretti nei confronti di tutte e due le categorie di operatori finali. Intermediari della seconda categoria invece si caratterizzano per gli interventi volti a conciliare le esigenze degli operatori finali attraverso l’offerta. LE RAGIONI DELL’ESISTENZA DEGLI INTERMEDIARI Essendo operatori specializzati sono in grado di conseguire vantaggi in termini di: misurare i costi di transazione, migliorare la gestione dell’incertezza, riduzione delle asimmetrie informative uguali alle informazioni tra chi riceve e chi prende. COSTI DI TRANSAZIONE È necessario dimostrare che i contratti di depositi bancari che rappresentano lo strumento mediante il quale le banche raccolgono risparmio siano superare la contrattazione privata. Tale superiorità deriva dai; Costi di transazione ovvero dei costi collegati alla divisibilità finita degli strumenti finanziari riguardanti la difficoltà di poter conciliare le esigenze delle controparti esprimono diverse preferenze in ordine alle quantità di risorse scambiate attraverso gli strumenti finanziari. Costi di ricerca della controparte che risultano particolarmente elevati quando il richiedente di fondi è poco conosciuto la richiesta fondi presenta caratteri di eccezionalità. Costi contrattuali attraverso la definizione di specifiche clausole contrattuali le controparti cercano di tutelarsi rispetto a comportamenti che possono compromettere la conclusione dello scambio di risorse nel tempo. Costi informativi di valutazione dell’attività finanziaria all’inizio del contratto e costi per il monitoraggio post istruttoria . Tutti questi vengono meglio gestiti dalla banca rispetto che dal singolo. TEORIA DELL’INCERTEZZA L’incertezza è l’elemento che caratterizza le operazioni finanziarie in quanto limitata è la conoscenza di quelli che possono essere i risultati dello scambio di risorse finanziarie nel tempo. Uno scambio diretto tra le parti richiederebbe una coincidenza - spesso non raggiungibile – sulla natura e sulle caratteristiche economiche, tecniche e giuridiche dello strumento finanziario e sulle relative condizioni di aleatorietà. I differenti livelli di rischiosità tra UD e US determinano la necessità di intermediari per le operazioni di: Valutazione dei rischi, Gestione dei rischi, Immunizzazione (es. contratti derivati), Attenuazione (es. diversificazione), Trasferimento (es. assicurazione). Se non esistessero gli intermediari i mercati dovrebbero produrre degli strumenti finanziari che consentono di conciliare esattamente le caratteristiche di rischio di chi offre risparmio e di chi lo domanda. Le esigenze contrapposte spesso sono difficili da conciliare: Superiorità degli intermediari è rappresentata dalla capacità di diversificare e frazionare il rischio che i singoli investitori non riescono a fare. L’intermediario trasforma il rischio. Ricompone le preferenze contrapposte degli operatori. L’intermediario trasforma i rischi grazie alle economie di scala e: alla diversificazione e frazionamento del rischio di default dei debitori - rischio credito. Fronteggia lo sfasamento tra entrate e uscite - rischio liquidità. Stabilizza la redditività - rischio di interesse. La trasformazione delle scadenze è alla base: sia del divario tra tassi attivi e passivi, profitto: le US proprio per ridurre l’aleatorietà delle proprie attività e degli strumenti diretti emessi dalle UD sono disposti a pagare un prezzo in termini di minore remunerazione; analogamente le UD sono disposte a pagare un costo più elevato pur di ottenere crediti in linea con le loro esigenze. Sia dell’incertezza temporale dei movimenti in entrata e in uscita quale determinante della liquidità. Allungando la scadenza del passivo si riduce il rischio di liquidità. Divario anche rispetto ai tassi fissi e variabili applicati alle diverse poste attive e passive ALM asset liability management; rischio di interesse. Per la trasformazione del rischio l’intermediario si fa pagare in quanto offre ai depositanti degli strumenti con crediti in linea con le loro esigenze di finanziamento. Direttamente sul mercato e offrono alle imprese dei un rischio inferiore a quello che otterrebbero andando Margine di interesse (remunera rischio di liquidità; di interesse; di credito). Margine di intermediazione. I margini rappresentano la remunerazione per l’attività intermediazione e il compenso per il rischio assunto nonché l’onere sostenuto dalla collettività per consentire il trasferimento dei fondi dalle US alle UD. La capacità di trasformazione dei rischi non è una esclusiva delle banche. Assicurazioni  hanno un bilancio. Riserve tecniche sono la passività nei confronti degli assicurati vs attività finanziarie e reali. Investitori delegati: fondi comuni, fondi pensione, SICAV, ecc il rischio è in capo al risparmiatore. Restituiscono il valore di mercato del portafoglio. 