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Enrico VIII e la Riforma Anglicana, Guide, Progetti e Ricerche di Storia Moderna

Elaborato sulla vita di Enrico VIII, la sua politica e la riforma anglicana. Riassunto degli avvenimenti della Chiesa inglese fino ad Elisabetta I.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2020/2021

Caricato il 02/03/2021

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Scarica Enrico VIII e la Riforma Anglicana e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! ENRICO VIII E LA RIFORMA ANGLICANA Introduzione: il contesto storico Ai tempi di Enrico VIII l’Inghilterra era un paese prevalentemente agreste: nella parte orientale, zona pianeggiante, il terreno era prevalentemente sfruttato per le coltivazioni di cereali; la zona montuosa occidentale era invece utilizzata per l’allevamento a pascolo. I porti principali dedicati al commercio erano quelli di Bristol e York, mentre la capitale Londra stava crescendo d’importanza nel commercio dei tessuti. I nobili avevano perso il potere sociale che esercitarono durante la guerra delle due rose e, nonostante fosse ancora attiva l’istituzione del feudo medievale, il sistema non agiva più come collante sociale. Non esistevano barriere sociali tra proletariato e commercianti e gli aristocratici si univano in matrimonio con figlie e vedove di mercanti ricchi. La Chiesa aveva ancora un ruolo predominante nella società: molto ricca, possedeva circa un terzo delle terre e ogni villaggio aveva una parrocchia. Il popolo basava le proprie forme di culto perlopiù su santi, pellegrinaggi e reliquie, ma dal Trecento in poi iniziarono a nascere anche varie eresie. Il ruolo del re era quello di amministrare direttamente dal palazzo, ma le sue decisioni erano spesso coordinate dal cardinale. Fino al 1530 questo ruolo fu coperto da Thomas Wolsey, che detenne un potere sul regno senza precedenti, avendo controllo sia sulla Chiesa che sullo Stato. In politica interna Wolsey estese la competenza del Consiglio in alternativa ai tribunali della Common Law. In politica estera, al contrario del precedente sovrano, Enrico VIII e Wolsey si interessarono molto agli eventi dell’intero continente. Un fattore importante che va considerato è il fatto che per la prima volta dopo cento anni la successione al trono avvenne per eredità, mentre le incoronazioni precedenti avvennero in seguito a conflitti interni, perlopiù accaduti durante la Guerra delle due rose. Tale avvenimento assicurò alla borghesia la tranquillità economica necessaria, e di conseguenza sostenne quasi sempre il re senza esercitare opposizioni: anche per questo la riforma anglicana fu attuabile. Enrico VIII Enrico nacque a Londra il 28 giugno 1491 nel palazzo di Greenwich, figlio di Enrico VII ed Elisabetta di York. Dimostrò di essere un ottimo studente, un eccellente atleta e amante della musica. All'età di 11 anni il fratello maggiore Arturo muore, cedendogli così il ruolo di erede al trono: Enrico fu nominato Principe di Galles nel 1503, anno in cui morirono sia la madre che la nonna. Fu allora sottoposto all'influenza del padre, che gli lasciò un ingente tesoro reale e che alla sua morte, avvenuta nel 1509 quando Enrico aveva 18 anni, gli lasciò la corona. Per la prima volta dopo generazioni, un re inglese salì al trono senza contestazioni e minacce di ribellione nei suoi confronti. Il regno era tuttavia povero di risorse naturali, protetto su tre lati dal mare, ma con al nord la minaccia scozzese, alleata con la Francia, nemico da sempre dell'Inghilterra. Enrico VII tentò di controllare l'indipendenza della nobiltà e di arricchire la corona, mandando a morte gli oppositori, confiscando le loro proprietà, aumentando le tasse ed evitando le guerre. Enrico VIII, una volta divenuto re, mise in atto una diversa politica, volta ad espandere il dominio inglese sull'Europa. Per risollevare l'insoddisfazione causata dall'aumento delle tasse voluto dal padre, Enrico addossò la colpa ai ministri Richard Empson e Edmund Dudley e li fece decapitare. Sposò la vedova del fratello, Caterina d'Aragona, e si alleò così con il re di Spagna, Ferdinando. Nel 1513 condusse una vittoriosa campagna contro la Francia; gli scozzesi dichiararono di conseguenza guerra all'Inghilterra. Le truppe di Enrico respinsero gli scozzesi nella battaglia di Flodden Field, in cui il re scozzese Giacomo IV fu ucciso. Nei successivi dieci anni, Enrico mediò tra la Francia e la Spagna, tentando di mettere i due paesi l'uno contro l'altro nella speranza di guadagnare potere in Europa. Tuttavia i suoi tentativi diplomatici e le successive campagne militari non ebbero successo. Le battaglie intraprese da Enrico svuotarono le casse reali, obbligandolo ad alzare le tasse e a causare il malcontento della popolazione. Pochi anni dopo essere salito al trono, Enrico nominò il cardinale Thomas Wolsey arcivescovo di York e capo del governo, ed egli si dimostrò un amministratore abile, liberando Enrico da un incarico che non amava. Wolsey preferì lavorare attraverso il Consiglio Reale ed il Parlamento. Fu quasi sempre in grado di realizzare gli intenti di Enrico, ma non acconsentì a concedere il divorzio che Enrico chiedeva. Per Enrico il più grande fallimento era l'incapacità di generare un erede maschio: di ciò incolpava la moglie Caterina d'Aragona, la cui unica figlia era la principessa Maria. Enrico ebbe numerose relazioni; tra le varie donne ci fu Anna Bolena, donna dal forte intuito politico e di religione protestante, della quale si innamorò. Poco tempo dopo Anna Bolena gli comunicò di essere incinta: per questo motivo e per il fatto che non era riuscito ad avere figli maschi da Caterina, nel 1527 Enrico iniziò a cercare un modo per divorziare e mandò Wolsey a Roma per presentare il caso davanti al Papa. In seguito al fallimento, il cancelliere fu sostituito da Tommaso Moro. Tuttavia il divorzio sembrava impossibile, soprattutto perché il nipote di Caterina era Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, che il Papa non poteva inimicarsi. Nel 1529 il Parlamento votò per bandire i pagamenti dei vescovi inglesi alla Chiesa di Roma ed eliminare l'indipendenza degli ecclesiastici inglesi, così da esercitare pressione sul Papato. Enrico ottenne poi il potere di nominare i propri vescovi e designò Thomas Cranmer (amico di Anna Bolena) arcivescovo di Canterbury.
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