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Eneide, libro I, vv. 1-401, Virgilio, Traduzioni di Letteratura latina

Testo, traduzione e commento linguistico dei primi 401 versi dell'Eneide di Virgilio

Tipologia: Traduzioni

2019/2020

Caricato il 13/10/2020

letizia-polizzi-1
letizia-polizzi-1 🇮🇹

4.7

(90)

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Eneide, libro I, vv. 1-401, Virgilio e più Traduzioni in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam fato profugus Laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram, multa quoque et bello passus, dum conderet urbem 5 inferretque deos Latio; genus unde Latinum Albanique patres atque altae moenia Romae. Musa, mihi causas memora, quo numine laeso quidve dolens regina deum tot volvere casus insignem pietate virum, tot adire labores 10 impulerit. Tantaene animis caelestibus irae? Urbs antiqua fuit, Tyrii tenuere coloni, Karthago, Italiam contra Tiberinaque longe ostia, dives opum studiisque asperrima belli, quam Iuno fertur terris magis omnibus unam 15 posthabita coluisse Samo. Hic illius arma, hic currus fuit; hoc regnum dea gentibus esse, si qua fata sinant, iam tum tenditque fovetque. Progeniem sed enim Troiano a sanguine duci audierat Tyrias olim quae verteret arces; 20 hinc populum late regem belloque superbum venturum excidio Libyae; sic volvere Parcas. Le armi e l’eroe io canto, quello che per primo dalle spiagge di Troia, profugo per volere del fato, raggiunse l’Italia e i lidi di Lavinio, dopo essere stato sballotato molto sia per terra sia per l’alto mare dalla violenza degli dei del cielo, a causa della memore ira della crudele Giunone, e dopo aver sofferto anche molte cose in guerra, fino a che non arrivasse a fondare una città e a introdurre gli dei nel Lazio; da qui la stirpe latina e i padri Albani e le mura dell’alta Roma. O Musa, ricordami le cause, per quale nume offeso o di che cosa dolendosi la regina degli dei abbia spinto un uomo che si distingueva per la sua devozione a vedere una dopo l’altra tante disgrazie, ad affrontate tante fatiche. Così grande è l’ira negli animi dei celesti? Vi fu un’antica città, la abitarono dei coloni provenienti da Tiro, Cartagine, di fronte all’Italia e alle foci del Tevere, a grande distanza, ricca di mezzi e ferocissima per la smania di guerra, che si dice che Giunone abbia avuto cara essa sola più di tutte le altre città, avendole posposto anche Samo. Qui c’erano le sue armi, qui il carro; che questo luogo sia il regno sulle genti, qualora il fato in qualche modo lo permetta, già da allora la dea l’ha come obiettivo e alimenta il suo progetto. Del resto infatti aveva sentito che dal sangue troiano discendeva una progenie capace di abbattere un giorno le rocche tirie; da qui un popolo ampiamente dominante e superbo in guerra sarebbe venuto a rovina della Libia; così filarono le Parche. 1. primus… profugus: compl predic del soggetto; Troiae qui: anastrofe e iperbato rispetto a ab oris; Italiam: moto a luogo senza preposizione (come Lavinia litora); fato; abl di causa; Lavinia: agg di litora (Lavinia è trisillabo per sinizesi); 3. iactatus: part perf di iacto (frequentativo di iacio), congiunto con valore temporale; terris…et alto: sottinteso mari; abl di moto in luogo circoscritto (cf. terra marique); 4. vi: abl di causa efficiente: superum: = superorum; saevae memorem Iunonis ob iram: compl di causa e ipallage (= saevam memoris Iunonis ob iram); 5. passus: part perf di patior, congiunto con valore temporale; dum: + cong “finché” (+ ind “mentre”); 6. Latio: dat (poetico al posto di in Latium); unde: = inde, avv di moto da luogo e nesso relativo; la frase è ellittica del verbo; 7. altae: enallage > alta moenia Romae; 8. quo numine laeso / quidve dolens… (v. 11) impulerit: interr indiretta introdotta da quo, agg interr concordato con numine (laeso è part congiunto), e poi da quid, pron interr, con –ve enclitico (= vel), seguito da dolens, part congiunto; 9. tot: elemento indeclinabile, “tanti di numero”; volvere… (v. 10) adire: inf dipendenti da impulerit; 10. pietate: abl di limitazione; 11. tantae-ne: il -ne enclitico conferisce alla frase carattere interrogativo; animis caelestibus: dat di possesso oppure abl di stato in luogo senza in (poetico); 12. tenuēre: arcaismo per tenuerunt; 13. Italiam contra: anastrofe; 14. studiis: abl di causa; 15. fertur: costrutto personale, forma atematica; omnibus: abl di paragone; unam: agg pronominale, indica unicità; 16. posthabita… Samo: abl assoluto; hic: avv di stato in luogo in anafora (cf. anche hoc, poliptoto); illĭus: scandito come dattilo (di norma invece illīus); 17. gentibus: dat di relazione; 18. si…sinant: protasi della possibilità nel presente; quā: = aliquā (forma abbreviata dopo si nisi ne num), avv di moto per luogo, qui esprime modalità indefinita; tenditque fovetque: polisindeto enclitico; 20. audierat: = audiverat, forma sincopata; olim: avv di tempo, “una volta”, di norma riferito al passato, qui invece al futuro; Tyrias… arces: iperbato; quae verteret: relativa impropria con valore consecutivo; 21. hinc: avv di moto da luogo; late: avv da latus “ampio, largo”; bello: abl di limitazione; 22. venturum: sottinteso esse (dipende da