Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

el gato y la gaviota, Traduzioni di Spagnolo

libro completo digitale “el gato y la gaviota” in spagnolo

Tipologia: Traduzioni

2022/2023

Caricato il 19/10/2023

sabrina-preka
sabrina-preka 🇮🇹

5

(1)

1 documento

1 / 73

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica el gato y la gaviota e più Traduzioni in PDF di Spagnolo solo su Docsity! PRIMERA PARTE CAPÍTULO 1: Mar del Norte —¡Banco de arenques a babor! —anunció la gaviota vigía, y la bandada del Faro de la Arena Roja recibió la noticia con graznidos de alivio. Llevaban seis horas de vuelo sin interrupciones y, aunque las gaviotas piloto las habían conducido por corrientes de aires cálidos que hicieron placentero el planear sobre el océano, sentían la necesidad de PARTE PRIMA CAPITOLO 1: Mare del Nord - Banco di aringhe a sinistra! - annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con strida di sollievo. Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l'oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c'era di meglio per questo di una reponer fuerzas, y qué mejor para ello que un buen atracón de arenques. Volaban sobre la desembocadura del río Elba, en el mar del Norte. Desde la altura veían los barcos formados uno tras otro, como si fueran pacientes y disciplinados animales acuáticos esperando turno para salir a mar abierto y orientar allí sus rumbos hacia todos los puertos del planeta. A Kengah, una gaviota de plumas color plata, le gustaba especialmente observar las banderas de los barcos, pues sabía que cada una de ellas representaba una forma de hablar, de nombrar las mismas cosas con palabras diferentes. —Qué difícil lo tienen los humanos. Las gaviotas, en cambio, graznamos igual en todo el mundo —comentó una vez Kengah a una de sus compañeras de vuelo. —Así es. Y lo más notable es que a veces hasta consiguen entenderse —graznó la aludida. Más allá de la línea de la costa, el paisaje se tornaba de un verde intenso. Era un enorme prado en el que destacaban los rebaños de ovejas pastando al amparo de los diques y las perezosas aspas de los molinos de viento. Siguiendo las instrucciones de las gaviotas piloto, la bandada del Faro de la Arena Roja tomó una corriente de aire frío y se lanzó en picado sobre el cardumen de arenques. Ciento veinte cuerpos perforaron el agua como saetas y, al salir a la superficie, cada gaviota sostenía un arenque en el pico. buona scorpacciata di aringhe? Volavano sopra la foce del fiume Elba, nel mare del Nord. Dall'alto vedevano le navi in fila indiana, come pazienti e disciplinati animali acquatici, in attesa del loro turno per uscire in mare aperto e poi far rotta per tutti i porti della Terra. A Kengah, una gabbiana dalle piume color argento, piaceva particolarmente osservare le bandiere delle navi, perché sapeva che ognuna rappresentava un modo di parlare, di chiamare le stesse cose con parole diverse. - Com'è difficile per gli umani. Noi gabbiani, invece, stridiamo nello stesso modo in tutto il mondo - commentò una volta Kengah con un compagno di volo. - Proprio così. E la cosa più straordinaria è che ogni tanto riescono anche a capirsi- stridette l'altro. Al di là della linea costiera il paesaggio diventava di un verde intenso. Era un enorme prato nel quale spiccavano le greggi di pecore che pascolavano al riparo delle dighe, e i pigri bracci dei mulini a vento. Seguendo le istruzioni dei gabbiani pilota, lo stormo del Faro della Sabbia Rossa imboccò una corrente d'aria fredda e si lanciò in picchiata sul banco di aringhe. Centoventi corpi bucarono l'acqua come frecce e, quando risalirono a galla, ogni gabbiano stringeva un pesce nel becco. Aringhe saporite. Saporite e grasse. Proprio quello di cui avevano bisogno per recuperare energie prima di riprendere il volo fino a Den Helder, dove del grupo Pur, uno de sus favoritos, lo guardaba, dudaba, lo sacaba, y no sabía si volver a meterlo en la mochila o dejarlo sobre la mesilla. Era difícil decidir qué llevarse para las vacaciones y qué dejar en casa. El gato grande, negro y gordo lo miraba atento, sentado en el alféizar de la ventana, su lugar favorito. —¿Guardé las gafas de nadar? Zorbas, ¿has visto mis gafas de nadar? No. No las conoces porque no te gusta el agua. No sabes lo que te pierdes. Nadar es uno de los deportes más divertidos. ¿Unas galletitas? — ofreció el niño tomando la caja de galletas para gatos. Le sirvió una porción más que generosa, y el gato grande, negro y gordo empezó a masticar lentamente para prolongar el placer. ¡Qué galletas tan deliciosas, crujientes y con sabor a pescado! «Es un gran chico», pensó el gato con la boca llena. «¿Cómo que un gran chico? ¡Es el mejor!», se corrigió al tragar. Zorbas, el gato grande, negro y gordo, tenía muy buenas razones para pensar así de aquel niño que no sólo gastaba el dinero de su mesada en esas deliciosas galletas, sino que le mantenía siempre limpia la caja con gravilla donde aliviaba el cuerpo y lo instruía hablándole de cosas importantes. Solían pasar muchas horas juntos en el balcón, mirando el incesante ajetreo del puerto de Hamburgo, y allí, por ejemplo, el niño le decía: —¿Ves ese barco, Zorbas? ¿Sabes de dónde suoi preferiti, la infilava dentro, esitava, la tirava fuori, e non sapeva se rimetterla nello zaino o se lasciarla sul comodino. Era difficile decidere cosa portarsi via per le vacanze e cosa lasciare a casa. Il gatto nero grande e grosso lo guardava attentamente, seduto sul davanzale della finestra, il suo posto preferito. - Ho preso la maschera subacquea? Zorba hai visto la mia maschera subacquea? No. Non la conosci perché a te non piace l'acqua. Non sai cosa ti perdi. Nuotare è uno degli sport più divertenti. Un po' di croccantini? - gli offrì il bambino prendendo la scatola. Gliene servì una porzione più che generosa, e il gatto nero grande e grosso iniziò a masticare lentamente, per gustarli bene. Che biscottini deliziosi, croccanti, al sapore di pesce! - E un ragazzo fantastico - pensò il gatto con la bocca piena. - Altro che fantastico. E’ il migliore! - si corresse mentre ingoiava. Zorba, il gatto nero grande e grosso, aveva degli ottimi motivi per pensarla così di quel bambino che spendeva i soldi della sua paghetta in quei deliziosi croccantini, che teneva sempre pulita la lettiera dove lui faceva i suoi bisogni, e che lo istruiva parlandogli di cose importanti. Avevano l'abitudine di passare molte ore assieme sul balcone osservando l'incessante traffico del porto di Amburgo, e lì, per esempio, il bambino gli diceva: - Vedi quella nave, Zorba? Sai da dove viene? Be', viene dalla Liberia, che è un paese africano molto interessante perché è stato fondato da persone che una volta viene? Pues de Liberia, que es un país africano muy interesante porque lo fundaron personas que antes eran esclavos. Cuando crezca, seré capitán de un gran velero e iré a Liberia. Y tú vendrás conmigo, Zorbas. Serás un buen gato de mar. Estoy seguro. Como todos los chicos de puerto, aquél también soñaba con viajes a países lejanos. El gato grande, negro y gordo lo escuchaba ronroneando, y también se veía a bordo de un velero surcando los mares. Sí. El gato grande, negro y gordo sentía un gran cariño por el niño, y no olvidaba que le debía la vida. Zorbas contrajo aquella deuda precisamente el día en que abandonó el canasto que le servía de morada junto a sus siete hermanos. La leche de su madre era tibia y dulce, pero él quería probar una de esas cabezas de pescado que las gentes del mercado daban a los gatos grandes. Y no pensaba comérsela entera, no, su idea era arrastrarla hasta el canasto y allí maullar a sus hermanos: —¡Basta ya de chupar a nuestra pobre madre! ¿Es que no ven cómo se ha puesto de flaca? Coman pescado, que es el alimento de los gatos de puerto. Pocos días antes de abandonar el canasto su madre le había maullado muy seriamente: —Eres ágil y despierto, eso está muy bien, pero debes cuidar tus movimientos y no salir del canasto. Mañana o pasado vendrán los humanos y decidirán sobre tu destino y el de tus erano schiave. Quando sarò grande, diventerò il capitano di un grosso veliero e andrò in Liberia. E tu verrai con me, Zorba. Sarai un buon gatto di mare. Ne sono sicuro. Come tutti i ragazzi di porto, anche quel bambino sognava viaggi in paesi lontani. Il gatto nero grande e grosso lo ascoltava facendo le fusa, e si vedeva anche lui a bordo di un veliero che solcava i mari. Sì. Il gatto nero grande e grosso nutriva molto affetto per il bambino, e non aveva dimenticato che gli doveva la vita. Zorba aveva contratto quel debito il giorno stesso in cui aveva abbandonato la cesta che faceva da casa a lui e ai suoi sette fratelli. Il latte di sua madre era tiepido e dolce, ma Zorba voleva assaggiare una di quelle teste di pesce che la gente del mercato dava ai gatti adulti. Non che pensasse di mangiarla tutta lui, no, la sua idea era di trascinarla fino alla cesta e là miagolare ai fratelli: - Smettetela di succhiare la nostra povera mamma! Non vedete come è diventata magra? Mangiate il pesce, che è il cibo dei gatti del porto. Pochi giorni prima che abbandonasse la cesta, sua madre gli aveva miagolato molto seriamente: - Sei agile e sveglio, e va benissimo, ma devi stare attento a come ti muovi e a non uscire dalla cesta. Domani o dopodomani verranno gli umani a decidere del tuo destino e di quello dei tuoi fratelli. Sicuramente vi daranno dei nomi simpatici e avrete il cibo assicurato. È una gran fortuna che siate nati in un porto, perché nei porti hermanos. Con seguridad les llamarán con nombres simpáticos y tendrán la comida asegurada. Es una gran suerte que hayan nacido en un puerto, pues en los puertos quieren y protegen a los gatos. Lo único que los humanos esperan de nosotros es que mantengamos alejadas a las ratas. Sí, hijo. Ser un gato de puerto es una gran suerte, pero tú debes tener cuidado porque en ti hay algo que puede hacerte desdichado. Hijo, si miras a tus hermanos verás que todos son grises y tienen la piel rayada como los tigres. Tú, en cambio, has nacido enteramente negro, salvo ese pequeño mechón blanco que luces bajo la barbilla. Hay humanos que creen que los gatos negros traen mala suerte, por eso, hijo, no salgas del canasto. Pero Zorbas, que por entonces era como una pequeña bola de carbón, abandonó el canasto. Quería probar una de esas cabezas de pescado. Y también quería ver un poco de mundo. No llegó muy lejos. Trotando hacia un puesto de pescado con el rabo muy erguido y vibrante, pasó frente a un gran pájaro que dormitaba con la cabeza ladeada. Era un pájaro muy feo y con un buche enorme bajo el pico. De pronto, el pequeño gato negro sintió que el suelo se alejaba de sus patas, y sin comprender lo que ocurría se encontró dando volteretas en el aire. Recordando una de las primeras enseñanzas de su madre, buscó un lugar i gatti sono amati e protetti. L'unica cosa che gli umani si aspettano da noi è che teniamo lontani i topi. Sì, figliolo. Essere un gatto di porto è una gran fortuna, ma tu devi stare attento perché c'è qualcosa in te che può renderti un disgraziato. Figliolo, se guardi i tuoi fratelli, vedrai che sono tutti grigi e che hanno la pelliccia a righe come le tigri. Tu, invece, sei nato completamente nero, a parte quella piccola macchia bianca che hai sulla gola. Certi umani credono che i gatti neri portino sfortuna perciò figliolo, non uscire dalla cesta. Ma Zorba, che all'epoca sembrava una pallina di carbone, abbandonò la cesta. Voleva assaggiare una di quelle teste di pesce. E anche vedere un po' di mondo. Non arrivò molto lontano. Trotterellando verso una bancarella di pesce con la coda ben alta e vibrante, passò davanti a un grosso uccello che dormicchiava con la testa piegata di lato. Era un uccello molto brutto e con un gozzo enorme sotto il becco. All'improvviso il piccolo gatto nero sentì che il suolo si allontanava da sotto le sue zampe, e senza capire cosa stava succedendo si ritrovò a far capriole in aria. Allora ricordò uno dei primi insegnamenti di sua madre e cercò un posto dove cadere in piedi, ma sotto lo aspettava l'uccello con il becco aperto. Piombò nel gozzo, che era molto buio e puzzava in modo orribile. - Fammi uscire! Fammi uscire!