6- LA FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA La politica monetaria insieme di azioni intraprese dalla Banca centrale o più in generale dalle autorità monetarie volte a modificare il credito e la finanza. La derivazione del termine sta ad indicare la capacità del sistema bancario e del sistema finanziario di trasformare gli impulsi di politica economica in comportamenti degli intermediari finanziari diversi tali da implicare a loro volta comportamenti diversi da parte di operatori finali. Le banche in tutto ciò hanno un ruolo centrale che sta nel meccanismo di trasmissione degli impulsi di natura monetaria all’economia reale. BANCA CENTRALE La banca centrale è un’istituzione a cui spetta la funzione di controllo e regolamento relativo alla creazione di moneta e di realizzazione della politica monetaria oltre alla vigilanza e controllo degli operatori con cui interagisce. Le principali funzioni sono: politica monetaria unica, come strumento per creare una domanda di riserva stabile al fine di stabilizzare i tassi di interesse di mercato monetario per creare il fabbisogno di liquidità del mercato per contribuire al controllo dell’espansione monetaria via moltiplicatore della moneta. OPERAZIONI NON CONVENZIONALI In risposta alla crisi finanziaria l’euro sistema ha attuato una serie di misure non convenzionali di politica monetaria conducendo contemporaneamente una politica monetaria secondo l’assetto operativo convenzionale. Le banche hanno dovuto chiedere liquidità alla Banca centrale europea pagando il tasso massimo ma anche maggiore fisicamente a una seconda fase che prende il nome di debito sovrano. Gli interventi di politica monetaria della BCE volti a fronteggiare la crisi hanno interessato diversi strumenti e ambiti operativi: -Tassi di interesse: i tassi ufficiali sono stati ridotti a più riprese sino a livelli prossimi allo zero fino a diventare negativi . -Attività stanziabili: le attività che le banche mettono una garanzia per avere liquidità è stata progressivamente ampliata e di conseguenza la BCE ha accettato attività di qualità meno elevata. -Operazioni di rifinanziamento aggiuntive a più lungo termine, le operazioni a lungo termine tra giugno 2016 e Marzo 2017 con frequenza trimestrale sono state operazioni a 4 anni con tassi di interesse estremamente bassi. Procedure per l’erogazione di liquidità di emergenza si sostituiscono alle operazioni di rifinanziamento tipiche dell’azione di politica monetaria, per erogare liquidità, di emergenza a banche solvibili ma in temporanea crisi di liquidità. MOLTIPLICATORE DELLA MONETA Un meccanismo per arrivare agli obiettivi centrali è il moltiplicatore della moneta, ci sono due approcci per derivarlo: quello statico e quello dinamico. Il moltiplicatore a un effetto di espansione della base monetaria. Mette in relazione la base monetaria con lo stock di moneta in circolazione. La base monetaria controllata dalla banca centrale in quanto è costituita dalla somma del circolante più le riserve obbligatorie e libere detenute dalle banche, presso la banca centrale. Il moltiplicatore è costituito da un rapporto: cr+1/cr+rr. Circolante= parte delle risorse monetarie delle famiglie che tengono moneta legale, cioè liquidità circolante. Depositi= moneta depositata in banca. Cr= dipende dalle preferenze delle famiglie. Rr= il tasso di riserva il rapporto tra le riserve obbligatorie detenuti dalle banche commerciali sui depositi. Esiste poi una terza variabile che si comporti in modo simile ad rr ma che non è obbligatoria. rl= Tasso di riserva libera. Le altre due variabili che entrano in circolazione sono la base monetaria e stock di moneta, ovvero l’offerta di moneta. BASE MONETARIA Strumento controllabile dalla Banca centrale europea perché fa parte del suo bilancio e costituisce il passivo