audierat, v. 20, così come l’altro infinito volvere); excidio: dat di fine. 1 Id metuens veterisque memor Saturnia belli, prima quod ad Troiam pro caris gesserat Argis - necdum etiam causae irarum saevique dolores 25 exciderant animo; manet alta mente repostum iudicium Paridis spretaeque iniuria formae et genus invisum et rapti Ganymedis honores: his accensa super iactatos aequore toto Troas, reliquias Danaum atque immitis Achilli, 30 arcebat longe Latio, multosque per annos errabant acti fatis maria omnia circum. Tantae molis erat Romanam condere gentem. Vix e conspectu Siculae telluris in altum vela dabant laeti et spumas salis aere ruebant, 35 cum Iuno aeternum servans sub pectore vulnus haec secum: “Mene incepto desistere victam nec posse Italia Teucrorum avertere regem? Quippe vetor fatis. Pallasne exurere classem Argivum atque ipsos potuit summergere ponto 40 unius ob noxam et furias Aiacis Oilei? Ipsa Iovis rapidum iaculata e nubibus ignem disiecitque rates evertitque aequora ventis, illum exspirantem transfixo pectore flammas turbine corripuit scopuloque infixit acuto; 45 ast ego, quae divum incedo regina Iovisque et soror et coniunx, una cum gente tot annos bella gero. Et quisquam numen Iunonis adorat praeterea aut supplex aris imponet honorem?” La figlia di Saturno, temendo ciò e memore dell’antica guerra che per prima aveva sostenuto presso Troia a favore della cara Argo – e non erano ancora uscite dal suo animo le ragioni delle sue ire e terribili dolori; rimane riposto nel profondo della sua mente il giudizio di Paride e l’offesa della bellezza disprezzata e la stirpe odiata e gli onori di Ganimede rapito: accesa ancora di più da queste cose teneva ben lontani dal Lazio i Troiani, sballottati per tutta la distesa marina, scampati ai Danai e al crudele Achille, e per molti anni erravano spinti dal fato per tutti i mari. Di così gran peso era fondare la stirpe romana. Appena fuori dalla vista della terra di Sicilia i Troiani lieti aprivano le vele verso il mare aperto e solcavano con il rostro di bronzo le spume del mare, quand’ecco che Giunone, che conservava nel petto una eterna ferita, disse tra sé: “Io desistere sconfitta dal mio tentativo e non riuscire ad allontanare il re dei Teucri dall’Italia? Infatti mi è proibito dai fati. Forse che Pallade ha potuto incendiare la flotta degli Argivi e farli affondare nel mare a causa della folle colpa del solo Aiace d’Oileo? Lei stessa, scagliando dalle nubi il fuoco veloce di Giove, per un verso disperse le navi, per l’altro rovesciò i flutti con i venti, afferrò con un turbine quello che esalava fiamme dal petto trafitto e lo conficcò su uno scoglio aguzzo; io invece, che avanzo come regina degli dei e come sia sorella sia consorte di Giove, con un solo popolo sono in guerra da tanti anni. E qualcuno ancora adora dopo questi fatti la potenza divina di Giunone o supplice porrà una rispettosa offerta sui suoi altari? 23. metuens: part pres, congiunto; 24. prima: compl predic del sogg; ad: = apud; pro: + abl, compl di vantaggio (altrove stato in luogo, sostituzione, relazione); 26. animo: abl di moto da luogo con idea di uscita (exciderant); alta mente: abl di stato in luogo senza preposizione (poetico); repostum: sincope per repositum; 27. spretae: part perf, congiunto, da sperno; 29. his: = his rebus (abl di causa efficiente); super: = insuper, avv “inoltre, in più”; iactatos: part pref, congiunto, da iacto (frequentativo di iacio); aequore toto: abl di luogo senza preposizione; 30. Achilli: gen poetico per Achillis; 31. Latio: abl di allontanamento; multos per annos: compl di tempo continuato e anastrofe; 32. fatis: abl di causa efficiente, riferito ad acti (part perf di ago, congiunto); maria omnia circum: anastrofe; 33. tantae molis: gen di qualità; 35. laeti: predicativo del sogg sottinteso (Troiani); aere: abl di mezzo; 36. cum: esempio di cum ‘inverso’, indica contrapposizione, si collega a verbum dicendi sottinteso (cum Iuno… haec secum dixit); servans: part pres, congiunto, con valore relativo; sub: = in; 37. haec: sottinteso dixit; me-ne: particella interrogativa enclitica - ne (cf. v. 39 Pallasne); incepto: part perf, sostantivato, in abl di allontanamento; victam: part perf, congiunto a me, con valore temporale; 38. Italia: abl di allontanamento (avertere); 39. quippe: = nam, altrove introduce la causale (quippe qui, quippe cum); vetor: passivo con costrutto personale (come iubeor, prohibeor, sinor); 40. Argivum: = Argivorum; 41. unius: indica unicità, qui in iperbato con Aiacis Oilei; noxam et furias: endiadi; 44. exspirantem: part pres, congiunto a illum; 46. ast: = at; divum: = divorum; regina…soror…coniunx: compl predic del sogg; 47. una cum gente: anastrofe; tot annos: compl di tempo continuato; 48. adorat: esempio di praesens pro futuro (così i manoscritti); Quintiliano (9.2.10) e Servio citano invece il verso con la variante adoret, cong potenziale indicante possibilità nel presente; la varia lectio (v.l.) è lectio facilior in quanto analogica. 