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La Istruzione Pubblica secondo Condorcet: Obiettivi e Gradui, Appunti di Pedagogia

Nel documento vengono descritti gli obiettivi e i gradui dell'istruzione secondo Jean-Antoine-Nicolas Condorcet, che spazia dalla matematica alle scienze sociali e al diritto costituzionale. Condorcet distingue tre gradi di istruzione: elementare, superiore e terziario, oltre a corsi per gli adulti. L'istruzione deve sviluppare le facoltà intellettuali e morali del fanciullo, favorire lo sviluppo singolo e contribuire alla rigenerazione sociale. Il primo incentivo all'educazione deve essere il piacere dello studio.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 01/01/2020

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Scarica La Istruzione Pubblica secondo Condorcet: Obiettivi e Gradui e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE NEGLI SCRITTI GIOVANILI DI CONDORCET ANTONIA CRISCENTI GRASSI ITINERARIO INTELLETTUALE DI CONDORCET  La prima critica che Grassi fa all’Illuminismo è quella di pensare che l’educazione possa tutto e che sola ad essa si possa affidare il compito della formazione della nuova coscienza dei cittadini. Condorcet fa valere questa teoria ma allo stesso tempo invita a guardare quelli che effettivamente erano i problemi delle masse povere. Condorcet infatti è dell’idea che si poteva avere una trasformazione scolastica solo se di pari passo si sarebbe trasformata la società. Proprio per questo motivo Condorcet si era impegnato a trasformare la struttura della società, in modo da rendere possibile l’ideale politico e pedagogico illuminista. Ecco l’idea di Condorcet di avere un’istruzione per tutti, impartita in maniera gratuita; un’istruzione che permetteva anche ai poveri meritevoli, di andare avanti nello studio a spese dello stato. Porta inoltre avanti l’idea di dare importanza alle materie scientifiche in quanto permettevano di sviluppare una mente elastica. Condorcet si preoccupava inoltre dell’esigenza di uguaglianza e libertà, ponendosi il problema della possibilità di sviluppare una sorta di analfabetismo di ritorno  per evitare ciò propone delle conferenze pubbliche. Porta avanti la libertà di cultura e di insegnamento e la laicità della scuola. Non esclude da tutto questo la donna che, come l’uomo aveva il diritto di essere educata. Condrocet è dell’idea che l’educazione sia lo strumento necessario del progresso sociale e civile di un popolo; la democrazia è invece la forma di governo e di convivenza che rende possibili entrambi. Chiaramente, solo con un’equa distribuzione della ricchezza si avrà la condizione essenziale per far si che la democrazia si renda davvero disponibile. L’educazione è posta al centro delle sue riflessioni, in quanto è l’unica mediazione necessaria del progresso sociale e fonte di scienza. Condorcet viene considerato un discepolo di Voltaire. Quest’ultimo, insieme ad altri, hanno contribuito a risvegliare in Condorcet la passione per la giustizia. E’ infatti l’unico dei filosofi dei lumi ad abbattersi per l’uguaglianza fra gli uomini; per l’uguaglianza fra i sessi e la concessione del diritto di voto alle donne; per l’abolizione della schiavitù dei neri; per il riconoscimento dei pieni diritti civili degli ebrei; per l’umanizzazione della giustizia e per il rispetto dei bambini e anche degli animali. Egli si batte perché la leggi assicuri ad ogni cittadino non solo il diritto, ma anche i mezzi per accedere ad un insegnamento universale; un insegnamento che deve essere gratuito ed uguale per tutti, dalle elementari alle università, laico, tollerante e non subordinato ad alcuna dottrina politica. Auspica anche alla formazione degli adulti. MEMORIE SULL’ISTRUZIONE PUBBLICA  L’impegno pubblicistico di Condorcet, si sposta nell’arco della sua vita intellettuale, dalle scienze matematiche a quelle di economia politica, alle scienze sociale e di diritto costituzionale; arrivando poi , negli anni della rivoluzione, alla produzione dei documenti ispiratori di riforma costituzionale di stato. I principi della libertà e dell’uguaglianza dei cittadini, non potevano penetrare nella vita pubblica senza affermare la necessità di un’istruzione popolare. Il problema pedagogico nasce come esigenza sociale e diventa emergenza