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Epoca vittoriana - contesto politico e culturale, Appunti di Letteratura Inglese

Gli appunti toccano le tematiche principali che caratterizzano l'epoca vittoriana e il modo in cui il contesto sociale influisce sulla letteratura e cultura dell'epoca vittoriana.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 27/07/2023

ellaemi
ellaemi 🇮🇹

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Scarica Epoca vittoriana - contesto politico e culturale e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! L’epoca vittoriana L’epoca vittoriana è il periodo più importante per la modernità inglese. In questa epoca si da inizio ad una serie di meccanismi che fanno grande l’Inghilterra, tanto da diventare un impero con le sue colonie. L’impero inglese si sviluppa soprattutto dopo che gli Stati Uniti d’America diventa indipendente e quei paesi che erano state scelti per il commercio diventano vere e proprie colonie, dove ancora oggi risentono di questa influenza. È l’epoca che più ha impresso la sua impronta culturale tanto da estendersi anche dopo la morte della regina Vittoria nel 1901, infatti si parla di epoca vittoriana fino alla prima guerra mondiale. Queen Victoria Hanover (1819 – 1901) La regina Vittoria apparteneva alla casata tedesca degli Hanover, infatti si diceva che il suo accento tedesco si poteva percepire leggermente quando parlava. Vittoria salì al trono con il titolo di regina nel 1837, quando aveva appena diciotto anni, ma nonostante ciò fu una regina molto astuta. Era una persona che riuscì a diventare e proporre un modello alla nazione attraverso ciò che mostrava o che occultava del suo corpo, della sua apparenza. A differenza di Elisabetta I, che non si sposò mai se non con la sua nazione e non avendo avuto eredi se non i sudditi, Vittoria si sposò con Albert dal quale ebbe nove figli, proponendo così un’immagine di sovrana madre, moglie e prematuramente vedova all’età di 43 anni. Tutti questi ruoli li pubblicizza attraverso una serie di ritratti, che la portarono poi ad essere la regina simbolo, come quello della rosa dell’Inghilterra. Vittoria si sposò nel 1840 con suo cugino di primo grado Prince Albert (Saxe-Coburg-Gotha) che poi assunse il cognome di Hanover. Il loro matrimonio fu molto felice, per certi versi, tanto da diventare il suo più fedele consigliere, anche se gli storici affermano che Albert non sia stata una persona particolarmente brillante, anzi a lui attribuiscono a lui la responsabilità di non aver bloccato l’esportazione del grano, in alternativa della patata irlandese che iniziava a scarseggiare intorno agli anni ’50 dell’ottocento. Vittoria ebbe questa idea di comunicare la sua idea di famiglia come modello per tutta la nazione. Così come Elisabetta era stata la Virgin Queen, Vittoria voleva comunicare l’esatto opposto: un’idea della famiglia felice, che funzionava ed aveva molti figli. L’immagine della famiglia numerosa e funzionante veniva trasmessa attraverso una serie di scene quotidiane per la regina. Questo doveva pubblicizzare e trasmettere scene di domesticità, un concetto molto importante all’epoca. Ad un certo punto, infatti la famiglia diventò il vero pilastro della nazione, perché per poter produrre servivano molte mani, come dice Dickens e quindi molti più operai a lavorare nelle industrie. All’epoca vittoriana infatti abbiamo un’esplosione demografica. Le immagini in cui si fanno ritrarre sono diverse da quelle frontali ed immobili del passato, è come se si lasciassero cogliere nel quotidiano. Le immagini felici che Vittoria fece diffondere non corrispondevano però a ciò che lei scrisse nei suoi diari. Nei suoi diari dice di detestare i bambini, per questo vengono sempre affidati a delle tate, odia allattare, i neonati le ricordano delle rane e questo ci fa riflettere su quanto non sia reale, autentico ciò che mostrava. Le immagini che venivano diffuse erano puramente a scopo politico, quindi e ci permette di capire quanto questa epoca sia ipocrita, come disse Oscar Wilde. Presentava una facciata pulita ed impeccabile, ma dai contenuti discutibili. In epoca vittoriana, infatti, si tendeva a nascondere gli aspetti più