2 Talia iactanti stridens Aquilone procella velum adversa ferit, fluctusque ad sidera tollit. Franguntur remi, tum prora avertit et undis dat latus, insequitur cumulo praeruptus aquae mons. 105 Hi summo in fluctu pendent; his unda dehiscens terram inter fluctus aperit, furit aestus harenis. Tris Notus abreptas in saxa latentia torquet (saxa vocant Itali mediis quae in fluctibus Aras, dorsum immane mari summo), tris Eurus ab alto 110 in brevia et Syrtis urget, miserabile visu, inliditque vadis atque aggere cingit harenae. Unam, quae Lycios fidumque vehebat Oronten, ipsius ante oculos ingens a vertice pontus in puppim ferit: excutitur pronusque magister 115 volvitur in caput, ast illam ter fluctus ibidem torquet agens circum et rapidus vorat aequore vertex. Apparent rari nantes in gurgite vasto, arma virum tabulaeque et Troïa gaza per undas. Iam validam Ilionei navem, iam fortis Achatae, 120 et qua vectus Abas, et qua grandaevus Aletes, vicit hiems; laxis laterum compagibus omnes accipiunt inimicum imbrem rimisque fatiscunt. A lui che lanciava tali lamenti una tempesta sibilante di Tramontana colpisce la vela frontalmente e innalza i flutti fino alle stelle. Si spezzano i remi, poi la prora muta direzione e offre il fianco alle onde, insegue le navi con la sua mole un monte d’acqua scosceso. Alcuni rimangono sospesi sulla cima del flutto; ad altri l’onda aprendosi fa vedere la terra tra i flutti, un cavallone infuria tra la sabbia del fondo. Noto afferra tre navi e le scaglia contro scogli nascosti (scogli in mezzo ai flutti che gli Italici chiamano Are, dorso enorme sulla sommità del mare), Euro ne spinge tre dall’alto mare verso i bassifondi sabbiosi delle Sirti, cosa miserevole a vedersi, e le fa sbattere contro le secche e le circonda con un argine di sabbia. Una nave, che trasportava i Lici e il fido Oronte, proprio dinanzi agli occhi di Enea un’ondata enorme colpisce dall’alto sulla poppa: viene sbalzato il timoniere e rotola in avanti a capofitto, e poi un flutto la fa girare per tre volte nel medesimo posto spingendola in cerchio e un vortice veloce la divora nell’acqua. Appaiono pochi naufraghi, che nuotano nel vasto gorgo, armi di guerrieri, tavole e il tesoro troiano tra le onde. La tempesta ha sopraffatto già la solida nave di Ilioneo, già quella del forte Acate e quella su cui viaggiavano Abante e il vecchio Alete; a causa delle strutture allentate delle fiancate, tutte le navi imbarcano l’acqua nemica e si aprono a causa delle fessure. 102. iactanti: part pres di iacto (frequentativo di iacio) congiunto al dativo sottinteso Aeneae, con valore relativo; stridens: part congiunto a procella, con valore relativo; Aquilone: abl di causa; 103. adversa: agg riferito a procella, con valore avverbiale (enallage); 104. franguntur: passivo mediale; 106. summo in fluctu: anastrofe; dehiscens: part pres, congiunto a unda, da de-hi-sco, verbo incoativo composto: indica inizio di azione; 107. harenis: abl di stato in luogo senza preposizione (uso poetico); 108. tris: = tres (sottinteso naves), desinenza originaria dei temi in –i; abreptas… torquet: costrutto di part congiunto equivalente a abrĭpit et torquet; 109. Aras: compl pred dell’oggetto saxa; dorsum: apposizione di Aras; mari summo: abl di stato in luogo (uso poetico); 110. tris: cf. v. 108; 111. in brevia (sottinteso vada) et Syrtis: endiadi; visu: supino passivo con valore di limitazione; 112. aggere: abl di mezzo; 114. ipsius: da scandire come dattilo; è riferito a Enea; 115. excutitur: vero e proprio passivo, laddove invece volvitur (v. 116) è passivo mediale; 116. ast: = at, qui non con il consueto valore avversativo, ma a indicare evento successivo (“e poi, e così”); ibidem: avv di stato in luogo derivante dal pronome idem; 117. circum: avv (“intorno”); 118. nantes: part pres, congiunto a sostantivo nautae (o Troiani) sottinteso; 119. Troia: agg di gaza da scandire come trisillabo; 120. Ilionei: da scandire come tetrasillabo (io vale una sola breve per sineresi; ei presenta dieresi, quindi vale due sillabe, breve la prima lunga la seconda); 121. qua: abl di mezzo; vectus: part perf di veho, congiunto ai nomi propri Abas e Aletes; 122. laxis compagibus: abl di causa; omnes: s’intende naves; 123. rimis: abl di causa; fatiscunt: verbo incoativo. 5 Interea magno misceri murmure pontum emissamque hiemem sensit Neptunus et imis 125 stagna refusa vadis, graviter commotus, et alto prospiciens summa placidum caput extulit unda. Disiectam Aeneae toto videt aequore classem, fluctibus oppressos Troas caelique ruina. Nec latuere doli fratrem Iunonis et irae. 130 Eurum ad se Zephyrumque vocat, dehinc talia fatur: “Tantane vos generis tenuit fiducia vestri? Iam caelum terramque meo sine numine, venti, miscere et tantas audetis tollere moles? Quos ego…! Sed motos praestat componere fluctus. 