- miagolò disperato. - Accidenti. Ma tu parli - gracchiò l'uccello senza aprire il becco. - Che razza di bestia sei? - Fammi CAPÍTULO 3: Hamburgo a la vista Kengah desplegó las alas para levantar el vuelo, pero la espesa ola fue más rápida y la cubrió enteramente. Cuando salió a flote, la luz del día había desaparecido y, tras sacudir la cabeza con energía, comprendió que la maldición de los mares le oscurecía la vista. Kengah, la gaviota de plumas de color plata, hundió varias veces la cabeza, hasta que unos destellos de luz llegaron a sus pupilas cubiertas de petróleo. La mancha viscosa, la peste negra, le pegaba las alas al cuerpo, así que empezó a mover las patas con la esperanza de nadar rápido y salir del centro de la marea negra. Con todos los músculos acalambrados por el esfuerzo alcanzó por fin el límite de la mancha de petróleo y el fresco contacto con el agua limpia. Cuando, a fuerza de parpadear y hundir la cabeza consiguió limpiarse los ojos, miró al cielo, no vio más que algunas nubes que se interponían entre el mar y la inmensidad de la bóveda celeste. Sus compañeras de la bandada del Faro de la Arena Roja volarían ya lejos, muy lejos. Era la ley. Ella también había visto a otras gaviotas sorprendidas por las mortíferas mareas negras y, pese a los deseos de bajar a brindarles una ayuda tan inútil como imposible, se había alejado, respetando la ley que prohíbe presenciar la muerte de las compañeras. Con CAPITOLO 3: Amburgo in vista Kengah aprì le ali per spiccare il volo, ma l'onda densa fu più rapida e la sommerse completamente. Quando tornò a galla la luce del giorno era scomparsa, e dopo aver scosso il capo con energia capì che la maledizione dei mari le stava oscurando la vista. Kengah, la gabbiana dalle piume d'argento, tuffò varie volte la testa sott'acqua, sinché qualche filo di luce non raggiunse le sue pupille coperte di petrolio. La macchia vischiosa, la peste nera, le incollava le ali al corpo, così iniziò a muovere le zampe sperando di potersi allontanare rapidamente a nuoto dal centro dell'onda scura. Con tutti i muscoli tormentati dai crampi per lo sforzo, raggiunse finalmente il limite della macchia di petrolio e sentì il fresco contatto dell'acqua pulita. Quando, a forza di sbattere le palpebre e di tuffare la testa, riuscì a pulirsi gli occhi, guardò il cielo, ma vide solo alcune nuvole che si frapponevano tra il mare e l'immensità della volta celeste. I suoi compagni dello stormo del Faro della Sabbia Rossa dovevano volare ormai lontano, molto lontano. Era la legge. Anche lei aveva visto altri gabbiani sorpresi dalle mortifere onde nere, e nonostante il desiderio di scendere a offrire loro un aiuto tanto inutile quanto impossibile, si era allontanata, rispettando la legge che proibisce di assistere alla morte dei compagni. Con le ali immobilizzate, incollate ai corpi, i gabbiani erano las alas inmovilizadas, pegadas al cuerpo, las gaviotas eran presas fáciles para los grandes peces, o morían lentamente, asfixiadas por el petróleo que, metiéndose entre las plumas, les tapaba todos los poros. Esa era la suerte que le esperaba, y deseó desaparecer pronto entre las fauces de un gran pez. La mancha negra. La peste negra. Mientras esperaba el fatal desenlace, Kengah maldijo a los humanos. —Pero no a todos. No debo ser injusta —graznó débilmente. Muchas veces, desde la altura vio cómo grandes barcos petroleros aprovechaban los días de niebla costera para alejarse mar adentro a lavar sus tanques. Arrojaban al mar miles de litros de una sustancia espesa y pestilente que era arrastrada por las olas. Pero también vio que a veces unas pequeñas embarcaciones se acercaban a los barcos petroleros y les impedían el vaciado de los tanques. Por desgracia aquellas naves adornadas con los colores del arco iris no llegaban siempre a tiempo a impedir el envenenamiento de los mares. Kengah pasó las horas más largas de su vida posada sobre el agua, preguntándose aterrada si acaso le esperaba la más terrible de las muertes; peor que ser devorada por un pez, peor que sufrir la angustia de la asfixia, era morir de hambre. Desesperada ante la idea de una muerte lenta, se agitó entera y con asombro comprobó que el petróleo no le facile preda dei grandi pesci, o morivano lentamente, asfissiati dal petrolio che penetrando fra le piume tappava loro tutti i pori. Era questa la morte che la aspettava, e desiderò scomparire presto tra le fauci di un grosso pesce. La macchia nera. La peste nera. Mentre aspettava la fine fatale, Kengah maledisse gli umani. - Ma non tutti. Non devo essere ingiusta - stridette debolmente. Spesso, dall'alto, aveva visto come grandi petroliere approfittavano delle giornate di nebbia costiera per andare al largo a lavare le loro cisterne. Rovesciavano in mare migliaia di litri di una sostanza densa e pestilenziale che veniva trascinata via dalle onde. Ma a volte aveva visto anche delle piccole imbarcazioni che si avvicinavano alle petroliere e impedivano loro di svuotare le cisterne. Disgraziatamente quelle barche ornate dai colori dell'arcobaleno non sempre arrivavano in tempo per impedire l'avvelenamento dei mari. Kengah passò le ore più lunghe della sua vita posata sull'acqua, chiedendosi atterrita se per caso non la aspettava la più terribile delle morti: peggio che essere divorata da un pesce, peggio che patire l'angoscia dell'asfissia, era morire di fame. Disperata all'idea di una fine lenta si agitò e con stupore si accorse che il petrolio non le aveva incollato le ali al corpo. Aveva le piume impregnate di quella sostanza densa, ma almeno poteva spiegarle. - Forse ho ancora una possibilità di uscire da qui, e había pegado las alas al cuerpo. Tenía las plumas impregnadas de aquella sustancia espesa, pero por lo menos podía extenderlas. —Tal vez tenga todavía una posibilidad de salir de aquí y, quién sabe si volando alto, muy alto, el sol derretirá el petróleo —graznó Kengah. Hasta su memoria acudió una historia escuchada a una vieja gaviota de las islas Frisias que hablaba de un humano llamado Icaro, quien para cumplir con el sueño de volar se había confeccionado alas con plumas de águila, y había volado, alto, hasta muy cerca del sol, tanto que su calor derritió la cera con que había pegado las plumas y cayó. Kengah batió enérgicamente las alas, encogió las patas, se elevó un par de palmos y se fue de bruces al agua. Antes de intentarlo nuevamente sumergió el cuerpo y movió las alas bajo el agua. Esta vez se elevó más de un metro antes de caer. El maldito petróleo le pegaba las plumas de la rabadilla, de tal manera que no conseguía timonear el ascenso. Una vez más se sumergió y con el pico tiró de la capa de inmundicia que le cubría la cola. Soportó el dolor de las plumas arrancadas, hasta que finalmente comprobó que su parte trasera estaba un poco menos sucia. Al quinto intento Kengah consiguió levantar el vuelo. Batía las alas con desesperación, pues el peso de la capa de petróleo no le permitía planear. Un solo volando in alto, molto in alto, forse il sole scioglierà il petrolio - stridette Kengah. Le tornò alla mente una storia, raccontatale da un vecchio gabbiano delle isole Frisoni, che parlava di un umano chiamato Icaro che, per realizzare il sogno del volo, si era costruito delle ali con piume di aquila ed era volato in alto, vicinissimo al sole, tanto che il calore aveva sciolto la cera con cui aveva incollato le piume ed era precipitato. Kengah batté energicamente le ali, ritirò le zampe, si innalzò di un paio di palmi, e ricadde sulle onde. Prima di tentare ancora si immerse e agitò le ali sott'acqua. Questa volta salì di un metro prima di cadere. Quel dannato petrolio le incollava le piume della coda, di modo che non riusciva a governare il decollo. Si tuffò ancora una volta e con il becco cercò di tirar via lo strato di sporco che le copriva la coda. Sopportò il dolore delle piume strappate, e finalmente vide la sua parte posteriore un po' meno lurida. Al quinto tentativo Kengah riuscì a spiccare il volo. Batteva le ali con disperazione perché il peso della cappa di petrolio non le permetteva di planare. Un solo attimo di riposo e sarebbe precipitata. Per fortuna era una gabbiana giovane e i suoi muscoli rispondevano adeguatamente. Guadagnò quota. Senza mai smettere di battere le ali guardò giù e vide la costa profilarsi appena come una linea bianca. Vide anche alcune barche che si muovevano come minuscoli oggetti su un panno blu. Volò ancora più alto, ma il sole non ebbe gli Venciendo la repugnancia, el gato le lamió la cabeza. Aquella sustancia que la cubría sabía además horrible. Al pasarle la lengua por el cuello notó que la respiración del ave se tornaba cada vez más débil. —Escucha, amiga, quiero ayudarte pero no sé cómo. Procura descansar mientras voy a consultar qué se hace con una gaviota enferma —maulló Zorbas antes de trepar al tejado. Se alejaba en dirección al castaño cuando escuchó que la gaviota lo llamaba. —¿Quieres que te deje un poco de mi comida? —sugirió algo aliviado. —Voy a poner un huevo. Con las últimas fuerzas que me quedan voy a poner un huevo. Amigo gato, se ve que eres un animal bueno y de nobles sentimientos. Por eso voy a pedirte que me hagas tres promesas. ¿Me las harás? —graznó sacudiendo torpemente las patas en un fallido intento por ponerse de pie. Zorbas pensó que la pobre gaviota deliraba y que con un pájaro en tan penoso estado sólo se podía ser generoso. —Te prometo lo que quieras. Pero ahora descansa —maulló compasivo. —No tengo tiempo para descansar. Prométeme que no te comerás el huevo —graznó abriendo los ojos. —Prometo no comerme el huevo —repitió Zorbas. — Prométeme que lo cuidarás hasta que nazca el pollito —graznó alzando el cuello. —Prometo que cuidaré el huevo hasta que nazca el pollito. —Y prométeme que le enseñarás a dell'uccello si faceva sempre più debole. - Senti, amica, io vogIio aiutarti, ma non so come. Cerca di riposare mentre vado a chiedere cosa si fa con un gabbiano ammalato - miagolò Zorba prima di arrampicarsi sul tetto. Si stava allontanando in direzione dell'ippocastano quando sentì che la gabbiana lo chiamava. - Vuoi che ti lasci un po' del mio cibo? - suggerì, leggermente sollevato. - Voglio deporre un uovo. Con le ultime forze che mi restano voglio deporre un uovo. Amico gatto, si vede che sei un animale buono e di nobili sentimenti. Per questo ti chiedo di farmi tre promesse. Mi accontenterai? - stridette agitando goffamente le zampe nel vano tentativo di alzarsi in piedi. Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che con un uccello in uno stato così pietoso si poteva solo essere generosi. - Ti prometto tutto quello che vuoi. Ma ora riposa - miagolò impietosito. - Non ho tempo di riposare. Promettimi che non ti mangerai l'uovo - stridette aprendo gli occhi. -Prometto che non mi mangerò l'uovo - ripeté Zorba. - Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo - stridette sollevando il capo. - Prometto che avrò cura dell'uovo finché non sarà nato il piccolo.- E promettimi che gli insegnerai a volare - stridette guardando fisso negli occhi il gatto. Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era completamente pazza. - Prometto che gli insegnerò a volare. E ora riposa, io vado in cerca volar —graznó mirando fijamente a los ojos del gato. Entonces Zorbas supuso que esa desafortunada gaviota no sólo deliraba, sino que estaba completamente loca. —Prometo enseñarle a volar. Y ahora descansa, que voy en busca de ayuda —maulló Zorbas trepando de un salto hasta el tejado. Kengah miró al cielo, agradeció todos los buenos vientos que la habían acompañado y, justo cuando exhalaba el último suspiro, un huevito blanco con pintitas azules rodó junto a su cuerpo impregnado de petróleo. CAPÍTULO 5: En busca de consejo Zorbas bajó rápidamente por el tronco del castaño, cruzó el patio interior a toda prisa para evitar ser visto por unos perros vagabundos, salió a la calle, se aseguró de que no venía ningún auto, la cruzó y corrió en dirección del Cuneo, un restaurante italiano del puerto. Dos gatos que husmeaban en un cubo de basura lo vieron pasar. —¡Ay, compadre! ¿Ve lo mismo que yo? Pero qué gordito tan lindo —maulló uno. —Sí, compadre. Y qué negro es. Más que una bolita de grasa parece una bolita de alquitrán. ¿Adónde vas, bolita de alquitrán? — preguntó el otro. Aunque iba muy preocupado por la gaviota, Zorbas no estaba dispuesto a dejar pasar las provocaciones de esos dos di aiuto - miagolò Zorba balzando direttamente sul tetto. Kengah guardò il cielo, ringraziò tutti i buoni venti che l'avevano accompagnata e proprio mentre esalava l'ultimo respiro, un ovetto bianco con delle macchioline azzurre rotolò accanto al suo corpo impregnato di petrolio. CAPITOLO 5: In cerca di consiglio Zorba scese rapidamente dal tronco dell'ippocastano, attraversò il cortile interno a tutta velocità evitando di essere visto da alcuni cani randagi, uscì in strada, si assicurò che non arrivassero auto, attraversò e corse in direzione del Cuneo, un ristorante italiano del porto. Due gatti che frugavano in un bidone della spazzatura lo videro passare. - Accidenti, amico! Vedi anche tu quello che vedo io? Ma che bel ciccione - miagolò uno di loro. - Sì, amico. E com'è nero. Più che una palla di grasso sembra una palla di catrame. Dove vai, palla di catrame? - chiese l'altro. Benché fosse molto preoccupato per la gabbiana, Zorba non era disposto a sopportare le provocazioni di quei due poco di buono. Per cui frenò, rizzò i peli sulla schiena e saltò sopra il facinerosos. De tal manera que detuvo la carrera, erizó la piel del lomo y saltó sobre el cubo de basura. Lentamente estiró una pata delantera, sacó una garra larga como una cerilla, y la acercó a la cara de uno de los provocadores. —¿Te gusta? Pues tengo nueve más. ¿Quieres probarlas en el espinazo? — maulló con toda calma. Con la garra frente a los ojos, el gato tragó saliva antes de responder. —No, jefe. ¡Qué día tan bonito! ¿No le parece? —maulló sin dejar de mirar la garra. —¿Y tú? ¿Qué me dices? —increpó Zorbas al otro gato. —Yo también digo que hace buen día, agradable para pasear, aunque un poquito frío. Arreglado el asunto, Zorbas retomó el camino hasta llegar frente a la puerta del restaurante. Dentro, los mozos disponían las mesas para los comensales del mediodía. Zorbas maulló tres veces y esperó sentado en el rellano. A los pocos minutos se le acercó Secretario, un gato romano muy flaco y con apenas dos bigotes, uno a cada lado de la nariz.