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Enrico Castelnuovo, Arte delle città, arte delle corti, Sintesi del corso di Storia dell'arte medievale

riassunto dettagliato per capitoli

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Enrico Castelnuovo, Arte delle città, arte delle corti e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'arte medievale solo su Docsity! ARTE DELLE CITTA’, ARTE DELLE CORTI – E. CASTELNUOVO Opus francigenum Nel corso del 200, molti avvenimenti nuovi cambiano l’aspetto del paesaggio artistico italiano. Giorgio Vasari fa iniziare da qui la prima epoca nelle sue Vite → 1250 come scansione determinante. Vasari non ha molta stima per la produzione artistica medievale, ma ne apprezza certi elementi più classicheggianti. I suoi giudizi sull’arte italiana del 200 mostrano una grande diversità nello sviluppo delle diverse tecniche. Nel XIII secolo, si diffonde in gran parte d’Europa un nuovo modo di costruire che noi ora chiamiamo gotico, ma che all’epoca veniva segnalato come opus francigenum. Non esiste ancora il concetto di stile, ma dalle fonti si trova spesso il termine opus + aggettivo che specifica la localizzazione = si indicano così i prodotti di una certa tecnica originaria di un determinato luogo: • Opus lemovicense = da Limoges, legato agli smalti • Opus atrebatense = da Arras, per gli arazzi • Diasprum lucanum = da Lucca, stoffe • Littera bononiensis = (tipo di scrittura) indica ricami, distinti per materie e tecniche. Tra questi → opus anglicanum = ricami inglesi, molto diffusi in Europa e che contribuiscono alla divulgazione del disegno gotico. Non esiste un’unità di fondo dello stile gotico che accomuna i prodotti delle diverse tecniche (architettura, scultura, pittura). Esistono infatti: diversità e disparità cronologiche nel percorso delle varie tecniche, modelli diversi, minimi comuni denominatori diversi. Per esempio, architettura gotica, si definisce per: - Distribuzione delle forze - Uso della volta a crociera con costoloni - Arco acuto e archi rampanti ➔ Questi elementi non possono essere applicati a una scultura o a una pittura. MA = il verticalismo è un elemento comune. ➔ Si trova inoltre, come dice E. Panofsky, un comune modo di organizzare le forme. ➔ L. Grodecki dice che si deve distinguere scultura romanica e scultura gotica e che si devono definire le origini della pittura gotica. Carattere unificante dello stile gotico è il metodo progettuale = disegno. “gotico” è un termine che gli storici dell’arte usano per indicare un certo tipo di architettura, ma anche un certo modo di definire le forme (panneggi, linee, volti, figure). In più, bisogna anche usarlo in modo convenzionale per indicare “unioni” tra fenomeni diversi tra cui i contemporanei non avvertivano nessuna parentela → ancora però problemi di classificazione. Gli elementi gotici entrano in modi diversi in Italia, intrecciati con: o E. bizantini (dipinti murari della Basilica Inferiore di San Francesco di Assisi) o E. romani, bolognesi, meridionali (corte sveva, siciliana). Fenomeni che ci sembrano ibridi a causa della ricezione di elementi di nuovi repertori figurativi. Alcuni episodi della pittura italiana del 200 dipendono dall’ adattamento, ricezione parziale di modelli del gotico francese = elementi della miniatura luigiana in miniature senesi (come Trattato sulla Creazione del Mondo di Siena (fig. 50)), scelte cromatiche dei mosaici. Problema: quali sono le motivazioni che spingono artisti e committenti italiani ad accettare elementi nordici? E quali sono quelle che li spingono ad accettare e. bizantini? Ragioni che spingono a guardare verso Oriente → lunghissima tradizione. A Venezia e nella Sicilia Normanna l’arte è orientata