politica; ciò spiega il passaggio obbligato dall’ideale aspirazione, al godimento della libertà in tutte le sue forme, alla reale conquista e fruizione di essa, in uno stato che fosse regolato da nuove norme. La forza di queste memoria, rispetto al RAPPORT/PROJET sta proprio nel luogo di pubblicazione : il giornale. L’istruzione per Condorcet prevede tre gradi: uno elementare o di istruzione primaria, della durata di 4 anni; il secondo, di istruzione superiore dura anche esso quattro anni e si struttura in due parti: una parte generale e una parte obbligatoria, che segue a sua volta l’impostazione dell’insegnamento primario approfondendolo però; il terzo grado di istruzione si presenta articolato come il secondo, con una parte generale e una parte specializzata. Accanto a questi tre gradi di istruzione, Condorcet affianca corsi di istruzione comune per gli adulti. Tale necessità nasce dall’inadeguatezza di una legge troppo generale : non ha valore il riconoscimento dei diritti universali, se ad ogni singolo uomo non è offerta la possibilità di goderli in maniera individuale. Lo stato deve promuovere un’istruzione pubblica e comune al fine di rendere tollerabile e meno dannosa quella diseguaglianza naturale che nasce dalle differenze degli ingegni e che può, in ogni caso venire bilanciata dalla eguaglianza dei diritti. Per Condorcet libertà e istruzione sono sempre state reciproche, il progresso dell’una presuppone quello dell’altro. Condorcet, guardandosi un po' dietro nella storia, si è convinto che gli sforzi volti a soffocare la libertà, sono sempre stati accompagnati dal tentativo di limitare l’estensione della conoscenza. Ecco perché l’elevazione culturale consentirà il progresso civile e sociale, il miglioramento nei costumi, nella morale, nelle leggi, nella pratica della giustizia, nell’avanzamento della scienza. Le differenze che ci sono tra individui, se sono ben usate, si potranno armonizzare e bilanciare a vicenda : l’uomo di ingegno superiore metterà le sue doti al servizio del benessere sociale e del progresso civile: coloro che non sono pari di lui nell’ingegno, potranno collaborare con lui e usare comunque le proprie conoscenze. Quando sarà garantito ad ogni uomo l’indipendenza intellettuale, l’educazione pubblica avrà assolto una delle sue funzioni principali  il ripristino della uguaglianza sociale. Una volta sconfitta l’ignoranza si sarà annullata ogni forma di tirannia. Nel momento in cui vi è ineguaglianza tra individui c’è bisogno di un’istruzione graduata: un sistema scolastico per essere socialmente utile e democraticamente soddisfacente, deve assottigliare le disuguaglianze, rendendo insignificante l’effetto. Offrire diversi gradi di istruzione, significa rispondere a tutti dei propri bisogni, evitando di sacrificare il più debole o il più dotato. Condorcet fa una netta differenza tra EDUCAZIONE ed ISTRUZIONE, in modo da tutelare l’istruzione pubblica, allontanandola dalla chiesa. Per Condorcet è importante l’individuo con i suoi bisogni e interessi; i problemi della collettività sono affrontati con l’intento di favorire lo sviluppo del singolo uomo. Lo stato ha il compito di istruire; l’istruzione si riferisce alle verità positive, certe. L’educazione invece, si riferisce alle conoscenze morali, politiche e religiose. Per Condorcet, l’esercizio del potere politico, in uno stato liberale e democratico, non deve estendersi alla formazione morale e religiosa, proprio per impedire che le credenze religiose violano uno dei diritti umani più importanti : la libertà di coscienza. Secondo Condorcet, morale e religione devono essere separate, in modo di evitare che le opinioni sulla fede cessino di essere la scelta libera dei cittadini e divengono un qualcosa di imposto da un potere. Riappare dunque il tentativo e la volontà di voler formare uno stato che si fondi su una morale laica. Al bambino non si dovrà parlare affatto della religione. Se il bambino avrà un’anima tenera e un’immaginazione poetica, sarà deista; se invece avrà una volontà forte e un’immaginazione adatta ai sistemi, sarò ateo. Altrimenti resterà nel dubbio e poco importa se lo si sarà reso compassionevole e buono. A Condorcet preme sottolineare che l’educazione non si limita solo all’istruzione positiva, all’insegnamento delle verità