spiacevoli della propria persona o della società, come già si era visto con Wordsworth nella sua descrizione di una Londra pulita e deserta. La letteratura inglese però non aderisce a questa conformità, per raccontare ciò che non funziona all’interno di questa società. Così come si fece cogliere dalla pittura nel suo momento più felice per trasmettere l’idea di una famiglia normale e consigliabile, così si fa fotografare nel suo giorno più buio, dopo la morte di Albert. QUEEN VICTORIA (1837 – 1901) • 1840 – matrimonio con Prince Albert • 1861 – morte di Prince Albert • 1876 – incoronazione come imperatrice dell’India • 1887 – golden jubilee (50 anni di regno) • 1897 – diamond jubilee (60 anni di regno) La regina Vittoria ebbe nove figli durante il suo matrimonio e i suoi eredi poi saranno maritati con quasi tutta l’Europa, permettendo così di avere una stirpe di regnanti. Fino alla morte di suo marito Albert, Vittoria realizza grandi cose, ma dal 1861 si chiude nel suo lutto e la tensione cresce nella nazione, perché si teme che non riesca a riprendersi e a riprendere in mano la gestione dell’Inghilterra. Riusciranno a farla uscire dalle stanze reali in cui lei vive nel culto di Albert nel 1876, incoronandola imperatrice dell’India, un momento storicamente glorioso e risveglia questa letargica Vittoria e la riporta alla vita della regina. Epoca vittoriana e la non coincidenza Queen Victoria 1837 – 1901 Victorian Age 1814 – 1914 Esiste una discrepanza tra le datazioni storiche che collocano il regno di Queen Victoria dal 1837 al 1901 e la datazione letteraria: dal 1814 al 1914. Quello che la storia della Anche la letteratura di questo periodo promuove la prevalenza del borghese, della middle class, nella società e viene identificato come l’individuo perfetto. Per esempio tutti i testi di Dickens partono da un personaggio che viene dai bassifondi e la lotta per l’ascesa sociale. La borghesia è una classe che offre molte rassicurazioni, appunto il middle state, la prospettiva borghese si amalgama con un'istanza religiosa, perché l'idea delle classi sociali in Inghilterra viene percepita come un'emanazione quasi divina, cioè è così e non si può cambiare. Tutto l’ottocento si struttura attorno ad un’idea di normalità identitaria fondata su una serie di categorie di sesso, genere, nazionalità, classe sociale, razza, religione e stato fisico. Questa nuova società moderna è pensata per il maschio non per la donna. Questo uomo deve essere eterosessuale inglese, appartenente alla classe borghese, bianco; che non venga quindi da un matrimonio misto, protestante e in buona salute. In questa società non c’è posto per i disabili, perché non riesce in qualche modo ad entrare a far parte dell’ingranaggio di produttività. Questa normatività identitaria è un modello che crea molte minoranze, che vengono poi tagliate fuori dalla vita in società. Vi era infatti molta discriminazione tra le strade londinesi, ma anche in istituzioni come le università a cui potevano accedere solo i maschi. Infatti, Amy Levy sarà la prima ragazza ebrea ad iscriversi all’università di Cambridge, mentre Oscar Wilde non nasconderà il suo gender, anzi lo mostrava come uno stile di vita (lifestyle). Questa normatività identitaria crea dei problemi, poiché tutti coloro che vengono discriminati e sono esclusi, perché la scienza, la politica e la letteratura è pensata per questo modello britannico. Persino essere delle donne con problemi di depressione durante i periodi mestruali o semplicemente si arrabbiava per motivi validi era un motivo di distacco da parte della società. La causa dell’isteria femminile veniva attribuita al loro utero che le faceva impazzire. Gli ebrei, anche, non potevano esercitare alcun tipo di lavoro, se non vendere stracci o prestare soldi. Per questo in “Oliver Twist”, lo vedremo diventare criminale con Fagin. Un altro esempio sono le donne che non avevano molte opportunità di lavorare, per questo molte si davano alla prostituzione. Invece, se si era considerati normali dal modello britannico e si continuava a lavorare, a produrre si poteva progredire e condurre quindi una vita ancora più agiato. Questa idea frana davanti il divario sociale che