Scarica Organizzazione e Modelli Bancari: Banche Grandi e Piccole e più Appunti in PDF di Economia solo su Docsity! venerdì 15 marzo 2019 Economia delle aziende di credito Modelli organizzativi Banche grandi: - Banca universale: un’unica banca, non organizzata in società diverse, ma divisione, meno specializzata. Se il processo di internalizzazione non è fatto bene, è meno specializzata. Banca unica, i vertici decidono la strategia e le decisioni scendono e vengono applicate più facilmente - Gruppo polifunzionale: con il gruppo c’è il vantaggio di poter tagliare i rami secchi. Se una società del gruppo non funziona, non va bene, si può eliminarla dal gruppo, farla uscire. Questo perché è molto meno traumatico. Ma anche nel gruppo, se una società va male, non si può pensare di neutralizzare la parte e far svanire gli effetti della preesistente attività svolta dalla società. Per legge permane la responsabilità patrimoniale della capogruppo. 2) maggiore specializzazione: ogni società del gruppo è specializzata in una sezione specifica. 3) È più burocratica: le scelte fanno fatica a scendere nella struttura del gruppo, perché ci sono ambiti di specializzazione molto forti. Ci sono oltre che i vertici di gruppo, anche quelli di ogni società, più livelli. Non esiste una affermazione netta di uno dell’altro. In termini di relazione, il cliente non si accorge della differenza. Se vado a fare un leasing, nel gruppo vengo rimandato alla società di leasing, che fa solo leasing. Nella band uni, potrei finire anche per fare un prestito, potrei venire reindirizzato. Nel gruppo ci sono più valutazioni: se vengo valutato dalla banca, e poi devo fare leasing, verranno rifatte le analisi anche dalla società di leasing. Nella banca universale: se c’è già la valutazione, la sezione leasing non rifà tutto da capo come nel gruppo, solo verifica che nel frattempo non ci siano stati comportamenti pregiudizievoli. Più veloce burocrazia e apparato decisionale. Il costo di produzione del leasing nel gruppo, rischia di essere più alto in costi e tempi, perché alcune società del gruppo difendono informazioni e capacità valutativa, più analisi, più costi. Nella banca uni, costa meno e più veloce. Quindi nella banca uni potrebbe anche costare meno. Ma alla banca uni costa molto avere un database unico e centrale, in cui i dati sono immediatamente fruibili da tutte le divisioni. In questo ambito il gruppo è meno costoso, le società avranno già il loro database. Banche piccole: - Banca specializzata: è il modello più diffuso. La strategia di specializzazione è una scelta, non un obbligo o vincolo. Ogni banca specializzata, potrebbe fare tutto, ma decide di specializzarsi strategicamente in un ambito operativo limitato. Si sceglie o perché si ha una capacita, storia in quell’ambito o per motivazioni dimensionali, non ha dimensioni o competenze per poter fare tutto. Esistono banche che sono senza sportelli (Mediolanum). Aree di specializzazione: - Per tipologie di clienti: con altre banche, fondazioni, assicurazioni. Mediolanum non lavora con le imprese, ma con le famiglie 1 venerdì 15 marzo 2019 - Per canale distributivo: Come fa il cliente ad interfacciarsi? Il principale canale distributivo sono i consulenti finanziari - Per prodotto: solo su prestiti, solo sugli investimenti - Area geografica: le banche di credito cooperativo, banche piccole, di un territorio circoscritto che devono far crescere e andare in contro alle esigenze. Non hanno interesse a diversificare in alte zone, oltre al proprio territorio. Sfrutta conoscenze del territorio, delle persone e dell’ambiente economico. - Temporale: breve medio lungo termine. Tutti però possono operare su tutte le scadenze È multidimensionale la specializzazione di un intermediario, - Network: la piccola dimensione è un pò un limite, piccola dimensione, piccoli progetti. A meno che non si mettano insieme diversi piccoli intermediari, con competenze distintive differenti che potrebbero essere messe in comune: l’impresa a rete (network). Queste banche si mettono insieme, non esiste una integrazione degli assetti proprietari tra le banche del network, no gruppi o partecipazioni reciproche. Mettono in comune delle risorse finanziarie e umane su singoli progetti. Le banche però devono avere caratteristiche omogenee, banche piccole, del territorio. Ad esempio un network potrebbe essere una tesoreria unica, a cui accedono tutte le banche. Elementi di instabilità: - Concentrazione bancaria: se una delle banche, viene comprata da Unicredit, quella banca non avrà più bisogno di restare del network, quindi uscirebbe. Molte banche sono state acquisite e hanno distrutto numerosi network. A parte le BCC, gestite da un apparato centrale. Ora le banche di credito coop sono cambiate, sono sotto un solo gruppo, che mantiene la specializzazione delle banche, nell’ottica di scelte di specializzazione tipo network. Ci sono due tipi di concentrazione: - A livello di sistema: Q=quota di mercato. Q3, Q5 e Q10, quota di mercato delle prime tre, cinque o dieci banche italiane. Le quote delle prime banche italiane era minore che negli altri paesi europei, molto meno concentrato. Dipende come si misura la quota di mercato, dalla variabile: total asset (totale attivo della banca); asset finanziari (lascia fuori i patrimoni immobiliari, si considera solo il core del business); in termini di raccolta (capacità di pigliare soldi); solidità patrimoniale della banca. Solitamente si usava la variabile dei total asset e le banche italiane erano molto indietro, piccole. “La via finanziaria allo sviluppo” di schonpeter, bisogna seguire la via finanziaria per lo sviluppo delle banche. - A livello di singola banca: - Apertura di sportelli: non configura una concentrazione. - Acquisire partecipazioni di minoranza. Dipende come valuto la quota di mercato. In termini di total asset aumenta, perché le partecipazioni sono nell’attivo, ma se uno asset finanziari, le partecipazioni non rientrano. - Acquisire partecipazioni di maggioranza. Vedi sopra - Fusioni e acquisizioni - Privatizzazione: legge amato-carli, del 1990, stabiliva incentivi fiscali affinché le banche pubbliche adottassero il modello giuridico organizzativo della SPA, privatistico quindi. Le SPA scaturite da questo processo, erano in mano pubblica, almeno la metà. Esse vanno sotto il nome di privatizzazione formale, sia perché riguarda la forma politica, sia perché alla fine è al 51% in mano 2