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Educazione ed esperienza - Dewey, Tesine di Maturità di Pedagogia

Elaborato con base pedagogica ed inserti interdisciplinari, tra Dewey, Bergson, Italo Calvino e Oscar Wilde.

Tipologia: Tesine di Maturità

2020/2021

In vendita dal 08/11/2022

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denisa-cani-1 🇮🇹

14 documenti

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Scarica Educazione ed esperienza - Dewey e più Tesine di Maturità in PDF di Pedagogia solo su Docsity! 1 Esame di Stato 2020/21 Elaborato di scienze umane EDUCAZIONE ED ESPERIENZA 1 J. Dewey. Scuola e società, in Il mio credo pedagogico. Antologia degli scritti sull’educazione, 59-63. Firenze: La nuova Italia, 1965. 2 J. Dewey. Prefazione, in Esperienza e Educazione, 1-2. Milano: Minima, 2014. 3 J. Dewey. Educazione tradizionale e educazione progressiva, in Esperienza e Educazione, 4-9. Milano: Minima, 2014. 4 J. Dewey. Individualità ed esperienza, in Esperienza, natura e arte, 32. Milano: Minima, 2014. “Così noi, se rievochiamo dinanzi alla nostra mente un’aula scolastica ordinaria, con le sue file di banchi disposti in ordine geometrico, addossati l’uno all’altro in modo da lasciare il minore spazio possibile al movimento degli alunni, banchi quasi tutti delle medesime dimensioni, con il poco spazio che basta a contenere libri, matite e carta, con l’aggiunta di un tavolo, di qualche seggiola e le pareti nude o adornate col minor numero possibile di quadri murali.”1 John Dewey, padre dell’attivismo pedagogico, critica la scuola tradizionale poiché le condizioni in cui l’educando si trova durante le ore scolastiche, limitano e non appaiono favorevoli all’educazione. Studiare semplicemente da un libro non è che un modo di ascoltare. L’attitudine ad ascoltare significa passività, assorbimento. Vi sono materiali già pronti, preparati dall’insegnante: l’alunno deve accoglierne quanto più può e nel più breve tempo possibile. È necessario quindi introdurre, secondo l’autore, un nuovo ordine di idee che si allontana dalle tradizionali pratiche educative, attuando un cambiamento, “Una rivoluzione, non diversa da quella provocata da Copernico, quando spostò il centro dell’astronomia dalla terra al sole. Il fanciullo diventa il sole intorno al quale girano gli strumenti dell’educazione”2. Questo nuovo piano dovrà avere lo scopo principale di preparare il ragazzo alle responsabilità future della vita, mediante l’acquisizione di un insieme di conoscenze e di abilità ben fondate che costituiscono il materiale dell’istruzione. Ai libri spetta in particolar modo il compito di rappresentare il sapere e la saggezza del passato, mentre gli insegnati, gli agents, presentano agli allievi un modello di lavoro come il frutto della loro esperienza, affinché essi ne colgano l’occasione su cui basare un modello personale di esperienza3. Quanto più l’esperienza dell’insegnante è piena e ricca e la sua conoscenza delle tradizioni è adeguata, tanto più è verosimile che egli, se assume l’attitudine del partecipante più che quella del maestro, si serva di questi risultati in modo liberatorio4. Ne nasce il programma di una scuola attiva, progressiva, continua che mediante l’esperienza attuale, concede all’educando la possibilità di allargare il campo di quella futura di fronte a nuovi problemi. Continuità vale a dire l’idea che qualsiasi attività formativa che si propone agli educandi, debba riallacciarsi alle loro esperienze e capacità pregresse e al contempo debba aprire nuovi spazi di pensiero e di azione. Continuità ed esperienza nella crescita devono essere le parole d’ordine costanti. EDUCAZIONE ED ESPERIENZA 2 5 J. Dewey. Organizzazione progressiva della materia di studio, in Esperienza e Educazione, 79. Milano: Minima, 2014. 6 J. Dewey. Bisogno di una teoria dell'esperienza, in Esperienza e Educazione, 14. Milano: Minima, 2014. 7 N. Abbagnano, G. Fornero. Con-Filosofare. Da Schopenhauer alle nuove teologie, 233. Milano: Paravia, 2014. La vita di scuola deve svolgersi gradualmente dalla vita domestica; deve riprendere e continuare le attività che già in casa sono familiari al fanciullo. Deve proporre queste attività e riprodurle in modo che esso possa gradualmente apprenderne il significato e rendersi atto a fare la sua parte in rapporto ad esse. Dewey segue il principio di apprendimento pedagogico Learning by doing, secondo la concezione che conoscere significa modificare l’oggetto, la realtà, con il pensiero, interagire con il mondo: apprendere non significa ricevere passivamente delle nozioni, ma elaborare attivamente delle idee e delle azioni. La nozione di esperienza, centrale nelle riflessioni di Dewey, presuppone una combinazione tra un elemento attivo e uno passivo. “In senso attivo l’esperienza è un tentare, uno sperimentare, un mettere in pratica una certa azione, mentre in senso passivo essa è un sottostare. Il soggetto agisce sull’ambiente e poi subisce le conseguenze del suo stesso agire”5. L’esperienza diviene formativa quando l’essere umano sviluppa la capacità di cogliere il nesso tra l’azione e i suoi effetti, così da poter modificare l’azione stessa, ampliando il proprio orizzonte esistenziale. Oltre ad essere intesa come opportunità per l’individuo di interagire con l’ambiente sociale e riscoprire la “naturale socievolezza”, l’esperienza risulta essere altamente formativa. Educare per Dewey significa infatti accrescere continuamente il campo di esperienza dei soggetti attraverso l’esperienza stessa: “L’educazione è svolgimento dentro, mediante e per l’esperienza”6. Quest’ultima è sia il fine che il mezzo dell’educazione, la quale di conseguenza è autentica se genera esperienze di qualità, capaci di vivere fecondamente nel futuro dei soggetti, sollecitandone una crescita, un progressivo arricchimento esistenziale. Il concetto di esperienza come mezzo per giungere all’educazione è stato appoggiato e ribadito da altri autori. Henri Bergson, filosofo francese, pone l’esperienza come origine della conoscenza e dell’educazione, dominata dalle necessità dell’azione e del corpo. Seguendo il pensiero deweyano, Bergson rivolge alla conoscenza e all’intelligenza un’origine non di tipo teorico, tuttavia pratico ed esperienziale7. Parallelamente ai due autori, Oscar Wilde interpreta l’esperienza come l’insegnate più severo, il quale insegna più dell’esistenza umana stessa, poiché arricchisce la vita
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