verso Costantinopoli = pittura di icone bizantine determinante sullo sviluppo della pittura italiana del 200. Molte commissioni che partono dall’Italia e arrivano ad atelier bizantini. In più, dopo il Sacco di Costantinopoli del 1204, molte opere orientali vengono spostate verso Occidente. Prima tecnica gotica che si diffonde in Italia = ARCHITETTURA. L’Italia del nord (Lombardia, Piemonte e Emilia) è stata logo di sperimentazione di un tipico elemento costruttivo dell’architettura gotica: la volta a crociera su costoloni. Viene però usato solo come elemento di rinforzo per coprire i punti di incontro delle crociere, non come elemento dinamico → non è quindi un elemento che genera uno stile. Prime chiese gotiche del 200: Battistero di Parma (architetto: Benedetto Antelami, con modi dalla Francia del Nord), Sant’Andrea di Vercelli (cardinale Guala Bicchieri). Uniscono in maniera coerente struttura architettonica e decorazione. I gusti e le origini dei committenti sono molto importanti per l’unione di elementi inglesi, francesi… Per capire lo sviluppo delle forme architettoniche gotiche in Italia, bisogna tener conto di: o Elementi gotici sia francesi che inglesi arrivano precocemente e vengono utilizzati in modo non sempre coerente con la logica costruttiva gotica o Alcuni elementi vengono adattati alle tradizioni locali (cattedrale di Piacenza) e in alcuni casi rimangono senza derivazioni (cattedrale di Cefalù, Sant’Andrea di Vercelli). Vi sono quindi delle resistenze, ma i modi dell’architettura gotica alla fine si impongono anche se in maniera meno fedele che altrove. Nuova chiesa di San Francesco ad Assisi. Fondata da Gregorio IX, ma consacrata da Innocenzo IV dopo 25 anni. Costruita su modelli occidentali di chiese a due piani (Sainte-Chapelle di Parigi). La Chiesa Superiore mostra soluzioni architettoniche tipicamente nordiche (paragoni con cattedrale di Angers, Notre- Dame di Digione) → aspetto gotico, anche se provinciale, dovuto al generale inglese dell’ordine dell’epoca. Presenta però delle resistenze al gotico: - Archi rampanti bassi - Contrafforti esterni massicci e rotondi - Elementi orizzontali interni che moderano il verticalismo. La Basilica è fondamentale per il gotico italiano perché unisce esperienze portate avanti da tecniche diverse: vetrate, pittura, architettura. Vetrate: scene scompartite entro medaglioni con disegni elaborati costruiti come un insieme di frammenti di vetri di vario colore. La prima decorazione delle vetrate riguarda quelle della Chiesa Superiore: dell’abside (da maestri tedeschi), del transetto e della navata (da maestri francesi e italiani). Pitture. I primi pittori lavorano nel transetto settentrionale e sono nordici, forse inglesi. Cimabue coordina la decorazione realizzata nel nono decennio del 200. Accanto a lui lavorano: artisti ancora anonimi (Maestro della Cattura), forse Duccio di Buoninsegna, maestranze romane (con Torriti) e il Maestro di Isacco = Giotto che dirige il ciclo delle Storie di San Francesco. Roma = come importante centro di affermazione del gotico italiano (gli artisti che lavorano ad Assisi sono stati scelti qui), grazie all’origine transalpina di molti cardinali. Altro centro propulsore di elaborazione e diffusione del nuovo linguaggio: corte degli ultimi svevi, Federico II e Manfredi, a cui subentra una dinastia francese che chiama a Napoli artisti transalpini. ➔ Quindi, nonostante la resistenza molto forte, l’Italia intera accetta e elabora alcuni elementi fondamentali dell’opus francigenum. “Rappresentare ciò che esiste come è” Corte di Federico II in Italia meridionali = ruolo importante nell’introduzione in Italia di modelli del Nord. Federico II, attraverso la commissione di