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Educatore Professionale, Appunti di Psicopedagogia

Riassunto capitolo 1 del libro Educatore Professionale, F. Crisafulli.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 04/01/2021

Gaiacci00
Gaiacci00 🇮🇹

4.4

(13)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Educatore Professionale e più Appunti in PDF di Psicopedagogia solo su Docsity! CAPITOLO 1 In società caratterizzate da processi di disgregazione sociale e dell’aumento degli stadi di disagio e al tempo stresso la nascita di nuovi stili di vita, l’educatore rivolge la propria opera a individui a rischio di emarginazione dal tessuto sociale. L’affermarsi di questa figura è un processo sempre più consolidato in tutta Europa, questo specialista ha come mandato generale quello di agire nello spazio dei legami fra gli individui e i vari ambiti della vita sociale affinché il legame stesso non si rompa. La definizione per questa professione tende ad essere ‘educatore professionale’ in Italia e l’apparire di questo specialista è il risultato della valorizzazione di una pratica educativa considerata necessaria. I cambiamenti fondamentali che hanno alimentato il valore delle pratiche di educazione sono riconducibili a due fenomeni; il primo è l’aumento degli stadi di disagio e processi di disgregazione sociale, causato dai processi di industrializzazione; il secondo è l’allargamento degli spazi di esercizio di diritti, che va di pari passo con la nascita di nuovi stili di vita. Il termine educazione deve essere declinato nella giusta direzione. La sua ampiezza semantica può generare fraintendimenti per chi si avventura nella sua conoscenza. Relazione tra lavoro educativo e psichiatria. È proprio dal dialogo tra psichiatria e settori sociali, nasce il bisogno di prendersi cura degli aspetti medici ma anche dell’integrità della persona, proprio in tale percorso si forma la figura dell’educatore. Fondamentale per evidenziare l’emergente bisogno della funzione educativa è la legge sui diritti delle persone con disabilità del 2006 (convenzione dell’Onu). Tutti dobbiamo avere gli stessi diritti tanto che ad oggi risultano quasi scontati, ma per le persone disabili non è così. Per questo motivo l’ONU ha sentito il bisogno di prendere una chiara e forte posizione a tutela loro. La disabilità è stata per anni affrontata da un punto di vista biomedico ed è stata oggetto di attenzioni di politiche assistenziali e sanitarie, così faccendone si rischiava di minacciare l’integrità della persona, se interpretano la disabilità come uno stato da superare e non come parte della diversità umana e dell’umanità stessa. Per identificare la sua principale funzione ci si rivolge al termine ‘educazione’ che si appella alla tradizione umanistica, la quale propone ideali di ugualitarismo, universalismo e il rifiuto di un modello astratto e normativo di essere umano. Tre possibili significati al termine educazione: 1) il processo generale attraverso sui l’individuo in interazione con l’ambiente sviluppa le proprie capacità 2) le pratiche che l’ambiente sociale mette in atto intenzionalmente per sviluppare le capacità dell’individuo 3) la parte di queste pratiche che riguardano in particolar modo le regole relazionali, gli usi, i valori condivisi dalla maggioranza della società. inoltre educazione può anche indicare le pratiche che dedicano una cura particolare a questo processo, l’educazione assume così caratteri di azione e non solo di processo, indicando pratiche che assumono denominazioni specifiche, in base alle caratteristiche. Le prime tre definizioni tendono a confondersi tra di loro, anche perché sono in relazione l’una con ‘altra. Il terzo significato è un processo regolativo delle prime due, che ‘vigila’ su quelle capacità ritenute adeguate per le relazioni sociali. la funzione di vigilanza è assicurata da un modello ideale di uomo, una sorta di standard che i vari gruppi socili elaborano per definire le norme di comportamento. La corrispondenza tra individuo ideale e reale è da sempre problematica ma con l’avanzare della nostra società lo è ancora di più. Mentre le prime tre definizioni esprimono processi naturali e spontanei, la quarta definizione riguarda un processo con maggiore artificialità ed è legato a vari modi di interpretare le relazioni sociali e l’essere umano. Il quarto significato attinge alla tradizione delle disciplina umanistiche( tradizione che si intreccia con l’evoluzione delle discipline tecnologiche e delle scienze della natura ma che mantiene una sua autonomia epistemologica e questo suo evolversi in una cornice epistemologia porta con sé forze, che nascono dal suo essere all’interno di un percorso riflessivo in continua evoluzione, ma anche debolezze, generate dal fatto di poter essere esercitate solo se esistono le condizioni per il suo esercizio. La funzione educativa in senso umanistico si coniuga con visioni democratiche e ambienti aperti al dialogo e al rispetto della singolarità. D’aiuto sono i lavori della filosofa Nussbaum, la quale sostiene che gli studi umanistici e artistici promuovono un clima di responsabilità e di disponibilità, sviluppando le capacità di sentire l’altro e coglierne i problemi. Le competenze elencate dal core competence confermano il comune sentire. Le riflessioni sulle potenzialità e sulle capacità di ogni individuo, richiamate nel core competence, possono essere approfondite nei lavori che Nussbaum ha sviluppato con il filosofo ed economista Sen; il loro approccio alle ‘capacità’ ha stilato una lunga lista, ancora da definire ed in continua evoluzione, di capacità umane fondamentali, che caratterizzano l’essere umano come tale. Queste capacità dovrebbero essere perseguite da ogni persona individualmente e si devono trovare nel tessuto sociale. Tutte queste capacità concorrono a fare dell’esistenza una vita meritevole della dignità che spetta ad ogni essere umano. Un esempio potrebbe essere la scuola, la quale nutrirebbe queste capacità se non fosse minacciata da politiche colte alla crescita economica. Oltre la scuola è necessario vedere tutta la società coinvolta e una particolare attenzione andrebbe posta a chi incontra ostacoli ed esclusioni di varia natura, proprio qui agisce l’educatore. Un manifesto dell’educazione per le generazioni a venire è un passo di Kant, nel quale indirizza l’educazione verso la cultura del libero pensiero e dello spirito critico e la sottare dal compito di formulare un modello predefinito di uomo. L’educazione si forma in questo mondo come ‘educazione negativa’ (Rousseau) ossia una pratica di emancipazione, che cerca di creare le condizioni
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