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Economia delle Risorse Naturali, Appunti di Economia

Riassunto di Economia delle Risorse Naturali: Esternalità, diritti di proprietà, ecological economics, risorse rinnovabili, risorse non rinnovabili, sviluppo sostenibile

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 31/01/2017

Sebgreco95
Sebgreco95 🇮🇹

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Scarica Economia delle Risorse Naturali e più Appunti in PDF di Economia solo su Docsity! - Economia Delle Risorse Naturali - 1 Cosa si intende per Risorse Naturali? Con il Termine Risorse Naturali si intendono tutte quelle materie prime, quelle sostanze, le forma di energia, le forze ambientali e biologiche, che se opportunamente valorizzate e trasformate, sono in grado di produrre ricchezza e di contribuire all’evoluzione del sistema socio-economico, nonché alla determinazione di un modello di sviluppo. Qual è la tassonomia delle risorse naturali? La tassonomia (o classificazione) delle Risorse naturali: Le Risorse Naturali possono essere divise in due grandi categorie: Risorse esauribili e Risorse rigenerabili Le Risorse Esauribili o Non Rinnovabili sono quelle che hanno uno Stock finito, per il quale il processo di ricostituzione è talmente lento da poter essere ignorato (Es.: Carbone, petrolio, gas naturale, ris. Minerarie in genere). I concetti chiave delle risorse esauribili sono sostanzialmente tre: 1- Riserve correnti: Sono le riserve note, che possono essere estratte in modo redditizio a prezzi correnti. L’entità di queste riserve non può essere espressa in termini numerici. 2- Riserve Potenziali: Sono definite come una funzione anziché come un numero: la quantità di riserve potenzialmente disponibile dipende dal prezzo che gli individui sono disposti a pagare per poterne usufruire. All’aumentare del prezzo, la quantità di riserve potenziali cresce. a. FATTORI CHE INCIDONO SULLE RISERVE POTENZIALI: Elasticità della domanda Durabilità dei prodotti ottenuti (Legge entropia) Capacità di Immagazzinamento Georgescu -(Secondo principio della Termodinamica) secondo il quale, in un sistema chiuso, alla fine di ogni processo, la qualità dell’energia, dunque la possibilità di un suo successivo riutilizzo, è sempre inferiore rispetto all’inizio. Qualsiasi percorso economico che produca merci o materiali diminuisce la disponibilità di energia per il futuro. 3- Dotazione di Risorse: Una dimensione geologica più che economica che individua il limite superiore alla disponibilità delle risorse terrestri. Rappresenta l’insieme delle risorse naturali presenti sotto la crosta terrestre. Per via dell’estrazione costosa, le Riserve Potenziali < Dotazione Risorse Alcune risorse esauribili possono essere riciclate o riutilizzate (Rame). Il grado di riciclo di una risorsa è determinato dalle condizioni economiche. Tali risorse hanno vantaggi e rischi: le riserve correnti di una risorsa possono essere aumentate oltre che con il riciclaggio anche attraverso interventi economici di ricostituzione grazie al progresso tecnologico. I rischi sono legati all’esaurimento delle riserve potenziali di tali risorse su cui influisce la domanda e la durabilità dei prodotti. N.B.: Non tutte le risorse esauribili sono riciclabili (carbone, petrolio, gas naturale). L’ECONOMIA PUÒ AIUTARCINA COMPRENDERE MEGLIO I PROBLEMI AMBIENTALI DEL XXI SECOLO INSERENDO GLI ELEMENTI CRITICI DELL GESTIONE DELLE RISORSE NATURALI, ATTRAVERSO LO STUDIO DI DUE MODELLI: - Economia Delle Risorse Naturali - 2 MODELLO DI FLUSSO CIRCOLARE STANDARD: Parendo dal modello di flusso circolare standard dell’economia, dal mercato dei fattori di produzione (terra, lavoro, capitale) i quali vengono organizzati in proporzione diversa da parte dell'impresa al fine di produrre beni e servizi per gli Households. Quando viene acquistato un bene o servizio, si verificano due tipi di flusso; un flusso reale da parte delle imprese che trasferiscono cose tangibili alle famiglie, che a loro volta azionano un flusso monetario per il pagamento delle stesse (beni e servizi derivanti dalle imprese alle famiglie). Da questo modello si constata che l'ambiente e le risorse naturali che rendono possibile la produzione economica non compaiono nella versione abituale di questo modello. MODELLO DI FLUSSO CIRCOLARE ALLARGATO: Il modello di flusso circolare semplice però non è un modello autonomo, né tanto meno i fattori della produzione si generano dal nulla. L'intero ciclo economico viene pertanto “messo in moto” dalla Biosfera, che costituisce la vasta categoria di capitale naturale e che produce energia vitale affinchè tutto possa funzionare correttamente. Il modello semplice perciò viene incorporato nel modello più ampio e completo che rappresenta i diversi flussi di ingressi e uscite tra biosfera e sfera economica. Questo modello tiene conto anche dell'approccio ecologico facendoci notare che bisogna tener conto non solo di ciò che vogliamo produrre ma anche di ciò che prendiamo dalla biosfera, ed immettiamo nell'ambiente. È importante inoltre, che il ciclo esterno possa alimentare sempre allo stesso modo il ciclo interno affinchè questo modello sia il più possibile sostenibile. (es. il ciclo dell'acqua: non possiamo utilizzare acqua pura più di quanto il pianeta è capace di rigenerare.) FEEDBACK CONTINUO TRA POPOLAZIONE, CAPITALE, RISORSE, AGRICOLTURA E INQUINAMENTO: In cima a tale feed-back troviamo la popolazione (variabile dipendente) alimentata positivamente dal tasso di natalità e negativamente dal tasso di mortalità; il netto tra quest'ultimi ci dice se la popolazione cresce o decresce. La popolazione cresce se c'è possibilità di sfamarsi grazie alla crescita del CAPITALE INDUSTRIALE. La PRODUZIONE INDUSTRIALE però, a sua volta produce inquinamento, il quale agisce sul tasso di mortalità. Inoltre, se il TASSO D'INVESTIMENTO il quale dipende dalle aspettative e dal tasso d'interesse, più è alto più la popolazione aumenta. In questo caso la popolazione ad un certo punto è in equilibrio (tra popolazione e risorse) ma non si tratta di un equilibrio naturale in quanto quest’ultimo si genera in paesi in cui non vi è mobilità dell' uomo ma egli vive solo con ciò che ha a disposizione. - Economia Delle Risorse Naturali - 5 In conclusione, lo sviluppo sostenibile è quello capace di: - Integrare la dimensione economica, sociale ed ambientale dello sviluppo; - Attenuare gli squilibri infragenerazionali o redistributivi e intergenerazionali; - Considerare lo sviluppo sia a livello globale che locale (Think globally, act locally). Qual rapporto lega le risorse naturali alla crescita della popolazione? Le Risorse Naturali hanno condizionato da sempre lo sviluppo economico, come ad esempio, la crescita della popolazione (crescita molto forte negli ultimi anni). Evidente è il legame molto forte e diretto tra il TASSO DI UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE e la CRESCITA DELLA POPOLAZIONE; difatti più è alto il tasso di utilizzazione delle risorse, più è alto il tasso di crescita della popolazione! Basti pensare al fatto che l'aspettativa di vita (probabilità che un individuo resti vivo) di un individuo nel 1940 non superava i 40 anni oggi invece supera i 70 anni. È POSSIBILE CHE LA POPOLAZIONE CRESCA SEMPRE IN QUESTO MODO? NO! È importante capire la relazione che esiste tra le risorse naturali e lo sviluppo economico e non solo, capire anche se la crescita economica incontrerà dei limiti e soprattutto cercare al meglio di gestire le risorse rinnovabili e non rinnovabili. MALTHUS E IL PROBLEMA DELLA POPOLAZIONE <<mentre la popolazione tende ad aumentare in progressione geometrica, i mezzi di sussistenza tendono ad aumentare in progressione aritmetica.>> Secondo Malthus nessun sistema economico è in grado di fornire risorse alimentari sufficienti per una crescita esponenziale della popolazione, quindi ci sarà necessariamente un destino di morte. Questo perché i sistemi economici non potranno migliorare nel tempo, come non potrà aumentare il reddito pro capite. Per queste motivazioni secondo Malthus erano inutili i provvedimenti di sostegno della popolazione e delle fasce più deboli, perché i sostegni economici avrebbero fatto crescere la popolazione, ma la popolazione avrebbe comunque vissuto in miseria. Il problema non è la mancanza di cibo, ma l'accessibilità al cibo; c'è molto più cibo nel mondo di quanto ne occorre eppure paradossalmente c'è una parte di popolazione malnutrita che muore di fame. Cosa si intende per efficienza? efficienza economica Rapporto tra benefici e costi o, più in generale, tra il grado nel quale vengono raggiunti gli obiettivi e i mezzi utilizzati. È realizzata quando, con gli strumenti a disposizione, non si può migliorare il livello di conseguimento degli scopi desiderati. In ambito economico l’obiettivo ultimo è il benessere sociale. Quali sono le differenze tra efficienza statica e dinamica? L’efficienza statica si divide in: - Economia Delle Risorse Naturali - 6 - L'efficienza allocativa è una condizione di efficienza che riguarda la distribuzione ottimale di beni e servizi all'interno dell'economia. In particolare, la condizione che garantisce l'efficienza