di fatto e di calcolo, ma abbraccia tutte le opinioni politiche, morali e religiose. La definizione che Condorcet da di istruzione, va a comprendere anche l’educazione nel suo significato completo di formazione della responsabilità umana, sviluppo intellettuale e morale. ad illuminare gli uomini. Condorcet dice di preferire un’educazione particolare a quella pubblica perché, quest’ultima non ha che un metodo e permetterà lo sviluppo della competizione. Il desiderio di essere il primo diventa una passione abituale per i fanciulli che, a loro volta diventeranno degli uomini mediocri, ciarlatani, gelosi e infelici. Gli altri fanciulli rimarranno senza incentivo. Nell’educazione particolare invece, si possono impiegare contemporaneamente questi stimoli: il bisogno di conoscere le cose che ci circondano e di cui ci serviamo, l’uso utile che possiamo trarre dalle nostre conoscenze e infine il desiderio di sapere. All’età dei fanciulli il desiderio ha un limite. Non si conoscono né le scienze, né le cose e la conoscenza del maestro è sempre immensa in confronto di quella del fanciullo. L’spirazione del fanciullo dovrà essere quella di diventare sapiente come il proprio maestro. L’educazione particolare da il bisogno della gloria solo a coloro che hanno il diritto di pretenderla. L’educazione pubblica la da invece a tutti, uno sciocco che è posseduto dall’amore della reputazione è un essere corrotto. Ci sono dei fanciulli che hanno facilità per lo studio; altri sono invece stupidi; altri invece apprendono solo ciò di cui hanno bisogno. Per trarre del profitto da questi ultimi, ci vuole molta pazienza in quanto i loro desideri sono poco estesi. Si dovrà cercare di far amare loro le occupazioni che più amano. Se saranno indolenti invece, e il non riuscire ad apprendere tutto con facilità dipenderà da questo, è necessario stimolare il fanciullo senza tormentarlo e attendere con pazienza il tempo con ci la pubertà causerà una rivoluzione nel fisico e nella morale. Facendo in questo modo, il bambino potrà recuperare il tempo perduto e apprendere con facilità. E’ proprio questo il momento in cui gli organi saranno flessibili all’apprendimento. Il metodo d’insegnamento non sarà uguale per tutte le scienze. Il fanciullo dovrà apprendere solo le cose che può intendere abbastanza e ricordarle con facilità. Molti sono i fanciulli che sono stati obbligati ad apprendere più di una volta le regole dell’aritmetica. Ciò deriva dal fatto che ci si è limitati ad insegnare loro le regioni sulle quali l’abitudine è fondata, invece si far acquisire lui le idee astratte secondo la quale è stata stabilita la numerazione. Le scienze che si insegnano al bambino si dividono in : scienze astratte, naturali e morali. Le scienze astratte adatte ad un fanciullo sono l’aritmetica, la geometria e in seguito l’algebra. Il fanciullo chiaramente non ha nessuna delle idee astratte che formano le scienze matematiche,apprendere per lui significa acquisire le facoltà di avere queste idee. Dunque potrà acquisire ciò solo con l’abitudine. Bisogna dunque far risolvere lui dei casi particolari di ogni problema e proporgliene tanti in modo che possa impiegare tutti i principi e le operazioni che ha appreso. Se il fanciullo apprenderà con disgusto l’aritmetica e la geometria, si dovrà far capire lui la loro utilità. Un fanciullo nei suoi giochi ha bisogno di contare e di misurare. Dovrà essere esercitato sui primi principi in modo che possa sviluppare delle idee semplici, chiare e precise. Condorcet dice che molte volte l’uomo, nella sua vita, non avrà bisogno della geometria, ma tutti hanno comunque necessità di comprendere cosa sia una proposizione. Tra le scienze naturali, la storia naturale e alcune conoscenze elementari di chimica e fisica, sono tutto ciò che un fanciullo deve apprendere. Bisogna far conoscere lui quali sono le differenti sostanze dei tre regni da cui è circondato. Chiaramente prima di insegnare al bambino le cose, bisognerà insegnare lui i nomi e fargli capire l’importanza dell’esperienza. Condorcet, parlando con un padre affettuoso e virtuoso, ha saputo che secondo lui le cause che conducono al libertinaggio sono: i bisogni fisici, le cattive compagnie e la curiosità. Questo padre, ha preservato però il figlio dalla curiosità. Sin dall’infanzia