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Intermediari finanziari: ruolo nella società contemporanea, Schemi e mappe concettuali di Economia degli Intermediari Finanziari

Una panoramica del ruolo degli intermediari finanziari nella società moderna, descrivendo le modalità di trasferimento di risorse finanziarie, le funzioni svolte da questi attori e i relativi rischi. Il testo illustra come gli intermediari facilitano il trasferimento di risorse finanziarie tra soggetti in surplus e quelli in deficit, e come generano strumenti finanziari per agevolare gli scambi. Vengono inoltre esaminate le modalità di trasferimento in spazio, tempo, all'interno del settore e tra settori diversi, e le necessità di garantire l'efficienza del sistema finanziario. Il documento conclude con una breve introduzione sui sistemi finanziari e le loro strutture.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 20/08/2021

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Scarica Intermediari finanziari: ruolo nella società contemporanea e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Economia degli Intermediari Finanziari solo su Docsity! IL SISTEMA REALE, IL SISTEMA FINANZIARIO E L’INTERMEDIAZIONE Il ruolo della finanza nella società contemporanea La finanza è la complessa disciplina che si occupa degli strumenti finanziari, per mezzo dei quali avvengono gli scambi di flussi di denaro tra individui, imprese e Stati, e dei mercati sui quali tali strumenti finanziari vengono negoziati al fine di trasferire le risorse finanziarie dagli individui in surplus a quelli in deficit. Si passa da un’economia basata sul baratto ad un’economia basta sulla moneta (economia monetaria). Economia monetaria è il termine con il quale si indica un sistema economico in cui gli scambi di beni e servizi sono regolati attraverso la moneta. Ogni bene/servizio ha un valore definito in un’unità monetaria che, normalmente, è la valuta del Paese. La finanza (e il suo mondo) ha un ruolo estremamente discusso nella società contemporanea, caratterizzato da una parte dalle funzioni positive che la finanza esercita e, dall'altra dagli aspetti negativi che creano disuguaglianza nella società. Le esternalità negative: Se i debitori che si considerano sono le banche, la crisi e l’insolvenza assumono un rilievo che va al di là della tutela dell’interesse del singolo investitore. La crisi bancaria può provocare esternalità negative per il sistema economico, sotto forma di “contagio” verso altre istituzioni finanziarie, sfiducia e panico dei depositanti, corsa gli sportelli per il ritiro dei depositi. Una crisi bancaria, o in senso più ampio “una crisi finanziaria”, può determinare instabilità nella stessa economia reale. Il ruolo della moneta nella società contemporanea La moneta può essere definita come l’insieme dei mezzi generalmente accettati come strumento di pagamento. Moneta legale (circolante): si intende uno strumento di pagamento non coperto da riserve di altri materiali (es. riserve auree), e quindi privo di valore intrinseco. La moneta legale (tipicamente sotto forma di banconote, ma anche sotto forma di monete in metallo non prezioso) ha un valore grazie al fatto che esiste un’autorità (lo Stato) che agisce come se avesse questo valore. * la stabilità della moneta è garantita dal controllo sull'emissione da parte delle banche centrali; * il riconoscimento come mezzo di pagamento è garantito dalla legge; « il paese che emette la moneta la accetta - anzi, la richiede - come mezzo valido per il pagamento delle imposte. Moneta bancaria: è costituita dai mezzi di pagamento che il sistema bancario mette a disposizione dei depositanti. Il rapporto di conto corrente consente l'uso di strumento di pagamento come il bonifico, l'assegno bancario, le carte di debito e di credito. L’uso di tali forme di pagamento diverse dal contante è reso possibile dal possesso di un c/c bancario, e dalla rete informatica che collega le banche con tutta una serie di regole e di procedure che consentono la generale accettazione della moneta bancaria per i pagamenti. Il ruolo degli intermediari finanziari nella società contemporanea Gli intermediari finanziari: facilitano il trasferimento delle risorse finanziarie degli individui (unità economiche) in surplus a quelli in deficit e rappresentano, insieme alle autorità, ai governi, agli investitori professionali, ai mercati e ai consumatori, i soggetti principali del mondo della finanza. Gli intermediari finanziari sono una speciale classe di imprese che svolgono essenzialmente attività finanziaria, un’attività basata sulla produzione e sulla negoziazione di strumenti finanziari e sull’offerta di servizi connessi con la circolazione degli strumenti stessi. Il sistema reale e il sistema finanziario Il sistema economico è un insieme di soggetti, strumenti, attività e regole il cui interagire favorisce la produzione, lo scambi e il consumo di beni e servizi nel tempo e nello spazio. Le principali categorie di soggetti sono: famiglie, imprese, governo (organismi pubblici e istituzioni), PA. AI suo intemo si scambiano beni, servizi e forza lavoro (circuito reale) e, in contropartita, si trasferisce la moneta, o latri mezzi di pagamento, o strumenti finanziari (circuito finanziario). Circuito reale e circuito finanziario sono legati da un rapporto di interdipendenza in quanto generati da qualunque tipologia di scambio che sempre prevede da un lato il trasferimento del bene o la produzione del servizio (aspetto reale) e, dall’altro, la corresponsione del relativo prezzo (aspetto finanziario). Questi 2 flussi non sono necessariamente simultanei, il regolamento monetario potrebbe essere posticipato (credito del venditore) o, più raramente, anticipato (credito del compratore). La struttura finanziaria è l'insieme dei circuiti diretti (mercati) e indiretti (intermediari) attraverso i quali avviene il trasferimento delle risorse connesse al sistema dei pagamenti e al finanziamento degli investimenti. Il sistema finanziario, è l'insieme delle relazioni che costituiscono l’attività di intermediazione, cioè la produzione e l’offerta di mezzi di pagamento e di servizi e strumenti finanziari. Il trasferimento delle risorse è necessario data la compresenza di soggetti in avanzo finanziario (surplus) e soggetti in disavanzo finanziario (deficit): i primi presentano un fabbisogno di impiego ed i secondi un fabbisogno di finanziamento. I soggetti in avanzo finanziario (surplus) sono disposti a scambiare potere di acquisto abituale contro potere d’acquisto futuro solo in presenza di un vantaggio economico adeguato e un accettabile livello di rischio. I soggetti in disavanzo finanziario (deficit) non riescono a finanziarie in autonomia gli investimenti programmati e pertanto colmano il fabbisogno aggiuntivo attraverso risorse esterne, purché il loro costo sia inferiore al rendimento atteso degli investimenti. Il prenditore di fondi chiede di anticipare una data disponibilità futura di potere di acquisto e si impegna a res6tuire al datore le risorse finanziarie ricevute. Per agevolare gli scambi finanziari è necessario generare strumenti finanziari (contratti) che rappresentano per il detentore una forma di investimento finanziario e per l’utilizzatore una forma di raccolta di risorse finanziarie. Modalità di trasferimento delle risorse finanziarie Nello spazio > moneta ® sistema dei pagamenti Nel tempo > credito > sistema bancario All’interno del settore > credito mercantile Tra settori diversi ® ricorso agli intermediari (circuito indiretto) / emissione di titoli (circuito diretto) Per garantire che il trasferimento delle risorse avvenga in maniera efficiente sistema finanziario deve: * Consentireai datori dei fondi lo smobilizzo degli strumenti finanziari acquistati anche prima della loro naturale scadenza (liquidità, negoziabilità e standardizzazione degli strumenti e mercati organizzati); * Svolgere attività di diversificazione e riduzione del rischio a vantaggio dei datori dei fondi, rendendo le loro preferenze (per rischio e scadenza) compatibili con quelle dei prenditori di fondi (emittenti); * Elaboraree diffondere informazioni per consentire una corretta gestione del rischio sia in termini di selezione ex ante che di monitoraggio ex post degli investimenti. La politica monetaria quale componente della politica economica La politica economica è un insieme coordinato di provvedimenti (di politica monetaria, di bilancio e dei redditi) che persegue obiettivi di tipo macroeconomico nel medio termine. ® Politica di bilancio: manovre fiscali e di spesa pubblica attuate tramite il bilancio dello Stato (autorità competente: Il parlamento attraverso la Legge di stabilità); ® Politica dei reddito: crescita equilibrata di salari e profitti ai fini della produttività aziendale; ® Politica monetaria: manovre sugli aggregati monetari e creditizi per realizzare (1) nel breve periodo, un equilibrio tra stabilità monetaria, occupazione e sviluppo e favorire (2) nel lungo periodo, la realizzazione della politica fiscale e dei reddito, dato il tasso di inflazione target. Nell'ambito dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) le scelte dei Paesi membri in materia di politica di bilancio sono vincolate al Trattato istitutivo dell’UE (Trattato di Maastricht) e dal Patto di Stabilità e Crescita. Parametri del Trattato di Maastricht volto a contenere la crescita del deficit pubblico: ° Deficit/PIL < 3% ° Debito pubblico (stock)Y/PIL < 60% L’Italia ha introdotto nella Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio ossia di equilibrio tra le entrate e le uscite (20 aprile 2012). I cicli economici I cicli economici sono fluttuazioni sistemiche. Ciascuno di essi si articola in fasi generali: ® recessione: almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa; * ripresa: l’economia torna a crescere dopo una recessione o un rallentamento; ® espansione: crescita seguita da una forte accelerazione (boom) e saturazione della capacità produttiva; * rallentamento: la crescita della produzione decelera. Un ciclo economico si compone di: ® una tendenza di fondo (trend): l'andamento di lungo periodo; ® una componente ciclica: frequenti oscillazioni il cui andamento è influenzato dal trend; ® una componente stagionale: si sovrappone a quella ciclica e deriva dall’utilizzo di strumenti di misurazione non calibrati sui fattori esogeni (es. festività, periodi di chiusura stagionale); ® una componente accidentale: andamento non riconducibile a previsioni plausibili. Le funzioni, la struttura e le componenti del sistema finanziario * l’esistenza di intermediari con funzione monetaria, che consentono di minimizzare costi-tempi-rischi del trasferimento dei saldi monetari. Asimmetrie informative Nei contratti e negli strumenti finanziari l'informazione non è equamente distribuita tra datore e prenditore di fondi dal momento che quest’ultimo è in possesso di maggiori e migliori elementi per poter valutare la propria affidabilità. Quali sono le conseguenze? >» Adverse selection (selezione avversa): è l’asimmetria informativa che caratterizza il momento precedente la conclusione del contratto poiché il prezzo pagato dal prenditore non corrisponde al prezzo che si determinerebbe se il datore di fondi fosse a conoscenza di tutti i fattori di rischio (questo caso viene definito da Akerlof come «market for lemons»). In un contesto di asimmetria informativa ex ante, la banca si trova nella condizione di erogare prestiti che, potenzialmente, potrebbero finanziare investimenti sia “buoni” sia “cattivi” in termini di esito. La banca è quindi portata, come strategia difensiva, ad aumentare i tassi di interesse per rientrare dalle perdite derivanti dai prenditori di fondi “cattivi”. Ma in questo modo i progetti meno rischiosi (ma anche meno remunerativi) vengono tagliati fuori in quanto per l'impresa richiedente vi è un incremento dei costi a parità di ricavi. Esempio: Si ipotizzi l’esistenza di due soli potenziali prenditori di fondi (A e B) che presentano due progetti di investimento, con quello di A meno rischioso di quello di B e con rendimenti pari rispettivamente a Ra e Rb. In condizioni di mercati perfetti, dovrebbe valere la condizione Ra < Rb, ma nella realtà (a causa della carenza di informazioni sui debitori) si forma un unico prezzo - Rm - (rendimento richiesto dai datori di fondi), pari alla media dei due rendimenti [Rm= (Ra + Rb)/2]. Per raccogliere le risorse necessarie al finanziamento del proprio progetto, il prenditore migliore (A) deve pagare un prezzo più alto di quello di equilibrio (Rm > Ra), mentre il prenditore con affidabilità peggiore (B) deve pagare un prezzo inferiore a quello di equilibrio (Rm < Rb). Questa situazione provoca il progressivo abbandono del mercato dei prenditori migliori (non disposti a sostenere un costo più elevato di quello dovuto) e il fallimento dei prenditori peggiori (i datori di fondi non sono disposti a finanziare i prenditori peggiori che però sono gli unici disponibili a concludere lo scambio). » Moral hazard (rischio morale): è l’asimmetria informativa che caratterizza il contratto finanziario nel corso del suo svolgimento, in quanto il prenditore può, in base alle informazioni a sua disposizione, condizionare a proprio vantaggio l’evoluzione e la conclusione del finanziamento. Un esempio classico di azzardo morale si verifica quando, una volta ottenuto un prestito per un determinato progetto con un relativo grado di rischio specifico, un’azienda mette in atto un comportamento scorretto utilizzando le risorse monetarie per attività più rischiose e con un rendimento atteso più elevato rispetto a quelle dichiarate. Nel caso degli intermediari assicurativi, l’azzardo morale si verifica quanto, dopo la stipula del contratto, l'assicurato tende a ridurre la prudenza necessaria per evitare, o minimizzare, il verificarsi dell’evento contro il quale è assicurato, sapendo di non dover sostenere in prima persona i costi materiali derivanti dall’avverarsi dell'evento dannoso. L’intermediario: ® Raccoglie, accerta e vende le informazioni fomite dalle imprese al mercato nell’ambito di un rapporto diretto sfruttando le economie di scala; ® Acquistae detiene le passività emesse dai soggetti debitori interponendosi (funzione creditizia) tra imprese e mercato e risolvendo i problemi informativi alla radice. Alcuni esempi di riduzione, nel mercato finanziario, del gap informativo del datore di fondi: * I giudizi emessi dalle agenzie di rating; * Le informazioni sull’esposizione debitoria degli affidati fornite dalla Centrale dei Rischi; * il “documento sui rischi” da consegnare al cliente prima della conclusione del contratto affinché sia in grado di procedere alla valutazione del rischio di un investimento in strumenti finanziari; * ilprospetto informativo per il collocamento di nuovi strumenti finanziari; ® la pubblicazione di analisi e previsioni relative ai principali dati economici delle società emittenti titoli. I costi di agenzia Il rapporto di agenza prevede la delega da parte di un soggetto (principal o mandante), proprietario di un’attività, a un soggetto (agent o mandatario), gestore di tale attività sulla base del presupposto che quest’ultimo svolga funzione gestoria con maggiore efficienza. In ambito finanziario, i contratti di agenzia (e i conflitti di interesse che li accompagnano) attengono ai rapporti di finanziamento tra: * investitori e impresa * investitori e intermediari * intermediarie debitori Il Principale non è in grado di valutare tutte le capacità e l'onestà dell’Agente, prima di averlo delegato ad agire e non può controllare puntualmente tutte le azioni e le decisioni dell’Agente. * Leasimmetrie informative non possono essere eliminate (ma solo attenuate) e possono condurre a: * Selezione Avversa: il Principale affida il ruolo di Agente alla persona sbagliata; * Azzardo Morale: L’Agente sfrutta il vantaggio informativo, per massimizzare il proprio guadagno a discapito degli interessi del Principale. Moral hazard Il Principale non può controllare puntualmente l’operato dell’agente, ma può introdurre degli strumenti per scoprire i casi di azzardo morale (regole di trasparenza, piani di audit, ecc ...), dei vincoli (procedure che riducono la discrezionalità dell’ Agente), degli incentivi (legati al raggiungimento degli obiettivi attesi dal Principale) e delle sanzioni. Adverse selection La probabilità di pescare a caso una mela marcia da un cesto che contiene 100 mele dipende dal numero m di mele marce che sono nel cesto: m/100. Anche se non possibile conoscere la moralità dell’ Agente prima di delegarlo, la probabilità di scegliere un Agente infedele può essere ridotta diffondendo valori dell’etica pubblica nell’intera «popolazione» da cui si selezionano gli agenti. Le soluzioni Nei rapporti diretti: Incentivi e controlli destinati all’agent Nei rapporti intermediati: Maggiore remunerazione, contratti flessibili, intermediari specializzati I principali costi - spese per il controllo dell’agent - spese di garanzia o assicurazione a carico dell’agent - riduzione di ricchezza a carico del principal (residual loss) Classificazione degli intermediari 1. Svolgimento della funzione monetaria Intermediari monetari (le banche) / non monetari (tutti gli altri) Il monopolio nello svolgimento della funzione monetaria ha costituito, storicamente, un vantaggio competitivo per le banche, di contro sottoposte a maggiori controlli per gli effetti che l'immissione di moneta bancaria può creare nell’economia reale ai fini della stabilità. Il monopolio è venuto meno per effetto della autorizzazione ad altri intermediari di emettere mezzi di pagamento (IMEL e ISP). Gli IMEL (Istituti di Moneta Elettronica) emettono in via esclusiva strumenti elettronici di pagamento (moneta elettronica), accettati come mezzo di pagamento alternativo al contante. Possono svolgere attività connesse o strumentali a quella principale ma non possono concedere crediti di qualunque forma; Gli ISP (Istituiti di Pagamento) sono autorizzati esclusivamente a prestare sevizi di pagamento. 2. Specificità istituzionale Intermediari bancari / intermediari non bancari Distinzione strettamente legata alla (mutevole nel tempo e nello spazio) definizione di «banca» e di «attività bancaria» che trascura i processi di diversificazione degli intermediari. Gli intermediari sono infatti definiti «non bancari» per differenza (in via residuale) indipendentemente dal tipo di attività svolta. 