allocativa è che tutti i beni siano venduti al loro costo marginale di produzione di modo che coloro i quali siano disposti a pagare almeno il costo di produzione di quell'unità di quel dato bene possano consumarlo. - L'efficienza tecnica riguarda, invece, lo sfruttamento ottimale delle risorse nei processi produttivi. L'efficienza dinamica è una tipologia di efficienza all'interno della quale non è possibile migliorare la situazione della presente generazione senza peggiorare il benessere delle future generazioni e viceverse. Efficienza Statica: Un’allocazione soddisfa il criterio di efficienza statica se massimizza il beneficio netto derivante dall’utilizzo delle risorse. I benefici netti sono massimizzati quando i benefici marginali derivanti da una certa allocazione di risorse sono uguali ai costi marginali. Il tempo non è un elemento cruciale - Allocativa: massimizza il surplus totale (surplus consumatore + surplus produttore) e richiede che le risorse siano allocate ne modo più efficiente possibile. - Produttiva/tecnica: richiede che l’output sia prodotto al minor costo possibile date le conoscenze tecnologiche disponibili. Un modello di efficienza statica è il concetto paretiano EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ: IL CONCETTO PARETIANO DI EFFICIENZA E' stato introdotto dall'economista italiano Vilfredo Pareto , largamente applicato in economia (teoria dei giochi) ingegneria e scienze sociali. Il criterio paretiano afferma: “Una situazione è efficiente se, comunque ci si sposti da essa , non è possibile migliorare la situazione di almeno un individuo senza peggiorare quella di un altro”. (perciò l 'ottimo paretiano si ha quando ci sono situazioni efficienti ma non equamente distribuite ad es. individuo A possiede 8 e il B possiede 2, ma se A possiede 6 e B 4 non è verificata la condizione di efficienza!) LIMITI DEL CRITERIO PARETIANO: Questo criterio non tiene conto dell'equità , infatti come afferma Sen, “Una situazione può essere di ottimo paretiano ed essere assolutamente disgustosa”- non consente un ordinamento completo a causa della inconfrontabilità, e quindi privilegia lo status quo . E' inoltre un criterio di efficienza “statico” e quindi l'efficienza è considerata in un dato momento. LA CRITICA DI SEN: Prendendo spunto dal teorema di Arrow, il premio Nobel Amartya Sen ha dimostrato che, in uno Stato che voglia far rispettare contemporaneamente efficienza paretiana e libertà (intesa come preferenza di uno spazio in cui le sole preferenze dell'individuo determinano la scelta), possono crearsi delle situazioni in cui al più un individuo ha garanzia dei suoi diritti. Efficienza Dinamica: L’allocazione efficiente è quella che massimizza il valore attuale dei benefici netti ricavabili da tutte le possibili allocazioni di tali risorse nell’arco di n periodi. Obiettivo è quello di raggiungere un equilibrio tra usi presenti e futuri di una risorsa. Un modello di efficienza dinamica è il modello a due periodi: - Economia Delle Risorse Naturali - 7 Il modello a due periodi Secondo il modello dell'efficienza dinamica, l'allocazione efficiente è quella che massimizza il valore attuale dei benefici netti che deriva dalla somma dei valori attuali relativi a ciascuno di essi: “L'allocazione rispondente al criterio dell'efficienza dinamica deve essere tale da garantire che il valore attuale del beneficio marginale netto ricavato dall'ultima unità utilizzata nel periodo 1, sia uguale al valore attuale del beneficio marginale netto nel periodo 2.” L'allocazione efficiente graficamente corrisponde al punto d'intersezione tra le due curve che esprimono i benefici netti marginali. Il valore attuale totale dei benefici netti , consiste nell'area sotto la curva del BmgN1 fino all'allocazione efficiente sommata all'area sottesa alla curva di BmgN2 ed estesa fino all'asse corrispondente all'allocazione efficiente. Essendo dinanzi all'allocazione efficiente, la somma delle due aree è la massima possibile. Il criterio di allocazione efficiente deve tener conto della scarsità di una risorsa. La scarsità impone un costo opportunità detto COSTO MARGINALE D'USO. Quando le risorse sono scarse un loro maggiore utilizzo nel periodo corrente, riduce la possibilità di utilizzarle in futuro; il valore attuale al quale si rinuncia è perciò definito costo marginale d'uso. Questo significa che è possibile che gli usi che sarebbero appropriati in condizioni di abbondanza , siano da evitare qualora le risorse scarseggiano. Il costo marginale d'uso e l'allocazione della risorsa tra i due periodi sono influenzate dal tasso di sconto . All'aumentare del tasso di sconto si tenderà a privilegiare le attività estrattive di oggi poiché al momento di stabilire il valore relativo dell'uso della risorsa si attribuisce minore peso al futuro. L'EQUITA' INTERTEMPORALE: In realtà, le generazioni future non hanno la possibilità di esprimere i loro desideri, né tantomeno possono negoziare con le generazioni presenti. A tal proposito, il filosofo John RAWLS sosteneva che un modo per ricavare i principi generali di giustizia, consiste nell'immaginare un'ipotetica situazione in cui un persona si trovi dietro un VELO DI IGNORANZA: Rawls ipotizza infatti che i contraenti posti nella posizione iniziale non siano in possesso di informazioni circa il loro ruolo nella società. Il velo di ignoranza consente cioè l’acquisizione di informazioni minime solo su ciò che li accomuna ma mai su ciò che divide, conducendo così i contraenti a scegliere principi di giustizia il più possibili generali e universali. - Economia Delle Risorse Naturali - 10 Pertanto il rapporto tra ambiente e crescita tecnologica può essere sintetizzato in tre effetti: -EFFETTO DI SCALA: Un aumento della produzione richiede un maggiore impiego dei fattori produttivi, e implica una maggiore produzione di emissioni inquinanti e rifiuti. -EFFETTO DI COMPOSIZIONE: Quando un'economia cresce, cresce e si diversifica, riflettendo una progressione naturale dello sviluppo economico: partendo da un'economia agricola “pulita” si giunge ad un'economia industriale inquinata, ed infine ad economie di servizi “pulite”. Inoltre, i paesi più ricchi e sviluppati, sposta le sue attività inquinanti in altri paesi in via di sviluppo con legislazioni più permissive; è un meccanismo facilitato dall'esportazione delle produzioni. -EFFETTO TECNOLOGICO: Man mano che il reddito aumenta si ricorre ad un progresso tecnologico maggiore e di tipo green (rispettoso dell'ambiente). POSSIBILI RAGIONI DIETRO L'EKC: La relazione di Kuznets sussiste quando l'effetto di scala (unico negativo!) viene compensato ed assorbito dagli altri due effetti positivi (tecnologia e composizione) quando il reddito pro capite diventa sufficientemente elevato. I fattori che generano questi tre effetti sono: 1-ELASTICITA': della domanda di qualità ambientale rispetto al reddito; la sensibilità nei confronti dell'ambiente cresce all'aumentare del reddito, poiché l'ambiente acquista importanza nelle preferenze dei cittadini, sia come consumatori che come elettori; 2-ISTITUZIONI:la crescita economica favorisce lo sviluppo di istituzioni necessarie all'internalizzazione delle esternalità della crescita. 3-SCARSITA':la progressiva scarsità di risorse naturali può attivare segnali di mercato che inducono alla sostituzione e al cambiamento tecnologico. STUDI EMPIRICI SULLE IPOTESI DI EKC: Se la crescita economica è positiva per l'ambiente, non vi è alcuna necessità di frenarla. In anni recenti vi sono stati numerosi studi che hanno cercato di dimostrare questa relazione in modo econometrico. Due sono le questioni chiave: 1- I dati sono generalmente coerenti con le ipotesi di ekc ? 2-Se le ipotesi di ekc sono vere, è dimostrato anche che la crescita è positiva per l'ambiente? I dati utilizzati da Kuznets sono solitamente rari da reperire e anche dal momento in cui li avessimo a disposizione , non potremmo comunque utilizzarli per tutte le risorse. CONCLUSIONI: le ipotesi di ekc sono state verificate per alcuni impatti ambientali ma non è cosi per tutti. L'IMPRONTA ECOLOGICA: CONSUMO MEDIO ANNUO PRODUTTIVITA' MEDIA ANNUA Cos’è l’impronta ecologica? L’impronta ecologica è un indicatore che mette in relazione il consumo medio annuo di risorse naturali con la capacità della terra di rigenerarle (produttività media annua). Tale indicatore ci dice il peso che ognuno di noi ha sulla terra. Nello specifico è un metodo di misurazione che ci dice quanto terreno biologicamente produttivo viene utilizzato da un individuo/una famiglia/una città/una regione/un paese per produrre ciò che consuma e per assorbire i rifiuti che genera. L’impronta ecologica viene espressa in gha (ettari globali) per poter essere facilmente confrontata. - Economia Delle Risorse Naturali - 11 N.B.: In media, il valore dell’impronta ecologica di un italiano è di 3,8 ha (38000 mq, 7,5 campi di calcio). Come ridurre l’impronta ecologica? - Aumentando la produttività ecologica: Terrazzamenti, riciclaggio, regimi di gestione più attenta. - Miglioramento efficienza utilizzo risorse (uso razionale acqua, energia,…) - Riducendo i consumi ECOLOGICAL ECONOMICS Partendo dai limiti della capacità del sistema di