135 Post mihi non simili poena commissa luetis. Maturate fugam regique haec dicite vestro: non illi imperium pelagi saevumque tridentem, sed mihi sorte datum. Tenet ille immania saxa, vestras, Eure, domos; illa se iactet in aula 140 Aeolus et clauso ventorum carcere regnet”. Sic ait, et dicto citius tumida aequora placat collectasque fugat nubes solemque reducit. Cymothoë simul et Triton adnixus acuto detrudunt navis scopulo; levat ipse tridenti 145 et vastas aperit Syrtis et temperat aequor atque rotis summas levibus perlabitur undas. Ac veluti magno in populo cum saepe coorta est seditio saevitque animis ignobile vulgus iamque faces et saxa volant, furor arma ministrat; 150 tum, pietate gravem ac meritis si forte virum quem conspexere, silent arrectisque auribus astant; ille regit dictis animos et pectora mulcet: sic cunctus pelagi cecidit fragor, aequora postquam prospiciens genitor caeloque invectus aperto 155 flectit equos curruque volans dat lora secundo. Nel frattempo Nettuno si accorse, gravemente turbato, che il mare veniva sconvolto con grande fragore e che era stata scatenata una tempesta e che le acque ferme erano state messe in movimento fin dai fondali più profondi e in mare aperto sollevò il capo placido fino alla sommità dell’onda guardando in avanti. Vede che la flotta di Enea era stata dispersa per tutta la distesa marina, che i Troiani erano stati schiacciati dalle ondate e dal crollo del cielo. E non rimasero nascosti al fratello gli inganni e le ire di Giunone. Chiama a sé Euro e Zefiro, quindi dice tali parole: “Una così grande fiducia nella vostra stirpe vi ha preso? Ormai osate, o venti, confondere il cielo e la terra senza un mio cenno e sollevare così grandi masse d’acqua? Io vi…! Ma conviene calmare i flutti agitati. In seguito mi pagherete le azioni che avete commesso con ben altra punizione. Affrettate la ritirata e dite queste parole al vostro re: non a lui il dominio del mare e il terribile tridente, ma a me è stato dato in sorte. Quello possiede immense rocce, le vostre case, o Euro; Eolo si vanti pure in quella reggia e regni nel chiuso carcere dei venti”. Così dice, e più rapidamente della sua parola placa le onde gonfie e mette in fuga le nubi che si erano addensate e riporta il sole. E insieme Cimotoe e Tritone, con sforzo, distaccano le navi dagli scogli aguzzi; lui stesso le solleva con il tridente e apre i vasti banchi di sabbia delle Sirti e placa la distesa marina e con ruote leggere scivola sulla superficie delle onde. E come in un grande raduno di popolo quando, come spesso succede, è sorta una sommossa e il volgo ignobile infuria con la sua animosità e già volano fiaccole e sassi, il furore fornisce le armi; allora, se per caso hanno visto un uomo autorevole per pietà e meriti, rimangono in silenzio e gli stanno accanto con le orecchie tese; quello con le sue parole guida gli animi e calma i cuori: così tutto il fragore del mare venne meno, dopo che il genitore guardando la distesa marina davanti a sé e trasportato sotto il cielo sgombro fa girare i cavalli e allenta le redini, volando, al carro che lo asseconda. 125. emissam… (126) refusa… (128) disiectam… (129) oppressos: sottinteso esse; toto… aequore: abl di stato in luogo senza preposizione, comune in poesia; 129. fluctibus… ruina: abl di causa efficiente; 130. latuere: = latuerunt (forma arcaica), il verbo lateo (relativamente impersonale come fugit, fallit, praeterit, decet, dedecet) richiede l’accusativo (fratrem); 131. dehinc: monosillabo per sinizesi; 134. audetis: verbo semideponente (come soleo, gaudeo, fido, confido, diffido); 135. quos ego: aposiopesi (figura retorica frequente nel linguaggio parlato); praestat: impersonale “è bene, è preferibile”; 136. post: = postea; non simili poena: abl di mezzo; 138. pelagi: nome neutro in –us della 2 decl (come vulgus, virus); 139. datum: sottinteso est; 140. vestras domos: apposizione di saxa; illa… in aula: anastrofe; iactet… regnet: cong indipendente con valore concessivo; 142: dicto: part perf sostantivo e abl di paragone; citius: comparativo dell’avv cito; 143. collectas: part perf di collĭgo, congiunto a nubes con valore temporale; 144. simul et: anastrofe per et simul (avv); adnixus: congiunto solo a Triton, ma, a senso, riferibile anche a Cymothoe; 145. levat: sottinteso naves; 147. rotis… summis: abl di mezzo; 148. veluti: forma rafforzata di velut, introduce comparativa o comparativa ipotetica; magno in populo: anastrofe; coorta est: da co-orior; 149. animis: abl di mezzo; 151. pietate… meritis: abl di limitazione (o anche di causa); si… conspexere: = conspexerunt; protasi di periodo ipotetico della realtà; quem: = aliquem (agg indefinito); 152. arrectis auribus: abl assoluto con valore temporale o anche abl di modo (con arrectis, da ad-rĭgo, agg); 153. dictis: part perf 6 sostantivato e abl di mezzo; 155. prospiciens… invectus… (156) volans: part congiunti a genitor; 156. curru: = currui, forma arcaica di dativo; secundo: agg derivante da sequor (secundus est qui sequitur). Defessi Aeneadae quae proxima litora cursu contendunt petere, et Libyae vertuntur ad oras. Est in secessu longo locus: insula portum efficit obiectu laterum, quibus omnis ab alto 160 frangitur inque sinus scindit sese unda reductos. Hinc atque hinc vastae rupes geminique minantur in caelum scopuli, quorum sub vertice late aequora tuta silent; tum silvis scaena coruscis desuper, horrentique atrum nemus imminet umbra. 