3. Modalità di svolgimento dell’attività e finalità del controllo esercitato dalle Autorità di vigilanza Investitori delegati (comprese le banche) / Imprese di investimento (intermediari mobiliari) La distinzione di basa sul grado di estensione della delega concessa all’intermediario dal datore di fondi. Esso è: Quasi nullo nella prestazione di servizi a supporto degli scambi diretti (gli intermediari si limitano alla produzione e diffusione delle informazioni); Medio nella gestione di patrimoni mobiliari per conto degli investitori (“negoziazione delegata”). Gli intermediari trasformano il rischio che però continua a ricadere interamente sul cliente; Elevato poiché l’intermediario (tipicamente la banca) attraverso la negoziazione in proprio si assume anche i rischi residui isolando il datore di fondi (il depositante) dai rischi di finanziamento. Circuito indiretto - gli intermediari assumono impegni nei confronti dei datori di fondi e posizioni di credito nei confronti dei prenditori: pertanto, all’attivo patrimoniale figurano gli impieghi (prestiti, mutui, beni reali, crediti verso imprese, crediti verso consumatori) e al passivo le fonti (depositi, obbligazioni, mutui e prestiti). Circuito diretto - gli intermediari forniscono servizi a coloro che domandano (servizi di collocamento e di consulenza) e offrono fondi (servizi di negoziazione, di gestione patrimoniale e di consulenza) senza interporre il proprio bilancio ma limitandosi a percepire commissioni. È possibile identificare cinque macro aree «funzionali» dell’intermediazione finanziaria all’interno delle quali operano diverse categorie di soggetti: Funzione creditizia (Banche e intermediari creditizi non bancari); Funzione monetaria (Banche, IMEL, ISP); Funzione mobiliare (SIM, SCF, SGR, SICAV e SICAF, SGMR, Depositari centrali e Controparti centrali); Funzione assicurativa (imprese di assicurazione); Funzione previdenziale (imprese di assicurazione e fondi pensione). VWVVWVWV Intermediari creditizi Le banche conferiscono risorse finanziarie a titolo di credito, utilizzando prevalentemente fondi ottenuti da terzi a titolo di debito e in parte minore a titolo di capitale proprio. Secondo l'ordinamento italiano le banche costituiscono gli unici intermediari abilitati all'esercizio dell'attività bancaria: la raccolta di risparmio tra il pubblico (acquisizione di fondi sotto forma di depositi di depositi e altra forma con l'obbligo di rimborso) e la concessione di prestiti (l’esercizio del credito). Gli intermediari creditizi non bancari non sono abilitati alla raccolta presso il pubblico dei risparmiatori; pertanto, raccolgono presso banche e altri soggetti istituzionali le risorse necessarie per concedere finanziamenti (l’esercizio del credito) nei confronti del pubblico con modalità tali da soddisfare le esigenze dei prenditori di fondi. Gli intermediari creditizi non bancari (iscritti in un apposito albo e sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia) 1. Società di leasing: acquisto diretto di beni mobili o immobili strumentali all'attività d’impresa e successiva cessione in uso dietro pagamento di canoni periodici; 2. Società di factoring: acquisto e gestione di crediti d’impresa; 3. I consorzi di garanzia collettiva fidi (CONFIDI): soggetti a natura cooperativa o consortile che rilasciano garanzie collettive a fronte di finanziamenti erogati a favore delle imprese socie o consorziate. Il loro intervento nell’attività di concessione del credito da parte delle banche alle piccole imprese consente di ridurre i costi di informazione e i rischi riducendo il tasso di interesse applicato alle imprese finanziate; 4. Società veicolo per la cartolarizzazione (SPV, Special Purpose Vehicle): consentono la conclusione delle operazioni di cartolarizzazione acquistando crediti o altre attività finanziarie ed emettendo titoli; 5. Società di credito al consumo: concedono prestiti esclusivamente alle famiglie con la forma tecnica del credito personale (senza vincolo di destinazione) o del credito finalizzato (per l'acquisto di particolari beni o servizi); 6. Cassa depositi e prestiti (CDP): finanzia opere, impianti e dotazioni destinati alla fornitura di servizi pubblici e concede finanziamenti a favore di Enti Pubblici utilizzando risorse raccolte attraverso il canale postale (libretti rappresentativi, depositi a vista e buoni). Intermediari mobiliari L'attività di intermediazione mobiliare riguarda diversi ambiti di attività presidiati da soggetti differenti. Servizi di investimento: consentono agli investitori di impiegare i propri risparmi in strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, titoli di stato, etc.) e sono svolti dalle SIM (Società di Intermediazione Mobiliare), SCF (Società di Consulenza Finanziari) e SGR (Società di Gestione individuale e collettiva del Risparmio); Gestione collettiva del risparmio: svolta dalle SICAV (Società di Investimento a Capitale Variabile) e dalle SICAF (Società di Investimento a Capitale Fisso); Organizzazione e gestione dei mercati di negoziazione: svolta dalle SGMR (Società di Gestione dei Mercati Regolamentati); Gestione delle fasi di scambio dei titoli: svolta dai Depositari Centrali, che custodiscono e amministrano titoli e altri valori finanziari per conto di terzi, e dalle Controparti Centrali (clearing house) che si interpongono tra due contraenti per annullare il rischio di inadempienza e garantire il buon fine delle operazioni. Intermediari assicurativi L’impresa di assicurazioni gestisce i rischi puri, la cui manifestazione comporta solo effetti negativi per l'assicurato; se gestiti con riferimento a una colletti omogenea di situazioni\soggetti, tali rischi possono essere previsti e coperti attraverso l’applicazione di un premio determinato in via anticipata su basi probabilistico-attuariali e finanziarie. I principali rami di attività di un intermediario assicurativo sono: Il ramo danni nel quale i rischi riguardano beni (rischi incendio, furto, etc.), soggetti (rischi infortunio, malattia, etc.), patrimonio (responsabilità civile per danni procurati a terzi direttamente dall’assicurato o da persone/animali/cose di cui è responsabile); il ramo vita nel quale i rischi riguardano la vita umana (rischio morte o sopravvivenza). Intermediari previdenziali Fattori oggettivi * Capacitàdi generare risparmio finanziario; * Disponibilità patrimoniali; * Obiettivi di investimento; * Orizzonte temporale di riferimento Fattori soggettivi: * Eventuali passate esperienze negative di investimento; * Gradodi cultura finanziaria legato alla professione, livello di istruzione, ecc.; * Etàe orizzonte temporale prescelto. La misurazione del rischio L’incertezza che grava sulle previsioni dei rendimenti attesi (il rischio dell’operazione) può essere misurata utilizzando la deviazione standard dei rendimenti storici. Tale indicatore permette di calcolare l’entità media degli scostamenti dei singoli rendimenti di periodo (solitamente mensili) rispetto al rendimento medio dell’intero intervallo temporale considerato (solitamente un anno). Più è piccola la deviazione standard, maggiore è la probabilità di ottenere un rendimento vicino a quello medio. Una deviazione standard pari a zero è la conseguenza di una volatilità nulla e dunque la certezza di ottenere un rendimento pari al valore medio. Lo standard deviation un indicatore relativo che non ha valore se non lo si rapporta alla deviazione standard calcolata sul benchmark o su altri fondi della stessa categoria. Finalità Obiettivi Ex ante limitare misurare l’impatto di una nuova operazione il rischio potenzial e Ex post misurare il rischio sintetizzare tutti i possibili profili di rischio effettivamente assunto assunto La complessità dei fattori causativi dei rischi si riflette sulla molteplicità degli approcci di misurazione e sull’esistenza di innumerevoli indicatori. RISCHIO ASSOLUTO * Varianza variabilità del prezzo e Semivarianza * VaR(Valueatrisk) RISCHIO RELATIVO *TEV(Tracking Error Volatility) variabilità del prezzo rispetto ad un elemento * Shortfall probability preso a riferimento SENSITIVITY e Vita media finanziaria (Duration) sensibilità del prezzo rispetto al fattore di * Duration modificata rischio cui è esposto (es. oscillazione dei prezzi | è Coefficiente beta per le azioni) Misure Pregi e trattamento paritetico delle variazioni in aumento . idi sit . | e in diminuzione (non considera probabilità di RISCHIO ASSOLUTO poten ' tutti i fattori manifestazione diverse) i rischio ® orizzonte temporale di riferimento definito esogenamente ® Facilitàdelconfronto | * affidabilità dei dati di input sulla base dei quali RISCHIO RELATIVO FI di binario sono costruiti Lg * inutilizzabilità ex post (sintetizza una sola fonte di * semplicità SENSITIVITY n rischio per variazioni istantanee) * comprensibilità e incapacità di cogliere tutti i profilo di rischio Il sistema dei rischi negli intermediari * Per qualsiasi impresa, il rischio dell’attività svolta è costituito dalle possibili oscillazioni del valore del capitale economico (differenza tra valore economico delle attività e delle passività) o della sua redditività (ROE, Return On Equity). * L’individuazione di ciascuna tipologia di rischio richiede, preliminarmente, la definizione degli aggregati — contabili ed extracontabili — sensibili (aree di impatto). ® L’effettiva esposizione di un intermediario alle diverse tipologie di rischio dipende principalmente da: ® scelte di composizione del portafoglio di attività e passività; ® caratteristiche contrattuali degli strumenti finanziari sottoscritti e/o emessi; n vincoli imposti dalla normativa di vigilanza pro tempore in vigore (es. le norme sull’adeguatezza patrimoniale). Aree di impatto dei rischi AFI: attività finanziarie fruttifere di interessi; ANF: attività finanziarie non fruttifere (azioni e partecipazioni con remunerazione sotto forma di dividendi); AR: attività reali (non finanziarie) rappresentate da immobilizzazioni materiali (immobili e altri investimenti fissi). PO: passività onerose che comportano un onere in termini di interessi passivi; PNO: passività non onerose che non danno origine a costi di natura finanziaria; MP: mezzi propri. Principali poste del CE Il Conto Economico in forma scalare consente di evidenziare alcuni margini intermedi che misurano i risultati netti dei differenti ambiti di attività. Struttura del CE e aree di impatto Il Risultato di Gestone riflette il contributo reddituale di 5 differenti aree gestionali sulle quali incidono differenti componenti di rischio Rischi esterni e rischi interni Principali fonti di rischio sono costituite da: ® Iltipoe la natura dei rapporti continui e sistematici che si instaurano con i datori e prenditori di fondi, mercati mobiliari, e Autorità di regolamentazione e vigilanza; Le modalità di svolgimento dell’attività dell’intermediario: strategia, propensione al rischio e scelte di investimento, organizzazione e gestione dei processi produttivi. Rischi di provvista Il rischio di provvista (approvvigionamento o funding) dipende dalla capacità dell’intermediario di raccogliere continuativamente, presso le diverse controparti, le risorse finanziarie necessarie (depositi dalla clientela al dettaglio, obbligazioni collocate sul mercato, capitale proprio dagli azionisti) per quantità e prezzi (tassi di interesse) compatibili con gli obiettivi di crescita, le scelte di composizione dell’attivo e il rendimento degli investimenti. Ogni intermediario deve essere in grado sia di mantenere e rinnovare la raccolta in essere (“raccolta effettiva”), sia di attivare operazioni integrative (“raccolta potenziale”) per quantità, nei tempi richiesti e a condizioni di costo convenienti. Il costante mantenimento della capacità di raccolta riduce il rischio di «illiquidità». Un intermediario è liquido finché è in grado di far fronte alle proprie obbligazioni con tempestività e senza compromettere la propria solvibilità. Le banche sono le più esposte al rischio di provvista (e quindi al rischio di liquidità) poiché il loro passivo è caratterizzato da una rilevante quota di depositi a vista. In condizioni di “normalità” solo una quota ridotta di depositi viene trasformata in moneta. Un ritiro di depositi improvviso e di dimensioni rilevanti rispetto alla norma (corsa agli sportelli) imporrebbe all’intermediario di reperire velocemente le risorse necessarie per far fronte alle richieste della clientela. Il peggioramento della capacità di raccolta può essere legato a una situazione di crisi diffusa sui mercati finanziari o a fattori contingenti (dubbi sull’affidabilità). Tali elementi possono innescare, molto velocemente, reazioni negative da parte dei depositanti, ma soprattutto delle controparti del mercato interbancario (altre banche e istituti di credito) portandole a limitare o bloccare le usuali transazioni e inaridendo le fonti della liquidità dell’intermediario con effetti immediati sulla sua solvibi Il rischio di provvista riguarda anche il comportamento degli obbligazionisti e degli azionisti. Sebbene l’emissione di titoli obbligazionari collocati presso la clientela al dettaglio offra vantaggi in termini di maggiori volumi, riduzione della componente a vista e minori costi operativi, comporta per gli emittenti una maggiore dipendenza dalle condizioni di mercato in termini di quantità e prezzi. Gli azionisti, percependo un significativo aumento del rischio, potrebbero non essere più disposti a sottoscrivere nuovi aumenti di capitale necessari per riequilibrare la deteriorata situazione finanziaria della banca. Tale eventualità è particolarmente evidente per le banche quotate con una struttura proprietaria tipicamente da public company (prevalenza di azionisti-investitori non direttamente coinvolti nella gestione. Infine, il rischio di provvista riguarda le operazioni di whole-sale banking (all’ingrosso). Si tratta di operazioni di provvista di grandi dimensioni effettuate nei confronti di operatori istituzionali. Sono operazioni caratterizzate da forte variabilità sia negli imponti e sia nei tassi di interesse che sono più alti rispetto alle operazioni bancarie al dettaglio (retail banking). Le banche, ricorrendo in modo sistematico a controparti di mercato, ne subiscono la volatilità (la liquidità aziendale dipende da quella dell’intero mercato e il rischio aziendale di provvista diventa espressione del rischio aggregato del mercato). Rischio di controparte I rischi di controparte attengono a tutte le operazioni attive che un intermediario pone in essere con la propria clientela, e derivano dall’eventualità che alcuni soggetti possano risultare, entro un determinato intervallo temporale, parzialmente inadempienti, ossia non più in grado di assolvere agli impegni contrattualmente assunti. Essi vengono usualmente distinti in: * Rischio di regolamento: legato al trading book (portafoglio di negoziazione); * Rischio dicredito: legato al banking book (portafoglio bancario); I rischi di controparte: i rischi di regolamento Il rischio di regolamento rappresenta rischio di insolvenza della controparte contrattuale obbligata a consegnare una certa somma di denaro in contropartita di strumenti finanziari o viceversa. L’impatto e le possibili conseguenze del rischio di regolamento vengono determinate considerando la contestualità delle prestazioni contrattuali e la scadenza dell’esecuzione del contratto a pronti o a termine. * Nella compravendita a pronti (in cui la regolazione del prezzo ha luogo nel momento in cui viene concordato dalle parti), il danno dell’inadempienza è riconducibile alla necessità di trovare sul mercato, in brevissimo tempo, una controparte in grado di eseguire la transazione, con possibili effetti negativi sulle condizioni di prezzo. * Nella compravendita a termine (in cui la regolazione del prezzo ha luogo in epoca successiva a quella in cui il prezzo stesso viene concordato dalle parti) la rilevanza del danno è maggiore in quanto il soggetto adempiente si trova esposto al costo derivante dalla sostituzione della parte insolvente; inoltre, avendo anticipato la prestazione, diventa creditore, con ‘un potenziale rischio di credito trasformatosi in rischio di insolvenza. * Unaposizione netta diversa da zero determina minusvalenze o plusvalenze potenziali realizzabili al momento della conversione della valuta estera in quella nazionale. ® In presenza di posizioni lunghe la rivalutazione del tasso di cambio determina un guadagno potenziale dal lato degli impieghi, mentre la svalutazione determina un peggioramento dei risultati; ® Inpresenza di posizioni corte la rivalutazione del tasso di cambio determina un aumento nei costi della raccolta, mentre la svalutazione determina una riduzione nei costi della raccolta; ® Inpresenza di posizioni nette pari a zero la variazione dei cambi determina variabilità dei risultati in funzione del mismatching di durata e rivedibilità dei tassi attivi e passivi. Il margine di interesse in valuta subisce ulteriori oscillazioni al momento della sua contabilizzazione in valuta domestica (rischio di traduzione). I rischi di mercato: il rischio di prezzo Il rischio di prezzo trae origine dall’attività di negoziazione in proprio di valori mobiliari (azioni, obbligazioni, derivati, ecc.); il possesso e la gestione del portafoglio fanno sì che il conto economico e lo stato patrimoniale dell’intermediario subiscano gli effetti della volatilità delle quotazioni dei titoli e più in generale dell’instabilità dei mercati dando vita a guadagni o perdite in conto capitale* a seconda che il prezzo di vendita sia superiore o inferiore al prezzo di acquisto (o di carico). * Il guadagno in conto capitale (o capital gain) rappresenta la differenza tra il prezzo di vendita/rimborso di un titolo e il prezzo di acquisto/sottoscrizione. Il rischio di liquidità Il rischio di liquidità è connesso all’incapacità dell’intermediario di far fronte tempestivamente ed economicamente alle uscite di cassa, cioè ai propri impegni di pagamento. La banca è liquida finché ha la capacità di onorare le proprie obbligazioni senza compromettere la propria solvibilità. Il costante mantenimento della capacità di raccolta riduce il rischio che la capacità di pagamento venga meno determinando l’interruzione dei pagamenti. Dato che le riserve finanziarie derivano dalle riserve di liquidità, da nuove operazioni di raccolta e dal parziale smobilizzo di investimenti già effettuati, il rischio di liquidità deriva dalla combinazione: dei rischi di provvista, di controparte e di mercato. Funding liquidity risk: incapacità di raccogliere tutte le risorse necessarie nei tempi richiesti a fronteggiare deflussi di cassa senza mettere a repentaglio l'equilibrio finanziario e l'operatività della banca. Market liquidity risk: esistenza di limiti e ostacoli nello smobilizzo (definitivo o temporaneo) o nella costituzione in garanzia (colleteral di finanziamenti) delle attività finanziarie detenute. In condizioni eccezionali, il mercato diventa illiquido e cessa di funzionare, determinando assenza di scambi e rarefazione della liquidità la quale non circola (è tesaurizzata) fondamentalmente per due ragioni (non necessariamente alternative): 1. sfiducia nel grado di solvibilità delle potenziali controparti; 2. usoalternativo da parte del detentore, il quale, tipicamente, vuole aumentare le proprie riserve di liquidità. Il livello del rischio di liquidità deriva dall’intensità del processo di trasformazione delle scadenze e quindi anche dalla normale operatività dell’intermediario. La possibilità di generare la liquidità dallo smobilizzo delle poste dell’attivo dipende non solo dalle caratteristiche intrinseche della singola posta di bilancio (rischio di interesse e di prezzo) ma anche dalle condizioni generali dei mercati secondari. Anche il rischio di liquidità può essere misurato mediante l'approccio del GAP, contrapponendo attività e passività classificate in funzione delle caratteristiche in termini di liquidità (naturale scadenza e propensione a essere trasformate in moneta). Indicatori di sintesi del grado di liquidità sono: * Cashcapital position = attività liquide (o facilmente liquidabili) - passività a vista o a brevissimo termine (il cui rinnovo non può essere considerato certo) - impegni irrevocabili a erogare fondi; * Mediumelongterm funding ratios = Passività / Attività a medio e a lungo termine (spesso inferiori al 100% per effetto della trasformazione delle scadenze ma il cui progressivo deterioramento è indice di vulnerabilità. AI rischio di liquidità è strettamente connesso il rischio di leva finanziaria o leverage (rapporto patrimonio-mezzi di terzi). I rischi di regolamentazione I rischi di regolamentazione riguardano gli effetti sull’operatività dell’intermediario sia dell’introduzione di nuove norme (rischio legislativo), sia di errori e inadempienze di varia natura nel rispetto del complesso delle regole (rischio di compliance). » Ilrischio legislativo dipende dalla circostanza che l’introduzione di una nuova normativa determini un aggravio dei costi e/o riduzione dei ricavi con effetti negativi sul conto economico. Il rischio legislativo deriva quindi da un fattore esterno (le scelte delle Autorità nell'esercizio dei loro poteri) e può essere analizzato solo ex post stimando l’effetto prodotto dall’introduzione di un nuovo impianto regolamentare. » Ilrischio di compliance (non conformità alle norme) è il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, subire perdite rilevanti o danni di reputazione in conseguenza del mancato rispetto di leggi, norme amministrative, autoregolamentazione (statuti, codici di condotta e di autodisciplina). Ciò attiene soprattutto all’esercizio dell’attività di intermediazione, alla gestione dei conflitti di interesse, alla trasparenza e tutela del consumatore. Non avendo natura finanziaria (non business risk) è difficilmente misurabile. I danni economici conseguenti ad attività «non compliant» possono intersecarsi e sovrapporsi con altre manifestazioni di rischio: comportamenti scorretti o il mancato rispetto delle procedure possono dare origine a rischi di credito o di mercato. Potenziali soluzioni * Promuovere una cultura aziendale improntata sui principi di onestà, correttezza e rispetto; ® Approntare specifici presidi organizzativi (istituzione della funzione di compliance) volti ad assicurare il rispetto delle prescrizioni normative e di autoregolamentazione I rischi interni: il rischio operativo Il rischio operativo è connesso allo svolgimento di qualsiasi attività e considera gli effetti negativi (perdite inattese) sui risultati economici causati da: d malfunzionamenti o inefficienze di sistemi (es: rischio informatico, rischio di trading, ecc.) e processi aziendali (es: rischio di credito); (ii) comportamenti erronei o dolosi dei dipendenti; (iii) cambiamenti di contesto (fiscale, regolamentare, legislativo, ecc.); (iv) eventi esterni imprevisti (es: furti, atti vandalici, terremoti, ecc.). Per la sua possibile manifestazione solo negativa, il rischio operative può essere assimilato ai rischi puri. Cause del rischio operativo | ELEMENTI RISK SENSITIVE | processi produttivi e la controllo interno, trattamento-esecuzione-tenuta delle operazioni, al loro organizzazione. ruoli-responsabilità, modellizzazioni. Le risorse umane e i loro 1 competenza, esperienza, compliance normativa e “deontologica”. comportamenti. La tecnologia e la sua applicazione. sistemi informati informatici, programmazione applicativi, strutture in rete. Gli eventi esterni che hanno un impatto calamità naturali, contesto politico-legislativo-fiscale, attività criminale. sull’operatività interna. Rischi finanziari e rischi operativi Pare è Rischio operativo (rischio Rischi di credito e di mercato (rischi Elementi di valutazione di sar puro) finanziari) Misurabilità Difficile da quantificare Misurabili Comprensibilità Bassa Alta Assunzione Inevitabile Consapevole atte , Elevata e con margini di Prezzabilità Bassa e altamente soggettiva colo approssimazione Allacazione del capitale Difficile Facilmente quantificabile Rischio-/ rendimento Sfuggente Coerenti Per meglio valutarne le conseguenze, gli eventi associabili ai rischi operativi possono essere classificati: ® Inbasealla frequenza (alta/bassa) di accadimento (frequency); ® Allagravità e onerosità (alta/bassa) delle conseguenze (severity). Modalità di quantificazione: e Identificazione delle possibili fonti di rischio e dei relativi eventi (Mapping); Stima della probabilità di accadimento (PE, Probability of Event); Stima della severity, ossia della dimensione della perdita potenziale (LGE — Loss Given Event); Stima della perdita attesa, ossia EL = PE — LGE. Obiettivi gestionali di un sistema di ORM (Operational Risk Management): riduzione della quantità di rischio; rimozione delle fonti di rischio; ripartizione del rischio tra le singole aree/unità; incentivi alla riduzione alle unità che lo generano; stima del capitale necessario alla copertura del rischio. SII I rischi interni: il rischio strategico Il rischio strategico si manifesta attraverso le perdite subite da un intermediario in conseguenza di: d cambiamenti del contesto operativo; (ii) decisioni aziendali errare o attuate in modo inadeguato; (iii) scarsa capacità di reazione della struttura aziendale al nuovo contesto competitivo. In funzione degli effetti sui risultati economici si distingue in: Rischio di business (o commerciale) — Rischio strategico puro I rischi interni: il rischio reputazionale Comportamenti operativi e scelte strategiche con effetti negativi > deterioramento della credibilità dell’intermediario > danno reputazionale: peggioramento risultati reddituali e aggravio di costi Peculiarità: - soggettività > difficoltà di misurazione - è strettamente legato al rischio operativo e alle perdite da esso generate Il risk management La «sana e prudente» gestione di una banca richiede un approccio globale e integrato alle differenti tipologie di rischio coinvolgendo l’intera struttura organizzativa con particolare riferimento al sistema dei controlli interni. Il risk management (RM) è il complesso delle metodologie e dei processi volti alla misurazione e al controllo integrato dei rischi, finalizzato all’efficiente gestione in chiave dinamica del capitale proprio. Il risk management (RM) è un processo formalizzato articolato in fasi: 1. identificazione e classificazione dei rischi attraverso la mappatura (mapping) e attribuzione a specifici processi e attività; 2. misurazione attraverso l’uso di metodi qualitativi e quantitativi per comprendere l’intensità dell’esposizione, le opportunità di forme di gestione e copertura, l’urgenza di eventuali interventi correttivi; 3. monitoraggio dell’andamento dell'effettiva manifestazione degli eventi negativi e analisi degli scostamenti; 4. gestione e mitigazione attraverso la definizione delle scelte strategiche e operative; 5. gestione del capitale economico finalizzata alla sua più efficiente allocazione. Il risk management nasce per i rischi di mercato per poi estendersi a tutte le tipologie di rischio, progressivamente affiancato da: 1. CRM (Credit Risk Management), che si occupa del controllo della gestione del rischio di credito e il cui contributo ha valenza sia interna (verifica della fondatezza della politica di gestione del credito e valutazione dei suoi effetti sul bilancio) sia esterna (coerentemente con la metodologia di quantificazione del rischio di credito adottata); 2. ORM (Operational Risk Management), tipicamente caratterizzato da tre dimensioni rilevanti: sociale (cultura, comportamenti ecc.), tecnico-organizzativa (misurazione, impatto ICT ecc.), interna-esterna (management e personale). La gestione dei rischi e il capitale Poiché i rischi influenzano entità e variabilità dei risultati economici attesi e il valore del patrimonio netto, cruciale è la determinazione della sua dimensione ottima e la sua gestione (allocazione). Infatti, è sul capitale, ossia sulle risorse permanentemente messe a disposizione dagli azionisti, che si riflettono le perdite collegabili ai rischi, le quali possono far scendere il valore delle attività al di sotto di quello delle passività ponendo la banca in condizioni di insolvenza. Il capitale deve assorbire i rischi e quindi diminuire la probabilità che le perdite possano condurre al default della banca. La gestione dei rischi e la crisi degli intermediari Gli strumenti composti nascono dalla combinazione di strumenti di base (esempio, titoli obbligazionari e titoli rappresentativi del patrimonio netto) per soddisfare le varie e mutevoli esigenze dei datori e dei prenditori di fondi. In riferimento alla scadenza o durata contrattuale si distinguono: 1. Strumenti a scadenza indeterminata: le condizioni del rimborso si verificano in conseguenza di un evento successivo alla sottoscrizione. La durata effettiva dell’investimento dipende dalle condizioni oggettive e soggettive del prenditore di fondi (titoli azionari) o dalla discrezionalità concessa al datore di fondi (i depositi bancari che giuridicamente non sono considerati strumenti finanziari); 2. Strumenti a scadenza determinata (titoli di Stato, obbligazioni, operazioni di prestito): prevedono la definizione del momento del rimborso del capitale all’atto della sottoscrizione. Sono convenzionalmente distinti in: * strumentiabreve termine (fino a 12 mesi), ® strumenti a medio termine (tra 1 e 5 anni); ® strumentia lungo termine (oltre 5 anni). 3. Strumenti a scadenza condizionata (determinata sulla base di un’apposita clausola): la data di rimborso può subire modifiche nel corso del tempo per la presenza di: * facoltàa favore (esercitabili su iniziativa) del datore di fondi (opzioni di prolungamento, di rimborso anticipato per il verificarsi di condizioni sfavorevoli, di switch su altri strumenti con modifica dello status giuridico del sottoscrittore); * facoltàa favore (esercitabili su iniziativa) del prenditore di fondi (opzioni di rimborso anticipato per il verificarsi di condizioni favorevoli). Le modalità di remunerazione e di rimborso del capitale (in termini più generali, la distribuzione dei flussi finanziari nel tempo) contribuiscono a determinare livello e caratteristiche del rendimento/costo, che può essere: ® nullo, laddove gli strumenti o le attività finanziarie non riconoscano al sottoscrittore alcuna remunerazione; * dimercato, qualora gli strumenti abbiano finalità di investimento o finanziamento. Il rendimento di mercato si compone di: O Rendimento certo: il rischio, legato a livello e variabilità della remunerazione è praticamente nullo; O Rendimentoincerto: il livello o la manifestazione temporale della remunerazione periodica e/o della restituzione del capitale sono indeterminabili. O Rendimento aleatorio: la remunerazione è incerta anche nel suo eventuale manifestarsi (una variazione positiva di prezzo, l’incasso di un dividendo, il reinvestimento dei flussi periodici). Il valore (certo o incerto) dello strumento finanziario nel corso del tempo è correlato alla natura del rendimento di mercato che determina il rischio dell’investimento. La remunerazione può essere rappresentata (composta) da: 1. Interessi di fissi e predeterminati per tutta la durata, Gi) indicizzati all'andamento di parametri di riferimento di natura reale, finanziaria e valutaria, (iii) variabili in funzione di determinate clausole per i finanziamenti a titolo di debito; 2. Dividendi per i finanziamenti a titolo di capitale; 3. Perdite o guadagni in conto capitale legati alle variazioni dei prezzi di mercato. È diffuso il riferimento alle obbligazioni quali titoli a reddito fisso e alle azioni quali titoli a reddito variabile (un’obbligazione a tasso variabile è comunque un titolo a reddito fisso, in quanto le modalità di remunerazione sono predefinite al momento dell’emissione). La restituzione del capitale può avvenire: 1. In un’unica soluzione alla scadenza (es: titoli di Stato), poiché rinviare nel tempo gran parte dei flussi può essere pericoloso nell'ottica del sottoscrittore; 2. Mediante piani di rimborso (piani di ammortamento) che si differenziano sia per frequenza (mensile, trimestrale, semestrale, annuale) e struttura temporale (predefinita o variabile), sia per importi (frazionati, predefiniti o variabili). Il profilo e il grado di “certezza” dei flussi nel tempo sono profondamente alterati in presenza di clausole di subordinazione, le quali rappresentano una rinuncia momentanea all’incasso vantato con possibilità di realizzare successivamente quanto residua dopo il pagamento di tutti gli altri creditori. Le natura dei soggetto emittente, e in particolare il suo grado di solvibilità (cioè la sua attitudine ad assolvere agli impegni assunti) , consente di classificare gli strumenti finanziari in funzione del livello atteso del rischio di credito. Nei mercati finanziari più sviluppati, il rischio di insolvenza dell’emittente viene stimato mediante il Rating, la cui assegnazione si basa su algoritmi predefiniti e onnicomprensivi di tutte le caratteristiche del settore, dell’emittente, e del titolo. Particolarmente rilevante è la suddivisione tra: * Titoli/emittenti investment grade e Titoli/emittenti speculative grade Alle due tipologie di titoli/emittenti corrispondono differenti regole di accesso e sottoscrizione da parte degli investitori istituzionali. Il trattamento fiscale concorre a determinare la misura del rendimento netto mediante imposizione indiretta, quando l’imponibile è legato al controvalore della transazione (es: l'imposta sulle plusvalenze nel caso di un prezzo di vendita superiore a quello di acquisto), e imposizione diretta, quando si colpiscono i redditi, cioè gli interessi e i dividendi originati (percepiti e/o maturati) per effetto della detenzione dello strumento. Alla definizione del trattamento fiscale concorrono gli aspetti soggettivi dell’emittente e lo status giuridico del sottoscrittore (persona fisica o persona giuridica, residente o non residente). In riferimento alla trasferibilità degli strumenti, ossia le modalità, disciplinate dalla legge o da un contratto specifico, mediante i quali essi possono circolare tra soggetti indipendenti si possono distinguere: * Titolial portatore, trasferibili mediante la semplice consegna del titolo; * Titoli nominativi, la cui intestazione deve risultare oltre che dal titolo, anche da un apposito registro tenuto dalla società emittente (il libro dei soci) e per il cui trasferimento è necessario il mutamento della doppia intestazione sul titolo e sul libro dei soci. Anche se il codice civile prevede che le azioni possano a scelta del socio essere nominative o al portatore, nel Sistema finanziario attuale esse sono sempre nominative, a eccezione delle azioni di risparmio e delle azioni emesse dalle SICAV. Regime di circolazione Gli strumenti finanziari negoziati sui mercati regolamentati e diffusi verso il pubblico sono sottoposti obbligatoriamente alla disciplina della «dematerializzazione totale» (Regolamento CONSOB 11768/2008). In questi casi, il trasferimento e l’esercizio dei diritti patrimoniali possono avvenire esclusivamente tramite un intermediario autorizzato aderente al sistema di gestione accentrata che procede alla scritturazione dei conti. La quasi totalità dei titoli è gestita in forma dematerializzata; i titoli ancora rappresentati in forma cartolare sono raggruppati in certificati di grosso taglio (certificati globali o maxi certificati). La dematerializzazione degli strumenti finanziari consiste nella trasformazione del certificato cartaceo in una scrittura contabile su di un registro elettronico. Gli strumenti non sono più incorporati in certificati fisici, ma sono rappresentati da iscrizioni nei conti di una banca o di un altro intermediario finanziario abilitato (società di gestione accentrata). Per ciascuna emissione di strumenti finanziari l'emittente deve scegliere un'unica società di gestione accentrata la quale aprirà, per ciascuna emissione, un conto a nome dello stesso emittente. In questo modo i risparmiatori non corrono più il rischio di subire il furto dei propri titoli oppure di entrare in possesso di titoli falsi e al contempo anche gli emittenti risparmiano i costi di stampa. Il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale alla scadenza non sono più legati alla presentazione dei titoli ma effettuati con accrediti sui conti bancari e sui conti detenuti dagli emittenti presso la società di gestione accentrata. In Italia Monte Titoli svolge le funzioni di depositario centrale di strumenti finanziari (dematerializzati e non) nonché di gestore dei servizi di liquidazione e regolamento delle operazioni in titoli, sotto la vigilanza della Banca d'Italia e della Consob. Indipendentemente dalla capacità del prenditore di fondi di assolvere all’obbligazione di rimborso o di pagamento, la liquidità è definita, in termini generali, come attitudine di un’attività finanziaria a essere scambiata contro moneta a vista o senza perdite (costi di transazione), ed è quindi una caratteristica che si possiede oppure no, senza posizioni intermedie. Il concetto di liquidabilità introdotto dalla teoria economica per includere situazioni intermedie, è inteso come grado di scambiabilità tra le attività finanziarie (negoziabilità) distinguendo tra: ® — Mezzidi pagamento; ® Strumentinegoziabili a vista; ® Strumenti negoziabili con preavviso; ° Strumenti negoziabili sul mercato. La liquidabilità dipende congiuntamente dalle caratteristiche intrinseche dello strumento (durata, opzioni di conversione, andamento dei flussi per interesse e capitale, ecc.) e da elementi estemi (es. esigenze di smobilizzo anticipato soddisfabili sul mercato). Si parla, rispettivamente, di liquidità naturale e liquidità artificiale. La negoziabilità degli strumenti finanziari è influenzata positivamente dalla standardizzazione, che consente un più facile accesso alle informazioni incorporate nel titolo, e la divisibilità per valore unitario e per quantità minima negoziabile, che abbassa la soglia minima di investimento. Si è soliti distinguere per gradi crescenti di negoziabilità: * Strumenti outside: strumenti utilizzati dalle Autorità per perseguire i propri obiettivi di politica monetaria; ® Strumentia negoziazione bilaterale: l'unico intermediario presente si interpone sistematicamente in ogni operazione, acquistando, al prezzo da esso stesso stabilito, dai clienti che vogliono vendere e vendendo a quelli che vogliono acquistare; ® Strumenti negoziati sul mercato In funzione dei criteri etici (SRI, Socially Responsible Investment) lo strumento finanziario, così come il portafoglio, può essere etico o non etico. I criteri di selezione elaborati ed adottati dalle agenzie indipendenti per verificare il grado di eticità di un investimento finanziario possono essere: * Negativi, si eliminano dall’universo investibile i titoli di società impegnate in business caratterizzati da sfruttamento dei diritti minorili e dell'ambiente, pornografia, produzione di armamenti, gioco d’azzardo, ecc.; * Positivi, si preferiscono nell’universo investibile i titoli di società impegnate in attività volte alla realizzazione di piani di investimenti coerenti con il micro-credito, sviluppo dell’occupazione, sostenibilità eco ambientale, ecc. Sebbene non esista una definizione univoca di finanza etica, in generale con tale termine vengono indicati sia la micro-finanza e il micro-credito, rivolti alle fasce di popolazione più deboli, che l'investimento etico, soprattutto rivolto alle iniziative che operano nel campo dell'ambiente, dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura e della cooperazione internazionale (come i fondi etici tipici nei mercati più sviluppati come quello anglosassone). Sebbene avvicinare i due termini finanza ed etica possa sembrare un ossimoro, in quanto l'idea di “finanza” come speculazione e transazione di capitali ha assunto un'accezione negativa mentre il termine “etica” richiama a valori positivi e moralmente vincolanti, questi due termini accostati danno vita ad un’idea di semplice ed immediata comprensione: riportare finanza e soggetti finanziari verso un economia di tipo reale in un sistema mondiale sempre più globalizzato dove ogni scelta economica comporta conseguenze e richiede responsabilità. I bisogni delle unità in avanzo e disavanzo soddisfatti da un singolo contratto possono essere distinti tra: * Bisognidi investimento: nasce dall’esigenza di impiegare somme non immediatamente necessarie per acquistare beni e servizi (eccesso di disponibilità monetarie); * Bisognidi finanziamento: nasce dalla necessità di reperire le risorse monetarie per l’acquisto di beni e servizi in eccesso rispetto alle proprie capacità di spesa, garantendosi possibilità di rimborso scadenzata su tempi più o meno lunghi e pagando un costo commisurato alla durata del debito e al rischio sopportato dal creditore; * Bisognidi copertura dei rischi finanziari (o speculativi): nasce dalla possibilità che gli operatori si trovino a detenere posizioni aperte (squilibrio tra debiti e crediti) esposte alle conseguenze, negative o positive, dell'andamento dei prezzi, dei tassi e dei cambi; * Bisognidi copertura dei rischi assicurativi (o puri): nasce dalla necessità di tutelarsi contro gli effetti negativi (perdita) di un evento dannoso, il cui verificarsi è aleatorio per il singolo ma non per una collettività di individui; * Bisognidi gestione dei pagamenti: legato a molteplici esigenze quali ad esempio la sicurezza di ricevere nello scambio potere d’acquisto (moneta) riutilizzabile, sicurezza di essere liberati dall’obbligazione di pagare, minimizzazione dei costi/rischi del mantenimento di scorte monetarie, minimizzazione dei tempi e dei costi di trasformazione dei pagamenti ricevuti in moneta, ecc. Gli strumenti finanziari e la loro classificazione: il profilo giuridico In termini giuridici, la definizione e la dassificazione degli strumenti finanziari non appaiono sempre allineate agli elementi di natura economica. Le due fonti normative principali: TUF (Testo Unico della Finanza) e Codice civile. Sulla base di una logica di cerchi concentrici progressivamente più ampi, il TUF fa distinzione tra: I Valori mobiliari Il Strumenti finanziari II. Prodotti finanziari Il carattere distintivo dei valori mobiliari è la capacità di “essere negoziati nel mercato dei capitali” a prescindere dalle loro specifiche caratteristiche e dalla loro effettiva negoziazione. a. L’elenco (non esaustivo) all’art. 1-bis recita: b. Le azioni di società e altri titoli equivalenti ad azioni di società, di partnership o di altri soggetti e certificati di deposito azionario; c. Obbligazioni e latri titoli di debito, compresi i certificati di deposito relativi a tali titoli; delle obbligazioni con lo scopo di collocarle presso gli investitori finali al fine di ripagare l'acquisto dei crediti stessi. I crediti ceduti sono costituiti a garanzia del pagamento delle obbligazioni emesse. La particolarità che distingue le ABS dai comuni bond risiede nella stretta correlazione esistente tra pagamento cedole/rimborso delle obbligazioni a scadenza con le somme incassate dai crediti ceduti (sia interessi, sia rimborso del credito a scadenza). I crediti, infatti, costituiscono patrimonio separato in capo alla SPV, società che deve avere come oggetto esclusivo la realizzazione di una o più operazioni di cartolarizzazione. Le somme successivamente incassate, a fronte degli stessi, sono destinate in via esclusiva al pagamento dei diritti incorporati nelle obbligazioni e al pagamento dei costi dell'operazione di cartolarizzazione. Per limitare il rischio che il rimborso delle ABS venga meno, in tutto od in parte, a causa del mancato incasso dei crediti a sostegno dell’operazione, l'ammontare dei crediti ceduti e posti in garanzia è spesso superiore al valore nominale delle obbligazioni emesse. Obbligazioni garantite (covered bond), obbligazioni bancarie coperte da duplice garanzia: dall’obbligo di rimborso a carico della banca emittente e dal portafoglio di attività che la banca cede alla SPV. Proprio grazie a questa garanzia aggiuntiva i covered bond (disciplinati dalla L. 130/99, art.7 bis) offrono maggiore sicurezza rispetto alle obbligazioni tradizionali. La doppia garanzia offerta sia dalla banca che dal portafoglio crediti permette ai covered bond una maggiore liquidità, accompagnata da rating più elevati e rendimenti più contenuti connessi alla maggior certezza dell'investimento effettuato e offre agli investitori più cauti una buona opzione di investimento. COVER BOND L'iter di emissione è costituito principalmente da tre fasi: 1. nella prima fase la banca cede alcune attività (titoli o crediti) ad una società veicolo; 2. successivamente la società veicolo per l'acquisto degli assets chiede un finanziamento alla banca cedente che ottiene il capitale necessario attraverso l'emissione di obbligazioni; 3. la separazione patrimoniale degli assets bancari ceduti alla società veicolo infine permette di ottenere una garanzia destinata al soddisfacimento degli obbligazionisti garantiti e non attaccabile da terzi creditori. Infine un'ulteriore garanzia è rappresentata dalle Istruzioni della Banca d’Italia, la quale prevede che, durante l’intera durata dell’operazione e con cadenza semestrale: 1. il valore complessivo delle attività cedute resti inalterato e non subisca svalutazioni; 2. il valore complessivo degli assets sia almeno pari al valore complessivo delle obbligazioni garantite emesse sul mercato; 3. gli interessi maturati dalle attività cedute costituenti patrimonio separato netto siano sufficienti a coprire gli interessi dovuti dalla banca emittente sui covered bond. Con cadenza annuale, gli organi di amministrazione dovranno poi sottoporre a revisione le totali procedure di controllo e valutazione, al fine di valutarne l’attualità e l’attendibilità. Inoltre l'emittente dovrà nominare un “Asset Monitor”, un organo esterno e indipendente, avente il compito di effettuare una relazione annuale sull’operazione da sottoporsi al vaglio del Collegio Sindacale della società emittente. ALTRI STRUMENTI FINANZIARI “SPECIALI” Questa macro categoria comprende strumenti ibridi o semi-equity che non possono appartenere a nessuna delle due categorie precedenti poiché presentano caratteristiche, diversamente combinate, di entrambe, ma che in ogni caso non rappresentano una partecipazione al capitale. Essi sono: * Strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali o amministrativi in relazione all'apporto anche di opere e servizi (strumenti partecipativi diversi dalle azioni); * Strumenti connessi alla costituzione di un patrimonio separato; ® Strumenti assegnati ai prestatori di lavoro dipendente. Nei primi due casi, i titoli — pur dotati di diritti patrimoniali e/o amministrativi a eccezione del diritto di voto in assemblea ordinaria — vanno considerati titoli di debito che se ammessi alla liquidazione finale, andrebbero equiparati agli strumenti di partecipazione, e se privi di alcun diritto al rimborso in caso di scioglimento, non costituirebbero titoli né di debito né di patrimonio. La legge demanda ai soci la definizione dei diritti assegnati a tali strumenti: * Ildirittodi voto in assemblea ordinaria e i diritti esclusivamente «amministrativi» sono tassativamente esclusivi; * Ildirittodi voto su argomenti specifici e il diritto di nomina di un componente degli organi di gestione e/o di controllo sono consentiti. L’ordinamento permette quindi di combinare, in modo e misura diversi, diritti di natura economica e partecipativa dando vita a molteplici tipologie di strumenti finanziari ibridi che si trovano nel mezzo di due estremi: Da un lato le obbligazioni ordinarie, caratterizzate dalla massima incidenza dei diritti economici e dalla totale assenza dei diritti di partecipazione; dall’atro, le azioni ordinarie, caratterizzate dalla pienezza dei diritti di partecipazione e, al limite, da nessun diritto economico. Considerando congiuntamente i profili di classificazione economico e giuridico, le caratteristiche essenziali degli strumenti finanziari sono: Strumenti di debito: 1. connotazione giuridico-contrattuale di essere emessi a fronte dell’utilizzo temporaneo delle somme prestate; 2. onerosità collegata a dimensione del prestito, livello del costo unitario, tempo di detenzione; 3. grado di seniority per effetto del quale sono “antergati” rispetto agli strumenti di capitale. Strumenti di capitale: 1. connotazione giuridico-contrattuale di essere rappresentativi della proprietà dell'azienda cui si riferiscono, e quindi legati alle sue sorti; 2. remunerazione periodica (e non onerosità) non predeterminata né predeterminabile; 3. grado di seniority per effetto del quale sono “postergati” rispetto agli strumenti di debito; 4. diritto di voto. Gli strumenti finanziari e la loro classificazione: il profilo contabile Sotto il profilo contabile, i Principi contabili internazionali (IAS — International Accounting Standard - n. 32 e 39) definiscono strumento finanziario: «qualsiasi contratto che dia origine a un’attività finanziaria (financial asset) per un’entità e a una passività finanziaria (financial liability) o a uno strumento rappresentativo di capitale (equity instrument) per un’altra entità (persone fisiche, società di persone, persone giuridiche)” È, invece, “derivato”: lo strumento finanziario: (a) il cui valore cambia in relazione ai cambiamenti che si verificano in un prestabilito tasso di interesse, prezzo di un titolo, prezzo di una merce, tasso di cambio in valuta estera, indice dei prezzi o di tassi, rating di credito o altra variabile; (b) per il quale non vi sia alcun investimento netto iniziale o un minimo investimento netto iniziale; (c) che sarà regolato in data futura. I criteri di classificazione da adottare per l’iscrizione in bilancio sono diversi a seconda che lo strumento finanziario sia considerato dal punto di vista del detentore o dell’emittente. Distinzione tra: attività finanziaria, passività finanziaria, strumento di patrimonio netto. Attività finanziaria Analizzati dal punto di vista del detentore, gli strumenti finanziari comprendono: @ le disponibilità liquide, compresi i depositi bancari; @ i diritti a ricevere disponibilità liquide o altre attività finanziarie (crediti verso clienti, effetti attivi, prestiti, titoli obbligazionari, leasing finanziario); @ i diritti a scambiare attività finanziarie fruttifere @ gli strumenti rappresentativi di patrimonio netto (azioni e titoli assimilabili). Pas: finanziaria In modo simmetrico rispetto alle attività, è considerata passività finanziaria qualunque strumento cui corrisponda un’ obbligazione contrattuale a: @ consegnare disponibilità liquide o altre attività finanziarie, @ oppure a scambiare strumenti finanziari a condizioni potenzialmente sfavorevoli (senza specificare né a quale titolo tale consegna 0 scambio avvengano, né la relativa scadenza dell’obbligo contrattuale. Strumento di patrimonio netto Gli elementi qualificanti sono: ® Assenza di qualunque obbligazione contrattuale di trasferimento a carico dell’emittente. * Discrezionalità (capacità e volontà) dell'emittente nella definizione del quantum e della scadenza nella distribuzione dell’utile e del patrimonio netto. A differenza di quello economico-giuridico, l’approccio contabile definisce gli strumenti di capitale senza considerare in alcun modo il diritto/dovere a partecipare alla governance dell’impresa mediante l’esercizio del diritto di voto e degli altri diritti amministrativi. La regola è incentrata unicamente sull’aspetto finanziario e assoggettata a due condizioni: 1. se lo strumento scade (liquidità interna o naturale) o è liquidabile su richiesta di uno dei contraenti, è da considerare passività finanziaria (il possessore perché vuole smobilizzare la propria posizione e/o l'emittente perché, avendone la facoltà, rimborsa anticipatamente il prestito giudicando eccessivamente oneroso il contratto); 2. in assenza di qualsiasi obbligo contrattuale a distribuire utile o patrimonio netto (pur esistendo il diritto del sottoscrittore a riceverne eventualmente una quota), lo strumento è rappresentativo di patrimonio netto. Gli strumenti finanziari vengono classificati in 4 categorie in relazione alla finalità della loro detenzione e quindi del modo in cui vengono valutati ai fini della contabilizzazione: 1. strumenti negoziabili (held for trading) acquistati o venduti per conseguire utili nel breve termine e derivati senza finalità di copertura. Tali strumenti sono valutati al fair value — al prezzo equo — ossia al corrispettivo al quale un bene può essere venduto o una passività estinta tra parti consapevoli. La loro valutazione deve essere modificata ogni qual volta che il fair value cambia con la conseguente rivalutazione di utili e perdite non realizzati imputati al conto economico; 2. Strumenti acquisiti per essere detenuti fino a scadenza (held for maturing) e che possono non essere smobilizzati fino a scadenza. Da valutare al costo ammortizzato (con utili e perdite spalmati in un determinato periodo di tempo); 3. Crediti e prestiti (loan and receivable), vale a dire finanziamenti ottenuti e crediti concessi per i quali è prevista una valutazione al costo ammortizzato; 4. Attività disponibili per la vendita (available for sale), categoria residuale che comprende tutti gli strumenti non rientranti nelle tipologie precedenti, la cui valutazione deve essere modificata ogni qual volta il fair value cambia con la conseguente rivalutazione di utili e perdite non realizzati che non confluiscono immediatamente nel conto economico, ma vengono segregati in una riserva patrimoniale. Gli strumenti finanziari e la loro classificazione: la liquidità Il concetto di liquidità misura la capacità do un soggetto o di uno strumento di produrre flussi monetari. Nel caso specifico degli strumenti finanziari, la loro maggiore/minore liquidità è stabilita in funzione dell’attitudine di ciascuno di essi a trasformarsi più rapidamente e con il minor costo possibile in denaro contante. Gli strumenti finanziari possono generare flussi monetari attraverso diverse modalità. Ciò può avvenire per effetto di quella che viene chiamata liquidità naturale o primaria, oppure in relazione a quella che è definita liquidità artificiale o secondaria. Liquidità naturale (o primaria): Dipende dai termini contrattuali che ne disciplinano la durata al momento dell’emissione o quella residua, le modalità di rimborso del capitale e le clausole relative al pagamento di interessi. Una durata residua minore o una maggiore frequenza nel pagamento degli interessi aumentano il grado di liquidità dello strumento; al contrario, una scadenza più lontana nel tempo e pagamenti rari e differiti degli interessi rendono meno liquido lo strumento. Liquidità artificiale (o secondaria): Dipende dai comportamenti che i possessori possono adottare al fine di trasformare gli strumenti finanziari in denaro contante prima delle scadenze contrattualmente previste. Una maggiore/minore liquidità artificiale di uno strumento dipende dal suo grado di negoziabilità, ovvero dalla sua maggiore/minore attitudine nel divenire oggetto di negoziazioni. La condizione di negoziabilità è: * Funzione diretta delle caratteristiche tecnico-giuridiche intrinseche allo strumento stesso, che possono agevolarne o meno la cessione, e della presenza di una domanda di mercato che consenta al venditore di cederlo ad un prezzo ritenuto congruo; * Funzione inversa dei costi connessi alla realizzazione della transazione necessaria al suo smobilizzo. Gli strumenti finanziari e la loro classificazione: il pricing 1. Ilprimo fa discendere la formazione del prezzo dal processo di scambio, enfatizzando in tal modo il ruolo del mercato e le sue condizioni di efficienza tecnica e informativa. Secondo questa logica, gli operatori impegnati nello scambio, grazie alle informazioni disponibili sul mercato, possono stabilire i valori di domanda e di offerta e, qualora queste divergessero sarà per effetto di contrattazione che si perverrà a un prezzo di equilibrio che soddisfi entrambe le parti. Questo approccio è adatto a descrivere la formazione dei prezzi degli strumenti dotati di caratteristiche standard e quindi idonei allo 2. Ilbonifico si differenzia dal bancogiro in quanto non richiede l’esistenza di un rapporto di conto corrente tra l’ordinante e la banca delegata ad effettuare l'operazione. 3. Conle disposizioni di pagamento il cliente conferisce alla banca un mandato affinché questa, a scadenze stabilite, effettui pagamenti a un determinato beneficiario per importi specificati tramite bancogiro. L'ordine di eseguire i pagamenti viene dato una sola volta in via anticipata, attraverso un’autorizzazione permanente all’addebito diretto del proprio conto corrente. I costi di tali operazioni variano a seconda del canale utilizzato per ordinare l'operazione (sportello, telephone banking, home banking). Sono previsti inoltre costi impliciti, dati dai giorni valuta applicati tra il giorno in cui viene impartito l'ordine e la valuta con cui le disponibilità vengono accreditate al beneficiario. Dal 1° gennaio 2008 è diventato obbligatorio l’uso dell’IBAN (International Bank Account Number), la coordinata bancaria internazionale che consente di identificare, in maniera standard, il conto corrente del beneficiario. L’IBAN contiene informazioni relative al Paese, alla Banca, alla Filiale e al Numero di conto del destinatario. È composto da: * 2 lettere rappresentanti la nazione (IT per l’Italia); * 2 cifre di controllo (CIN - codice di controllo internazionale); « BBAN (Basic Bank Account Number) di 23 caratteri per l’Italia, identifica la coordinata bancaria nazionale. È composto da: Codice di controllo nazionale (CIN - Control Intemal Number); Codice ABI (Associazione Bancaria Italiana) della banca; Coordinate bancarie della Banca (CAB - Codice di Avviamento Bancario); Numero di conto (12 caratteri). Gli strumenti di pagamento: le operazioni di incasso Gli incassi commerciali sono procedure volte a realizzare sistemi elettronici di incasso dei crediti. I servizi di incasso si possono classificare in: 1. servizi che rilasciano una ricevuta (RIBA - Ricevuta Bancaria elettronica); 2. servizi che necessitano una preventiva autorizzazione da parte del debitore a eseguire il pagamento per suo conto (RID — Rapporti Interbancari Diretti); 3. servizi che inviano al domicilio del soggetto pagatore l’avviso relativo al pagamento (MA V — incassi Mediante Avviso; freccia-bollettino di conto corrente bancario). La RIBA (ricevuta bancaria elettronica) è un documento di natura finanziaria che attesta che il creditore ha ricevuto una somma di denaro versata a mezzo banca a saldo di una determinata fatture. Essa contiene le informazioni necessarie per identificare il rapporto sottostante tra creditore e debitore (numero di fattura cui fa riferimento, la somma da incassare e l’importo dovuto). Funge da attestazione di credito e permette di ottenere anticipi sul credito. La procedura RID (Rapporti Interbancari Diretti) prevede il servizio di incasso di crediti sulla base di un ordine permanente di addebito in conto corrente, ovvero di domiciliazione, conferito dal debitore alla propria banca (banca domiciliataria). La banca del creditore (banca assuntrice), tramite una procedura elettronica, invia le disposizioni ricevute dal proprio cliente alla banca domiciliataria, che addebita il conto corrente del debitore. ILMAV (Incassi Mediante Avviso) è un servizio di incasso crediti che prevede l’invio di un modulo direttamente al domicilio del debitore, che provvederà ad effettuare il pagamento presso uno sportello bancario o postale. Il freccia-bollettino di conto corrente bancario è un servizio di incasso crediti che prevede l’invio da parte dell'impresa creditrice di un bollettino precompilato, con importo libero o predefinito, direttamente al domicilio del debitore che provvederà ad effettuare il pagamento presso uno sportello bancario in contanti o con addebito in conto corrente. La banca che riceve il pagamento dal debitore invia alla banca indicata dal creditore i fondi e un messaggio elettronico con gli estremi del pagamento. La banca del creditore comunica al proprio cliente l'avvenuto pagamento. Gli strumenti di pagamento: le carte di pagamento Le carte di pagamento sono servizi di pagamento che generano ordini di addebitamento costituiti da tessere plastificate dotate di ‘una particolare tecnologia che permette di immagazzinare i dati del titolare e/o del conto a cui fa riferimento. Per poter ricevere pagamenti attraverso carte di pagamento, l’esercente deve dotarsi di un particolare terminale chiamato POS (Point of Sale) in grado di leggere le informazioni contenute nella carta e/o di collegarsi con l’intermediario che gli offre il servizio per ricevere l’autorizzazione ad accettare il pagamento con la specifica carta. Le carte di pagamento possono essere classificate sulla base del momento in cui avviene l’addebito dell’acquisto effettuato. Nelle carte di credito (0 carte pay later) l'addebito è successivo all’acquisto, nelle carte di debito (0 carte pay now) esso è contestuale, mentre nelle carte prepagate (o carte pay before) è antecedente. La carta di credito è uno strumento di pagamento elettronico collegato ad un conto corrente. È emessa da un istituto di credito che mette a disposizione del cliente una somma di denaro (fido) che può essere utilizzata a sua discrezione per prelevare denaro contante dagli ATM ed effettuare acquisti online o tramite POS con l'obbligo di restituzione attraverso rimborsi periodici in una o più soluzioni. I pagamenti effettuati dal cleinte ricostruiscono in tutto o in parte la disponibilità del fido che può quindi essere nuovamente utilizzato. Le principali tipologie di carte di credito sono: * carte di credito “a saldo” * cartadicredito revolving Carta di credito "a saldo": rappresenta la più comune carta di credito in Italia, generalmente offerta come servizio aggiuntivo all'apertura di un conto corrente. Consente di dilazionare il pagamento della merce acquistata di un breve periodo (generalmente per un massimo 45 giorni) senza oneri finanziari aggiuntivi per l'acquirente. Tale carta dà la possibilità di pagare tutte le spese effettuate nell'arco di un mese, in un'unica soluzione, il mese successivo. La somma viene addebitata sul conto corrente di appoggio nel giorno stabilito dal contratto (in genere il 1°, 5, il 10 o il 15). Esempio: nel mese di febbraio utilizzi la carta per un totale di 600 euro (250 per prelievi e 350 per acquisto con pos). Queste verranno addebitate sul tuo conto nel mese di marzo nel giorno stabilito dal contratto. Carta di credito revolving: rappresenta lo strumento di pagamento emesso da una banca o istituto finanziario che consente di rateizzare il pagamento della merce acquistata. La rateizzazione comporta un costo aggiuntivo per l'acquirente dovuto per la corresponsione degli interessi sul finanziamento, entro un importo massimo detto fido. Quando il saldo del conto corrente in negativo supera l'importo del fido, il cliente deve pagare anche una commissione di massimo scoperto. La carta di debito prevede l'immediato addebito delle cifre spese sul conto corrente (bancario o postale) del titolare fino al limite di spesa giornaliero e mensile (plafond) e in base alla disponibilità del conto. La carta prepagata è uno strumento rilasciato a fronte di un versamento di contanti o di addebito delle disponibilità su un conto aperto presso l’istituto emittente. La carta dispone di un credito a scalare il cui valore viene ridotto quando si effettua la transazione e spesso questo strumento di pagamento non è collegato a un conto corrente. * Carte monouso: il valore contenuto nella carta può essere utilizzato per fare acquisti solo presso l'emittente (es. tessere telefoniche); * Carte a spendibilità generalizzata: il valore contenuto nella carta può essere speso presso tutti gli esercenti nazionali ed esteri convenzionati con il circuito a cui aderisce l'emittente; * Carte ricaricabili: il valore della carta può essere incrementato dal titolare o da un terzo tramite versamenti successivi, fino ad un determinato plafond stabilito dall’emittente; * Carteusa e getta: rilasciate dall'emittente per un determinato importo e, poiché non consentono successivi versamenti, sono utilizzabili fino ad esaurimento della somma disponibile. I rischi degli strumenti e dei sistemi di pagamento Gli strumenti e i sistemi di pagamento sono soggetti a una grande varietà di rischi che possono influenzare il buon fine della transazione e generare eventi critici per il sistema finanziario nel suo complesso. ® rischio di regolamento delle transazioni consiste nell’eventualità che le disponibilità monetarie non siano messe a disposizione del beneficiario, giungano in ritardo o non coincidano per qualità e quantità con l'importo dovuto; ® rischio di credito delle transazioni consiste nella possibilità che la controparte non sia in grado di regolare la sua obbligazione né alla scadenza, né in un momento successivo; ® Sihaunrischiodi liquidità quando una controparte non è in grado di regolare alla scadenza contrattuale l'obbligazione per l’intero valore; ® rischio di frode è legato a eventi quali l’appropriazione indebita di uno strumento di pagamento da parte di un illecito beneficiario (furto di una carta di pagamento o di un libretto di assegni) o nella possibilità di ottenere attraverso comunicazioni ingannevoli l’accesso ai dati necessari per disporre un pagamento da parte del titolare (phishing); ® Irischiolegale consiste nella possibilità che diritti e obblighi delle parti coinvolte in un pagamento siano soggetti a incertezza; ° Il rischio sistemico riguarda l’impossibilità di un partecipante di far fronte alle proprie obbligazioni nel sistema di pagamento. GLI STRUMENTI DI DEBITO Gli strumenti di debito I titoli di debito (obbligazionari) sono strumenti finanziari emessi da soggetti in deficit finanziario per soddisfare il proprio fabbisogno di finanziamento e sottoscritti da soggetti in surplus finanziario che, impiegando il loro momentaneo potere di acquisto in eccesso, finanziano le esigenze di investimento dei soggetti in deficit, aspettandosi in cambio una remunerazione. Sono titoli di massa che costituiscono frazioni uguali di un prestito unitario, perfettamente fungibili tra loro ed emessi per reperire risorse finanziarie a medio-lungo termine. Il soggetto in surplus finanziario, acquistando un titolo di debito, diviene creditore dell’emittente per l'importo nominale indicato sul titolo, maggiorato degli interessi che matureranno nel lasso di tempo che intercorre fra il momento di acquisto del titolo e la sua scadenza. Titoli con cedola (coupon bond): pagano un interesse (la cedola), che comincia a maturare in corrispondenza delle cosiddette date di godimento e viene corrisposto a date di stacco (o di regolamento) periodiche Titoli senza cedola (zero- coupon): non prevedono date di godimento degli interessi prima della scadenza; la remunerazione per il rischio sopportato è corrisposta alla data di scadenza ed è misurata dalla differenza fra il prezzo di acquisto del titolo e il suo valore di rimborso. Il valore nominale, indicato sul titolo di debito: . è l’importo del capitale che l’emittente si è obbligato a restituire a scadenza . è posto convenzionalmente pari a 100 e funge da valore di riferimento per le quotazioni del titolo. Il valore o prezzo di emissione è il prezzo che il sottoscrittore paga per acquistare il titolo ed è espresso in termini percentuali rispetto al valore nominale. Si parla di: Quotazione alla pari se il prezzo di emissione dell’obbligazione è pari al valore nominale cioè a 100; Quotazione sopra la pari se il prezzo di emissione dell’obbligazione è maggiore del valore nominale cioè >100; Quotazione sotto la pari se il prezzo di emissione dell’obbligazione è minore del valore nominale cioè <100. I titoli con cedola (coupon bond), pagano un interesse (la cedola) che inizia a maturare in corrispondenza delle date di godimento e che viene corrisposto periodicamente a date di stacco (o date di regolamento). La cedola è calcolata in base a un tasso cedolare (detto anche tasso d’interesse nominale), fisso o variabile, applicato al valore nominale del titolo. I titoli obbligazionari a tasso fisso, remunerano l’investimento ad un tasso d’interesse fisso stabilito al momento dell’emissione. La cedola può essere costante (fixed income), crescente (obbligazioni step-up) o decrescente (obbligazioni step-down). Le obbligazioni a tasso variabile (floater), dette anche indicizzate, sono titoli che non pagano sempre una cedola dello stesso importo, in quanto il loro rendimento è indicizzato ad un parametro variabile. I più diffusi sono indicatori dei tassi quali l’Euribor* (tasso interbancario) ed il rendistato (media dei rendimenti dei titoli di stato), ai quali generalmente viene aggiunto uno spread. Le obbligazioni con indicizzazione inversa delle cedole (reverse floater) rientrano tra le obbligazioni strutturate. I titoli senza cedola (Zero coupon bond), non prevedono date di godimento prima della scadenza. La remunerazione per il rischio sopportato dal sottoscrittore è corrisposta alla data di scadenza ed è misurata dalla differenza tra il prezzo di acquisto del titolo e il prezzo di rimborso. Il Rateo rappresenta gli interessi maturati dal giorno di acquisto del titolo allo stacco dell’ultima cedola non ancora incassata perché sarà corrisposta alla prossima data di godimento. A partire dal rateo è possibile definire il corso secco e il corso tel quel: ® Ilprezzodeltitoloal netto dei ratei d’interesse maturati definisce il Corso secco. ® Ilcorsosecco piùi retei d'interesse maturati definiscono il Corso tel quel che rappresenta l’esborso finanziario effettivo per chi acquista l'obbligazione. Il rating misura la solvibilità dell'emittente: è un indicatore del rischio che il debitore non paghi interessi e capitale, li paghi solo parzialmente o li paghi in ritardo. Distinguiamo tra obbligazioni con rating e obbligazioni senza rating a seconda che il titolo sia accompagnato da un giudizio sull’affidabilità dell'emittente oppure no. Moody's e Standard & Poor”s sono gli istituti più importanti che si occupano di rating: da AAA (massimo dell’affidabilità) fino alla D (default). Le obbligazioni sono certificati rappresentativi di una frazione, di uguale valore nominale e con uguali diritti, di un’unica operazione di finanziamento. Possono emettere obbligazioni tutte le società di capitali, (Società per azioni, Società in accomandita per azioni e Società a responsabilità limitata), sebbene la disciplina per le Srl sia più stringente. Il D.lgs n.6 del 17 gennaio 2003 stabilisce che l’emissione del prestito obbligazionario ordinario sia deliberato dal dal Consiglio di Amministrazione (CDA) della società, a meno che lo statuto non disponga diversamente. Dal 1° gennaio 2004 sono state introdotte le nove norme in merito all’emissione dei prestiti obbligazionari da parte delle società di capitali. ® Le Società quotate sui mercati regolamentati e le banche non devono rispettare alcun limite quantitativo; ® Le Società a responsabilità limitata possono emettere obbligazioni purché l’atto costitutivo lo preveda, e a condizione che i titoli emessi siano sottoscritti da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale (banche, SIM, SGR, Imprese assicurative, ecc.). Quest’ultimi rispondono dell’insolvenza dell'emittente se vendono i titoli a investitori non professionali; ° Le società non quotate (S.p.a. e S.a.p.a.) possono emettere obbligazioni per un importo massimo pari a 2 volte la somma del capitale sociale sottoscritto, riserva legale e riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato. Tale limite può essere superato se le obbligazioni emesse in eccedenza: a) sono sottoscritte da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale (banche, SIM, SGR, Imprese assicurative, ecc.); b) sono garantite da immobili di proprietà sociale (per un massimo di 2/3 del valore di mercato dell'immobile). Se dopo l’emissione il limite viene superato l’impresa non può distribuire utili fino a che non ripristina il parametro legislativo. L’emissione di un prestito obbligazionario è sottoposta a una comunicazione alla Banca d‘Italia (art. 129 TUB) la quale ha la possibilità di vietare o differire l'esecuzione entro 20 giorni dal ricevimento della comunicazione (potere non discrezionale), qualora: 1. L’importo dell’emissione risulti incompatibile con le dimensioni e le condizioni del mercato; 2. valori mobiliari offerti non siano conformi alla regolamentazione vigente o a criteri di comprensibilità; 3. Con riferimento ai titoli esteri, non possa essere accertata l’esistenza nel Paese di origine di una disciplina analoga a quella dell’ordinamento italiana. La Banca d’Italia non valuta la rischiosità del prestito, ma garantisce l’ordinato funzionamento del mercato. L’emissione di obbligazioni ordinarie consente all’impresa di raccogliere risorse finanziarie ad un tasso più basso rispetto ad un prestito bancario con caratteristiche analoghe. Tuttavia nel calcolo bisogna tenere conto delle fee da corrispondere ai soggetti (intermediari finanziari, studi legali, società di revisione, agenzie di rating) a vario titolo interessati al processo di collocamento. Tali costi che a differenza degli oneri finanziari sono «una tantum» possono essere adeguatamente ammortizzati quando il controvalore dell’offerta è elevato. Le obbligazioni ordinarie (anche dette plain vanilla) hanno una struttura semplice, con cedole fisse o variabili e rimborso del capitale alla scadenza. Incorporano il solo diritto di credito: diritto alla remunerazione e rimborso del capitale. Tutte le caratteristiche relative al profilo di rischio e rendimento sono definite al momento dell’emissione. Le obbligazioni ordinarie posso essere variamente raggruppate: A tasso fisso/a tasso variabile; > Con cedola/senza cedola (coupon e zero coupon bond); > Con rating/senza rating; > Con rimborso alla scadenza/piano di ammortamento (bullet bond o amortizing bond); Con garanzia/senza garanzia (securitized o unsecuritized bond). Le obbligazioni strutturate sono titoli più complessi ottenuti dalla combinazione di più strumenti finanziari (di solito obbligazione plain vannilla + derivato) al fine di ottenere un profilo in termini di flussi e scadenze più aderente alle esigenze degli operatori. Generalmente garantiscono a scadenza la totalità del capitale investito e un potenziale guadagno supplementare dato da una scommessa su un sottostante. I principali emittenti di obbligazioni strutturate sono le banche. Le obbligazioni strutturate posso essere variamente raggruppate: Convertibili; > Cum Warrant; È subordinate > Correlate; > Reverse convertible; È Reverse floater. Le obbligazioni convertibili conferiscono due diritti: il diritto di credito al pari di qualsiasi obbligazione ordinaria e il diritto di conversione, in base al quale il datore di fondi modifica il suo status da creditore a socio. Se la conversione è fatta in azioni della stessa società emittente si parla di conversione diretta, se è fatta in azioni di una società terza si parla di conversione indiretta. La facoltà di conversione ha un costo implicito corrispondente al minor interesse riconosciuto rispetto alle obbligazioni ordinarie di stessa durata e rating. Le obbligazioni cum warrant sono obbligazioni plain vanilla a cui è abbinata una opzione di acquisto (warrant) di titoli azionari (di nuova emissione o già in circolazione) al prezzo e a una data prestabiliti. L’opzione di acquisto ha un costo implicito rappresentato dallo scarto tra il tasso dell’obbligazione fornita di warrant e il tasso riconosciuto su emissioni obbligazionarie di pari scadenza e rating. Il warrant può essere tipicamente separato dall’obbligazione e circolare autonomamente. Le obbligazioni subordinate, spesso denominate obbligazioni «junior», sono una speciale categoria di obbligazioni il cui rimborso, nel caso di problemi finanziari per l'emittente, avviene successivamente a quello dei creditori ordinari. Non possono quindi essere considerati strumenti di debito tradizionali, avendo una natura che li rende simili agli strumenti di partecipazione. Sono emesse dalle imprese perché rappresentano spesso un'alternativa al più costoso collocamento di azioni. Le obbligazioni correlate o tracking bond sono obbligazioni la cui remunerazione e rimborso del capitale può essere ancorata ai risultati conseguiti dall’emittente secondo logiche remunerative analoghe a quelle dei titoli azionari. I reverse convertible sono titoli con cedole sensibilmente alte a fronte del rischio per il sottoscrittore di vedersi consegnare alla scadenza un numero predefinito di titoli azionari al posto del rimborso del capitale investito. La scelta da parte dell'emittente di consegnare a scadenza denaro oppure azioni dipenderà dal valore delle azioni in quel momento. Se il valore di mercato delle azioni è inferiore al prezzo prefissato, sarà conveniente per l'emittente consegnare azioni. Viceversa se il valore delle azioni resta costante o aumenta, sarà convenite per l'emittente rimborsare il capitale in denaro. La facoltà concessa all’emittente implica per il sottoscrittore un guadagno corrispondente alla maggior cedola rispetto a emissioni obbligazionarie di uguale durata e rating. L’emittente si attende un ribasso dei corsi azionari (rimborso sotto forma di azioni). Il sottoscrittore si attende un valore sostanzialmente stabile dei corsi azionari in modo da vedersi rimborsare i titoli al valore nominale e, nel frattempo, incassare cedole più alte. La caratteristica principale dei reverse floater risiede nell’indicizzazione inversa delle cedole. Rappresentano uno strumento utilizzato da chi specula sul ribasso dei tassi a breve. Le obbligazioni di questo tipo sono rese appetibili attraverso la corresponsione di un tasso fisso iniziale maggiore rispetto ai tassi di mercato (premio per l'assunzione del rischio di tasso da parte del sottoscrittore). Successivamente il tasso percepito è pari alla differenza tra un tasso di interesse fisso, determinato nel regolamento del prestito, e un tasso di interesse variabile. Obbligazioni step-up e step-down: La cedola pagata è costante per un certo numero di anni, subisce poi un incremento (clausola step-up) o una riduzione (clausola step-down) predefinita (ad esempio: titolo con durata di 5 anni e pagamento delle seguenti cedole 1° anno: 5%; 2° anno: 5,5%; 3° anno: 6%; 4° anno: 6,5%; 5° anno: 7%). Obbligazioni index-equity linked: Il rendimento è funzione di un paniere di azioni o di un indice azionario (ad esempio: titolo con durata di 5 anni e pagamento a scadenza di una unica cedola pari al 75% dell’incremento dell‘’indice MIB30 nei cinque anni precedenti). Obbligazioni drop lock: sono obbligazioni a tasso variabile con una speciale clausola che tutela l’obbligazionista nel caso in cui i tassi d'interesse scendano sotto un valore prestabilito (trigger rate). Se i tassi dovessero scendere al di sotto del trigger rate l'obbligazione drop lock diventa un'obbligazione a tasso fisso, generalmente fino alla scadenza del titolo. Collable bond: Prevedono l’esercizio della facoltà del rimborso anticipato a favore dell’emittente. Puttable bond: Prevedono l’esercizio della facoltà del rimborso anticipato a favore dell’investitore Le obbligazioni garantite: Le Asset Backed Securities (ABS) sono obbligazioni emesse dagli SPV (Special Purpose Vehicle) nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione, garantite dai flussi di cassa generati da un portafoglio di crediti segregati; I Covered bond sono obbligazioni bancarie coperte da duplice garanzia: dall'obbligo di rimborso a carico della banca emittente e dal portafoglio di attività che la banca cede alla SPV. Sono caratterizzate da un’levata liquidità e un basso rischio. LE OBBLIGAZIONI BANCARIE: Le Istruzioni della Banca d’Italia stabiliscono che 1. iltaglio minimo non deve essere inferiore a 10.000 euro; 2. è consentito un taglio minimo di 1.000 euro se l’emissione è pari o superiore a 150 milioni di euro e se la banca emittente presenta le seguenti caratteristiche: (a) un patrimonio di vigilanza almeno pari a 25 milioni di euro; (b) i bilanci degli ultimi tre esercizi in utile; (c) l’ultimo bilancio certificato. Le obbligazioni bancarie devono avere durata originaria minima pari ad almeno 36 mesi, ovvero inferiore a 36 mesi, purché la durata media non risulti inferiore a 24 mesi. Alle banche si applicano le norme previste dal Testo Unico della Finanza per l’appello al pubblico risparmio, che prevedono l’obbligo di redigere un prospetto informativo in caso di emissione di prestiti obbligazionari. Sono contemplati, tuttavia, alcuni casi di esenzione. GLI STRUMENTI ASSICURATIVI E DEL RISPARMIO GESTITO Gli strumenti assicurativi @ contratti assicurativi sono strumenti utilizzati per la gestione dei rischi cosiddetti “puri”. Gli strumenti assicurativi consentono il trasferimento del rischio, e delle relative conseguenze economiche negative derivanti dal verificarsi di un sinistro, a un soggetto esterno, la compagnia di assicurazione, la quale riceve un premio periodico dall’assicurato e si impegna a fornire un indennizzo qualora si realizzi l'evento dannoso. ° Il concetto che ispira il meccanismo assicurativo è quello mutualistico, basato sulla legge dei grandi numeri. La compagnia di assicurazione raccoglie premi di modesto ammontare da tutti gli assicurati facendo affidamento sul fatto che non tutti gli assicurati saranno colpiti nello stesso frangente da un medesimo evento dannoso, cosicché sarà possibile collettivizzare le perdite subite. I soggetti interessati: L’ASSICURATORE - il soggetto che si obbliga ad eseguire le prestazioni pattuite; Il CONTRAENTE - colui che stipula in nome proprio o in nome altrui il contratto e paga il premio periodico; L’ASSICURATO.- il soggetto in capo al quale si può verificare l’evento dannoso oggetto di assicurazione; Il BENEFICIARIO - il soggetto a beneficio del quale sarà erogato il risarcimento del danno da parte della compagnia di assicurazione qualora si realizzi l’evento assicurato. Il contratto assicurativo prevede il pagamento di un premio il cui importo dipende da vari fattori tra i quali: la probabilità di manifestazione dell’evento, i costi operativi e di distribuzione delle polizze, il margine di profitto richiesto dalla compagnia di assicurazione e la copertura delle spese dovute alla tassazione. Il Contraente/Assicurato paga un premio notevolmente inferiore rispetto all’importo a carico dell’assicuratore, in quanto proporzionato alla probabilità del verificarsi dell’evento. I principali rami assicurativi sono il ramo eil ramo danni Al ramo vita appartengono le polizze che prendono in considerazione rischi attinenti alla vita umana (caso morte e caso vita); esse rappresentano un'alternativa valida all’investimento nel lungo periodo del risparmio personale, perché garantiscono al termine la percezione di un capitale o di una rendita al realizzarsi di un evento relativo alla vita umana. Al ramo danni appartengono le polizze che fanno riferimento all’indennizzo spettante al beneficiario a seguito del verificarsi di un danno che incide sulla situazione economica dell’assicurato mediante una riduzione del suo attivo o un aumento del suo passivo. Un esempio sono le polizze incendio o furto oppure quella da responsabilità civile verso terzi. Gli strumenti del risparmio gestito I fondi comuni di investimento e le SICAV sono organismi di investimento collettivo del risparmio (art. 1, lettera m), TUF), che implicano la raccolta del risparmio da parte di più soggetti e l’investimento a monte, in modo collettivo, delle risorse in strumenti finanziari. Il processo di investimento del risparmio presuppone la conoscenza di una serie di elementi: * datadiliquidazione (settlement date): data nella quale sarà scambiata la differenza tra l'ammontare dei flussi di interesse; * datadiscadenza del contratto (maturity date). Gli strumenti derivati: il financial futures I financial futures sono contratti a termine standardizzati, trattati sui mercati regolamentati, mediante i quali acquirente e venditore si impegnano a scambiarsi una determinata quantità di un certo strumento finanziario a un prezzo prefissato, con liquidazione differita a una data futura prestabilita. A differenza dei Forward qui interviene un garante dell’operazione. Normalmente i futures finanziari non si portano fino a scadenza ma si chiudono effettuando un’operazione analoga di segno opposto. La procedura di liquidazione più comune è per cash settlement*. L’unità garante è la cosiddetta CH (Clearing House), in Italia la Cassa di Compensazione e Garanzia. Si tratta di un organo del mercato che rappresenta la controparte automatica e speculare di ogni investitore, la cui funzione è quella di far da garante del buon fine delle transazioni. Tale garanzia è assicurata dal fatto che la CH limita, mediante una selezione preventiva, i soggetti ammessi ad accedere alle negoziazioni, i quali sono chiamati a diventare soci della CH e a versare ‘un ‘margine iniziale’. Gli strumenti derivati: i contratti di opzione Con il contratto di opzione una parte si riserva la facoltà di effettuare un acquisto o una vendita a termine, in cambio del pagamento di un premio alla controparte. Colui che si riserva la facoltà di eseguire l’operazione è detto buyer. Il soggetto che incassa il premio e rimane vincolato alla decisione della controparte è detto writer. Le opzioni si distinguono in call e put: -un’opzione cal! conferisce al buyer la facoltà di acquistare a termine a un prezzo prefissato, detto strike price (o prezzo di esercizio); -un’opzione put, invece, conferisce al buyer la facoltà di vendere a termine a un prezzo prefissato detto anche in questo caso strike price (o prezzo di esercizio). A seconda delle tipologie contrattuali, inoltre, è possibile distinguere: le opzioni europee: la facoltà di acquisto o di vendita può essere esercitata solo in determinati periodi di tempo; le opzioni americane: in cui l'esercizio del diritto può essere compiuto in qualsiasi momento fino alla scadenza. I contratti di opzione possono avere come sottostante sia attività reali sia attività finanziarie. A seconda del valore di mercato del sottostante alla scadenza, l'opzione è: in the money — e pertanto conviene esercitare il proprio diritto di acquisto o di vendita — se il prezzo di mercato del sottostante a scadenza è maggiore dello strike price nelle opzioni call, oppure se il prezzo di mercato del sottostante a scadenza è inferiore allo strike price nelle opzioni pu; out of the money - il buyer non ha interesse a esercitare l’opzione perché può acquistare sul mercato a un prezzo inferiore rispetto allo strike price, oppure, analogamente, può vendere a un prezzo maggiore rispetto al prezzo di esercizio; atthe money se il prezzo di esercizio e il prezzo di mercato coincidono; in tal caso il detentore dell’opzione è in posizione di indifferenza. Gli strumenti derivati: i contratti di Swap I contratti swap sono degli strumenti derivati mediante i quali due controparti si accordano per scambiarsi, a scadenze predefinite, flussi di pagamento calcolati su un capitale nozionale. Le tipologie più comunemente diffuse presentano come sottostante tassi di interesse (IRS, Interest Rate Swap) o valute (CS, Currency Swap). Il caso più semplice di IRS prevede che le controparti si scambino un flusso di interessi calcolato applicando a uno stesso capitale nozionale due tassi diversi, per esempio un tasso fisso contro uno variabile. Gli strumenti derivati: i derivati creditizi I “derivati creditizi” sono strumenti che consentono di trasferire il rischio di credito relativo a un’attività finanziaria (reference obligation), senza trasferire il credito sottostante (underlying asset); Oggetto del trasferimento sono i soli “effetti economici” del rischio, che si producono al verificarsi di un definito evento creditizio (credit event). Colui il quale acquista la protezione dagli effetti economici del rischio è detto protection buyer; chi vende la protezione è definito protection seller. Le tipologie di derivati su credito sono diverse, ma fra queste i CDS (Credit Default Swap) hanno assunto un’importanza crescente negli anni seguenti la crisi finanziaria del 2007, perché sono stati utilizzati in maniera intensa per coprirsi/scommettere sul default di Stati sovrani emittenti di titoli di debito. Il CDS è un contratto mediante il quale una parte (il protection buyer o acquirente della protezione), attraverso il pagamento di importi predeterminati e a scadenze fisse, trasferisce alla controparte (protection seller o venditore della protezione) il rischio di credito inerente a uno strumento finanziario sottostante; -la controparte, in cambio dei premi periodici, si impegna a pagare al protecion buyer una somma di denaro nel caso in cui si verifichi, entro un determinato arco temporale, uno specifico evento creditizio (credit event). -Esistono anche dei “CDS sovrani, vale a dire CDS utilizzati ai fini di copertura dal rischio di fallimento o di peggioramento del merito creditizio di uno Stato. GLI STRUMENTI DI PARTECIPAZIONE Gli strumenti di partecipazione I titoli azionari (o titoli di capitale) sono strumenti finanziari che rappresentano la partecipazione al capitale di una società; attribuiscono al possessore il diritto alla condivisione degli utili e dei rischi di un'impresa costituita in forma di società per azioni, società in accomandita per azioni o cooperativa a responsabilità limitata. Ogni azione rappresenta un’uguale frazione del capitale sociale e tutte le azioni hanno un uguale valore nominale. Il possessore di un titolo azionario acquista la qualifica di socio dell'impresa emittente in misura proporzionale alla quantità di azioni possedute e al numero totale di azioni in cui si suddivide il capitale sociale. * valore nominale: porzione di capitale sociale corrispondente alla singola azione. * valore contabile: rapporto fra il numero di azioni in circolazione e il patrimonio netto della società. * valoredi mercato (o prezzo) dell’azione: dato dall’incontro sul mercato fra l'offerta e la domanda del titolo. Le azioni sono normalmente nominative (riportano nell’intestazione il nome del proprietario). La legge ammette alcuni tipi di azione emesse al portatore (“azioni di risparmio” e azioni emesse dalle SICAV). ® La circolazione delle azioni al portatore, e quindi la trasferibilità dei diritti patrimoniali, avviene attraverso la semplice consegna materiale del titolo. ® Leazioni nominative circolano mediante girata autenticata da un notaio. ° Il trasferimento dei titoli quotati, che godono del requisito della dematerializzazione, avviene mediante una registrazione contabile sui conti della gestione accentrata detenuti presso il Monte Titoli SPA. I titoli azionari attribuiscono al possessore diritti di natura patrimoniale e amministrativa. Tra i diritti patrimoniali è compresa la partecipazione al risultato economico realizzato dall'impresa, solo in caso di risultato economico positivo e in proporzione al numero di azioni possedute. A differenza dei titoli di debito, le azioni non prevedono una remunerazione periodica predefinita; la distribuzione degli utili (dividendi) avviene solo a seguito del soddisfacimento dei diritti vantati dai creditori della società e qualora l'assemblea non abbia deliberato di destinare tali utili al reinvestimento in azienda. A differenza dei titoli di debito, le azioni scontano anche un maggior rischio di liquidità connesso alla mancanza di un’esplicita scadenza e al fatto che il rimborso del capitale si ha: d in caso di liquidazione della società, a patto che l’attivo superi il passivo; (ii) in caso di disinvestimento, a condizione di riuscire a vendere il titolo a un valore di mercato superiore al prezzo di acquisto. I TITOLI AZIONARI SONO PIÙ RISCHIOSI, A PARITÀ DI ALTRE CARATTERISTICHE, DEI TITOLI OBBLIGAZIONARI I diritti di natura amministrativa riguardano la partecipazione all’amministrazione della società, compresi: * Esercizio del voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie; ® L’impugnazione delle delibere assembleari contrarie alla legge o allo statuto; * L’esame deibilanci prima dell’assemblea convocata per l'approvazione. I diritti di natura mista (a metà strada tra i diritti patrimoniali e quelli amministrativi) riguardano ad esempio: ® Ildirittodi opzione in caso di aumento del capitale sociale; * Ildirittodi recesso dei soci dissenzienti in caso di cambiamento dell’oggetto sociale o del tipo di società o il trasferimento della sede all’estero. Tali diritti sono propri delle azioni ordinarie, ma le aziende possono emettere tipologie di azioni con diritti patrimoniali e amministrativi limitati > azioni di risparmio / azioni privilegiate / preferred share messe solo dalle società quotate in mercati regolamentati italiani o di Paesi dell'UE; @ Leazionidi risparmio: presentano privilegi di natura patrimoniale ma scontano un’assenza totale del diritto di voto. L'entità dei privilegi patrimoniali non è rigidamente definita dalla legge, ma è indicata, caso per caso, nell’atto costitutivo della società. ° Le azioni privilegiate: garantiscono al possessore alcuni privilegi nella ripartizione degli utili e nella restituzione del capitale in caso di liquidazione della società, ma hanno una limitazione dei diritti amministrativi. ° Le preferred share (o preference): presentano un dividendo prefissato, obbligatoriamente corrisposto alla chiusura dell’esercizio e privilegiato rispetto alla remunerazione delle azioni ordinarie. Gli strumenti di partecipazione: misure di rischio e rendimento Il rendimento di un titolo azionario è rappresentato dalla corresponsione di un dividendo periodico e dall’eventuale capital gain, generato dalla differenza fra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto del titolo. Se il titolo fosse detenuto per un periodo di tempo superiore ad 1 anno, ogni flusso dovrebbe essere pesato per il periodo di tempo nel quale si è manifestato. Sarebbe necessario definire il TRES (Tasso di Rendimento Effettivo a Scadenza): tasso di rendimento che eguaglia il prezzo pagato per il titolo. Fra le tecniche usate per prevedere l'andamento futuro dei prezzi delle azioni: ® alcunesibasano sull'analisi dei cosiddetti fondamentali dell'azienda (analisi fondamentale); ® altre studiano l'andamento dei prezzi azionari nel tempo per individuare dei trend ricorrenti (analisi tecnica). Nell’analisi fondamentale, il presupposto è che la salute dell’azienda e la sua capacità di produrre reddito in futuro dipendano dai suoi fondamentali (grado di indebitamento, tasso di crescita, solidità patrimoniale, capacità di produrre flussi di cassa futuri): il prezzo di un’azione riflette i flussi di cassa attesi (maggiori sono i flussi, maggiore sarà il prezzo dell’azione). L’attualizzazione dei flussi di cassa attesi determina il “valore intrinseco dell’azione” . se il prezzo dell’azione sul mercato supera il suo valore intrinseco, l’azione è sopravvalutata, quindi il suo valore è destinato a scendere; . in caso contrario, l’azione è sottovalutata e si formeranno aspettative di apprezzamento del suo valore di mercato. In alternativa, è possibile confrontare il valore dell’azione di una azienda con quelle di imprese simili, mediante il calcolo dei cosiddetti “multipli”: . price to earnings ratio (P/E): il prezzo dell’azione è rapportato all’utile unitario; . price to book value ratio (P/BV): rapporta il prezzo dell’azione al valore contabile; ° price to sales ratio (P/S): il prezzo dell’azione è rapportato ai ricavi delle vendite. Per quanto concerne l’analisi dei rischi, l’aleatorietà riguarda sia i dividendi sia il guadagno o la perdita in conto capitale; tuttavia, mentre per i dividendi il rischio massimo è rappresentato dalla possibilità che essi siano pari a zero, il risultato in conto capitale può essere anche negativo e produrre una perdita pari alla differenza fra il prezzo di acquisto al tempo 0 e il prezzo di vendita al periodo successivo. Da cosa dipende la volatilità dei prezzi? 1. Rischio specifico (o non sistematico): è eliminabile, nell’ambito di un portafoglio, mediante un’adeguata politica di diversificazione; ® strategia chiara * sostenibilità finanziaria * Giornalmente sono calcolati diversi indici di riferimento chiamati FTSE Italia Index series: l’indice più rilevante è il FTSE MIB. 2. AIM Italia (Alternative Investment Market): azioni di piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita. Non ci sono criteri minimi di ammissione: la società deve dotarsi di un nomad (nominated advisor) e predisporre il ‘documento di ammissione. Il mercato dei derivati * Ilprimo mercato in derivati fu il CBOT (Chicago Board Of Trade) nel 1848. ® A oggi vengono negoziati sia in mercati regolamentati, che in mercati non regolamentati (OTC). ® InItalia, solo nel 1992 è stato creato un mercato dei derivati: il MIF (Mercato Italiano dei Futures sui titoli di Stato). Dal 28 novembre 1994 è stato istituito il mercato IDEM (Italian Derivatives Market) Il mercato valutario Il mercato valutario (Forex = foreign exchange market) * siscambiano valute contro altre valute * ilprezzoal quale una moneta viene scambiata per un’altra è detto tasso di cambio (0 rapporto di cambio). La quotazione delle valute può avvenire secondo due diverse modalità: 1. certo per incerto: indica la quantità di moneta estera (incerta) in contropartita di una unità (certa) di valuta domestica; 2. incerto per certo: identifica la quantità variabile di moneta domestica (incerta) in cambio di una unità (certa) di moneta estera. L’euro è quotato sempre con il metodo “certo per incerto”, mentre il dollaro statunitense è prezzato sempre secondo il metodo “certo per incerto”, eccezion fatta quando questo è quotato contro l’euro, la sterlina e il dollaro australiano. È possibile negoziare valute contro altre monete secondo due modalità: 1. operazioni a pronti (spot), dove le transazioni vengono concluse nell'immediato ai tassi di cambio correnti; 2. operazioni a termine (forward) che permettono, invece, di fissare oggi un tasso di cambio al quale effettuare in futuro una transazione. Teoria della parità dei poteri di acquisto (PPP, Purchasing Power Parity) afferma che i tassi di cambio tra due valute devono riflettere le variazioni nei tassi di inflazione dei due Paesi. Teoria della parità dei tassi di interesse. In questo caso, un investitore può liberamente decidere se investire una somma di denaro in attività domestiche o attività estere: sceglierà l’una o l’altra ipotesi in funzione del maggior tasso di rendimento offerto dalle due alternative. CROWD FUNDING Il CF è un finanziamento collettivo; È il processo con cui più persone conferiscono somme di denaro, anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di vario genere utilizzando siti internet (piattaforme o portali) e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa (Consob). Aspetti fondamenta * Ilfinanziamento collettivo dal basso attraverso piccoli contributi di gruppi di persone molto numerosi che condividono un medesimo interesse, un progetto comune oppure intendono sostenere un’idea innovativa; * L’utilizzo della potenza virale del Web come piattaforma perfetta per facilitare l’incontro tra la domanda di finanziamenti da parte di chi promuove i progetti e l'offerta di denaro da parte degli utenti; * La ricompensa, materiale o immateriale, che gli utenti ricevono in cambio dell’investimento effettuato. ® Creator (proponente): colui che lancia la campagna finalizzata alla raccolta di risorse finanziarie per dar vita ad un progetto proprio. Essi possono essere soggetti privati, organizzazioni, società già esistenti o in procinto di venire ad esistenza. * Icrowdfunders: rappresentano coloro che aggregandosi sulla piattaforma ne rappresentano il bacino d’utenza, la community on line, nell’ambito del quale avviene la raccolta fondi. Sono persone ordinarie, legate o meno da interessi comuni. * Le piattaforme: sono gli intermediari relazionali e per certi versi finanziari del processo di CF; rappresentano il luogo virtuale ove i proponenti possono accedere alle risorse offerte dalla crowd attraverso pochi click. Attraverso la piattaforma il proponente può rendere visibile e pubblico il proprio progetto e gli utenti della stessa potranno visionare i progetti pubblicati ed eventualmente, attraverso un sistema di pagamento online, decidere di sostenere economicamente quelli che ritengono meritevoli. Origini e sviluppo del CF * Neglianni90 iniziano ad operare i primi siti web per la raccolta di fondi destinati principalmente ad opere di beneficenza e a progetti creativi. Nel 1997 il gruppo rock dei Marillion raccoglie su internet 60 mila dollari in donazione dai fans per sponsorizzare il loro tour. ® Dall’anno 2000 il web subisce una forte accelerazione; internet diventa un fenomeno di massa e si sviluppa la componente social della rete (nascita di YouTube, Napster, Facebook ecc.) ® Nel 2005in Italia nasce la prima piattaforma di CF. IL valore di mercato globale Il 2013 è l’anno che ha sancito a livello mondiale il ruolo del crowdfunding quale strumento altemativo di finanziamento. Nel 2015 le piattaforme sono ampiamente cresciute, raggiungendo la cifra di 1.250 portali attivi nel mondo. L’Industry Report 2015 della Massolution rileva che le piattaforme hanno raccolto su scala globale $16,2 miliardi nel 2014, un incremento del 167% rispetto ai $6,1 miliardi del 2013. La stima di Massolution per il 2015 si aggira intorno ai 34,4 miliardi di dollari. IL valore del mercato italiano In Italia si contano 82 piattaforme di CF di cui 69 attive e 13 in fase di lancio (un aumento del 68% rispetto al 2014). Fra le 69 piattaforme attive, 31 (pari al 45%) sono Reward-based, 13 (il 19%) sono Equity- based e 3 (il 4%) Lending-based. Le piattaforme ibride sono 9 (13%), all’intemo di queste il modello più diffuso è quello Reward-Donation. Le piattaforme di Crowdfunding Le piattaforme sono luoghi virtuali di raccolta fondi. Le generaliste raccolgono progetti di ogni area di interesse; Le verticali (o tematiche) sono specializzate in una tipologia specifica di Crowdfunding o in progetti di particolari settori. La piattaforma funziona come vetrina e sfrutta la rete di contatti online e offline dei promotori del progetto (friends, family & fools). Caratteristiche delle piattaforme di CF Caratteristica comune di tutte le piattaforme di CF è l’approccio originale, che mira a emozionare il visitatore della piattaforma. Chi lancia i progetti sulle piattaforme deve invogliare la folla a contribuire, usando le emozioni prima ancora che i numeri del business plan. A questo scopo, il progetto da finanziare viene presentato non solo attraverso schede coni numeri del progetto, ma soprattutto ch compongono e il Dito da perseguire con l’investimento cercato). La moneta elettronica e i sistemi di pagamento on line quali Paypal e Amazon Flexible Payaments, garantiscono ai crowdfunders il trasferimento sicuro del denaro dal finanziatore al proponente. Le piattaforme si dotano di tali sistemi per garantire affidabilità del trasferimento da parte di terzi e costi bassi dello stesso per i crowdfunders. Costi delle piattaforme di CF I ricavi delle piattaforme sono costituiti da: ® Il compensofisso applicato nel momento in cui viene fatta richiesta di pubblicare un progetto sulla piattaforma; * Le commissioni percentuali (minimo 2% massimo 25%) applicate al capitale raccolto su ogni singolo progetto pubblicato sulla piattaforma. Reward-based È il modello di CF più diffuso in termini di numero di piattaforme presenti. Gli utenti in cambio del loro contributo ricevono una ricompensa sotto varie forme ma mai in denaro (un gadget, una cena con il promotore del progetto, un prototipo del prodotto, il servizio oggetto del progetto, ringraziamenti e molto altro). Il valore della ricompensa cresce all'aumentare del contributo fomito. Donation-based In questo modello di CF i sostenitori del progetto contribuiscono al medesimo finanziandolo come atto altruistico a fronte di un beneficio morale. I donatori sono spinti dalla dedizione- attaccamento alla causa e dall’emotività che la campagna è riuscita a suscitare. Questo modello è spesso utilizzato dalle Organizzazioni no profit (ONP) e da quelle impegnate nel sociale. I modelli Reward e Donation possono funzionare secondo 2 sistemi: * Allor Nothing: il progetto viene finanziato solo se si raggiunge l'ammontare prefissato entro una data stabilita e se la raccolta fallisce le somme vengono restituite ai donatori ® TakeitAll: il progetto viene finanziato con le donazioni ricevute alla data stabilita anche se l’obiettivo prefissato non viene raggiunto. Lending-based Questo modello di CF rappresenta una forma di microcredito attuata on line. Il finanziamento assume la forma di prestito personale tra privati la cui ricompensa per il finanziatore è costituita dal rimborso dello stesso e dalla maturazione di interessi. Il richiedente chiede un prestito per la realizzazione di un progetto personale o di natura imprenditoriale. I prestatori investono i loro risparmi in maniera del tutto autonoma prestandoli a tassi d’interesse superiori rispetto a quelli proposti dalle banche. Due Sottomodelli: 1. Social ending: fornitura di servizi finanziari a soggetti privati con basso profilo reddituale, che necessitano di risorse finanziarie per la realizzazione di progetti imprenditoriali, solitamente ad impatto locale. Il processo di erogazione avviene attraverso un intermediario “Field partners” che seleziona i progetti da lanciare sulla piattaforma e ne segue lo sviluppo dal punto di vista finanziario, trattenendo e gestendo le somme donate. 2. Peer to peer: richiedenti e prestatori interagiscono direttamente grazie alla piattaforma. Nonostante l'accesso a questo canale sia, generalmente, più oneroso di quello in cui operano gli istituti di creditizi, la maggiore rapidità di risposta dei portali che offrono questo servizio costituisce un valore aggiunto per cui pagare un sovrapprezzo. La piattaforma mette in contatto datori e prenditori di fondi ed effettua un’analisi finanziaria dei soggetti richiedenti assegnando loro un rating sulla base della loro affidabilità creditizia. In cambio riceve una commissione dai richiedenti, al momento dell’erogazione del prestito, e una commissione dai prestatori per il servizio reso. Esistono piattaforme specializzate per tipologia di prestito: Crowdmortgage: focalizzato sui mutui per l'acquisto di immobili. FundingCircle: specializzato nei prestiti alle PMI per lo sviluppo dell’attività d'impresa. Equity-based È il modello di CF di più recente introduzione nel panorama internazionale. Prevede un finanziamento sotto forma di capitale di rischio al fine di ottenere come ricompensa azioni o quote di partecipazione della società finanziata con tutti i diritti patrimoniali ed amministrativi in esse inclusi. L’Italia, con l’art.30 d.l. 179/2012, è stato il primo paese ad introdurre una regolamentazione dell’equity CF, definito come la “raccolta diffusa di capitali di rischio da parte di start-up tramite portali on line”. La normativa regola, per ora, solo le start-up innovative. Due sottomodelli: 1. Club: gli investitori non professionali sono membri di un gruppo d’investimento. L’acquisto della partecipazione azionaria non viene offerto indistintamente alla folla, ma ai membri del club. Crowdcube, piattaforma equity britannica, opera col modello club richiedendo ad ogni persona fisica interessata ad investire in attività d'impresa di depositare una somma di denaro a fronte della registrazione al sito. 2. Holding (o cooperativa): Viene costituita una SPV (Special Purpose Vehicle) per la realizzazione dell’investimento in capitale azionario. Gli investitori non professionali divengono così finanziatori di un apposito veicolo societario, la cui costituzione mira all’attribuzione di specifici diritti di prelazione e all’eliminazione del cd. effetto diluizione. Che cos’è una Start-up innovativa? * Eunasocietà di capitali non quotata su mercati regolamentati; È costituita e svolge attività d’impresa da non più di 60 mesi; Ha sede principale in Italia. È di piccole dimensioni (totale del valore della produzione annua non superiore ai 5 milioni di euro); Non distribuisce utili; È impegnata in via esclusiva o comunque prevalentemente nello sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o sevizi innovativi ad alto valore tecnologico. Depositi irregolari: al momento della consegna delle somme di denaro, la banca ne acquisisce la proprietà con la possibilità di utilizzare i capitali versati (Art. 1834 c.c.). Vengono classificati secondo i seguenti criteri: . Modalità di restituzione del denaro: depositi liberi o depositi vincolati; . Modalità di attuazione del rapporto: depositi semplici, depositi a risparmio (comprovati da un libretto di deposito) e conti correnti; . Durata: depositi rimborsabili a vista, depositi con preavviso e depositi a scadenza fissa; . Tipologia di contratto: depositi a risparmio libero, depositi a risparmio vincolato a scadenza fissa o a scadenza indeterminata, certificati di deposito, conti correnti di corrispondenza e altre forme personalizzate di risparmio (es. pronti contro termine). Depositi a risparmio Possono assumere la forma di libretto (liberi e vincolati) o di certificato (certificati di deposito). Il libretto è il documento di legittimazione che consente al risparmiatore di movimentare il deposito mediante prelevamenti e versamenti. I libretti possono essere: . Nominativi: l'intestatario è titolare del rapporto di deposito ed è l’unico che può compiere operazioni. Possono essere intestati a più persone e non sono trasferibili; . AI portatore: titolo di credito che può circolare con la semplice consegna; la banca non è tenuta a verificare le generalità della persona che esegue il prelevamento. Per la legge antiriciclaggio non possono avere un saldo pari o superiore a 1.000 euro (2.500 in precedenza); . Liberi: esigibili a vista, danno al depositante il diritto di ottenere su richiesta l'immediato rimborso delle disponibilità versate. . Vincolati: presentano una remunerazione più elevata a fronte dell’esistenza di alcune limitazioni alla richiesta di rimborso da parte del depositante. Posso essere a scadenza fissa o con preavviso. Principali parametri per analizzare i depositi: Consistenza media: ammontare delle somme mediamente depositate in un certo periodo (Tot. Numeri/Tot. Giorni); * Movimentazione: frequenza ed entità dei versamenti e dei prelevamenti in un determinato periodo; ® Giacenza media: periodo medio di permanenza delle somme depositate {(consistenza/saldo iniziale + tot. Versamenti) 1365}; ® Velocità di circolazione: numero delle volche che il deposito si rinnova completamente in un determinato periodo. Certificati di deposito Sonotitoli di credito trasferibili emessi da una banca per reperire risorse finanziarie a scadenza fissa. Costituiscono una forma di raccolta vincolata con un rendimento maggiore rispetto alle altre forme di raccolta. Sono rilasciati a fronte di somme depositate per un determinato periodo (tra i 3 e i 18 mesi o fra i 18 e i 60 mesi). Tasso fisso (es. zero coupon) o variabile (indicizzati), anche in valuta estera. * Gliimporti dei certificati possono essere: i) a taglio fisso (2.500, 5.000, 25.000, 50.000, 250.000 euro) o a taglio aperto (comunque multipli di 2.500 euro) o anche pari a 1.000 euro. * Sonogeneralmente emessi al portatore (possono essere nominativi). * Laremunerazione è corrisposta al momento del rimborso per i certificati a breve termine ma può essere anche periodica per le altre tipologie di certificati. Conti correnti di corrispondenza Costituiscono un rapporto atipico in cui la banca ha l’obbligo di eseguire una o più operazioni per conto del cliente (Art.1852 C.C.) Possono essere creditori se rappresentano una forma di raccolta (un debito per la banca) o debitori se rappresentano un’apertura di credito concessa dalla banca ai propri clienti. Quelli creditori costituiscono una forma di raccolta diretta e consentono al cliente di utilizzare moneta legale, moneta bancaria (assegni bancari), moneta elettronica (Bancomat, giroconti, bonifici bancari) ed altri servizi. In base all’altemarsi dei saldi, possono essere: ® Attivi: presentano un saldo favorevole per la banca che ha concesso al cliente un finanziamento a tempo indeterminato salvo revoca; * Passivi: presentano un saldo generalmente sfavorevole per la banca e sono utilizzati dal cliente per le sue esigenze di cassa; * Per elasticitàdi cassa: presentano un frequente alternarsi di saldi positivi e negativi; in alcuni momenti possono esservi scoperti nel caso in cui la banca abbia concesso al cliente un fido (limite massimo entro il quale una banca è disposta a concedere un credito) Caratteristiche: I movimenti in conto corrente corrispondono al numero di prelevamenti (addebitamenti in dare) e versamenti (accreditamenti in avere) eseguiti in un certo periodo di tempo. Possono essere cartolari (assegni) o non (giroconti e bonifici): * Ilgiroconto: trasferimento immediato di denaro da un conto corrente all’ altro intestato a uno stesso soggetto, nell’ambito della stessa dipendenza (due conti aperti nella stessa banca) o presso dipendenze diverse (conti di banche diverse, anche estere). * Ilbonifico: trasferimento di denaro dal conto corrente dell’ordinate a quello intestato a un beneficiario. Può essere ordinario (eseguito entro e non oltre 3 giomi dall’ordine) o urgente (eseguito in giornata o al massimo il giorno successivo). Ad ogni operazione a credito o a debito corrisponde una data valuta (data a partire dalla quale o fino alla quale l’importo produce interessi attivi o passivi) per il calcolo degli interessi attivi e passivi. Le valute sono differenti per accrediti e addebiti: le prime sono sempre posteriori, le seconde coincidono con la data di operazione. Il saldo corrisponde alla differenza tra le operazioni a credito e a debito e può essere letto come: * Saldo contabile: differenza tra tutte le operazioni a debito e a credito registrate ad una certa data non considerando la valuta. Comprende tutte le operazioni registrate sul conto corrente visualizzabili all’interno della lista movimenti. Coincide a fine mese con quanto riportato dall’estratto conto; * Saldoliquido: differenza di tutte le operazioni la cui valuta è maturata fino ad un determinato momento (somma disponibile su cui vengono calcolati gli interessi); * Saldodisponibile: è costituito dal fido utilizzabile dal correntista. Ci dice quanti soldi ci sono effettivamente sul conto, includendo anche quelli relativi a spese recenti e non ancora registrate nella lista movimenti. Liquidazione degli interessi Per calcolare gli interessi è necessario rielaborare l’estratto conto: documento inviato periodicamente al correntista contenente il riepilogo delle operazioni a credito e a debito effettuate in ordine di data contabile (il giorno in cui la banca ha registrato l'operazione). Nell’estratto conto sono riportati: * L’elenco dei movimenti; ® Ilriassunto scalare (staffa); ® Ilprospetto per la liquidazione delle competenze e delle spese. Estratto conto: l'elenco movimenti L’elenco movimenti è generalmente strutturato su più colonne, ed è un elenco delle operazioni effettuate sul conto ordinate per data: La prima colonna riporta la data di registrazione, ossia la data in cui è stata effettuata l'operazione. La seconda colonna riporta la data di valuta, ossia il giorno in cui l'operazione produce i suoi effetti ai fini del computo degli interessi. La terza colonna, o dare, mostra l'importo relativo alle operazioni passive del cliente, ovvero i prelievi e i pagamenti vari. La quarta colonna, o avere, riporta l'importo delle operazioni attive, ossia i versamenti e gli accrediti. La quinta colonna riporta la descrizione delle singole operazioni. Il riassunto scalare (staffa) è il prospetto nel quale le diverse operazioni rilevate nell’estratto conto vengono riordinate sulla base della valuta attribuita a ciascuna di esse allo scopo di procedere al calcolo degli interessi. La struttura tipica di un riassunto scalare comprende: ® La valuta delle diverse operazioni; ® Ilsaldo per valuta (o saldo liquido), che rappresenta la somma algebrica dei movimenti rilevati nel riassunto scalare sino a quella data; * Igiorniche intercorrono fra la prima operazione e la seconda, fra la seconda operazione e la terza e così via, sino ad arrivare ai giorni che intercorrono fra l’ultima operazione e la fine del trimestre considerato (o il giorno di chiusura del c/c, in caso di estinzione del conto); * Inumeri debitori (utilizzati per il calcolo degli interessi passivi a carico del cliente) sono dati dal prodotto tra i giorni intercorrenti tra le diverse operazioni e il relativo saldo per valuta con segno negativo; * Inumeri creditori (utilizzati per il calcolo degli interessi attivi del cliente) sono dati dal prodotto tra i giorni intercorrenti tra le diverse operazioni e il relativo saldo per valuta con segno positivo. ondenza: calcolo de teressi Gli interessi creditori e debitori sono calcolati in base alla procedura dell’anno civile e maturano trimestralmente. Per calcolare gli interessi creditori (I) occorre tener conto della consistenza media (l’importo medio delle somme a credito del cliente) nel periodo di riferimento. Dato il tasso (R), si moltiplica per i numeri creditori (N), dati dal prodotto dell’importo di ciascuna operazione per i giorni intercorrenti tra la data valuta e la data di chiusura del periodo di riferimento. Il valore così ottenuto viene diviso per 36.500 (365 x 100). Infine si applica la ritenuta fiscale del 26% e si calcolano gli interessi netti Estratto conto: prospetto per la liquidazione delle competenze e delle spese Il prospetto per la liquidazione delle competenze è il documento in cui oltre agli interessi e alle eventuali commissioni di massimo scoperto sono riportate le spese relative al conto e l'imposta di bollo. L’importo delle competenze nette sarà accreditato in c/c se positivo, sarà addebitato se negativo con valuta pari alla data di liquidazione. Raccolta di pronti contro termine (PCT) Forma di raccolta a breve termine in cui la banca cede a pronti (in contanti) titoli con patto di riacquisto a termine. La banca vende titoli per soddisfare un temporaneo bisogno di liquidità, e lucra investendo il denaro fino alla data di riacquisto dei titoli. * Ititoli sonocostituiti da obbligazioni o titoli del mercato monetario ad ampia diffusione (titoli di Stato). * Ilprezzoaprontiè fissato in base al valore di mercato dei titoli, quello a termine viene calcolato capitalizzando il prezzo a pronti in base ad un tasso concordato tra le parti. * Ilprezzoacuilabanca vende titoli è inferiore al prezzo a termine di riacquisto: la differenza rappresenta il «costo» del finanziamento. * Contratto a breve e Nonè ammessa estinzione anticipata L’INTERMEDIAZIONE CREDITIZI : LE OPERAZIONI DI IMPIEGO Le operazioni di impiego Le operazioni di IMPIEGO sono tutte quelle operazioni con le quali la banca utilizza le somme raccolte. Queste sono operazioni attive (a titolo di credito) per la banca in quanto essa diventa giuridicamente creditrice nei confronti di coloro che hanno ottenuto un prestito. L'esercizio del credito (concessione di prestiti alla clientela) rappresenta la forma di impiego più tipica e rilevante. Indipendentemente dalla forma tecnica utilizzata, essa è sempre preceduta da un’Istruttoria di fido: la banca valuta il merito creditizio della controparte e le garanzie (reali o personali) proposte e determina l'importo massimo che si impegna a mettere a disposizione del cliente (fido o affidamento). PRESTITI NON MONETARI (CREDITI DI FIRMA) LA BANCA SI LIMITA AD ASSUMERE O GARANTIRE UN’OBBLIGAZIONE DEL CLIENTE: SE QUESTO SI RIVELA INSOLVENTE, LA BANCA SOPPORTA UN IMPEGNO DI CASSA. PRESTITI MONERATI (PER CASSA) PRESENTANO UN FLUSSO FINANZIARIO IN USCITA CERTO PER LA BANCA. Classificazione dei prestiti bancari: PRESTITI PER CASSA ® STRUMENTI DI FINANZIAMENTO DEL CAPITALE CIRCOLANTE Copertura del fabbisogno finanziario corrente che nasce tra il sostenimento dei costi e l’incasso dei ricavi. Per le imprese il fabbisogno di capitale circolante deriva dalla necessità di detenere adeguate scorte di magazzino o di concedere dilazioni di pagamento ai propri clienti; Finanziamento a breve termine: la durata non supera in genere un anno e mezzo (18 mesi); Rappresentano una costante nella vita di un’impresa; Generalmente non richiedono il rilascio di garanzie reali. viene accreditato dalla banca a scadenza in caso di buon fine dell’operazione (il soggetto debitore dell'impresa estingue il debito direttamente verso la banca). Nel conto ordinario il Margine di garanzia è un movimento in avere; Nel conto fruttifero è un movimento in dare, definibile giroconto in quanto a scadenza, il cliente regola la fattura per l’importo totale e la banca registra il margine di garanzia al conto ordinario dell’impresa cliente. Nel caso di mancato buon fine la banca si rivale sull’impresa cliente. Il conto ordinario subirà unicamente incrementi in avere quando la banca anticiperà i crediti oggetto dell’operazione. I saldi del conto fruttifero saranno solamente in dare. L’interesse passivo sul conto fruttifero diverge in genere da quello del conto ordinario. Le valute delle operazioni sul conto fruttifero corrisponderanno al giorno di concessione dell’anticipo (dare) e a quello della scadenza del debito più i giorni banca (avere). Factoring Contratto con cui un’impresa cede, a titolo oneroso, una parte significativa (fino al 70%) dei propri crediti commerciali (con scadenza 30-180 giorni) ad un soggetto specializzato (il factor) che ne anticipa l’importo, scontandolo e trattenendone una quota a titolo di garanzia. Questa operazione consente alle imprese di smobilizzare i propri crediti commerciali a breve scadenza e finanziare quindi lo sviluppo del capitale circolante. L’offerta di factoring è riservata agli intermediari bancari e a quelli finanziari specializzati (società di factoring) di emanazione bancaria (factor tradizionali) o di gruppi industriali (società captive). Il factoring è un prodotto composito avente: 1. una componente finanziaria, costituita dall’anticipo prima del pagamento; 2. una componente gestionale, relativa allo svolgimento delle funzioni contabili, amministrative e finanziarie relative alla gestione del credito acquisito; 3. una componente di garanzia, relativa al trasferimento al factor del rischio di inadempimento del debitore (cessione pro soluto). In assenza della componente di garanzia, la cessione avviene pro solvendo (clausola sbf) ed il rischio di credito ricade sull’impresa cedente. In base all’esistenza delle componenti finanziaria, gestionale e di garanzia, distinguiamo * full factoring: sono presenti tutte le trecomponenti, l'impresa cede in maniera continuativa i propri crediti commerciali (pro soluto o pro solvendo a seconda del credito); * maturity factoring è presente la componente gestionale ed (eventualmente) di garanzia, mentre è assente quella finanziaria (il factor non corrisponde alcun anticipo); * invoice discounting è presente la sola componente finanziaria (configurando quindi un prodotto analogo all’anticipo su fatture erogato dalle banche). Fasi dell’operazione: 1) Valutazione dei crediti da parte del factor che analizza: La regolarità dei crediti ceduti (es. l'assenza di controversie tra le parti); La quota di crediti ceduti rispetto al totale di quelli detenuti dall’impresa (analisi quantitativa); La tipologia e il grado di rischio associato ai crediti (analisi qualitativa). 2) Selezione dei crediti accettati in cessione e definizione del plafond globale a carattere rotativo disponibile per l’impresa cedente; 3) Determinazione cessione pro solvendo o pro soluto a seconda della durata e importo del credito; 4) Cessione del credito; 5) Prestazione dei servizi da parte del factor che subentra nella gestione della relazione con il debitore ceduto; 6) eventuale procedura di recupero crediti in caso di inadempimento del debitore. Il factoring prevede 2 tipi di costi per l'impresa cedente: 1. Interessi finanziari corrisposti sull’anticipo; 2. Commissioni di factoring: * Spesadiistruttoria per la valutazione del portafoglio crediti (di solito tra € 500 e € 1.000) ® Spese di gestione della fattura (costo unitario compreso tra 3-5 euro per fattura italiana e 10-15 euro per quelle estere); * Commissione per l’operazione (compresa di solito tra lo 0,2% e 1'1,0% per cessioni pro solvendo e tra il 2% e il 4% per cessioni pro soluto). Anticipazioni garantite (anticipo su pegno) Contratto di prestito unito a un contratto di pegno in cui la banca eroga un finanziamento a breve termine contestualmente alla costituzione di un pegno su beni mobili (merci o titoli). È possibile distinguere tra: . Anticipazione a scadenza fissa: la banca eroga il prestito in un'unica soluzione e il cliente paga interessi per tutto il periodo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo delle somme; . Anticipazione in conto corrente: il finanziamento risulta oneroso solo nei limiti dell’effettivo utilizzo. Simile all'apertura di credito in c/c garantita da titoli. Mutuo Contratto col quale una parte (mutuante) consegna all’altra (mutuatario) una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e quantità (Art.1813 c.c.). * È laformatecnica di credito a media-lunga scadenza più diffusa, erogato in unica soluzione e restituito secondo un piano di ammortamento prestabilito (struttura rigida). ® Utilizzato dalle famiglie per l'acquisto di immobili a uso abitativo (lunga durata, 5-30 anni, e rata sostenibile) e dalle imprese per l'acquisizione di impianti e macchinari (più breve durata, 3-5 anni). ® Inragione della sua estesa durata (difficoltà nel valutare l'affidabilità del debitore) è assistito da garanzia reale (ipoteca sull’immobile o privilegio su impianti e macchinari). A seconda del piano di rimborso distinguiamo: * Ammortamento alla francese (o progressivo): rate costanti composte da una quota capitale crescente e una quota interessi decrescente; * Ammortamento italiano: rate decrescenti composte da una quota capitale costante per tutta la durata del prestito, e una quota interessi decrescente, perché calcolata sul debito residuo. Può essere previsto un piano di pre-ammortamento, in cui il mutuatario si impegna al pagamento dei soli interessi calcolati sull’intero debito (es. mutuo fondiario o mutuo SAL — Stato Avanzamento Lavori). Il tasso di interesse concordato tra le parti al momento della richiesta di mutuo e indicato dal contratto, può essere: * Fisso: indipendentemente dalle condizioni di mercato e/o dalle esigenze di una o entrambe le parti, il tasso applicato rimarrà costante per tutta la durata del contratto; ® Variabile: il tasso si adegua al mutamento delle condizioni di mercato. Risulta dalla somma di un tasso di mercato (indicizzazione all’Euribor) e uno spread fisso. * . Misto: il contratto consente il passaggio da un regime di tasso fisso a uno di tasso variabile elevati costi (maggiori tassi fissi e spread applicati). Oltre agli interessi, il mutuatario sostiene altri oneri, tra cui: * Spese notarili, relative all’atto di erogazione del mutuo e all’iscrizione dell’ipoteca presso la Conservatoria dei registri immobiliari; * spesediistiuttoria e perizia per la valutazione della garanzia reale; ® spesediriscossione delle singole rate ® polizze assicurative contro incendio e/o furto del bene nonché sulla vita e gli infortuni del mutuatario. L’ISC (Indicatore Sintetico di Costo) esprime il costo totale del mutuo. Leasing Contratto con cui il proprietario di un bene (locatore o concedente) permette ad una controparte (locatario o utilizzatore) di disporre dell’utilizzo di un bene per un periodo di tempo determinato a fronte del pagamento di un canone periodico. Distinguiamo: * Leasingfinanziario: i rischi/benefici della proprietà del bene sono trasferiti dal concedente (proprietario legale) all’utilizzatore (proprietario sostanziale); * Leasingoperativo: irischi/benefici della proprietà del bene restano in capo al concedente (proprietario legale e sostanziale). ILleasing operativo È un accordo bilaterale stipulato direttamente tra un’azienda produttrice di beni strumentali e l’impresa che ricorre al leasing per ottenere la disponibilità dello stesso, pagando all’impresa fomitrice il canone di locazione. Caratteristiche: ® Ilcontratto non ha natura finanziaria; * Nonviene effettuato dalle banche o da altri intermediari finanziari; * Haperoggettobeni ad alta standardizzazione e rapida obsolescenza (es. apparecchiature per uffici); ® La volontà del locatario non è fin dall’inizio quella di acquistare il bene oggetto della locazione (nel contratto non è inserita l’opzione di acquisto). Vantaggi: ® La possibilità di usufruire di un bene, senza che il rischio (e i relativi oneri di manutenzione) ricadano sull’utilizzatore; ® Lasostituzione del bene in qualsiasi momento; * Nonèsoggettoa vincoli di durata (possibilità di recesso anticipato). ILleasing finanziario L’impresa utilizzatrice individua un bene di cui necessità. L'acquisto dello stesso, e il conseguente pagamento del fornitore, avviene però ad opera della società di leasing (locatore) che diviene quindi proprietaria del bene. Quest'ultimo viene consegnato all’impresa (locatario) che si impegna a corrispondere un canone periodico alla società di leasing per tutta la durata del contratto (contratto trilaterale). Alla scadenza del contratto l’utilizzatore potrà scegliere tra tre alternative: ® Restituire il bene oggetto del contratto di leasing; * Rinnovare il contratto, con la corresponsione di un canone più ridotto rispetto al precedente; ® Acquistare il bene stesso, mediante il pagamento di un prezzo prefissato alla stipula del contratto (prezzo di riscatto), diventandone proprietario. Natura finanziaria dell’operazione * Scopodellocatario è la ricerca di mezzi finanziari necessari per l'acquisto di un bene strumentale, che si prevede rimarrà stabilmente inserito nel processo produttivo dell’azienda. * È infattila società di leasing che acquista il bene scelto ed utilizzato dall'impresa che, per divenirne proprietaria, si impegna a rimborsare alla società di leasing il denaro che ha anticipato a fronte dell'acquisto del bene mediante il pagamento dei canoni convenuti e del prezzo di riscatto stabilito. * Icanoni periodici rappresentano, quindi, il rimborso del capitale prestato (dalla società di leasing al momento dell’acquisto del bene) e la remunerazione per capitale preso a prestito. Caratteristiche: * Iltrasferimento automatico della proprietà al termine del contratto; ® Un’opzione di acquisto del bene ad un prezzo sensibilmente inferiore al fair market value; ® Una durata del contratto che copre la maggior parte della vita utile del bene; ® Un valore attuale dei canoni equivalente al valore di mercato del bene al momento di stipulazione del contratto (operazione full pay-out); * Ilsostenimentoda parte del locatario dei profitti e delle perdite che derivano della volatilità del prezzo di mercato del bene; * La possibilità per il locatario di rinnovare il contratto di leasing ad un canone inferiore al canone di mercato. Il leasing nell’ordinamento italiano Il leasing finanziario è un contratto atipico (non disciplinato dalla normativa civilistica), ma è regolamentato a livello contabile e fiscale ed è standardizzato da contratti già predisposti. L'offerta è riservata ad intermediari bancari e finanziari. Le operazioni di locazione finanziaria sono rappresentate dai contratti di locazione dei beni materiali o immateriali, acquistati o fatti costruire dal locatore su scelta e indicazione del conduttore che ne assume tutti i rischi e con facoltà di quest’ultimo di divenire proprietario dei beni locati al termine della locazione, dietro versamento di un prezzo stabilito (riscatto). La prassi ha inoltre previsto il pagamento di un maxicanone iniziale. Forme tecniche particolari La gestione di sistemi multilaterali di negoziazione I sistemi multilaterali di negoziazione consistono in piattaforme alternative ai mercati: consentono di far incontrare ordini di compravendita provenienti dai partecipanti. Tale servizio non viene prestato direttamente a favore dei risparmiatori, ma predispone sedi di negoziazione che l’intermediario utilizza al fine di conseguire la best execution per il cliente. Le società di gestione di MTF percepiscono commissioni di adesione e di negoziazione dagli intermediari negoziatori. I servizi di collocamento e underwriting Offrire sul mercato strumenti finanziari per importi considerevoli richiede di definire le condizioni di offerta decidere se effettuare un’offerta pubblica o privata definire la finestra temporale dell’offerta. La progettazione dell’operazione Le imprese beneficiano delle competenze e del network di intermediari specializzati. Il servizio è remunerato con una commissione. L’organizzazione del sindacato di collocamento la soluzione consortile * accresce la domanda di titoli, consentendo di elevare il prezzo di offerta; * valorizza le capacità di collocamento presso le varie categorie di investitori; * riducei tempi di chiusura dell'operazione, e dunque i rischi sopportati. Il lead manager riceve dall'emittente il mandato di comporre il sindacato di collocamento e formalizza il relativo accordo (patto consortile). Gli obblighi reciproci tra consorzio ed emittente sono regolati dalla lettera di impegno. La struttura dei sindacati L’emittente può richiedere garanzie sul collocamento. ® Sindacatidi puro collocamento In questo caso, non viene prestata alcuna garanzia. ® Sindacatidi collocamento e garanzia Il sindacato di collocamento si accolla i titoli invenduti al prezzo di offerta. ® Sindacatidi assunzione a fermo Il sindacato di collocamento acquista i titoli prima del collocamento presso gli investitori. Le commissioni Sono previste: la management fee, spettante a capofila e manager; la selling concession, accordata ai collocatori; la underwriting fee, di competenza dei sottoscrittori o degli acquirenti. In ogni caso, la variabile più importante consiste nel prezzo di offerta, un prezzo troppo basso rende i costi di raccolta insostenibili ‘un prezzo troppo alto può comportare un eccesso di offerta di titoli. Il collocamento Fissato il prezzo, si apre il collocamento vero e proprio, in cui gli investitori possono trasmettere le richieste di sottoscrizione o di acquisto al selling group. Il periodo di offerta non supera di solito i quindici giorni e possono verificarsi casi di oversubscription o di undersubscription. Fase successiva al collocamento Il consorzio si scioglie ma al lead manager viene chiesto di intervenire per favorire la liquidità e la stabilità del titolo sul secondario. Dopo il collocamento si potrebbero infatti generare pressioni al ribasso sul prezzo del titolo (speculazione), con pregiudi; l’emittente e per il sindacato (rischio di flipping). I servizi di cartolarizzazione La cartolarizzazione consente ad un originator di cedere a titolo oneroso un portafoglio di attivi ad una SPV appositamente costituita. Numerosi sono i soggetti chiamati a contribuire al buon esito dell’operazione. Con la cartolarizzazione, l’originator ricompone l’attivo e soddisfa un fabbisogno di liquidità. Costituisce dunque una fonte di finanziamento Costituisce una forma di gestione del rischio Tuttavia l'operazione di cartolarizzazione presenta dei costi: a livello micro, l’originator sostiene costi legati alla data operazione a livello sistemico, non è sostenibile se il merito creditizio dei debitori ceduti è basso. I servizi di gestione del risparmio Per “gestione di portafoglio” si intende l'investimento e l’amministrazione di disponibilità finanziarie con il fine di realizzare una combinazione (portafoglio) di attività coerente con le preferenze del titolare dei fondi in termini di rischio ed obiettivi di investimento. Gli obiettivi di investimento possono essere: ® l’intenzione di cautelarsi da potenziali spese impreviste; * l’esigenza di perequare le possibilità di spesa nel corso della propria vita; * ildesiderio di accumulare denaro per abbattere una richiesta di mutuo; ® la volontà di realizzare, in futuro, spese di importo elevato. Per costruire un portafoglio, è necessario: definire i pesi da assegnare a ciascuna attività e valuta (asset allocation) individuare gli strumenti finanziari, i crediti o i beni immobili (cherry picking) scegliere il momento opportuno per investire le disponibilità (market timing) provvedere all’acquisto o alla loro vendita degli attivi (esecuzione) monitorare mercati e preferenze del cliente per ricomporre il patrimonio in gestione GMAWNr La gestione individuale di portafogli Servizio di investimento soggetto a riserva. Il cliente può impartire istruzioni in materia di politica di investimento ed esercita i diritti di voto inerenti agli strumenti finanziari che compongono il patrimonio in gestione. L’intermediario opera per conto e in nome del cliente. Per il servizio reso, l'intermediario gestore percepisce una commissione di entrata commissioni (una tantum) di gestione, di incentivo e di intermediazione. La gestione collettiva del risparmio Fondo comune di investimento: patrimonio autonomo di pertinenza di una pluralità di partecipanti, suddiviso in quote e gestito in monte. La SGR promotrice indica nel regolamento (che deve essere approvato dalla Banca d’Italia) la denominazione e la durata del fondo le asset class in cui è possibile investire gli intermediari coinvolti La SGR promotrice colloca le quote al fine di comporre il patrimonio da gestire: tale attività richiede l'autorizzazione in quanto è un servizio di investimento. La gestione collettiva del risparmio - La gestione del fondo Il patrimonio (autonomo) del fondo è gestito dalla SGR promotrice, o da altra SGR incaricata. La SGR agisce per conto terzi, ma in nome proprio; provvede, nell’interesse dei partecipanti, all’esercizio dei diritti di voto inerenti agli strumenti finanziari di pertinenza del fondo. I partecipanti non possono impartire istruzioni alla SGR. Fondi comuni di investimento aperti (OICR a capitale variabile): Consentono il rimborso delle quote (e, di solito, anche la sottoscrizione) in qualsiasi momento. Fondi comuni di investimento chiusi (OICR a capitale fisso): Consentono il rimborso alla scadenza del fondo, o in emissioni successive al collocamento iniziale. Al di fuori di tali occasioni, gli investitori si avvicendano mediante mercato secondario. La gestione collettiva del risparmio - L’incarico del soggetto depositario Strumenti finanziari e liquidità del fondo sono custoditi da un depositario, il quale accerta: la legittimità delle operazioni di emissione e di rimborso delle quote la conformità delle operazioni di investimento alla legge e al regolamento del fondo L’incarico di depositario è di solito assunto da una banca o da una SIM autorizzata in Italia. Il depositario percepisce una commissione espressa in % del patrimonio in gestione. I servizi di consulenza in materia di investimenti S.I.CA.V (Società di Investimento a Capitale Variabile) e S.I.CA.F. Fisso) Sono S.p.A. il cui oggetto sociale esclusivo è la gestione collettiva del risparmio, raccolto tra il pubblico mediante emissione di azioni proprie. Le azioni, a differenza delle quote dei fondi comuni di investimento, attribuiscono diritti amministrativi: i soci possono incidere sulle scelte gestionali. SICAV Sottoscrizioni e rimborsi possibili in qualsiasi momento come nei fondi aperti. Rientrano tra gli OICR a capitale variabile. SICAF Funzionamento analogo a quello dei fondi chiusi. Rientrano tra gli OICR a capitale fisso. L’intermediario fornisce al cliente raccomandazioni personalizzate su uno specifico strumento finanziario, dietro sua richiesta o di propria iniziativa. Non vi rientrano i consigli rivolti al pubblico o riguardanti l’attività di investimento in generale. È un servizio di investimento soggetto a riserva e prestato da: ® imprese di investimento; * Banche; * SGR; ® persone fisiche o giuridiche iscritte in un apposito albo. L’intervento delle banche nell’intermediazione immobiliare Dai primi anni 80, il contesto italiano è diventato più competitivo per via: * dell’evoluzione della domanda dei risparmiatori italiani del processo di innovazione finanziaria dello sviluppo tecnologico dei mezzi di diffusione delle informazioni del processo di unificazione monetaria europea dei cambiamenti del quadro normativo Le banche italiane hanno ricercato nuove fonti di profitto nell’intermediazione mobiliare, accrescendo il proprio margine di intermediazione. Le imprese di investimento Le imprese di investimento possono esercitare professionalmente nei confronti del pubblico: negoziazione per conto terzi negoziazione per conto proprio ricezione e trasmissione di ordini gestione di sistemi multilaterali di negoziazione collocamento e underwriting gestione individuale di portafogli consulenza in materia di investimenti Imprese di investimento: società di intermediazione mobiliare (SIM), imprese di investimento comunitarie ed extracomunitarie Profili patrimoniali e reddituali delle SIM di servizio Prestano attività per conto terzi (brokeraggio, collocamento, gestione individuale). Il ricorso al debito è moderato in quanto l’attivo è a lungo termine.
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