rigenerare le risorse, l’Economia Ecologica è quel modello di sviluppo che si basa sulle risorse naturali che si hanno a disposizione. L’EE considera la matrice ambientale dove si svolgono tutte le attività come Capitale Naturale (attraverso il quale il fattore “terra” dell’economia classica è reintrodotto nell’analisi economica). Cosa si intende per capitale naturale? Coincide con le risorse naturali disponibili (rinnovabili e non rinnovabili) e con l’insieme degli ecosistemi (beni e servizi associati) Cos’è un’ecosistema? Un’ecosistema è una combinazione complessa e dinamica di piante, animali, microrganismi e dell’ambiente naturale che insieme costituiscono un sistema unico di elementi interdipendenti. Quali servizi forniscono gli ecosistemi? Gli ecosistemi della terra forniscono agli esseri umani tutta una serie di vantaggi che vanno sotto il nome di “beni e servizi ecosistemici”: -servizi di approvvigionamento (e/o sostentamento) : che forniscono i beni veri e propri quali cibo, acqua, legname e fibra; -servizi di regolazione : che regolano il clima e le precipitazioni, l'acqua (es.inondazioni), i rifiuti e la diffusione delle malattie; -servizi culturali : relativi alla bellezza paesaggistica, all'ispirazione , allo svago che contribuiscono al nostro benessere spirituale; -servizi di supporto : che comprendono la formazione del suolo, la fotosintesi , e il ciclo nutritivo alla base della crescita e della produzione. (questi servizi non hanno un prezzo e non sono quantificati tra i costi aziendali). Cos’è il MILLENNIUM ECOSYSTEM ASSESSMENT: Il “Millennium Ecosystem Assessment” (Valutazione dell'ecosistema del Millennio) è stato lanciato dal Segretario Generale delle nazioni unite Kofi Annan nel 2000. Avviato nel 2001, l'obiettivo del MEA era di valutare le conseguenze che i cambiamenti degli ecosistemi hanno apportato al benessere dell'umanità, e le basi scientifiche per le azioni necessarie e migliorarne la conservazione e l'utilizzo sostenibile. Quali caratteristiche hanno gli ecosistemi? STABILITA': è una proprietà condivisa dalle popolazioni comprese in un certo ecosistema ed è la propensione di una popolazione a ritornare a qualche stato di equilibrio a seguito di un disturbo. RESILIENZA: è la proprietà di un ecosistema ed è la propensione di un ecosistema di mantenere la sua struttura funzionale e organizzativa a seguito di un disturbo. Il fatto che un sistema sia resiliente, non significa necessariamente che tutte le componenti delle sue popolazioni siano stabili. - Economia Delle Risorse Naturali - 12 E' possibile infatti che il risultato di un disturbo sia tale da far sparire una popolazione da un ecosistema, mentre l'ecosistema nel suo insieme continua a funzionare pressoché allo stesso modo esibendo così resilienza. CONTABILITA' E CAPITALE NATURALE : Nell'ecological economics il capitale naturale si somma a capitale sociale e capitale economico. Queste tre componenti fanno funzionare il sistema nel tempo. Importante nell'ecological economics è anche la scala di riferimento: Un sistema economico contenuto in un ecosistema presenta un flusso di entrate di risorse (generano energia) e un flusso in uscita di output generando rifiuti. L'ecosistema svolge anche la funzione di smaltire i rifiuti ma tale capacità ovviamente è finita come finite sono le dimensioni dell'ecosistema, quindi man mano che la scala dell'ecosistema aumenta tale capacità di smaltimento dei rifiuti diminuisce. Per risolvere queste problematiche sono stati elaborate delle contabilità relative al capitale naturale. I concetti chiave di tale contabilità sono: -PRESERVARE IL VALORE DEL CAPITALE; -INVESTIMENTO NETTO. Per il capitale naturale la contabilità tradizionale non prevede nessun tipo di contabilizzazione. La ecological economics ha proposto una serie di metodi di contabilità alternativi da affiancare a quelli tradizionali: 1) CONTABILITA' FISICA (CONTI SATELLITE): conti che contabilizzano la quantità di risorse che vengono utilizzate in un processo sia in entrata sia in uscita. 2) Determinazione dei livelli di “RENDIMENTO SOSTENIBILE”: ossia punto nel quale l'estrazione della risorsa non garantisce lo stock di quella risorsa. 3) Determinazione della “CAPACITA' DI ASSORBIMENTO DELL'AMBIENTE”: comprendere attraverso i sistemi contabili quanto siano vicini al limite dell'ecosistema in cui è inserito il sistema economico. PERCHE' E' STATO NECESSARIO INTRODURRE TALE CONTABILITA'? Perché il PIL (Principale strumento di misurazione della crescita e della ricchezza di una collettività nazionale) al quale non sono state risparmiate critiche molto dure, tiene conto solamente delle transazioni in denaro, e trascura tutte quelle a titolo gratuito: restano quindi escluse le transazioni a titolo gratuito (es. prestazioni nell'ambito familiare, quelle attuate dal volontariato, ossia quelle Non-Profit). Inoltre il PIL tratta tutte le transazioni come positive, cosicché entrano a farne parte, ad esempio, i danni provocati dai crimini (riciclaggio di denaro), dall'inquinamento, dalle catastrofi naturali. In questo modo il PIL non fa distinzione tra le attività che contribuiscono al benessere e quelle che lo diminuiscono ( persino morire ,con i servizi connessi ai funerali, o le spese per la difesa fanno crescere il PIL). Il PIL non tiene conto della distribuzione della ricchezza, non tiene conto degli apporti non economici al benessere della società: salute dei cittadini, livello di educazione, partecipazione politica etc. IL PIL NON TIENE CONTO DEL DEGRADO DELLE RISORSE NATURALI!!! SYSTEM OF ENVIRONMENTAL AND ECONOMIC ACCOUNTS (SEEA-2003): Appurando ciò che è stato detto finora e cioè che il PIL non è il grado di tener conto del grado di degrado delle risorse naturali, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite elaborò un sistema che mirava alla correzione in senso ambientale del PIL : il System of environmental and economic accounts (SEEA - 2003), un sistema di contabilità nazionale rigorosamente strutturato, che integra i conti economici con i temi ambientali attraverso conti satellite interni ed esterni. I SISTEMI ALTERNATIVI AL PIL ELABORATI A LIVELLO GLOBALE: Uno dei primi indici per tener conto delle risorse naturali, fa riferimento all'approccio della sostenibilità debole e quindi alla conseguente sostituibilità del capitale naturale con quello manufatto. Questo indice prende il nome di: - Economia Delle Risorse Naturali - 15 IL PROBLEMA DEI BENI PUBBLICI: I beni pubblici generano delle esternalità positive in quanto per usufruirne non si paga alcun prezzo. Si può inoltre utilizzare la risorsa senza ridurne o comprometterne l’utilizzo altrui, in quanto su tali beni non sussiste né la rivalità, né tanto meno l’escludibilità. Pertanto tali beni hanno un valore economico elevatissimo, ma non hanno un prezzo. Non avendo un prezzo sussistono tre problemi sul mercato di questi bene, come in realtà avviene quasi sesso nei casi di esternalità positive. Ovvero: 1. CHI PRODUCE IL BENE ? 2. SCARSITA’ DEL BENE 3. FREE RIDING Quando si tratta di produzioni di beni che generano esternalità positive vi è il problema legato alla produzione del bene, che sarà sempre minore della quantità di ‘’first best’’, ovvero vi sarà un problema di scarsità, la scarsità deriva dal fatto che producendo tali beni non è possibile ottenere alcuna remunerazione, pertanto tale produzione è ben lontana dalle logiche d’impresa, in quanto l’incentivo di mercato è pari a zero. Possiamo pertanto affermare che la struttura dei mercati è incompleta, in quanto manca il mercato del bene pubblico. Altro problema legato a tali beni è il free-riding. Chiamiamo free rider chi pur godendo di un bene o un servizio non ne paga il relativo prezzo, confidando sul fatto che paghino altri per lui. Tale fenomeno è difficilmente arginabile ed è stato ed è tuttora oggetto di dibattiti accademici, in quanto a nessuno può essere impedito di godere dei benefici di un bene pubblico, si innesca così un circolo virtuoso, dove ognuno confida sul fatto che l’altro paghi per il servizio e la produzione del bene. Ma così facendo si crea un effetto aggregato negativo portando a zero gli incentivi per la produzione ‘’privata‘’ del bene pubblico. Esistono una soluzione al problema che può risolversi in due modi: innanzitutto il bene deve essere prodotto dal policy maker, come ? 1. il policy maker fornisce direttamente il bene pubblico finanziandone la produzione con l’imposizione fiscale, quindi prendendo una quota del gettito fiscale nazionale e destinarla alla produzione del bene pubblico. 