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EMILE DURKHEIM-SOCIOLOGIA, Sintesi del corso di Sociologia

EMILE DURKHEIM - Sociologia. Emilie Durkheim, fondatore della prima rivista sociologica, “L’Année sociologique”, ha tenuto il primo corso di Sociologia e Pedagogia, ha definito il primo metodo di studio e ricerca con cui analizzare la società, ha pubblicato la prima ricerca empirica sociologica. Nato a Épinal nel 1858, Émile Durkheim è stato fondamentale, insieme a Max Weber, Georg Simmel, Auguste Comte e Ferdinand Tönnies, nel fondare e istituzionalizzare la sociologia come scienza empirica.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 24/05/2021

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annalisa-gioia-1 🇮🇹

4.5

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Scarica EMILE DURKHEIM-SOCIOLOGIA e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Emile Durkheim Emilie Durkheim, fondatore della prima rivista sociologica, “L’Année sociologique”, ha tenuto il primo corso di Sociologia e Pedagogia, ha definito il primo metodo di studio e ricerca con cui analizzare la società, ha pubblicato la prima ricerca empirica sociologica. Nato a Épinal nel 1858, Émile Durkheim è stato fondamentale, insieme a Max Weber, Georg Simmel, Auguste Comte e Ferdinand Tönnies, nel fondare e istituzionalizzare la sociologia come scienza empirica propria, separata dalla psicologia a cui invece precedentemente faceva capo. Vive in Francia in uno dei momenti più caotici e turbolenti, dalla fine della guerra franco-prussiana (nascita della terza repubblica) fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Forse è proprio questo momento di grande caos alla base della vocazione di Durkheim di trovare degli elementi di stabilità all’interno della sociologia e di creare una disciplina che contribuisca alla creazione di elementi di ordine all’interno di una società così travagliata. Per lui la sociologia era quindi una disciplina a servizio della società, mezzo per migliorare la vita in collettività. La prima grande opera di Durkheim è La divisione del lavoro sociale (1893), all’interno della quale si interroga su come sia strutturata la società nel suo insieme e su come essa si trasformi. Il punto di partenza è chiedersi come sia nata la società. All’epoca una spiegazione molto diffusa era quella “utilitaristica”, ovvero che alla base della società ci sia un contratto nato da necessità utilitaristiche (Rousseau). Secondo Durkheim questa impostazione è sbagliata perché per poter stilare un contratto, la società deve già esistere, in quanto, il contratto è qualcosa di sociale e non può essere pre-sociale. Banalmente per stilare un contratto bisogna poter capirsi, avere un linguaggio comune e questo è già un elemento sociale. Durkheim premette che bisogna distinguere tra società primitiva e contemporanea in quanto i motivi alla base della loro esistenza sono diversi, senza però abbracciare l’idea di Marx che la storia proceda per salti. La società primitiva è il punto di partenza e quella contemporanea è il punto d’arrivo. Si potrebbe definire la solidarietà come il collante di una società. Nelle società primitive Durkheim distingue una solidarietà “meccanica” e ritiene che nella società contemporanea esiste una solidarietà “organica”. La solidarietà meccanica è alla base di una società primitiva che ha come caratteristiche: bassa divisione del lavoro a causa di attività poco differenziate tra di loro. La società primitiva è una società sedimentaria, costituita da un insieme di gruppi isolati che non intrattengono rapporti tra di loro. Durkheim definisce questo tipo di società semplice o segmentaria. In assenza di divisione del lavoro e di proprietà privata, non esiste quindi differenza tra gli individui: le coscienze degli individui tendono a differenziarsi scarsamente le une dalle altre. Certamente, gli individui hanno la percezione di essere entità fisiche distinte tra di loro, ma i contenuti del loro pensiero, proprio per la scarsa diversità delle mansioni e per la forza dei vincoli materiali che li uniscono, sono scarsamente individualizzati. Solidarietà meccanica significa, quindi, che gli individui nella società primitiva stanno insieme in quanto simili. Il motore di cambiamento tra un tipo di società all’altra è il progressivo aumento della popolazione. Un aumento di questa porta con se la densità dinamica o morale, ovvero i contatti tra le persone. Il maggiore contatto tra soggetti diversi porta alla nascita della divisione del lavoro, in quanto secondo Durkheim essa avviene in maniera complementare (specializzarsi in campi diversi) e la sua ragione è il tentativo è quello di ridurre le occasioni di conflitto. Il passaggio tra una società all’altra implica anche il cambiamento del diritto. Nella società primitiva si ha un diritto di tipo repressivo (di tipo penale) mentre nella società contemporanea si parla di un diritto restitutivo (di tipo amministrativo). Durkheim ritiene la divisione del lavoro anomica. L’anomia è la principale patologia che caratterizza la società contemporanea, il riferimento non è alla mancanza di norme giuridiche bensì alla mancanza di norme morali. La divisone del lavoro per funzionare bene (per elemento di coesione della società e non di conflitto) dovrebbe essere tale da rispettare quelle che sono le caratteristiche degli individui. Sono due le opere in cui Durkheim affronta la questione del metodo: Le regole del metodo sociologico (1895) e Il suicidio (1897). Durkheim avverte la necessità di distinguere il metodo della sociologia da quello della filosofia. La differenza fondamentale sta nel fatto che la filosofia sia caratterizzata da un metodo deduttivo, viceversa la sociologia deve essere caratterizzata da un metodo induttivo. La filosofia quindi parte da un principio generale per trarne delle conseguenze particolari. Invece, la sociologia vuole partire dalle manifestazioni del principio (osservazione sistematica della realtà) per risalire al principio stesso. Secondo Durkheim il compito specifico della sociologia è studiare e spiegare il fatto sociale. Questo può avvenire secondo una spiegazione causale (limitarsi a spiegare il motivo della manifestazione del fatto sociale) oppure in base a una spiegazione funzionale (interrogandosi sulla funzione e utilità del fatto sociale in esame). Le due tipologie di spiegazione sono quindi tra di loro molto diverse, ma non bastano per fornire una spiegazione adeguata del fatto sociale: Durkheim ci dice che un fatto sociale si spiega con un altro fatto sociale antecedente. Questa definizione sottintende che i fatti sociali siano indipendenti dal volere dei singoli individui. Durkheim insiste sulla necessità di considerare i fatti sociali come cose, in quanto simili alla realtà naturale, e quindi con caratteristiche non riconoscibili direttamente tramite l’intuizione e che non possono essere plasmati dalle singole volontà degli uomini. Identificare il fatto sociale come una cosa, significa per lo studioso francese, imporlo come sinonimo di qualcosa che non può essere modificato facilmente dalla volontà umana e che non si spiega a partire dalle coscienze e azioni degli individui. Viene quindi introdotto il principio dell’oggettività: le cose infatti possiedono una realtà indipendente dalla volontà umana, sono conoscibili soltanto a posteriori e osservabili solo dall’esterno. Dalla definizione di fatto sociale, emergono tre tratti distintivi: Generalità, Esteriorità, Coercizione. 1. Generalità significa che il fatto sociale è significativo, vale tendenzialmente per tutti gli appartenenti ad una specifica società di un dato momento storico. 2. Esteriorità: il fatto sociale è esterno all’individuo cioè ha una vita che è indipendente rispetto a quella del singolo, concretamente noi nasciamo in una società dove esistono fatti sociali, i quali continueranno ad esistere anche dopo la mia morte, cioè i fatti sociali sono dipendenti da ogni singolo individuo. 3. Coercizione: il fatto sociale pone dei vincoli all’individuo, condiziona l’azione dell’individuo, l’individuo può sfuggire al condizionamento, con uno sforzo e pagando il prezzo. Sono dunque fenomeni sociali che non si possono spiegare ricorrendo all’analisi di molteplici casi singoli e psicologici ma sono il risultato delle interazioni umane e si possono spiegare solo a partire
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