—Lo sentimos mucho, pero si no ha hecho reserva no podremos atenderlo. Estamos al completo —maulló a manera de saludo. Iba a agregar algo más, pero Zorbas lo detuvo. —Necesito maullar con Colonello. Es urgente. —¡Urgente! ¡Siempre con urgencias de última hora! Veré qué puedo hacer, pero sólo porque se trata de una urgencia —maulló Secretario y regresó al interior del bidone della spazzatura. Lentamente tese una delle zampe davanti, tirò fuori un artiglio lungo come un cerino, e lo avvicinò al muso di uno dei provocatori. - Ti piace? Ne ho altri nove. Vuoi provarli sulla spina dorsale? - miagolò con tutta calma. Il gatto con l'artiglio davanti agli occhi ingoiò la saliva prima di rispondere. - No, capo. Ma che bella giornata! Non le pare? - miagolò senza smettere di fissare l'artiglio. - E tu che dici? - miagolò Zorba all'altro gatto. - Dico anch'io che è una bellissima giornata, ottima per passeggiare, anche se un po' fredda. Sistemata la faccenda, Zorba riprese la sua strada fino ad arrivare davanti alla porta del ristorante. Dentro, i camerieri preparavano i tavoli per i clienti di mezzogiorno. Zorba miagolò tre volte e aspettò seduto sulla soglia. Dopo pochi minuti arrivò Segretario, un gatto romano molto magro e con solo due baffi, uno a destra e uno a sinistra del naso. - Ci dispiace molto, ma se non ha prenotato non potremo servirla. Siamo al completo - miagolò come saluto. Stava per aggiungere qualcos'altro, ma Zorba lo interruppe. - Ho bisogno di miagolare con Colonnello. È urgente. - Urgente! Sempre con urgenze all'ultimo minuto! Vedrò cosa posso fare, ma solo perché si tratta di un'urgenza - miagolò Segretario e rientrò nel ristorante. Colonnello era un gatto dall'età indefinibile. Alcuni dicevano che aveva tanti anni quanti il ristorante che gli dava alloggio, mentre altri sostenevano che era ancora più vecchio. Ma inventor de artefactos imposibles de nombrar. Pero no era nada de eso o, mejor dicho, era mucho más que todo eso. El lugar se llamaba HARRY - BAZAR DEL PUERTO, y su dueño, Harry, era un viejo lobo de mar que durante cincuenta años de navegación por los siete mares se dedicó a coleccionar toda clase de objetos en los cientos de puertos que había conocido. Cuando la vejez se instaló en sus huesos, Harry decidió cambiar la vida de navegante por la de marinero en tierra, y abrió el bazar con todos los objetos reunidos. Alquiló una casa de tres plantas en una calle del puerto, pero enseguida se le quedó pequeña para exponer sus insólitas colecciones. Alquiló entonces la casa de al lado, de dos plantas, y tampoco fue suficiente. Finalmente, tras alquilar una tercera casa, consiguió colocar todos sus objetos, dispuestos eso sí según un particularísimo sentido del orden. En las tres casas, unidas por pasadizos y estrechas escaleras, había cerca de un millón de objetos, entre los que cabe destacar: 7200 sombreros de alas flexibles para que no se los llevara el viento; 160 ruedas de timón de barcos mareados a fuerzas de dar vueltas al mundo; 245 fanales de embarcaciones que desafiaron las más espesas nieblas; 12 telégrafos de mandos aporreados por las manos de iracundos capitanes; 256 brújulas que jamás perdieron el da definire. Ma non era niente di tutto questo, o meglio, era molto di più. Il posto si chiamava `Harry. Bazar del porto', e il proprietario, Harry, era un vecchio lupo di mare che nei suoi cinquant'anni di navigazione per i sette mari si era dedicato a raccogliere oggetti di ogni tipo nelle centinaia di porti che aveva visitato. Quando la vecchiaia gli era entrata nelle ossa, Harry aveva deciso di cambiare la sua vita di navigante con quella di marinaio a terra, e aveva aperto il bazar con tutti gli oggetti raccolti. Aveva affittato una casa a tre piani nella strada lungo il porto, ma gli mancava lo spazio necessario per esporre le sue insolite collezioni, perciò aveva preso la casa accanto, a due piani, ma anche così lo spazio non era bastato. Alla fine, dopo aver affittato una terza casa, era riuscito a sistemare tutti i suoi oggetti disponendoli - questo va detto - secondo il suo particolarissimo concetto dell'ordine. Nelle tre case, collegate attraverso corridoi e scale strette, c'erano quasi un milione di oggetti, fra i quali possiamo ricordare: 7200 cappelli con tesa flessibile per non essere portati via dal vento; 160 ruote del timone di barche col mal di mare a forza di girare intorno al mondo; 245 fanali di imbarcazioni che avevano sfidato le più fitte nebbie; 12 telegrafi di macchina sbattuti da iracondi capitani; 256 bussole che non avevano mai perso il nord; 6 elefanti di legno a grandezza naturale; 2 giraffe imbalsamate nell'atto di contemplare la savana; 1 orso polare norte; 6 elefantes de madera de tamaño natural; 2 jirafas disecadas en actitud de contemplar la sabana; 1 oso polar disecado en cuyo vientre yacía la mano derecha, también disecada, de un explorador noruego; 700 ventiladores cuyas aspas al girar recordaban las frescas brisas de los atardeceres en el Trópico; 1200 hamacas de yute que garantizaban los mejores sueños; 1300 marionetas de Sumatra que sólo habían interpretado historias de amor; 123 proyectores de diapositivas que mostraban paisajes en los que siempre se podía ser feliz; 54.000 novelas en cuarenta y siete idiomas; 2 reproducciones de la Torre Eiffel, construida la primera con medio millón de alfileres de sastre, y con trescientos mil mondadientes la segunda; 3 cañones de barcos corsarios ingleses; 17 anclas encontradas en el fondo del mar del Norte; 2000 cuadros de puestas de sol; 17 máquinas de escribir que habían pertenecido a famosos escritores; 128 calzoncillos largos de franela para hombres de más de dos metros de estatura; 7 fracs para enanos; 500 pipas de espuma de mar; 1 astrolabio obstinado en señalar la Cruz del Sur; 7caracolas gigantes de las que provenían lejanas resonancias de míticos naufragios; 12 kilómetros de seda roja; 2 escotillas de submarinos; y muchas otras cosas que sería largo nombrar. Para visitar el bazar había que imbalsamato nel cui ventre giaceva la mano destra, anche essa imbalsamata, di un esploratore norvegese; 700 ventilatori che con le loro pale ricordavano le fresche brezze dei tramonti tropicali; 1200 amache di iuta che garantivano i sogni migliori; 1300 marionette di Sumatra che avevano interpretato solo storie d'amore; 123 proiettori per diapositive che mostravano paesaggi nei quali si poteva essere sempre felici; 54.000 romanzi in quarantasette lingue; 2 riproduzioni della torre Eiffel, una costruita con mezzo milione di spilli da sarto e l'altra con trecentomila stuzzicadenti; 3 cannoni di navi corsare inglesi; 17 ancore trovate nei fondali del mare del Nord; 2000 quadri di tramonti; 17 macchine da scrivere appartenute a scrittori famosi; 128 mutande lunghe di flanella per uomini di oltre due metri d'altezza; 7 frac per nani; 500 pipe in schiuma di mare; 1 astrolabio ostinatamente fisso sulla posizione della Croce del Sud; 7 buccine giganti dalle quali provenivano echi lontani di mitici naufragi; 12 chilometri di seta rossa; 2 boccaporti di sottomarini; e molte altre cose che sarebbe troppo lungo elencare. Per visitare il bazar di Harry bisognava pagare il biglietto e, una volta dentro, era necessario un gran senso dell'orientamento per non perdersi nel labirinto di stanze senza finestre, di stretti corridoi e di scale anguste. Harry aveva due mascotte: la prima era uno scimpanzè di nome Mattia che si occupava dei biglietti e della sorveglianza, giocava pagar una entrada y, una vez dentro, se precisaba de un gran sentido de la orientación para no perderse en su laberinto de cuartos sin ventanas, largos pasillos y escaleras angostas. Harry tenía dos mascotas: Matías, un chimpancé que ejercía de boletero y vigilante de seguridad, jugaba a las damas con el viejo marino —por cierto muy mal—, bebía cerveza y siempre intentaba dar cambio de menos. La otra mascota era Sabelotodo, un gato gris, pequeño y flaco, que dedicaba la mayor parte del tiempo al estudio de los miles de libros que allí había. Colonello, Secretario y Zorbas entraron en el bazar con los rabos muy levantados. Lamentaron no ver a Harry detrás de la boletería, porque el viejo siempre tenía palabras cariñosas y alguna salchicha para ellos. —¡Un momento, sacos de pulgas! Olvidan pagar la entrada — chilló Matías. — ¿Desde cuándo pagan los gatos? —protestó Secretario. —El aviso de la puerta pone: «Entrada: dos marcos». En ninguna parte está escrito que los gatos entren gratis. Ocho marcos o se largan —chilló enérgico el chimpancé. —Señor mono, me temo que las matemáticas no son su fuerte — maulló Secretario. —Es exactamente lo que iba yo a decir. Una vez más me quita usted los maullidos de la boca —se quejó Colonello. — ¡Bla, bla, bla! O pagan o se largan —amenazó Matías. Zorbas saltó al otro lado de la molto male a dama con il vecchio marinaio, beveva birra e cercava sempre di dare un resto inferiore. L'altra mascotte era Diderot, un gatto grigio, piccolo e magro, che dedicava la maggior parte del suo tempo allo studio delle migliaia di libri là raccolti. Colonnello, Segretario e Zorba entrarono nel bazar con le code ben ritte. Si rammaricarono di non vedere Harry dietro il bancone, perché il vecchio marinaio aveva sempre delle parole affettuose e qualche salsiccia per loro. - Un momento, sacchi di pulci! Avete dimenticato di pagare il biglietto - strillò Mattia. - Da quando in qua i gatti pagano? - protestò Segretario. - Il cartello sulla porta dice: `Ingresso: due marchi'. Non sta scritto da nessuna parte che i gatti entrano gratis. Otto marchi o sparite - strillò con energia lo scimpanzè. - Signora scimmia, temo che la matematica non sia il suo forte - miagolò Segretario. - È esattamente ciò che stavo per dire. Ancora una volta mi toglie i miagolii di bocca - si lamentò Colonnello. - Bla bla bla! Pagate o andatevene - intimò Mattia. Zorba saltò dall'altra parte della biglietteria e guardò fisso negli occhi lo scimpanzè. Sostenne lo sguardo finché Mattia non sbatté le palpebre e iniziò a piagnucolare. - Be', in effetti sono sei marchi. Chiunque può commettere un errore - strillò timidamente. Zorba, senza smettere di fissarlo negli occhi, tirò fuori un artiglio dalla zampa anteriore destra. - Ti piace, Mattia? Ne ho altri nove. Pensa un po' se te li conficcassi in quel culo diecisiete, correspondientes a las letras «G» y «P» — señaló Sabelotodo con decisión. — Veamos pues esa emplicope... empicope... ¡ejem! —propuso Colonello. —En-ci-clo-pe- dia —musitó lentamente Secretario. —Es lo que iba a decir yo. Compruebo una vez más que no puede resistir la tentación de quitarme los maullidos de la boca —refunfuñó Colonello. Sabelotodo trepó a un enorme mueble en el que se alineaban gruesos libros de imponente apariencia, y luego de buscar en los lomos las letras «G» y «P», hizo caer los volúmenes. Enseguida bajó y, con una garra muy corta y gastada de tanto revisar libros, fue pasando páginas. Los tres gatos guardaban respetuoso silencio mientras lo oían musitar maullidos casi inaudibles. —Sí, creo que vamos por buen camino. Qué interesante. Gavía. Gaviero. Gavilán. ¡Vaya, qué interesante! Escuchen esto, amigos: al parecer el gavilán es un ave terrible, ¡terrible! Está considerado como una de las rapaces más crueles. ¡Terrible! — exclamó entusiasmado Sabelotodo. —No nos interesa lo que diga del gavilán. Estamos aquí por una gaviota —lo interrumpió Secretario. —¿Tendría la amabilidad de dejar de quitarme los maullidos de la boca? — rezongó Colonello. —Perdón. Es que la enciclopedia es para mí algo irresistible. Cada vez que miro en sus páginas aprendo algo Vedo che ancora una volta non può resistere alla tentazione di togliermi i miagolii di bocca - brontolò Colonnello. Diderot si arrampicò su un enorme mobile sul quale erano allineati grossi volumi d'aspetto importante, e dopo aver cercato sui dorsi le lettere G e P, fece cadere i tomi. Poi scese giù e, con un artiglio molto corto e logoro a forza di esaminare libri, cominciò a sfogliare le pagine. I tre gatti mantennero un rispettoso silenzio mentre lo sentivano bisbigliare miagolii quasi impercettibili. - Sì, credo che siamo sulla buona strada. Interessante. Gabbano. Gabbare. Gabbia. Accidenti! Sentite qua, amici: sorta di cassetta, con le pareti formate da sbarre, in cui si rinchiudono animali vivi. È terribile! Terribile! - esclamò indignato Diderot. - Non ci interessa quello che dice delle gabbie. Siamo qui per una gabbiana - lo interruppe Segretario. - Sarebbe così gentile da smetterla di togliermi i miagolii di bocca? - borbottò Colonnello. - Mi scusi. È che per me l'enciclopedia è irresistibile. Ogni volta che guardo sulle sue pagine imparo qualcosa di nuovo - si giustificò Diderot, e continuò a guardare le parole finché non trovò quella che cercava. Ma ciò che l'enciclopedia diceva dei gabbiani non fu di grande aiuto. Scoprirono solo che la gabbiana oggetto delle loro preoccupazioni apparteneva alla specie argentata, così detta per il colore argenteo delle sue piume. E anche quello che trovarono sul petrolio non li portò a scoprire nuevo —se disculpó Sabelotodo, y siguió pasando palabras hasta dar con la que buscaba. Pero lo que la enciclopedia decía de las gaviotas no les sirvió de gran ayuda. Como mucho supieron que la gaviota que les preocupaba pertenecía a la especie argentada, llamada así por el color plata de sus plumas. Y lo que encontraron sobre el petróleo tampoco les llevó a saber cómo ayudar a la gaviota, aunque tuvieron que soportar una larga disertación de Sabelotodo, que se extendió hablando sobre una guerra del petróleo que tuvo lugar en los años setenta. —¡Por las púas del erizo! Estamos como al principio —maulló Zorbas. —¡Es terrible! ¡Terrible! Por primera vez la enciclopedia me ha defraudado —admitió desconsolado Sabelotodo. —Y en esa emplicope... ecimole... en fin, ya sabes a lo que voy, ¿no hay consejos prácticos sobre cómo quitar manchas de petróleo? —consultó Colonello. —¡Genial! ¡Terriblemente genial! ¡Por ahí debimos haber empezado! Ahora mismo os alcanzo el tomo dieciocho, letra «Q» de quitamanchas —anunció Sabelotodo con euforia al tiempo que trepaba nuevamente al mueble de los libros. —¿Se da cuenta? Si usted evitara esa odiosa costumbre de quitarme los maullidos de la boca ya sabríamos qué hacer —indicó Colonello al silencioso Secretario. En la página dedicada a la palabra quitamanchas come aiutare la gabbiana, ma solo a sorbirsi una lunga dissertazione di Diderot, che non la finiva più di parlare di una certa guerra del petrolio scoppiata negli anni Settanta. - Per gli aculei del riccio! Siamo di nuovo daccapo - miagolò Zorba. - È terribile! Terribile! Per la prima volta l'enciclopedia mi ha deluso - esclamò sconsolato Diderot. - E in questa emplico... encimole... insomma, sai cosa intendo, non ci sono consigli pratici su come togliere le macchie di petrolio?