43 2. il policy maker anziché investire direttamente il gettito fiscale, può utilizzare quella quota destinata alla produzione del bene, per remunerare un produttore privato affinché produce il bene pubblico. - Economia Delle Risorse Naturali - 16 RISORSE COMUNI: Le risorse comuni sono beni non escludibili ma rivali, un esempio sono i beni naturali ed ambientali. Essendo non escludibili tutti possono utilizzarli senza pagare alcunché, ma essendo rivali l’utilizzo da parte di qualcuno ne pregiudica quello di altri. Le risorse comuni sono state oggetto di dibattito, e teorie opposte nel corso del tempo. Quelle prevalenti sono due, e sono state redatte da Garett Hardin ed Elinor Ostrom, e sono tra loro diametralmente opposte. Per anni quella di Hardin, ovvero “The tragedy of the commons” è stata la teoria prevalente, discussa in seguito dalla teoria di Ostrom “governing the commons”, che è stata addirittura insignita di premio Nobel per l’economia nel 2009. THE TRAGEDY OF THE COMMONS HARDIN basò la sua teoria ponendo come esempio i pascoli inglesi nel periodo pre-rivoluzione industriale. Poiché non erano escludibili venivano eccessivamente posti a sfruttamento, creando così un’esternalità negativa, in quanto essendo rivali l’eccessivo sfruttamento ne comprometteva l’utilizzo delle generazioni future e ne limitava quello delle generazioni del periodo. Anche se il nodo centrale si basava sul problema di preservare tali risorse per le generazioni future. A tale problema vi sono state proposte Due soluzioni:  il policy-maker può regolare l'uso delle risorse comuni oppure imporre una tassa sul loro utilizzo…  … ma può anche decidere di trasformare la risorsa comune in un bene privato rendendola escludibile, cioè creando un diritto di proprietà (genera la proprietà privata). Esempi: la recinzione dei pascoli in Inghilterra; le spiagge in concessione; i diritti di estrazione del petrolio; i diritti di caccia e pesca; il pedaggio. GOVERNING THE COMMONS Il libro è stato redatto è stato redatto da Elinor Ostrom proprio in opposizione a quello di Hardin, ove attraverso tre modelli critica l’articolo di Hardin e formula in modo chiaro una terza via tra Stato e Mercato, attraverso 3 modelli. 1. Nel primo modello la Ostrom afferma che esiste una difficoltà a riconoscere l’importanza della diversità istituzionale, innanzitutto afferma che i beni comuni naturali (commons) non sono spazi e risorse in regime di libero accesso, bensì sono ben definiti e autogestiti da un gruppo limitato di persone sulla base di precise regole. Esistono istituzioni, infatti che sono collettive e sono in grado di emanare insiemi di regole che consentono una efficiente auto-gestione delle risorse a disposizioni. 2. Nel secondo modello la Ostrom cita il dilemma famosissimo in microeconomia del prigioniero, dove ci sono due prigionieri che si accusarono a vicenda finendo entrambi per essere accusati e condannati. La Ostrom usa questo esempio in senso metaforico, per sottolineare l’importanza della comunicazione e della cooperazione, affermando che un grave problema è legato proprio all’assenza della comunicazione che porta alla cattiva gestione delle risorse. Afferma altresì che per aversi una efficiente gestione basata sull’autoregolamentazione bisogna introdurre necessariamente alla base di tale modello gestionale la comunicazione e la cooperazione. 3. Nel terzo e ultimo modello la Ostrom prende atto del fenomeno del free riding, secondo cui gli individui che fanno parte di un gruppo con interessi comuni, sono dominati dall’egoismo, e tentati ad agire sfruttando gratuitamente gli spazi comuni approfittando degli sforzi del resto della collettività. Nell’ammettere ciò però egli si soffermò su una teroia piuttosto logica, ovvero che non tutti hanno tendenzialmente tale comportamento, e lo afferma in base alla sua esperienza, in base a studi empirici fatti, dimostrando che effettivamente in alcuni paesi il fenomeno del free rider non sussiste e l’autogestione ha avuto più che successo. - Economia Delle Risorse Naturali - 17 FALLIMENTI DEL MERCATO L'EFFICIENZA DEL MERCATO: Il benessere economico è misurato dalla somma del surplus del consumatore e del produttore. La “mano invisibile” del mercato assicura la massimizzazione del benessere, ma questo, in senso stretto, nel solo caso ideale della concorrenza perfetta. Il meccanismo di mercato può infatti “fallire” In tali situazioni il policy-maker può intervenire per incrementare il benessere. Tale intervento non sempre è necessario ed a volte è addirittura controproducente. PERCHE' IL MERCATO FALLISCE ? Il Mercato (inteso nel senso del meccanismo generale) fallisce in presenza di almeno uno dei seguenti fenomeni:  Esternalità  Asimmetrie informative  Potere di mercato Le tre cause, apparentemente slegate tra loro, possono in realtà essere tutte ricondotte ad un fenomeno comune, la c.d. incompletezza della struttura dei mercati. Con tale espressione si intende l’assenza nel Mercato di uno o più mercati rilevanti, cioè di “luoghi istituzionali” dove siano possibili scambi che, se realizzati, consentirebbero di raggiungere comunque il massimo benessere sociale. In altre parole, il Mercato fallisce perché nel sistema economico non ci sono abbastanza mercati, cioè perché mancano le regole e/o le istituzioni che consentono di realizzare tutti gli scambi mutuamente vantaggiosi. Quindi, la migliore terapia per curare il fallimento del Mercato è ... ancora più mercati! LE ESTERNALITA' Cosa sono le esternalità? Un’esternalità è l’effetto dell’azione di un soggetto economico sul benessere di altri soggetti non direttamente coinvolti. DISTINGUIAMO DUE TIPOLOGIE DI ESTERNALITA': Effetto dannoso: esternalità negativa. Effetto benefico: esternalità positiva. ESTERNALITA' NEGATIVE (DISECONOMIE ESTERNE): L'industria o individuo che produce indirettamente effetti negativi che ricadono su terzi. L'equilibrio iniziale evidenziato nell'intersezione tra domanda e offerta (curve blu) è anche la situazione in cui si raggiunge il maggior benessere sociale. Le industrie non tengono conto però dei costi relativi all'inquinamento che qualsiasi industria normalmente produce. Come possiamo rappresentare l'inquinamento e perciò tale esternalità negativa ? (N.B: il costo dell'inquinamento non è sostenuto direttamente dall'impresa , ma gli viene attribuito come costo per eliminarlo). Allora si passerà dalla curva di offerta privata S (in blu) ad S' (arancione) ovvero la nuova curva di offerta che tiene conto dei costi di produzione aggiuntivi dovuti all'esternalità negativa. - Economia Delle Risorse Naturali - 20 SOLUZIONI PRIVATE ALLE ESTERNALITA': L’azione del Governo non è sempre necessaria per risolvere il problema delle esternalità. 3.DIRITTI DI PROPRIETA': Affinché possa identificarsi come diritto di proprietà, il diritto deve possedere tre caratteristiche imprescindibili: DEFINITO, DIVISIBILE e DIFENDIBILE!! -TEOREMA DI COASE- Il teorema di Ronald Coase del 1960 è uno dei più importanti studi in tema di inquinamento e di esternalità negative, sulla cui base sono state costruite le stesse fondamenta del Protocollo di Kyoto. Esso afferma che: "nella gestione dell'inquinamento e delle esternalità, le negoziazioni di mercato tra le parti fanno tendere verso un equilibrio socialmente ottimale a prescindere da chi possieda il diritto di proprietà" Corollario del teorema: se non ci sono costi di transazione, l’ottimo sociale si raggiunge indipendentemente da chi possiede inizialmente il diritto di proprietà. Se le parti possono negoziare senza costi l’allocazione dei diritti di proprietà, si raggiunge l’ottimo sociale. Se esistono costi di transazione (= costi di negoziazione e stipula del contratto), la negoziazione può essere impossibile, e comunque non si raggiungerà mai l’ottimo sociale perché una parte di benessere viene “bruciata” dai costi. LIMITI AL TEOREMA DI COASE: -nel caso in cui il diritto di proprietà viene assegnato all'inquinatore, l'incentivo ad inquinare aumenta in quanto questo genera un'attività redditizia; -la negoziazione è difficile da applicare quando il numero di danneggiati è elevato, e quindi l'efficienza è possibile solo in presenza di un numero ridotto di parti coinvolte. NO COSTI DI TRANSAZIONE : I costi di transazione sarebbero costi di negoziato, che crescono con la numerosità degli interessati. un esempio concreto può essere la Città di Taranto, con l’Ilva, dove il costo di negoziato è alto. Coase però da indicazioni solo delle condizioni in cui operano le imprese, negoziare è conveniente per tutti, sia per chi produce il danno sia per chi lo subisce. Ma in tale teorema dipende tutto da chi ha il diritto di proprietà. Pertanto non è sempre applicabile il teorema di Coase, vedi Ilva. Esempio Teorema di Coase : diritto di proprietà (medico) Scenario 1 MEDICO INDUSTRIA requisito necessario per svolgere l’attività 400 0 silenzio 0 800 rumore Prodotto Tot massimo nell’economia = 800 A questo punto secondo Coase se nessuno interviene il sistema è capace da se di generare la migliore efficienza, portando comunque il risultato del prodotto tot dell’ economia a quello massimo, ovvero 800 nel nostro esempio. Se prevalesse il medico, l’economia produrrebbe solo 400, in quanto in condizioni di silenzio l’industria non potrebbe operare. Se però prevalesse il rumore l’economia produrrebbe ben 800 che è il massimo totale, ma il medico non potrebbe operare. Date tali condizioni e poiché il diritto di proprietà è del medico, si necessita di una negoziazione, a tal punto l’impresa potrebbe offrire 50 al medico e accontentarsi di produrre 350. L’economia comunque giungerebbe al punto di massima efficienza con una produzione di 800. - Economia Delle Risorse Naturali - 21 Scenario 2 MEDICO INDUSTRIA requisito necessario per svolgere l’attività 450 0 silenzio 0 350 rumore Il sistema