spacca in due la nazione e crea una grande competizione sleale per diventare sempre più forti, creando uno stigma per chi non ce la fa. Aumenta dunque la paura di diventare outcast, dei perdenti che per farcela si è disposti a tutto, anche rinunciando all’etica molte volte. Gli outcast vengono biasimati dalla società che funziona. Nei romanzi vittoriani, quasi sempre per mostrare un’ascesa sociale l’autore fa sempre capitare una fortuna nascosta, di cui neanche il protagonista era a conoscenza, come succede a Jane Eyre. Epoca vittoriana: crescita demografica ENGLAND + SCOTLAND year people 1800 9.000.000 1832 17.500.000 1851 21.000.000 In modo implicito, la regina Vittoria invitava la nazione a riprodursi, per necessità di braccia che lavorino, ma in un’epoca in cui la contraccezione non esisteva, era semplice avere figli. C’erano dunque molte gravidanze, ma altrettante non sempre arrivavano a termine oppure i bambini morivano quando ancora erano piccoli. Nel 1832 le nascite sono raddoppiate raggiungendo quasi 18 milioni di abitanti, mentre nel ‘51 proprio nel pieno dell'età vittoriana arriviamo a 21 milioni di abitanti. Ad agevolare questi incrementi non è solo l'incitamento ad avere tanti figli da parte della regina e la sua politica nazionale, ma anche una serie di novità nel campo igienico sanitario, si comincia anche a lavorare per una rete di fognature migliore, una maggiore pulizia generale per delle regole igienico sanitarie, ma anche la scienza fa dei progressi, si scoprono nuove cure per alcune delle malattie a cui prima non vi era rimedio. Dunque il tasso di mortalità tra le classi sociali abbienti cala, ma non per i poveri che non potevano permettersi delle cure mediche. Un altro motivo della crescita demografica è la continua immigrazione costante dall’Irlanda, la causa è la carestia. LONDON POPULATIIION 1830s 2.000.000 1900 6.500.000 La densità di popolazione registrata negli anni ’30 dell’ottocento a Londra era molto alta, diventando una vera e propria metropoli nel 1900 con 6 milioni e mezzo di abitanti. Londra è una città che assume dei tratti moderni anche per questo, con i suoi continui flussi migratori. Nonostante i venti rivoluzionari francesi, l’Inghilterra non ha mai sentito la divisione in classi sociali come qualcosa di imposto dalla storia e nonostante il laicismo, dove Dio resta in cielo e non interviene sulla Terra, questa struttura sociale è sentita come un’emanazione divina intoccabile. SOCIAL STRUCTURE Royal family Aristocracy Gentry / upper middle clas Middle class Lower middle class Lower orders / working class Poors La struttura sociale procede a piramide, dove all’interno di ogni classe sociale abbiamo i propri livelli. Questa piramide sociale vede in cima alla vetta la famiglia reale, vista sempre con grande simpatia soprattutto quando si trattava di donne molto giovani a salire al potere, due esempi sono Vittoria ed Elisabetta I. Da un lato la regina è vista quasi come un’immagine sacra, dall’altro no e già dall’epoca vittoriana è argomento dei tabloid (giornali di gossip, il più famoso è “The Sun”), gestiti dalla middle class. Le vicende della famiglia reale sono sempre all’ordine del giorno rendendoli meno sacri. Il comportamento pubblico è molto importante per i protestanti. Sotto la famiglia reale troviamo l’aristocrazia, non di un lignaggio antichissimo, ma abituata a comandare, composta solitamente da proprietari terrieri che amano la campagna, ma anche il progresso che spesso finanziano. Praticano la beneficenza, anche questo è un elemento molto protestante, dove chi ha molto può e deve aiutare chi ha meno, questo però solo secondo una struttura. Esistono per questo le charity, delle istituzioni che raccolgono denaro per investirlo sulla cura dei malati, dei bambini orfani e abbandonati, delle madri sole, dei non vedenti eccetera. La beneficenza contribuisce a far stare in pace funzionava in una società perfetta, mentre i bambini delle charity potevano e sfilavano con abiti colorati di fronte ai filantropi che si occupavano di loro. Dickens è molto critico riguardo la scalata sociale possibile attraverso il duro lavoro, perché per la riuscita di un singolo individuo, molti altri devono restare o diventare degli outcast. In questa competizione, non ci sono regole e spesso chi ce la fa è la persona meno etica, che non si fa nessun scrupolo a sorpassare gli altri. La casa vittoriana è l’unico luogo in cui non c’è competizione. I compiti sono divisi: il marito ha un ruolo pubblico fuori la casa, mentre le mogli restano a casa e se ne prendono cura. La casa deve rispecchiare l’armonia familiare, è necessario quindi l’ordine e la pulizia. La donna deve badare ai figli ed educarli alle buone maniere e devono sapere come si sta a tavola, quando è il loro momento e per parlare. Dickens parla di questo nel suo romanzo The Great Expectations, dove un bambino della working class riceve una misteriosa donazione da uno sconosciuto e verrà educato a diventare un gentleman. Si passa dunque da uno dei gradini più bassi in società ad uno dei più alti. Dickens pensa che i soldi vanno guadagnati onestamente. Epoca vittoriana: la povertà In epoca vittoriana più dei ¾ della popolazione era povera in Inghilterra, pur essendo la nazione più forte al mondo. L'epoca vittoriana produce due tipi di poveri: chi veramente non può partecipare a questo progetto competitivo di lavoro, di fatica e di correre dietro al successo, perché è molto vecchio, malato o con una disabilità e di questi poveri se ne prendevano cura, poi ci sono coloro che invece vengono incolpati dal judgemental sense di essere pigri e stupidi, non sono bravi abbastanza. Questo è uno stigma che rimane nella cultura, quello che va male a scuola immediatamente è a rischio di naufragare nell’immeritevole, l’undeserving, di diventare gente che non merita niente e rappresenta qualcosa da togliere dalla vista. Per partecipare a questa competizione per l’ascesa sociale bisogna però avere gli strumenti, non basta essere giovani e forti, ce lo dimostra in più di un romanzo anche Dickens, perché questo tipo di società è una giungla. Il povero è un fallito sociale, che per qualche ragione non ce l’ha fatto e nel disegno divino Dio non gli sta accanto, perché si trova accanto alla successful nation. Quel successo è visto come la vicinanza di Dio alla Terra. Epoca vittoriana: gli adulteri e l’arte Attraverso dei quadretti dal titolo Past and Present I - II – III di Augustus Egg, possiamo notare che la donna adultera all’epoca vittoriana era una vittima del sistema, dei valori morali e veniva cacciata dalla casa coniugale, abbandonata a sé stessa sulla strada si trovava a poter esercitare un unico mestiere. L’uomo, invece, come abbiamo già visto in Blake se aveva un rapporto extraconiugale poteva ammalarsi di sifilide, trasmettendolo alla moglie. L’uomo comunque restava impunito del suo adulterio. Se l’adulterio di una coppia borghese e l’adultero è il marito, lui può restare dentro casa. Il comportamento del marito non viene giudicato, mentre il tradimento da parte della moglie diventa un’orda pubblica, distruggendo la sua famiglia e arricchendo la società di un altro povero figlio di una prostituta. Diventa non solo un problema morale, ma anche sociale, questa cosa non avviene nel caso del marito. La società vittoriana ha dei valori puritani per cui non incoraggia l’adulterio anche maschile, ma laddove l’adulterio si palesa ha tolleranza maggiore rispetto a quello femminile. Con l’avanzare dei puritani in società questi valori penetrano e diventano sempre più rigidi, iniziando a giudicare. Questo legame tra la vita sociale e l’arte è sostenuto anche dagli intellettuali dell’epoca, tra i quali spicca John Ruskin, il quale teorizza il legame tra etica (moralità) ed estetica. L’arte veicola i valori culturali, quindi deve essere sorretta da buone idee e l’artista è colui che rappresenta queste idee. Non bisogna quindi, rappresentare valori immorali perché l’arte insegna. Il principio di ciò è che una buona nazione produce una buona arte. A sostegno di questa teoria, ci sono diverse mostre che la città di Londra accoglie, diventando persino degli eventi culturali, in cui l’arte ha un ruolo pubblico e viene giudicata dalle critiche e dai giornali. Per conoscere l’arte vittoriana basta dare un’occhiata alla National Gallery, dove l’entrata è gratuita, perché si vuole trasmettere al pubblico l’idea che questo luogo appartenga al popolo. L’arte è estetica, ma è anche etica, perché veniamo educati da essa, si incoraggiano quindi le persone a vedere queste mostre. L’arte fa parte del cambiamento della società e il principe Albert prima di morire ha avuto l’idea di mettere in piedi un’esposizione universale, The Great Exhibition del 1851, in cui ha intenzione di esporre tutte le invenzioni, gli artefatti, i disegni provenienti da tutto il mondo, in particolare dalle colonie inglesi. Questa esposizione viene costruita all’interno di Hyde Park, Crystal Palace in ferro e cristallo, progettato dai più grandi architetti dell’epoca. Vengono esportati esempi di flora e fauna. Mettere in piedi questa mostra significa non solo mostrare la grandezza inglese, ma anche ricevere denaro per sei milione di visitatori che si spostano per assistervi. Albert volle celebrare lo spirito nazionale, la forza della nazione e giustificare l’espansione nel mondo. Viene fatta una gran pubblicità all’Inghilterra che vuole mostrare la sua modernità. Epoca vittoriana: circulating libraries Nel 1842, Charles Edward Mudie istituisce le prime circulating libraries, ovvero delle biblioteche alle quali chiunque con una piccola offerta (1 guinea all’anno) poteva avere una piccola tessera per avere i libri in prestito. Questa pensata ebbe molto successo in Inghilterra, perché l’idea della lettura si sposa con l’etica protestante. La lettura allontana dall’ozio, perché il padre di tutti i vizi è l’ozio, perché se ci si annoia la mente può creare dei desideri immorali o pericolosi. Per i vittoriani è questo il modo in cui si annida Satana, se Dio resta lontano dalla Terra, il male non farà altrettanto. Il prototipo della lettura è quello della Bibbia, ma si può leggere anche della letteratura che deve trasmettere dei valori. Dickens chiede come si fa a restare buoni quando le circostanze ci propongono, non tanto la tentazione verso il male, ma dei meccanismi di sopravvivenza a quali è difficile resistere se l’alternativa è la morte. Non ha un occhio di pietà verso il crimine, ma lo conosce molto bene e senza giustificarlo lo spiega dal punto di vista sociale, dal momento che l’Inghilterra è composta da ¾ di poveri. Davanti al grande squilibrio e forme molto rigide che non rendono possibile per le persone un’emancipazione a pari merito, l’individuo cade “nel male”. Non si nasce criminale, anche se una minoranza di questi potrebbe volerlo fare per un piacere personale, ma si diventa perché non c’è nessun’altra possibilità. La facilità di lettura incoraggia molti a leggere e si crea in questo periodo un pubblico più ampio di lettori curiosi. Le circulating libraries si trovano prevalentemente nelle città, proprio per far circolare questi libri. Questo significa che le case editrici aumentano, come la concorrenza, c’è chi investe su un autore in particolare o chi si accaparra quelli che propongono nuove storie e si crea la fama degli scrittori. La fiction diventa un genere prevalente. La tradizione delle libraries rimane fortissima in Inghilterra. Questo avvenimento è dovuto anche all’evento dell’alfabetizzazione, si censura qualunque cosa possa essere male interpretata ed offensiva per la morale pubblica borghese. L’ Early e Mid – Victorian culture conserva e difende l’idea ruskiniana del valore didattico e morale dell’arte. L’arte è uno strumento che ha una finalità etica, insegna i valori e come comportarsi. Quindi deve essere in linea con la nazione, può essere critico, ma di fondo deve supportare il disegno nazionale. Nel Late Victorian culture, dopo gli anni 80 del regno di Queen Victoria, l’arte si sottrae da questa finalità, perché l’arte non è subordinata a niente. È trionfo della forma ed è fine a se stessa (Art for Art’s sake, l’estetismo). Dunque la finalità dell’arte è puramente estetica. Il principio dell’arte è la bellezza, non la morale e si arriverà a dire che tutta l’arte con una morale è brutta, perché corrotta e il suo unico obiettivo è compiuto in se stesso. Il discorso della bellezza si diffonde attraverso lo stile del Liberty, diffuso da un artista: William Morris, questa idea del bello si estende anche Elisabetta I, che diventerà erede al trono d’Inghilterra. Nel 1534 Enrico VIII si nomina capo della chiesa anglicana e non sarà visto come un eretico dalla Chiesa, ma inizierà ad sopprimere tutti i monasteri, perché vivono di elemosina e privano il popolo di soldi per poter vivere, propone quindi ai monaci un pensionamento che a loro sta bene perché spesso i nobili che passavano da loro li usavano. La Corona si appropria di questi territori anche pagandoli a volte. Lo scisma di Enrico VIII non è violento e scegliendo un arcivescovo con tendenze luterane la Bibbia diventa la cosa più importante, ma bisogna tradurla dal latino, ma la prima traduzione non sembra piacergli così fa decapitare il traduttore e il secondo rielaborerà solo parti della prima traduzione ottenendo così una traduzione che non amava. La questione della Chiesa anglicana diventa complicata alla morte del re nel 1547, quando Edoardo VI affiancato da un lord protettore, perché troppo piccolo per governare vuole incentivare l’anglicanesimo, ma che purtroppo muore e segue Maria I d’Inghilterra che vuole istaurare nuovamente il cattolicesimo, essendo figlia di una spagnola, perseguita i protestanti. Con la salita al trono di Elisabetta I, figlia del secondo matrimonio per avere l’appoggio del popolo sceglie di proseguire con il protestantesimo (sebben delle fonti dicano che lei era più cattolica che protestante). Dall’epoca elisabettiana avviene dunque un cambiamento radicale, che investe tutta la società, soprattutto del rito fondamentale per i cristiani: la messa. Questa viene investita da una nuova liturgia, il prete diventa un ministro del culto, ma non è Dio. L’altare è una semplice tavola senza alcuna sacralità e l’eucarestia diventa una commemorazione del sacrificio di Cristo, ma non è il suo corpo. Epoca vittoriana: il protestantesimo In epoca vittoriana, la religione anglicana protestante cambia leggermente, perché ci si accorge che questa fede strumento di salvezza funziona bene, come anche elemento di controllo della nazione. Si comincia a vedere la possibilità che il disegno divino che non si riesce ad intuire perché qualcuno che conforti e perdoni i peccati, perché il rapporto con Dio è diventato individuale ha gettato l'uomo nello sconforto. L'idea di essere nati corrotti porta l’uomo a chiedersi tante cose, a sentirsi sempre un po’ in colpa per qualcosa e tutto ciò porta in epoca vittoriana a manipolare la gente di questa convinzione. Se Dio ha davvero scelto, come si fa a sapere chi è stato scelto e chi no? Si comincia dunque ad affermare che tenendo un comportamento pio e corretto si avrà un segno divino. Questa mistificazione funziona e viene adottata anche in Germania, Svizzera e altri paesi protestanti, perché sono molto più ordinati dei paesi cattolici (Italia e Spagna). I protestanti credono di finire in Paradiso, perché si tiene un comportamento corretto, non viceversa. Si tratta di una società molto severa e pronta a condannare. Questi valori anglicani di ascendenza protestante cominciano ad informare la società laica. Gli anglicani producono una società molto più regolata dalla religione. Si tratta di una società in cui poi prende proprio in mano la situazione la classe borghese, la quale decide che l'Inghilterra deve marciare dritto, deve produrre, deve essere è un paese capitalistico e la religione alimenta questo pensiero anche in maniera più rigida. Da lì i puritani guardano gli anglicani come persone disordinate e sono la parte più severa di tutta questa società, prendendo sempre di più piede in epoca vittoriana. Sono coloro su cui si regola il comportamento sociale ed è come se si decidesse chi sono i capi di qualunque istituzione. Dio non è il capo della chiesa sulla Terra, ma capo dell’universo, mentre la regina e il re sono i capi dello Stato e della Chiesa sulla Terra. Similmente a questa struttura, anche la famiglia che Vittoria vuole pubblicizzare attraverso dei messaggi subliminali, ha un controllo e un’autorità rappresentata dal padre. Il pater familias è colui che comanda. Escludendo la regina, le donne sono tagliate fuori da questo scenario, infatti persino alla Madonna non viene dedicato nessun culto a differenza dei cristiani, perché la vedono solo