165 Fronte sub adversa scopulis pendentibus antrum; intus aquae dulces vivoque sedilia saxo, Nympharum domus. Hic fessas non vincula navis ulla tenent, unco non alligat ancora morsu. Huc septem Aeneas collectis navibus omni 170 ex numero subit; ac magno telluris amore egressi optata potiuntur Troes harena et sale tabentis artus in litore ponunt. Ac primum silici scintillam excudit Achates succepitque ignem foliis atque arida circum 175 nutrimenta dedit rapuitque in fomite flammam. Tum Cererem corruptam undis Cerealiaque arma expediunt fessi rerum, frugesque receptas et torrere parant flammis et frangere saxo. Aeneas scopulum interea conscendit et omnem 180 prospectum late pelago petit, Anthea si quem iactatum vento videat Phrygiasque biremis aut Capyn aut celsis in puppibus arma Caici. Navem in conspectu nullam, tris litore cervos prospicit errantis; hos tota armenta sequuntur 185 a tergo et longum per vallis pascitur agmen. Stanchi gli Eneadi si sforzano di raggiungere con la loro rotta i litorali più vicini e si dirigono verso le spiagge di Libia. Vi è un luogo in una insenatura profonda: un’isola lo rende un porto opponendo i suoi fianchi, sui quali ogni onda proveniente dall’alto mare si infrange e si divide in curve ricondotte indietro. Da una parte e dall’altra si levano minacciosi verso il cielo dirupi enormi e due scogli gemelli, sotto la cui cime per ampio tratto le acque tacciono sicure; inoltre al di sopra vi è uno scenario di boschi frementi e incombe un bosco nero di ombra che dà i brividi. Sotto il fronte opposto tra scogli sospesi una grotta; dentro acque dolci e sedili di roccia viva, dimora delle Ninfe. Qui nessun ormeggio trattiene le navi stanche, non un’ancora le lega con il suo morso adunco. A questo luogo Enea si accosta, dopo aver riunito sette navi dall’intero numero; e sbarcati con grande brama di terra i Troiani prendono possesso della spiaggia desiderata e depongono sul lido le loro membra impregnate di salsedine. E per prima cosa Acate fece scaturire dalla selce una scintilla e raccolse il fuoco con delle foglie e gli diede arido alimento intorno e fece scaturire rapidamente la fiamma nell’esca. Allora, stanchi per le disgrazie, tirano fuori il grano di Cerere, guastato dalle onde, e gli attrezzi di Cerere, e si preparano a tostare con la fiamma e a rompere con il sasso le messi recuperate. Enea intanto sale su uno scoglio e cerca ogni vista sul mare per ampio tratto, se mai riesca a vedere qualcuno, come Anteo, sballottato dal vento e le biremi frigie o Capi o le insegne di Caico sull’alta poppa. Nessuna nave in vista, vede invece tre cervi che vagavano sulla spiaggia; li seguono branchi interi alle spalle e la lunga schiera pascola tra gli avvallamenti. 157. quae proxima litora: = ea litora quae proxima sunt; vertuntur: passivo mediale; 159. est: predicato verbale (cosiddetta topothesia); 160. obiectu: abl di mezzo; 162. hinc: ripetuto in anafora, avv di moto da luogo derivante dal pronome omografo hic; 164. tum: qui con valore aggiuntivo “poi”, “inoltre”; silvis… coruscis: abl di qualità; scaena: sottinteso est (ellissi del predicato, così anche ai vv. 166-168); 165. horrenti… umbra: abl di qualità (ma interpretabile anche come causa o mezzo); 166. fronte sub adversa: anastrofe; scopulis pendentibus: stato in luogo senza preposizione (o anche abl di qualità); 167. vivo… saxo: abl di materia; 168. domus: apposizione di sedilia; hic: avv di stato in luogo; navis: = naves (desinenza originaria); 169. unco… morsu: abl di mezzo; 170. huc: avv di moto a luogo; septem… collectis navibus: abl assoluto con valore temporale; omni ex numero: anastrofe + enjambement; 171. subit: da sub-eo “andare sotto”, quindi “avvicinarsi”; magno…amore: abl di modo; 172. egressi: part perf di egredior, congiunto a Troes; optata…harena: abl richiesto da potiuntur (da potior, cf. utor, fruor, fungor, vescor), con optata part perf da opto, congiunto; 173. sale: abl di causa; tabentis: = tabentes (estensione analogica); 175. succepit: il verbo succipio è variante di suscipio; 177. Cererem: = “grano” (metonimia > “dea delle messi” per dire “messi”); 181. pelago: abl di stato in luogo senza preposizione (uso poetico); si… videat: protasi di periodo ipotetico della possibilità; quem: = aliquem, da collegare ad Anthea (compl predicativo dell’oggetto); 182. iactatum: part perf da iacto (frequentativo di iacio), congiunto; vento: abl di causa efficiente; biremis: = biremes (desinenza originaria); 183. Capyn: accusativo con 7 del verbo (est); unius: = Iunonis; 253. honos: desinenza originaria (anteriore al rotacismo) di honor, honoris. Olli subridens hominum sator atque deorum vultu, quo caelum tempestatesque serenat, 255 oscula libavit natae, dehinc talia fatur: “Parce metu, Cytherea, manent immota tuorum fata tibi; cernes urbem et promissa Lavini moenia, sublimemque feres ad sidera caeli magnanimum Aenean; neque me sententia vertit. 