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EDUCAZIONE CIVICA/ITALIANO/FILOSOFIA - ELABORATO SULLA TOLLERANZA, Appunti di Filosofia

contiene un approfondimento sul rapporto tra tolleranza e religione.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 01/09/2021

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margherita-galli-4 🇮🇹

3.5

(2)

18 documenti

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Scarica EDUCAZIONE CIVICA/ITALIANO/FILOSOFIA - ELABORATO SULLA TOLLERANZA e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Elaborato sulla tolleranza Per riuscire a elaborare al meglio questo tema, la tolleranza, è necessario prima definire questa parola, la quale ha varie sfumature di significato: -capacità fisica di resistere senza danno a qualcosa, questo primo significato riguarda soprattutto la tolleranza del corpo umano a qualcosa, come il caldo, il freddo ecc; -permettere o accettare idee e atteggiamenti diversi dai propri; dimostrare comprensione o indulgenza per gli errori e i difetti di altri, in questo secondo caso il concetto riguarda più in particolare la psiche umana a confronto con i cattivi atteggiamenti altrui. Tolleranza e religione La tolleranza può avere, come abbiamo già detto varie sfumature, un chiaro esempio è la libertà di religione. La tolleranza religiosa è infatti nata quando i culti ebraici e la predicazione dei primi cristiani furono percepite dalle autorità con un carattere esclusivo, come una minaccia all'ordine pubblico, e per questo entrambe furono oppresse. L'imperatore romano Costantino emanò nel 313 l'editto di Milano, per risolvere la questione creatasi, con questo decreto riconosceva il cristianesimo come religio licita (culto riconosciuto ed ammesso dall’Impero). tollerandolo accanto ai culti tradizionali. Negli anni successivi, dall'editto di Tessalonica del 380 fino al Medioevo, il cristianesimo divenne l'unica religione riconosciuta e in parte obbligatoria per tutti i membri dell'impero. Per molti secoli, il movimento contro i pagani e gli eretici è stato il motore della politica e della storia culturale occidentale e per centinaia di anni questo è stato un principio fondamentale del diritto pubblico europeo. A rompere questo sistema e rappresentare una svolta decisiva, fu la riforma protestante, che mise in crisi l'unità religiosa europea nel XIV secolo: per liberarsi dalla crisi provocata dalle guerre di religione in Francia, Gran Bretagna e Germania, iniziarono a sostenere Movimento dei principi della tolleranza religiosa. La spinta principale viene dagli umanisti, come Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro, o da eretici, per esempio Sebastiano Castellione. Queste derivano dal principio della libertà di coscienza e mettono in dubbio la possibilità di imporre un credo di violenza. Allo stesso tempo, questo è anche il motivo per cui il Paese propone la pace religiosa. Ad esempio, i partiti politici attivi in Francia durante le guerre di religione credevano che per sbarazzarsi di questa situazione fosse necessario limitare la religione alla sfera privata, e il compito della politica era quello di formare le basi della vita pubblica. Motivato da questi temi, il re di Francia Enrico IV emanò nel 1598 l'Editto di Nantes, che concesse la libertà religiosa agli ugonotti, poi in Inghilterra la Toleration Act del 1689, nell'Impero asburgico con editto di tolleranza del 1781, e poi di nuovo in Francia nel 1787 quando terminarono le persecuzioni iniziate da Luigi XIV nel 1685. Le monarchie d'Europa rimasero regni confessionali, con una religione ufficiale, ma gradualmente aumentò la tolleranza verso le altre religioni, cioè la loro presenza nei confini dello stato fu legalmente ammessa. Furono le rivoluzioni settecentesche che portarono a una svolta più sostanziale. | testi costituzionali e le dichiarazioni rivoluzionarie infatti consideravano la libertà religiosa un diritto dell'individuo, non una concessione dall’alto. Infatti durante il settecento, periodo dell'illuminismo e della tolleranza, nel quale la ragione è l’unico strumento di cui l’uomo si serve per far luce sul mondo, togliendo le tenebre dell'ignoranza e della superstizione. Alla radice della mentalità illuminista c'è il rifiuto di ogni tradizione, di ogni autorità, in nome dell'autonomia della ragione, che è l'unico strumento oggettivo capace di separare la verità dalla menzogna, la giustizia dall'ingiustizia, il profitto dal dannoso. La ragione può diventare la prova su cui sperimentare la veridicità di tutto ciò che costituisce il patrimonio culturale dell'umanità: ciò che corrisponde alle esigenze della ragione e della natura va conservato, tutto il resto va riformato o rimandato. Sulla base di questo radicale antidogmatismo, gli illuministi condussero un ampio esame critico della storia, delle istituzioni, della convinzione della cultura europea, non limitandosi ad un'elaborazione teorica, ma inventando nuovi strumenti culturali e attivando canali comunicativi per diffondere al massimo i lumi della ragione. Gli illuministi assumo un comportamento polemizzante nei confronti dell'esistenza, affermando il proprio diritto di analisi e di critica. Da qui il tentativo di sottoporre qualsiasi realtà a un giudizio della ragione per determinare cosa potrebbe essere di beneficio per la società. L'Illuminismo era laico, ma non sempre ateo o antireligioso. Il suo principale obiettivo critico erano le religioni rivelate costituite da dogmi e divise dall'intolleranza reciproca. Se il problema della tolleranza si impone ad ogni fermamento di eresie al fine di precisare l'atteggiamento teoretico e pratico da assumere nei confronti delle nuove