ha risposto alle sue domande senza ridere o comunque senza dargli troppa importanza. Ha portato avanti un atteggiamento che non lo avrebbe messo in condizione di essere più curioso e quindi di porre più domande. La chimica, la fisica devono essere limitate ad alcune esperienze ed analisi. Quando il fanciullo avrà acquisito alcune conoscenze di questo genere, gli si faranno leggere dei libri o alcuni brani, in cui troverà la narrazione di operazioni simili a quelle che ha visto. Gli si mostrerà che l’autore aveva ragione. Dopodichè gli si faranno leggere delle cattive esperienze che non avranno sucesso quando vorrà ripeterle e cosi facendo apprenderà a e imparerà a distinguere in Fisica ciò che si conosce per esperienza, da ciò che invece lo si legge semplicemente. E’ importante far conoscere al fanciullo molti fatti isolati ma comunque ben analizzati. Il momento giusto per fare ciò è la giovinezza, un momento adeguato per completare le conoscenze. Arrivati a questo momento l’uomo sarà in grado di impiegare la sua ragione per conoscere la natura. L’insegnante sarà ora capace di formare, attraverso l’abitudine, la ragione di un fanciullo. Non esiste nessuna morale che si possa insegnare direttamente al fanciullo, bisogna semplicemente impedire ai vizi di nascere e fortificare in lui il sentimento naturale della pietà. Quest’ultima dovrà essere esercitata anche nei confronti degli animali; questi ultimi dovranno essere rispettati tutelando la loro vita, libertà, il loro riposo e anche i loro piaceri. La sensibilità ai mali degli altri è l’origine delle virtù e il fondamento di tutta la morale. Siccome gli uomini sono ragionevoli e hanno diritto di essere aiutati, se la pietà non la si estende anche agli animali si rischierebbe di indebolire la morale. Morale e interesse non vanno bene. La storia può insegnare a conoscere la formazione dei corpi politici, le loro malattie, la loro morte e la loro influenza reciproca gli uni sugli altri. Dunque occorre che la storia che si insegna al fanciullo sia vera. Possiamo definire la storia uno stimolo alla virtù e quindi sarà uguale per ogni età. Da questo punto di vista non è esigente che la storia sia vera. Bisogna far comprendere ai fanciulli che questo tipo di verità è indifferente perché, non essendo in condizioni di comprendere le regole della critica, essi prenderebbero l’abitudine di credere sulla parola. Dunque i brani di storia che si sceglieranno per i fanciulli dovranno ispirare la virtù,far nascere l’umanità, la pietà filiale, l’amicizia, la semplicità e il coraggio. Condorcet non riesce a comprendere perché si dice che i fanciulli sono adatti allo studio delle lingue, passando in realtà 10 anni ad apprendere malissimo la lingua latina. Lo studio delle lingue deve essere ritardato fino al tempo in cui il desiderio di leggere cose necessarie ai progressi dei loro studi, gli darò il gusto delle stesse. La grammatica dovrà essere rinviata al tempo in cui si apprende la metafisica. Solo quando il fanciullo ha seguito gli studi che abbiamo detto, avrà acquisito forza e quindi gli si potrà parlare di filosofia. Quindi lo si farà riflettere sul modo in cui ha acquisito le idee, sulla morale che il suo principio ha acquisito. Apprenderà che dalle idee semplici, come sia composta ogni idea che c’è sul vocabolario e come è necessario, per non andare in errore,attribuire agli stessi termini sempre la stessa idea. Se sarà buono riuscirà senza problemi ad acquisire i veri principi della morale e della politica. La bontà è la sola virtù dei fanciulli. Ovviamente è sempre facile dimostrare ad un uomo che deve essere sempre buono e giusto. Bisognerà sempre parlargli di fatti semplici. MEZZI PER REALIZZARE QUESTO PIANI Un precettore onesto, buon uomo e senza pregiudizi né verrà facilmente a capo. Con gli elementi di matematica, alcuni libri di storia naturale e di chimica ecc.. riuscirà ad insegnare al fanciullo tutto. Per insegnare al fanciullo le lingue, Condorcet non fissa un’età. Dice di fornire al fanciullo il libro di sinonimi francesi. Bisognerà insegnare la lingua solo quando saprà leggere bene e con piacere. Della religione non se ne dovrà parlare affatto. Se però, per ragioni particolari gli si vuol insegnare il catechismo, ciò non sarà mai un male. Basti però che ci si