opere, vuole comunicare una certa immagine di sé e del suo governo → committenza che pilota una tendenza artistica. Fa costruire chiese, monasteri, edifici sacri, palazzi e fonda città, appoggiandosi all’ordine cistercense. Stimola la rinascita di forme classiche e la riscoperta di modelli antichi. Risente dell’eredità data dai re normanni che utilizzano le arti figurative come strumento per il loro potere. Federico sente il peso di questa eredità ed è per questo che vuole emulare i fasti dell’antico Impero Romano → promuove una ripresa classicheggiante nella scultura monumentale, quindi spesso ci troviamo di fronte a vere e proprie copie. Programma politico verso questa scelta che si esprime con: • Creazione degli augustali con il profilo dell’imperatore = prime monete d’oro create in Occidente dopo secoli (fino ad ora vengono da Bisanzio) • Progettazione della Porta-Ponte di Capua = ricostruzione di una porta antica di città unita ad arco trionfale • Incisione di gemme e cammei a soggetti classici o cristiani. Gusto per l’antichità non solo per esigenze politiche, ma anche per trovare strumenti efficaci per determinati contenuti → interesse di Federico anche per la scienza e per la natura, quindi, servono nuove forme per presentare una nuova realtà che viene esaminata con nuovi approcci. Si trova nelle immagini una nuova forma di divulgazione e di legittimazione del potere imperiale che porta Federico II a fare grande uso della sua effigie, in: • Sigilli • Cammeo della Cattedrale di Praga • Augustali • Ritratto commemorativo nel rotolo dell’Exultet di Salerno • Statua dalla porta di Capua • Busto di Barletta ➔ Figura di Federico II molto importante per la nascita del ritratto, genere scomparso da secoli. Influenzerà tutta la ritrattistica del fine 200 e dell’inizio 300. ➔ Dimostrano che Guccio conosce bene gli elementi della scultura gotica francese della seconda metà del 200 dove si dà grande importanza all’ESPRESSIVITA’. ➔ Lo stile di Guccio presenta delle analogie con quello delle vetrate transalpine della quadrifora del braccio sinistro del transetto sud della Chiesa Superiore di San Francesco di Assisi = i francescani hanno interesse verso aspetti patetici e drammatici della pittura gotica. Guccio → influenza su nuova generazione di orafi senesi (Tondino di Guerrino e Andrea Riguardi) e lo stile di Simone e Pietro Lorenzetti. Il suo GOTICO ESPRESSIVO aiuta l’espansione e la diffusione dell’arte senese in Europa. Al suo tempo vi è la prima espansione dell’arte senese: - 1301: Manno Bandini (ramaio senese) crea la statua di Bonifacio VIII per il Consiglio del Comune di Bologna. - Tauro, orafo senese, lavora per Bonifacio VIII, per il cardinale Gentile da Montefiore e segue Clemente V in Provenza. Tecnica dello smalto translucido ha molta fortuna. Con questa, vengono eseguite alcune tra le più importanti opere della storia dell’arte senese del 300, come: - Ciclo con le Storie di san Galgano del Reliquiario di Frosini - Reliquiario del Santissimo Corporale della Cattedrale di Orvieto. Influenze francesi che arrivano a Siena anche con manoscritti francesi → ne è un esempio il Trattato sulla Creazione del Mondo, il quale illustratore ha sicuramente visto i testi illustrati al tempo di Luigi. Resistenze verso lo stile delle arti suntuarie senesi. Esempio: • 1313: Fregio in bronzo dorato niellato dell’orafo Andrea Pucci rappresentante Cristo e la Vergine, oggi al Bargello di Firenze. Si vede qui il modello che viene dalla pittura severa di Giotto. Complessità e ricchezza del panorama italiano: o Toscana = Firenze, Pisa, Pistoia, Lucca con monopolio di stoffe preziose o Bologna = produzione di libri illustrati o Venezia = produzione di cristalli, oreficerie, filigrane, vetri