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educazione di strada, Appunti di Didattica Pedagogica

descrizione della metodologia operativa nel contesto dell'educativa di strada. Come prevenire le situazioni di disagio e come operare tenendo conto degli spazi e dei tempi in un contesto di educazione informale.Promozione di un'educativa sistematica che tiene conto della risorse e degli enti territoriali per la costruzione di reti sociali intorno all'individuo.

Tipologia: Appunti

2013/2014

Caricato il 06/10/2014

Giulia9315
Giulia9315 🇮🇹

5

(1)

2 documenti

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Scarica educazione di strada e più Appunti in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! Ca p. 2: L’ E D U CATORE IN STRADA L’immagine della strada è di per sé un’immagine ambivalente: 1. Da una parte, la strada può essere considerata come luogo di LIBERTA’, come occasione di incontro, di socializzazione, di partecipazione. 2. Dall’altra parte, la strada è emblema del pericolo, è un luogo esposto alla mancanza di controllo, alla latitanza delle regole, alla presenza del crimine (spaccio, delinquenza, prostituzione…). Proprio per queste ragioni, la strada è uno degli ambiti educativi più complessi. I progetti di educativa di strada hanno, in genere, una finalità preventiva-promozionale e si rivolgono ai gruppi informali di adolescenti. L’équipe di un’educativa di strada è composta, solitamente, da coppie di educatori e collabora con un’ampia rete di servizi (sociali, educativi e socio-sanitari). Il lavoro di strada inizia ad affermarsi come metodologia di intervento intorno agli anni ’80 e con gli anni ’90 diventerà addirittura la modalità di intervento privilegiata per prevenire il disagio giovanile. Il concetto di “prevenzione” ha assunto un nuovo significato. Infatti, si è passati da un’accezione esclusivamente temporale (“prevenzione” intesa come “venire prima”) ad un’accezione spaziale e formativo-relazionale (“prevenzione” intesa come “venire incontro”). L’educativa di strada si configura, infatti, come una pratica formativa di prossimità con gruppi giovanili spontanei, come intervento che consiste nello stare accanto ai ragazzi per offrire loro ascolto e guida. Inoltre, oggi, fare prevenzione in ambito educativo non significa più proporsi di annullare gli elementi di rischio ma, piuttosto, rafforzare nei ragazzi la capacità di fronteggiare e di gestire tali elementi di rischio! Dove intercettare i gruppi informali di adolescenti a cui rivolgere il proprio intervento educativo? 3 LUOGHI: 1. Le SOGLIE = sono zone di confine con gli spazi istituzionali (es. porta dell’oratorio, davanti al centro sportivo, fuori dai cancelli della scuola…). Talvolta, le soglie sono occupate da gruppi che sono stati messi alla porta dalle singole agenzie per i loro comportamenti incompatibili con le norme. È generalmente ricorrente una dinamica conflittuale con il mondo adulto, un atteggiamento di sfida. A volte, questi gruppi manifestano atteggiamenti trasgressivi e condotte illegali. 2. Gli INTERSTIZI = sono luoghi di passaggio che vengono occupati dai gruppi di adolescenti e talvolta vengono anche marchiati con segni e scritte (es. marciapiedi, gradini di una scalinata, fermata dell’autobus…). 3. Le TANE = sono luoghi marginali, nascosti, abbandonati, spesso costituiti da strutture dismesse. Si tratta dei contesti più pericolosi. Questi 3 luoghi rappresentano dunque gli SPAZI dell’aggregazione informale. Per quel che concerne i TEMPI, invece, c’è una maggiore instabilità. Infatti, l’aggregazione è “informale” proprio perché non ha una temporalità definita. Nessuno impone e dichiara gli orari di incontro del gruppo. (difficoltà ad intercettare il gruppo) Tuttavia, è comunque possibile individuare alcuni momenti della giornata in cui il gruppo è solito riunirsi e il tempo del gruppo fornisce informazioni importanti circa i suoi membri. Ad esempio: il gruppo che si ritrova solo alla sera o nel tardo pomeriggio sarà probabilmente composto da giovani lavoratori oppure da studenti pendolari. O ancora: il gruppo che lascia tracce della sua presenza lungo tutto l’arco della giornata contemplerà una maggioranza di ragazzi in cerca di lavoro o in situazione di abbandono scolastico. La strada come setting Per conoscere la modalità dell’aggregazione informale dei gruppi, l’educatore lavora attraverso una mappatura: 1. Inizialmente, l’educatore realizza una mappatura INDIRETTA __ si tratta di farsi una prima idea sui gruppi raccogliendo vissuti, sguardi e immagini dagli adulti che incontrano i ragazzi 2. L’educatore realizza poi una mappatura DIRETTA __ cioè osserva il gruppo. Dapprima, si tratta di un’osservazione esterna, non partecipata. Successivamente, l’educatore cerca di entrare in relazione con gli adolescenti. Il contatto implica l’ingresso dell’educatore all’interno degli spazi del gruppo. Si tratta di un’entrata da compiersi necessariamente in punta di piedi, consapevoli dell’intrusione, ma anche forti del mandato di cui si è portatori. L’educatore che riesce a entrare nello spazio del gruppo, non incontra più il gruppo nella sua autentica informalità, ma una collettività modificata dalla presenza di un adulto.
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