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Èmile Durkheim sociologia, Appunti di Sociologia

appunti sociologia e ricerca sociale

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 22/12/2019

omnia-abdel-rahman
omnia-abdel-rahman 🇮🇹

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Scarica Èmile Durkheim sociologia e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! DURKHEIM Domanda di fondo: cosa tiene unita la società? Ora prendiamo in considerazione il suo primo grande testo che è “LA DIVISIONE DEL LAVORO SOCIALE”. Un libro scritto nel 1893 ed è il primo libro in cui la sua teoria inizia a costituirsi. Qui ce un primo tentativo di dare una risposta alla sua domanda. La sua risposta è un termine: la solidarietà. Questo è un primo concetto, una prima approssimazione alla risposta. Quando la sua teoria viene più studiata arriva ad un altro termine: integrazione sociale. Nel 1893 però non ci era ancora arrivato ed usava il termine solidarietà. È importante perché si interessa alle società moderne, che sono il suo tema principale (società che trasforma l’uomo più delle società precedenti). Parla delle varie società dal punto di vista della sua domanda Perché ritiene che ci sono diversi modi di tenere unita la società. In ogni società c’è un tipo di solidarietà differente. Secondo lui sono sostanzialmente due tipi: • Sostiene che quando in una società c’è poca divisione del lavoro, ci sono pochi lavori che tutti più o meno sanno fare (come una tribù di persone che vanno a caccia, a pesca, a raccogliere frutti e radici, lo san fare tutti, non c’è una vera divisione del lavoro. L’unica vera divisione è quella fatta dalla natura, che le donne fanno figli e di conseguenza si ha un’organizzazione per la quale non va a caccia. Sulla base di questa particolarità c’è una divisione dei ruoli. Anche qui c’è una piccola divisione del lavoro, consideriamo gli stregoni per esempio, che è specializzato in ciò che fa) queste sono società con scarsa divisione del lavoro. in queste società dove più o meno tutti sanno fare tutto, Durkheim dice che qui esiste una forte coscienza comune e spiega bene questo concetto. Questo perché siccome ci sono pochi lavori, le esperienze delle persone sono tutte uguali e quindi anche il loro modo di pensare non è molto differente tra i vari individui. in queste società dire che ce coscienza comune significa dire che il modo di pensare della società, è più importante delle idee dei singoli individui, sono società di tipo collettivo perché avendo la coscienza comune, le persone si sentono uguali tra loro. Ciò che conta sono le esigenze della società nel suo complesso (esempio l’Antico Egitto era organizzato cosi). In queste società le finalità del singolo (non è corretto dire individuo) era quella di fare ciò che la società richiedeva a loro. Anche oggi è un po’ così perché ci sono società (quelle poco complesse) dove l’individuo conta poco, non ci sono diritti individuali come quelli proclamati in Europa o negli Stati Uniti. Ci sono delle famiglie e il bene del villaggio e della famiglia, conta più della persona. I valori individuali sono poco importanti, si tratta di persone che solitamente accettano di più ciò che gli viene detto dall’alto (dalla tradizione, dall’alto chi ha più potere)→ autonomia dell’individuo molto debole Possiamo fare riferimento ai matrimoni: siamo abituati che le persone si innamorano e poi si sposano. Ma in altre parti del mondo sono i genitori che scelgono chi sposare. Vediamo che quindi la comunità ed in questo caso i genitori, fanno un “contratto” ed i ragazzi si sposano. Se lo dicessero a noi, ci ribelleremmo. Questo è però il risultato di un processo storico che è incominciato di più in Europa che nel resto del mondo. Scarsa divisione del lavoro→ finalità del singolo destinate alle finalità dell’intera società. Dice che l’individuo non appartiene a sé stesso. In questi casi abbiamo società dove la personalità collettiva assorbe la personalità individuale. Non ci sono diritti personali, separati dagli altri diritti. Succede non solo nelle società con poca divisione del lavoro, magari si sono evolute, c’è una società moderna