del bilancio. Le altre passività sono i debiti nei confronti delle banche commerciali e sono una riserva obbligatoria quella libera. La somma delle passività della Banca centrale europea rappresentate dalla base monetaria. A fronte del passivo nel bilancio deve esserci un attivo che nel passato era presentato dall’oro. Operazioni di rifinanziamento (ovvero titoli di Stato): crediti nei confronti del tesoro dei vari paesi verso i quali la banca centrale ha acquistato titoli; Deposito (crediti verso banche commerciali); Oro e valuta sono dei crediti verso l’estero. Circolante= moneta legale, quanta moneta è detenuta in portafoglio; è un debito nei confronti dei cittadini che detengono moneta per i cittadini le banconote sono un credito presso la banca centrale. Riserve obbligatorie: debiti nei confronti delle banche commerciali. Stock di moneta in circolazione: può essere definito in due forme una più restrittive e una più allargata. 7- MONETA E SISTEMI DI PAGAMENTO LA MONETA: FUNZIONI E CARATTERISTICHE La moneta è tutto ciò che viene accettato come mezzo di pagamento per l’acquisto di beni e servizi per l’estinzione di debiti. La moneta può essere definita anche in base alle funzioni che svolge all’interno del sistema economico, principalmente sono tre: intermediari degli scambi e mezzo di scambio, unità di conto e misure di valore, strumento di riserva infondo di valore. La moneta come mezzo di scambio. L’esistenza di un mezzo di scambio consente di superare i limiti impliciti del baratto, derivanti dalla necessità della doppia coincidenza dei bisogni e di beni sia dei costi di ricerca delle controparti. Generi monetari utilizzabili: -Moneta merce è rappresentato da un bene con uno specifico valore intrinseco legato alle sue caratteristiche fisiche e funzionali. -Moneta segno rappresentata da mezzi di scambio con valore intrinseco nullo o comunque inferiore rispetto ai beni contro cui è scambiata. Accettata in pagamento sulla base di - Moneta legale un atto dello Stato che sancisce il potere liberatorio pagamenti effettuati con il trasferimento di quella specifica moneta. - Moneta fiduciaria o bancaria è una convenzione tra le parti che si accordano per attribuire un determinato valore al bene che funge dal genere monetario. È un debito della banca che si impegna convertirlo in moneta legale su richiesta del cliente depositante. La moneta bancaria circola su basi sociali la fiducia del creditore riguarda sia la validità del diritto di credito nei confronti della banca, dichiarato da colui che paga sei una capacità della banca di onorare i propri impegni trasformando in moneta legale. -Moneta come unità di conto e misure di valore. La moneta è l’unità di misura con cui sono espressi rapporti di scambio. La moneta è il comune denominatore del valore di scambio di beni e servizi. Il valore di tutti i beni e pertanto determinato in base alle unità di moneta necessaria per l’acquisto dei beni stessi. Il valore dell’unità monetaria è per definizione uguale all’unità. Essa è infatti la misura di valore a cui si rapporta il valore di tutti beni. È tuttavia opportuno distinguere il valore nominale da quello reale. La capacità di acquisto di beni/servizi può tuttavia variare per effetto del cambiamento dei prezzi. Per assicurare la moneta di conto pieno e illimitato potere liberatorio è necessario che l’emittente sia in grado di preservare nel tempo le funzioni ed il valore in termini di potere di acquisto. -Moneta come strumento di riserva fondo di valore. In quanto mezzo di scambio la moneta è un veicolo per trasportare la ricchezza nel tempo, una dimora temporanea di potere d’acquisto. La moneta è accettata in pagamento perché può essere ritenuta è conservata fino al luogo e al momento in cui il possessore decide di trasformarli in beni o servizi. La moneta può essere tenuta o conservata per la sua capacità di mantenere il proprio valore nel tempo come un bene a tenere quale parte della propria ricchezza. MONETA E ATTIVITÀ BANCARIA Nelle economie moderne la moneta merce è stata sostituita nell’uso pratico dalla cosiddetta moneta segno, nella forma principale di moneta attività finanziaria quindi depositi bancari e banconote. L’adozione e la diffusione della moneta finanziaria non è contemporanea l’uso della moneta merce ma c’è stato tutto un