come madre di Cristo a cui si deve solo rispetto. Nel protestantesimo non ci sono persino le suore o le monache. La figura della regina è importante, ma il potere è prevalentemente maschile. Nella famiglia il padre è colui che va a lavoro, che esce di casa e intrattiene rapporti pubblici perché sa come farlo, mentre la donna borghese per lo più è chiusa in casa e solo verso la fine dell’ottocento inizierà a lavorare. La donna deve essere moglie, madre e custode del focolare domestico: the angel of the house. Si deve occupare dell’educazione dei bambini e della serenità in famiglia, perché quando il marito torna a casa da quella giungla di società vuole stare bene, accolto dal benessere familiare. Si crea dunque una forte dicotomia di un paese molto competitivo nei rapporti di lavoro e nei legami pubblici, mentre la casa è mansueta. Questa divisione così netta dei ruoli crea una società molto arrogante ed ipocrita, tanto che Oscar Wilde ci dice che l’Inghilterra è la terra madre dell’ipocrisia, perché tutti siamo fatti di desiderio, quindi questa repressione diventa problematica. Freud più tardi spiega che più reprimiamo un desiderio in modo conscio, più quello tornerà inconsciamente. Un esempio è Doctor Jekyll & Mr Hyde. Epoca vittoriana: i cattolici e i desideri Nonostante questa riforma del 1829 i cattolici in realtà vengono reintegrati, ma non possono andare a Oxford e Cambridge, vengono guardati dall'alto in basso per la loro DIO UNIVERSO RE/REGINA STATO E CHIESA PADRE FAMIGLIA ingenuità perché credono che il vino si trasformi nel sangue di Cristo, credono nei miracoli e vengono ancora molto di più criticati perché sono sudditi del Papa, visto come colui che inganna tutti per il solo arricchimento della Chiesa. In epoca vittoriana, la componente puritana è molto forte e coincide con la borghesia, perché il nobile ama il lusso e al massimo poteva essere anglicano, il povero invece è escluso da questo piano teologico, per cui l’unica classe sociale ad essere puritana è la borghesia, la classe sociale più noiosa, come dicono gli storici. Non amano molto la lettura se non quella della Bibbia, indossano vestiti semplici e i gioielli possono indurre al peccato perché seducono. È una classe sociale molto sciatta ed austera, concentrata su se stessa e il ritmo della produzione e del lavoro, pronta a vedere il demonio dietro ogni angolo. Accanto alla religione troviamo le scienze, che da molto spazio alle indagini e porta a porsi molte domande, dalla creazione del mondo e dell’uomo. Anche per questo l’Inghilterra diventa un paese in cui non si capisce se venga prima la religione o la scienza. La scienza in questa nazione avrà sempre l’espressione dell’empirismo, dell’esperienza che un individuo fa per poi tirarne fuori delle conclusioni. L’Inghilterra è la terra dei collezionisti, si collezionano farfalle di ogni tipo, francobolli, piante e molte altre cose come si può notare dall’esposizione universale del 1851, che nasce come archivio del sapere umano. Questo paese da molto spazio alla scienza, perché non c’è un vero e proprio conflitto con la religione, come nei paesi cattolici. Studiando i fossili e i reperti geologici molte cose della religione non coincidono con la scienza, così come la Bibbia non può essere un testo dettato da Dio, per via dell’evoluzione della specie che non coincide con la creazione dell’uomo e della donna. Dio è fede per i protestanti non hanno bisogno di questi impianto teologico. Charles Darwin è un personaggio chiave in questa epoca di scienza e nuove scoperte, sarà proprio lui a parlare di evoluzione della specie. Epoca vittoriana: il darwinismo On the Origin of Species → 1859 The Descent of the Man → 1871 Darwin suggerisce una rivoluzione simile a quella copernicana, in cui discute l’origine della specie, con il primo discute l’origine della specie per selezione naturale, ci dice che l'evoluzione, la selezione e l'adattamento come sviluppo graduale della società non hanno niente di divino. Non è Dio che sceglie chi vive o chi no, ma è la capacità dell’essere biologico di adattarsi a determinate situazioni naturali, come delle tartarughe che lui
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