dottrine, si può dire che nel XVII secolo ha raggiunto il suo vertice, e non soltanto a causa della riforma protestante, quanto per il confluire di una molteplicità di aspetti storici, culturali, politici ed etnici. La complessità di queste situazioni ha unito studiosi, regnanti, riformatori e tradizionalisti in una comune problematica, quella della tolleranza: fu una questione L'intolleranza religiosa continua a essere uno dei grandi massi posti sulla strada della pace e della convivenza tra culture. Tolleranza e figura della donna Nel tempo la tolleranza della donna come essere vivente con pari diritti dell'uomo si è evoluta: -nella preistoria, società di caccia e raccolta, mentre l'uomo cacciava gli animali, la donna aveva il compito di accudire i figli e di procurare prodotti commestibili raccogliendoli. In questo primo caso si può notare che la tolleranza del ruolo della donna nella società era in parte importante, infatti vi sono racconti e leggende che dicono che le donne abbiano inventato\scoperto l'agricoltura, ma comunque la donna aveva meno importanza dell'uomo, dato che il compito più importante di quella società era la caccia e veniva praticata esclusivamente da uomini. -nell’età antica, in un primo tempo nelle civiltà mesopotamiche la donna aveva una posizione molto elevata all’interno della società, ma poi, con l'ascesa delle monarchie militari, persero di prestigio e le donne non potevano uscire e non potevano vedere nessun uomo ad eccezione degli e del proprio marito. -nella Grecia classica, a differenza dell'epoca precedente, la donna veniva rispettata, ma con una condizione, infatti durante l'età di Pericle la donna ricca era tenuta in casa, al contrario le donne di ceto sociale inferiore venivano costrette a lavorare, ma comunque ci possiamo riferire ad una maggior tolleranza del ruolo della donna, dato che avevano una certa libertà. In questa epoca vi era però una grande limitazione che veniva imposta alla donna, questo minava il progresso di tolleranza, infatti le donne non potevano assistere a manifestazioni pubbliche, per esempio i Giochi Olimpici, e ovviamente gli era vietato praticare qualsiasi attività sportiva. Ciò conferma che le donne soffrivano di scarsa autonomia nella società greca. In Grecia, in quel periodo esistevano diverse 2classificazioni” di donne, ciò minava molto la tolleranza della donna, poiché venivano trattate quasi come premi, oggetti, quelle ritenute serie, stavano in casa a far figli, ed erano sottomesse agli uomini e le etere, che potevano accompagnarsi agli uomini e forse potevano anche gareggiare. -nella Roma antica la donna era considerata quasi uguale all'uomo, entrambi i genitori avevano gli stessi diritti e doveri nei confronti dei figli e alla donna era permesso accompagnare il marito alla festa purché mangiasse seduta e non sdraiata sul triclinio, come era usuale per gli uomini. Anche qui la tolleranza era del tutto relativa, infatti non mancarono delle limitazioni poste dal diritto romano alla capacità giuridica delle donne, non potevano accedere alle magistrature pubbliche, per quanto riguarda il diritto privato era negata alle donne la capacità di adottare. Il principio è espresso per il diritto classico dal giurista romano Gaio nelle sue Istituzioni, sempre da Gaio apprendiamo che alle donne, con alcune eccezioni, non era consentito di poter fare testamento, questa limitazione venne però abolita già in epoca repubblicana. -nel medioevo, vi fu una vera e propria regressione per quanto riguarda la tolleranza della donna, infatti il cristianesimo impose la sottomissione della donna all'uomo, considerata in parte importante dato che doveva crescere spiritualmente i figli. La condizione della donna peggiorò ancora di più con l’arrivo dei barbari Franchi e Longobardi in Italia; in questo periodo la donna è di proprietà del padre, fino a quando non decida di venderla ad un uomo, dopo la donna diventerà di proprietà del marito. La situazione continua a peggiorare quando con l’inquisizione la donna viene ritenuta la rappresentazione del Diavolo sulla Terra, definite infatti streghe, in grado di spingere l'uomo al peccato in qualsiasi modo. Vi è una vera e propria rivoluzione della tolleranza del ruolo della donna, quando nel mille, con l'avvento del Dolce Stil Novo la dona diventa la musa dei poeti non viene più vista come un essere umano e terreno, ma la sua posizione viene elevata a tal punto da essere considerata una creatura elevata e perfetta. -nell'età moderna, con la Dichiarazioni dei diritti americani e francesi la donna inizierà la sua emancipazione. -nell’età contemporanea le donne, con manifestazioni femministe, iniziano il lungo percorso per arrivare alla parità dei sessi. Il diritto di voto viene acquisito da esse nel 1945, per il quale si batterono le suffragette. Dopo le guerre mondiali le donne, iniziarono a sostituire molti uomini mandati al fronte sul lavoro, così ottennero molti più compiti e lavori, acquisirono infatti molti più diritti in questa epoca. Altri traguardi che fecero aumentare la tolleranza della donna nella società: possibilità del divorzio (1974), legalizzazione dell'aborto (1975) e indipendenza economica (1971). Oggi la donna è considerata pari dal punto di vista giuridico all'uomo solo nella civiltà occidentale; invece nei paesi orientali è ancora ritenuta un essere inferiore. Non è concepibile che ancora oggi si parli di tolleranza della donna come se fosse una cosa da acquisire, invece dovrebbe essere una cosa naturale, normale, come l'uomo ha dei diritti anche la donna li deve avere, si parla infatti di parità dei sessi. Margherita Galli
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