evoluzione dietro. LA PRODUZIONE E LA CIRCOLAZIONE DELLA MONETA La funzione monetaria del sistema finanziario consiste nella produzione di moneta e nell’erogazione di servizi di pagamento. Questa attività identifica una vera e propria industria di servizi, denominata sistema di pagamenti. Il sistema di pagamenti è l’insieme delle norme degli intermediari e degli strumenti che permette il passaggio della moneta da un operatore economico all’altro, al fine di consentire lo scambio dei beni e servizi. Il sistema di pagamenti è composto da: 1-Soggetti che mettono la moneta; 2-Mezzi di scambio e strumenti di pagamento sia cartaceo che elettronici; 3-Operatori che gestiscono reti e procedure tecniche; 4-Norme che regolano la parte coinvolte. Il sistema dei pagamenti può essere osservato sotto tre punti di vista quantitativo qualitativo il tecnico operativo. Dal punto di vista quantitativo sistema finanziario è impegnato a fornire un volume di mezzi di pagamento adeguato le esigenze degli scambi. Le passività della Banca centrale è la componente monetaria su cui poggia l’attività di raccolta e l’impiego delle banche. Quest’ultime concedono i benefici del credito la possibilità di utilizzare nei pagamenti la moneta bancaria. Aspetto qualitativo riguarda la tipologia dei mezzi di scambio gli strumenti di pagamento. Una passività può svolgere la funzione di mezzo di pagamento se esiste una generale incondizionata accettazione da parte della collettività. Il requisito di accettabilità generalizzata elimina i costi di informazione che gli scambisti dovrebbero altrimenti sostenere per accertare la qualità del mezzo di scambio. Il profilo tecnico operativo riguarda l’insieme delle norme dei processi relativi all’emissione di mezzi di pagamento e dall’altro i meccanismi le procedure che presiedono alla circolazione della moneta attiva spendibilità. Il sistema di pagamento è caratterizzato dei seguenti elementi costitutivi: -Mezzi di scambio; -Strumenti procedure infrastrutture per la circolazione della moneta; -Accordi di cooperazione tra gli operatori del mercato; -Quadro normativo che presiede alla circolazione della moneta; -Il ruolo delle autorità. LA MONETA, GLI STRUMENTI ED I SERVIZI DI PAGAMENTO L’emissione o la creazione della moneta è il risultato di un’operazione di credito . La base monetaria viene immessa nel sistema economico dalla banca centrale in contropartita di una concessione di credito , cioè mediante la trasformazione di un generico diritto di credito o scadenza in potere d’acquisto immediatamente disponibile. L’utilizzo delle banconote e delle monete metalliche nei pagamenti si concretizza nella loro consegna fisica contro il bene o il servizio acquistato. I depositi in conto corrente sono la tipica forma di raccolta di risparmio da parte delle banche, sono il genere monetario in cui si identifica rispettivamente la moneta bancaria moneta postale. La moneta bancaria è una moneta privata assistita da una garanzia istituzionale il cui utilizzo è reso disponibile attraverso la prestazione di servizi di pagamento da parte di soggetti produttori. A questi generi monetari si è aggiunta la moneta elettronica che è un valore monetario memorizzato su un dispositivo elettronico rappresentativo di un credito e messo previo versamento di una somma di denaro. La moneta elettronica è il debito digitalizzato di un soggetto abilitato alla sua emissione ed alla prestazione di servizi di pagamento attraverso gli strumenti di pagamento dotati di dispositivo elettronico che consente di fruire dei servizi di pagamento incorporato. Gli di strumenti di pagamento sono documenti temporanei sostitutivi della moneta, che consentono di differire il momento effettivo del regolamento rispetto a quello della conclusione della transazione. Gli strumenti (1-I a) = ( 1+I p)^P a= annuale p= periodico P = periodi Tasso annuale 12% Tasso mensile p, P =12 —-> ( 1- I12)^12 -1 (1+0,12) ^1/12-1 = 0,09% Tasso semestrale p.P =2 (1-I2)^2-1 (1+0,12)^1/2 -1 9-TITOLI DI DEBITO TITOLI DI DEBITO A REDDITO FISSO Sono titoli di debito e quindi il sottoscrittore non influenza la vita e le scelte dell’impresa. L’impresa è sottoposta a limitazioni nell’emissione dei titoli obbligazionari. Gli elementi che contraddistinguono questi titoli sono: -Tasso cedolare, il tasso può essere fisso o variabile. Le variazioni del tasso sono limitate entro un limite dichiarato; -Valore di rimborso ovvero il valore nominale; -Durata prestito; -Trattamento fiscale; -Piano da ammortamento, esempi: - Bullet bond; - Progressive; - Callable bonds; - Buy back. Il valore nominale del titolo può essere immesso nel mercato primario alla pari o sotto la pari. Una volta che il titolo entrato nel mercato, circola nel mercato secondario, li si scambiano i titoli prezzarti al corso secco e corso tel quel. VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO Il tasso di rendimento dipende da due componenti: -La parte di interesse; -Capital gain ovvero la remunerazione derivante dalla differenza tra il prezzo di acquisto e di vendita, oppure il prezzo di acquisto e il valore di rimborso. Il rendimento degli elementi certi e elementi incerti i quali sono agganciati alla cedola: il reinvestimento di cedole non è certo in quanto se i tassi di interesse diminuiscono il rendimento della cedola è minore. Il rendimento di periodo di una generica attività finanziaria è data dalle due componenti di rendimento fratto il prezzo di acquisto. La misura di rendimento si applica a tutte le tipologie di attività finanziarie. -BOT (buoni ordinari del tesoro): vengono calcolati con scadenza su base 360, le tasse vengono pagate anticipatamente e vengono calcolate sul capital gain: differenza tra il valore di realizzo il prezzo di acquisto. –CTZ (certificati del tesoro zero coupon): vengono calcolati con scadenza su base 365 le tasse sono posticipate e vengono calcolate sul capital gain. -Buoni del tesoro pluriennali: le tasse sono calcolate sul disaggio di emissione e sulle cedole del 12,5%. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Con il termine rischio si indica l’eventualità che un avvenimento possa causare un danno o una perdita. Si distinguono due tipologie di rischio puro e rischio speculativo. Il rischio puro è da ricondurre ad accadimenti che possono generare solo danni o perdite, nessun beneficio. Il rischio speculativo è collegato ad avvenimenti futuri incerti che possono comportare non solo effetti sfavorevoli ma anche favorevoli. La possibile divergenza tra rendimenti realizzati e rendimenti attesi dipende dal verificarsi di eventi che possono produrre effetti di segno diverso sui flussi di cassa dell’operazione. Rischi speculativi: lato positivo e negativo. Misura quanto si discosta il valore realizzato da quello atteso sia in positivo che in negativo. Tanto è maggiore lo scarto tanto è maggiore il rischio. Il rischio misura la variabilità del rendimento e può essere misurato sia ex ante che ex post. Il rischio sistematico è originato da eventi o da situazioni di carattere generale che condizionano tutte le operazioni finanziarie. Il rischio non sistematico è relativo a situazioni specifiche inerenti all’attività svolta da questi tipi di rischio e sono controllabili direttamente attraverso la diversificazione geografica e settoriale. L’obiettivo della diversificazione è quello di ottenere il massimo rendimento per dato rischio, o massimo rischio per dato rendimento, sulla base di questa regola si costruisce la frontiera di portafoglio efficiente. Gli elementi incerti e quindi di rischio sono: -Rischio di prezzo o tasso di interesse: il prezzo di un titolo deriva dalla somma dei valori attuali dei flussi di cassa associati al titolo stesso, quindi all’aumentare dei casi di rendimento, diminuiscono i valori attuali dei flussi e diminuisce di conseguenza il prezzo del titolo. Il rischio di prezzo origina dalle oscillazioni dalle quotazioni di vendita del titolo per effetto delle variazioni dei tassi di mercato ed è quindi definibile come quel rischio potenziale di variazione del prezzo che consegue alle variazioni di rendimento richiesto dagli operatori. -Rischi di reinvestimento: legato alla variazione dei tassi, se le cedole che ricevo le investo ad un tasso più basso tengo meno quindi perdo. Il rischio generale viene visto come la probabilità che i rendimenti effettivi differiscano da quelli attesi. Tra le varie tipologie di rischi abbiamo: 1-Rischio di credito; 2-Rischio monetario; 3-Rischio di mercato. Nelle decisioni di investimento è necessario tenere conto della componente del rischio atteso offerto dal mio strumento finanziario e del rischio associato alla possibilità che il rendimento ex post risulti diverso da quello ex ante. Lo strumento più semplice che si utilizza per il calcolo del rischio è lo scarto quadratico medio , ovvero la radice della varianza . Il rendimento di un titolo può essere scomposto in tre parti: 1-Le somme periodiche corrisposte; 2-La differenza fra prezzo di acquisto di vendita o capital gain; 3-Reddito derivante dagli interessi corrisposti sugli interessi reinvestiti . LA DURATION La duration esprime la scadenza dei flussi di cassa che l’attività genererà . Corrisponde alla media ponderata delle scadenze dei flussi di cassa, dove i pesi sono dati dei rapporti tra i valori attuali delle cedole il prezzo e il del titolo. Tale indicatore indica la vita media di un applicazione che tiene conto di tutte le prestazioni attese dal titolo e dal relativo contributo alla determinazione del prezzo. Essa non può mai essere maggiore della durata del titolo ad eccezione degli Zero Coupon Bond e dei Buoni Ordinari del Tesoro. La duration può essere vista come la distanza alla quale si dovrebbe posizionare un fulcro per tenere l’asse bilanciato. D= ∑ CFx t (1+R)t ∑ CF (1+R)t = ∑ PVx t ∑ PV =∑tw La duration è l’indicatore finanziario di durata di un titolo ciò che interessa è la durata finanziaria che esprime il tempo per rientrare del mio investimento. La duration può essere vista come la media ponderata delle scadenze dei flussi di cassa futuri, dove i pesi sono dati dei valori dei futuri flussi di cassa per il tempo. PROPRIETÀ DELLA DURATION Quattro variabili 1-Se la durata del titolo aumenta, aumenta la Duration; 2- A parità di N e di tasso di rendimento, se la cedola aumenta la duration diminuisce; 3- A parità di cedole e di vita residua all’aumentare del tasso di interesse il valore attuale delle poste si riduce in proporzione al valore attuale delle poste che pesano di più, quindi proporzionalmente il peso si sposta sinistra il fulcro si sposta a sinistra. 4- A parità di cedola, vita residua e tasso di rendimento la duration è minore per i titoli con una maggiore frequenza delle cedole. Derivata di D Rispetto la frequenza t< 0 DURATION COME INDICATORE DI RISCHIO La duration può anche essere utilizzata come misura di sensibilità del prezzo al variare del tasso di interesse e dunque come misura del rischio. DM=D/(1+r) Il valore della duration modificata consente di stimare la variazione percentuale del prezzo in corrispondenza di una determinata variazione del rendimento. ΔP P =−DM× Δr CURVA DEI TASSI A SCADENZA Il mercato obbligazionario in ogni momento esprime una relazione tra rendimenti e titoli scadenza. E studiando tale relazione si può notare che se aumenta la scadenza del titolo il rischio aumenta e di conseguenza anche il compenso, dunque si deve capire come evolvono i tassi nel tempo. Per capire tale evoluzione dei tassi si utilizziamo la curva dei tassi scadenza o struttura a termine dei tassi di interesse e si riferisce ai rendimenti dei titoli obbligazionari che sono identici ad eccezione per le date di scadenza. La curva dei tassi può essere costruita distinguendo due tassi: 1- Tasso a pronti o spot, è il tasso di sconto o il rendimento rischiato quotato al periodo corrente. 2- Tasso a termine o Forward, è il tasso di sconto per un periodo di tempo futuro. 10- LA VALUTAZIONE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI: TITOLI DI CAPITALE I titoli di capitale in particolare le azioni, si caratterizzano per il legame del rendimento ai risultati dell’attività economica svolta dalla società emittente per il vincolo che lega i capitali investiti alla vita dell’impresa, per cui l’emittente non assume con impegno certo di remunerazione e di restituzione futura del capitale originariamente ricevuto. Tale investimento è definito anche come investimento in capitale di rischio. Le principali differenze tra titoli a reddito variabile titoli a reddito fisso sono: 1-Non esiste a priori la certezza ex ante della remuneratività delle somme investite. 2- La scadenza dell’investimento è indeterminata, perché si presuppone che l’azienda continui a vivere nel tempo, essa dipende esclusivamente dalle preferenze dell’investitore. 3- La restituzione del capitale ai soci è subordinata rispetto ai creditori. I REQUISITI DEI TITOLI AZIONARI L’azione è un titolo di credito rappresentativo di una quota parte del capitale sociale di un’impresa costituita in forma di società per azioni o in accomandita per azioni o di società cooperativa. L’azione può avere diversi valori: -Valore nominale, rappresenta la quota capitale sociale che corrisponde alla singola azione; B. Dividend yield ( DIV/P) che rappresenta il rapporto fra l’ultimo dividendo distribuito per azione e il prezzo di quest’ultima. Quindi tra il dividendo distribuito l’anno precedente e il prezzo attuale di mercato. C. Price book value , si ottiene dal rapporto tra il prezzo di un’azione e il patrimonio netto della società per azione. Esso è il valore contabile che è a bilancio, che non sempre rispecchia il valore del titolo del mercato. Non è un indicatore di redditività perché non abbiamo utili o dividendi. I multipli possono essere utilizzati secondo una duplice prospettiva per la valutazione: 1- Multipli fondamentali : si va a vedere sul mercato cosa sta facendo quel titolo rispetto i fondamentali, per capire se il mercato sopravvaluta o sottovaluta il titolo. È una variante dei metodi basati sullo sconto dei flussi di cassa. 2- Multipli comparati : consente di giungere alla determinazione del prezzo del titolo sulla base della valutazione fatta dal mercato. Ipotesi dietro i comparabili è che il mercato in media il mercato non sbaglia anche se può compiere degli errori di valutazione con riferimento al singolo quotato. P/E=k/(trri-g) Tre sono i fattori che determinano il rapporto P/E: 1. All’aumentare del tasso di distribuzione degli utili aumenta il rapporto; 2. All’aumentare di trri si riduce il rapporto; 3. All’aumentare di g aumenta il rapporto. 12- LA DIVERSIFICAZIONE DI PORTAFOGLIO E IL RISPERMIO GESTITO Abbiamo diverse tipologie di rischio: il rischio specifico, il rischio di settore e il rischio generale del mercato. Minimizzare il rischio di settore e il rischio specifico può essere relativamente semplice, è importante diversificare l’investimento su aziende diverse appartenenti a settori diversi. L’azionista potrà chiedere un rendimento maggiore per la sola parte non diversificabile. Nella diversificazione di portafoglio occorre individuare titoli caratterizzati da movimenti indipendenti, se non addirittura di segno opposto. Beta del titolo, indicatore che misura in che modo l’andamento del prezzo di una singola attività è legato all’andamento generale del mercato finanziario. Il Beta quindi indica la parte del rischio totale che permane anche quando l’investitore inserisce il titolo in un portafoglio ben diversificato. RENDIMENTO E RISCHIO DI PORTAFOGLIO Il rendimento medio atteso di un portafoglio E(RP) è dato dalla media ponderata dei rendimenti medi attesi delle attività che lo compongono. Il rendimento atteso di un portafoglio è semplicemente pari alla media ponderata dei rendimenti attesi dei titoli in portafoglio, secondo la relazione:E (Rp )=∑ wi E (Ri ) Dove: wi: è il peso ottenuto rapportando il valore di mercato ( all’inizio del periodo) dell’i- esimo titolo al valore complessivo del portafoglio; E(Ri): tasso di rendimento atteso del titolo stesso. Il rischio di portafoglio è dato dalla media ponderata dei rischi attesi più una certa variabile che tiene in considerazione il fatto che queste le attività varino. Il rischio di portafoglio è dato dal rischio di ogni singolo titolo e da una componente che sconta il legame tra i rendimenti dei singoli titoli. La varianza è la somma del quadrato degli scarti del singolo titolo rispetto al peso dei singoli titoli sull’intero portafoglio; σ 2=∑wi2σi2+∑∑wi wjσij Dove: Wi=peso ottenuto rapportando il valore di mercato dell’i-esimo titolo al valore complessivo del portafoglio; Wj=peso ottenuto rapportando il valore di mercato dell’j-esimo titolo al valore complessivo del portafoglio; σi= varianza dei rendimenti dell’ i-esimo titolo σj=varianza dei rendimenti del j-esimo titolo σij= covarianza tra i rendimenti del i-esimo e del j-esimo titolo Il rischio di portafoglio non dipende solo dal rischio dei singoli titoli che lo compongono ma anche da come questi si combinano tra loro. Nel caso infatti di covarianza negativa il rischio di portafoglio risulterà inferiore alla semplice media ponderata dei rischi dei titoli che lo compongono.
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