limiti al dogma, purchè gli si parli di tutti i mestieri. Ma quando gli sarà detto che il peccato è ciò che dispiace a dio e il fanciullo chiederà :” cosa dispiace a Dio?”, bisognerà rispondergli che è ciò che fa male agli uomini e si concluderà il catechismo. La religione è cattiva in quanto porta a vedere i preti come dei giudici che possono giudicare ciò che è giusto o ingiusto, porta i preti ad abbondare il proprio cuore per seguire quanto scritto nel libro ebraico. Non si dovrà parlare di confessione e di necessità di fede. L’umanità che caratterizzerà il bambino dall’infanzia, non potrà mai essere distrutta. La morale è buona solo per i grandi animi. Gli uomini comuni hanno bisogno, per essere capaci di grandi virtù, di avere una morale fondata sulla religione e dei motivi più forti di quelli che possono trovare in loro stessi. Le piccole anime, secondo Condorcet, possono avere solo piccole virtù. La morale che Condorcet suggerisce, ha il vantaggio che la virtù è fondata sulla sensibilità e l’entusiasmo deve essere al livello del grado di violenza delle passioni. L’educazione che Condorcet ha tracciato, avrà come vantaggio quello di far avere tutte le qualità dell’anima al fanciullo. Quanto allo spirito saprà conoscere i diversi tipi di verità e non li confonderà affatto. Conoscerà la necessità di evitare l’abuso delle parole e di attribuire idee precise e saprà come si formano le idee astratte. Condorcet, volontariamente non ha parlato né di ricompense e né di punizioni. E’ dell’idea che non servono al fanciullo perché, questo capirà da solo che ha bisogno degli altri, che non gli devono niente perché lo amano e che non lo amano perché è buono. Se il fanciullo avrà paura della morte, non avrà avuto una buona educazione. Ciò che temono non è la morte, ma il dolore. La morte non è che un sonno prolungato accompagnata però da dolori. Offre uno spettacolo adatto a colpire la fantasia. Il fanciullo si deve abituare a ciò. Bisognerà evitare di dirgli di non fare una certa cosa perché potrebbe morire, è sufficiente dirgli che fare ciò gli potrebbe causare un raffreddore o una indigestione. Non bisognerà dimostrare davanti al fanciullo orrore della morte, ne pietà per i morti, ma solo rammarico. Se ad esempio il fanciullo vive una situazione di possibile morte del fratello, si deve dire lui che smetterà di soffrire e non che non lo rivedrà più. Questo modo di considerare la morte come fine delle sofferenze è consolante e facile. Se si riesce, andando un po' più nel profondo, bisognerà abituare il fanciullo a non essere scosso dall’idea delle sofferenze fisiche. Se un bambino ad esempio cade e si fa male, bisognerà ridere con loro , per fargli capire che se avessero temuto quelle piccole ferite avrebbero dovuto rinunciare ai loro piaceri e alla loro istruzione. Importante per Condorcet è la scelta di una condizione. Distingue gli uomini in 4 classi. Ci sono uomini a cui si addice una vita dolce e oscura ed è a questa classe che il fanciullo che si educa deve appartenere. Bisognerà metterlo in grado di essere infelice il meno possibile. Una seconda classe è quella degli uomini nati per studiare o per dipingere la natura, per illuminare gli altri uomini o per dare loro una nuova esistenza. Una grande facilità ad apprendere,un’attenzione forte, l’attività dell’animo, il gusto dell’occupazione, il germe dei talenti ecc.. tutto ciò può far capire se un fanciullo deve appartenere a questa classe che la natura ha formato per la felicità degli altri e spesso a spese loro. Se il fanciullo dimostra queste disposizioni bisognerà lasciarlo seguire il suo cammino. La maggior parte degli uomini ha bisogno di godere di qualche considerazione e uno stimolo per svolgere le attività ed riempire il proprio tempo. Altra classe è quella di uomini che ostentazione e senza puntigliosità. Altro motivo per apprendere è la curiosità. La natura ispira a tutti gli uomini un desiderio vago di conoscere perché : sentono l’utilità del sapere e perché occorre sempre sapere piuttosto che ignorare; perché vi è un piacere reale e fisico di conoscere la verità. Questo piacere nasce dal dolore che causa il lavoro per trovarla e l’uomo finisce per cercare il dolore nella speranza del piacere che avrà nel momento in cui la cesserà. Solitamente i fanciulli sono più o meno curiosi. Il sentimento aumenta in coloro ai quali costa poco dolore soddisfare la loro curiosità e diminuisce negli atri. Usando buoni metodi di insegnamento e non insegnando solo ciò che stanca non annoia, la curiosità può essere un vero e proprio stimolo per i fanciulli. Ci sono ovviamente le eccezioni, ovvero ci sono fanciulli a cui non è necessario stimolare la curiosità ad ogni oggetto. Negli altri bambini la curiosita ha bisogno di essere stimolata e il mezzo sta nella scelta degli oggetti che si faranno loro conoscere e nel modo di presentarli. Esaminare la curiosità è importante per il bisogno di opinione, amore di gloria ed emulazione. E’ naturale che l’uomo desidera di essere amato per poter contare sulla benevolenza degli altri, per far avere agli altri un pensiero positivo sulla sua sincerità, sulle sue buoni qualità e per dimostrare di meritare la loro fiducia. Ovviamente nell’educazione questo sentimento va limitato a ciò che è utile e naturale; occorre limitarlo al desiderio di meritare la stima, la fiducia, la benevolenza e non di attirare applausi ed elogi. Non bisogna ingannare i fanciulli e non bisogna far credere loro di essere dei personaggi. FRAMMENTO DI UNA LETTERA SULL’OPINIONE. RIFLESSIONI SULLA COSCIENZA E L’EDUCAZIONE DEL SENSO MORALE  Pensiamo ad un padre che dirige l’educazione di suo figlio verso lo sviluppo delle facoltà morali. Coltiva in primis in lui la simpatia particolare, gli fa apprendere ad amare gli altri e a fare di questo sentimento la causa delle sue piccole azioni. Egli eserciterà in lui sentimenti della pietà, lo abitua al piacere di allievare il male degli altri e dopo aver fortificato tutto ciò, lo conduce all’idea del bene e del male tramite degli esempi, a quello del giusto e ingiusto; lo preverrà da tutte le cause che indebolirebbero in lui i motivi naturali per fare del bene e lo condurrà all’entusiasmo delle virtù e finirà per aggiungere a questi motivi il potere dell’opinione. La coscienza, come tutte la altre facoltà dell’uomo si fortifica e si perfeziona tramite l’abitudine e di conseguenza si potrà indebolire o deteriorarsi a cause di abitudini sbagliate. La coscienza si indebolirà tutte le volte che si insegnerà all’uomo una morale arbitraria che non si fonderà sul valore della ragione, valore portato avanti dalle credenze illuministiche. La pena di ciò sarà la punizione: il timore verrà sostituito dalla coscienza. L’idea è quella di non esporsi alla punizione. Le azioni in cui questo timore non agisce, la coscienza viene indebolita e resta muta. Tutto ciò si applica anche a livello sociale. Per far si che la coscienza si perfezioni, bisogna ascoltarla e ciò non ha luogo se la maggior parte degli uomini è obbligato ad occuparsi dei propri interessi continuamente. Anche nella maggior parte degli uomini alla quale il bisogno o la passione di acquisizione crea una necessità di lavorare, il sentimento della coscienza resta debole e grossolano. L’abitudine di commettere o di vedere commettere senza rimorsi l’abituale azione che capovolgerebbero la coscienza, ne indebolisce ancora il sentimento. Dunque ogni legge che tollera o stabilisce violazioni del diritto naturale, indebolisce la coscienza. I popoli che hanno degli schiavi sono senza umanità e non hanno il minimo pensiero di cosa voglia dire fratello. Ecco perché è necessario creare o alimentare nei popoli antichi un orgoglio naturale che i pignoli chiamano ancora amore per la patria. Le distinzioni tra gli uomini, indeboliscono la coscienza nelle classi superiori. Ciò accade anche negli schiavi e negli oppressi. IDEA SUL CONCORSO  Tra le opere che sono stata presentate al concorso, Condorcet non ne ha trovato nemmeno una che riuscisse a colmare la visione del fondatore del premio. I fanciulli a cui queste opere sono destinate, non hanno idea di cosa sia la rettitudine morale delle azioni. Queste idee che vengono fuori sono quasi sempre false,inesatte o incomplete. Delle definizioni astratte di queste idee non è sufficiente , occorre analizzare le idee di diritto, giustizia, dovere, onestà, saggezza nella condotta.. in modo che i fanciulli possano acquisire delle nozioni chiare e precise. Bisogna delineare un ordine preciso dei differenti doveri dell’uomo, delle azioni che questi doveri stabiliscono o che difendono, spiegando in che misura devono essere sensibili o convincenti. Condorcet afferma che spesso i moralisti si sono dissociati da questo modello, che è invece opportuno seguire. L’educatore deve avere interesse non solo di colmare i doveri dell’uomo, ma deve fare attenzione anche agli interessi più lontani, come il bisogno che ogni uomo ha nella società di ottenere la fiducia, la stima, la benevolenza degli altri uomini, le disgrazie alle quali si espone ogni uomo che si rende oggetto del disprezzo, della diffidenza e dell’odio dei suoi simili. La felicità che viene fuori da colui che ha compiuto il proprio dovere, è tutto il contrario di quello che prova colui che è venuto meno. Bisogna fare un chiara distinzione : un uomo disprezzato soffre non solo dei mali reali ai quali il disprezzo lo espone, ma soffre anche per un sentimento confuso che nasce dal timore di provarli. Questi sentimenti devono essere presentati in modo da non dare ai fanciulli delle idee false o esagerate. Una volta che si espongono i motivi per cui bisogna adempiere ai propri doveri, si deve cercare di fortificare nell’anima dei fanciulli i sentimenti naturali sui quali questi motivi sono fondati: come la pietà, i sentimenti di affetto per i propri genitori, amici, desiderio di essere amati e di avere fiducia in coloro con i quali vivono. Bisogna evitare freddezza e esagerazione. Condorcet tratta anche le regole di condotta che portano l’uomo alla felicità. Comportamenti che senza essere dei veri doveri nascono dagli stessi sentimenti che ispirano i nostri doveri e possono diventare anche veri. E’ importante far comprendere bene l’ordine naturale dei doveri e il grado di importanza di ciascuno e non mettere sullo stesso piano azioni indifferenti e inevitabili. Lo scopo di colui che scrive l’opera, è quello di procurare ai fanciulli del popolo un’opera che possa servire alla loro educazione dall’età delle prime istruzioni, fino a quella in cui la necessità di lavorare conclude ogni loro istruzione. Ovvio che ci siano però dei doveri a cui ogni uomo deve essere istruito. Ogni autore deve essere lasciato libero di trattare la propria opera e di dividerla in numeri tratti in base alla differente età; oppure di riunirla in un’unica parte e insegnare al fanciullo poco alla volta in base all’età. L’opera non deve contenere nulla che il fanciullo non possa leggere. Ovvio è che si può ottenere in un’educazione particolare la disciplina del fanciullo, che sarà ubbidiente nel leggere solo la parte di libro che gli verrà assegnata: nell’educazione pubblica ciò è impossibile. Un libro non dovrà contenere nulla che il maestro non potrà far comprendere ai fanciulli, così come non è possibile scrivere cose che sono al di sopra della portata dei maestri. Deve essere scritto in modo che il maestri possa dare tutte le spiegazioni di cui il fanciullo ha bisogno. L’opera deve essere stampata in modo che si possa metterla nelle mani di fanciulli e maestri di scuola; si potrà aggiungere magari una sorta di introduzione sommaria di come dovrà avvenire l’insegnamento. In tale introduzione si dovrà evitare che i fanciulli possano leggere le riflessioni che automaticamente li porterebbe a sviluppare una sorta di diffidenza. Condorcet ha infatti più volte detto che, esponendo ai fanciulli i motivi che devono portare gli uomini ad adempiere ai loro doveri, si dovrebbe cercare con cura di fortificare in loro i sentimenti naturali da cui nascono i motivi. Ogni libro che i fanciulli leggono deve essere fatto con delle precauzioni attente, specie quando è destinato ad un’educazione pubblica. E’ possibile che la forma che un autore crederà di aver dato alla sua opera, il modo di presentare le definizioni, il significato con cui crederà di interpretare certe parole, l’ordine che preferirà, gli argomenti ai quali il suo tratto sarà limitato ecc .. siano fondati sulla riflessione e sull’osservazione, fattori che magari non sempre il fanciullo riesce a cogliere. In questo caso l’autore potrebbe unire all’opera una memoria che contenga i motivi che l’hanno determinata. Questa memoria deve essere separata dall’opera che è il solo oggetto del premio, e sul quale solo il giudizio sarà emesso e che è soggetto alle condizioni del programma. Lo stile con cui l’opera deve essere scritta dovrà essere semplice e chiaro; non si dovrà usare nessuna parola che non sia “usata”. Un libro destinato a bambino dovrà avere delle esposizioni semplici e spontanee. COMMENTO AI MANOSCRITTI  L’analisi attenta dei manoscritti, evidenzia degli elementi che a primo impatto potrebbero sembrare delle contraddizioni. E’ come se avessimo due CONDORCET : IL CONDORCET PRIMO E IL CONDORCET MATURO. L’incomprensione che si vede a primo acchito riguarda il pensiero che Condorcet ha sull’educazione. Prima della pubblicazione del decreto, Condorcet esaltava l’educazione particolare o domestica, opponendosi a quella pubblica. Leggendo le sue idee sull’educazione domestica, sembrerebbe essere una decisione definitiva la sua, quella di schierarsi da questa parte. Sostiene infatti la necessità che la prima educazione si addica a colui che non si eleverà mai al di sopra delle conoscenze necessari; a colui che apprenderà esclusivamente le materie scientifiche che hanno utilità pratica, a colui che è destinato ad illuminare gli altri uomini. La preferenza dell’educazione particolare a quella pubblica è proprio questo; quest’ultima educazione conosce solo un metodo. Ovvia è la domanda : COSA HA SPINTO CONDORCET AD ABBANDONARE QUESTA IDEA E A PROPORRE POI L’ORGANIZZAZIONE DI UN TIPO DI ISTRUZIONE PUBBLICA? La prima probabile risposta può essere l’avversione che Condorcet aveva nei confronti del clero e in particolare verso i gesuiti ed il loro modello educativo. Quando Condorcet proproneva un tipo di educazione particolare, quella pubblica era di solo dominio del clero. Dunque il rifiuto che inizialmente aveva poteva essere dovuto al rifiuto della religione gesuitica e della morale. Per evitare l’influenza del clero, era quindi necessario assumere delle posizioni opposte alle loro in campo educativo: l’educazione domestica, ovvero quella fornita dai genitori,era l’unica alternativa. Con la cacciata dei Gesuiti il campo educativo rientrò sotto il controllo dello stato e dunque non aveva più senso opporsi all’educazione pubblica. Quindi parlare di contraddizione del pensiero di Condorcet è sbagliato. Lui si adatta semplicemente alle circostanze sociali e storiche che vi erano in evoluzione. Quando Condorcet proponeva l’educazione domestica, era l’unica possibile opzione difronte alla realtà delle istituzioni educative che vi erano a quel tempo. In un manoscritto si coglie la distanza, mai più notata così apertamente, dall’educazione mirata al livellamento intellettuale che aveva costituito per altri versi, il modello di istruzione intesa come interazione di elementi psicologici, sociali e politici. Alla luce del principio della ineguaglianza naturale tra gli individui, Condorcet rifiutò sempre il concetto di una educazione totaliaria e totalizzante, in quanto livellatrice delle differenze di menti. Per quanto riguarda l’educazione morale, in un manoscritto sostiene che non esiste affatto morale da insegnare ad un fanciullo; bisogna solo impedire i vizi di nascere e fortificare in lui il sentimento naturale della pietà. In un altro manoscritto, l’educazione morale si trova tra le discipline previste già nel primo grado di istruzione. Una morale che doveva essere fondata sui sentimenti di umanità, bontà, amore per il prossimo. Anche in questo caso si pensa che la cacciata dei gesuiti possa avere influito abbastanza sul suo pensiero. Come sappiamo la conclusione finale di Condorcet è che la religione cristiana è cattiva in quanto può produrre degli effetti indesiderati. Ogni persona è libera di credere a ciò che vuole, ma nella scuola di religione non se ne dovrà parlare affatto. Con la rivoluzione francese nacque una nuova morale laica, ispirata ai principi di uguaglianza, fraternità e libertà. Questo tipo di morale, considerata seprata dalla religione, fu accettata da Condorcet come valida a formare uomini e cittadini responsabili e capaci di operare nella società. Innovativo è il pensiero che Condorcet ha sull’educazione sessuale. La sua idea era quella di stabilire dei contatti tra fisico e morale, società e natura, rifiutando un’etica separata dalla realtà umana. Qui Condorcet si trova in opposizione a Roussoeu  per quest’ultimo tale educazione doveva essere ritardata .
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