economica ma ha ancora tradizioni poco individualistiche. Le chiama società con la solidarietà meccanica perché le immagina come una società piena di ingranaggi meccanici. Dice che il senso di questa frase è che in queste società ogni singola persona è un po’ come una piccola rotella dentro il grande meccanismo della società. Se una si rompe, s sostituisce perché non c’è una vera differenza (se qualcuno non ha più la forza di cacciare, lo fa qualcun altro, come per ogni altra cosa) le persone sono interscambiabili. In queste società se qualcuno non fa bene la sua parte, non rispetta le regole della società, le sanzioni sono molto forti. Sono società molto severe perché qui le finalità comuni che sono molto più importanti di quelle del singolo, se il singolo fa qualcosa che non va bene, le punizioni sono molto gravi, perché ogni cosa che il singolo fa diversamente da ciò che impone la società, viene considerata un affronto e un’offesa a tutti gli altri. Per questo ci sono pene molto severe. Anche se uno fa una piccola sciocchezza, incorre al diritto penale (diritto civile si pagano multe, diritto penale si finisce in prigione), in alcune società ci può essere addirittura la pena di morte. In queste società chiunque sbaglia viene punito con forme di violenza. Ciò che è scritto nella Bibbia abbiamo il principio “occhio per occhio, dente per dente” ed era una società meccanica, per punire i comportamenti devianti (che non seguono la norma) • Società moderne quelle più complesse, forte divisione del lavoro dove c’è un altro tipo di solidarietà. Parla di solidarietà organica. Significa che la società non è vista come un orologio con gli ingranaggi, è vista come un grande corpo, dove ci sono organi differenti. In queste società c’è una forte differenziazione del lavoro. Oggi ci sono migliaia di lavori diversi, differenziazione molto approfondita del lavoro (Antico Egitto circa 100, prima nelle società antiche erano 2 o 3). Le persone fanno lavori diversi tra loro e questa diversità porta una spinta individualizzante. Diventa essenziale quello che le persone fanno. Tanti lavori diversi producono tanti individui diversi. Forte orientamento di tipo individualistico. Le regole sono molto spesso di diritto civile: le leggi in queste società sono diverse. Durkheim racconta che nelle società antiche e in quelle moderne molto simili a quelle società meccaniche, le regole dicono come le persone devono vivere, non cosa è proibito. 2500 anni fa ad Atene cerano leggi che dicevano che le donne dovevano pettinarsi in un determinato modo, se lo facevano in modo differente era un reato, perché andavano contro l’ordine della società. C’era anche la regola che se andava in viaggio la donna non poteva prendere più di tre vestiti, altrimenti era un reato. A sparta gli uomini dovevano fare la barba in un certo modo, se non lo facevano era punito. Possiamo dire che nelle società a solidarietà meccanica tutto è proibito, tranne ciò che le persone sono obbligate a fare (ordinamento che oggi diremmo autoritario di concepire la vita) Nelle società moderne tutto è consentito e libero, tranne quelle cose che vanno contro alle leggi. Questi sono esempi estremi, ci sono altre società dove si vedono sfumature, in alcune l’autorità del padre non si può contrapporre, l’individualismo è meno forte. Questi modi per comprendere la società, a Durkheim non basta perché vuole rappresentare che anche i nostri comportamenti più intimi, legati alla singola persona, noi li possiamo spiegare nel modo migliore attraverso i vari tipi di solidarietà. Sostiene che la solidarietà (questo legame che ci tiene uniti) non è una cosa razionale, è una forza irrazionale che ha a che fare con le nostre emozioni, con il nostro piacere di stare tutti insieme. Qui si ha a che fare con dei sentimenti emotivi, poco razionali e sono cose che fondano anche le nostre concezioni della morale. Il senso di appartenere ad una società è un sentimento di appartenenza che non è razionale (anche sentirti parte di una squadra…). Prende in considerazione un fenomeno individuale che è quello del suicidio nel 1897, scrive un libro che si chiama il suicidio. La sfida di questo