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Elisabetta Paltrinieri: la spagna letteraria, dalle origini al secolo 13, Sintesi del corso di Letteratura Spagnola

in queste pagine si tratterà del contesto storico e letterario della spagna dalle origini, quindi dalla prima presenza degli iberi e dalla nascita della lirica primitiva, fino al secolo 13 in cui si tratterà del nucleo lirico gallego-portoghese, dell'opera alfonsina, della lirica tradizionale castigliana e dei "debates"

Tipologia: Sintesi del corso

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Caricato il 17/04/2021

isabellefritzenwalden
isabellefritzenwalden 🇮🇹

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Scarica Elisabetta Paltrinieri: la spagna letteraria, dalle origini al secolo 13 e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Libro Paltrinieri riassunto : dalle origini al secolo 13 Capitolo 1. Dalle origini al secolo XI Prima della conquista romana la Penisola Iberica è popolata dagli iberi ( pop. Di origine nord- africana). Nel VII secolo a.C arrivano i Celti e questo porta alla creazione della popolazione dei Celtiberi. In Andalusia e in Portogallo meridionale c’era la popolazione Tartesia e sulle coste meridionali e orientali Greci e Fenici. Nel 3 secolo a.C c’è la guerra Punica e la vittoria dei Romani porta a fare della Spagna una colonia ma solo nel 197 a.C la penisola verrà divisa nelle province di ULTERIOR e CRITERIOR. All’inizio la colonizzazione vive un periodo di difficoltà nella Meseta e nella Numantia ma si arriverà alla completa romanizzazione del I secolo d.C con l’introduzione del Cristianesimo e nel 212 d.C verrà concessa la cittadinanza romana. Nel 409 assistiamo all’invasione dei Vandali, Svevi e Alani i quali vengono respinti dai Visigoti i quali per questo motivo acquisiscono potere sulle zone della Meseta e fanno di Toledo la loro capitale mentre le zone del sud bizantine mantengono indipendenza. Un’ altra componente importante è incarnata dagli Ebrei i quali hanno un rilievo economico importante e un peso pari a quello della nobiltà e inoltre sfuggono al controllo dei proprietari terrieri. Si generano quindi attriti e persecuzioni anche a causa della loro religione e per questo motivo supporteranno l’invasione musulmana del 711. Venne accettata abbastanza bene perché concedeva autonomia locale e si mostravano tolleranti verso i Cristiani anche perché non volevano perdere i contributi che pagavano. Infatti Si crea una divisione tra Muladíes (accettano la relig. Musulamana) e Mozárabes (non l’accettano ma mantengono comunque autonomia). I cristiani ribelli sono stanziati al nord, e nel 9 sec il re Ferdinando I con i suoi eserciti inizia ad occupare i territori arabi e anche qui si crea una distinzione: Mudéjares (non si convertono) e Moriscos (si convertono al Cristianesimo). Nel 929 nasce il Califfato di Cordova che rappresenta il culmine dell’Islam spagnolo e una grande fioritura culturale (arrivano dall’oriente testi di ogni tipo e si crea la Biblioteca di Palazzo e si viene a conoscenza dei testi di Aristotele ed Euclide). Tuttavia ci sono dei conflitti…quindi nascono dei piccoli regni “Los reinos de Taifa” che indebolisce la gallego-portoghese; catalano-provenzale; castigliano. Ci sono delle coincidenze (arabo-andaluso, gallego-portoghese, castigliano) soprattutto per quanto riguarda le HARGA, CANTIGA DE AMIGO, VILLANCICO DE AMIGO. Gli elementi comuni riguardano il contenuto ( amata che si lamenta per la perdita o l’assenza dell’amato), la presenza di un confidente che sia una persona o un essere come un fiume, temi come quello della romería e dell’albada (alba), motivi comuni come il fiume luogo ideale per l’incontro amoroso, e struttura strofica cioè il ritornello iniziale presenta una struttura parallelistica, cioè vengono ripetute le stesse idee con parole diverse oppure vengono ripetuti certi versi. HARGE MOZAMBICHE= Tra il XI e X secolo un poeta di Cabra creò una lirica innovatrice rispetto a quella classica araba la MUWASSAHA i quali hanno versi brevi, strofe a rima variata e nell’ultima strofa l’inserimento di versi scritti in grafia araba ma nel volgare dei Cristiani i quali costituiscono la harga ( si tratta più che altro di mozarabico, quella lingua volgare romanza parlata dai cristiani in territorio arabo) il cui contenuto parla più che altro del lamento della donna per la perdita o l’assenza dell’innamorato. A cosa servivano? Da appoggio ritmico e rimico all’intero poema. La muwassha era formata un preludio e da 5/7 strofe suddivise in due parti: la parte della MUDANZA dove cambiava la rima in ogni strofa e la parte della VUELTA dove la rima rimaneva sempre la stessa. A causa della scoperta di questi poemetti si sono scatenati interrogatori come: se le harge siano il riflesso di una cultura romanza ancora più antica, se si tratti di lirica popolare, se i temi sono arabi o europei, se le harge siano preesistenti o opera dei poeti che le inseriscono delle muwasshe, c’è chi sostiene una posizione o l’altra. Ci sono alcuni fattori che dimostrerebbero che le harge sono canzoni liriche indipendenti preesistenti alle muwasshe. E ci sono diversi fattori che lo dimostrano come per esempio il fatto che la harga sia quasi un elemento estraneo al poema, anzi, quasi opposto; oppure la sua ripetizione in diverse muwassha; l’arcaismo del linguaggio. Le harge romanze si differiscono notevolmente da quelle in arabo dialettale che si riferiscono ai principali topici della lirica araba classica. Se le harge fossero opera degli stessi autori arabi presenterebbero un codice diverso così come avviene nelle harge dialettali. Le harge quindi costituiscono la più antica poesia lirica in ambito europeo, sono anteriori di un secolo alla lirica provenzale. Chi sono i Juglares: fanno iniziare la letteratura castigliana, sono dei menestrelli itineranti che si muovevano di paese in paese cantando composizioni liriche o guerresche accompagnati da strumenti o da una serie di giochi o balli. Quella dei juglares non è una poesia scritta ma si basa sulla comunicazione orale e si può dire che avessero una funzione sociale in quanto mettevano a conoscenza il popolo di certi avvenimenti e rappresentavano per esso un momento di svago, di divertimento, attraverso il racconto di eroi presenti o passati, leggende, canzoni che piacevano per il loro sentimentalismo. Le loro narrazioni sono di gestas, ossia di fatti, avvenimenti…quindi essi narravano cantares de gesta che coincidono con la definizione di epica. La loro poesia viene definita popolare in quanto doveva soddisfare le esigenze del popolo. CI sono juglares che vennero sottoposti personaggi considerati attori di un unico dramma, e l’apertura spaziale in quanto il luogo dell’epica spagnola è un luogo unitario, non c’è una differenziazione del luogo degli spagnoli e il luogo in cui vivono altri popoli. Un altro elemento che differenzia l’epica spagnola da quella francese è che qui vengono narrate storie di alleanze, scontri causati dalle passioni che nascono in seno ad una famiglia mentre nella cultura francese si tende a sublimare le relazioni interpersonali, soprattutto quelle famigliari. Suddivisioni tematiche e temporali: A parte il Cantar del mio Cid e un frammento del Cantar de Roncesvalles molti poemi epici enteriori al 14 secolo sono andati perduti a causa della loro trasmissione orale, oppure di essi abbiamo solo qualche testimonianza. Sulla base di queste testimonianze possiamo dividere l’epica castigliana in 3 cicli: ciclo dei conti di Castiglia, ciclo della Condesa traidora, ciclo del Cid, ciclo francese. Cronologicamente facciamo un’altra distinzione: Epoca primitiva(fino a metà 12 sec). Poemi perduti dei quali abbiamo solo qualche nozione. Temi trattati sono legati a tragedie familiari, a dispute in seno ad esse, e leggende. Abbiamo per esempio il Cantar de los infantes de Lara, in cui si parla di tragedie interne ad una famiglia, il marito che vuole vendicare l’offesa recata alla moglie, l’uccisione degli infantes e il desiderio di vendetta (è una leggenda essenzialmente storica). Poi abbiamo il Cantar de Sancho y El cerco de Zamora che parla delle dispute di Sancho e dei suoi fratelli in cui interviene anche un sanguinoso scontro, mentre il conde Fernan Gonzalez è andato perduto. Per quanto riguarda la Condesa Traidora il conflitto avviene intorno non a gruppi rivali ma tra conte e contessa e le azioni della donna sono mosse da lussuria e ambizione. Epoca d’apogeo: (12 e metà 13 sec). Poema del mio Cid, Roncesvalles, Bernardo del Carpio. Questi cantares continuano ad essere sobri nell’uso della fantasia e nel raffigurare un eroe sempre umano anche se più avanti con l’intensificarsi degli incontri tra juglares francesi e spagnoli anche nell’epica spagnola verrà ad aggiungersi qualche carattere fantastico. Epoca di prosificazioni (fino alla prima metà 14 sec) Epoca di decadenza: ( seconda metà 14 fino agli inizi del 15) iniziamo a vedere la profusione di più elementi fantastici. Con le Mocedades de Rodrigo abbiamo la fine dell’epica romanza medievale spagnola la cui materia epica venne ripresa per varie vie nella letteratura spagnola. CAPITOLO 2. Il secolo XII I primi successi Cristiani ottenuti in particolar modo con Alfonso VI e il Cid scatenano una controffensiva musulmana caratterizzata dall’invasione dei Almoravidi. Si tratta di una sorta di crociata islamica in cui essi sbaragliano l’esercito di Alfonso VI e rifanno l’unità politica della Spagna musulmana dal Tago all’Ebro, ad eccezione di Toledo che era in mani cristiane. Verso la metà del secolo 12 abbiamo un’altra invasione, quella dei Almohaidi, propugnatori dell’unità di Dio. Anche il processo di Reconquista assume agli occhi del papa la caratteristica di crociata, tant’è che da tutta Europa affluiscono combattenti spinti dallo spirito religioso e si formano così gli ordini militari di Santiago, Calatrava e Alcántara. ( tuttavia la dominazione araba non fu così Valore storico e realistico del poema: per quanto riguarda il valore storico vediamo che il poema segue passo a passo gli avvenimenti, non c’è niente di fantastico o di esagerato. Il poema assume valore di documento di quel periodo storico perché quasi tutti i personaggi menzionati sono realmente esistiti, così come il nome di luoghi geografici e l’esattezza con cui vengono presentate i costumi, vestiti, armi. Certo è che esistono anche episodi fittizi ma essi hanno una valenza puramente poetica. Per esempio, dato che il Cid è un eroe modello non può avere altro avversario che il non-modello. Oppure il fatto che appaia l’angelo Gabriele in sogno serve per avvisarci del fatto che egli è ben protetto dalla Provvidenza. Insomma sono tutti elementi che servono per mettere in evidenza l’eroe, il su percorso ascendente di vita. Per quanto riguarda il realismo esso è visibile nella caratterizzazione dei personaggi e in quella dell’eroe. Egli è un uomo generoso capace di sorridere ma anche di piangere, realizza imprese eroiche che rientrano nelle capacità umane, è toccato da sentimenti umani come l’amore per la moglie e per le figlie, è leale ma è anche capace di ricorrere all’inganno se necessario. Insomma ci viene presentato come un essere umano che tocca l’abisso della sofferenza ma che sarà in grado di risalire. Il tema centrale del poema non è l’esaltazione dell’eroe nazionale e del campione della Cristianità ma un piccolo nobile che cade e deve risalire con le proprie forze. Anche la guerra che intraprende contro gli arabi non ha motivi di esaltazione religiosa ma è semplicemente data dalla dura realtà dell’esilio. Questo poema ebbe immediata fortuna ma la sua vera riscoperta si ebbe nel 19 secolo e questo interesse è andato crescendo fino ai giorni nostri, arrivando anche nella poesia di Pedro Salinas e di Cela. Altri poemi epici: Bernardo del Carpio di cui esistono due versioni molto diverse tra loro, e Il Roncesvalles di cui anche di questo sono pervenuti diversi frammenti, anche se scarsi (doveva avere 5000 versi). La lirica: “El cancionero”. Si tratta del secondo polo su cui si sono concentrati gli studi sulla lirica ispano-araba. Il suo autore è Ben Quzman. Molto importante è la sua forma strofica, lo zagal (zéjel) costituito da un ritornello iniziale seguito da 3 versi monorimi e poi da un verso di ritorno e nuovamente un ritornello. Lo zagal ha una struttura simile a quella della muwassha ma se ne differenzia perché essendo monolingue non ha la harga, quindi dei versi in volgare, tuttavia anch’esso presenta contaminazioni. Ci sono alcuni elementi non riguardanti la lirica araba come i temi dell’albada, insomma ci sono delle mescolanze dovute all’origine geografica di queste opere (Andalusia) , ci sono coincidenze con la lingua romanza. I debates: è un genere affine a quello della tenzone. La loro drammaticità ha fatto si che essi siano spesso considerati il primo genere di rappresentazione teatrale. Una di queste opere che ci vengono tramandate sono per esempio “ Disputa del alma y del cuerpo” in cui l’anima e il corpo di un defunto si scontrano incolpandosi a vicenda dei suoi peccati. IL TEATRO: due fonti per quanto riguarda l’origine della drammaturgia, la lirica e la liturgia cristiana. Per quanto riguarda la poesia non è detto che si stabilisca una linea diretta tra essa e la rappresentazione drammatica mentre per quanto riguarda l’origine liturgica è innegabile la loro importanza. Alcuni dialoghi dei testi liturgici man mano acquisiscono una La scuola dei traduttori di Toledo: Nonostante gli incontri e gli influssi tra la cultura araba e cristiana fosse avvenuta prima della nascita della scuola dei traduttori di Toledo, l’apice dell’influenza musulmana di ebbe con la conquista di Toledo avvenuta per opera di Alfonso 6. Infatti dopo la conquista la città diventa un crogiolo di culture diverse cioè araba, ebrea e cristiana dove gli intellettuali si impegnano nella traduzione dall’arabo della scienza greca per la sua diffusione in Europa. Lo sviluppo di questa attività di traduzione abbraccia 3 periodi. Innanzitutto la scuola viene fondata dall’arcivescovo Raimundo e la prima personalità eminente della scuola fu Pedro Alfonso, intorno al quale si riunisce il primo periodo di traduzione. Il secondo momento invece vede come figura di spicco Juan de Sevilla. Si tratta del momento più confuso e meno uniforme ma anche quello più interessante per la varietà di opere tradotte. L’ultimo periodo è invece dominato dalla figura di Gherardo da Cremona. Grazie alla grandissima mole di traduzioni fatte si può dire che la maggior parte della scienza orientale sia stata tramandata in Europa, ed è proprio grazie a lui che l’Europa inizia ad interessarsi ad Aristotele e alla filosofia. Per quanto riguarda la tecnica utilizzata nelle traduzioni nei primi due periodi vediamo che ci sono due traduttori: uno ebreo o arabo e l’altro cristiano, Gherardo da Cremona invece elimina uno dei due traduttori e la lingua intermedia. Qual è in fin dei conti il contributo dato da questi traduttori? Aver fatto conoscere in europa non solo la scienza orientale ma anche quella classica e greca. CAPITOLO 3: gli inizi del 13 secolo inaugurano un secolo di grandi avanzamenti cristiani da nord verso sud, tant’è che il dominio musulmano si riduce al regno di Granada. Questi ampliamenti territoriali aumentano il potere e le ricchezze delle monarchie cristiane. Ferdinando III distribuisce terre ei nobili che lo avevano aiutato nell’impresa inoltre la sollevazione dei contadini musulmani e la loro espulsione fanno si che molte terre passino nelle mani della aristocrazia del nord. Per quanto riguarda l’occupazione di Valenza, la maggior parte del territorio conquistato viene popolato da cavalieri catalani i quali si adattano al metodo di coltivazione dei musulmani e si portano a dietro un certo spirito democratico che fa si che doti la regione di un sistema di governo autonomo. Tutto questo permette uno sviluppo notevole. Nel mentre il regno cristiano d’Aragona conquista la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, cioè isole importanti in contesto mediterraneo. La Castiglia si afferma come centro culturale e sviluppa ancora più la collaborazione tra le 3 civiltà presenti in Spagna (ebraica- araba- cristiana). Tuttavia dal punto di vista economico le condizioni non sono buone e favorevoli, fatto dato anche da una mancanza dell’attività industriale… diciamo che è la componente ebrea che più sostiene la Castiglia dal punto di vista economico. L’ EPICA: al 13 secolo dobbiamo soprattutto la maggior parte delle notizie che possediamo sulla produzione epica scomparsa grazie alla Crónica General, opera alfonsina. Grazie anche alle prosificazioni che ci sono nell’opera di antichi cantares si è potuto ricostruire l’essenziale dell’epopea spagnola. (da ciò capiamo come in Spagna i cronisti regi ci informino sui cantari perduti). La lirica tradizionale: il secondo dei tre nuclei lirici peninsulari è quello che si formò nelle zone che oggi comprendono la Galizia e il nord del Portogallo. Della primitiva produzione non rimase più nulla mentre i testi più recenti ci mostrano una relazione intensa con la Francia. La lirica gallega subì l’influsso dei trovatori che si recavano in pellegrinaggio a Santiago de Abbiamo le Serranillas: esse hanno come protagonista la serrana (montanara) alla quale vengono chiesti favori amorosi. All’interno di queste composizioni possiamo stabilire due modalità differenti: un primo tipo di carattere raffinato e cortese dove avviene un dialogo galante tra la serrana e l’innamorato (influsso pastourelle provenzale), il secondo tipo invece è molto più rude e non galante. La serrana è forzuta e corpulenta e l’elemento erotico è ben presente. I villancicos de amigo: genere più rappresentativo della lirica castigliana, si tratta di canzoni brevi in cui una fanciulla si lamenta dell’assenza o della perdita del suo amato, quindi costituendo un legame con las cantigas de amigo e le harge. Questi villancicos infatti avrebbero una discendenza dalla lirica ispano- araba. Las canciones de amado: che corrispondono alle cantigas de amor perché qui è l’uomo e non la donna a esprimere il suo dolore. Las canciones de boda, de siega (mietitura), e romería. Las canciones de albada, il cui tema è l’amore al sopraggiungere del giorno. Distinguiamo le albadas vere e proprie in cui gli amanti dopo aver passato la notte insieme si lamentano perché al sopraggiungere del giorno devono separarsi, e le alboradas in cui gli innamorati si danno appuntamento proprio al sopraggiungere del giorno. Le somiglianze tematiche e formali creano una relazione tra i 3 nuclei lirici tradizionali iberici. Oltre all’innamorata che si dispera per l’assenza dell’amato un’altra coincidenza che li unisce è la presenza della figura della madre, o temi dell’assenza, della gelosia, dell’insonnia, della morte per amore e infine anche analogie in determinati modi di espressione (cantigas= qué farei?/ harge= qué faré, mamma?). Queste analogie mostrano quindi una parentela tra le 3 tradizioni peninsulari. In particolar modo le harge costituiscono gli antenati più antichi della tradizione gallego-portoghese e castigliana. I debates: agli inizi del 1200 risale la Razón de amor il quale è un poema amoroso-allegorico che narra l’incontro tra il poeta e una ragazza la quale prepara due bicchieri, uno di vino e l’altro di acqua, per il suo amato. Una colomba passa e versando una piccola quantità di acqua nel bicchiere del vino da luogo ai Denuestos, cioè una disputa tra i due liquidi sui rispettivi pregi e difetti. C’è l’ipotesi che si tratti di due poemi uniti da un copista ed essa è avvalorata dal fatto che l’impostazione delle due parti è diversa in quanto la Razon è un poema amoroso mentre i denuestos hanno un forte carattere satirico. Tuttavia questa ipotesi non è ampliamente sostenuta. Per quanto riguarda la tesi contraria ci sono varie ipotesi che le danno valore quali il fatto che ci vogliono giustificazioni molto forti per supporre che si tratti di due testi distinti, inoltre tra le due parti dell’opera c’è una relazione molto importante che è quella della “sete” intesa da una parte come sete di bevande e dall’altra sete sessuale e amorosa. C’è quindi una sintesi importante di due contrari in particolar modo nella necessità mutua di amore spirituale e sensuale. Per quanto riguarda la “Disputa de Elena y María” due donne innamorate discutono sul fatto che sia preferibile l’amore di un chierico o quello di un cavaliere offrendoci una certa caratterizzazione psicologica a seconda dell’amante che difendono. Per esempio Elena che è innamorata del cavaliere si mostra più combattiva e violenta mentre Maria espone i suoi argomenti parlando con arte e mostra un’interiorità più complessa. La
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