o Roma o Italia del Sud o Sicilia ➔ Mondo molto fertile. La pittura agli inizi del Trecento Sottotetto della cattedrale di Modena = frammenti di pitture murali da maestri campionesi (metà del XIII secolo)→ testimonianza precoce dell’arrivo delle forme gotiche in Italia. Questo però riguarda la pittura decorativa e non quella su tavola o i grandi cicli murali. In questo momento, i tempi e le strade della pittura toscana sono molto diversi rispetto a quelli del Nord. Arrivano singoli elementi gotici che sono marginali (tipo nelle Storie di San Francesco nella Basilica di Assisi). La ricezione dei nuovi modi avviene nel corso della seconda metà del 200 e ha molte conseguenze: • Fusione di elementi diversi • Spunti naturalistici gotici • Nuova capacità di studiare e rappresentare lo spazio • Convergenza tra due tradizioni ➔ Ultimo quarto del 200 = a Roma e ad Assisi nasce una pittura che domina la scena europea. Nelle due città, alla fine del 200, ci sono molti conflitti anche in campo artistico. Assisi Conflitti tra conventuali e spirituali e tra sfarzo e austerità che segnano le interruzioni e le riprese della decorazione della Chiesa Superiore. Roma Conflitti: interni tra le grandi famiglie e resistenze all’egemonia francese (con Carlo d’Angiò). Negli anni successivi, la resistenza contro il potere angioino si manifesta con papa Gregorio X Visconti prima e, con maggiore forza, anche con Niccolò III Orsini. Gli Orsini esercitano una politica di controllo sulla città attraverso mezzi politici, progetti edificatori e imprese artistiche. Ogni grande famiglia romana concentra i suoi interventi su basiliche legate alla sua committenza (Niccolò III si fa costruire un palazzo presso la basilica vaticana; Niccolò IV, legato ai Colonna, presso la basilica liberiana di Santa Maria Maggiore). Fatti importanti per capire la situazione romana: ▪ 1271: soggiorno di Cimabue ▪ 1278-80: decorazione del Sancta Sanctorum ▪ Niccolò III commissiona affreschi anticheggianti in Palazzo Vaticano ▪ Interventi papali sulle antiche basiliche ▪ Soggiorno di Arnolfo e Giotto ▪ Gusto di papa Niccolò IV per l’arte gotica ▪ Corrente naturalistica nei mosaici del Torriti a Santa Maria Maggiore, ad Assisi ▪ Affreschi dell’abbazia delle Tre Fontane. Roma come luogo di sperimentazione → incontro tra SPAZIALITA’ della pittura antica e CAPACITA’ DINAMICHE E ESPRESSIVE di quella gotica. Nuova pittura elaborata a Roma e ad Assisi: capacità di rappresentazione tridimensionale, ricerca di una rappresentazione naturale, necessità di introdurre nuove formule che risolvano il problema della rappresentazione dello spazio → QUESTIONE GIOTTESCA, è stato lui il primo a dare nuove soluzioni a questo problema? Per i contemporanei sì, agli inizi del 300 è il più importante artista italiano. Giotto, dopo il lavoro svolto ad Assisi che provoca un’eco molto importante, riceve commissioni in vari centri italiani: Roma (dal cardinale Stefaneschi), Padova (francescani, banchiere Enrico Scrovegni), Rimini (francescani), Firenze (famiglie di banchieri), Milano (dai Visconti), Napoli (principe Carlo di Calabria), Pisa, Bologna → fonti ne attestano le capacità, oltre che letterati, come Dante, Boccaccio, Petrarca, i quali ne citano le imprese e tessono le sue lodi. ➔ Momento importante del processo di legittimazione dell’artista e della sua attività portato avanti dagli intellettuali di Firenze. Il suo linguaggio diventa molto noto e si diffonde rapidamente. Le sue opere, come gli affreschi della Chiesa Superiore di Assisi, quelli a Padova e a Rimini, influenzano moltissimi “giotteschi” come Memmo di Filippuccio o il Maestro di Santa Cecilia → importanza indiscussa della sua opera. Giotto porta moltissime