libro è che vuole dimostrare che anche una cosa così intima ed individuale, la persona porta con sé il proprio mistero. La sua sfida è dimostrare che anche questo si spiega in termini sociali e di solidarietà. Qui introduce il concetto nuovo di integrazione sociale. Questo testo importante viene usato spesso anche negli esami e nelle interrogazioni di sociologia perché spiega in modo perfetto. Lui inizia a dire che interessa non tanto l’aspetto psicologico della singola persona, a Durkheim interessa il tasso di suicidi che c’è in una società. Lui inizia facendo vedere una cartina dell’Europa a fine 800 e risulta che ci sono paesi i cui la gente si suicida tanto e in altre poco. Ciò non accade in u momento preciso, è sempre così. • Possiamo veramente ire che il suicidio riguarda problemi personali se vediamo che in Svezia ci sono tanti suicidi e in Spagna pochi? La prima osservazione è dire che evidentemente in realtà ci sono cause sociali del suicidio, dovute al faccio che le società sono differenti. • Prendiamo i dati di suicidio nell’esercito francese. Il tasso di suicidi era sempre lo stesso. Cosa è che spiega questo fenomeno del suicidio? Concetto fondamentale per la metodologia di Durkheim: VARIAZIONE CONCOMITANTE. Anche la famiglia contribuisce alla spiegazione. L’approccio è sempre quello di vedere la famiglia come un’istituzione che crea integrazione sociale, una grande famiglia, il singolo sente una forte responsabilità. Un padre di molti figli prima di suicidarsi ci pensa molte volte e questa presenza di legame della famiglia è una forte difesa contro il rischio del suicidio. Lui fa una ricerca, va a vedere negli uffici anagrafe quando compare un caso di suicidio, come era la religione o la famiglia (piccola o numerosa). Quando una persona ha molti figli, i suicidi appaiono bassi, quando ci sono pochi figli sono un po’ di più e chi è solo e non ha figli, aumenta a dismisura. Se confrontiamo vedovi e vedove, i maschi hanno un alto tasso di suicidio, tra le donne no. Capiamo le cause: le donne riescono a conservare una vita sociale più ricca anche quando sono da sole, rispetto a quelle degli uomini. Ad esempio, per gli uomini lo shock di passare da una vita di lavoro, alla pensione, è un passaggio drammatico. Per le donne invece c’è quasi sempre una vita sociale anche al di fuori del lavoro. Inoltre, hanno fatto una statistica di quante parole dicono quotidianamente le donne e quante gli uomini: le donne parlano nove volte di più al giorno rispetto agli uomini. È un indicatore di competenza sociale. Di nuovo la tesi è confermata. Dal punto di vista dello STATO Quando c’è l guerra, il tasso di suicidio si abbassa moltissimo. La guerra ci mette di fronte ad un nemico comune e dunque tutti, i Francesi in questo caso, sentono il dovere di essere più uniti e avere questa maggiore integrazione sociale. Ogni persona pensa di essere utile alla patria, cosa che in tempo di pace non accade. Le persone più ricche e con conoscenze culturali più ampie, si suicidano più di quelle povere e con conoscenze culturali più basse. Il suicidio egoistico lo troviamo ogni volta che prevale il sé. SUICIDIO ALTRUISTICO Il suicidio altruistico per certi versi è un fenomeno che non richiede molta interpretazione. - Lui porta l’esempio del capitale della nave che rimane sulla nave, aspetta che tutti scendano e solo a quel momento scenderà e cercherà di salvarsi. Sa che deve aiutare gli altri. - C’era la figura di Salvo d’Acquisto che si prese le colpe dicendo che era stato lui ad uccidere alcuni generali tedeschi. Lui viene considerato un eroe perché decise di morire per il bene di altri. Ciò perché i tedeschi avevano deciso che se non avessero detto chi li avesse uccisi, loro avrebbero ucciso 10 italiani ogni 1 tedesco morto. - Pensiamo ad un Samurai che dopo una sconfitta si uccide. Lui non lo fa per qualcuno, ma dice che è un suicidio altruistico obbligatorio. - Un altro esempio, nell’antico Egitto, quando il faraone moriva, tutti i suoi servi, dovevano morire. Perché? Non c’era motivo ma si faceva cosi. - Un altro esempio che è quello che discute di più. C’era la tradizione che le vedove in India, quando