260 Hic tibi (fabor enim, quando haec te cura remordet, longius et volvens fatorum arcana movebo) bellum ingens geret Italia populosque ferocis contundet moresque viris et moenia ponet, tertia dum Latio regnantem viderit aestas 265 ternaque transierint Rutulis hiberna subactis. At puer Ascanius, cui nunc cognomen Iulo additur (Ilus erat, dum res stetit Ilia regno), triginta magnos volvendis mensibus orbis imperio explebit, regnumque ab sede Lavini 270 transferet, et Longam multa vi muniet Albam. Hic iam ter centum totos regnabitur annos gente sub Hectorea, donec regina sacerdos Marte gravis geminam partu dabit Ilia prolem. Inde lupae fulvo nutricis tegmine laetus 275 Romulus excipiet gentem et Mavortia condet moenia Romanosque suo de nomine dicet. His ego nec metas rerum nec tempora pono: imperium sine fine dedi. Quin aspera Iuno, quae mare nunc terrasque metu caelumque fatigat, 280 consilia in melius referet, mecumque fovebit Romanos, rerum dominos gentemque togatam”. A lei sorridendo il creatore degli uomini e degli dei con il volto con cui rasserena il cielo e le tempeste sfiorò le labbra della figlia, quindi dice tali parole: “Non avere paura, Citerea, rimane fissato per te il destino dei tuoi; vedrai la città e le mura promesse di Lavinio, e porterai in alto fino alle stelle del cielo il magnanimo Enea; nessun pensiero mi ha cambiato. Egli per te (lo dirò infatti, dal momento che questa preoccupazione ti tormenta, e muoverò i segreti del fato spingendomi più lontano) farà una grande guerra in Italia e abbatterà popoli feroci e porrà leggi e mura per i suoi uomini finché la terza estate l’avrà visto regnare sul Lazio e saranno trascorsi tre inverni dalla sottomissione dei Rutuli. Poi il piccolo Ascanio, al quale ora si aggiunge il soprannome di Iulo (era Ilo, per tutto il tempo che rimase in piedi il regno di Ilio), con il volgere dei mesi arriverà a completare trenta lunghi anni di potere e trasferirà il regno dalla sede di Lavinio e fortificherà con grande solidità Alba Longa. Qui si regnerà ormai per trecento anni interi sotto la discendenza di Ettore, finché Ilia, sacerdotessa di sangue regale, gravida di Marte partorirà due gemelli. Quindi Romolo, lieto per la fulva pelle della lupa sua nutrice, raccoglierà il suo popolo e fonderà le mura sacre a Marte e li chiamerà Romani dal proprio nome. A questi io non pongo limiti di potere né tempi: ho assegnato un dominio senza fine. Che anzi l’aspra Giunone, che ora tormenta di paura il mare, le terre e il cielo, volgerà in meglio i suoi piani e insieme con me favorirà i Romani, signori del mondo e gente togata”. 254. olli: = illi (forma arcaica); vultu: abl di modo; 256. dehinc: monosillabo per sinizesi; fatur: da for, verbo difettivo; 257. metu: = metui (dativo richiesto da parco); 258. tibi: dativo etico; 259. sublimem: compl pred dell’oggetto Aenean (desinenza greca); 261. tibi: dativo etico; fabor: futuro di for, verbo difettivo; quando: = quandòquidem (introduce la causale); cura: vox media, qui in accezione negativa; 262. longius: comparativo dell’avv longe; 263. Italia: abl di stato in luogo senza preposizione; 264. viris: dativo di vantaggio; 265. viderit… (266) transierint: futuro anteriore, giustificato dai precedenti futuri semplici; 266. transierint: = transiverint (forma sincopata); Rutulis… subactis: abl assoluto con valore temporale; 267. Iulo: in dativo perché concordato con cui (in alternativa cognomen Iulus); 268. dum stetit: dum + ind “mentre, per tutto il tempo che”; 269. volvendis mensibus: abl di gerundivo con valore strumentale; 271. multa vi: abl di mezzo; 272. hic: avv di stato in luogo; ter centum totos annos: acc di tempo continuato; regnabitur: forma impersonale; 273. gente sub Hectorea: anastrofe; donec: = dum; 274. Marte: abl di causa; partu: abl di mezzo; 275. fulvo… tegmine: abl di causa; 277. Romanos: compl predicativo 10 dell’oggetto gentem (concordanza a senso); suo de nomine: complemento di provenienza, in anastrofe; 278. his: dativo di vantaggio. Sic placitum. Veniet lustris labentibus aetas cum domus Assaraci Pthiam clarasque Mycenas servitio premet ac victis dominabitur Argis. 285 Nascetur pulchra Troianus origine Caesar, imperium Oceano, famam qui terminet astris, Iulius, a magno demissum nomen Iulo. Hunc tu olim caelo spoliis Orientis onustum accipies secura; vocabitur hic quoque votis. 290 Aspera tum positis mitescent saecula bellis: cana Fides et Vesta, Remo cum fratre Quirinus iura dabunt; dirae ferro et compagibus artis claudentur Belli portae; Furor impius intus saeva sedens super arma et centum vinctus aënis 295 post tergum nodis fremet horridus ore cruento”. Haec ait et Maia genitum demittit ab alto, ut terrae utque novae pateant Karthaginis arces hospitio Teucris, ne fati nescia Dido finibus arceret. Volat ille per aëra magnum 300 remigio alarum ac Libyae citus astitit oris. Et iam iussa facit, ponuntque ferocia Poeni corda volente deo; in primis regina quietum accipit in Teucros animum mentemque benignam. Così è stato deciso. Arriverà, scorrendo i lustri, un tempo in cui la casa di Assaraco opprimerà con la schiavitù Ftia e l’illustre Micene e dominerà su Argo sconfitta. Nascerà Cesare, un Troiano di nobile origine, che farà arrivare l’impero all’Oceano e la sua fama alle stelle, un Giulio, nome disceso dal grande Iulo. Questo tu un giorno accoglierai tranquilla in cielo carico delle spoglie d’Oriente; anche lui sarà invocato nelle preghiere. Allora generazioni feroci, cessate le guerre, diventeranno miti: la canuta Fede e Vesta, Quirino con il fratello Remo daranno le leggi; le terribili porte della Guerra saranno chiuse con stretti serrami di ferro; il Furore empio dentro, seduto su armi crudeli e legato dietro la schiena con cento nodi di bronzo, fremerà spaventoso con la bocca insanguinata”. Questo dice e fa scendere dall’alto del cielo il figlio di Maia affinché le terre e le rocche della nuova Cartagine si aprano a ospitare i Teucri, per evitare che Didone, ignara del fato, li tenga lontani dal suo territorio. Vola quella per il grande cielo con i remi delle ali e rapidamente si viene a trovare sulle spiagge di Libia. E già esegue gli ordini, e depongono i loro cuori feroci i Punici, perché così vuole il dio; in particolare la regina assume un animo tranquillo e una mente benevola nei confronti dei Teucri. 