è dunque efficiente. Ultimo concetto legato alle esternalità è quello delle esternalità pecuniarie: ‘’un’esternalità si dice pecuniaria quando si manifesta attraverso un aumento dei prezzi, che provoco in tal caso una diseconomia esterna”. LE RISORSE NATURALI RINNOVABILI La caratteristica essenziale di una risorsa rinnovabile è che il suo stock non è fisso ma può essere accresciuto o ridotto nel tempo se si consente o meno di rigenerarsi. Ciononostante esiste una quantità massima, nel senso che nessuna risorsa rinnovabile può replicarsi a livelli superiori alla capacità di sostentamento dell’ecosistema in cui vive. Allo stesso modo è più facile fare esaurire una risorsa rinnovabile qualora il tasso di utilizzo superi continuamente il tasso di crescita naturale della risorsa stessa, o qualora lo stock della risorsa scenda al di sotto di un qualche livello critico, probabilmente a causa di un raccolto eccessivo o per qualche altra ragione non connessa con l’utilizzo diretto della risorsa (es.: distruzione habitat naturale). Cos’è la curva di crescita di una risorsa naturale rinnovabile? La curva rappresenta una funzione logistica: per quantità piccole, la risorsa si moltiplica. Quando il tasso di crescita si riduce la risorsa converge a qualche livello Xmin (livello minimo critico). Se X scende sotto tale livello la risorsa è destinata all’estinzione (Xzero). GRAFICAMENTE : X max= dimensione massima X min= dimensione minima CURVA DI CRESCITA DI PURA COMPENSAZIONE In questo caso, si ignora il segmento della curva compresa tra Xmin e Xmax poiché ipotizziamo non esiste una dimensione minima critica della popolazione. Come possiamo notare, X aumenta sempre, prima a tassi crescenti, poi a tassi decrescenti , man mano che il livello di X diventa sempre più grande fino al raggiungimento della massima capacità di sostentamento dell'ecosistema (Xmax). La risorsa aumenta fino al raggiungimento di un massimo, il PMS (Prodotto Massimo Sostenibile) che si ha in corrispondenza del punto di massimo del tasso di crescita della risorsa. Se raccogliamo la risorsa in modo da ottenere il PMS dallo Stock iniziale, la risorsa si rigenererà da sola e permetterà di ottenere nuovamente il PMS nel periodo successivo. Tuttavia, questo può accadere solo se permettiamo che la risorsa si rigeneri: se questo richiede un anno, si può ottenere il PMS ogni anno; se sono necessari vent’anni siamo destinati ad ottenere il PMS solo ogni vent’anni. - Economia Delle Risorse Naturali - 22 Esiste un elemento di convenienza nell’idea di porre il PMS = Tasso Utilizzo Risorsa, per ottenere in ogni periodo il massimo prodotto. Il punto di massimo del Tasso di Crescita, prende il nome di PMS= PRODOTTO MASSIMO SOSTENIBILE che rappresenta il punto di equilibrio, in quanto PRELEVANDO SOLO L'INCREMENTO DI STOCK (“INTERESSE” ) SI LASCIA INTATTO LO STOCK (“CAPITALE”) GARANTENDO LA SOSTENIBILITA' DELL'ATTIVITA' DI SFRUTTAMENTO DELLA RISORSA STESSA ; QUESTO PERMETTERA' LO STOCK DI RIGENERARSI E DI OTTENERE NUOVAMENTE IL PMS NEL PERIODO SUCCESSIVO GARANTENDO LA SOSTENIBILITA' DELL'ATTIVITA' DI SFRUTTAMENTO DELLA RISORSA STESSA. In altre parole la sostenibilità consiste nel raccogliere solo l'incremento lasciando inalterato lo stock (tasso di utilizzo=tasso di crescita naturale); se prelevo di più intacco lo stock e avvio un pericoloso trend verso l'estinzione. Tasso di sfruttamento Ipotizziamo di avere un solo fattore di produzione e introduciamo in questo caso il fattore lavoro (L) sia : L= Lavoro H=Raccolto x=Stock della risorsa ipotizziamo la seguente relazione : L= H/X  Cioè H=Lx Graficamente Lx è uguale al tasso di crescita della risorsa, il livello di raccolto associato è H’ e lo stock X’. Ogni livello di raccolto alla dx di LX indicherà che il raccolto è maggiore del Prodotto sostenibile X’ e quindi lo stock complessivo della risorsa diminuirà. Al contrario, un livello di utilizzo lungo la retta LX alla sinistra di X’ è inferiore al prodotto che si ottiene per rigenerazione naturale e lo stock complessivo della risorsa aumenterà. H’ non è il raccolto massimo sostenibile, ma si introduce nello schema di gestione della risorsa che indica la variazione della quantità di lavoro che consente di raggiungere il PMS. In questo caso L diventa lo strumento di gestione e il tasso di raccolto viene posto uguale L’X. L’introduzione del livello di lavoro(L) ci permette di determinare il livello di raccolto(H) e il livello dello stock (X). Ciò non ci dice nulla sulla desiderabilità perciò bisogna introdurre i concetti di costo e ricavo. CURVA LAVORO – RACCOLTO Per introdurre i costi e i ricavi bisogna rappresentare (prendendo in considerazione il grafico precedente) la relazione esistente tra il raccolto e la quantità di lavoro utilizzata: in essa sono indicati i vari equilibri in corrispondenza di differenti livelli di lavoro (L indica la pendenza della retta LX). Il Raccolto corrispondente a ciascuna quantità di equilibrio è indicato con b. - Economia Delle Risorse Naturali - 25 RISORSE NON RINNOVABILI Cosa sono le risorse non rinnovabili? Le risorse non rinnovabili sono quelle sostanza solide organiche del sottosuolo (risorse minerarie) che si distinguono in - Fuel: sostanze liquide e gassose, come gli idrocarburi fossili, petrolio e gas naturale. - Non Fuel: Metalli (ferro, nichel, rame, …) e minerali per l’industria (sabbia, fosforo, potassio,…) Nel caso di una Risorsa non rinnovabile non abbiamo una funzione di crescita in quanto lo stock è in quantità fissa!  F(X)=0 Il problema dell’ottima gestione consiste nel determinare il livello di estrazione della risorsa nel corso del tempo. In un profilo efficiente di estrazione delle risorse non rinnovabili, la quantità estratta è maggiore nel presente rispetto al futuro, mentre il prezzo è maggiore nel futuro rispetto al presente. Qual è la regola fondamentale per l’uso ottimale delle risorse non rinnovabili? La regola fondamentale per un uso ottimale delle risorse non rinnovabili è l’uguaglianza tra crescita del valore capitale e tasso d’interesse  P*/P=S Poiché le risorse non rinnovabili sono dei beni capitali che, se lasciati nel sottosuolo, si rivalutano anno dopo anno (guadagni in conto capitale o rendite) - il proprietario della risorsa è indifferente tra estrazione e non estrazione se il tasso di guadagno in conto capitale = tasso di interesse - Al proprietario conviene estrarre se il tasso di interesse (o tasso di sconto – S -) è maggiore del guadagno in conto capitale.  S > guadagno conto capitale. Regola di Hotelling: la risorsa non rinnovabile dovrebbe essere sfruttata in modo tale che il tasso di crescita del prezzo sia uguale al tasso di sconto.  P*/P=S P*= Variazione del prezzo della risorsa nel tempo P= Prezzo della risorsa S= Tasso di sconto P*/P=S può essere scritto anche come Pt=P0est Il prezzo della risorsa in ogni periodo t (Pt) uguale al prezzo della risorsa (P) ad un certo istante iniziale (0) moltiplicato per un fattore montante (e) dove s è il tasso di sconto del tempo t . Cosa accade alla regola di Hotelling quando i costi di estrazione sono positivi? Se i costi di estrazione sono positivi i due prezzi divergono: - Il prezzo della risorsa in superficie (P) - Il prezzo della risorsa nella terra è P-C(X) (dove C(X) rappresenta il costo di estrazione) meglio noto come royalty Ipotizziamo C(X)= C (costi estrazione costanti nel tempo) Funzione uso ottimale risorse non rinnovabili  Poniamo F’(X) e F(X)=0, C(X)=0  Visto che P-C= Royalty(R) F′(x) = C′(X)F′(X) P−C(X) = S − P P−C(X) → P P−C = S → 𝑷 𝑹 = 𝑺 Osservando che P=C+R in ogni periodo t : Prezzo Ottimale = Costo Marginale di estrazione + costo marginale d’uso - Economia Delle Risorse Naturali - 26 IL SENTIERO DEL PREZZO DI HOTELLING 1° QUADRANTE : Gli economisti considerano l'estrazione della risorsa come una fase di transizione dell'uso della risorsa in questione all'uso di una nuova risorsa sostituta. Il prezzo di una risorsa aumenta man mano che si estrae, fino a quando non si trova una risorsa sostituta al tempo t0. In tal caso il prezzo si ferma a Pb. L'andamento del sentiero di prezzo di Hotelling è legato al tasso d'interesse; quanto maggiore è r tanto maggiore è l'estrazione oggi, tanto maggiore sarà il prezzo domani poiché la risorsa è più scarsa. 2°QUADRANTE: Viene rappresentata la quantità di risorsa domandata (ruotata di 180°) ; più alto è il prezzo della risorsa, minore sarà la quantità domandata. 3° QUADRANTE : È un quadrante dummy, ossia la retta di 45° permette semplicemente di traslare una misura nel tempo. 4° QUADRANTE : E' indicata la relazione tra: la quantità domandata estratta, la quantità cumulativa e il tempo. L'area al di sotto della curva rappresenta l'estrazione cumulata e, poiché lo stock della risorsa è finito, si fissa l'area in modo da porre : livelli cumulati di produzione = stock della risorsa. - Economia Delle Risorse Naturali - NELL’INSIEME + Alla base del modello di Hotelling vi è la conoscenza dello stock. Stock della‘risorsa 45° La retta a 45° consente di traslate una misura Del tempo. PB* è il prezzo della tecnologia sostitutiva. Oltre questo livello d prezzo risulta maggiormente conveniente l'uso di una risorsa alternativa. 