innovazioni e le sue opere rendono desueti molti schemi, in lui c’è molta modernità che rende vecchia la pittura passata. In Italia si inizia a tener conto di questi superamenti, l’innovazione giottesca diventa quindi una sorta di spartiacque nella storia della pittura italiana. Non si va però incontro ad un appiattimento del panorama pittorico del 300 = molto ricco di novità e variegato, noto soprattutto grazie agli studi di Roberto Longhi. Ricchezza della pittura trecentesca in Italia, conseguenza di: - Successo della tecnica dell’AFFRESCO - Rinnovamento della pala d’altare con lo sviluppo del POLITTICO. Caso di Siena che illumina questa situazione = è uno tra i centri di maggiore produzione di opere d’arte. Le opere senesi sono apprezzate e ricercate in Europa e i pittori lavorano in tutta la Toscana, in Umbria e in Provenza. Questo è dato dalla circolazione di formule, schemi, persone in vari atelier di orafi, architetti, pittori, smaltisti → ognuno guarda agli altri e questo scambio interno permette l’elaborazione di un linguaggio artistico (coniuga novità di Giotto + linea dinamica ed espressiva gotica) capace di influenzare molte aree diverse. Grazie alle innovazioni di Giotto verso una maggiore curiosità per la natura, la pittura a Siena acquista una funzione cognitiva e di conoscenza della realtà → si sviluppa qui anche la “pittura meteorologica” (affreschi di Ambrogio Lorenzetti in San Francesco a Siena). Siena diventa importante centro dell’affresco con quelli in Palazzo Pubblico, nelle chiese francescane e domenicane, in cui si affermano le innovazioni di Giotto. Grandi frescanti come: - Lippo Memmi - Donato Martini, “Barna” - Lippo Vanni - Pietro e Ambrogio Lorenzetti (Duccio di Buoninsegna e i seguaci lavora più che altro su tavola). La pittura viene usata per ragioni politiche: permette di rappresentare vittorie, città conquistate, governo della città (Firenze precede, ma a Siena porta nuovi sviluppi). Nel corso del 300 prende forma il modello del polittico = iconicità + narrazione. È formato da più tavole dipinte, prende forme monumentali, evoca il disegno architettonico gotico. Vengono sviluppati programmi iconografici complessi e a volte viene dipinta anche la parte posteriore oltre che quella anteriore = problema del doppio pubblico tra fedeli e religiosi. Creazione della predella (fascia dipinta al di sotto) che permette una maggiore visibilità anche a distanza. È difficile ricomporre l’aspetto originario di queste composizioni che molto spesso sono state disperse in luoghi diversi e frammentati. L’Italia fuori d’Italia Nel corso del 300, gli artisti italiani proiettano in tutta Europa schemi, ricerche e formule soprattutto per quanto riguarda la pittura. C’è un grande interscambio di artisti e materiali tra Italia e varie parti di Europa (tra cui zone al di là delle Alpi e l’Inghilterra). Ciò che più di tutto ha ripercussioni in tutta Europa è il nuovo modo di rappresentare lo spazio su una superficie bidimensionale elaborato dalla pittura dell’Italia centrale alla fine del XIII secolo → conosciuta attraverso viaggi degli artisti nell’uno o nell’altro senso: 1298 = Filippo il Bello di Francia invia a Roma il suo pittore Etienne d’Auxerre. 1296-7 = “Duch de Siene” (forse Duccio di Buoninsegna) viene documentato a Parigi. 1336 = Duccio di Siena, pittore, è attivo ad Avignone. 