- chiese Colonnello. - Geniale! Terribilmente geniale! Avremmo dovuto iniziare da lì. Vi tiro subito giù il diciannovesimo volume, lettera S, come smacchiatore - annunciò Diderot euforico arrampicandosi di nuovo sul mobile dei libri. - Si rende conto? Se lei avesse evitato quell'odiosa abitudine di togliermi i miagolii di bocca, sapremmo già cosa fare - spiegò Colonnello al silenzioso Segretario. Nella pagina dedicata alla parola `smacchiatore' trovarono, oltre a come togliere le macchie di marmellata, inchiostro di china, sangue e sciroppo di lamponi, la soluzione per eliminare le macchie di petrolio. - Si pulisce la superficie interessata con un panno bagnato di benzina'. Ecco qua! miagolò Diderot. - Ecco qua un bel nulla. Dove diavolo troviamo della benzina? - brontolò Zorba con evidente malumore. - Be', se non ricordo male, negli scantinati del ristorante abbiamo un barattolo con dei pennelli a mollo nella benzina. Segretario, sa già cosa fare- miagolò Colonnello. - Mi encontraron, además de cómo quitar manchas de mermelada, tinta china, sangre y jarabe de frambuesas, la solución para eliminar manchas de petróleo. —«Se limpia la superficie afectada con un paño humedecido en bencina.» ¡Ya lo tenemos! —maulló Sabelotodo. —No tenemos nada. ¿De dónde diablos vamos a sacar bencina? — rezongó Zorbas con evidente mal humor. —Pues, si mal no recuerdo, en el sótano del restaurante tenemos un tarro con pinceles sumergidos en bencina. Secretario, ya sabe lo que tiene que hacer —maulló Colonello. —Perdón, señor, pero no capto su idea —se disculpó Secretario. —Muy simple: usted humedecerá convenientemente el rabo con bencina y luego iremos a ocuparnos de esa pobre gaviota —indicó Colonello mirando hacia otra parte. —¡Ah, no! ¡Eso sí que no! ¡De ninguna manera! —protestó Secretario. —Le recuerdo que el menú de esta tarde contempla doble ración de hígado a la crema —musitó Colonello. —¡Meter el rabo en bencina!... ¿Dijo usted hígado a la crema? — maulló consternado Secretario. Sabelotodo decidió acompañarlos, y los cuatro gatos corrieron hasta la salida del bazar de Harry. Al verlos pasar, el chimpancé, que terminaba de beber una cerveza, les dedicó un sonoro eructo. perdoni, signore, ma non afferro la sua idea - si scusò Segretario. - È molto semplice: lei si bagnerà adeguatamente la coda di benzina e poi andremo a occuparci di quella povera gabbiana - spiegò Colonnello guardando altrove. - Ah no! Questo proprio no! Assolutamente no! - protestò Segretario. - Le ricordo che il menù di stasera prevede doppia razione di fegato alla panna - sussurrò Colonnello. - Infilare la coda nella benzina!... Ha detto fegato alla panna? - miagolò costernato Segretario. Diderot decise di accompagnarli, e tutti e quattro i gatti corsero all'uscita del bazar di Harry. Quando li vide passare, lo scimpanzè, che aveva appena finito di bere una birra, dedicò loro un sonoro rutto. el huevo blanco con pintitas azules muy pegado a su vientre negro. CAPÍTULO 9: Una noche triste A la luz de la luna, Secretario, Sabelotodo, Colonello y Zorbas cavaron un agujero al pie del castaño. Poco antes, procurando no ser vistos por ningún humano, arrojaron a la gaviota muerta desde el balcón hasta el patio interior. Rápidamente la depositaron en el hoyo y la cubrieron de tierra. Entonces Colonello maulló con acento grave: — Compañeros gatos, esta noche de luna despedimos los restos de una desafortunada gaviota cuyo nombre ni siquiera llegamos a conocer. Lo único que hemos logrado saber de ella, gracias a los conocimientos del compañero Sabelotodo, es que pertenecía a la especie de las gaviotas argentadas, y que tal vez venía de muy lejos, de allí donde el río se une al mar. Muy poco supimos de ella, pero lo que importa es que llegó moribunda hasta la casa de Zorbas, uno de los nuestros, y depositó en él toda su confianza. Zorbas le prometió cuidar del huevo que puso antes de morir, del polluelo que nacerá de él y, lo más difícil, compañeros, prometió enseñarle a volar... —Volar. Tomo veintitrés, letra «V» — se escuchó musitar a Sabelotodo. —Es exactamente lo que el señor Colonello iba a l'uovo bianco a macchioline azzurre ben stretto contro il suo ventre nero. CAPITOLO 9: Una notte triste Alla luce della luna Segretario, Diderot, Colonnello e Zorba scavarono una buca ai piedi dell'ippocastano. Poco prima, badando che nessun umano li vedesse, avevano gettato la gabbiana morta dal balcone nel cortile interno. La depositarono in fretta nella fossa e la coprirono di terra. Poi Colonnello miagolò in tono grave. - Compagni gatti, in questa notte di luna ci congediamo dai resti di una sfortunata gabbiana della quale non abbiamo mai saputo nemmeno il nome. L'unica cosa che siamo riusciti a scoprire di lei, grazie alle conoscenze del compagno Diderot, è che apparteneva alla specie dei gabbiani argentati e che forse veniva da molto lontano, dalla regione in cui il fiume si getta nel mare. Sappiamo pochissimo di lei, ma l'importante è che sia arrivata moribonda fino a casa di Zorba, uno dei nostri, e che abbia riposto in lui tutta la sua fiducia. Zorba ha promesso di prendersi cura dell'uovo che lei ha deposto prima di morire, del piccolo che nascerà, e la cosa più difficile di tutte, compagni, ha promesso di insegnargli a volare... - Volare. Ventiduesimo volume, lettera V- si sentì che sussurrava Diderot. - È esattamente ciò che il signor Colonnello stava per dire. Non gli tolga i miagolii di bocca - consigliò Segretario. - decir. No le saques los maullidos de la boca — aconsejó Secretario. —... promesas difíciles de cumplir —prosiguió impasible Colonello , pero sabemos que un gato de puerto siempre cumple con sus maullidos. Para ayudar a que lo consiga, ordeno que el compañero Zorbas no abandone el huevo hasta que nazca el polluelo y que el compañero Sabelotodo consulte en su emplicope... encimope... en fin, en los libros esos, todo lo que tenga que ver con el arte de volar. Y ahora digamos adiós a esta gaviota víctima de la desgracia provocada por los humanos. Estiremos los cuellos hacia la luna y maullemos la canción del adiós de los gatos del puerto. Al pie del viejo castaño los cuatro gatos empezaron a maullar una triste letanía, y a sus maullidos se agregaron muy pronto los de otros gatos de las cercanías, y luego los de los gatos de la otra orilla del río, y a los maullidos de los gatos se unieron los aullidos de los perros, el piar lastimero de los canarios enjaulados y de los gorriones en sus nidos, el croar triste de las ranas, y hasta los destemplados chillidos del chimpancé Matías. Las luces de todas las casas de Hamburgo se encendieron, y aquella noche todos sus habitantes se preguntaron a qué se debía la extraña tristeza que súbitamente se había apoderado de los animales. ...promesse difficili da mantenere - proseguì impassibile Colonnello, - ma sappiamo che un gatto del porto mantiene sempre i suoi miagolii. Per aiutarlo a riuscirci, ordino che il compagno Zorba non abbandoni l'uovo finché il piccolo non sia nato, e che il compagno Diderot consulti la sua emplicope... encimope... quei libri insomma, su tutto quanto ha a che vedere con l'arte del volo. E ora diciamo addio a questa gabbiana, vittima della disgrazia provocata dagli umani. Allunghiamo il collo alla luna e miagoliamo la canzone d'addio dei gatti del porto. Ai piedi del vecchio ippocastano i quattro gatti iniziarono a miagolare una triste litania, e ai loro miagolii si aggiunsero ben presto quelli degli altri gatti delle vicinanze, e poi quelli dei gatti dell'altra riva del fiume, e ai miagolii dei gatti fecero coro gli ululati dei cani, lo straziante cinguettio dei canarini in gabbia, il garrito delle rondini nei loro nidi, il triste gracidio delle rane, e perfino le grida stonate dello scimpanzè Mattia. Le luci di tutte le case di Amburgo si accesero, e quella notte tutti gli abitanti si chiesero le ragioni della strana tristezza che improvvisamente si era impadronita degli animali. SEGUNDA PARTE CAPÍTULO 1: Gato empollando Muchos días pasó el gato grande, negro y gordo echado junto al huevo, protegiéndolo, acercándolo con toda la suavidad de sus patas peludas cada vez que un movimiento involuntario de su cuerpo lo alejaba un par de centímetros. Fueron largos e incómodos días que a veces se le antojaron totalmente inútiles, pues se veía cuidando a un objeto sin vida, a una especie de frágil piedra, aunque fuera blanca y con pintitas azules. En alguna ocasión, acalambrado por la falta de movimientos, ya que, según las órdenes de Colonello, sólo abandonaba el huevo para ir a comer y visitar la caja en la que hacía sus necesidades, sintió la tentación de comprobar si dentro de aquella bolita de calcio efectivamente crecía un polluelo de gaviota. Entonces acercó una oreja al huevo, luego la otra, pero no consiguió oír nada. Tampoco tuvo suerte cuando intentó ver el interior del huevo poniéndolo a contraluz. La cáscara blanca con pintitas azules era gruesa y no dejaba traslucir absolutamente nada. Colonello, Secretario y Sabelotodo lo visitaban cada noche, y examinaban el huevo para comprobar si se daba lo que Colonello llamaba «progresos esperados», pero en cuanto veían SECONDA PARTE CAPITOLO 1: Il gatto cova Per molti giorni il gatto nero grande e grosso rimase sdraiato accanto all'uovo, proteggendolo e riavvicinandolo con tutta la delicatezza delle sue zampe pelose ogni volta che con un movimento involontario del corpo lo allontanava di un paio di centimetri. Furono giorni lunghi e pieni di disagi, che ogni tanto gli parevano completamente inutili perché gli sembrava di prendersi cura di un oggetto senza vita, una specie di fragile sasso, anche se bianco a macchioline azzurre. Una volta, tormentato dai crampi per la mancanza di movimento, visto che seguendo gli ordini di Colonnello abbandonava l'uovo solo per mangiare e per far visita alla cassetta dei bisogni, provò la tentazione di controllare se dentro quella capsula di calcio cresceva effettivamente un piccolo gabbiano. Allora avvicinò un orecchio al guscio, poi l'altro, ma non riuscì a sentire niente. Non ebbe fortuna nemmeno quando tentò di guardare all'interno dell'uovo mettendolo controluce. Il guscio bianco a macchioline azzurre era spesso e non lasciava trasparire assolutamente nulla. Ogni sera gli facevano visita Colonnello, Segretario e Diderot, che esaminavano l'uovo per scoprire se si realizzavano quelli che Colonnello chiamava gli attesi progressi, ma dopo aver visto che era CAPÍTULO 2: No es fácil ser mami —¡Mami! ¡Mami! —volvió a graznar el pollito ya fuera del huevo. Era blanco como la leche, y unas plumas delgadas, ralas y cortas le cubrían a medias el cuerpo. Intentó dar unos pasos y se desplomó junto a la panza de Zorbas. —¡Mami! ¡Tengo hambre! —graznó picoteándole la piel. ¿Qué le daría de comer? Sabelotodo no había maullado nada al respecto. Sabía que las gaviotas se alimentaban de pescado, pero ¿de dónde sacaba él un pedazo de pescado? Zorbas corrió a la cocina y regresó haciendo rodar una manzana. El pollito se incorporó sobre sus tambaleantes patas y se precipitó sobre la fruta. El piquito amarillo tocó la cáscara, se dobló como si fuera de goma y, al enderezarse nuevamente, catapultó al pollito hacia atrás, haciéndolo caer. —¡Tengo hambre! —graznó colérico—. ¡Mami! ¡Tengo hambre! Zorbas intentó que picoteara una papa, algunas de sus galletas — ¡con la familia de vacaciones no había mucho que elegir!—, lamentando haber vaciado su plato de comida antes del nacimiento del pollito. Todo fue en vano. El piquito era muy blando y se doblaba al contacto con la papa. Entonces, en medio de la desesperación, recordó que el pollito era un pájaro, y que los pájaros comen insectos. Salió al balcón y esperó pacientemente a que una CAPITOLO 2: Non è facile essere mamma - Mamma! Mamma!- tornò a stridere il piccolo ormai fuori dall'uovo. Era bianco come il latte, e delle piume sottili, rade e corte gli coprivano alla meglio il corpo. Cercò di fare qualche passo, ma crollò accanto alla pancia di Zorba. - Mamma! Ho fame!- stridette beccandogli la pelliccia. Cosa poteva dargli da mangiare? Diderot non aveva miagolato nulla su questo argomento. Sapeva che i gabbiani si nutrono di pesce, ma dove lo trovava lui adesso un pezzo di pesce? Zorba corse in cucina e tornò indietro facendo rotolare una mela. Il pulcino si rialzò sulle zampe traballanti e si precipitò sulla frutta. Il piccolo becco giallo toccò la buccia, si piegò come fosse stato di gomma e, quando poi si raddrizzò di nuovo, catapultò il pulcino all'indietro facendolo cadere. - Ho fame! - stridette arrabbiato. - Mamma! Ho fame ! Zorba tentò di fargli beccare una patata qualche croccantino - con la famiglia in vacanza non c'era molto da scegliere! -, rimpiangendo di aver vuotato la sua ciotola di cibo prima della nascita del piccolo. Fu tutto inutile. Il piccolo becco era molto morbido e si piegava al contatto con la patata. Allora, in preda alla disperazione, ricordò che il pulcino era un uccello e che gli uccelli mangiano gli insetti. Uscì sul balcone e aspettò pazientemente che una mosca arrivasse a tiro delle sue grinfie. Non tardò a catturarne una e la consegnò all'affamato. Il piccolo prese la mosca se pusiera al alcance de sus zarpas. No tardó en cazar una y se la entregó al hambriento. El pollito cogió la mosca con el pico, la apretó y, cerrando los ojos, la tragó. — ¡Rica comida! ¡Quiero más, mami, quiero más! —graznó entusiasmado. Zorbas saltaba de un extremo a otro del balcón. Tenía reunidas cinco moscas y una araña cuando desde el tejado de la casa de enfrente le llegaron las voces conocidas de los dos gatos facinerosos a los que se había enfrentado hacía ya varios días. —Mire, compadre. El gordito está haciendo gimnasia rítmica. Con ese cuerpo cualquiera es bailarín —maulló uno. —Yo creo que está practicando aerobic. Qué gordito tan rico. Qué grácil. Qué estilo tiene. Oye, bola de grasa, ¿te vas a presentar a un concurso de belleza? —maulló el otro. Los dos facinerosos reían, seguros al otro lado del patio. De buena gana Zorbas les hubiera hecho probar el filo de sus garras, pero estaban lejos, de tal manera que volvió hacia el hambriento con su botín de insectos. El pollito devoró las cinco moscas pero se negó a probar la araña. Satisfecho, hipó y se encogió, muy pegado al vientre de Zorbas. —Tengo sueño, mami —graznó. — Oye, lo siento, pero yo no soy tu mami — maulló Zorbas. —Claro que eres mi mami. Y eres una mami muy buena —repuso cerrando los ojos. Cuando Colonello, Secretario y Sabelotodo llegaron, encontraron al pollito mosca nel becco, strinse, e chiudendo gli occhi la ingoiò. - Buona pappa! Ancora, mamma, ancora! - stridette con entusiasmo. Zorba saltava da una parte all'altra del balcone. Aveva preso cinque mosche e un ragno, quando dal tetto della casa di fronte gli arrivarono le voci note dei due gatti rissosi che aveva affrontato ormai vari giorni prima. - Guarda, amico. Il ciccione sta facendo ginnastica ritmica. Con quel corpo chiunque è un ballerino - miagolò uno. - Io credo che siano esercizi di aerobica. Ma che bel ciccione. Com'è flessuoso. Guarda che stile. Senti, palla di grasso, hai intenzione di presentarti a un concorso di bellezza? - miagolò I'altro. I due poco di buono ridevano, al