il marito moriva, veniva bruciata la bara e anche lei doveva morire bruciata. - Anche in Europa, se un ufficiale dell’Esercito, in guerra dimostrava di essere pauroso, perde a sua reputazione. Tutti si aspettano che si uccida, perché non ha rispettato il codice dell’onore del militare. - Nella Sicilia centrale, c’è un dialetto siciliano diverso dagli altri, e lì una donna vedova dicono sia una donna cattiva (cattiva deriva dal latino captiva, cioè prigioniera). Prigioniera in casa perché non c’è più un uomo che la porta in giro. La persona non muore ma è prigioniera. Fino a 100/150 anni fa era così. - Anche a Palermo, c’è un tratto di strada sul mare che la chiamano “la passeggiata delle cattive” riservata alle vedove che a volte e facevano uscire e poi dovevano tornare subito a casa. Il suicidio altruistico, avviene obbligatoriamente e non c’è nessuno che guadagna qualcosa, non è per aiutare gli altri. Secondo Durkheim era un suicidio tutto ciò era un suicidio altruistico, ma cosa c’ è di altruistico? Il fatto è che la tradizione vuole ciò. Se non viene fatto si considerano quelle persone senza principi, che non hanno il diritto di vivere con gli altri e sono una vergogna per l’intera città. Quando l’integrazione sociale è molto forte, ci sono situazioni in cui la tradizione e la società, vuole che la persona muoia. SUICIDIO ANOMICO L’anomia è la mancanza di norme condivise, quando manca un orientamento condiviso. Il suicidio anomico è molto simile a quello egoistico ma allo stesso tempo è opposto. Abbiamo l’ego che si stacca dal resto della società e rischia di essere soggetto al suicidio in momenti di crisi. In questo caso è la società che si allontana dal singolo. Ciò accade quando una società si trasforma molto rapidamente. Quando, per esempio, ci sono crisi economiche e c’è impoverimento o quando si diventa molto ricchi improvvisamente. -Un esempio può essere la Cina, che in soli 30 anni, delle persone abituate a vivere semplicemente, si ritrovano in un mondo modernissimo. Le singole persone devono fare uno sforzo incredibile, come i contadini che devono adattarsi all’innovazione, all’industria. Quando c’è un cambiamento talmente veloce che non tutti riescono a stare al passo, chi riesce a cambiare e ad adattare velocemente la propria vita e chi no, soprattutto coloro che hanno poca cultura. Quest’ultimi non si sentono più nel mondo, perdono l’orientamento. I loro valori tradizionali non li accetta più nessuno, i valori nuovi non riescono a capirli, quindi sono in una situazione di anomia. È proprio in questa situazione che alcune persone sono talmente in crisi che si suicidano. -Un altro esempio è la Germania dell’est dopo la caduta del muro di Berlino. Persone che dalla sera alla mattina si sono ritrovate in un paese con altre leggi, abitudini, modelli di vita quotidiana; molte persone si sono suicidate perché non riuscivano a trovare il loro posto nella società. COSA VUOLE FARE DURKHEIM A fronte di questo problema, fa due proposte utili per diminuire il numero di suicidi in Francia e in Europa. Facendo un punto della situazione dice: il mondo della religione continua in questi Paesi continua ad esercitare integrazione sociale. Nella famiglia le cose funzionano bene, produce integrazione sociale. Il punto debole è il mondo dello stato e dell’economia, dove le forze di integrazione diminuiscono 1° principio→ aumentare l’educazione delle persone, far crescere la consapevolezza di vivere in un paese democratico con libertà, uguaglianza e solidarietà (i tre principi della Rivoluzione francese) 2° principio → propone di introdurre di nuovo le corporazioni= gruppi di persone che nel Medioevo facevano lo stesso lavoro. Vede che nelle società moderne c’è troppo conflitto con le classi, per questo motivo vuole far le varie corporazioni. Questa formula in realtà è stata poi usata di nuovo dai fascisti, da Mussolini. Siccome voleva bloccare i tentativi degli operai di avere condizioni di lavoro migliori e difendeva i capitalisti, introduce le corporazioni per far capire che non erano in guerra contro loro, ma che erano una grande famiglia.
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