1304-1322 = artisti romani arrivano in Francia, come Filippo Rusuti con il figlio Giovanni e Nicola de Marsi. Lavoreranno al palazzo di Poitiers e il terzo anche a Saint-Denis. In Francia meridionale: maestri italiani che lavorano ad affreschi nelle due cappelle della cattedrale di Béziers (capp. Dello Spirito Santo e di Santo Stefano), chiamati probabilmente dal vescovo della città che aveva fatto molti soggiorni a Roma. Cattedrale di Narbona: resti pittorici nel coro dovuti a maestranze romane. L’abbandono di Roma da parte della curia è causa della dispersione di molti artisti romani. Dopo lo spostamento ad Avignone, arrivano quindi molti artisti. Tra i primi forse, intorno al 1320, arriva il Maestro del Codice di San Giorgio e Paolo da Siena. 1320-30 → il fenomeno dell’influenza italiana diventa più generale e si precisano i poli, che sono: ❖ Parigi. Interprete più importante è Jean Pucelle, dopo un soggiorno in Toscana dove apprende i modi della rappresentazione spaziale e li impiega in: - 1323-26: Breviario di Belleville - 1325-28: Ore di Jeanne d’Evreux, decorazione commissionata da Carlo IV re di Francia - 1327: Bibbia di Robert de Bylling - Miracles de Notre-Dame, illustrato per la sposa di Filippo VI di Valois. = accettazione della pittura italiana negli ambienti della corte francese da Filippo il Bello fino a Filippo VI. A Pucelle si deve molto per la pittura che si sviluppa in Francia nella seconda metà del 300, che coniuga rappresentazione dello spazio italiana + propensioni naturalistiche nordiche nella descrizione della realtà → grande protagonista è Jean de Bondol. ❖ Strasburgo. Influenze italiane, visibili su: vetrate con le opere di Misericordia della cattedrale, vetrate più tarde nella cappella di Santa Caterina. Alcuni elementi di Konigsfelden provengono da Strasburgo = segno dell’importanza della città. ❖ Area austriaca. Vetrate eseguite tra 1323-30, finestre del coro della chiesa del monastero francescano di Konigfelden sono un esempio della diffusione dei modi italiani. Vetrate con scene della vita di Cristo, figure e leggende di Santi. Da Konigfelden proviene anche un antependium ricamato con la rappresentazione della Passione di Cristo → possiamo collegare questo artista a quello che ha dipinto le quattro tavole che formano gli scomparti esterni dell’altare di Klosterneuburg. = tavole con citazioni giottesche. Altro esempio della diffusione italiana: antependium del ricamatore Seidlin di Pettau (Slovenia). Avignone → caso più significativo dell’espansione artistica italiana del 300. Le cause sono: lo spostamento qui della curia e il ricorso che i papi fanno a pittori italiani per decorare la nuova residenza. Vengono fatti molti investimenti artistici nella costruzione e decorazione di edifici. Avignone emerge come centro artistico molto importante grazie all’arrivo della pittura senese tramite artisti italiani (1335). 1336 → arrivo di Simone Martini (+ fratello Donato, cognato Lippo Memmi e suo fratello Tederico) porta conseguenze molto importanti. Qui ad Avignone, gli artisti trovano un pubblico eterogeneo che permette di sperimentare, ad esempio nel campo del ritratto. Matteo Giovannetti (pittore viterbese, ma senese di adozione) si avvale di queste sperimentazioni e impone un linguaggio che sviluppa aspetti del gotico espressivo e lineare + ricerche nella rappresentazione dello spazio = atteggiamento libero e sperimentale. Quello che si produce ad Avignone ha echi ovunque: si crea un “museo avignonese”, ma allo stesso tempo le opere arrivano in centri molto importanti, come alla Sante-Chapelle a Parigi. Ad Avignone non è però solo centro della diffusione della pittura senese, ma qui lavorano artisti provenienti da Viterbo, Lucca, Arezzo, Asti, Firenze e Francia meridionale. I caratteri dominanti sono però quelli senesi. Nasce qui lo stile fiabesco, aristocratico, espressivo e raffinato che si diffonde in Occidente tra la fine del 300 e gli inizi del 400 e che porta all’unificazione di linguaggi figurativi particolari → STILE INTERNAZIONALE.
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