sicuro dall'altra parte del cortile. Zorba avrebbe fatto assaggiare loro molto volentieri il filo dei suoi artigli, ma erano lontani, e così tornò dall'affamato con il suo bottino di insetti. Il pulcino divorò tutte e cinque le mosche, ma si rifiutò di assaggiare il ragno. Soddisfatto, fece un ruttino, e si rannicchiò stretto stretto al ventre di Zorba. - Ho sonno, mamma- stridette. - Senti, mi dispiace, ma io non sono la tua mamma - miagolò Zorba. - Certo che sei la mia mamma. E sei una mamma molto buona - rispose chiudendo gli occhi. Quando arrivarono Colonnello, Segretario e Diderot, trovarono il piccolo addormentato accanto a Zorba. - Congratulazioni! È un bellissimo pulcino. Quanto pesava quando è nato? - chiese Diderot. - Che dormido junto a Zorbas. —¡Felicidades! Es un pollo muy bonito. ¿Cuánto pesó al nacer? — preguntó Sabelotodo. —¿Qué pregunta es ésa? ¡Yo no soy la madre de este pollo! —se desentendió Zorbas. —Es lo que siempre se pregunta en estos casos. No lo tomes a mal. En efecto, se trata de un pollo muy bonito — preguntó Colonello. —¡Qué terrible! ¡Terrible! —exclamó Sabelotodo llevándose las patas delanteras a la boca. —¿Podrías decirnos qué es tan terrible? —consultó Colonello. —El pollito no tiene nada de comer. ¡Es terrible! ¡Terrible! — insistió Sabelotodo. —Tienes razón. Tuve que darle unas moscas y creo que muy pronto querrá comer de nuevo — reconoció Zorbas. —Secretario, ¿qué espera? —preguntó Colonello. —Disculpe, señor, pero no lo sigo —se excusó Secretario. —Corra al restaurante y regrese con una sardina — ordenó Colonello. —¿Y por qué yo, eh? ¿Por qué tengo que ser siempre el gato de los mandados, eh? Que me moje el rabo con bencina, que vaya a buscar una sardina. ¿Por qué siempre yo, eh? —protestó Secretario. — Porque esta noche, señor mío, cenaremos calamares a la romana. ¿No le parece una buena razón? —indicó Colonello. —Pues el rabo todavía me apesta a bencina... ¿dijo usted calamares a la romana...? —preguntó Secretario antes de trepar al cubo. —Mami, ¿quiénes son éstos? —graznó el pollito razza di domanda è? Non sono mica sua madre! - rispose Zorba. - È quello che si chiede in questi casi. Non la prendere male. Si tratta davvero di un bellissimo pulcino - miagolò Colonnello. - Terribile! Terribile! - esclamò Diderot portandosi le zampe anteriori alla bocca. - Potresti dirci cosa è così terribile? - domandò Colonnello. - Il piccolo non ha nulla da mangiare. È terribile! Terribile!- insisté Diderot. - Hai ragione. Ho dovuto dargli delle mosche e credo che ben presto vorrà mangiare di nuovo - riconobbe Zorba. - Segretario, cosa aspetta? - chiese Colonnello. - Mi perdoni, signore, ma non la seguo - si scusò Segretario. - Corra al ristorante e torni con una sardina - ordinò Colonnello. - E perché proprio io, eh? Perché devo essere sempre io il gatto delle commissioni, eh? Va'a bagnarti la coda nella benzina, va'a cercare una sardina. Perché sempre io, eh? - protestò Segretario. - Perché stasera, caro signore, avremo per cena dei calamari alla romana. Non le sembra una buona ragione? - spiegò Colonnello. - E la coda mi puzza ancora di benzina... ha detto calamari alla romana...? - chiese Segretario prima di arrampicarsi sul tetto. - Mamma, chi sono questi? - stridette il piccolo indicando i gatti. - Mamma! Ti ha chiamato mamma! Ma è terribilmente tenero! - riuscì a esclamare Diderot prima che lo sguardo di Zorba gli consigliasse di chiudere la bocca. - Bene, caro guaglione, hai tenuto fede alla prima promessa e graznaba el pollito. —Lo que más me gusta de los pájaros son las alas. Este las tiene pequeñas, pero los muslos se le ven carnuditos —apuntó el otro. Zorbas saltó. En el aire sacó las diez uñas de sus patas delanteras y, al caer en medio de los dos tunantes, les aplastó la cabeza contra el suelo. Trataron de levantarse, pero cuando quisieron hacerlo cada uno de ellos tenía una oreja traspasada por un arañazo. —¡Mami! ¡Me querían comer! —graznó el pollito. — ¿Comernos a su hijo? No, señora. De ninguna manera —maulló uno con la cabeza pegada al suelo. —Somos vegetarianos, señora. Vegetarianos estrictos —aseguró el otro. —No soy una «señora», idiotas —maulló Zorbas jalándoles las orejas para que pudieran verlo. Al reconocerlo, a los dos facinerosos se les erizó el pelo. —Tiene un hijo muy bonito, amigo. Será un gran gato —aseguró el primero. —Eso se ve de lejos. Es un gatito muy guapo —afirmó el otro. —No es un gato. Es un pollo de gaviota, estúpidos —aclaró Zorbas. —Es lo que siempre le digo a mi compadre: hay que tener hijos gaviotas. ¿Verdad, compadre? —declaró el primero. Zorbas decidió terminar con aquella farsa, pero aquellos dos cretinos se llevarían un recuerdo de sus garras. Con un enérgico movimiento recogió las patas delanteras y sus garras partieron una oreja de Questo le ha piccole, ma le cosce sembrano polposette - notò l'altro. Zorba saltò. Mentre era in aria sfoderò tutti e dieci gli artigli delle zampe anteriori e, quando atterrò in mezzo ai due furfanti, sbatté loro le teste per terra. Cercarono di rialzarsi, ma non ci riuscirono perché entrambi avevano un orecchio trapassato da un artiglio. - Mamma! Mi volevano mangiare!- stridette il piccolo. - Mangiarci suo figlio? Nossignora. Niente affatto - miagolò uno con la testa schiacciata per terra. - Siamo vegetariani, signora. Vegetariani stretti - assicurò l'altro. - Non sono una 'signora', idioti - miagolò Zorba, tirandoli per le orecchie in modo che potessero vederlo. Quando lo riconobbero, ai due poco di buono si rizzarono i peli. - Hai un figlio molto bello, amico. Diventerà un gran gatto - assicurò il primo. - Questo è poco ma sicuro. È un gattino splendido - affermò l'altro. - Non è un gatto. È un piccolo di gabbiano stupidi - spiegò Zorba. - È quello che dico sempre al mio amico: bisogna avere dei figli gabbiani. Vero, amico?- dichiarò il primo. Zorba decise di farla finita con quella farsa, ma quei due cretini si sarebbero portati via un ricordo delle sue grinfie. Con un movimento energico ritrasse le zampe anteriori e i suoi artigli lacerarono le orecchie dei due vigliacchi. Scapparono di corsa miagolando dal dolore. - Ho una mamma molto coraggiosa! - stridette il piccolo. cada uno de esos cobardes. Maullando de dolor escaparon a la carrera. —¡Tengo una mami muy valiente! —graznó el pollito. Zorbas comprendió que el balcón no era un lugar seguro, pero tampoco podía meterlo en el piso porque el pollito lo ensuciaría todo y acabaría siendo descubierto por el amigo de la familia. Tenía que buscarle un refugio seguro. —Ven, vamos a dar un paseo —maulló Zorbas antes de tomarlo delicadamente entre los dientes. CAPÍTULO 4: El peligro no descansa Reunidos en el bazar de Harry, los gatos decidieron que el pollito no podía seguir en el piso de Zorbas. Eran muchos los riesgos que corría, y el mayor de todos no era la amenazante presencia de los dos gatos facinerosos, sino el amigo de la familia. —Los humanos son, por desgracia, imprevisibles. Muchas veces con las mejores intenciones causan los peores daños—sentenció Colonello. —Así es. Pensemos por ejemplo en Harry, que es un buen hombre, todo corazón, pero que, como siente un gran cariño por el chimpancé y sabe que le gusta la cerveza, venga, a pasarle botellas cada vez que el mono tiene sed. El pobre Matías es un alcohólico, ha perdido la vergüenza y cada vez que se embriaga le da por entonar unas canciones Zorba capì che il balcone non era un posto sicuro, e non poteva farlo entrare nell'appartamento perché il pulcino avrebbe sporcato tutto e sarebbe stato scoperto dall'amico di famiglia. Doveva trovargli un posto sicuro. - Vieni, andiamo a fare una passeggiata - miagolò Zorba prima di prenderlo delicatamente fra i denti. CAPITOLO 4: Il pericolo è sempre in agguato Riuniti nel bazar di Harry, i gatti decisero che il piccolo non poteva restare nell'appartamento di Zorba. Là correva troppi rischi, il maggiore dei quali non era tanto la minacciosa presenza dei due gatti poco di buono, quanto quella dell'amico di famiglia. - Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili. Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori - sentenziò Colonnello. - Proprio così. Pensiamo per esempio a Harry, che è un brav'uomo dal cuore d'oro, ma che siccome prova un grande affetto per lo scimpanzè e sa che gli piace la birra, ogni volta che ha sete gliene dà bottiglie su bottiglie. Il povero Mattia è ormai alcolizzato, ha perso ogni ritegno, e tutte le volte che si ubriaca si mette a strillare canzoni terribili. Terribili!- miagolò terribles. ¡Terribles!—maulló Sabelotodo. — ¿Y qué decir del daño que hacen intencionadamente? Pensad en la pobre gaviota que murió por culpa de la maldita manía de envenenar el mar con su basura — agregó Secretario. Tras una corta deliberación acordaron que Zorbas y el pollito vivirían en el bazar hasta que éste aprendiera a volar. Zorbas iría hasta su piso todas las mañanas para que el humano no se alarmara, y luego volvería a cuidarlo. —No estaría mal que el pajarito tuviera un nombre —sugirió Secretario. —Es exactamente lo que iba a proponer yo. Me temo que el quitarme los maullidos de la boca es superior a sus fuerzas —se quejó Colonello.—Estoy de acuerdo. Debe tener un nombre, pero antes hay que saber si es macho o hembra —maulló Zorbas. No bien había terminado de maullar y ya Sabelotodo había botado del estante un tomo de la enciclopedia: el volumen veinte, correspondiente a la letra «S», y pasaba páginas buscando la palabra «sexo». Por desgracia la enciclopedia no decía nada acerca de cómo reconocer el sexo de un polluelo de gaviota. —Hay que reconocer que tu enciclopedia no nos ha servido de mucho —se quejó Zorbas. —¡No admito dudas sobre la eficacia de mi enciclopedia! Todo el saber está en esos libros —respondió ofendido Sabelotodo.—Gaviota. Ave marina. Diderot. - E che dire dei danni che fanno consapevolmente? Pensiamo alla povera gabbiana che è morta per quella dannata mania di avvelenare il mare con la loro spazzatura aggiunse Segretario. Dopo una breve consultazione decisero che Zorba e il pulcino avrebbero vissuto nel bazar finché quest'ultimo non avesse imparato a volare. Zorba sarebbe andato nel suo appartamento tutte le mattine in modo che l'umano non si allarmasse, e poi sarebbe tornato indietro a prendersi cura del piccolo. - Non sarebbe male che l'uccellino avesse un nome - suggerì Segretario. - È esattamente ciò che stavo per proporre. Temo che questo vizio di togliermi i miagolii di bocca sia più forte di lei - si lamentò Colonnello. - Sono d'accordo. Deve avere un nome, ma prima dobbiamo scoprire se è maschio o femmina - miagolò Zorba. Non fece in tempo a chiudere la bocca che Diderot aveva già tirato giù dallo scaffale un tomo dell'enciclopedia. Il diciannovesimo volume, corrispondente alla lettera S, e sfogliava le pagine cercando la parola `sesso'. Disgraziatamente l'enciclopedia non diceva nulla su come distinguere il sesso di un piccolo gabbiano. - Bisogna riconoscere che la tua enciclopedia non ci è servita a molto>> si lamentò Zorba. - Non ammetto dubbi sull'efficacia della mia enciclopedia! In questi libri c'è tutto il sapere - Quiero que dejen en paz al pollito —maulló enérgico. —Así que los gatos tienen un pollito. Lo sabía. Se cuentan muchas cosas en las cloacas. Se dice que es un pollito sabroso. Muy sabroso. ¡Je, je, je! —chilló el jefe de las ratas. —¡Muy sabroso! ¡Je, je, je! —corearon las demás ratas. —Ese pollito está bajo la protección de los gatos —maulló Zorbas. — ¿Se lo comerán cuando crezca? ¿Sin invitarnos? ¡Egoístas! — acusó la rata. — ¡Egoístas! ¡Egoístas! —repitieron las otras ratas. —Como bien sabes, he liquidado a más ratas que pelos tengo en el cuerpo. Si algo le pasa al pollito tienen las horas contadas — advirtió Zorbas con serenidad. —Oye, bola de sebo, ¿has pensado en cómo salir de aquí? Contigo podemos hacer un buen puré de gato —amenazó la rata. —¡Puré de gato! ¡Puré de gato! —repitieron las otras ratas. Entonces Zorbas saltó sobre el jefe de las ratas. Cayó sobre su lomo, aprisionándole la cabeza con las garras. —Estás a punto de perder los ojos. Es posible que tus secuaces hagan de mí un puré de gato, pero tú no lo vas a ver. ¿Dejan en paz al pollito? —amenazó Zorbas. —Qué malos modales tienes. Está bien. Ni puré de gato ni puré de pollito. Todo se puede negociar en las cloacas —aceptó la rata. — Entonces negociemos. ¿Qué pides a cambio de respetar la vida del pollito? —preguntó Zorbas. —Paso libre por el patio. Colonello saporito. Molto saporito. Hi hi hi! - squittì il capo dei topi. - Molto saporito ! Hi hi hi! - fecero coro gli altri ratti. - Quel pulcino è sotto la protezione dei gatti - miagolò Zorba. - Lo mangerete quando sarà cresciuto? Senza invitarci? Egoisti!- accusò il ratto. - Egoisti! Egoisti! - ripeterono gli altri topi. - Come ben sai, ho liquidato più ratti io dei peli che ho addosso. Se succede qualcosa a quel pulcino, avete le ore contate - lo avvertì tranquillamente Zorba. - Senti, palla di sego, hai pensato a come uscire da qui? Potremmo ridurti a un bel purè di gatto - minacciò il topo. - Purè di gatto! Purè di gatto!