27 - Economia Delle Risorse Naturali - 30 IL SUOLO Il suolo costituisce lo strato superficiale della crosta terrestre, attraverso il quale avvengono scambi con l’atmosfera, l’idrosfera e la biosfera. Nel suolo si possono trovare anche batteri, funghi, animali, quali i vermi. La composizione di un tipico suolo produttivo è data dal 95 % di materiale inorganico e 5 % di materiale organico. Quali servizi fornisce il suolo? I servizi più importanti che il suolo fornisce sono cibo, acqua, prodotti delle piante per energia, costruzioni e medicine ma include anche compiti di regolarizzazione del clima, delle inondazioni, del sequestro del carbonio etc. Tutti questi servizi ecosistemici prodotti sono utili per l'uomo (poiché generano anche valore). Da chi è resa la validità di tali servizi? È resa grazie al Millenium Services Assessment: -assicurando la vitalità del suolo possiamo garantire cibo e acqua e contrastare i cambiamenti climatici che comportano fenomeni di esasperazione climatica ,come la tropicalizzazione del clima, o un elevato aumento delle temperature; -adottando politiche di gestione sostenibile del suolo costruiamo la resilienza (la capacità di adattamento dei sistemi) di miliardi di individui in ogni parte del mondo; -la produzione di cibo si basa su una buona qualità del terreno e su forniture adeguate di acqua (molti terreni sono stati ripuliti per poter dar vita all'attività agricola). Qual è il problema fondamentale legato all’utilizzo del suolo? Il problema fondamentale non è la mancanza di cibo, ma l'accesso ad esso e la distribuzione delle terre; il 45% della terra arabile (arable land) si trovano nei paesi più sviluppati che ospitano il 25% della popolazione (le terre coltivabili sono in Europa, in Nuova Zelanda ..) Com’è cresciuta la produzione di cibo negli ultimi 100 anni? 1)crescita della popolazione ed espansione dell'area 2)progresso tecnico (ha portato ad aumentare non la produzione ma la produttività. Es. su un ettaro di terra un tempo si otteneva 50 tonnellate di cereali, oggi si ottengono 60 tonnellate grazie all'innovazione genetica aumentando però di molto, gli input provenienti dall'industria chimica meccanica, ottenendo così un aumento sia di superficie che di produzione). Perciò la produzione agricola totale è fortemente cresciuta, ed in parte anche quella pro capite è più che raddoppiata sebbene nei paesi africani la disponibilità pro-capite di cibo si è ridotta e la causa principale è il degrado del suolo (terre non più arabili). Com’è cambiato il ruolo del suolo negli anni? Dagli anni 60' le terre arabili sono aumentate a discapito però delle foreste, includendo così anche terre meno fertili. Dall'85' in poi è rimasto tutto mediamente stabile poiché si è riuscito a raggiungere un equilibrio tra vecchie terre non più utilizzabili e nuove terre messe a coltura. Ma al contempo è diminuita la disponibilità di terra per ettaro per individuo in quanto la popolazione cresce in misura più che proporzionale rispetto ai terreni disponibili, e tutto questo comporta delle pressioni e una diminuzione della disponibilità pro-capite della terra arabile. La popolazione è cresciuta e continua a crescere, ma di quanto deve aumentare la produttività agricola per soddisfare la domanda corrente e l'aumento di questa domanda? La produttività della terra dovrebbe aumentare di oltre il 50% (in parte è compensata da altri paesi che hanno la possibilità di esportare vista la maggiore produzione a fronte di poca popolazione). - Economia Delle Risorse Naturali - 31 Andamento Elastico ed Anelastico dell’approvvigionamento alimentare In passato (dagli anni 60' agli anni 90') c'è stata una domanda di alimenti sempre maggiore che incontrava un'offerta infinitamente elastica con prezzi costanti, poiché la produzione cresceva di pari passo. Il fattore produttività è strettamente collegato all'aumento dell'uso di fertilizzanti e pesticidi, che a lungo andare rendono il terreno improduttivo. Con l'uso di fertilizzanti e pesticidi (che hanno generato il degrado ambientale), a parità degli incrementi della domanda, l'offerta non cresceva, ma successivamente, l'offerta ha iniziato a riprendere il suo andamento normale con un incremento dei prezzi agricoli. Un paese che nella globalizzazione può produrre per vendere, comincia l'accaparramento dei migliori terreni per produzioni esportabili, lasciando alla popolazione locale i terreni peggiori per la produzione locale.  IL FENOMENO DEL LAND GRABBING Che cos’è il fenomeno del land grabbing? letteralmente “accaparramento della terra”, cioè l’acquisizione da parte di privati o di enti governativi stranieri del diritto di sfruttare terreni coltivabili. Solitamente ne fanno le spese le popolazioni locali, che perdono così la loro principale fonte di sostentamento. Il fenomeno è cresciuto in maniera vorticosa nell’ultimo decennio. Quali interessi hanno dato vita al fenomeno del Land Grabbing? - Aumento dei prezzi dei prodotti agricoli - Business agrocarburanti - Recente crisi finanziari Com’è la situazione in Europa? Quali azioni ha perseguito l’Unione Europea? Da qualche tempo, gli accaparratori di terre hanno messo gli occhi sui suoli più fertili d’Europa. È quanto mette in evidenza Land Concentration, Land Grabbing and People’s Struggle in Europe, lo studio realizzato dal Coordinamento europeo Via Campesina e da Hands off the land, che mette in guardia sul pericoloso innalzamento del livello di concentrazione della proprietà delle terre europee. Dal rapporto emerge un dato insospettabile: in Europa il 3% dei proprietari di terreni agricoli detiene il 50% di tutte le superfici agrarie. multinazionali e fondi sovrani stranieri hanno infatti spostato il mirino verso l’Europa occidentale: dapprima i cosiddetti Pigs, con in testa regioni come l’Andalusia e la Catalogna, poi Germania, Francia e Austria sono diventati oggetto di speculazione economico-finanziaria da parte dei colossi attivi nell’agro-business, degli hedge fund, delle aziende cinesi in espansione e degli oligarchi russi. E l’Unione Europea? Certo in questi anni, con la Politica agraria comune, non ha frenato il diffondersi del fenomeno; anzi, lo ha favorito tramite l’elargizione di sussidi destinati quasi esclusivamente alle grandi aziende agricole. Una politica non lungimirante che da un lato ha di fatto impedito l’ingresso nel mercato agricolo di nuovi soggetti (piccoli proprietari in grado di contrastare lo strapotere dei “big”), dall’altro ha confermato una volta di più quanto il Vecchio Continente sottostimi il problema della terra, che non viene - Economia Delle Risorse Naturali - 32 considerata alla stregua di un bene comune. Ovviamente il fenomeno ha già avuto ripercussioni considerevoli, con alcune derive violente. Chi si è opposto contro tale fenomeno? L’unico organismo internazionale a fare una mossa concreta contro l’accaparramento delle terre è stata la FAO che, nel maggio 2012, ha approvato le “Linee guida per i regimi fondiari e l’accesso alle risorse ittiche e forestali” varate dalla Commissione sulla sicurezza alimentare. Il documento ha individuato princìpi e pratiche ai quali i governi di tutto il mondo dovrebbero ispirarsi per garantire un più equo accesso alla terra. A opporsi in modo più netto al land grabbing sono state soprattutto le popolazioni locali le quali, nei casi più estremi, sono state protagoniste di episodi di rivolta e di occupazione di terre. È il caso della comunità contadina di Narbolia, in provincia di Oristano, che si è unita contro un piano che prevede l’utilizzo di centinaia di ettari di terra coltivabile per la costruzione dell’impianto di serre fotovoltaiche più grande d’Europa. Ma il problema riguarda anche le aree urbane. Recentemente le rivolte hanno coinvolto la città di Vienna, dove un gruppo di giovani cittadini è tuttora in mobilitazione per costituire una comunità agricola all’interno di un contesto urbano. - Economia Delle Risorse Naturali - 35 L’ACQUA circa il 71% della superficie terrestre è ricoperto di acqua, mentre solo il 29% circa è rappresentato dalle terre emerse Oltre il 97% di tutta l’acqua presente sulla Terra è rappresentata da acqua salata Le acque dolci (che contengono fino ad un massimo di 500mg/l di sali), invece rappresentano solo il 3% scarso di tutta l’acqua presente sulla Terra e sono distribuite in maniera molto diversificata: Della parte accessibile , ¾ arriva sotto forma di inondazioni e non è immediatamente utilizzabile. Attraverso la costruzione di dighe, l'acqua disponibile per l'attività umana è di 12.500 km³, e di questi , il 35% è usata direttamente dall'uomo, il 19% è usata instream (consumo “fisico” es. pesca o navigazione) L’uso agricolo impatta notevolmente sulle riserve idriche, perché appena un terzo delle quantità prelevate rientra nel ciclo dell’acqua. Gli altri grandi utilizzatori sono il settore industriale e quello civile. I consumi d’acqua : sono aumentati nel tempo e sono elevati nei paesi di antica industrializzazione (USA). Il fabbisogno e il consumo d’acqua sono molto differenti da area ad area. Questi consumi dipendono da vari fattori: - numero di abitanti, - tasso di popolazione urbana, - sviluppo economico. Uno dei problemi principali è legato alla scarsità ed all’iniqua distribuzione dell’acqua a cui è necessario ottemperare riducendo gli sprechi e sensibilizzando al risparmio ed al controllo dei consumi gli usufruttuari. Dove vi è scarsità e dove è possibile sono stati costruiti impianti di desalinizzazione delle acque marine, invasi e dighe per la raccolta, canalizzazioni per il trasporto, e impianti moderni per la distribuzione. A livello mondiale vi sono enormi differenze nell'uso dell'acqua tra paesi ricchi e poveri. A quali fattori è legato il vincolo della scarsità? L'emergenza acqua è dovuta a una congiuntura di fattori: 1) L'Aumento della popolazione mondiale comporta una sempre crescente richiesta di questa risorsa. 