Scarica Ermetismo: contesto storico e ideologia, la poesia pura e la torre d'avorio. e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! L’Ermetismo Ritorno alla tradizione e l’influenza del Fascismo. Dopo le Avanguardie, che mettono in discussione il ruolo del poeta nella società, negli anni ’30, con l’avvento del Fascismo, si aprono nuove strade per l’intellettuale e cambia la concezione stessa della poesia, da cui nasce un contrasto: da un lato, la tendenza della tradizione e del Simbolismo all’aspirazione a una grande poesia, intesa come centro di esperienze assolute e decisive e perciò in grado di rivelare il senso della vita; dall’altro, una società di massa estranea a valori artistici e spirituali e nelle mani dell’azione repressiva esercitata dal Fascismo. Il regime distingue, infatti, tra “cultura-azione”, che interessa direttamente le grandi masse, e “cultura-laboratorio”, elaborata da piccoli gruppi d’intellettuali per una ristretta cerchia di pubblico: il Fascismo costringe quindi i letterati a scegliere se fare arte- propaganda o ritirarsi in un atteggiamento di distacco e “purezza”, quindi di estraneità a ogni forma di impegno sociale e politico, rivolgendosi a un pubblico ristretto. La poesia pura. Prevale così il ritorno a una poesia pura, assoluta e lontana da ogni ideologia socio-politica, rappresentata dall’Ermetismo, movimento definito tale dal critico Flora, che ne sottolineava il carattere difficile, aristocratico ed ermetico, si sviluppa a Firenze nella seconda metà degli anni ’30, prolungandosi fino agli anni ’50, e vede coinvolti soprattutto Quasimodo, Gatti e Luzi. Esso affonda le proprie radici in un’ideologia volta a identificare la poesia come condizione esistenziale, che implica uno stato di ripiegamento sulla vita interiore ed esclude qualsiasi forma di impegno pratico o politico, come specificato nel saggio di Carlo Bo Letteratura come vita. La vita quindi, ridotta a “vita dello spirito”, si realizza in modo privilegiato nella poesia, definita “unica ragion d’essere, unica dignità possibile”. La torre d’avorio. Si afferma quindi il mito della “torre d’avorio”, per cui il poeta ermetico si isola in un luogo ideale e immaginario, lontano dalla corruttibilità e dalla volgarità della vita quotidiana, per dedicarsi ai veri valori, cioè alla poesia stessa, che si presenta quindi come pura e coincidente con la realtà, destinata solo a pochi eletti in grado di capirne la difficoltà. La “torre d’avorio” degli Ermetici tutela così l’universale umano sublimandolo in una ricerca di purezza che esclude qualsiasi forma di impegno socio-politico e di discorso razionale e ideologico. La scuola ermetica prende come modello Ungaretti, il cui Sentimento nel tempo riprende una poesia alta e simbolista.