- ripeterono gli altri ratti. Allora Zorba saltò sul capo dei topi. Gli atterrò sul dorso, imprigionandogli la testa con gli artigli. - Stai per perdere gli occhi. Può darsi che i tuoi seguaci mi riducano a un purè di gatto, ma tu non lo vedrai. Lascerete in pace il pulcino? - minacciò Zorba. - Che brutti modi hai. Va bene. Niente purè di gatto e niente purè di pulcino. Si può negoziare su tutto nelle fogne - accettò il topo. - Allora negoziamo. Cosa chiedi in cambio per rispettare la vita del pulcino? – chiese Zorba. - Passo libero nel cortile. Colonnello ha dato ordine di sbarrarci la strada del mercato. Passo libero nel cortile - squittì il topo. - D'accordo. Potrete passare nel cortile, ma di notte, quando gli umani non vi vedranno. Noi gatti dobbiamo badare al nostro prestigio - spiegò Zorba lasciandogli la testa. ordenó que nos cortaran el camino al mercado. Paso libre por el patio —chilló la rata. —De acuerdo. Podrán pasar por el patio, pero de noche, cuando los humanos no las vean. Los gatos debemos cuidar nuestro prestigio —señaló Zorbas soltándole la cabeza. Salió de la cloaca retrocediendo, sin perder de vista ni al jefe de las ratas ni a los ojos rojos que por docenas lo miraban con odio. CAPÍTULO 5: ¿Pollito o pollita? Pasaron tres días hasta que pudieron ver a Barlovento, que era un gato de mar, un auténtico gato de mar. Barlovento era la mascota del Hannes II, una poderosa draga encargada de mantener siempre limpio y libre de escollos el fondo del Elba. Los tripulantes del Hannes II apreciaban a Barlovento, un gato color miel con los ojos azules al que tenían por un compañero más en las duras faenas de limpiar el fondo del río. En los días de tormenta lo cubrían con un chubasquero de hule amarillo hecho a su medida, similar a los impermeables que usaban ellos, y Barlovento se paseaba por cubierta con el gesto fruncido de los marinos que desafían al mal tiempo. El Hannes II también había limpiado los puertos de Rotterdam, Amberes y Copenhague, y Barlovento solía maullar entretenidas Uscì dalla fogna camminando all'indietro senza perdere di vista né il capo dei topi né le dozzine di occhi rossi che lo fissavano con odio. CAPITOLO 5: Pulcino o pulcina? Passarono tre giorni prima che potessero vedere Sopravento, che era un gatto di mare, un autentico gatto di mare. Sopravento era la mascotte dello Hannes II, una potente draga incaricata di mantenere sempre pulito e libero da ostacoli il fondo dell'Elba. I marinai dello Hannes II erano affezionati a Sopravento, un gatto color miele con gli occhi azzurri, che consideravano un compagno come tutti gli altri durante il duro lavoro di dragaggio del fiume. Nei giorni di tempesta lo coprivano con un mantello di tela cerata gialla fatto su misura, simile agli impermeabili che usavano loro, e Sopravento passeggiava in coperta con l'espressione accigliata dei marinai che sfidano il maltempo. historias acerca de esos viajes. Sí. Era un auténtico gato de mar. —¡Ahoi! —maulló Barlovento al entrar en el bazar. El chimpancé pestañeó perplejo al ver avanzar al gato, que a cada paso balanceaba el cuerpo de izquierda a derecha, ignorando la importancia de su dignidad de boletero del establecimiento. —Si no sabes decir buenos días, por lo menos paga la entrada, saco de pulgas —gruñó Matías. — ¡Tonto a estribor! ¡Por los colmillos de la barracuda! ¿Me has llamado saco de pulgas? Para que lo sepas, este pellejo ha sido picado por todos los insectos de todos los puertos. Algún día te maullaré de cierta garrapata que se me encaramó en el lomo y era tan pesada que no pude con ella. ¡Por las barbas de la ballena! Y te maullaré de los piojos de la isla Cacatúa, que necesitan chupar la sangre de siete hombres para quedar satisfechos a la hora del aperitivo. ¡Por las aletas del tiburón! Leva anclas, macaco, ¡y no me cortes la brisa! —ordenó Barlovento y siguió caminando sin esperar la respuesta del chimpancé. Al llegar al cuarto de los libros, saludó desde la puerta a los gatos allí reunidos. —Moin! —se presentó Barlovento, que gustaba maullar «Buenos días» en el recio y al mismo tiempo dulce dialecto hamburgueño. —¡Por fin llegas, capitano, no sabes cuánto te necesitamos!— saludó Colonello. Rápidamente le contaron la historia de la gaviota y de las promesas de Lo Hannes II aveva pulito anche i porti di Rotterdam, di Anversa e di Copenaghen, e Sopravento miagolava sempre storie divertenti su quei viaggi. Sì. Era un autentico gatto di mare. - Ehi, di bordo ! - miagolò Sopravento entrando nel bazar. Lo scimpanzè sbatté le palpebre perplesso vedendo che il gatto avanzava ondeggiando da sinistra a destra a ogni passo, e che ignorava l'importanza della sua carica di bigliettaio del bazar. - Se non sai dire buongiorno, per lo meno paga l'ingresso, sacco di pulci - strillò Mattia. - Scemo a dritta! Per i denti del barracuda! Mi hai chiamato sacco di pulci? Tanto perché tu lo sappia, questa pellaccia è stata pizzicata da tutti gli insetti di tutti i porti. Un giorno o l'altro ti miagolerò di una certa zecca che mi si piazzò sulla schiena ed era così pesante, ma così pesante, che non ce la facevo a trasportarla. Per le barbe della balena! E ti miagolerò dei pidocchi dell'isola Cacatua, che devono succhiare il sangue di sette uomini per sentirsi soddisfatti all'ora dell'aperitivo. Per le pinne del pescecane! Leva le ancore, macaco, e non mi togliere la brezza! - ordinò Sopravento e continuò a camminare senza attendere la risposta dello scimpanzè. Quando arrivò nella stanza dei libri, salutò dalla porta i gatti lì riuniti. —¡Te saludamos, Afortunada, amiga de los gatos! —¡Ahoi! ¡Ahoi! ¡Ahoi! —exclamó feliz Barlovento. CAPÍTULO 6: Afortunada, de verdad afortunada Afortunada creció deprisa, rodeada del cariño de los gatos. Al mes de vivir en el bazar de Harry era una joven y esbelta gaviota de sedosas plumas color plata. Cuando algunos turistas visitaban el bazar, Afortunada, siguiendo las instrucciones de Colonello, se quedaba muy quieta entre las aves embalsamadas simulando ser una de ellas. Pero por las tardes, cuando el bazar cerraba y el viejo lobo de mar se retiraba, deambulaba con su andar bamboleante de ave marina por todos los cuartos, maravillándose ante los miles de objetos que allí había, mientras Sabelotodo revisaba y revisaba libros buscando el método para que Zorbas le enseñara a volar. —Volar consiste en empujar el aire hacia atrás y hacia abajo. ¡Ajá! Ya tenemos algo importante —musitaba Sabelotodo con la nariz metida en sus libros. —¿Y por qué debo volar? —graznaba Afortunada con las alas muy pegadas al cuerpo. —Porque eres una gaviota y las gaviotas vuelan —respondía Sabelotodo—. a coprirla con un tetto d'artigli, miagolarono la rituale formula di battesimo dei gatti del porto. - Ti salutiamo, Fortunata, amica dei gatti! - Urrà! Urrà! Urrà! esclamò felice Sopravento. CAPITOLO 6: Fortunata, davvero fortunata Fortunata crebbe in fretta, circondata dall'affetto dei gatti. Dopo un mese che si era trasferita nel bazar di Harry, era una giovane e snella gabbiana dalle setose piume color argento. Quando qualche raro turista visitava il bazar, lei seguiva le istruzioni di Colonnello e se ne stava buona buona fra gli uccelli imbalsamati fingendo di essere una di loro. Ma la sera, quando il bazar chiudeva e il vecchio lupo di mare si ritirava, vagava per tutte le stanze con la sua ondeggiante andatura di uccello marino, stupita dalle migliaia di oggetti che vedeva, mentre Diderot sfogliava libri su libri cercando un metodo con cui Zorba potesse insegnarle a volare. - Il volo consiste nello spingere l'aria indietro e in basso. Ottimo! Sappiamo già qualcosa di importante - sussurrava Diderot con il naso infilato fra le pagine. - E perché devo volare? - strideva Fortunata con le ali ben strette al corpo. - Perché sei una gabbiana e i gabbiani volano - rispondeva Diderot. - Mi sembra terribile, terribile! che tu non lo sappia. - Ma io non voglio volare. Non voglio nemmeno essere un gabbiano - replicava Fortunata. - Voglio Me parece terrible, ¡terrible!, que no lo sepas. —Pero yo no quiero volar. Tampoco quiero ser gaviota —discutía Afortunada—. Quiero ser gato y los gatos no vuelan. Una tarde se acercó hasta la entrada del bazar y tuvo un desagradable encuentro con el chimpancé. — Sin hacer caca por ahí, ¡pajarraco! —chilló Matías. —¿Por qué me dice eso, señor mono? —preguntó con timidez. —Es lo único que hacen los pájaros. Caca. Y tú eres un pájaro — repitió muy seguro el chimpancé. —Se equivoca. Soy un gato y muy limpio —contestó Afortunada buscando la simpatía del simio—. Ocupo la misma caja que Sabelotodo. —¡Ja, ja! Lo que ocurre es que esa pandilla de sacos de pulgas te han convencido de que eres uno de ellos. Mírate el cuerpo: tienes dos patas y los gatos tienen cuatro. Tienes plumas y los gatos tienen pelo. ¿Y el rabo? ¿Eh? ¿Dónde tienes el rabo? Estás tan loca como el gato ese que se pasa la vida leyendo y maullando ¡terrible!, ¡terrible! ¡Pajarraco idiota! ¿Y quieres saber por qué te miman tus amigos? Porque esperan a que engordes para darse un gran festín contigo. ¡Te comerán con plumas y todo! —chilló el chimpancé. Aquella tarde los gatos se extrañaron de que la gaviota no acudiera a comer su plato favorito: los calamares que Secretario escamoteaba de la cocina del restaurante. Muy preocupados la buscaron, y fue Zorbas el que la encontró, essere un gatto e i gatti non volano. Una sera si avvicinò al bancone all'ingresso del bazar ed ebbe uno sgradevole incontro con lo scimpanzè. - Non fare la cacca in giro, uccellaccio! - strillò Mattia. - Perché mi dice questo, signora scimmia? - domandò timidamente Fortunata. - Perché è l'unica cosa che sanno fare gli uccelli. La cacca. E tu sei un uccello - ripeté sicurissimo lo scimpanzè. - Si sbaglia. Sono un gatto, e molto pulito - ribatté Fortunata cercando la simpatia della scimmia. - Uso la stessa cassetta di Diderot. - Ha ha ha! Il fatto è che quel mucchio di sacchi di pulci ti hanno convinto che sei una di loro. Ma guardati il corpo: hai due zampe, mentre i gatti ne hanno quattro. Hai le piume, mentre i gatti hanno il pelo. E la coda? Eh? Dove hai la coda? Tu sei matta come quel gatto che passa la vita a leggere e a miagolare `terribile! terribile!' Stupido uccellaccio! E vuoi sapere perché ti viziano i tuoi amici? Perché aspettano che tu ingrassi per fare un bel banchetto. Ti divoreranno con le piume e tutto! - strillò lo scimpanzè. Quella sera i gatti si stupirono che la gabbianella non venisse a mangiare il suo piatto preferito: i calamari che Segretario trafugava nella cucina del ristorante. Molto preoccupati la cercarono, e fu Zorba a trovarla, triste e avvilita, fra gli animali imbalsamati. - Non hai fame, Fortunata? Ci sono i calamari - spiegò Zorba. La gabbianella non aprì becco. - Ti senti male? - insisté preoccupato Zorba. - Sei malata? - Vuoi che mangi per farmi encogida y triste entre los animales disecados. —¿No tienes hambre, Afortunada? Hay calamares —indicó Zorbas. La gaviota no abrió el pico. —¿Te sientes mal? —insistió Zorbas preocupado—. ¿Estás enferma? —¿Quieres que coma para que engorde? —preguntó sin mirarlo. —Para que crezcas sana y fuerte. —Y cuando esté gorda, ¿invitarás a las ratas a comerme? — graznó con los ojos llenos de lágrimas. —¿De dónde sacas esas tonterías? —maulló enérgico Zorbas. Haciendo pucheros, Afortunada le refirió todo lo que Matías le había chillado. Zorbas le lamió las lágrimas y de pronto se oyó a sí mismo maullando como nunca antes lo había hecho: —Eres una gaviota. En eso el chimpancé tiene razón, pero sólo en eso. Todos te queremos, Afortunada. Y te queremos porque eres una gaviota, una hermosa gaviota. No te hemos contradicho al escucharte graznar que eres un gato porque nos halaga que quieras ser como nosotros, pero eres diferente y nos gusta que seas diferente. No pudimos ayudar a tu madre pero a ti sí. Te hemos protegido desde que saliste del cascarón. Te hemos entregado todo nuestro cariño sin pensar jamás en hacer de ti un gato. Te queremos gaviota. Sentimos que también nos quieres, que somos tus amigos, tu familia, y es bueno que sepas que contigo aprendimos algo que nos llena de orgullo: aprendimos a apreciar, respetar y querer a un ingrassare? - domandò lei senza guardarlo. - Perché tu cresca sana e forte- rispose Zorba. - E quando sarò grassa, inviterai i topi a mangiarmi? - stridette con i lucciconi agli occhi. - Da dove tiri fuori queste sciocchezze? - miagolò deciso Zorba. Lì lì per scoppiare a piangere, Fortunata gli riferì tutto quello che Mattia le aveva strillato. Zorba le leccò le lacrime e all'improvviso si sentì miagolare come non aveva mai fatto prima. - Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzè ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i a los gatos que la gaviota deseaba volar, aunque ocultara muy bien su deseo. El primero ocurrió cierta tarde en que Afortunada acompañó a los gatos a tomar el sol en el tejado del bazar de Harry. Tras disfrutar una hora de los rayos del sol, vieron a tres gaviotas volando arriba, muy arriba. Se las veía hermosas, majestuosas, recortadas contra el azul del cielo. A ratos parecían paralizarse, flotar simplemente en el aire con las alas extendidas, pero bastaba un leve movimiento para que se desplazaran con una gracia y una elegancia que despertaban envidia, y daban ganas de estar con ellas allá arriba. De pronto los gatos dejaron de mirar al cielo y posaron sus ojos en Afortunada. La joven gaviota observaba el vuelo de sus congéneres y, sin darse cuenta, extendía las alas. —Miren eso. Quiere volar —comentó Colonello. —Sí, es hora de que vuele —aprobó Zorbas—. Ya es una gaviota grande y fuerte. — Afortunada, ¡vuela! ¡Inténtalo! —le animó Secretario. Al oír los maullidos de sus amigos, Afortunada plegó las alas y se acercó a ellos. Se tumbó junto a Zorbas y empezó a hacer sonar el pico simulando que ronroneaba. El segundo hecho ocurrió al día siguiente, cuando los gatos escuchaban una historia de Barlovento. —... y como les maullaba, las olas eran tan altas que no podíamos ver la costa y, ¡por la grasa del cachalote! para colmo de capito che la gabbiana voleva volare, anche se nascondeva molto bene il suo desiderio. Il primo fatto era avvenuto un pomeriggio in cui Fortunata aveva accompagnato i gatti a prendere il sole sul tetto del bazar di Harry. Dopo un'ora che erano lì, a crogiolarsi ai raggi del sole, avevano visto volare in alto, molto in alto, sopra di loro, tre gabbiani. Spiccavano, belli e maestosi, nel cielo blu. A tratti sembravano paralizzarsi, limitandosi a fluttuare nell'aria con le ali tese, ma bastava un lieve movimento perché si spostassero con una grazia e un'eleganza che facevano invidia, e anche voglia di starsene lassù con loro. All'improvviso i gatti smisero di fissare il cielo e si voltarono a guardare Fortunata. La gabbianella osservava il volo dei suoi simili, e senza rendersene conto spiegava le ali. - Guardate. Vuol volare - commentò Colonnello. - Sì. È ora che voli - riconobbe Zorba. - Ormai è una gabbiana grande e forte. - Fortunata. Vola! Prova!