283. placitum: sottinteso est; lustris labentibus: ablativo assoluto; victis…Argis: abl richiesto da dominor, con victis part congiunto; 286. pulchra…origine: abl di qualità; 289. qui terminet: relativa impropria con valore consecutivo (o caratterizzante); 290. secura: compl predicativo del soggetto; votis: abl di mezzo; 291. positis bellis: abl assoluto con valore temporale; mitescent: dal verbo incoativo mitesco; 293. ferro et compagibus artis: endiadi; 295. saeva… super arma: anastrofe; centum… aenis… nodis: abl di mezzo o di causa efficiente; vinctus: part perf da vincio (“legare”), 296. ore cruento: abl di mezzo o anche di causa; 297. ait: da aio, verbo difettivo; Maia: abl di origine, insieme a genitum è perifrasi indicante Mercurio; 298. ut… pateant: finale esplicita, coordinata per asindeto a un’altra frase finale: ne… arceret; novae: da concordare con Karthaginis (nome che, peraltro, etimologicamente significa proprio “città nuova”); 299. hospitio Teucris: costrutto di doppio dativo, di fine (hospitio) e poi di vantaggio (Teucris); 300. per aera magnum: compl moto per luogo; 301. remigio: abl di mezzo; citus: = cito (enallage); 302. iussa: part perf di iubeo (sostantivato); 303. volente deo: abl assoluto con valore causale. 11 At pius Aeneas per noctem plurima volvens, 305 ut primum lux alma data est, exire locosque explorare novos, quas vento accesserit oras, qui teneant (nam inculta videt) hominesne feraene, quaerere constituit sociisque exacta referre. Classem in convexo nemorum sub rupe cavata 310 arboribus clausam circum atque horrentibus umbris occulit; ipse uno graditur comitatus Achate bina manu lato crispans hastilia ferro. Cui mater media sese tulit obvia silva virginis os habitumque gerens et virginis arma 315 Spartanae, vel qualis equos Threissa fatigat Harpalyce volucremque fuga praevertitur Hebrum. Namque umeris de more habilem suspenderat arcum venatrix dederatque comam diffundere ventis, nuda genu nodoque sinus collecta fluentis. 320 Ac prior “heus,” inquit “iuvenes, monstrate, mearum vidistis si quam hic errantem forte sororum succinctam pharetra et maculosae tegmine lyncis, aut spumantis apri cursum clamore prementem”. Ma il pio Enea volgendo moltissimi pensieri dentro di sé durante la notte, non appena gli fu offerta la luce che dà la vita, decide di uscire e di esplorare quei nuovi luoghi, cercare di sapere quali spiagge abbia raggiunto per il vento, chi le abiti (infatti le vede incolte), se uomini o fiere e riferire le notizie raccolte ai compagni. Nasconde la flotta in una concavità cinta di boschi, sotto una rupe scavata, chiusa tutt’intorno da alberi e fresche ombre; lui stesso si mette in marcia, accompagnato dal solo Acate, brandendo in mano due aste dall’ampia punta di ferro. A lui la madre si fece incontro nel mezzo della selva, assumendo l’aspetto e l’atteggiamento di una fanciulla e le armi di una fanciulla di Sparta, o quale la tracia Arpalice stanca i cavalli e supera nella corsa l’alato Ebro. E infatti, da cacciatrice, aveva appeso alle spalle, secondo l’usanza, un arco maneggevole e aveva lasciato spargere ai venti la chioma, nuda nel ginocchio e dopo aver raccolto in un nodo le pieghe fluenti. E lei per prima disse: “Ehi, giovani, indicatemi se avete visto qualcuna delle mie sorelle errare per caso in questo posto, cinta della faretra e della pelle di una lince maculata, oppure mentre incalza con grida la corsa di uno schiumante cinghiale”. 305. per noctem: compl di tempo continuato; 306. ut primum: introduce la frase temporale che esprime imminenza (= ubi primum, simul ac, statim ut); 307. quas… accesserit oras: interr indiretta; vento: abl di causa; 308. qui teneant… hominesne feraene: interr indiretta introdotta da qui e poi seguita da elemento disgiuntivo ne; 309: exacta: part perf di exigo (composto di ago), qui usato come part sostantivato; 3. horrentibus: part pres da horreo, che indica propriamente “avere i peli dritti” per il freddo o la paura (qui ha valore causativo); 312. comitatus: part perf di comitor, congiunto a ipse, richiede l’abl (uno… Achate); 313. lato… ferro: abl di qualità (fisica: per qualità morale si usa di norma il gen); crispans: part pres da crispo, congiunto a ipse; 314. cui: nesso relativo (= et ei); sese: = se acc di sui, sibi, se, se (forma raddoppiata, con valore intensivo); obvia: agg riferito a mater (indica chi si fa incontro, ob-vius); 317. fuga: abl di limitazione; 318: umeris: = in umeris (uso poetico); 319. venatrix: compl pred del soggetto; 320. genu: acc di relazione, detto anche alla greca (niger crinem “nero di capelli”, terribilis vultum “terribile in volto”), esprime una valenza non lontana da un compl di modo o di limitazione, si trova soprattutto in dipendenza da agg come indutus (“vestito”), nudus (“nudo”), cinctus (“cinto”), similis (“simile”), saucius (“ferito”); è un grecismo sintattico; fluentis: = fluentes (estensione indebita); 321. prior: indica “prima tra due” (compl predicativo del soggetto); inquit: verbum dicendi difettivo, usato in forma incidentale per introdurre il discorso diretto (oratio recta); 322. vidistis si: anastrofe per si vidistis, protasi di periodo ipotetico della realtà; quem: = aliquem (la forma abbreviata è richiesta da si; stesso comportamento con nisi, ne, num); hic: avv di stato in luogo, omografo del pronome dimostrativo hic, haec, hoc; errantem… succinctam… 12 “Sum pius Aeneas, raptos qui ex hoste penatis 378 classe veho mecum, fama super aethera notus; Italiam quaero patriam, et genus ab Iove summo. 380 Bis denis Phrygium conscendi navibus aequor, matre dea monstrante viam data fata secutus; vix septem convulsae undis Euroque supersunt. Ipse ignotus, egens, Libyae deserta peragro, Europa atque Asia pulsus”. Nec plura querentem 385 passa Venus medio sic interfata dolore est: “Quisquis es, haud, credo, invisus caelestibus auras vitalis carpis, Tyriam qui adveneris urbem; perge modo atque hinc te reginae ad limina perfer. Namque tibi reduces socios classemque relatam 390 nuntio et in tutum versis Aquilonibus actam, ni frustra augurium vani docuere parentes. Aspice bis senos laetantis agmine cycnos, aetheria quos lapsa plaga Iovis ales aperto turbabat caelo; nunc terras ordine longo 395 aut capere aut captas iam despectare videntur: ut reduces illi ludunt stridentibus alis et coetu cinxere polum cantusque dedere, haud aliter puppesque tuae pubesque tuorum aut portum tenet aut pleno subit ostia velo. 400 Perge modo et, qua te ducit via, derige gressum”. “Sono il pio Enea, che porto con me sulla flotta i penati sottratti al nemico, noto per fama fin sopra il cielo; cerco l’Italia, patria della mia stirpe che discende dal sommo Giove. Con venti navi mi sono imbarcato sul mare frigio, mostrandomi la via la mia madre divina, seguendo il destino che mi è stato dato; appena sette squassate dalle onde e dall’Euro rimangono. Io stesso, sconosciuto, bisognoso, vado errando per i deserti di Libia, cacciato dall’Europa e dall’Asia”. E non sopportando che si lamentasse di più Venere così parlò interrompendolo nel mezzo del suo dolore: “Chiunque tu sia, non inviso, credo, ai celesti tu godi dell’aria vitale, dal momento che sei giunto alla città tiria; continua pure e da qui portati alla soglia della regina. Infatti ti annuncio il ritorno dei compagni e la flotta riportata e spinta in salvo dopo che sono cambiati i venti, a meno che genitori fallaci non mi abbiano insegnato invano la scienza augurale. Guarda dodici cigni festanti in schiera, che l’uccello di Giove, scendendo dalla regione dell’etere scompigliava nel cielo sereno; ora in lunga schiera sembrano o prendere terra o guardare in basso la terra ormai raggiunta dagli altri; come quelli ritornando giocano con le ali che rumoreggiano e hanno circondato in gruppo il cielo e hanno emesso i loro canti, non diversamente anche le tue navi e la gioventù dei tuoi o occupano un porto o si avvicinano all’ingresso del porto a vele spiegate. Continua pure e indirizza il passo per dove la via ti conduce”. 378. raptos: part perf congiunto a penatis; ex hoste: sing collettivo; penatis: = penates (arcaismo); 379. classe: abl di mezzo; fama: abl di causa; 380. patriam et genus: endiadi “patria e stirpe > patria della mia stirpe”; 381. bis decem: “due volte dieci”, preferito a viginti per ragioni metriche; 382. matre dea monstrante: abl assoluto con valore temporale; data: part perf di do congiunto a fata; secutus: part perf congiunto a Aeneas; 383. convulsae: part perf di convello congiunto a naves sottinteso; undis euroque: abl di causa efficiente; 385. Europa… Asia: abl di allontanamento; pulsus: part perf di pello congiunto a ipse; querentem: part pres di queror congiunto a eum (= Aenean); 386. passa: = passa est (patior + inf, qui con part, significa “permettere, lasciare”); interfata… est: da inter-for; 387. quisquis es: forme raddoppiate e uscenti in -cumque richiedono l’indic; 388. vitalis: = vitales (arcaismo); qui adveneris: relativa con il congiuntivo > relativa impropria con valore causale; 389. hinc: avv di moto da luogo; limina: plur poetico; perfer: imperativo pres di perfero (esce in consonante perché atematico, come es < sum; invece duc, dic, fac escono in consonante perché apocopati); 390. reduces socios classemque relatam: uso del concreto per l’astratto; 391. versis aquilonibus: abl assoluto con valore temporale (o anche causale); l’aquilo, propriamente la tramontana, ma qui genericamente il vento; 392. ni: = nisi, introduce protasi di periodo ipotetico della realtà nel passato (docuere > docuerunt, forma parallela di perfetto); 393. laetantis: = 15 laetantes (arcaismo); 396. capere… captas: poliptoto; videntur: costrutto personale di videor; 397. ut: in correlazione con haud aliter (v. 399); stridentibus alis: abl di mezzo + part pres congiunto; 398. cinxere… dedere: = cinxerunt… dederunt; 400. pleno… velo: abl di modo; 401. qua: avv di moto per luogo derivante dal pronome relativo qui, quae, quod. 16
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