2)L'inquinamento causa l'esclusione di importanti fonti di approvvigionamento; a)gli scarichi civili riversano nei fiumi una tale quantità di materia organica da bloccare le naturali potenzialità autodepurative dell'acqua. b)gli scarichi industriali riversati direttamente nei fiumi o in mare, o che arrivano indirettamente a fiumi e laghi attraverso le precipitazioni meteorologiche. c)I fertilizzanti e i pesticidi usati in agricoltura provocano l'inquinamento delle falde acquifere. 3) I cambiamenti climatici globali: a)l'effetto serra causato dall'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera ha infatti gravi ripercussioni sull'assetto idrico del pianeta. b)Nelle regioni aride comporterà un aumento annuo della temperatura con conseguente calo delle precipitazioni del 10% circa. - Economia Delle Risorse Naturali - 36 c)Mentre nelle regioni a clima freddo o temperato porterà a un aumento delle precipitazioni nei periodi invernali (di 2-3 volte) e a una loro diminuzione del 20-40% nei periodi primaverili. 4) problemi di distribuzione di popolazione e risorse idriche; ci sono aree come Africa, Europa e Asia (in particolar modo) in cui l'utilizzo è di gran lunga maggiore rispetto alla disponibilità della risorsa idrica. Nei prossimi anni, a causa del riscaldamento globale, le precipitazioni diminuiranno e quindi si ridurranno le risorse idriche di molte zone, mentre aumenterà la domanda a causa della crescita della popolazione: si prevede che nel 2030 quasi metà della popolazione mondiale vivrà in aree soggette a forte stress idrico Come distinguiamo l’acqua in base alla provenienza? ACQUE SUPERFICIALI : ACQUE SOTTERRANEE: È costituita dall'insieme di fiumi, Si raccoglie nel sottosuolo in strati laghi, e bacini artificiali che si porosi di roccia chiamati acquiferi raccolgono e scorrono sulla (attraverso un processo superficie terrestre . E' d'infiltrazione) . Benché vengano considerata una risorsa rinnovabile. ricaricate grazie alla percolazione della pioggia e dalle nevi sciolte, la ALLOCAZIONE EFFICIENTE: maggior parte di esse si è il problema dell'allocazione efficiente consiste accumulata nel tempo geologico e nel distribuire una quantità di una volta esaurita non si ricostituisce. risorsa rinnovabile fra i Il loro ritmo di rigenerazione è al di consumatori che sono in sotto del loro tasso di utilizzo concorrenza tra loro. perciò sono da considerarsi come Per risolvere il problema in termini risorse non rinnovabili di efficienza allora, è necessario Di conseguenza il loro utilizzo ha che l'acqua venga allocata in modo concrete ripercussioni sulle tale che il beneficio marginale quantità disponibili per le netto risulta uguale per tutti i generazioni future. possibili usi della risorsa. Per risolvere il problema è Vi è però anche un 2° problema dato necessario allocare tale risorsa dal fatto che l'offerta di acqua secondo i principi di equità ed superficiale non è disponibile in efficienza. uguale quantità da un anno all'altro dal momento in cui le precipitazioni ALLOCAZIONE EFFICIENTE: e le evaporazioni non sono costanti Lo sfruttamento efficiente delle nel tempo. risorse idriche sotterranee richiede che il loro prezzo di mercato sia uguale al costo marginale totale (somma tra costo marginale d'estrazione e costo marginale d'uso) , che rappresenta la scarsità della risorsa. Rappresentando il concetto di efficienza dinamica, man mano che la risorsa si esaurisce , il costo marginale di estrazione e il costo marginale d'uso aumentano nel tempo . In questo caso non si estrarrà più la risorsa per due motivi : 1. si ha l'esaurimento della falda; - Economia Delle Risorse Naturali - 37 2. non risulta più conveniente estrarla poiché il costo di estrazione è maggiore del beneficio marginale che si ottiene estraendola. Nel caso in cui nelle vicinanze delle acque sotterranee fosse disponibile un'elevata quantità di acqua superficiale, quest'ultima potrebbe sostituire la prima, in quanto l'acqua superficiale possiede la stessa qualità ma ad un prezzo inferiore , e inoltre si annullerebbe il costo per estrarre l'acqua sotterranea. Cos’è l’Acqua Virtuale? L’acqua virtuale o water footprint è l’acqua utilizzata nella produzione delle merci in ogni fase della filiera e che quindi ”virtualmente” contenuta nelle merci. Il concetto include l’uso diretto di acqua e il consumo indiretto incorporato nei prodotti di uso quotidiano. Calcolando quanta acqua si consuma per produrre una determinata merce si determina la loro impronta idrica. L'impronta idrica è un indicatore del volume totale di risorse idriche utilizzate da un paese per produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti della nazione stessa.Comprende l’acqua, prelevata da fiumi, laghi e falde acquifere (acque superficiali e sotterranee), impiegata nei settori agricolo, industriale e domestico e l’acqua delle precipitazioni piovose utilizzata in agricoltura. Per esempio, quando indossiamo una T-shirt (che pesa circa 250 gr), in realtà stiamo indossando anche 2.700 litri (l) di acqua. Quando beviamo un bicchiere di vino, beviamo anche 120 l di acqua. Lo stesso per un hamburger, assieme alla carne abbiamo consumato anche 2.400 l di acqua. Cos’è l’Acqua fossile? L'acqua fossile è acqua bloccata in una falda acquifera per un periodo molto superiore al normale ciclo dell'acqua, restando in questo luogo del sottosuolo per migliaia, milioni, o addirittura miliardi di anni. Quando i mutamenti geologici sigillano lo strato acquifero da ulteriori ricariche, l'acqua resta intrappolata all'interno e viene descritta come acqua fossile. Il metodo del carbonio-14 ha rivelato che alcune riserve d'acqua risalgono a 40.000 anni fa, prima dell'ultima glaciazione. L'acqua fossile è acqua bloccata in una falda acquifera per un periodo molto superiore al normale ciclo dell'acqua, restando in questo luogo del sottosuolo per migliaia, milioni, o addirittura miliardi di anni. Quando i mutamenti geologici sigillano lo strato acquifero da ulteriori ricariche, l'acqua resta intrappolata all'interno e viene descritta come acqua fossile. Il metodo del carbonio-14 ha rivelato che alcune riserve d'acqua risalgono a 40.000 anni fa, prima dell'ultima glaciazione. Si considera lo sfruttamento di queste acque al pari di una risorsa mineraria in quanto si tratta di una risorsa non rinnovabile! - Economia Delle Risorse Naturali - 40 IL FUTURO DELLE RISORSE MINERARIE Harold Hotelling scriveva nel 1931: «La contemplazione della scomparsa delle ricchezze minerarie, delle foreste e delle altre risorse esauribili del pianeta ha sollevato la questione della regolazione del loro sfruttamento.” Egli affermava difatti che la percezione che questi prodotti sono ora troppo a buon prezzo per il beneficio delle generazioni future, che sono sfruttati egoisticamente ad un ritmo troppo elevato e che a causa della loro economicità sono prodotti consumati con grande spreco ,ha dato origine al movimento di conservazione. Come già sappiamo, tutte le risorse non rinnovabili, hanno un picco, ossia una fase in cui vi è grande disponibilità delle risorse che vengono offerte a prezzi bassissimi fino a raggiungere un picco, seguito da un declino in cui la risorsa comincia a scarseggiare. MERCURIO: il picco è stato raggiunto nel 1971, PIOMBO: presenta un picco nel 1978 e durante i periodi bellici (1920/1940) , ma si prevede un picco nei prossimi 20 anni. CADMIO: registra un picco nel 1992 quando iniziano a fare dei controlli dei livelli di cadmio sui luoghi di lavoro e nel 1995 infatti vengono attuate misure di riduzione degli impieghi. La durata prevista di una risorsa può essere calcolata come rapporto tra riserve e consumi annuali. All'origine di allocazioni inefficienti e inique, bisogna tener conto non solo di errate misure di regolamentazione ma considerare anche un secondo fattore , il potere dei paesi esportatori di petrolio (cartello OPEC), che producono ed esportano petrolio in tutto il mondo , che viene esercitato sul prezzo della risorsa la quale non trova un mercato di concorrenza determinando così un'allocazione inefficiente. La costituzione di un cartello, viene resa possibile principalmente da 4 fattori: 1-l'elasticità della domanda di petrolio OPEC: minore è il valore dell'elasticità, maggiori sono i vantaggi conseguibili costituendo un cartello. L'elasticità rispetto al prezzo dipende dalle opportunità di conservazione della risorsa e dalla disponibilità di prodotti sostitutivi che limita la capacità del cartello di produttori di rialzare i prezzi. 2-l'elasticità della domanda di petrolio rispetto al reddito: indica quanto la domanda sia sensibile alla crescita dell'economia mondiale. All'aumentare del reddito la domanda di petrolio dovrebbe salire. 3-l'esistenza di un'offerta proveniente da Paesi produttori non appartenenti all'OPEC; se i produttori che si trovano al di fuori deli paesi OPEC fossero in grado di rispondere a incrementi di prezzo con consistenti espansioni della propria produzione, potrebbero generare un incremento dell'offerta di greggio tale da provocare una caduta dei prezzi. 4-la compatibilità fra gli interessi dei vari membri dell'OPEC: in un cartello formato da molti venditori, il campo di azione di ciascun venditore è limitato, ma ognuno è incentivando a deviare da un comportamento collusivo. In conclusione, la cartellizzazione non è una strada facile, tuttavia quando è percorribile può rivelarsi molto redditizia che conferisce un notevole potere politico ai paesi esportatori. - Economia Delle Risorse Naturali - 41 PETROLIO Cos’è: Il petrolio è un combustibile fossile della famiglia degli idrocarburi, sostanze chimiche costituite prevalentemente da carbonio e idrogeno. La moderna civiltà industriale dipende in larga misura dal petrolio, che costituisce oggi la principale fonte di energia in tutto il mondo. I derivati della sua lavorazione sono usati per il funzionamento dei motori (cherosene, benzina, nafta), per il riscaldamento (gasolio) e per la produzione di materie plastiche e altri prodotti chimici. In Italia copre il 54 % del fabbisogno di energia. Come si forma: La formazione del petrolio inizia molti milioni di anni fa. I resti di organismi marini e piante che crescono sui fondali oceanici, e in misura minore di organismi terrestri trasportati in mare dai corsi d’acqua, si depositano sul fondo e vengono ricoperti da sabbia, fango e detriti. In assenza di aria, le sostanze organiche sono attaccate e decomposte da microrganismi. A poco a poco il carbonio e l’idrogeno prevalgono sugli altri elementi e si formano gli idrocarburi, in parte gassosi e in parte liquidi, che si accumulano nelle rocce, soprattutto in quelle porose. Con il tempo le rocce liberano gli idrocarburi di cui sono imbevute, che tendono a salire finché non incontrano un terreno impermeabile. Qui rimangono intrappolati a formare giacimenti dove, oltre al petrolio, è spesso presente il metano. Come si estrae: Una volta individuato il giacimento, si eseguono perforazioni per valutarne la grandezza e la qualità. Sopra i giacimenti si installano le caratteristiche torri per la trivellazione del terreno (pozzi petroliferi) attraverso le quali il petrolio arriverà in superficie. Gli impianti di trivellazione in mare aperto sono installati su apposite piattaforme, capaci di resistere alla forza delle onde e del vento, sia galleggianti che poggianti su piloni piantati sul fondale. A volte il petrolio sale da solo per effetto della pressione, più spesso deve essere pompato dall’esterno. Il petrolio greggio estratto dai pozzi viene poi trasportato attraverso tubazioni (oleodotti) e con navi cisterna (petroliere) fino alla raffineria. La lavorazione del petrolio: Nelle raffinerie il petrolio greggio viene scomposto in diversi prodotti attraverso un processo, detto di distillazione frazionata, basato sul suo graduale riscaldamento. Via via che la temperatura aumenta, dal greggio evaporano gas di diverso tipo che sono raccolti separatamente e poi trasformati di nuovo in liquidi. Alle temperatura più basse (50-220 °C) si separano i cosiddetti "idrocarburi leggeri", tra i quali la benzina, a temperature intermedie (180-360 °C) il gasolio per il riscaldamento e il cherosene per i motori degli aerei a reazione. A temperature più alte si ottengono gli "oli pesanti", combustibili meno pregiati usati nelle centrali termoelettriche. Dai residui della lavorazione si ottengono nafte usate per riscaldamento e come combustibile. Geografia del petrolio: I Paesi più ricchi di petrolio sono quelli del Medio Oriente (Iran, Irak, Arabia Saudita e Kuwait), le due Americhe (USA, Messico e Venezuela in particolare), l’Africa settentrionale (Algeria e Libia) e i Paesi dell’ex Unione Sovietica. Molti Paesi industrializzati, tra i quali l’Italia, non dispongono di giacimenti e devono quindi ricorrere alle importazioni. Impatto ambientale: Come tutti i combustibili di origine fossile, anche il petrolio e i suoi derivati durante la combustione producono sostanze inquinanti, tra le quali anidride carbonica (responsabile della formazione dell’effetto serra), biossido di azoto e ossidi di zolfo (che contribuiscono alla formazione delle piogge acide). Come il carbone, la combustione del petrolio produce il "particolato", particelle di polvere che, diffondendosi nell’aria, contribuiscono all’aumento dello smog. - Economia Delle Risorse Naturali - 42 GAS NATURALE: Il gas naturale, in virtù delle sue caratteristiche chimico-fisiche, è considerato tra le fonti di energia più pulite attualmente accessibili. Infatti, come dimostrato da numerose ricerche, il gas naturale produce in fase di combustione una minor quantità di inquinanti atmosferici come CO2 ed ossido di azoto, trascurabili emissioni di ossido di zolfo, e non produce polveri sottili, contribuendo così al miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente. CHE COS'E' IL GAS NATURALE: Il gas naturale è un combustibile fossile composto da una miscela di idrocarburi, in prevalenza metano (90- 95%). Per questo motivo viene anche identificato con il termine di metano o gas metano. Normalmente contiene anche idrocarburi gassosi più pesanti come etano, propano e butano, nonché, in piccole quantità, pentano. Sono sempre presenti modeste percentuali di gas diversi dagli idrocarburi come anidride carbonica (CO2), azoto, ossigeno (in tracce), gas nobili e solfuro di idrogeno. Alcuni di questi prima che il gas venga immesso al consumo devono essere rimossi attraverso trattamenti chimici. In Italia, la media del gas naturale impiegato contiene il 99.5% di metano, il 0.1% di etano e circa lo 0.4% di azoto. COME SI E' FORMATO IL GAS NATURALE: Il gas naturale è un combustibile di origine fossile formatosi, generalmente insieme al petrolio, centinaia di milioni di anni fa per decomposizione chimica di sostanze organiche (es. alghe, plancton) in assenza di ossigeno. I combustibili fossili si formano quando la materia organica, mescolata a sabbia e melma argillosa, viene compressa sotto strati di sedimenti che si depositano uno sull'altro. La compressione e le temperature molto alte che si riscontrano nelle profondità della terra causano la rottura dei legami chimici nelle sostanze organiche portando alla formazione degli idrocarburi. Il gas naturale può formarsi anche per trasformazione della materia organica prodotta da microorganismi molto piccoli. Il gas che si crea con questo processo di formazione viene definito metano biogenico. I microorganismi che determinano la formazione del metano biogenico si trovano comunemente nelle zone più superficiali della crosta terrestre. Inoltre vivono negli intestini della maggior parte degli animali, compreso gli esseri umani. DOVE SI TROVA: La localizzazione geografica delle riserve di gas rispecchia, per ovvi motivi, quella del petrolio: Russia, Iran e Qatar possiedono circa il 53,4% delle riserve di gas naturale. Come per il petrolio, lo sfruttamento dei giacimenti avviene in maniera diseguale. Il Medio Oriente, ad esempio, estrae poco gas, in rapporto alle riserve disponibili. Infatti, possiede il 40% delle riserve mondiali e produce solo il 16% del gas consumato in un anno da tutto il mondo, mentre Stati Uniti ed Europa occidentale estraggono gas a ritmi elevati in rapporto alle riserve disponibili. Gli Stati Uniti, infatti, nonostante posseggano solo il 4,5% delle riserve mondiali provate di gas naturale, producono oltre il 19,7% del gas consumato nel mondo. Questo significa che, mantenendo l’attuale livello di produzione e in assenza di scoperte di nuovi giacimenti, questi Paesi nel giro di pochi anni (13 per il Nord America e circa 19 per l’Europa) termineranno le loro riserve e dovranno utilizzare solo il gas importato. IL GAS NATURALE E IL CONTROLLO DEI PREZZI: L’esperienza americana: nel 1938 con il Natural Gas Act, agenzia federata Federal Power Commission preposta a fissare dei prezzi “equi”. Ma prezzi artificiosamente bassi incentivarono ad un uso eccessivo della risorsa e aumenti futuri attesi dei prezzi inducono al razionamento dell’offerta corrente. Il limite di prezzo corrente e futuro induce una riduzione nei costi marginali d’uso ed un aumento nella produzione corrente Qc. ⇒ Il controllo dei prezzi danneggia i produttori; ⇒ anche i consumatori futuri non sarebbero tutelati a sufficienza. I meccanismi di controllo dei prezzi possono essere uno strumento politico appetibile: i consumatori correnti/elettori ne beneficerebbero. Ma inefficiente (nel 1974-75 gravi problemi di scarsità del gas negli Stati Uniti). ⇒ Dal 1978 il Congresso USA approvò il Natural Gas Policy Act, che diede avvio al processo di graduale liberalizzazione dei prezzi del gas negli Stati Uniti.
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