- suggerì Segretario. Quando sentì i miagolii dei suoi amici, Fortunata ripiegò le ali e si avvicinò a loro. Si sdraiò accanto a Zorba e iniziò a far risuonare il becco imitando le fusa. Il secondo episodio era accaduto il giorno successivo, mentre i gatti ascoltavano una storia di Sopravento. - ...e come vi miagolavo, le onde erano così alte che non potevamo vedere la costa, e... per il grasso del capodoglio! colmo delle males, teníamos la brújula descompuesta. Cinco días y sus noches llevábamos en medio del temporal, sin saber si navegábamos hacia el litoral o si nos internábamos mar adentro. Entonces, cuando nos sentíamos perdidos, el timonel vio la bandada de gaviotas. ¡Qué alegría, compañeros! Pusimos proa siguiendo el vuelo de las gaviotas y conseguimos llegar a tierra firme. ¡Por los colmillos de la barracuda! Esas gaviotas nos salvaron la vida. Si no las hubiéramos visto, yo no estaría aquí maullándoles el cuento. Afortunada, que siempre seguía con mucha atención las historias del gato de mar, lo escuchaba con los ojos muy abiertos. —¿Las gaviotas vuelan en días de tormenta? —preguntó. —¡Por las descargas de la anguila! Las gaviotas son las aves más fuertes del universo —aseguró Barlovento—. No hay pájaro que sepa volar mejor que una gaviota. Los maullidos del gato de mar calaban muy profundamente en el corazón de Afortunada. Golpeaba el suelo con las patas y su pico se movía nervioso. — ¿Quieres volar, señorita? —inquirió Zorbas. Afortunada los miró uno a uno antes de responder. —¡Sí! ¡Por favor, enséñenme a volar! Los gatos maullaron su alegría y enseguida se pusieron patas a la obra. Habían esperado largamente aquel momento. Con toda la paciencia que caracteriza a los gatos habían esperado a que la joven gaviota les disgrazie, la nostra bussola era impazzita. Cinque giorni e cinque notti passammo in mezzo alla burrasca e non sapevamo se stavamo navigando verso la costa o se ci allontanavamo in mare aperto. Ma proprio allora, quando ci sentivamo ormai perduti, il timoniere avvistò uno stormo di gabbiani. Che gioia, compagni! Puntammo la prua nella stessa direzione in cui volavano e riuscimmo a raggiungere la terraferma. Per i denti del barracuda! Quei gabbiani ci salvarono la vita. Se non li avessimo visti, ora non sarei qui a miagolarvi la storia. Fortunata, che seguiva sempre con molta attenzione i racconti del gatto di mare, lo ascoltava con gli occhi spalancati. - I gabbiani volano anche nei giorni di burrasca? - chiese. - Per le scariche della torpedine! I gabbiani sono i volatili più robusti dell'universo - assicurò Sopravento. - Non c'è uccello che sappia volare meglio di un gabbiano. I miagolii del gatto scendevano nel profondo del cuore a Fortunata. Batteva le zampe per terra e muoveva nervosamente il becco. - Vuoi volare, signorina? - indagò Zorba. Fortunata li guardò a uno a uno prima di rispondere. - Sì. Per favore, insegnatemi a volare. I gatti miagolarono la loro gioia e subito misero zampa al lavoro. Attendevano quel momento da molto tempo. Con tutta la pazienza che comunicara sus deseos de volar, porque una ancestral sabiduría les hacía comprender que volar es una decisión muy personal. Y el más feliz de todos era Sabelotodo, que ya había encontrado los fundamentos del vuelo en el tomo doce, letra «L» de la enciclopedia, y por eso se encargaría de dirigir las operaciones. —¡Lista para el despegue! —indicó Sabelotodo. —¡Lista para el despegue! — anunció Afortunada. —Empiece el carreteo por la pista empujando para atrás el suelo con los puntos de apoyo a y b —ordenó Sabelotodo. Afortunada empezó a avanzar, pero lentamente, como si patinara sobre ruedas mal engrasadas. —¡Más velocidad! —exigió Sabelotodo. La joven gaviota avanzó un poco más rápido. —¡Ahora extienda los puntos c y d! —instruyó Sabelotodo. Afortunada extendió las alas mientras avanzaba. —¡Ahora levante el punto e! — ordenó Sabelotodo. Afortunada elevó las plumas de la rabadilla. —¡Y ahora, mueva de arriba abajo los puntos c y d para empujar el aire hacia abajo y simultáneamente encoja los puntos a y b! — instruyó Sabelotodo. Afortunada batió las alas, encogió las patas, se elevó un par de palmos, pero de inmediato cayó como un fardo. De un salto los gatos bajaron de la estantería y corrieron hacia ella. contraddistingue i gatti, avevano aspettato che la gabbianella comunicasse loro il suo desiderio di volare, perché grazie a un'ancestrale saggezza capivano che volare è una decisione molto personale. E il più felice di tutti era Diderot, che ormai aveva trovato i fondamenti del volo nel dodicesimo volume, lettera L, dell'enciclopedia, e che perciò si era assunto l'incarico di dirigere le operazioni. - Pronta al decollo ! - miagolò Diderot. - Pronta al decollo ! - annunciò Fortunata. - Inizi a rollare sulla pista spingendo indietro il suolo con i punti di appoggio a e b - ordinò Diderot. Fortunata venne avanti, ma lentamente, come se avanzasse su pattini male oliati. - Maggiore velocità! - reclamò Diderot. La giovane gabbiana accelerò un po'. - Ora allunghi i punti c e d! - istruì Diderot. Fortunata spiegò le ali mentre avanzava. - Ora sollevi il punto e! - comandò Diderot. Fortunata alzò le piume della coda. - E ora muova dall'alto in basso i punti c e d spingendo l'aria verso terra, e contemporaneamente ritiri i punti a e b!- spiegò Diderot. Fortunata batté le ali, ritrasse le zampe, si innalzò di un paio di centimetri, e subito ricadde come un sacco di patate. Con un balzo i gatti scesero dalla libreria e corsero da lei. La trovarono con gli occhi pieni di lacrime. - Sono una buona a nulla! Sono una buona a nulla! - ripeteva sconsolata. humanos. El gran riesgo estaba en la respuesta que darían los humanos. ¿Qué harían con un gato hablador? Con toda seguridad lo encerrarían en una jaula para someterlo a toda clase de pruebas estúpidas, porque los humanos son generalmente incapaces de aceptar que un ser diferente a ellos los entienda y trate de darse a entender. Los gatos conocían, por ejemplo, la triste suerte de los delfines, que se habían comportado de manera inteligente con los humanos y éstos los habían condenado a hacer de payasos en espectáculos acuáticos. Y sabían también de las humillaciones a que los humanos someten a cualquier animal que se muestre inteligente y receptivo con ellos. Por ejemplo, los leones, los grandes felinos obligados a vivir entre rejas y a que un cretino les meta la cabeza en las fauces; o los papagayos, encerrados en jaulas repitiendo necedades. De tal manera que maullar en el lenguaje de los humanos era un riesgo muy grande para los gatos. —Quédate junto a Afortunada. Nosotros nos retiramos a debatir tu petición —ordenó Colonello. Largas horas duró la reunión a puerta cerrada de los gatos. Largas horas durante las cuales Zorbas permaneció echado junto a la gaviota, que no ocultaba la tristeza que le producía el no saber volar. Era ya de noche cuando acabaron. Zorbas se acercó a ellos para conocer la decisión. —Los gatos del puerto te Cosa avrebbero fatto con un gatto parlante? Sicuramente lo avrebbero rinchiuso in una gabbia per sottoporlo a ogni genere di stupidi esami, perché in genere gli umani sono incapaci di accettare che un essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire. I gatti sapevano, per esempio, della triste sorte dei delfini, che si erano comportati in modo intelligente con gli umani e così erano stati condannati a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici. E sapevano anche delle umiliazioni a cui gli umani sottopongono qualsiasi animale che si mostri intelligente e ricettivo con loro. Per esempio i leoni, i grandi felini, obbligati a vivere dietro le sbarre e a vedersi infilare tra le fauci la testa di un cretino; o i pappagalli, chiusi in gabbia a ripetere sciocchezze. Perciò miagolare nel linguaggio degli umani era un grandissimo rischio per i gatti. - Tu rimani con Fortunata. Noi ci ritiriamo a discutere la tua richiesta - ordinò Colonnello. Durò ore e ore la riunione dei gatti. Ore e ore durante le quali Zorba rimase sdraiato accanto alla gabbianella, che non nascondeva la sua tristezza per non saper volare. Era ormai notte quando terminarono. Zorba si avvicinò per conoscere la decisione. - Noi gatti del porto ti autorizziamo a infrangere il tabù un' unica volta. Miagolerai con un solo autorizamos a romper el tabú por una sola vez. Maullarás con un solo humano, pero antes decidiremos entre todos con cuál de ellos — declaró solemne Colonello. CAPÍTULO 9: La elección del humano No fue fácil decidir con qué humano maullaría Zorbas. Los gatos hicieron una lista de todos los que conocían, y fueron descartándolos uno tras otro. —René, el chef de cocina, es sin duda un humano justo y bondadoso. Siempre nos reserva una porción de sus especialidades, las que Secretario y yo devoramos con placer. Pero el buen René sólo entiende de especias y peroles, y no nos sería de gran ayuda en este caso —afirmó Colonello. —Harry también es buena persona. Comprensivo y amable con todo el mundo, incluso con Matías, al que disculpa tropelías terribles, ¡terribles!, como bañarse en pachulí, ese perfume que huele terrible, ¡terrible! Además Harry sabe mucho de mar y navegación, pero de vuelo creo que no tiene la menor idea —comentó Sabelotodo. —Carlo, el jefe de mozos del restaurante, asegura que le pertenezco y yo umano, ma prima decideremo tutti assieme con quale- dichiarò solennemente Colonnello. CAPITOLO 9: La scelta dell'umano Non fu facile decidere con quale umano avrebbe miagolato Zorba. I gatti fecero una lista di quelli che conoscevano, ma li scartarono tutti uno dopo l'altro. - René, lo chef della cucina, è senza dubbio un umano giusto e buono. Ci mette sempre da parte una porzione delle sue specialità, che Segretario e io divoriamo con gusto. Ma il buon René si intende solo di spezie e di pentole, e quindi non ci sarebbe di grande aiuto in questo caso - dichiarò Colonnello. - Anche Harry è una brava persona. Comprensivo e gentile con tutti, anche con Mattia a cui perdona abusi terribili, terribili! come farsi il bagno nel patchouli, quel profumo che puzza in modo terribile, terribile! E poi sa molte cose del mare e della navigazione, ma del volo credo che non abbia la minima idea - commentò Diderot. - Carlo, il capocameriere del ristorante, dice che gli appartengo, e io glielo lascio credere perché è un brav'uomo. Purtroppo dejo que lo crea porque es un buen tipo. Lamentablemente, él entiende de fútbol, baloncesto, voleibol, carreras de caballos, boxeo y muchos deportes más, pero jamás le he oído hablar de vuelo —informó Secretario. —¡Por los rizos de la anémona! Mi capitán es un humano dulcísimo, tanto que en su última pelea en un bar de Amberes se enfrentó a doce tipos que lo ofendieron y sólo dejó fuera de combate a la mitad. Además, siente vértigo hasta cuando se sube a una silla. ¡Por los tentáculos del pulpo! No creo que nos sirva — decidió Barlovento. —El niño de mi casa me entendería. Pero está de vacaciones, ¿y qué puede saber un niño de volar? —maulló Zorbas. —Porca miseria! se nos acabó la lista —rezongó Colonello. —No. Hay un humano que no está en la lista —indicó Zorbas—. El que vive donde Bubulina. Bubulina era una bonita gata blanquinegra que pasaba largas horas entre las macetas de flores de una terraza. Todos los gatos del puerto pasaban lentamente frente a ella, luciendo la elasticidad de sus cuerpos, el brillo de sus pieles prolijamente aseadas, la longitud de sus bigotes, el garbo de sus rabos tiesos, con intención de impresionarla, pero Bubulina se mostraba indiferente y no aceptaba más que el cariño de un humano que se instalaba en la terraza frente a una máquina de escribir. Era un humano extraño, que a veces reía después si intende di calcio, di tennis, di pallavolo, e di molti altri sport, ma non l' ho mai sentito parlare del volo - spiegò Segretario. - Il mio capitano è un umano dolcissimo, al punto che durante la sua ultima rissa, in un bar di Anversa, ha affrontato dodici tizi che lo avevano offeso e ne ha messo fuori combattimento solo la metà. Però gli basta salire su una sedia per avere le vertigini. Non credo che possa aiutarci- concluse Sopravento. - Il bambino di casa mia mi capirebbe. Ma è in vacanza, e poi cosa può saperne un bambino del volo? - miagolò Zorba. - Mannaggia! È finita la lista - brontolò Colonnello. - No. C'è un umano che non è sulla lista - spiegò Zorba. - Quello che vive con Bubulina. Bubulina era una bella gatta bianca e nera che passava lunghe ore tra i vasi di fiori di una terrazza. Tutti i gatti del porto passavano lentamente davanti a lei sfoggiando l'elasticità dei loro corpi, la lucentezza delle loro pellicce , la lunghezza dei loro baffi, l'eleganza delle loro code nel , ma Bubulina rimaneva impassibile, e accettava solo l'affetto di un uomo che si piazzava sulla terrazza davanti a una macchina da scrivere. Era un umano strano, che a volte rideva dopo aver letto quello che aveva appena scritto,e a volte appallottolava i fogli senza nemmeno guardarli. La sua terrazza era sempre inondata da una musica dolce e malinconica che faceva assopire Bubulina e suscitava profondi sospiri nei gatti che passavano da lì. - L'umano di Bubulina? Perché proprio lui?- estaba a punto de terminar un poema y los versos le salían con una fluidez asombrosa. De pronto, desde la terraza le llegaron los maullidos de un gato que no era su Bubulina. Eran unos maullidos destemplados y que sin embargo parecían tener cierto ritmo. Entre molesto e intrigado salió a la terraza y tuvo que restregarse los ojos para creer lo que veía. Bubulina se tapaba las orejas con las dos patas delanteras sobre la cabeza y, frente a ella, un gato grande, negro y gordo, sentado sobre la base del espinazo y la espalda apoyada en una maceta, sostenía el rabo con una pata delantera como si fuera un contrabajo y con la otra simulaba rasgar sus cuerdas, mientras soltaba enervantes maullidos. Repuesto de la sorpresa no pudo reprimir la risa y, cuando se dobló apretándose el vientre de tanto reír, Zorbas aprovechó para colarse en el interior de la casa. Cuando el humano, todavía muerto de risa, se dio la vuelta, se encontró al gato grande, negro y gordo sentado en un sillón. — ¡Vaya concierto! Eres un seductor muy original, pero me temo que a Bubulina no le gusta tu música. ¡Menudo concierto! —dijo el humano. —Sé que canto muy mal. Nadie es perfecto —respondió Zorbas en el lenguaje de los humanos. El humano abrió la boca, se dio un golpe en la cara y apoyó la espalda contra una pared. —Ha... ha... hablas —exclamó el humano. —Tú también lo haces y yo no me avere un certo ritmo. Un po' seccato un po' incuriosito, uscì sulla terrazza, e dovette strofinarsi gli occhi per credere a quello che stava vedendo. Bubulina si tappava le orecchie con le zampe anteriori e davanti a lei un gatto nero grande e grosso, seduto sul fondoschiena e col dorso appoggiato a un vaso, si teneva la coda con una delle zampe davanti come se fosse un contrabbasso, mentre con l'altra fingeva di suonare le corde, lanciando contemporaneamente dei miagolii snervanti. Una volta riavutosi dalla sorpresa, non riuscì a soffocare l'ilarità, e appena si piegò in due premendosi la pancia per le troppe risate, Zorba ne approfittò per intrufolarsi dentro casa. Quando l'umano, continuando a ridere, si voltò, vide il gatto nero grande e grosso seduto su una poltrona. - Accidenti! Sei un seduttore molto originale, ma temo che a Bubulina non piaccia la tua musica. Che razza di concerto! - disse l'umano. - So che canto molto male. Ma nessuno è perfetto - ribatté Zorba nel linguaggio degli umani. L'umano aprì la bocca, si tirò un ceffone e appoggiò la schiena alla parete. - Pa... pa... parli - esclamò l'umano. - Lo fai anche tu e io non mi stupisco. Per favore, calmati - lo esortò Zorba. - U... un ga... gatto... che parla... - disse l'umano lasciandosi cadere sul divano. - Non parlo, miagolo, ma nella tua lingua. So miagolare in molte lingue - spiegò Zorba. L'umano si portò le mani alla testa e si tappò gli occhi ripetendo 'è la extraño. Por favor, cálmate —le aconsejó Zorbas. —U... un ga... gato... que habla —dijo el humano dejándose caer en el sofá. —No hablo, maúllo, pero en tu idioma. Sé maullar en muchos idiomas —indicó Zorbas. El humano se llevó las manos a la cabeza y se cubrió los ojos mientras repetía «es el cansancio, es el cansancio». Al retirar las manos el gato grande, negro y gordo seguía en el sillón. —Son alucinaciones. ¿Verdad que eres una alucinación? — preguntó el humano. —No, soy un gato de verdad que maúlla contigo —le aseguró Zorbas—. Entre muchos humanos, los gatos del puerto te hemos elegido a ti para confiarte un gran problema, y para que nos ayudes. No estás loco. Yo soy real. —¿Y dices que maúllas en muchos idiomas? —preguntó incrédulo el humano. — Supongo que quieres una prueba. Adelante — propuso Zorbas. —Buon giorno —dijo el humano. —Es tarde. Mejor digamos buona sera —corrigió Zorbas. —Kalimera —insistió el humano. —Kalispera, ya te dije que es tarde — volvió a corregir Zorbas. —Doberdan! —gritó el humano. —Dobreutra, ¿me crees ahora? — preguntó Zorbas.—Sí. Y si todo esto es un sueño, qué importa. Me gusta y quiero seguir soñándolo —respondió el humano. — Entonces puedo ir al grano —propuso Zorbas. El humano asintió, pero le pidió respetar el ritual de la conversación de los humanos. Le stanchezza, è la stanchezza'. Ma quando tolse le mani, il gatto nero grande e grosso era ancora sulla poltrona. - Sono allucinazioni. Vero che sei un'allucinazione?- chiese l'umano. - No. Sono un gatto vero che miagola con te - assicurò Zorba. - Fra molti umani, noi gatti del porto abbiamo scelto te per confidarti un grande problema, perché tu possa aiutarci. Non sei impazzito. Io sono reale. - E dici che miagoli in molte lingue? - chiese incredulo l'umano. - Suppongo che tu ne voglia la prova. Avanti - propose Zorba. - Bonjour- disse l'umano. - E tardi. E meglio dire bonsoir- lo corresse Zorba. - Kalimèra- insisté l'umano. - Kalispèra, te l'ho detto, è tardi- tornò a correggerlo Zorba. - Dobardan! - gridò l'umano. - Dobar vecer, mi credi adesso?- chiese Zorba. - Sì. E se è tutto un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare - rispose l'umano. - Allora posso andare al sodo- propose Zorba. L'umano annuì, ma gli chiese di rispettare il rituale di conversazione degli umani. Servì al gatto una scodella ai latte, e poi si accomodò sul divano con un bicchiere di cognac fra le mani. - Miagola, gatto - disse l'umano, e Zorba gli riferì la storia della gabbiana, dell'uovo, di Fortunata, e degli infruttuosi sforzi dei gatti per insegnarle a volare. - Puoi aiutarci? - domandò Zorba dopo aver concluso il suo racconto. - Credo di sì. E questa notte stessa - rispose l'umano. - Questa notte stessa? Ne sei sicuro? - chiese conferma Zorba. - Guarda fuori dalla finestra, gatto. Guarda il cielo. sirvió al gato un plato de leche, y él se acomodó en el sofá con una copa de coñac en las manos. —Maúlla, gato —dijo el humano, y Zorbas le refirió la historia de la gaviota, del huevo, de Afortunada y de los infructuosos esfuerzos de los gatos para enseñarle a volar. —¿Puedes ayudarnos? —consultó Zorbas al terminar su relato. —Creo que sí. Y esta misma noche —respondió el humano. —¿Esta misma noche? ¿Estás seguro? —inquirió Zorbas. — Mira por la ventana, gato. Mira el cielo. ¿Qué ves? —invitó el humano. —Nubes. Nubes negras. Se acerca una tormenta y muy pronto lloverá —observó Zorbas.—Pues por eso mismo —dijo el humano. —No te entiendo. Lo siento, pero no te entiendo —aceptó Zorbas. Entonces el humano fue hasta su escritorio, tomó un libro y rebuscó entre las páginas. — Escucha, gato: te leeré algo de un poeta llamado Bernardo Atxaga. Unos versos de un poema titulado «Las gaviotas». Pero su pequeño corazón —que es el de los equilibristas— por nada suspira tanto como por esa lluvia tonta que casi siempre trae viento, que casi siempre trae sol. —Entiendo. Estaba seguro de que podías ayudarnos — maulló Zorbas saltando del sillón. Acordaron reunirse a medianoche frente a la puerta del bazar, y el gato grande, negro y gordo corrió a informar a sus compañeros. Cosa vedi? - lo esortò l'umano. - Nuvole. Nuvole nere. Si avvicina un temporale e molto presto pioverà - osservò Zorba. - Ecco perché - disse l'umano. - Non capisco. Mi dispiace, ma non capisco - si scusò Zorba. Allora l'umano andò alla sua scrivania prese un libro e cercò tra le pagine. - Ascolta, gatto. Ti leggerò una cosa di un poeta che si chiama Bernardo Atxaga. Dei versi di una poesia intitolata I gabbiani: Ma il loro piccolo cuore lo stesso degli equilibristi per nulla sospira tanto come per quella pioggia sciocca che quasi sempre porta il vento, che quasi sempre porta il sole. - Capisco. Ero sicuro che potevi aiutarci- miagolò Zorba saltando giù dalla poltrona. Si dettero appuntamento a mezzanotte davanti alla porta del bazar, e il gatto nero grande e grosso corse via a informare i suoi compagni. El gato grande, negro y gordo y la gaviota iban muy cómodos bajo la gabardina, sintiendo el calor del cuerpo del humano, que caminaba con pasos rápidos y seguros. Sentían latir sus tres corazones a ritmos diferentes, pero con la misma intensidad. —Gato, ¿te has herido? —preguntó el humano al ver unas manchas de sangre en las solapas de su gabardina. —No tiene importancia. ¿Adónde vamos? —preguntó Zorbas. —¿Entiendes al humano? —graznó Afortunada. —Sí. Y es una buena persona que te ayudará a volar —le aseguró Zorbas. — ¿Entiendes a la gaviota? —preguntó el humano. —Dime adónde vamos —insistió Zorbas. —Ya no vamos, hemos llegado — respondió el humano. Zorbas asomó la cabeza. Estaban frente a un edificio alto. Alzó la vista y reconoció la torre de San Miguel iluminada por varios reflectores. Los haces de luz daban de lleno en su esbelta estructura forrada de planchas de cobre, que el tiempo, la lluvia y los vientos habían cubierto de una pátina verde. —Las puertas están cerradas — maulló Zorbas. —No todas —dijo el humano—. Suelo venir aquí a fumar y pensar en soledad durante las noches de tormenta. Conozco una entrada para nosotros. Dieron un rodeo y entraron por una pequeña puerta lateral que el humano abrió con la ayuda de una navaja. De un Il gatto nero grande e grosso e la gabbianella stavano ben comodi sotto l'impermeabile, al calduccio contro il corpo dell'umano che camminava con passi rapidi e sicuri. Sentivano i loro tre cuori battere con ritmi diversi, ma con la stessa intensità. - Gatto, sei ferito? - chiese l'umano vedendo delle macchie di sangue sui risvolti dell'impermeabile. - Non importa. Dove andiamo? - chiese Zorba. - Capisci l'umano? - stridette Fortunata. - Sì. Ed è una brava persona che ti aiuterà a volare - le assicurò Zorba. - Capisci la gabbiana? - chiese l'umano. - Dimmi dove stiamo andando - insisté Zorba. - Da nessuna parte, siamo arrivati - rispose l'umano. Zorba fece capolino. Erano davanti a un edificio alto. Sollevò gli occhi e riconobbe il campanile di San Michele illuminato da vari riflettori. I fasci di luce colpivano in pieno la sua struttura slanciata rivestita di lastre di rame che il tempo, la pioggia e i venti avevano coperto di una patina verde. - Le porte sono chiuse - miagolò Zorba. - Non tutte. Nelle notti di burrasca ho l'abitudine di venire qui a fumare e a riflettere in solitudine. Conosco un'entrata per noi - disse l'umano Fecero un giro e si intrufolarono da una piccola porta laterale che l'umano aprì con l'aiuto di un coltello a serramanico. Poi tirò fuori di tasca una torcia e, guidati dal suo sottile fascio di luce, iniziarono a salire una scala a chiocciola che sembrava interminabile. - Ho paura- stridette bolsillo sacó una linterna y, alumbrados por su delgado rayo de luz, empezaron a subir una escalera de caracol que parecía interminable. —Tengo miedo —graznó Afortunada. —Pero quieres volar, ¿verdad? —maulló Zorbas. Desde el campanario de San Miguel se veía toda la ciudad. La lluvia envolvía la torre de la televisión y, en el puerto, las grúas parecían animales en reposo. —Mira, allá se ve el bazar de Harry. Allá están nuestros amigos — maulló Zorbas. —¡Tengo miedo! ¡Mami! —graznó Afortunada. Zorbas saltó hasta la baranda que protegía el campanario. Abajo, los autos se movían como insectos de ojos brillantes. El humano tomó a la gaviota en sus manos. — ¡No! ¡Tengo miedo! ¡Zorbas! ¡Zorbas! — graznó picoteando las manos del humano. — ¡Espera! Déjala en la baranda —maulló Zorbas. —No pensaba tirarla —dijo el humano. —Vas a volar, Afortunada. Respira. Siente la lluvia. Es agua. En tu vida tendrás muchos motivos para ser feliz, uno de ellos se llama agua, otro se llama viento, otro se llama sol y siempre llega como una recompensa luego de la lluvia. Siente la lluvia. Abre las alas —maulló Zorbas. La gaviota extendió las alas. Los reflectores la bañaban de luz y la lluvia le salpicaba de perlas las plumas. El humano y el gato la vieron alzar la cabeza con los ojos cerrados. —La lluvia, el agua. ¡Me gusta! — graznó. —Vas a volar —maulló Zorbas. Fortunata. - Ma vuoi volare, vero? - miagolò Zorba. Dal campanile di San Michele si vedeva tutta la città. La pioggia avvolgeva la torre della televisione, e al porto le gru sembravano animali in riposo. - Guarda, si vede il bazar di Harry. I nostri amici sono laggiù - miagolò Zorba. - Ho paura! Mamma! - stridette Fortunata. Zorba saltò sulla balaustra che girava attorno al campanile. In basso le auto sembravano insetti dagli occhi brillanti. L'umano prese la gabbiana tra le mani. - No! Ho paura! Zorba! Zorba! - stridette Fortunata beccando le mani dell'umano. - Aspetta. Posala sulla balaustra - miagolò Zorba. - Non avevo intenzione di buttarla giù - disse l'umano. - Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali - miagolò Zorba. La gabbianella spiegò le ali. I riflettori la inondavano di luce e la pioggia le copriva di perle le piume. L'umano e il gatto la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi. - La pioggia. L'acqua. Mi piace ! - stridette. - Ora volerai - miagolò Zorba. —Te quiero. Eres un gato muy bueno —graznó acercándose al borde de la baranda. —Vas a volar. Todo el cielo será tuyo —maulló Zorbas. —Nunca te olvidaré. Ni a los otros gatos —graznó ya con la mitad de las patas fuera de la baranda, porque, como decían los versos de Atxaga, su pequeño corazón era el de los equilibristas. —¡Vuela! — maulló Zorbas estirando una pata y tocándola apenas. Afortunada desapareció de su vista, y el humano y el gato temieron lo peor. Había caído como una piedra. Con la respiración en suspenso asomaron las cabezas por encima de la baranda, y entonces la vieron, batiendo las alas, sobrevolando el parque de estacionamiento, y luego siguieron su vuelo hasta la altura, hasta más allá de la veleta de oro que coronaba la singular belleza de San Miguel. Afortunada volaba solitaria en la noche hamburgueña. Se alejaba batiendo enérgica las alas hasta elevarse sobre las grúas del puerto, sobre los mástiles de los barcos, y enseguida regresaba planeando, girando una y otra vez en torno al campanario de la iglesia. —¡Vuelo! ¡Zorbas! ¡Puedo volar! —graznaba eufórica desde la vastedad del cielo gris. El humano acarició el lomo del gato. —Bueno, gato, lo hemos conseguido —dijo suspirando. —Sí, al borde del vacío comprendió lo más - Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono - stridette Fortunata avvicinandosi al bordo della balaustra. - Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo - miagolò Zorba. - Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri gatti - stridette lei già con metà delle zampe fuori dalla balaustra, perché come dicevano i versi di Atxaga, il suo piccolo cuore era lo stesso degli equilibristi. - Vola! - miagolò Zorba allungando una zampa e toccandola appena. Fortunata scomparve alla vista, e l'umano e il gatto temettero il peggio. Era caduta giù come un sasso. Col fiato sospeso si affacciarono alla balaustra, e allora la videro che batteva le ali sorvolando il parcheggio, e poi seguirono il suo volo in alto, molto più in alto della banderuola dorata che corona la singolare bellezza di San Michele. Fortunata volava solitaria nella notte amburghese. Si allontanava battendo le ali con energia fino a sorvolare le gru del porto, gli alberi delle barche, e subito dopo tornava indietro planando, girando più volte attorno al campanile della chiesa. - Volo! Zorba! So volare! - strideva euforica dal vasto cielo grigio. L'umano accarezzò il dorso del gatto. - Bene, gatto. Ci siamo riusciti - disse sospirando. - Sì, sull'orlo del baratro ha capito la cosa più importante -
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved