Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

ESAME DI STORIA MODERNA lettere - I SEMESTRE, Dispense di Storia Moderna

Dal manuale Criscuolo + appunti del professore e delle esercitazioni. ricchissima dispensa dalla scoperta dell'America alla fine dell'età napoleonica.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 31/05/2022

martina.dutard
martina.dutard 🇮🇹

4.3

(3)

50 documenti

1 / 58

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica ESAME DI STORIA MODERNA lettere - I SEMESTRE e più Dispense in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! i limiti dell’età moderna il moderno l'inizio dell'età contemporanea postmoderno la società stato moderno nella prima età moderna lo stato e la chiesa cattolica le forze armate e la leva militare il versante religioso l’istruzione la presenza spagnola nel mediterraneo I fase spagnoli nel med le incursioni dei corsari ottomani II fase spagnoli me d i precedenti esiti l'africa la cina il giappone l'impero safavide di persia l'impero moghul l'america precolombiana esplorazioni extra mediterranee espansione mussulmana la bolla inter caetera colombo riforma protestante le tensioni martin lutero pilastri del pens luterano conseguenze delle 95 tesi zwingli e calvino la riforma anglicana enrico VIII ed eli I il concilio di trento le fasi del concili o riforma o controriforma nuovi ordini e nuove congregazioni religiose la compagnia di gesù moderati e oltrazionisti indice dei libri proibiti e santa inquisizione guerre d’italia carlo VIII e ludo moro carlo V e franci II sforza domini carlo V gestione patrimonio spagnolo milano nel 500 spagnolo guerre di religione in francia caterina de medici la guerra dei tre enrichi guerre di religione nei paesi bassi spagnoli guerra dei trent'anni ( Massimiliano II, Rodolfo e Mattia ) pace di Vestfalia regno di giacomo I stuart rivolta scozzese Cromwell d’inghilterra l'olanda nel 600 la francia di enrico IV luigi XIII di borbone richelieu e giulio mazzarino luigi XIV successione spagnola successione polacca pace di vienna successione austriaca pace di aquisgrana guerra dei sette anni in europa nell'america del nord in africa in asia montesquieu voltaire rousseau boscovich e paolo frisi beccaria e verri riformismo asburgico in toscana e lombardia maria teresa d’asburgo giuseppe II d’asburgo pietro leopoldo d’asburgo – lorena federico II di prussia caterina II di russia l’assolutismo illuminato istituzioni ecclesiastiche vs chiesa cattolica rivoluzione industriale rivoluzione agricola commerci internazionali la siderurgia conseguenze economiche e sociali caratteri della rivoluzione industriale rivoluzione americana guerra franco-indiana guerra per la dichiarazione d'indipendenza nascita usa e dei partiti r ivoluzione francese presa della bastiglia le fazioni il grande terrore costituzione anno III napoleone prima campagna e la campagna d'egitto colpo di stato + consolato interventi e riforme 2 campagna d’Italia, console a vita, proclamazione impero dalla seconda cisalpina al regno 3 coalizione 4 coalizione 5 coalizione ultimi anni impero la campagna di Russia 6 coalizione campagna del Belgio, governo dei 100 giorni, waterlo o congresso di Vienna I LIMITI DELL’ETÀ MODERNA L’inizio della storia moderna viene ricondotto al 1492, anno della scoperta dell'America, ma si tratta evidentemente di una scelta convenzionale. Più che a una data specifica, il punto di partenza, dell'età moderna deve essere ricondotto a uno spazio di tempo compreso fra la metà del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, che fu caratterizzato da una serie di trasformazioni e di innovazioni che diedero una svolta o una rottura nella continuità del processo storico. Il problema si pone nel punto di arrivo ossia quando subentra la storia contemporanea che viene collocata fra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento, con l'avvio della rivoluzione industriale in Inghilterra e la caduta dell'antico regime per opera della rivoluzione francese. IL MODERNO Il termine modernus comparve fra la fine del V e l'inizio del VI secolo. Si era già consapevoli che il mondo antico era tramontato per sempre, per cui nasceva l'esigenza di un termine per indicare l'attualità, l'età presente che avvertiva ormai di rappresentare una realtà distinta. Di qui la nascita di "moderno" nel suo significato originario di "recente", per designare i contemporanei. Nella concezione cristiana l’unico momento periodizzante era la nascita di Cristo. Furono gli umanisti che manifestarono la convinzione che stesse nascendo una nuova età, nella quale sarebbero ritornati attuali i grandi modelli dell'antichità greco romana. Il termine "'moderno" si caricava di un valore positivo si affermava come fattore di innovazione e di progresso sulla civiltà precaria. Nello stesso periodo veniva a maturazione anche la critica storica della tradizione biblica che poneva le basi per una definitiva separazione fra la storia sacra, dettata dalla rivelazione e fondata quindi su una base teologica, e la storia profana, il cui processo era determinato esclusivamente dall'opera dell'uomo. IL RINASCIMENTO Si elaborò il concetto di Rinascimento come alba della civiltà moderna. Durante quest’epoca storica ci si apprestava a vivere la seconda rivoluzione industriale. nel XIX secolo si affermò anche il termine "modernità". il progresso poteva anche essere respinto in nome della tradizione: papa Pio IX, sùbito dopo la proclamazione del regno d'Italia, respingeva le tesi di coloro che difendevano alcuni prìncipi della civiltà moderna in nome dei prìncipi del cattolicesimo. Si affermò anche la parola "modernizzazione", che esprimeva l'espressione di un punto di vista laico incentrato sull’affermazione dell'individuo, capace di costruirsi il proprio destino e che aveva acquisito la propria libertà di pensiero e di coscienza contro le autorità e i dogmatismi. La borghesia europea trovava le proprie radici poiché proprio fra Quattrocento e Cinquecento quando si era avviato il processo di formazione degli stati nazionali protagonisti della realtà politica dell’800. Nasceva così un contrasto tra la cultura quattro – cinquecentesca e l’età precedente. L'INIZIO DELL'ETÀ CONTEMPORANEA Per quanto concerne la rivoluzione francese, il revisionismo storiografico ha negato che essa abbia rappresentato la fine del sistema feudale e aperto la strada all'avvento della società borghese ma ha insistito sui molti motivi di continuità fra l'antico regime e la Francia rivoluzionaria e napoleonica. La rivoluzione francese aprì effettivamente una fase nuova nel corso della storia europea distruggendo le basi della società tradizionale, che fu chiamata ancien regime (antico regime). la rivoluzione industriale si estese agli altri paesi dell'Europa occidentale con un ritardo e che nella stessa Inghilterra fece sentire i suoi effetti dopo diverso tempo. La struttura economico-sociale dell'Inghilterra ha conosciuto dei mutamenti irreversibili destinati a modificare il secolare problema della produzione dei mezzi di sussistenza che da allora ebbe inizio un profondo divario fra i paesi industrializzati e il resto del mondo. POSTMODERNO si è fatta strada la sensazione di vivere quindi la fine di un'epoca e di essere entrati in una fase di transizione verso un futuro ancora indecifrabile: di qui l'uso del prefisso post per indicare i vari aspetti di questa realtà fluida e incerta. Si è parlato di società postindustriale, caratterizzata dalla riduzione del numero degli impiegati nell'industria manifatturiera, dal predominio del capitale finanziario, dalla centralità delle attività terziarie e dalla diffusione delle tecnologie informatiche e dei mezzi di comunicazione di massa. Poi si è affermata la categoria della post-modernità, definita come coscienza critica della stessa società postindustriale. A un certo punto si è affermata l'idea del postmodernismo ossia la constatazione del fallimento del tentativo modernista di dominare con scelte razionali e profondamente innovative il rapporto fra uomo e ambiente. La post metropoli si presenta come una città diffusa o continua, nella quale non c'è più un centro e non ci sono più periferie. CAPITOLI 3, 4 E 5 la società Accanto alla definizione dello stato moderno come istituzione politica, dove si affermano le forme della sovranità assoluta, l’altra componente significativa per la trasformazione è la società che si va sviluppando nel periodo dell’età moderna e che riporta tratti di superamento della società medievale. Si hanno trasformazioni sociali che ruotano intorno alla triade: 1. individuo, che non si vede più all’interno di una scala gerarchica ma tende ad affermare la propria autonomia e indipendenza all’interno della realtà sociale 2. famiglia si struttura in maniera diversa: si ha il continuo affermarsi di nuovi elementi di valutazione in cui prevale la situazione economica che diventa sempre più rilevante + nascono le istituzioni per la tutela dei senza famiglia 3. società che ha avuto grande attività di ricerca. Si hanno trasformazioni sociali che ruotano intorno alla triade individuo, famiglia e società, in questo percorso trova il manifestarsi di alcune caratteristiche e criteri del processo di modernizzazione della società europea. CAPITOLO 6 lo stato moderno e lo stato di antico regime il rapporto che costituisce la nazione e lo stato nazionale nel corso del 900 ha avuto esiti drammatici, ha avuto esiti di esaltazione di questo rapporto che ha portato ai nazionalismi, del parere di questa idea fondata sul rapporto stato, territorio e popolo che ha portato al nazismo, a forme dittatoriali e al pangermanesimo. alcuni storici fanno cominciare questo rapporto tra 400 e 500 quando le forme medievali di organizzazione di potere cominciano a cedere il passo a organizzazioni che stabiliscono un rapporto tra un signore e un territorio, La Spagna era divisa nei due regni d’Aragona e di Castiglia che però vengono unificati quando si sposano Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. I possedimenti spagnoli sono l’arcipelago delle Baleari, il regno di Napoli, regno di Sicilia e il regno di Sardegna, l’Isola di Malta (ma viene concessa dalla Spagna all’ordine dei cavalieri di San Giovanni), e infine l’arcipelago delle Canarie e dello stretto di Gibilterra con insediamenti in Africa. nel 500, però, cresce anche un’altra potenza che è quella che è situata nell’area orientale del mediterraneo e che si scontrerà con la Spagna: la potenza ottomana. l’origine dell’impero ottomano ha luogo in Anatolia (l’odierna Turchia) è da qui che partono nella loro politica espansionistica con a capo Osman I che ha la capacità di sfruttare la situazione propizia per gli ottomani ovvero la crisi del sultanato dei Selgiuchidi di Rum che precedentemente controllavano la Anatolia. con la crisi gli ottomani crescono nel piano politico dell’area, si espandono e sfruttano la progressiva ritirata dei capi mongoli che si ritirano verso l’area Eranica e lasciano il campo libera alla potenza ottomana, che inizi a espandersi con Osman I verso il Bosforo che è una via di accesso al mare di Marmara, il mare che separa il mar mediterraneo dal Mar Nero, e a sua volta al Mar Nero. Uno dei successori di Osman, ossia Mehmet II, giunse a conquistare Costantinopoli e a decretare la fine dell’impero bizantino che collassa. L’espansionismo prosegue con il successore di Mehmet II ossia il sultano Selim I che era aveva acquisito degli avamposti anche nel contesto del Mar Nero e dal Mar Mediterraneo con due potenze italiane, la repubblica di Genova e la repubblica di Venezia, che avevano degli importanti interessi commerciali; la repubblica di Genova e la repubblica di Venezia che avevano due possedimenti nel Mar Nero a cadere sono le città di Caffa e di Tana avamposti di Genova. Selim I diventa nuovo imperatore e con il figlio Solimano il Magnifico daranno il via alla lotta con Carlo V. I FASE Selim nel 1512 si mette alla guida dell’impero ottomano fino al 1520 quando, Solimano Il Magnifico controllerà l’impero fino al 1566 mentre Carlo V diventerà re di Spagna fino a quando poi abdicherà nel 1556. Carlo V si scontra con queste due figure a causa delle continue incursioni dei corsari ottomani inviati da Costantinopoli nel nord Africa per fare bottino con le navi spagnole ma anche a causa dell’alleanza militare di Solimano il Magnifico con Francesco I di Valois (negli stessi anni che Carlo V è occupato nelle guerre d’Italia con Francesco I di Valois, re di Francia). LE INCURSIONI DEI CORSARI OTTOMANI I corsari ottomani, che sono al soldo di Selim e Solimano, sono due 1. Dragut Pascià che nel 1551 riesce a prendere la città di Tripoli dopo giorni di assedio; Carlo V tenta di far difendere la propria flotta dalla città di Tripoli ma fallisce 2. il Barbarossa, corsaro ottomano che mette a fuoco le città dell’Egeo, conquista Algeri e Tunisi che era una città che Ferdinando d’Aragona (nonno di Carlo V) era riuscito a controllare. Carlo V, dopo che il Barbarossa conquista Tunisi, decide di armare una flotta e riconquistarla anche con l’aiuto di Andrea Doria. Poi prova a riprendere Algeri ma fallisce per un suo errore di calcolo perché fa partire la sua flotta da Palma de Mallorca troppo tardi quando il mediterraneo era particolarmente agitato e la flotta venne dispersa. II FASE Nel 1556 Carlo V abdica e il suo impero viene diviso: - Filippo II (figlio di Carlo V) a cui spettano i domani italiani, la penisola iberica, tutti i domini del nuovo mondo e i paesi bassi spagnoli. - Ferdinando d’Asburgo, suo fratello, gli lascia i domini imperiali e i territori storici della casata d’Asburgo Abbiamo così una separazione degli Asburgo Austria con Ferdinando d’Asburgo e Asburgo Spagna con Filippo II. Gli scontri di Federico II riguarderanno la formazione di leghe militari e alleanze anti-ottomane (come per la Battaglia di Lepanto che verrà combattuta da una lega promossa dalla Spagna) e Federico II vuole consolidarsi sul fronte greco. I PRECEDENTI Sul fronte greco era già intervenuto Carlo V nel 1538 nella battaglia navale di Prevesa che aveva visto la creazione di una lega anti-ottomana, che vede la vittoria delle forze ottomane. Abbiamo anche la creazione dalla lega santa con a capo Paolo III Farnese colui che avvia i lavori del concilio di Trento. Primo scontro della disfatta di Prevesa lo abbiamo a Gerba, Carlo V ha già abdicato, e Dragut Pascià riesce a conquistarla e si spinge verso la capitale La Valletta, altra sconfitta per Carlo V. nuova conquista ottomana di Cipro che era diventata dominio veneziano e, sulla scia della conquista di Cipro, il pontefice Pio V decide di formare una lega Santa che sarà la lega che si scontrerà nel 1571 a Lepanto. Abbiamo quindi la Spagna di Carlo V e poi le due repubbliche più minacciate dal Mediterraneo, la repubblica di Genova e quella di Venezia. Il 7 ottobre del 1571 si combatte questo scontro sulle conseguenze dell’impero ottomano e della Spagna, fu uno scontro decisivo perché vede unite all’interno della lega la Spagna di Filippo II ma anche la repubblica di Genova e la repubblica di Venezia che partecipano a queste leghe. Alla lega prendono parte anche Cosimo, il gran duca di Toscana (uno dei principali alleati alla Spagna). Lo scontro avviene con una prima battaglia navale che ha luogo nello stretto di Corinto alle porte di Lepanto e le forze della Lega sono guidate da: Giovanni d’Austria (fratellastro di Filippo II) e Marcantonio Colonna che sono due militari; i comandanti della Lega riescono a schiacciare gli ottomani ed è una vittoria che avrà conseguenze anche nel lungo periodo perché lo scontro con gli ottomani inizierà a concentrarsi sul versante orientale dell’Europa; ESITI DELLA BATTAGLIA La repubblica di Venezia viene denominata lo stato da mar, l’anno prima aveva perso Cipro ma la lega interrompe la missione. Don Giovanni d’Austria ambiva a diventare re su una porzione del regno d’Africa. Tunisi perduta nel 35 ripasserà agli spagnoli. firma della tregua nel 1578. Gli Asburgo Spagna non si confrontano più in scontri di queste proporzioni e l’attenzione degli ottomani inizia a concentrarsi verso l’area balcanica e arriva a minacciare da est gli Asburgo d’Austria, nel 1683 Vienna viene assediata e infine anche gli Asburgo d’Austria giungeranno ad una pacificazione con l’impero ottomano con la firma della pace di Carlowitz nel 1699. CAPITOLO 8 civiltà e imperi extraeuropei L'AFRICA Nelle zone dove si era superata l'economia di raccolta nasceva un'agricoltura di sussistenza non integrata con l'allevamento. abbiamo poi altre zone dove era attivo un fiorente artigianato grazie ai tessuti di lana e cotone, al cuoio e alla ceramica e all'utilizzo di metallo. Nelle zone non influenzate dall'islam non vi era la scrittura. l'espansione dell'islam conquistò i paesi rivieraschi del Mediterraneo, dell'occidente e dell'africa orientale e occidentale con più difficoltà. l'espansione creò un forte incentivo allo sviluppo di attività commercianti (come i prodotti dell'africa nera scambiati con i manufatti dell'africa settentrionale) e all'urbanizzazione (le città-stato nell'africa orientale intrattenevano i rapporti commerciali con l'India e l’Arabia). L'Africa aveva una società di tipo segmentario, era strutturata in piccole comunità con legami etnici parentali e a capo un clan. il controllo del centro era ai capi dei clan o dei villaggi. Si aveva però anche un'alterazione con forme di organizzazione politiche più complesse: una sorta di imperi o stati; la mancanza di uno stabile dominio sul territorio, dato dai confini incerti, crea però un impulso nato dallo stato di guerra o dalla necessità di espandersi. il cristianesimo si diffuse in Egitto attraverso la dottrina monofisita ossia che negava la doppia natura umana e divina di Cristo e creò la chiesa copta. il cristianesimo si espanse verso sud fino all'altopiano etiopico dove respinse i tentativi di invasione dell'impero ottomano. l'altopiano etiopico entra in decadimento quando si formò il regno Songhai che venne sconfitto dal Marocco. Infine, il Congo cercò di difendersi dai portoghesi interessati al monopolio del traffico degli schiavi e quindi il regno andò incontro a un processo di indebolimento e di disgregazione. LA CINA La caduta della dominazione mongola creò rivolte contadine e insurrezioni militari con a capo un ex Monaco buddhista che prese il potere e diede inizio alla dinastia Ming e Hongwu. La dinastia si interessò al rafforzamento del potere centrale, eliminò la carica del primo ministro per governare lui stesso, era forte la presenza del confucianesimo ma era anche rilevante l'influenza del cristianesimo, ripristinò il sistema burocratico amministrativo che attribuiva le cariche pubbliche per affidare queste decisioni politiche alle province. l'economia cinese aveva un'agricoltura diversa da quella europea: si usavano pochi strumenti agricoli e animali ed il riso era alla base dell'agricoltura che assicurava l'alimentazione alla popolazione. Le lotte fra fazioni e le rivolte contadine iniziarono con l’arrivo dei manciù che occuparono il territorio ma a loro volta vennero dominati dall'etnia straniera degli Han. IL GIAPPONE Aveva un nucleo di organizzazione politica simile al modello cinese: - a Kyoto abbiamo la Corte imperiale - a Edo (oggi Tokyo) lo shogunato  altro polo del dualismo istituzionale giapponese - 250 signori feudali shogun assunse il potere ed emanò la carica di shogun ereditaria. Inizia a perdere autorità quando i proprietari delle province, che erano signori fondiari autonomi, diedero avvio alle guerre civili. iniziò così la frantumazione del Giappone che si riunificò grazie a tokugawa che venne nominato da shogun e diede avvio all'inizio dell'era Edo ed era caratterizzata da un accentramento burocratico e quindi da un feudalesimo centralizzato. per prima cosa tokugawa impose l'equilibrio nei tre centri di potere. In quell’epoca la società giapponese era divisa in: 1. Guerrieri 2. Agricoltori 3. Artigiani 4. Mercanti Il Giappone era diviso tra la presenza del shintoismo (dove il potere imperiale era ritenuto divino), buddismo e confucianesimo, mentre il cristianesimo era bandito. Questo creò la politica del paese chiuso dove però era presente un forte sviluppo economico grazie all'aumento di reti di comunicazione e la frantumazione del villaggio rurale. L'IMPERO SAFAWIDE DI PERSIA Alla morte del sovrano si aprì un periodo di anarchia, dove Ismal I volle sottoporre il territorio al suo dominio, e si proclamò primo shah creando la dinastia dei safawidi. il rafforzamento di questa dinastia si avviò con il suo successore Abbas I che ottenne delle vittorie contro gli ottomani e dove l'impero negli anni del suo regno ebbe il suo massimo splendore; di fatti dopo la morte di Abbas I l'impero entrò in una fase di declino. La dinastia dei safawidi fu costretta ad abbandonare l’Anatolia quando fu sconfitta dall'impero ottomano, l’acerrimo nemico per la conquista dell’Iraq. abbiamo anche una contrapposizione religiosa poiché l'impero ottomano praticava l'islam sunnita ma allo stesso tempo era presente anche una grossa diffusione dell'islam sciita che considerava usurpatori i tre califfi e considerava Alì l’unico successore di Maometto L'IMPERO MOGHUL nella parte settentrionale dell'india si era stabilito uno stato mussulmano. con l'invasione ed il saccheggio della capitale da parte di Tamerlano, il sultano era entrato in una condizione di anarchia caratterizzata da un’importante frammentazione del territorio. il suo discendente Babur conquistò Delhi e creò la dinastia moghul nell'india nordoccidentale. durante gli anni di trono, Babur aveva come principio fondamentale la riunificazione del territorio tra lo stato mussulmano e induisti presenti nell'india meridionale che avvenne grazie alla riforma religiosa che determinava la parificazione tra indù e musulmani. questa riforma religiosa diede inizio alla modernizzazione dell'india anche attraverso la struttura amministrativa dove il controllo delle regioni era affidato ai sovrani. l'economia dell'india si basava su un'agricoltura di sussistenza dove però scomparve la comunità di villaggio. la società era divisa tra: 1. Sacerdoti 2. Guerrieri 3. Artigiani 4. addetti ai lavori servili 5. impuri o intoccabili dopo Babur il suo successore Akbar impose il suo controllo nell'india settentrionale e avvenne così una forte crisi dovuta da una potenza della popolazione dell'india sudoccidentale. Finì così l'impero Moghul. L'AMERICA PRECOLOMBIANA Quando nel sedicesimo secolo gli spagnoli entrarono in America, erano già presenti le civiltà millenarie ossia quelle forme di organizzazioni politico-economico e sociale assai elevate. In Messico e in America centrale erano presenti le aztechi e i Maya (conosciuti per la loro ricchezza sul piano culturale e artistico fra Yucatan e Guatemala) mentre nella regione peccati oppure scontare una pena pregiudicando il giudizio di dio sull’aldilà  nasce così un movimento di contestazione che sorge con la pubblicazione delle 95 tesi di Lutero. LE TENSIONI Si era creato fin dai decenni precedenti, nel corso del XIV e XV secolo una serie di tensioni all’interno della vita religiosa che riguardavano anche movimenti di riforma. già a partire dalla metà del XIV secolo vi sono alcuni movimenti che nascono nelle regioni periferiche dell’impero (es. Whitelig) un esponente del clero o come Ass (riformatore boemo) che si impongono da una visione centralistica a una visione fortemente secolarista della religione. attraverso la predicazione affermano un ritorno a una vita religiosa più ispirata al messaggio evangelico e alla purezza dei comportamenti del clero. Era una riforma religiosa, quella di Ass, che si opponeva alla magnificenza e alle organizzazioni pubbliche degli emissari della chiesa ufficiale. Queste forme di reazione a un controllo oppressivo cominciavano a essere messe in discussione anche con la nuova visione dell’uomo nella società; rispetto a un certo modello di organizzazione ecclesiastica il far prevalere l’individuo in un rapporto diretto con dio e non attraverso un rapporto mediato, trova una forza per raccogliere seguaci all’interno di questi movimenti di contestazione. Questo clima generale trova un momento di caduta agli inizi del 500 in particolare nella figura e nell’opera di Martin Lutero. CAUSE REMOTE DELLA RIFORMA La riforma ha avvio nel 1517 con la pubblicazione delle 95 tesi di Martin Lutero quando, la chiesa, avverte una profonda crisi istituzionale che vede la nascita di forme d’abuso che sono commesse a Roma e in periferia nel contesto diocesano questi abusi legati alla cattiva condotta del sacro li riconosciamo: - nei pontefici che più che presentarsi come guide delle cristianità si presentano come dei sovrani che stabiliscono alleanze e hanno mire politiche ben precise rafforzando il potere della propria famiglia - i cardinali cercano di favorire l’ascesa politica ed economica delle rispettive famiglie, ci troviamo di fronte a un atto di nepotismo  favorire esponenti delle famiglie di appartenenza, assegnare ai figli delle cariche vescovili - i vescovi molto spesso violano l’obbligo di residenza. Venivano assegnati a una diocesi ma in molti casi non ci risiedevano perché preferivano risiedere a Roma o nella città di origine per gestire la famiglia e così nominavano il vicario che faceva le veci. quando venivano nominati gli venivano dati terreni cumulo dei benefici MARTIN LUTERO Martin Lutero 1483 nasce a Eislieben, il padre era impiegato nell’industria mineraria poi trasferimento a Mansfeld dove Lutero inizia a ricevere un insegnamento religioso viene avviato dal padre agli studi del diritto ma nel 1505 abbandona la carriera giuridica per entrare in convento entra nell’ordine degli agostiniani e qui prosegue i suoi studi, prende i voti di obbedienza, povertà e castità finché non si reca a Roma dove prende visione degli abusi che vengono dallo sfarzo della corte pontificia. ritorna in Germania e acquisisce sempre più importanza tant’è che viene trasferito a Wittenberg dove Lutero inizia a condurre studi sul testo sacro; nel 1517 Lutero pubblica le sue 95 tesi e si scaglia contro la pratica delle indulgenze. L’indulgenza  emissione totale o parziale delle pene del purgatorio per tutti quei fedeli che dopo aver manifestato pentimento compivano un atto di carità, che i molti casi consisteva nella somma di denaro. Arcivescovo di Magonza  Albrecht von Hohenzollern riceve l’appalto da Leone X per raccogliere le indulgenze proprio nel territorio tedesco. Lutero sdegnato nel 1517 pubblica le 95 tesi dove non prende le distanze ma si scalza contro la curia papale e le indulgenze. I PILASTRI DEL PENSIERO LUTERANO - Tema della salvezza: per la dottrina cattolica la salvezza si consegue dalle buone opere per Lutero invece le buone opere sono influenti ma la salvezza si ricava attraverso la sola grazia concessa da Dio al fedele. - sacramenti: sono 7 per Lutero sono 2, battesimo ed eucarestia - la dottrina eucaristica di Lutero viene riassunta in consustanziazione (pane e vino sono ugualmente presenti coesistono con il sangue e il corpo di Cristo) mentre per la chiesa attraverso la transustanziazione (la trasformazione del pane e vino attraverso il corpo e il sangue di Cristo) - abolizione del culto della Vergine, del culto dei Santi e del culto degli angeli - abolizione della regola del celibato ecclesiastico  Lutero si sposa con Caterina ex monaca LE CONSEGUENZE DELLE 95 TESI DI LUTERO Le conseguenze dell’affissione delle 95 tesi di Lutero sono un tema di rottura del principio di individualità all’interno di una società moderna con un ruolo del soggetto di fronte a un impianto teologico. Quello che nega Lutero è la possibilità autonoma dell’uomo con le proprie opere di ottenere la salvezza. Ad argomenti di carattere teologico si legavano ovviamente elementi di riflessione politica e sociale, uno degli episodi più gravi che si svilupparono a partire dalla riforma protestante è la GUERRA DEI CONTADINI: questo movimento si sviluppò in Germania nei territori dell’impero dal 1517 fino al 1525 con alcuni avvenimenti molto importanti tra cui la salita al trono imperiale di Carlo V che si trova a ascendere al trono imperiale nel 1556 all’interno di una situazione molto difficile proprio perché da un lato ha la necessità di contenere le spinte dal basso, popolari e allo stesso tempo di controllare i signori elettori del trono imperiale e di contenere eventuali attacchi dalla Francia, dall’Inghilterra che potevano minacciare il suo trono nel momento di passaggio. Nei territori tedeschi del tempo si realizza una situazione molto confusa perché accanto a motivi di carattere religioso si affiancano anche questioni di carattere sociale e riorganizzazione del sistema imperiale attorno al nuovo imperatore. Di fronte a ciò, la chiesa cattolica emanò la bolla Exsurge Domino per ribadire le tesi dei principi cattolici e avviare un’azione per reprimere il moto di riforma luterana: è una bolla papale emessa da papa Leone X in risposta sia alla contestazione sulle indulgenze del 1517 che agli scritti successivi di Martin Lutero. bolla in cui si vietano 40 delle 95 tesi + vietato la pubblicazione. Venne emanato anche un testo, il delibero arbitrio, risposta che un autore moderno, ossia Erasmo da Rotterdam, decise di scrivere per definire la sua posizione nei confronti del problema della libertà dell'uomo e quindi della sua responsabilità di fronte a Dio e del suo rapporto con la Chiesa cattolica, rivalutando allo stesso tempo, i valori dell'individuo nei confronti della chiesa. Lutero non si abbatte e brucia la bolla papale e alcuni volumi del diritto canonico  il papa lo scomunica: siamo all’interno dei territori tedeschi  affinché Lutero possa essere bandito dalle terre cristiane bisogna presentare la questione nell’assemblea che prende il nome di dieta di Worms nella Renania: Lutero non ritratta e viene bandito dalle terre cristiane; Lutero ha come suo difensore il principe Federico di Sassonia che gli concede la possibilità di nascondersi in un castello di sua proprietà dove traduce in tedesco il Nuovo Testamento e poi traduce l’intera Bibbia. Carlo V teme il dilagare della riforma così convoca delle nuove diete. Nel 1526 la Dieta a Spira che è la dieta che vede nascere il termine PROTESTANTE si introduce il principio di tolleranza religiosa che viene accordata solamente ai cattolici presenti in uno stato dove il principe si è convertito alla riforma, non è applicato ai fedeli protestanti i cui i principi rimangono fedeli alla chiesa cattolica. I prìncipi protestati si uniscono in una lega sul piano militare Lega di Smalcalda che vede come protagonisti l’erede di Sassonia e il duca di Assia. Lega cattolica guidata dal duca di Baviera Guglielmo IV. Abbiamo una serie di conflitti dove si scontrano come le GUERRE DI SCALCALDA: viene firmata la pace di Augusta dove viene esplicitato il principio di Cuius regio Eius religio  si stabilisce che uno stato tedesco risulta formalmente stato protestante o cattolico se il principe titolare ha aderito alla riforma o se la confessione è cattolica. dopodiché venne anche stabilito il Reservatum ecclesiasticum  si impone la restituzione alla chiesa di Roma di tutti quei terreni o beni che sono stati espropriati dopo il 1552 ZWINGLI E CALVINO Accanto alla confessione luterana vi sono altri due elementi che hanno una consistenza notevole: 1. Azione di riforma e di protesta di ULRICH ZWINGLI. Era un componente del clero di Zurigo nella svizzera tedesca che, sull’esempio della riforma di Lutero, avviò una serie di riforme soprattutto dal punto di vista della riforma delle questioni teologiche, pubblica 67 articoli di fede dove prende posizioni più radicali per quanto riguarda la dottrina della chiesa e quella dell’eucarestia. 2. Azione di GIOVANNI CALVINO nasce nel nord della Francia nel 1509. quando scoppia nel 1517 la riforma, Calvino aderisce ma poi prenderà le distanze. Lascia la Francia nel 1533, quando l’imperatore caccia i luterani, e si trasferisce a Strasburgo poi Ferrara, e infine Ginevra dove da avvio al proprio percorso di riforma; nel 1536 pubblica il testo cardine del calvinismo l’Institutio Christianae Religionis con posizioni che iniziano a discostarsi dalle posizioni di Lutero. Tema della salvezza  noi siamo già predestinati alla salvezza o alla dannazione però non possiamo sapere se siamo uno o l’altro e non possiamo fare nulla per saperlo prima. Divisione della comunità  riforma della società ginevrina: - pastori  amministrare i sacramenti - dottori  interpretare le sacre scritture - diaconi  prestare servizio attraverso la comunità e di prendersi cura di poveri e malati - anziani sono 12 e sono personalità che prevedono il controllo della disciplina dottrinaria + costituisce organi che devono assolvere questioni di carattere etico  concistoro  organo di controllo più importante ne fanno parte gli anziani e i pastori. Per entrambi la salvezza era predestinazione e l’uomo doveva solamente adeguarsi e accogliere la predestinazione divina; avevano l’idea che il sacrificio di Cristo fu accaduto una volta per tutte e non attraverso il sacramento della confessione. I movimenti di riforma si diffusero e in moli casi furono contrastati dal movimento protestante e dai cattolici, poiché anche i protestanti si schierarono contro le altre forme di riforma religiosa durante il Cinquecento. Accanto a queste due, sulla questione dei sacramenti e della loro validità era presente anche la setta degli ANABATTISTI cioè coloro che non credevano nel battesimo dei fanciulli ma credevano nella necessità di un nuovo battesimo. La teoria anabattista necessitava un battesimo in età adulta dopo un cammino di conversione, che non era frutto della decisione dell’uomo ma della predestinazione, perciò, viene definita setta perché gli uomini si sentivano rinati. Altro elemento furono gli ANTITRINITARI coloro che non riconoscevano nel dogma della trinità un fondamento religioso e biblico i regni di Spagna ancora unificati sotto la corona di Ferdinando e Isabella rappresentavano due realtà distinte, il Regno di Castilla con il baricentro rivolto verso l’atlantico, soprattutto dopo la RECONQUISTA dell’Andalusia, e la corona di Aragona centrata sul mediterraneo con un controllo delle rotte mediterranee. Terza componente della corona imperiale sono i possedimenti dei paesi bassi che scendono fino alla borgogna e che tagliano in due l’Europa occidentale dividendo in due il regno di Francia e quello germanico; all’interno di questa condizione si formano le riforme che si distribuiscono all’interno di questo quadro. Nelle regioni del Nord e nella penisola scandinava erano presenti prevalentemente tendenze luterane diffuse nelle altre parti dell’impero germanico. In Francia era presente una buona percentuale di calvinismo e con una diffusione anche significativa nel resto dell’impero. Terzo elemento significativo, la riforma anglicana, concentrata nell’isola britannica in Inghilterra soprattutto nella corona inglese, mentre legata al cattolicesimo romano era l’Irlanda. LA RIFORMA ANGLICANA La RIFORMA ANGLICANA era una riforma di stato del sovrano Enrico VIII, il quale, per affermare la sua autonomia e la sua indipendenza del regno, accolse alcune dottrine del protestantesimo affermando la chiesa nazionale; quindi, da qual momento in poi il regno di Inghilterra passò alla confessione anglicana. Enrico VIII ha due figlie femmine Elisabetta e Maria e quindi non ha l’erede maschio - richiesta di divorzio da Caterina D’Aragona che non gli viene concesso   papa Clemente VII si rifiutò di concedere l'annullamento a Enrico VIII a motivo della parentela di Caterina con l'Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, poiché questo avrebbe rovinato i rapporti del papa con la corona spagnola, stretta alleata del papato. Enrico VIII si stacca e fece un atto di supremazia ossia nel 1534 pubblica il Book Of Common Prayer  il testo di riferimento dottrinale e liturgico della Chiesa Anglicana che non ha storicamente ritenuto opportuno la stesura di un catechismo o di un ordinamento dottrinale sistematico e quindi si distacca dalla chiesa di Roma. IL REGNO D’INGHILTERRA Suscita un problema durante la successione a Enrico VIII il problema era il mantenimento della successione all’interno della casata Tudor poiché la figlia Elisabetta non era figlia legittima del sovrano e non riconosciuta dalla chiesa cattolica in quanto figlia di una relazione extra coniugale con Anna Bolena. La questione della scelta religiosa e dello scontro con Roma si intersecò anche qui con il tentativo di mantenere alla propria casata la successione al trono da attribuire a una erede non riconosciuta. Elisabetta I prosegue nella linea delineata da Enrico VIII e in un momento di forte tensione del regno di Scozia costringe agli Stuart di rifugiarsi a Londra e di fatto pone Elisabetta I nella condizione di dover controllare e riciclare la circolazione di idee considerate proibite. furono assunti i provvedimenti più importanti che in realtà assumono soprattutto a seguito degli ultimi pontificati che si susseguirono da Giulio III e pio IV assumono una forte corrente riformista, accanto a una serie di provvedimenti che avevano l’intento di reprimere le forme di eresia e di distacco, furono assunti provvedimenti volti a rianimare e rivitalizzare la vita religiosa attraverso una maggiore cura pastorale. Vengono introdotti anche i libri parrocchiali, una forma di controllo della vita dei fedeli che assume anche tratti dell’assistenza pastorale. CAPITOLO 12 le guerre d’Italia Guerre d’Italia  consistono in una serie di conflitti tra gli ultimi anni del 400 (per circa un sessantennio) e terminano nel 1559. 60 anni che vedono la penisola attraversata anche da potenze straniere (Francia e Spagna) e che vedono impegnati gli antichi stati italiani che hanno luogo nella nostra penisola e che avranno poi, nel 1559, a un esito che si manterrà nel lungo periodo per la nostra penisola perché con la firma della pace Cateau – Cambrèsis del 1559 la penisola conobbe l’egemonia spagnola che ha avuto luogo fino alla fine 1700. PREMESSE La penisola italiana dopo la pace di Lodi del 1454 stabilì un equilibrio fra i cinque maggiori stati: Regno di Napoli, Stato della Chiesa, ducato di Milano, Repubblica di Firenze e repubblica di Venezia. - Il regno di Napoli era passato nel 1458 a Ferdinando I di Aragona, esponente illegittimo della famiglia che reggeva lo stato aragonese in Spagna. i tentativi di Ferdinando erano quelli di rafforzare l'apparato amministrativo e finanziario ma si scontrarono con l'opposizione della potente feudalità, che spadroneggiava nelle province. - Lo stato della chiesa possedeva le due enclave di Benevento e di Pontecorvo nel Regno napoletano e, in Francia, Avignone e il contado venassino. I Papi dopo lo scisma d'Occidente si impegnarono a ripristinare il proprio dominio sia nella capitale sia nel territorio dello Stato. l'obiettivo della politica Pontificia fu mantenere un equilibrio politico fra gli Stati italiani in modo tale che il Papa potesse svolgere una funzione di mediazione e avere libertà d'azione per consolidare il proprio potere sia come capo della cattolicità sia come sovrano temporale. Per questo motivo Roma ostacolò sistematicamente gli stati italiani più forti e poi si impegnò per scongiurare un assoluto predominio dell'una o dell'altra. - nella repubblica di Firenze si era manifestata un'evoluzione delle istituzioni comunali verso un regime oligarchico caratterizzato dal predominio di un ristretto gruppo di famiglie. In questa fase Firenze portò a compimento la sua espansione in Toscana occupando Pisa e acquistando Livorno che le diede uno sbocco al mare. dal 1434 si affermò in città l'egemonia della famiglia dei Medici che è quasi una sorta di signoria di fatto grazie all'abile opera di Cosimo il vecchio, il quale garantì il controllo delle magistrature repubblicane escludendone gli avversari a vantaggio degli uomini a lui fedeli. La sua opera fu proseguita dal nipote Lorenzo il magnifico; alla sua morte nel 1492 la Signoria della famiglia era però ancora lontana dall'essere consolidata perché permanevano in città nostalgie per il regime repubblicano ed era ancora viva l'ostilità nei confronti del predominio esercitato dai medici. Nel 1454 si giunge alla Pace di Lodi per porre termine agli scontri dell’Italia e che aveva visto alcuni stati fronteggiarsi negli anni 30 del 400 come lo stato di Milano e la Repubblica di Venezia  grandi contendenti, che crearono instabilità all’interno della penisola italiana. La pace di Lodi vede inaugurarsi un periodo di prosperità per questi due stati: - Lo stato di Milano che fu passato a metà del XV secolo dai Visconti a Francesco Sforza uno dei più importanti condottieri dell'epoca. il duca di Milano si fa aleatore di importanti riforme per la città che rafforza le difese cittadine, ad esempio, il Castello di Porta Giovia attuale castello Sforzesco che riconosce un potenziamento sul piano economico. - La repubblica di Venezia conservava ancora le forme repubblicane che si era data da una solida struttura costituzionale attraverso dei provvedimenti che stabilirono che il MAGGIOR CONSIGLIO, l'organismo sovrano della costituzione veneziana, sarebbe stato composto dalle famiglie che ne facevano parte in quel momento o ne avevano fatto parte in passato. In pratica queste famiglie diedero vita a un PATRIZIATO ovvero un ceto di governo ereditario e di fatto chiuso che si riservava in modo esclusivo la partecipazione alla vita politica. Il maggior consiglio era un organo sovrano che eleggeva fra i suoi membri tutte le principali cariche dello Stato. le principali funzioni politiche e giudiziarie erano delegate dal maggior consiglio a organi più stretti che si formavano al suo interno. Nel 400 la repubblica rafforza il proprio dominio nei territori d’oltremare quindi inizia a proiettarsi nell’Adriatico ma anche nel Mediterraneo orientale; infatti, non è un caso che proprio nel 1489 Venezia inizia a occupare l’isola di Cipro. la repubblica di Venezia si è rafforzata ma a partire dagli anni 80 ha come obiettivo quello di espandere i propri domini nella Pianura Padana e nel Polesine (Foce del Po e Rovigo). La repubblica di Venezia tra il 1484 e il 1486 vede lo scoppio delle GUERRE DI FERRARA che vedono scontrarsi Venezia e gli Este e dove Venezia occupa Rovigo e il Polesine. A questi elementi si aggiungono: - Nel 1492 muore Lorenzo il Magnifico, signore dei Medici e uno dei promotori della Pace di Lodi che sperava di rafforzare il dominio mediceo - Nello stesso anno muore anche Innocenzo VIII il pontefice che manteneva l’equilibrio, uno dei figli naturali del papa Cippo aveva sposato la figlia di Lorenzo Magnifico Al loro posto salgono: - Alessandro VI Borgia (il papa) pontefice di origini spagnole che mira a costruire uno stato territoriale - Ludovico il Moro: spodesta il legittimo erede Gian Galeazzo Sforza e mira al consolidamento del Ducato da parte di Francia e Spagna: La Francia nella prima metà del 400 verrà poi invasa nella Guerra dei cent’anni, risolto da Giovanna d’Arco, in particolare sul regno di Napoli dove ora ci sono gli aragonesi imparentati dal sovrano spagnolo ma prima in età medievale c’erano gli Angiò. La Spagna era guidata da Ferdinando d’Aragona marito di Isabella di Castiglia che attuava una politica marittima molto significativa in Africa I FASE Negli anni successivi abbiamo le prime avvisaglie perché già nel 1466 muore il duca Francesco Sforza e gli succede il figlio Galeazzo Maria Sforza, che si fa inalatore di una politica diversa da quella paterna: una politica spregiudicata; infatti, nel 1476 viene assassinato a Milano di fronte alla chiesa di S. Stefano. Il titolo ducale passa al figlio Gian Galeazzo Maria detto Duchino. Il figlio, infatti, quando diventa Duca è minorenne così sale la madre Bona di Savoia: il titolo ducale così verrà conteso da Ludovico il Moro che era l’altro figlio di Francesco Sforza. Lo scoppio delle guerre d’Italia avvenne nel 1494 quando Ludovico il Moro vuole scalzare il nipote dal titolo nobiliare ma non può eliminarlo perché il Duchino era già stato promesso in matrimonio alla nipote del re di Napoli, Ferrante d’Aragona. Ludovico chiama Carlo VIII e ne richiede l’intervento nella penisola. nel 1494 Carlo VIII si presenta in Italia per sostenere gli obiettivi di Ludovico il Moro, diventare Re di Napoli e ripristinare la potenza francese a Napoli scalzando il Duchino. Carlo VIII arriva al confine alpino alla guida di un esercito; si incontra ad Asti con Il Moro. prima di muoversi verso Napoli, aggira il possibile ostacolo napoletano dato che, Alfonso XII d’Aragona, ha stanziato delle truppe in area bolognese; Carlo VIII così invia dei contingenti a Bologna: questo fu il primo scontro. nel frattempo, Ferrante d’Aragona muore e sale al potere Alfonso XII. Carlo VIII arriva tra la Liguria e la Toscana e conquista quest’ultima. Adesso sul trono fiorentino c’è il figlio di Lorenzo il Magnifico, Piero dei Medici, detto Il fatuo, che lascia passare Carlo VIII. a Firenze verrà fondata una REPUBBLICA che vedrà attivo Girolamo e Botticelli. Carlo VIII arriva agli stati pontifici, il papa Alessandro Borgia si deve asserragliare in Castel sant’Angelo, Carlo VIII prende Roma e arriva a Napoli dove ha ripristinato la potenza francese; Alfonso XII porta con sé il tesoro e va in Sicilia; Carlo VIII diventa re di Napoli ma non ci rimarrà a lungo perché Ludovico il Moro inizia a temere lo strapotere di Carlo VIII. Ludovico il Moro era diventato duca di Milano e aveva formato la LEGA SANTA, un’alleanza tra la repubblica di Venezia e Alessandro VI Borgia. Carlo VIII risale ad altezza di Fornovo (Parma) e si scontra con la lega. Carlo VIII muore in Francia e si conclude questa prima fase con il regno di Napoli che torna in mano agli Aragonesi (Federico d’Aragona figlio di Ferrandino). In Spagna abbiamo Ferdinando d’Aragona. Ludovico il Moro è il duca di Milano e a Firenze abbiano la stagione repubblicana con Savonarola II FASE Carlo VIII non è riuscito nei suoi intenti, sale al trono di Francia Luigi XII cugino di Carlo VIII e appartenente alla casata reale francese, al ramo dei Valois-Orléans, che ha delle ambizioni in più rispetto al cugino: ha una lontana parentela con i visconti e quindi ha dei diritti sul ducato. Luigi XII si allea con Venezia e il papa Alessandro VI contro Ludovico il Moro (duca di Milano) e promette al papa quel territorio nell’area della Romagna e le Marche e a Venezia prometteva i territori nell’area di Bergamo e Brescia. Ci furono degli accordi con Ferdinando d’Aragona, re di Spagna, contro Federico d’Aragona re di Napoli. Federico cede i suoi diritti a Luigi XII che si accorda con Ferdinando su quella che viene detta spartizione del regno di Napoli ossia che in caso di vittoria: al Re di Francia spettano Napoli, Abruzzo e il titolo di Re di Napoli mentre al Re di Spagna Puglia e Calabria. nel 1501 iniziò la campagna contro Napoleone e contro Federico d’Aragona che riesce a conquistare il regno. Iniziano i dissapori tra Francia e Spagna che voglio tutto il regno di Napoli e termina questo conflitto nel 1503 che vede gli spagnoli avere la meglio su Luigi XII. ora le due corone non sono più distinte e Napoli appartiene alla Spagna attraverso il viceré di Napoli Consalvo che riesce a gestire il trono. Luigi XII riesce a occupare Milano e a liberarla per alcune settimane da Ludovico il Moro che però riallestisce l’esercito e spinge i francesi verso Novara. Ma durante l’assedio le truppe del Moro iniziano a conoscere dei dissapori interni: il Moro viene catturato e mandato in Francia dove nel 1500 muore. Ne 1511 si forma una nuova lega con a capo Papa Giulio II della Rovere che riesce a respingere i francesi e venne restaurato un modello sforzesco che venne dato a Massimiliano Sforza, il nuovo duca di Milano. III FASE Abbiamo due personalità che si contengono il potere: Francesco I (dinastia dei Valois ma appartenente a un altro ramo quello degli Angoulême) contro Carlo V, appartenente agli Asburgo che dal 1516 al 1556 diventa re di Spagna e alla morte di Ferdinando d’Aragona nel 1519 venne eletto imperatore del sacro romano impero per elezione. Carlo V compra i grandi elettori e riesce a essere eletto, eredita la Germania e la città di Augusta. Nel 1515 ci fu la BATTAGLIA DI MARIGNANO a sud est di Milano dove Francesco I ha la meglio sugli Sforza. i francesi si reimpossessano di Milano e nel 1515 ottiene il ducato. nel 1516 abbiamo la firma della pace di Noyon e viene eletto nuovo papa Leone X della famiglia dei Medici. ma l’obiettivo di Carlo V è di diventare duca di Milano e di ottenere lo stato di Milano, quindi, invia Prospero Colonna e riesce a portare la potenza spagnola in città: gli spagnoli hanno il controllo sullo stato di Milano, gli spagnoli resistono a Milano. Carlo V nomina Francesco II Sforza duca di Milano  era un fantoccio nelle mani di Carlo V. Francesco I torna, si stanzia a Pavia e subisce l’azione degli assediati: durante l’assedio viene catturato dalle forze spagnole ed è costretto a siglare la pace di Madrid dove Francesco si impegna a non rivendicare lo stato di Milano. Viene liberato e si allea contro Carlo V con Venezia, Firenze ed il papa Clemente VII dei Medici nella Lega di Cognac, nel 1527 ci fu il sacco di Roma dalle truppe tedesche di Carlo V mosse sia da carattere religioso sia dalla mancata paga e Clemente VII fuoriesce dalla lega contro Carlo V. successivamente Clemente VII si allea con Carlo V e riottiene lo stabilimento. Firenze  fine repubblica e ritorno della toscana. Carlo V ottiene la corona ferrea del regno di Italia a Bologna proprio da Clemente VII. Il conflitto si sposta nel cuore dell’Europa. ESITO DELLA GUERRA 1559  firma della Pace di Cateau Cambrèsis dai figli Enrico II e Filippo II d’Asburgo (Spagna). nel 1556 Carlo V abdica, si ritira nel monastero di Yuste e i suoi domini sono immensi lascia: - Filippo II (figlio di Carlo V) a cui spettano i domani italiani, la penisola iberica, tutti i domini del nuovo mondo e i paesi bassi spagnoli. - Ferdinando d’Asburgo, suo fratello, diventa imperatore del Sacro Romano Impero e gli lascia i domini imperiali e i territori storici della casata d’Asburgo Abbiamo così una separazione degli Asburgo Austria con Ferdinando d’Asburgo e Asburgo Spagna con Filippo II. CONSEGUENZE La spagna ottiene lo stato di Milano, il regno di Napoli, il Regno di Sicilia, la Sardegna e lo Stato dei Presidi Influenza spagnola: Ducato di Savoia, Repubblica di Genova, in Toscana e nello stato della Chiesa. suddivisione del territorio siciliano nei tre valli (vallo con Palermo, nordorientale e sudorientale) che verranno poi suddivisi in 44 comarche. Regno di Sardegna Il viceré si impegna alla difesa dei corsari barbareschi grazie anche alla creazione di un organo che prende il nome di REALE AMMINISTRAZIONE DELLE TORRI che si impegnava nella manutenzione delle torri di difesa Il nuovo mondo Diviso in due grandi vicereami: 1535 – LA NUOVA SPAGNA (cap. città del Messico) 1542 – LA NUOVA CASTIGLIA (cap. Lima) Aveva l’imposizione del governo sul modello castigliano (con viceré, corregidor e figure a cui competeva l’amministratore della giustizia nel territorio) e poi con parrocchie che si occupano dell’evangelizzazione LO STATO DI MILANO NEL CINQUECENTO SPAGNOLO Il periodo di dominazione spagnola all’interno dell’area lombarda si espande oltre il Cinquecento arriva fino al 1706 fino al momento della guerra di successione spagnola quando Milano viene occupata da Eugenio di Savoia. GLI INIZI La situazione muta nel 1535 quando Francesco II Sforza muore senza lasciare eredi e Carlo V decide di assumere direttamente il potere; quindi, Carlo V è ben conscio del ducato di Milano come la chiave dell’Italia, poiché riconosceva a Milano una strategia sia grazie a funzioni militari come per scopi commerciali. Carlo V vuole conferire un nuovo assetto istituzionale dello stato  a Milano abbiamo il governatore abbiamo l’ALTA CORTE DI GIUSTIZIA che è il senato e due magistrati finanziari il magistrato ordinario e quello straordinario delle finanze. Il governatore è il rappresentante di Carlo V nello stato di Milano, di nomina regia che risponde direttamente al sovrano a Madrid e ha due funzioni: - È capo supremo dell’esercito nello stato di Milano - È il vertice del governo, nel senso che rappresenta Carlo V nello stato di Milano Il duca d’Alba fu governatore dello stato Milano fino a quando Filippo II lo chiamò a fare lo stesso incarico nelle sette province. Il senato è l’alta corte di giustizia, ha sia materie civili che materie criminali e gli spetta anche il compito di rendere esecutivi gli editti sovrani e nominare i giudici minori, che devono amministrare la giustizia nell’area locale. Nel collegio dei Nobili Dottori entravano a fare parte i giudici minori che potevano ambire a diventare sovrani. I magistrati finanziari hanno il compito di occuparsi delle contribuzioni, delle entrate delle spese dello stato e inviano nell’area periferica i loro referendari andando a riscuotere le spese locali. Il governatore Fernando Gonzaga ha ordinato la completa ricostruzione delle mura medievali della città di Milano e costruisce Porta Romana. SFIDE E PROBLEMI Lo stato di Milano è però disomogeneo sul piano politico poiché abbiamo territori che talvolta si svincolavano dal potere del duca come le terre separate; i feudi imperiali sono territori che di fatto non rispondono al re per quanto riguarda giustizie ma rispondono all’imperatore del Sacro Romano Impero i feudi camerali sono retti da nobili da feudi da conti e da marchesi, che esercitano una forte imponenza sul territorio. L’ECONOMIA Per via di questa realtà complessa Carlo V avvia una riforma per andare a far versare le imposte sulla base delle ricchezze e dei beni personali che ha avvio nel 1543 è l’introduzione dell’ESTIMO ossia il calcolo dei beni personali sui quali viene poi calcolata l’imposta fiscale (anticipazione del catasto). Sempre stata un po’ oggetto di avventure che si scostano dalla realtà spagnola abbiamo un decennio di carestie, tra le guerre d’Italia e l’inizio del secolo che è molto complicato. Però dal 1545 fino ai primi anni del 600 abbiamo una ripresa considerevole grazie al commercio di lana, seta e la fabbricazione delle armi e delle armature. Il periodo di prosperità termina con la crisi di inizio Seicento dovuta dalla guerra di successione del Monferrato e la guerra dei Trent’anni RAPPORTI TRA STATO E CHIESA a partire dal 1565 Carlo Borromeo nipote di papa Pio V fa il suo ingresso di arcivescovo in città. entra più volte in contrasto con i governatori: - i governatori vorrebbero che il senato potesse esprimersi sulle questioni degli abusi mentre l’arcivescovo vuole trattare lui in materia - il ruolo dell’inquisizione - peste del 1576 – 1577 CAPITOLO 15 LE GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA la riforma e il messaggio di Lutero e Calvino si propagarono all’interno di alcune aree di Europa, fecero scoppiare alcuni conflitti che non solo muovono la riforma ma hanno anche questioni di carattere politico. Le guerre interessarono alcune aree a partire dalla prima metà del 500 come quella francese a partire dal 1562 e nei domini spagnoli nei Paesi Bassi, controllati da Madrid. I sovrani che devono fare i conti con il luteranesimo e con il calvinismo sono Francesco I di Valois e Carlo V quando nel 1534 si verifica un fatto grave per Francesco I: nella notte tra il 17 e il 18 ottobre ha luogo il cosiddetto Affaire des Placards (affare dei manifesti) dove in diverse città francesi compaiono sui muri di edifici pubblici dei manifesti con il quale si prende una posizione contro la liturgia cattolica. Francesco I da avvio a una politica e Calvino scappa dalla Francia. Nel 1544 Francesco I dà ai professori della Sorbona il compito di redigere gli articoli di fede e fa stilare un elenco dei libri proibiti (tra cui le 95 tesi di Lutero). Il successore Enrico II (colui che firmò la pace di Céteaux Cambrèsis) si scaglia contro i luterani e i calvinisti perché nel frattempo le tesi di Calvino si erano deragliate nei territori della mezzaluna. Erico II istituisce un tribunale speciale detto CAMERA ARDENTE all’interno dell’alta corte parigina, e il TRIBUNALE DI PARIGI, per combattere i casi di eresia. CATERINA DE MEDICI Enrico II muore nel 1559 ha 4 figli minori quindi la reggenza va a Caterina de Medici, sua moglie, che viene vista come un corpo estraneo alla Francia, non era amata infatti veniva soprannominata come “la Fiorentina”. I 4 figli erano: 1. Francesco II che regna dal 1559 al 1560 2. Margot di Valois 3. Carlo che alla morte di Francesco sarebbe divenuto re di Francia come Carlo IX 4. Enrico III che alla morte di Carlo IX diventa re di Francia nel 1574 (uno degli enrichi della guerra dei tre Enrichi) Gli ugonotti avranno una crescente importanza nel contesto francese. la Francia Ugonotta (ossia i calvinisti francesi) fanno convocare un sinodo nazionale della chiesa calvinista che prevede la partecipazione all’interno di un’assemblea dei rappresentanti della chiesa calvinista (anziani e pastori). Enrico di Borbone (II Enrico) all’epoca Re di Navarra, era cugino di Francesco I di Valois. Enrico di Borbone viene riconosciuto dai calvinisti come paladino perché aderisce al calvinismo. La sovrana, Caterina de Medici, cerca di riappacificare le parti ed evitare il conflitto che poi avverrà nel 1562 anno dopo dell’editto di Amboise con il quale Caterina accordava e concedeva delle libertà di culto ai calvinisti ugonotti. la tensione cresce: abbiamo i calvinisti che stanno radicando sempre più il loro potere e i cattolici reagiscono: il loro leader era Francesco di Guisa (Re di Lorena, ducato autonomo dalla Francia ma che gravita su essa). nel 1562 si allega in funzione anti-ugonotta con il principale leader dei cattolici Filippo II, re di Spagna. dopo alleanza di Francesco di Guisa e Filippo II, scoppia il conflitto contro Enrico Borbone che di allea con Elisabetta I di Inghilterra. questo conflitto vede la vittoria dei cattolici che perdono Francesco di Guisa che muore nel corso del conflitto che finisce nel 1563. Il nuovo paladino della causa cattolica è il figlio di Francesco di Guisa, ossia il terzo Enrico (Enrico di Guisa duca di Lorena). Nel decennio successivo le tensioni furono comunque presenti, l’ammiraglio Coligny inizia ad esercitare una pressione a corte per ridare voce agli ugonotti, Caterina de medici vuole scongiurare il ripresentarsi di nuovi conflitti ed emana l’Editto di Saint Germain dove concedeva delle città fortificate presenti all’interno delle città Francesi come la Piazzaforte di La Rochelle a sud ovest della Francia dove gli ugonotti possono praticare i loro culti. Caterina cerca anche di appianare le tensioni attraverso il matrimonio tra Margot di Valois con Enrico di Borbone così appiana le tensioni e nel 1572 ci fu l’eccidio di San Bartolomeo cioè la strage al Louvre dove gli ugonotti vengono massacrati all’interno di una congiura emanata da Enrico di Guisa e dove sopravvive Enrico di Borbone. la guerra dei tre enrichi Nel 1574 à morte di Carlo IX abbiamo l’ascesa di Enrico di Valois che diventa re con il nome di Enrico III di Valois che era stato sovrano del regno di Polonia ed era stato eletto nel 1573 ance se era visto negativamente dalle forze calviniste e da Enrico il Cattolico duca di Lorena. scoppia un nuovo conflitto che vede impegnati Enrico III di Valois, Enrico di Borbone ed Enrico di Guisa, leader della Francia Ugonotta. Nel 1580 nasce un’alleanza inizialmente tra Enrico di Guisa ed Enrico di Valois con l’obiettivo di indebolire Enrico di Borbone che si interrompe quando Enrico di Guisa cade vittima di una congiura organizzata da Enrico II di Valois e fa assassinare Enrico di Guisa. Nel 1589 il frate domenicano Jacques Clément uccise il re di Valois. L’unico a sopravvivere è Enrico di Borbone colui che era stato fatto sposare da Margherita di Valois. Per essere re di Francia bisognava essere cattolici ed Enrico di Borbone era calvinista, così divenne cattolico e Re di Francia nel 1589. A Saint Denis dove Enrico di Borbone si converte al cattolicesimo, nel 1594 si ha l’incoronazione di Enrico IV di Borbone à inizia una nuova dinastia dei Borbone che si fa chiamare così per dare un’idea di continuità della dinastia nonostante fosse Borbone e non Valois. La guerra vede degli strascichi ma termina nel 1598 quando Enrico di Borbone sigla la Pace di Vervins che pone termine alle guerre di Religione inaugurate nel 1562 dalle leghe dei Guisa e da Enrico di Borbone. fondamentale per la storia francese era l’EDITTO DI NANTES del 1598 che introduce il concetto di tolleranza religiosa. Con questo Editto i calvinisti sono liberi di professare la loro professione ma ci sono delle limitazioni nel professare esternamente il loro culto per evitare che si potessero creare disordini, vennero concessi agli ugonotti un centinaio di piazzeforti militari in particolare quella della Rochelle. LE GUERRE DI RELIGIONE NEI PAESI BASSI SPAGNOLI Il Belgio e l’Olanda appartengono ai territori spagnoli divisi in 17 province che vengono controllati da Madrid e da Carlo V e poi da Filippo II. Carlo V si ritira in convento, abdica e i Paesi Bassi vengono concessi a Filippo II, che consentono alla Spagna di chiudere la Francia. Le 17 province venivano controllate tramite un governatore e sono discusse a Madrid dalle personalità che compongono il consiglio di Stato. Le province sono dotate da un governo esterno che potevano inviare i loro 17 rappresentanti all’interno degli stati generali e potevano discutere argomenti di politica interna e questioni di giustizia. nel consiglio di stato abbiamo differenti tendenze: - intransigente: linea dei Falchi à sono controllati dagli spazi di limitata autonomia ma vorrebbero diminuire ulteriormente l’azione politica svolta dalle 17 province all’interno deli stati generale e si pongono in una questione di transigenza del movimento riformatore. Vivono una progressiva diffusione del luteranesimo e del calvinismo e i falchi vogliono estirpare calvinisti e luterani - moderata: linea delle Colombe à non vuole andare a estirpare nessuno ma porta i suoi sostenitori a mantenere la gestione del potere Nel 1559 Federico II pone una linea intransigente e nomina la sorellastra Margherita di Parma (che fa parte della linea dei Falchi) che, insieme al cardinale di Granvelle, danno il via a una serie di provvedimenti assecondando la linea di Federico II: ricorrono al diritto proprio del Re di Spagna e assumono la prerogativa di presentazione ossia andare a nominare o designare i vescovi. così, Margherita di Parma e il cardinale di Granvelle, fanno istituire ben 15 nuove diocesi al capo delle quali vi sono 15 nuovi vescovi questo prevede il rafforzamento delle istituzioni cattoliche. viene nominato cardinale l’Arcivescovo di Malin che diventa così la figura ecclesiastica più importante nei paesi spagnoli. Gli inquisitori, quindi, vanno a segnalare tutti quei casi legati alle conversioni luterane o calviniste. Di fronte a ciò scoppia la rivolta: calvinisti e luterani danno lo scoppio di tumulti ed episodi di iconoclastia (scalpellano le statue). Federico II vuole sostituire Margherita di Parma con il Duca d’Alba poiché era il principale esponente della corrente dei falchi e lo nomina per colpire tutti quei casi che si erano opposti alla politica di Margherita; in più istituiscono un tribunale speciale à “il consiglio dei torbidi” che deve estirpare tutti questi casi presenti nel contesto belga – olandese. I calvinisti e i luterani sono ben presenti nella zona, così scoppia il conflitto nel 1576 e prendono il via le guerre di religione. Lo scoppio del conflitto, nato con l’alleanza della pacificazione di Gand, vede uniti i corregionali spagnoli e dove viene posto Guglielmo d’Orange di origine tedesca e convinto luterano; venne chiamato per guidare la lega proprio perché era un finanziatore di azioni di carattere militare e di sabotaggio contro il duca d’Alba. Lo chiamano e inizia il conflitto. Filippo II inizia a temere questa azione di Guglielmo perché la maggior parte delle 17 province erano completamente affrancate da Madrid così - Vengono ridefiniti i rapporti tra l’imperatore e i principi territoriali, crescita della sovranità da parte di principi territoriali che riconoscono sempre la figura ma i titolari iniziano ad aumentare le loro prerogative (stringere alleanze con territori esterni all’impero) CONSEGUENZE Nel 1648 viene riconosciuta l’indipendenza delle province unite spagna compresa Ridimensionamento dei confini del SRI perché qualche territorio lo perde per esempio la Francia riesca a ritagliarsi tre sedi vescovili tre vescovati nell’area orientale nelle regioni dell’Alsazia e Lorena che diventano enclave francesi + concessioni alla Svezia dei possedimenti sulla riva tedesca del Baltico GLI ESERCITI LE DISTRUZIONI E I SACCHEGGI: il vuoto demografico in area tedesca , nel 1628 annus horribilis - il territorio europeo e la peste del Manzoni CAPITOLO 17 le due rivoluzioni inglesi IL REGNO DI GIACOMO I STUART Nel 1603 alla morte della regina Elisabetta I Tudor abbiamo la scelta del nuovo sovrano che è Giacomo I Stuart essendo che Elisabetta non aveva eredi. I diritti al trono ritornano ai discendenti della sorella di Enrico VIII, Margherita Tudor e l’unificazione del regno di Inghilterra, Irlanda e Scozia sotto Giacomo I Stuart che regna dal 1603 al 1625 ma il suo potere è minato da problemi di carattere: - funzionario: strascichi del conflitto anglo spagnolo e delle rivolte irlandesi combattute da Elisabetta I dove l’Irlanda si trova ulteriormente sotto il conflitto inglese - religioso: Giacomo I Stuart era un sovrano che aveva aderito alla riforma protestante e simpatizzava ai calvinisti scozzesi (presbiteriani) - politico: il malcontento della nobiltà di sangue per i privilegi accordati ai suoi favoriti al Duca di Buckingham che diventerà poi il primo ministro e anche il conte di Arundel à personalità che segnano un nuovo inizio nella dinastia dei Tudor subisce anche la congiura delle polveri dai cattolici che volevano far saltare in aria la sede del parlamento in corso a una seduta di Giacomo I di Stuart. l’attentano fallisce ma il GUN- POWER PLOT fa capire come Giacomo I fosse poco amato. Quando muore nel 1625, Carlo I, suo figlio, lo succede CARLO I STUART nasce a Edimburgo è il figlio di Giacomo I e si orienta verso la corrente presbiteriana calvinista. Carlo I entrerà in conflitto con il parlamento inglese che nasce sulle ceneri del consiglio del re ed è l’assemblea rappresentativa del regno di Inghilterra ossia partecipavano i rappresentanti delle varie contee inglesi; venne convocata dal re quando il sovrano voleva indurre nuove tasse delle nuove imposte, o quando voleva formare l’esercito e predisporre azioni militari e anche quando voleva indurre principi contenuti nella Magna Charta Libertatum emanata da Giovanni Mangiaterra. il parlamento inglese la sua componente americana e le posizioni assunte da Carlo I in materia religiosa Carlo I era sospettato di cripto-cattolicesimo a causa del matrimonio con la cattolica Enrichetta di Francia, sorella del re Luigi XIII di Borbone; Carlo I nomina William Laud arcivescovo di Canterbury elevando all’episcopato anglicano alcuni simpatizzanti dell’arminianesimo. Nel 1628 Carlo I si trova a regnare su un regno debole sul piano di denaro e quindi emana un prestito forzoso imponendo alcuni tributi straordinari senza passare dal parlamento, Carlo I va a contravvenire i princìpi della Magna Charta e i parlamentari fanno convocare la Petition of Right: un testo scritto dal giurista Edward Coke che va a ribadire l’importanza dei principi della Magna Charta, così Carlo I sospende per 11 anni il parlamento inglese. nel 1634 ricorre all’escamotage della Ship Money ossia che bisognava pagare solo nei momenti di guerra ma lui la emana solo per colmare i difetti monetari dovuti dai conflitti di guerra. LA RIVOLTA SCOZZESE il Parlamento in Francia era l’alta corte di giustizia mentre in Inghilterra il parlamento è l’assemblea costitutiva. Nel 1628 Carlo I sospende i lavori del parlamento, ricorre all’escamotage e introduce tasse che il parlamento aveva approvato negli anni precedenti e l’assemblea rappresentativa l’approva, così non deve richiamare il parlamento. CARLO I COSTRETTO A CONVOCARE IL PARLAMENTO La Scozia era per lo più presbiteriana ma Carlo I si inimica i presbiteriani perché nel 1640 introduce nel parlamento scozzese il Prayer book che va a riprendere la formula del book common prayer e i presbiteriani scozzesi non vogliono accogliere questo testo. così scoppia la rivolta che vede le forze scozzesi guidate dal parlamento scozzese che scendono nel contesto inglese e occupano il nord dell’Inghilterra (occupazione di Newcastle, e delle contee) così Carlo per riarmare l’esercito e per il denaro riconvoca il parlamento detto Short parliament à parlamento convocato solo per poche settimane, giusto il tempo per introdurre tasse, per armare l’esercito e per le azioni militari poi Carlo lo sospende nuovamente. Nel frattempo, scoppia anche in Irlanda una rivolta così Carlo è costretto a riconvocarlo e i parlamentari impongono delle scelte al sovrano: in particolare gli esponenti del long parliament che verrà convocato fino al 1660 e che impongono clausole al sovrano: - Ritirare la ship money à un imposta reintrodotta da Carlo tra il 1628 e il 1640 che serviva per armare la flotta ma era da pagare anche nei momenti di pace - Condanna a morte al cancelliere guardasigilli di Carlo I personalità vicina al sovrano, carcerato e giustiziato dall’arcivescovo di Canterbury I rapporti si guastano dopo che Carlo ha condisceso dalle richieste del parlamento perché esso non si era fermato ma aveva continuato a adoperare contro Carlo I. John Pym, figura di rilievo del parlamento, fece pubblicare e presentò a Carlo I la GRANDE DIMOSTRANZA nel quale vengono elencati gli errori emessi da Caro I secondo i parlamentari; Carlo si sente osteggiato, lascia Londra e si ritira verso Oxford, arma l’esercito e di contro il parlamento a Londra fa armare un esercito il New Model Army con alla guida Cromwell. siamo nel 1641 e SCOPPIA LA PRIMA RIVOLUZIONE INGLESE che si concluderà nel 1649. questa guerra civile che divide Scozia, Irlanda e Inghilterra. Battaglia di Neseby nel 1645 vittoria riportata dalle forze parlamentari grazie al rapporto decisivo dato da Cromwell che guida la cavalleria nella battaglia ed è colui che animerà la repubblica in Inghilterra. Carlo I dopo Neseby viene catturato in Hampton Court, evade e si ritira nel sud dell’Inghilterra all’interno del Canale della Manica e qui Carlo I inizia a prendere contatti con gli scozzesi e con il generale Hamilton che decide di dare il proprio sostegno alla causa realista antiparlamentare, che però vengono sconfitti nella battaglia di Preston. Viene catturato e ora il parlamento ha pieno potere: all’interno del Parlamento ci sono più posizioni: - Linea più morbida dai presbiteriani livellatori che sono due correnti interne al parlamento inglese che nono vogliono la condanna a morte di Carlo I - Independence à Vogliono la condanna la piccola frangia dei parlamentari inglesi di cui ne fanno parte Cromwell e Pride Rump parliament (dicembre 1648) parlamento troncone che fanno un colpo di mano: decidono di agire in piena autonomia e fanno condannare a morte Carlo I ma la decisione è presa solo da questa parte del parlamento viene giustiziato a Londra nel 1649 di fronte alla residenza dei sovrani inglesi (Whitehall) LA NASCITA DI CROMWELL D’INGHILTERRA dal 1649 fino al 1660 vede ascendere proprio l’eroe di Neseby, Oliver Cromwell. Interventi piano economico: inizia a introdurre gli atti di navigazione che vanno a stabilire il blocco commerciale alle potenti concorrenti dell’Inghilterra come Portogallo e Olanda. Nel 1653 diventa lord protettore della repubblicaà significava diventare il reggente della repubblica. Nel 1660 allontanano Cromwell dal titolo nobiliare e il parlamento restituisce la monarchia all’interno del contesto inglese à dinastia degli Stuart generale Monck che va a chiudere il periodo e favorisce il ritorno al potere degli Stuart e viene nominato sovrano d’Inghilterra Carlo II Stuart che regna dal 1660 – 1685: sin da subito cerca di favorire le relazioni tra repubblicani e parlamentari e amnistia agli esponenti del Ramp Parliament attraverso la dichiarazione di Breda + emana il TEST ACT dove Carlo II Stuart ammette le cariche pubbliche esclusivamente gli anglicani. + principio di Habeas Corpus una persona che viene accusata di crimine deve necessariamente apparire davanti a un giudice e ricevere un giudizio. Nel 1625 muore Carlo II Stuart e succede il fratello Giacomo II 1685 – 1688 quando scoppia la seconda rivoluzione inglese che avviene senza spargimenti di sangue – glorius revoltuion viene rimosso dal proprio potere perché attua una politica che lede l’interesse del parlamento: - ultracattolico - sospende il test act e va ad ammettere l’ingresso al parlamento anche ai cattolici e presbiteriani - dichiarazione di indulgenza che si concede la libertà di culto ai cattolici presbiteriani Questi fatti portano alla GLORIOSA RIVOLUZIONE che trae origine da un pretesto à Giacomo II aveva due figlie femmine che però nasce un figlio maschio principe di Galles che nasce nel 1688 à falsa voce che viene alimentata dai parlamentari ostili e che all’occasione della nascita il bambino sia nato morto e che quindi il principe di Galles sia un altro che viene utilizzata per screditare la figura di giacomo II. nominano Guglielmo d’Orange che è il marito di Mary Stuart la primogenita di Giacomo II. Giacomo II si ritira in Francia a corte e diventa re di Inghilterra Guglielmo III d’Orange e la regina Mary Stuart  non c’è il cambio di dinastia perché Mary è Stuart. inaugura un principio di tollerazione attraverso il TOLLERATION ACT che va a riprendere gli editti di Giacomo II che aveva voluto concedere la libertà di culto però anche Guglielmo III lo precludono gli anglicani dal parlamento. Pubblicazione del Bill of Rights: per la nascita della monarchia costituzionale che vede bilanciato il potere del sovrano e il parlamento e di fatto il sovrano va a convocare il parlamento, non può sospendere le leggi senza prima ricevere il permesso del parlamento che va a bilanciare il potere del sovrano. CAPITOLO 18 L’olanda nel Seicento Potenza marittima che di fatto si contrappone per diversi anni all’Inghilterra nel corso del Seicento. L’Olanda era la repubblica più importante nella repubblica delle sette province unite che nasce nel 1581 quando si autoproclama autonoma e indipendente in via del tutto unilaterale. Nel 1648 con la firma della pace di Vestfalia anche la Spagna e altre potenze riconoscono questa indipendenza. ASPETTI DI CARATTERE COSTITUZIONALE esistevano già prima dell’indipendenza; le 7 province che ne fanno parte annualmente inviano i loro rappresentanti all’interno degli stati generali  assemblea per dibattere di politica interna, politica estera e aspetti di natura giuridica che comprendono tutte e sette le province, vige un potere federare e sono garantiti questi poteri alle singole sette province che sono dibattute all’interno di assemblee più ristrette (stati provinciali) ogni provincia ha il proprio Capo del governo detto gran pensionario e la massima carica militare nominato come Stadtholder (l’Olanda ha un altro rappresentante scelto). tra il 1581 e il 1620 abbiamo un periodo turbolento della repubblica che è attraversato da scontri interni e tra fazioni determinati per la presenza all’interno della repubblica di due linee contrastanti: - linea dei bellicisti  continuare la lotta contro la spagna - line dei pacifisti divisioni piano religioso  era presente il calvinismo: - linea del gomarismo - linea del arminianesimo BELLICISTI  PACIFISTI  iniziale avvicinamento con Maurizio di Nassau Maurizio di Nassau (casata degli Orange) Johan van Oldenbarnevelt Gran Pensionario 1587: prosegue il conflitto contro la Spagna processo di pacificazione con Alberto d’Austria e Isabella d’Asburgo Riorganizza l’esercito 1609: artefice della tregua con la Spagna Riconquista la città Di Breda GOMARISTI  ARMINIANI  Interpretazione alla lettera di Calvino e mostrano aperture nei confronti della grazia ai fini della salvezza del concetto di predestinazione i gomaristi propongono la convocazione del sinodo della chiesa riformata, in modo tale che pastori e anziani possano discutere relativamente al concetto di grazia e predestinazione. Proposta respinta dal punto di riferimento degli arminiani ossia il Gran Pensionario Johan - compagnia francese delle Indie Orientali: nata nel 1644 dalla fusione di tre precedenti compagnie, tra l’area di Città del Capo fino alle Indie. la sede è nel nord della Francia e opera il Madagascar, Pondicherry e la Maurice Réunion - compagnia francese delle Indie Occidentali: operava dall’area Africana, nel sud America, nelle Antille Francesi e nel nord America dove abbiamo i possedimenti nel Québec e nella Acadia - compagnia del Nord: compagnia che opera tra la Baia di Hudson, il Nelson River e il Lago di Winnipeg LA POLITICA BELLICA GUERRA DI DEVOLUZIONE 1667 – 1668 quando nel 1665 muore Filippo IV di Spagna, diventa re Carlo II d’Asburgo. una delle figlie di Filippo IV è Maria Teresa d’Asburgo Spagna che si sposa con il Re Sole quindi, cogliendo il pretesto, lancia l’offensiva contro i Paesi Bassi spagnoli. Luigi XIV abilita il maresciallo Turenne che fa ingresso nelle Fiandre e occupa Charleroi, Lille e Tournai ai Paesi Bassi Spagnoli; a seguito del casus belli si forma la Triplice Alleanza che vede uniti l’Inghilterra, Le province Unite e la Svezia e che porta Luigi XIV a rivedere la sua strategia. GUERRA CONTRO LA REPUBBLICA DELLE SETTE PROVINCE UNITE 1672 – 1678 Le cause del conflitto sono legate alla volontà di Luigi XIV di andare a indebolire la Repubblica delle Province Unite sul piano commerciale e andare a conquistare anche la restante parte dei Paesi Bassi Spagnoli, approfittando della grave crisi che sta danneggiando le sette province: 1 FASE  vittorie francesi ottenute sulle forze del Grand Pensionario de Witt 2 FASE  uccisone di de Witt e ascesa al potere dello stadthoulder Guglielmo d’Orange + alleanza antifrancese che vede unite le Province Unite, Brandeburgo, Spagna e Inghilterra 3 FASE  pace di Nimega del 1679 dove Luigi XIV ottiene la Franca Contea GUERRA DEI NOVE ANNI 1688 – 1697 Nel 1688 Luigi XIV invade il Palatinato e Leopoldo I d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, crea un’alleanza antifrancese che vede uniti lui e l’Inghilterra di Guglielmo d’Orange. Fallimento francese a causa della difficile situazione economica dove Luigi XIV perde tutto tranne Strasburgo e termina con il trattato di Rijswijk  GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA 1701 – 1713/1714 LA POLITICA RELIGIOSA Luigi XIV promette uniformità sul piano e stabilità, estirpando la presenza di Giansenisti, una corrente cattolica e la presenza di Ugonotti (applicando misure repressive, la pubblicando l’Editto di Fontainebleau del 1685 col quale non riconosce più la presenza del calvinismo in Francia ed escludendo i pastori dal contesto francese). Prende avvio una linea che prende il nome di Gallicanesimo che porterà Luigi XIV a entrare in contrasto con il pontefice che verrà segretamente scomunicato dal papa Innocenzo XI. Luigi XIV rifiuta l’ingerenza papale, la nomina dei vescovi e la gestione delle rendite dei benefici ecclesiastici, nel 1682 Luigi XIV pubblica i 4 articoli della Chiesa Gallicana e Innocenzo XI scomunica Luigi XIV segretamente. RAPPORTO CON LA NOBILTÀ DI SANGUE Ambiva ad esercitare il controllo sulla nobiltà di spada e la volontà di sangue, si trasferisce nel nuovo edificio fatto costruire apposta, la reggia di Versailles. Muore nel 1715, muoiono tutti i nipoti e resta vivo solo Filippo re di Spagna ma non può diventare re di Francia e lo diventa Luigi duca d’Angiò, futuro Luigi XV. CAPITOLO 21 E 24 i conflitti settecenteschi LE GUERRE DI SUCCESSIONE E LA GUERRA DEI SETTE ANNI Questi conflitti settecenteschi cessarono l’egemonia spagnola che iniziò con la pace di Cateau– Cambrèsis. Il Settecento si caratterizza da una serie di conflitti non continuativi ma che comunque sono ben presenti all’interno del contesto europeo e di altre aree del globo. LA GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA Il conflitto si avviò nel 1701 fino al 1713 / 1714, abbiamo la firma di due paci. Punto della situazione delle varie potenze nel corso del 600: - FRANCIA: mire espansionistiche di Luigi XIV che partecipa nei tre grandi conflitti militari, aveva l’obiettivo di andare a estendere i confini della Francia fino ai confini renali + cercava di andare a indebolire la potenza spagnola andando a combattere nella guerra dei Nove anni, perde i terreni acquistati con la guerra contro i Paesi Bassi - SPAGNA: nel 1665 divenne re di Spagna Carlo II d’Asburgo, figlio di Filippo d’Asburgo, era debole e malato, tuttavia, riuscì a mantenere il trono fino al 1700 ma morirà senza lasciare eredi e questo comportò la guerra di successione spagnola - PROVINCE UNITE: nella seconda metà del 600 non gode più la crescita conosciuta nei primi anni del 600 e subisce anche dei rovesci nel conflitto navale compiuto contro l’Inghilterra nelle guerre navali anglo-olandesi compromettendo il commercio nel globo - IMPERO: abbiamo al trono Leopoldo I d’Asburgo, dopo la pace di Vestfalia l’impero aveva dovuto badare alle questioni legate alla politica verso est anche data dall’espansione dell’impero nell’area balcanica + assedio della città di Vienna portato dall’impero. Nel 700 tornerà a occuparsi della situazione politica nel cuore dell’Europa e nell’area occidentale - INGHILTERRA: vede agli inizi del 700 il cambio di dinastia, quella degli Hannover. La dinastia degli Stuart era stata riconfermata con la seconda rivoluzione inglese dove diventò sovrana Maia Stuart e poi Anna Stuart figlia di Giacomo II Stuart ma alla sua morte non abbiamo più sovrani e il parlamento sceglie oltre a 200 pretendenti la personalità proveniente dal territorio del nord della Germania, Giorgio I Hannover nipote di Elisabetta Stuart PREMESSE Carlo II d’Asburgo Spagna regge la corona fino al 1700 e le potenze europee all’indomani della pace di Rijswijk si incontrano, con abboccamenti tra i vari rappresentanti: si vuole mantenere l’equilibrio in Europa minacciato dalla situazione che sarebbe potuta emergere alla morte di Carlo II d’Asburgo; nel 1698 si intensificano i rapporti tra i rappresentanti delle varie potenze che hanno l’idea di dividere gli immensi domini spagnoli tra i discendenti delle sorellastre di Carlo II, la moglie del re sole (Maria Teresa d’Austria) e Margherita d’Asburgo Spagna. I discendenti sono Filippo di Borbone (nipote del re sole) e Carlo duca di Berry e infine l’Arciduca Carlo (secondo genito di Leopoldo I, del ramo degli Asburgo d’Austria). Quando muore il re di Spagna, Carlo II nel proprio testamento assegna tutti i domini ad un'unica personalità, ossia Filippo di Borbone che era uno dei tre grandi designati quindi questa scelta va a creare squilibrio fra le varie potenze che volevano mantenere l’equilibrio; la parte asburgica, con Leopoldo I, sarà lesa perché non vede più il secondo genito con possedimenti spagnoli  casus belli. Aveva aggiunto una postilla dicendo che Filippo di Borbone poteva diventare imperatore mantenendo divise però le corone di Francia e di Spagna. Filippo di Borbone diventa legittimo sovrano spagnolo con il nome di Filippo V. nel 1701 abbiamo il cambio di dinastia, dinastia dei Borboni. Si vengono subito a creare alleanze: - Nel 1701 abbiamo la GRANDE ALLEANZA che vede uniti Leopoldo I, Guglielmo d’Orange, la repubblica delle sette province unite e Prussia, Portogallo, Svezia e ducato di Savoia. - ALLEANZA NATURALE costituita tra Spagna, Francia e il Ducato di Baviera I FASE 1701 – 1706 Abbiamo un fronte nei paesi bassi, nel nord Italia e un fronte nel cuore della Germania in area renana e in Baviera. L’alleanza che riporta il maggior numero di vittorie è l’alleanza che vede unite l’Inghilterra all’impero grazie ai maggior generali della potenza inglese. L’Inghilterra invia nei paesi bassi spagnoli il Duca di Marlborough che occupa Liegi e Ramillies. Sul fronte norditaliano e nel fronte tedesco, il generale Eugenio di Savoia, mandato da Leopoldo I, occupa il Milanese e Cremosa, la Renania e la Baviera. abbiamo una tregua. II FASE 1707 – 1711 Ulteriori vittorie inglesi nei Paesi Bassi spagnoli (Lille, Tournai) unica vittoria spagnola a Villaviciosa e sconfitte francesi in Florida e nell’Acadia vinte dagli inglesi. Alla morte dell’imperatore Leopoldo I, sale al trono suo figlio Giuseppe I dove, quando muore, abbiamo l’ascesa al trono imperiare dell’Arciduca Carlo, con il nome di Carlo VI. le potenze europee dell’alleanza si staccano dalla Grande Alleanza poiché avrebbe acquisito i domini del Sacro Romano Impero e tutti i domini spagnoli avendo il controllo su un impero ancora più vasto di quello di Carlo V. firma della Pace di Utrecht tra tutte le potenze della Grande alleanza + Francia e Spagna, nel 1714 viene firmata anche la Pace di Rastatt tra Carlo VI, Francia e Spagna. ESITI E CONSEGUENZE L’Inghilterra si conferma come principale potenza marittima che ottiene importanti territori nel mediterraneo e anche nella parte opposta dell’oceano Atlantico, come Gibilterra e l’isola di Minorca + territori nella regione dell’Acadia e la Baia di Hudson. La spagna vede confermato il trono di Filippo di Borbone però deve rispettare la postilla del testamento di Carlo II di mantenere separate le corone di Spagna e Francia. L’impero asburgico ottiene i Paesi Bassi Spagnoli e si propone come potenza egemone nella penisola italiana che controlla la Lombardia, Mantova, il Regno di Napoli, la Sardegna e lo stato dei Presidi; mentre i Savoia controllano il Monferrato, Lomellina e il Regno di Sicilia. DAL 1714 E IL 1733 UN VENTENNIO DI PRECARIO EQUILIBRIO:  1717: la Spagna di Filippo V intraprende una politica estera aggressiva;  1717/1718: la Spagna, governata dal cardinal Giulio Alberoni (primo ministro) invade la Sardegna asburgica e la Reno di Sicilia sabaudo;  Intervento inglese in funzione antispagnola;  1720: gli Asburgo, che avevano il controllo sul regno di Napoli, scambiano col duca di Savoia la Sardegna con la Sicilia  nasce il Regno di Sardegna GUERRA DI SUCCESSIONE POLACCA 1733 – 1738 Alla morte di Augusto II, il sovrano di Polonia era un ex principe elettore di Sassonia, che aveva come tentativo, durante gli anni di regno, di far designare come successore il figlio Federico Augusto II, duca di Sassonia, e nominare il Sovrano di Polonia attraverso il voto elettivo. la Dieta polacca elegge re di Polonia Stanislao Leszczynski e si formano delle alleanze: Sacro Romano Impero (Carlo VI) Francia (Luigi XV) Federico Augusto II Duca di Sassonia VS Stanislao Leszczynski Prussia Regno Di Sardegna Russia Spagna (Filippo V Di Borbone) LA SVOLTA DEL 1737 Due eventi in questo anno: - Matrimonio tra Maria Tersa d’Austria Asburgo e Francesco Stefano di Lorena - Muore Gian Gastone de Medici granduca di Toscana, senza eredi  estinzione del casato mediceo 1738: PACE DI VIENNA il trono di Polonia viene concesso al duca di Sassonia (che si era visto estromesso quando si è scelto re di Polonia Stanislao Leszczynski) con il nome di Augusto III. Carlo VI ottiene il riconoscimento da parte delle varie potenze europee della Prammatica Sanzione, un documento che andava a conferire a Carlo VI la facoltà di far eleggere imperatrice del Sacro Romano Impero una figlia femmina poiché lui non aveva figli maschi. nel 1740 Maria Teresa d’Austria diverrà imperatrice del Sacro Romano Impero. Stanislao Leszczynski nel 1738 non è più re di Polonia ma viene ricompensato ottenendo il ducato di Lorena. ESITI E CONSEGUENZE Francesco Stefano di Lorena viene elevato a granduca di Toscana  nasce una nuova dinastia: ai Medici si sostituisce la dinastia degli Asburgo-Lorena; il Ducato di Parma; il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, che fino a quel momento erano passati agli Asburgo, diventano domini di Carlo di Borbone (già duca di Parma e figlio di Filippo V di Spagna); i Savoia ottengono Novara e Tortona. GUERRA DI SUCCESSIONE AUSTRIACA CASUS BELLI: invasione della Slesia ad opera di Federico Il: non accetta la Prammatica Sanzione Federico Guglielmo il Grande Elettore, margravio del Brandeburgo, rafforza lo Stato attraverso un’intensa opera riformista; la Prussia di Federico I è elevata a Regno; Federico Il da quello di Boscovich. questa visione che collega la teoria alla pratica viene ripresa dove regna Maria Teresa di Asburgo. BECCARIA E VERRI 1764: Beccaria pubblica l'opera Dei delitti e delle pene che trova successo in Europa, in Russia e negli Stati Uniti. L'opera è letta e tenuta in ampia considerazione dai sovrani «illuminati» per quanto concerne la riforma della codificazione (tortura e pena di morte). 1777: Pietro Verri pubblica delle Osservazioni sulla tortura che viene vista come «crudeltà»; i riflessi dell'opera sul pensiero di Alessandro Manzoni. ACCADEMIA DEI PUGNI A MILANO Pietro Verri fonda assieme a Beccaria l’accademia dei pugni a Milano dove circolano le idee e si dibatte con Frisi e Biffi, animatore della massoneria che frequentava l’accademia dei pugni. Nel 1764 l’accademia si dota della rivista stampata da Brescia nella Repubblica di Venezia detta Il Caffè. Pubblicata dal 64 al 66 chiamata così per l’energia e dove vengono presentate recensioni e pensieri. I LUMI NELLA PENISOLA ITALIANA  Antonio Genovesi pubblica delle lezioni di commercio ossia di economia civile  Ferdinando Galiani: pubblica “Della moneta” dove l’autore esprime gratitudine nei confronti del sovrano per la sua capacità di governare e gestire la moneta  Gaetano Filangieri: pubblica Scienza della legislazione riguardanti la legislazione e la procedura penale  Pietro Giannone: pubblica Triregno dove afferma la sua visione del rapporto tra la Chiesa e lo Stato. CAPITOLO 25 - 26 In questo periodo di grande attività di riforma, hanno un ruolo significativo alcuni dei possedimenti asburgici nella penisola italiana poiché significativi ma soprattutto interessano alcune regioni italiane sottoposte al controllo asburgico che ebbero particolare sviluppo sino all’arrivo dei francesi dopo lo scoppio della rivoluzione in Francia e l’avvio delle compagnie napoleoniche alla fine del Settecento con l’arrivo delle truppe francesi nel 96 in Italia e lo sconvolgimento delle regioni italiane a seguito delle campagne napoleoniche. il riformismo asburgico in toscana e in Lombardia dopo le prime fasi di avvio del regno di Maria Teresa si sviluppò un’azione di riforma particolarmente intensa da parte del governo asburgico ad opera del cancelliere Kunitz (che fu cancelliere di Maria Teresa sino alla morte della sovrana e che diresse in maniera efficace l’opera di riforma della sovrana). L’illuminismo riformatore delinea alcuni provvedimenti generalmente di riorganizzazione del sistema amministrativo che trova le sue modalità nel cambio del sistema amministrativo e quindi con l’aiuto di nuove istituzioni come quella del consiglio di stato presso la corte di Vienna che aveva il compito di coordinare le azioni di riforma dell’imperatrice. Si assiste a una sorta di uscita dal principio dell’assolutismo monarchico con la costruzione di strumenti che sono consigli e strumenti di amministrazione per il governo dello stato che affianchino l’azione del sovrano e che ne distribuiscano le competenze a vari organismi. Firenze e Milano furono i due poli di maggior azione riformatrice da parte del governo di Vienna in Italia, uno degli aspetti più significativi che modificarono la storia della penisola italiana in quel periodo. In questo periodo e in questi ambiti si sviluppò in maniera più significativa questo elemento dell’ILLUMINISMO E RIFORMISMO ITALIANO. I SOVRANI ILLUMINATI Maria Teresa d’Austria Federico II di Prussia Giuseppe II d’Asburgo Caterina II di Russia Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, granduca di Toscana MARIA TERESA D’ASBURGO 1740 – 1780 La sua ascesa all’impero era stato contestato da Federico II di Prussia che non riconosceva i documenti contenuti nella Pragmatica Sanzione emanata dal 1613 da Carlo Vi per redigere poiché non aveva eredi maschi svincolando l’estinzione della casata d’Asburgo a titolo dell’imperatore del SRI. Quando stava al potere si rende conto di una serie di riforma POLITICA INTERNA Porta avanti il progetto di favorire l’accentramento amministrativo nei domini imperiali controllati da Vienna (tutta area austriaca + domini italiani asburgici come la Lombardia). Si vanno ad unificare l’amministrazione dell’Austria e della Boemia, dove era scoppiato la guerra (incorporando la Boemia all’Austria) + divisione dell’Impero in sei dipartimenti + creazione di un consiglio di stato che introduce la figura del cancelliere del consiglio di stato che affianca Maria Teresa, il Conte Von Kaunitz è stato anche una personalità dotata di pieni poteri di uno dei sei imperi che aveva capitale Milano. Introduzione del catasto teresiano (1760) ossia il censimento di tutte le proprietà fondiarie (terreni e case) presenti nello stato di Milano  laboratorio per le riforme. In questo modo ed era l’obiettivo della sovrana si va a calcolare il valore dell’estensione quanto fosse redditizia se coltivata, per calcolare le imposte sulla base del valore (espresso in scudi d’estimo) delle proprietà che abbiamo attraverso il censimento ossia il catasto. 1774: introduzione dell’istruzione primaria obbligatoria e degli istituti per formare maestri e professori. POLITICA GIURISDIZIONALISTA Lo stato avesse piena giurisdizione che precedentemente erano di ambito ecclesiastico  passaggio della censura sotto la giurisdizione statale e non più sotto la giurisdizione ecclesiastica + abolizione dell’inquisizione nello stato di Milano + riduzione di conventi e monasteri quelli che vengono soppressi vengono venduti e il denaro acquisito serviva per portare avanti le altre riforme. Incremento e riuso dei beni appartenenti alla soppressa Compagnia di Gesù e nasce l’accademia degli artisti, l’Accademia delle Belle Arti di Brera, la Biblioteca braidense, il teatro alla Scala e il palazzo arciducale. SOPPRESSIONE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ Questione o controversia dei «riti cinesi»; L'avversione del sovrano spagnolo e portoghese nei confronti dei gesuiti: la questione delle «reducciones». 1759: il marchese di Pombal e l'espulsione dei gesuiti dal Portogallo; 1767: espulsione dei gesuiti dalla Spagna; 1767: espulsione dei gesuiti dal Regno di Sicilia e dal Regno di Napoli di Carlo di Borbone (Tanucci); 1768; espulsione dal ducato di Parma di Ferdinando di Borbone (du Tillot). Viene soppressa momentaneamente nel 1773: Clemente XIV e la bolla Dominus ac Redemptor. GIUSEPPE II D’ASBURGO – LORENA Primo genito di Maria Teresa segue la linea della madre in particolare nella linea religiosa della politica giurisdizionalista, da avvio a un giurisdizionalismo detto GIUSEPPINISMO; apertura di seminari su iniziativa statale + tolleranza religiosa detta Patente di Tolleranza ai non cattolici. Nel 1788 pubblica il Codice penale IL GIUSEPPINO con l’abolizione della tortura e della pena di morte, si ricollega alle opere di Beccaria che Giuseppe II conosce bene. I dieci anni dell’imperatore Giuseppe II si concentrarono sulle riforme del sistema ecclesiastico nel tentativo di dare vita e luogo a un sistema organico e omogeneo del controllo della vita e del pensiero. non solo vuole dare vita a una chiesa nazionale ma sovrannazionale proprio perché l’impero austriaco è un impero sovrannazionale e Giuseppe II tende a dare un’uniformità complessiva all’interno dei suoi stati e che porterà al fallimento della sua sovranità. PIETRO LEOPOLDO D’ASBURGO – LORENA GRANDUCA DI TOSCANA 1765 – 1790 E IMPERATORE DEL SRI 1790 – 1792 POLITICA INTERNA Coadiuvato nell’azione di governo di Giulio Rucellai, Pompeo neri POLITICA ECCLESIASTICA  Limita i privilegi ecclesiastici tra cui evitare di rendere inalienabili le proprietà  privilegio della manomorta  Soppressione di un cospicuo numero di conventi  Appoggia il Sinodo (vescovo) da Pistoia indetto dal vescovo Scipione de Ricci  1786  codice penale della leopoldina del granducato del 1786 contro la pena di morte come Beccaria dei diritti e delle pene POLITICA ECONOMICA Bonifiche della Maremma e della val di Chiana, favorisce l’attività dell’Accademia dei georgofili e incoraggia il liberismo economico FEDERICO II DI PRUSSIA Prussia  potenza militare. Esso corrobora la linea riformatrice avviata dai predecessori AMBITO GIUDIZIARIO 1747-1751: introduzione del Codice di procedura penale e del Codice civile + introduce la magistratura di carriera; AMBITO EDUCATIVO primo sovrano a introdurre l'istruzione elementare obbligatoria (1763). POLITICA ECONOMICA favorisce lo sviluppo dell'attività manifatturiera + incrementa la colonizzazione contadina delle province prussiane orientali + riforma agraria; POLITICA RELIGIOSA Minoranze religiose tollerate; RIFORMA DELL'ESERCITO il nuovo ruolo della nobiltà di sangue. CATERINA II DI RUSSIA Diventa zarina di Russia dopo che fa uccidere l’amante Pietro III da Grigori Orlov poiché lui volesse farla rinchiudere in un convento + ascesa al trono nel 1762, in seguito al colpo di Stato ordito a danno del marito Pietro III da Grigori Orlov; i philosophes e gli intellettuali a corte; AMBITO GIUDIZIARIO E CODIFICAZIONE: - la Commissione legislativa e il progetto poi fallito di revisione del sistema giudiziario. POLITICA INTERNA: - accentramento amministrativo; - superamento del sistema dei «governatorati» e introduzione delle province e dei distretti per controllare capillarmente i territori I RAPPORTO CON LA NOBILTÀ: La Carta della nobiltà  mantenuta la servitù della gleba • Istruzione e assistenza sanitaria; Case d'educazione e farmacie; • POLITICA ESTERA: Russia si espande verso Polonia, Crimea, Ucraina; • POLITICA RELIGIOSA: requisizione beni della Chiesa ortodossa. L’ASSOLUTISMO ILLUMINATO all’interno delle congerie politico militari si realizzò un nuovo modello di governo specifico e caratteristico che rese peculiare l’esperienza storica in tre grandi formazioni e che sono interessate a un processo di assolutismo sono: - il regno di Prussia che si forma già nei primi decenni del 700 grazie all’opera del grande elettore Federico Guglielmo il quale riesce ad affermare la propria autorità su una serie di piccoli e grandi territori che avevano il proprio centro nelle regioni settentrionali e nord orientali dell’Europa centrale, attuale Germania, che costituiscono questo importante regno che si presenta alla salita al trono di Federico II di Russia nipote del fondatore e uno degli attori più rilevanti della storia politica dell’Europa. - il grande impero di Russia dello zar che soprattutto a partire dalla metà del 700 in poi della zarina - l’impero Asburgo d’Austria. Questo periodo si chiama ASSOLUTISMO ILLUMINATO perché spesso viene unificato in riforme della vita politica dello stato e allo stesso tempo questo processo di formazione passa attraverso l’irrigidimento e l’affermazione di un potere assoluto che soprattutto si contrappone e si contrasta con la frammentazione dei territori. A seguito della morte di Carlo VI, imperatore d’Asburgo si aprì la sua successione che doveva essere garantita dalla rettifica degli elettori della Dieta, avendo come successore solo una donna, Maria Teresa, vi furono contese per la successione e si fecero avanti altri pretendenti come il sovrano di Boemi il quale poteva avanzare la sua candidatura al trono minacciando una rivitalizzazione soprattutto in Inghilterra che i processi di miglioramento della coltivazione si affermarono precocemente e su ampia scala, tanto che si può parlare al riguardo di una vera rivoluzione agricola. In tal senso molto importanti furono le innovazioni di Townsend che introdusse una rotazione che prevedeva l'alternanza annuale di frumento, rape, orzo e trifoglio; questo nuovo sistema di coltura ebbe grande successo perché consentiva di eliminare il maggese e di incrementare l'allevamento. I TRASPORTI E LE COMUNICAZIONI Fra gli elementi di novità che si affermarono nell'Europa settecentesca vanno ricordati i miglioramenti introdotti nelle comunicazioni terrestri grazie alla riduzione di dazi e pedaggi interni, praticata dalla politica mercantilistica, e all'impegno dei governi per il miglioramento della rete stradale. A tale scopo nel 1738 fu istituita in Francia un'apposita corvée, odiatissima dai contadini, obbligati a provvedere alla costruzione e alla manutenzione delle strade. In questo campo i maggiori progressi furono conseguiti dall'Inghilterra, dove la gestione della rete ferroviaria fu opera soprattutto di società private che si rifacevano delle spese imponendo un modico pedaggio. L'Inghilterra si dotò anche di una fitta rete di canali per il trasporto del carbone e del legname. di pericoli. Tuttavia, i progressi nei trasporti incentivarono lo sviluppo degli scambi commerciali interni e consentirono anche di intervenire con maggiore tempestività a combattere le carestie. LA CRESCITA DEI COMMERCI INTERNAZIONALI Il Settecento fu caratterizzato soprattutto dall'enorme sviluppo del commercio internazionale, che vide protagoniste assolute l'Inghilterra e la Francia. Per quanto concerne i traffici con l'Oriente, si ridusse progressivamente in percentuale il peso delle spezie, mentre si affermarono nuovi prodotti che conquistarono rapidamente il mercato europeo. La Francia partiva da una posizione di netto svantaggio rispetto all'Inghilterra, che controllava anche un fiorente commercio interasiatico; i francesi cercarono di inserirsi in questi traffici attraverso la Compagnia delle Indie, che acquisì il controllo di alcuni insediamenti sulla costa. Nel Settecento, comunque, il baricentro del commercio internazionale si spostò decisamente verso l'America. Un contributo decisivo in tal senso fu dato innanzitutto dalla espansione demografica ed economica dei territori delle due Americhe. Questo significava una grande crescita della domanda di manufatti, che apriva un mercato fiorente per i prodotti europei. Anche l'impero spagnolo si ampliò fra Seicento e Settecento, giungendo a Nord fino al Texas, al Nuovo Messico e alla California. Si sviluppò fra Francia e Inghilterra un'aspra concorrenza, che degenerò in ripetuti scontri navali; l'Inghilterra cercò di colpire le esportazioni di zucchero dalle Antille francesi nelle colonie nordamericane imponendo pesanti dazi, elusi da un attivo contrabbando. Grande importanza sui mercati europei acquistarono nel XVI secolo, il tè, importato dalla Cina, e il caffè che fu portato dai portoghesi in Brasile, che ne sarebbe diventato il maggiore produttore. La violenta sottomissione dei popoli extraeuropei fu alla base dell'accumulazione dei capitali che avrebbero dato impulso poi alla rivoluzione industriale. Questa visione è stata molto ridimensionata dagli studi, i quali hanno mostrato che i traffici transoceanici non sempre diedero enormi profitti e comunque rappresentavano nell'economa europea una quota marginale. Tuttavia, se è vero che il commercio interno mantenne un peso maggiore rispetto a quello di esportazione, bisogna anche considerare che lo sviluppo degli scambi internazionali favorì l'ascesa dei grandi porti atlantici, che furono i centri del capitalismo commerciale settecentesco. Grande importanza assunse anche il porto di Amburgo, che si giovò della sua posizione neutrale diventando un centro di distribuzione dei prodotti coloniali. Non c'è dubbio che l'Inghilterra abbia tratto i maggiori vantaggi dallo sviluppo dei traffici oceanici, anche prima che le vittorie sui francesi durante la guerra dei sette anni. L'accordo con il Portogallo del 1703 diede agli inglesi la possibilità di servirsi dell'impero coloniale lusitano e soprattutto garantì loro una posizione dominante nel commercio con Lisbona e con il Brasile. Ma l'Inghilterra riuscì in modi diversi ad accaparrarsi anche una quota consistente delle line di traffico generate dallo sviluppo delle colonie spagnole. LA TRATTA DEI NERI La tratta di schiavi neri conobbe proprio nel Settecento il suo massimo sviluppo grazie all'intensificarsi del commercio triangolare: le navi europee si rifornivano di schiavi sulla costa africana compresa fra il Senegal e l'Angola. Dopo la terribile traversata, i negrieri vendevano gli schiavi, destinati al lavoro nelle piantagioni, e ricevevano prodotti coloniali da riportare in Europa. I centri della tratta furono innanzitutto Liverpool e Nantes. La maggior parte di questi schiavi era indirizzata verso le piantagioni di zucchero delle Antille, verso il Brasile e l'America spagnola. Nei possedimenti nordamericani dell'Inghilterra erano invece gli stessi coloni a procurarsi gli schiavi per le piantagioni di tabacco e poi di cotone; si trattava per altro di una quantità nettamente inferiore, perché il notevole incremento della popolazione nera fu dovuto soprattutto alla crescita naturale. Gli schiavi neri furono costretti in generale a vivere in condizioni disumane, soggetti all'autorità incondizionata dei padroni e a punizioni severissime in caso di ribellioni o di tentativi di fuga. I MECCANISMI DELL'INNOVAZIONE Alla base della rivoluzione industriale vi fu innanzitutto l'innovazione tecnologica, che si affermò in genere per la soluzione di problemi pratici legati al ciclo produttivo; non a caso furono spesso gli stessi proprietari o gestori delle imprese a promuovere le innovazioni. Non mancò però fra gli inventori qualcuno che ebbe legami con il mondo scientifico. Fu comunque molto importante l'alto livello di alfabetizzazione dei ceti intermedi. Il progresso tecnico nasce dall'introduzione nel processo produttivo di innovazioni che determinano un aumento della produttività, ovvero della quantità di beni prodotti da una unità lavorativa in un tempo determinato. Bisogna considerare che l'insieme delle tecniche adoperate in un processo produttivo rappresenta un sistema nel quale una modifica, anche marginale o settoriale, provoca un effetto a catena che obbliga a trasformazioni in tutte le sue fasi. Questo meccanismo è evidente nell'evoluzione dell' industria del cotone, il primo settore nel quale si affermò il sistema di fabbrica. L’INDUSTRIA DEL COTONE Nella lavorazione del cotone vi è una fase preparatoria nella quale le fibre vengono pulite e pettinate in modo che siano parallele; segue la filatura con la quale si attorcigliano le fibre in modo da formare un filo continuo; nella tessitura i fili sono intrecciati per creare il tessuto; seguono le fasi conclusive: la garzatura e la tintura o il candeggio. Alcuni di questi processi erano già meccanizzati. Nel 1733 l'invenzione della navetta volante da parte dell'inglese John Kay consentì di effettuare l'intreccio fra i fili stesi sul telaio e la trama non più manualmente ma in modo automatico. Si determinò così una strozzatura nel sistema, in quanto se già prima la filatura era più lenta ora la sproporzione era molto accresciuta e ne occorrevano molti di più per adeguarsi alla velocità conseguita nella tessitura. Il problema fu risolto dopo vari tentativi con l'invenzione nel 1779 da parte di Samuel Compton del filatoio meccanico chiamato mule che migliorò la qualità del filo prodotto e soprattutto accrebbe la capacità produttiva del lavoratore. A questo punto il problema si pose a parti invertite, per cui si rese necessario parificare il ritmo della tessitura a quello della filatura. I progressi nella filatura avevano determinato un aumento del numero dei tessitori e un miglioramento dei loro salari; per questo motivo i tessitori avversarono l'introduzione dei telai meccanici, che potevano essere azionati da lavoratori non qualificati, quindi meno pagati, e soprattutto sostituivano il lavoro di molti tessitori. Il progresso tecnologico inevitabilmente si impose alle resistenze di questi lavoratori, che di fatto scomparvero come figura professionale. Un ulteriore progresso si ebbe negli Stati Uniti dove l'invenzione da parte di Eli Whitney nel 1783 della sgranatrice meccanica, per separare la fibra dai semi, diede un grande sviluppo alle piantagioni di cotone americane, che divennero le principali fornitrici di materia prima dell'industria inglese. IL CARBONE FOSSILE La progressiva scarsità del legno e la forte crescita del suo prezzo provocò nel XVII secolo una crisi energetica. Disponendo di grandi giacimenti di carbon fossile, l'Inghilterra sviluppò precocemente la produzione di questa fonte energetica per gli usi domestici e per moltissime attività manifatturiere. Per molto tempo, tuttavia, non fu possibile usare il carbon fossile per la lavorazione del ferro. LA SIDERURGIA Lo sfruttamento del ferro presentava notevoli difficoltà sia nella sua estrazione dal minerale sia per il suo punto di fusione molto alto. La qualità del ferro è determinata in primo logo dalla quantità di carbonio che si combina con esso durante la fusione. Inoltre, bisognava evitare che il minerale durante la combustione si combinasse con le scorie del combustibile che ne alteravano le qualità. Per questo motivo si continuò a usare il carbone di legna, depurato dalle scorie, e non il carbon fossile, che aveva molte impurità e sprigionava durante la combustione gas che danneggiavano il metallo. La lavorazione si effettuava in fornaci dalle quali si ricavavano blocchi di ferro che poi occorreva lavorare nella fucina per indurirlo con l'aggiunta di carbonio. Un diverso metodo fu possibile con la costruzione di altiforni in muratura, nei quali enormi mantici, mossi dall'energia idraulica, tenevano vivo il fuoco con la ventilazione, rendendo possibile la fusione del ferro. In tal modo si otteneva ghisa; con opportune lavorazioni si riduceva il contenuto di carbonio della ghisa in modo da ottenere acciaio. Gli altiforni si diffusero a partire dal XV secolo nell'Europa settentrionale, dove esistevano condizioni più favorevoli. Le due tecniche convissero a lungo a seconda degli usi e della convenienza economica. L'uso degli altiforni creava notevoli problemi all'Inghilterra, ricca di ferro ma costretta a importare legname dalla Svezia e dalla Russia. Fu questa una delle cause della crisi del legno di cui si è detto. Occorreva trovare un sistema per sostituire al carbone di legna il carbon fossile. La soluzione fu trovata sottoponendo il carbon fossile a un processo di distillazione attraverso il calore in assenza di aria, che lo depurava dalle sue scorie, il prodotto così ottenuto, il carbon coke, negli altiforni per la produzione di ghisa. Tuttavia, solo nella seconda metà del secolo l'utilizzo del coke si diffuse e portò a un incremento di produzione e a un risparmio di energia. Si poneva a questo punto un altro problema: in questo modo si otteneva ghisa in quantità molto più alta, ma i metodi tradizionali per abbattere il carbonio non potevano far fronte all'aumentata produzione. La risposta fu data dal processo brevettato nel 1784 da Henry Cort: in un forno a riverbero si procedeva all'eliminazione delle score della ghisa e quindi il metallo passava in un laminatoio meccanico dove poteva essere lavorato. Con questo sistema si raggiunse una produttività quindici volte superiore rispetto a quella della lavorazione con il maglio. Questa innovazione portò all'abbandono del carbone da legna anche nella successiva lavorazione del metallo e a un aumento della produzione fino a quattro volte. L'ENERGIA DEL VAPORE L'utilizzo del vapore si affermò dapprima nelle miniere, dove era necessario tenere le gallerie sgombre dalle infiltrazioni di acqua. Nel 1698 Savery mise a punto una pompa per l'aspirazione dell'acqua nelle miniere, che fu poi perfezionata da Thomas Newcomen. La macchina era formata da un recipiente cilindrico nel quale era inserito un pistone; in una cisterna esterna si riscaldava dell'acqua in modo da produrre vapore che, iniettato nel cilindro, faceva salire con la sua pressione lo stantuffo; quando il pistone era giunto in alto, si apriva una valvola e un getto d'acqua raffreddava il cilindro. L'abbassamento della temperatura e la conseguente condensazione del vapore provocavano la diminuzione della pressione e quindi l'abbassamento del pistone. La macchina azionava una pompa che serviva a drenare l'acqua dal fondo della miniera. Colui che, modificando questo rudimentale modello, pose le basi per la costruzione della macchina a vapore fu James Watt (1736- 1819), il quale introdusse il condensatore, un recipiente a bassa temperatura, separato dal cilindro ma in comunicazione con esso, nel quale si scaricava il vapore. Questa innovazione consentiva di mantenere il cilindro a una temperatura costante, evitando le continue dispersioni di vapore nel moto alternato del pistone, e di conseguenza garantiva un grande risparmio di energia. La macchina fu oggetto di successivi miglioramenti, fra i quali in particolare la trasformazione del moto del pistone, rettilineo dal basso verso l'alto e viceversa, In un moto circolare continuo attraverso un sistema di bielle. LE CONSEGUENZE ECONOMICHE L'accumulo delle innovazioni portò non solo un costante aumento della produttività ma determinò un cambiamento dei rapporti di produzione, sostituendo lavoro con energia e capitale. Una forte accelerazione di questo processo fu determinata dall'utilizzo della macchina a vapore, che consentiva la trasformazione dell'energia termica in energia meccanica: questo impose una radicale trasformazione dell'organizzazione produttiva, che si manifestò dapprima nello sviluppo delle manifatture cotoniere. Con l'uso della macchina a vapore al posto dell'energia idraulica divenne impossibile dislocare gli strumenti di lavoro al domicilio del lavoratore, per cui si rese necessaria la nascita del cotonificio, fabbrica nella quale concentrare il capitale fisso e i lavoratori. La meccanizzazione provocò uno straordinario balzo in avanti della produzione inglese di cotone. L'Inghilterra si impose come primo produttore mondiale soppiantando le manifatture indiane, rovinate dalla incapacità di superare le tecniche tradizionali adeguandosi ai progressi tecnologici. Ci si può chiedere perché proprio il cotone ebbe questo ruolo di primo piano nella rivoluzione industriale: il fatto è che il cotone aveva un mercato globale, per cui la meccanizzazione della produzione aprì all'Inghilterra enormi potenzialità di sviluppo. Anche nel settore siderurgico l'uso della forza vapore consentì progressi decisivi. L'impiego del carbon coke portò alla concentrazione quale il re gli aveva concesso la proprietà, e divenne all'inizio un rifugio dei cattolici. Si è detto anche delle origini della Pennsylvania grazie alla concessione ricevuta da William Penn che vi accolse i membri della setta. Quanto a New York, tolta agli olandesi, essa divenne colonia regia nel 1682. LA POPOLAZIONE Mentre all'inizio del XVIII secolo il territorio francese della Nouvelle France, situato in una parte dell'attuale Canada, aveva appena 16.000 abitanti, le colonie inglesi vantavano già un grosso incremento demografico, di proporzioni tali per entità e rapidità da non trovare confronto in altre are del mondo, concorsero sia la crescita naturale, sia il costante arrivo di immigrati dall'Europa. Si trattava di una popolazione assai composita; fin dall'inizio le colonie avevano inglobato precedenti insediamenti olandesi, svedesi e di ebrei portoghesi, e avevano accolto ugonotti, ai quali non era consentito stabilirsi nei possedimenti francesi. L'eterogeneità della popolazione si accrebbe nel XVIII secolo quando dall'Europa arrivarono, oltre a inglesi e scozzesi, anche irlandesi, olandesi e tedeschi. Molti erano spinti a lasciare l'Europa dalla necessità di sottrarsi alla intolleranza religiosa o alle persecuzioni politiche. Ma gli immigrati furono attirati soprattutto dalle opportunità di lavoro e dall'ampia disponibilità di terra che offriva il nuovo mondo. In gran parte provenivano dagli strati inferiori della società. L'ECONOMIA E LA SOCIETÀ L'incremento demografico si accompagnò a un notevole sviluppo economico. L'agricoltura era gestita da un ampio ceto di piccoli e medi proprietari terrieri e garantiva il fabbisogno alimentare anche delle isole caraibiche. Le città presentavano un articolato tessuto sociale comprendente lavoratori salariati, artigiani, professionisti, mercanti. erano largamente condivisi uno spirito egualitario e una notevole apertura nelle relazioni economico-sociali. Le colonie centrali New York, New Jersey, e Pennsylvania avevano una popolazione più composita in quanto avevano assorbito insediamenti anteriori e avevano accolto molti immigrati non inglesi. le voci principali della produzione e dell'esportazione erano le stesse delle colonie settentrionali, ma più intensa era l'attività commerciale e finanziaria, che rendeva queste colonie più ricche e più urbanizzate. Le sei colonie meridionali erano Virginia, Maryland, Delaware, Carolina del Nord e del Sud e Georgia. In queste regioni si coltivavano cereali, riso e tabacco nelle quali lavoravano gli schiavi neri. Questi ultimi vivevano in condizioni molto dure; essendo inferiori per numero ai bianchi e dispersi nelle ampie piantagioni, essi non diedero vita a rivolte significative. I proprietari di queste piantagioni formavano una sorta di aristocrazia simile per stile di vita alla gentry della madrepatria. La struttura della società era sicuramente più gerarchica ma non chiusa: comprando terra e schiavi era possibile tentare di entrare nella ristretta oligarchia dei piantatori. LA VITA RELIGIOSA E CULTURALE Nella Nuova Inghilterra la vita religiosa era largamente condizionata dalle origini della quattro colonie. Nel Massachusetts, nel Connecticut e nel New Hampshire si erano stabilite chiese di tipo congregazionalista che tendevano a emarginare ogni forma di dissenso e avevano un forte peso anche nella vita politica e nelle relazioni sociali, mentre nel Rhode Island vigeva un'ampia libertà religiosa. Nelle altre colonie erano presenti le più diverse fedi religiose: l'anglicanesimo, per altro ben lontano dal ruolo istituzionale assunto in Inghilterra, era presente in Virginia, nella Carolina del Sud e nel Maryland, dove si era affiancato ai cattolici; altrove coesistevano luterani, calvinisti, battisti, varie sette e conventicole religiose. Molto importante fu l'affermazione del cosiddetto "grande risveglio", un movimento che valorizzò, in ambito protestante, una religiosità interiore e personale, fondata su un rapporto individuale e immediato con la divinità. questa corrente religiosa si pose in conflitto con il rigido predestinazionismo della tradizione calvinista e diffuse una certa diffidenza nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche e l'indifferenza per dottrine e riti delle chiese stabilite, come la congregazionalista o la presbiteriana. Il diffondersi di queste tensioni verso un risveglio spirituale conferì alla religiosità delle colonie una impronta particolare, destinata a diventare una componente caratteristica dell'identità americana. LE ISTITUZIONI il Parlamento di Londra dettava con le sue leggi le regole del commercio in tutto l'impero e quindi anche alle colonie americane. L'atto di navigazione del 1660 stabiliva che l'esportazione o l'importazione nelle colonie di qualsiasi merce dovesse avvenire su navi inglesi ed elencava i prodotti coloniali per i quali era lecito il commercio o lo scambio solo con la madrepatria o con altre colonie inglesi. Nell'ambito di una concezione dell'impero ancora orientata sullo sviluppo delle attività commerciali, il Parlamento non intervenne a regolare l'assetto interno delle colonie americane, le quali godettero perciò di una larga autonomia. L'autorità della madrepatria era rappresentata dal governatore, che minava i giudici e i funzionari, controllava la riscossione delle imposte e dirigeva l'amministrazione. Il governatore era nominato del re o, nelle colonie proprietarie, sotto il suo controllo, mentre era eletto nel Connecticut e nel Rhode Island. Egli era affiancato da un Consiglio, di nomina regia. In tutte le colonie vi era un'assemblea rappresentativa nella quale sedevano i deputati eletti dalla popolazione. I requisiti di censo per il diritto di voto risultavano molto meno restrittivi che nella madrepatria, per cui il corpo elettorale era molto ampio e rappresentativo quindi di gran parte della società. Dopo la restaurazione del 1660, la monarchia perseguì l'obiettivo di rafforzare il proprio controllo sui possedimenti americani: si aggiunsero così alla Virginia, come colonie della corona, New York, New Jersey, Delaware, New Hampshire. Alla metà del Settecento rimanevano solo tre colonie proprietarie: Pennsylvania, Delaware e Maryland. Il problema era più complesso per i territori che vantavano uno statuto originario di fondazione che di fatto si atteggiava quasi a Stato indipendente. Giacomo I perseguì un progetto di centralizzazione della direzione dell'impero cercando in particolare di eliminare i privilegi delle colonie statutarie, ma non poté portarlo a compimento perché fu costretto a lasciare il trono nel 1688. Rimasero in vigore quindi gli statuti: al successore Guglielmo III fu possibile solo imporre la presenza di un governatore di nomina regia. Tuttavia, in Massachusetts fu imposta nel 1691 una nuova carta che abrogava la norma in base alla quale avevano diritto al voto solo i membri della Chiesa puritana. Nel 1696 Guglielmo III creò il board of trade (Consiglio di commercio) proprio con il compito di coordinare le relazioni fra l'Inghilterra e le colonie. In queste condizioni, i governatori, più che applicare le direttive di Londra, erano costretti a un’opera di contrattazione con le assemblee rappresentative che tendevano a estendere le proprie competenze rivendicando un potere legislativo, attribuendosi importanti competenze in campo finanziario e atteggiandosi a garanti dei diritti della popolazione contro i pretesi abusi del potere. Esse, quindi, mal tolleravano il veto che il governatore poteva opporre alle proposte di legge e il suo diritto di sciogliere le assemblee a sua discrezione. Si determinò pertanto fra i governatori e le assemblee una situazione di endemica conflittualità, che i coloni tendevano a interpretare come una replica dello scontro politico che aveva portato nella madrepatria alla vittoria del Parlamento sull'assolutismo regio. Ciò che univa queste popolazioni alla madrepatria era la necessità di protezione che la potenza navale inglese garantiva dai pericoli che incombevano su di esse. LA SVOLTA DELLA GUERRA FRANCO-INDIANA (1754-1763) Le conseguenze della guerra dei sette anni, chiamata in America guerra franco-indiana, ebbero un peso decisivo nell'evoluzione delle relazioni fra le colonie e la madrepatria. Il governo di Londra riteneva necessario far contribuire i coloni al risanamento dell'enorme debito pubblico provocato dalle spese militari. Per contro gli americani iniziarono a considerare meno pressante l'esigenza della protezione della potenza navale inglese, e quindi meno giustificato il pagamento delle imposte stabilite da Londra. Un altro motivo di contrasto fu determinato dal problema dell'occupazione dei territori già francesi del Canada, che furono sottoposti all'immediata sovranità della corona inglese, con la costituzione di una riserva indiana nella quale era vietato ai coloni acquistare terre. Questi provvedimenti erano volti a impedire conflitti con le popolazioni indigene, che proprio in quegli anni diedero vita a una grande rivolta guidata dal capo Pontiac che poi si arrese. Essi però colpivano l'esigenza delle colonie di espandersi verso ovest per dare sfogo all'incremento demografico e per cercare nuove opportunità di sviluppo economico. Queste divergenze si innestarono sui contrasti di natura commerciale che da sempre avevano caratterizzato i rapporti fra Londra e le sue colonie americane. Le colonie centro-settentrionali erano colpite dalla politica mercantilistica di Londra, che imponeva il monopolio del traffico commerciale e ostacolava lo sviluppo di prodotti che potessero fare concorrenza a quelli della madrepatria. Per tale motivo gli americani avevano eluso in vario modo questi divieti sviluppando un attivo contrabbando. La crisi prese avvio dall'entrata in vigore nel 1765 dello STAMP ACT, che introdusse nelle colonie l'obbligo del bollo su documenti e carta stampata, provocando diffuse proteste da parte dei coloni. Il governo inglese alla fine abrogò la tassa ma allo stesso tempo ribadì il diritto del Parlamento di regolare con le sue leggi i rapporti con le colonie americane. A Londra si fece strada l'esigenza di stabilire un maggiore controllo sui territori che facevano parte dell'impero e fu creato un Segretariato per le colonie americane. Allo stesso tempo furono rafforzati i controlli per impedire il contrabbando e fu accresciuto il contingente di truppe al di là dell'Atlantico. In questo contesto la controversia fra colonie e madrepatria assunse un contenuto costituzionale, relativo all'assetto complessivo dell'impero inglese. Il tentativo di Londra di imporre regole più precise e stringenti ai suoi domini veniva a riempire un vuoto nel quale si era affermata di fatto un'ampia autonomia delle colonie, e apparve perciò a queste ultime una politica dispotica che rischiava di assumere in un valore di precedente giuridico. Abilmente i coloni si appellarono proprio al principio sul quale si erano fondate le rivoluzioni inglesi del Seicento: nessuna tassazione senza rappresentanza. Il parlamento inglese non aveva il diritto di emanare leggi relative alle colonie perché queste non vi erano rappresentate; le assemblee coloniali erano le uniche legittime depositarie del potere legislativo. Queste discussioni si intrecciarono con il caso Wilkes, che negli stessi anni pose in Inghilterra il problema della natura oligarchica del Parlamento inglese, contestando la pretesa della Camera dei Comuni di poter rappresentare l'intero paese. Gli americani organizzarono un sistematico boicottaggio dei prodotti inglesi. Nel 1770 si insediò a Londra il governo di Lord North. le pressioni dei mercanti inglesi indussero il nuovo esecutivo a sopprimere tutti i dazi tranne quello sul tè. Nel marzo 1770 i soldati inglesi aprirono il fuoco sulla folla con il cosiddetto massacro di Boston. L'atto di inizio della guerra si ebbe il 16 dicembre 1773, con il celebre BOSTON TEA PARTY: alcuni coloni travestiti da indiani gettarono in mare il carico di tè di una nave della Compagnia delle Indie orientali. La reazione del governo di Londra fu quella della chiusura del porto di Boston fino all'avvenuto risarcimento dei danni, fu modificato di autorità lo statuto del Massachusetts e furono rafforzati i poteri del governatore. I provvedimenti colpivano in particolare lo Stato che si era sempre dimostrato il più accanito difensore della propria autonomia. La rete di comitati civici e di gruppi di corrispondenza mobilitò immediatamente l'opinione pubblica delle altre colonie a sostegno del Massachusetts. Si giunse così al primo Congresso continentale che chiese l'annullamento della legislazione approvata dal Parlamento di Londra ma evitò di mettere apertamente in discussione il diritto di quest'ultimo di legiferare sull'impero coloniale. Il governo di North elaborò anche una proposta conciliatrice, la sovranità inglese sulle colonie, che Londra intendeva ribadire in via di principio e che i coloni ormai di fatto rifiutavano. In un clima di crescente tensione si aprì nel 1775 il secondo Congresso continentale, che affermò la necessità di rispondere con le armi all'intransigenza di Londra e nominò comandante delle truppe americane il general George Washington. LA GUERRA PER L'INDIPENDENZA Le truppe inglesi, composte di mercenari arruolati in gran parte nello Stato tedesco dell'Assia, erano superiori per organizzazione e addestramento alle forze introdotte dalle colonie. Gli inizi del conflitto furono favorevoli agli inglesi, che occuparono New York nel 1776 e Filadelfia nel 1777. I lealisti organizzarono contingenti di volontari che combatterono al fianco delle giubbe rosse, per cui la guerra per l'indipendenza fu al tempo stesso una guerra civile. La resistenza degli americani si giovò soprattutto della migliore conoscenza del terreno e dell'enorme estensione del territorio, che obbligava gli inglesi a disperdere i loro uomini in guarnigioni esposte ad attacchi di sorpresa. In effetti molti consideravano la guerriglia l'unica tattica possibile; essa, infatti, concretizzandosi in iniziative molteplici e disperse in un ampio fronte, rispondeva meglio al particolarismo delle colonie, disposte a difendere il proprio territorio ma piuttosto restie a contribuire a uno sforzo bellico comune. Al contrario Washington riteneva necessario formare anche un esercito continentale e riuscì a creare una struttura militare dotata di un'accettabile organizzazione strategica e logistica. Tuttavia, egli evitò in generale di ingaggiare battaglie campali e manovrò con abilità per non dare al nemico l'opportunità di conseguire vittorie decisive. L'importante vittoria americana di Saratoga nel 1778 fu ottenuta con un combattimento in ordine sparso, più adatto alle caratteristiche di forze padrone del territorio. LA DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA (4 LUGLIO 1776) Lo sfaldamento delle autorità coloniali provocò, fin dal 1775, la formazione nelle città e nelle contee di comitati che si assunsero il compito di gestire l'amministrazione, la giustizia e la vita economica. D’altra parte, la guerra favorì la maturazione fra gli americani di una coscienza degli interessi e degli ideali comuni che giustificavano la loro ribellione alla all'interno dell'impero, e, con il maturare della prospettiva dell'indipendenza, si fece strada anche sul piano ideale e istituzionale un deciso superamento della tradizione britannica. È significativo che a esprimere questo distacco sia stato Thomas Paine, colui che avrebbe preso parte in seguito anche alla rivoluzione francese: nel suo scritto Common sense, egli in nome di un repubblicanesimo di ispirazione illuministica espresse una radicale critica del tradizionalismo e dei pregiudizi che caratterizzavano la società inglese. Le scelte che ispirarono la costituzione degli Stati Uniti nacquero da un netto rifiuto del modello di governo misto della tradizione inglese: l'affermazione della necessità di costituzioni scritte a livello statale e poi federale, la distinzione fra legge costituzionale e legge statale, il rigoroso rispetto dei principi di Montesquieu della divisione dei poteri e del sistema di checks and balances nei rapporti fra le magistrature, il perfetto bicameralismo che consentiva a una camera di bloccare le decisioni dell'altra. CAPITOLO 28 E 29 la rivoluzione francese 21 GENNAIO 1793 Ebbe luogo in Place de la Concorde l’esecuzione di Luigi XVI di Borbone che viene ghigliottinato nella più grande piazza della Francia. LE CAUSE REMOTE DELLA RIVOLUZIONE le cause della rivoluzione vanno ricercate tramite: 1. ANACRONISMO DELLA SOCIETÀ che era divisa nei tre stati clero, nobiltà e terzo stato. Clero e nobiltà sono ceti molti forti, gli unici due toccati da privilegi ma anche il numero minore. la nobiltà era maggiore rispetto al clero con privilegi come le corvée quelle prestazioni di lavoro gratuito che i braccianti dovevano svolgere all’interno delle proprietà dei nobili in determinati giorni dell’anno. Terzo stato comporto dal 98% della popolazione non è costituito solo da contadini e artigiani ma anche da tutti gli esponenti delle professioni 2. CRISI FINANZIARIA che percorre la Francia in buona parte del 700, con un lascito negativo dei conflitti settecenteschi e la guerra dei sette anni tramite Luigi XIV; le spese militari avranno un lascito molto negativo, le casse dello stato sono vuote e questo anche durante il regno di Luigi XVI, ad aggravare la situazioni ci sono anche le congiunture economiche del 1787 – 1788 come la carestia e la crisi dei raccolti agricoli, l’aumento dell’inflazione, la lievitazione del prezzo del pane e la disoccupazione. 3. FATTORE CULTURALE il lascito dei philosophes e la formazione dell'opinione pubblica. LA RIVOLUZIONE Nel 1788 vengono riconvocati gli stati generali per risolvere la situazione di emergenza che già i ministri delle finanze cercavano di contenere attraverso soluzioni, come quella di ripartire le imposte tra i tre ceti e facendo pagare le imposte anche al clero e alla nobiltà ma questa soluzione venne respinta ancor prima di convocare gli stati generali nell’agosto del 1788 da Luigi XVI. Le discussioni erano quella delle modalità di voto dove ad animare questo dibattito abbiamo molto attivi le personalità del terzo ordine perché essi vogliono andare a modificare il sistema di voto di gente all’interno degli stati generali, il voto vedeva i singoli ceti in maniera compatta esprimere un solo voto  prevedeva il voto per ceto e non per testa: il ceto esprimeva un voto (clero e nobiltà si univano 1+1 e terzo stato perdeva sempre) andando per testa la situazione cambiava perchè all’interno del clero e della nobiltà c’erano personaggi che, pur appartenendo alla nobiltà o al clero, simpatizzavano per i terzo stato  venivano definiti TRANSFUGHI come l’abate Sieyès che pubblica un pamphlet intitolato “che cos’è il terzo stato?” alimentato dalla decisione di Luigi XVI di far compilare all’interno del contesto francese anche in area periferica i cahiers de doléance (quaderni delle lagnanze) ossia testi che vengono compilati in area locale e in cui i rappresentanti andavano a numerare tutte le situazioni contradditorie della singola area e firmavano petizioni per modificare la situazione attuale. Il 5 maggio del 1789 abbiamo l’inaugurazione degli stati generali nella reggia di Versailles il terzo stato vuole imporre il voto per testa essendo l’unico modo per far prevalere il loro pensiero. Il 17 giugno Luigi XVI preclude l’accesso al terzo stato in modo tale di far partecipare solo nobiltà e clero all’hotel di Minute Plaisir così il terzo stato si sposta nella Sala della Pallacorda a Versailles una sala per il gioco della pallacorda dove i rappresentati del terzo stato danno origine all’ASSEMBLEA NAZIONALE per rappresentare tutta la nazione. Ben presto i transfughi si recano nella sala della pallacorda: progressivamente molte nobiltà del clero o del terzo stato si spostano anche loro. Il 9 luglio muta il loro nome e prende il nome di ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE un’assemblea che si dichiara all’intera nazione e di dare una costituzione alla Francia, sul modello dell’Inghilterra, e per farla diventare una monarchia costituzionale e quindi essere affiancata ad un altro corpo. LA PRESA DELLA BASTIGLIA Luigi XVI decide di licenziare il suo ministro delle finanze, colui che avrebbe voluto ripartire le imposte tra clero e nobiltà e fa mobilitare l’esercito reale: disloca truppe a sud e ovest della Francia per evitare tumulti. Una volta fatto questo vi è una risposta popolare dove a Parigi si forma una milizia borghese per difendersi da eventuali attacchi dell’esercito regio. il 14 luglio 1789 la milizia popolare si reca nel complesso fatto edificare da Luigi XIV a prendere le armi ma c’è bisogno della polvere da sparo costudita nella fortezza della Bastiglia così il popolo va alla Bastiglia ma il governatore della Bastiglia vuole scendere a patti con il popolo che si era recato lì così fa entrare i rappresentanti del popolo inerme e li trattiene in un tempo un po’ eccessivo; questo fatto si rivelerà grave perché all’esterno si pensava fossero stati arrestati così si dà avvio all’ASSALTO DELLA BASTIGLIA dove lo stesso governatore viene ucciso e recisa le testa che viene portata come trofeo tra le strade di Parigi. IL CONSOLIDAMENTO DELLA RIVOLUZIONE: L’AGOSTO DEL 1789 il 4 agosto vengono aboliti i previlegi e si vede cadere il regime feudale, il 26 agosto del 1789 si pubblica il testo della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (non si tratta della costituzione che stava preparando il terzo stato!) ma è un testo in cui vengono sacralizzati i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza. LE GIORNATE D’OTTOBRE La popolazione invita Luigi XVI a lasciare il regno e la reggia di Versailles che risiederà a Le Tuileries e rientrato a Parigi il sovrano era costretto a ratificare tutte le decisione prese dall’Assemblea nazionale Costituente nei mesi precedenti. LE FAZIONI DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE All’interno dell’assemblea nazionale costituente abbiamo diverse correnti:  MODERATI corrente ben presente dove molti esponenti provengono da clubs della società dell’89  CORDIGLIERI molto radicali come Danton, Marat e Hébert.  GIACOBINI esponenti più abbienti dove il loro obiettivo era quello di far valere le proprie posizioni all’interno dell’assemblea e abbiamo dentro Robespierre e Brissot Tra i dibattiti e i provvedimenti dell’Assemblea Nazionale Costituente abbiamo i malumori sulla condotta del re e della politica ecclesiastica con la pubblicazione della costituzione civile del clero sul quale gli esponenti del clero avrebbero dovuto giurare per professare fede sul movimento rivoluzionario mentre il clero refrattario si rifiuta di giurare sulla costituzione civile del clero e nobiltà di un altro vescovo costituzionale non riconosciuto da Roma e dal papa finché Napoleone riuscirà a risolvere lo scisma tra refrattari e costituzionali. la Francia viene suddivisa in dipartimenti in modo tale si venga a dar vita a un modello politico costituzionale e il più democratico possibile. Il 14 luglio del 1790 si ha la festa della Federazione dove partecipano tutti i rappresentanti delle singole aree locali di Parigi per festeggiare la data simbolica e dove partecipa anche Luigi XVI. La situazione muta quando il 3 settembre 1791 abbiamo il passaggio dall’Assemblea Nazionale Costituente all’ASSEMBLEA LEGISLATIVA dove la Francia viene dotata di una costituzione che vede l’introduzione del modello della monarchia costituzionale all’interno del contesto francese e il potere del sovrano è bilanciato dalla presenza di una assemblea legislativa che ha il potere legislativo; quindi, il potere del sovrano non è più assoluto. Luigi XVI nel 1791 scappa in Belgio con Maria Antonietta e l’amante Ferzen di lei viene segnalata la carrozza dalle forze di polizia e vengono riportati a Parigi. LE FAZIONI DELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA La parte maggioritaria appartiene ai COSTITUZIONALI + fazione moderata dei FOGLIANTI + la fazione dei GIACOBINI con Robespierre e all’interno della quale si sta formando un’opposizione a Robespierre quella dei GIRONDINI provenienti da Gironda Tra i dibattiti abbiamo la corrente girondina molto accesa che promuove il conflitto militare e che spinge in modo tale che la Francia promuova la guerra ad Austria e Prussia per allargare i confini in più abbiamo la deposizione del sovrano dei francesi e i poteri inizialmente rimangono all’Assemblea Legislativa ma poi viene creato il comune insurrezionale parigino e in più nasce l’organo sulle ceneri dell’Assemblea Legislativa la convenzione nazionale che rappresenta tutta la nazione. LA SVOLTA REPIUBLICANA Francia in pericolo impegnata in un conflitto militare iniziato nel 92 contro Prussia e Austria che vede la battaglia di Valmy che vede la vittoria ottenuta proprio dalla Francia in rivoluzione dove nasce il REGIME REPUBBLICANO durante il primo vendemmiaio e dove abbiamo l’abolizione della monarchia + problemi interni con i sanculotti parigini che si ribellano e danno avvio contro il clero ai massacri di settembre LE FAZIONE DELLA CONVENZIONE NAZIONALE La palude ossia la fazione dei moderati era guidata da Moderre in un numero maggioritario, a sinistra abbiamo i Montagnardi dove abbiamo ex cordiglieri ed ex giacobini mentre a destra abbiamo i girondini. Tra i dibattiti abbiamo i girondini che sono contrari a conferire rilievo ai sanculotti cioè ai popolani parigini in rivolta e poi abbiamo il processo del re per arrivare a una decisione che condanni a morte Luigi XVI, detenuto al Temple, avvenuta il 21 gennaio 1783. Alla morte del re, i realisti designano come legittimo erede al trono Luigi-Carlo (Luigi XVII). LA CONVENZIONE NEI MESI DELLA MAGGIORANZA GIRONDINA - impongono la leva militare obbligatoria - vittorie militari in area Renana e in Belgio e annessioni territoriali - entrata nel conflitto di Olanda e Inghilterra - ulteriori insurrezioni sanculotta a Parigi. LA CONVENZIONE NEI MESI DELLA MAGGIORANZA MONTAGNARDA I montagnardi vogliono andare incontro al popolo parigino e le loro istanze sono democratiche. apertura nei confronti dei sanculotti + istituzione del Tribunale rivoluzionario + il progetto di Costituzione democratica+ il 6 aprile 1793: il comitato di salute pubblica che vede salvaguardare la rivoluzione e che ha due presidenze: prima Danton ex cordiglieri poi passato ai Montagnardi che avvia nuove aperture nei confronti dei sanculotti + ondata repressiva a danno dei realisti in seguito alla morte di Marat e dei girondini + allargamento del comitato a 12 membri e infine viene sostituito a causa delle accuse di mala versione e l’abbandono della presidenza che viene presa da Robespierre che aveva l’appoggio dei «triumviri» Saint-Just e Couthon, prevedeva la riorganizzazione dell'esercito rivoluzionario, aggravava con il Maximum nazionale dei cereali, il 17 settembre 1793: la Legge dei sospetti ed infine il culto dell'Essere supremo. Cambia il calendario primo giorno dell’anno il 21 settembre detto vendemmiaio. IL 1794 IL GRANDE TERRORE E LA CADUTA DI ROBESPIERRE Inasprimento dell'azione repressiva nei confronti dei nemici politici, degli hébertisti, dei sanculotti e delle personalità più scomode della fazione montagnarda; Esigenza di una svolta politica in senso moderato. il 9 Termidoro anno II viene arresto di Robespierre, e l’indomani il 10 Termidoro: abbiamo la sua decapitazione. Tutti i suoi poteri sono passati alla convenzione nazionale, venne epurato anche il comitato di salute pubblica e abbiamo un’esigenza di dare una svolta moderata alla Francia. LA COSTITUZIONE DELL'ANNO III Nel 1795 la Francia vede l’introduzione di una nuova Costituzione de e l'avvento del Direttorio. • Potere esecutivo: Direttorio di cinque membri • Potere legislativo: Consiglio dei Cinquecento (propone le leggi) Consiglio degli anziani accetta e respinge le proposte avanzate del 500 LE COSPIRAZIONI DEL BIENNIO 1795 - 1796 portano a insorgenze + la restaurazione russa del 1799 delle forze austriache nel nord della penisola. La penisola conosce una nuova esperienza repubblicana con Napoleone che non è presente nel contesto italiano quando cadono le repubbliche, il direttorio lo richiama a Parigi e gli affida un’altra missione così nel 1798 parte in Egitto poiché gli inglesi avevano interessi commerciali molto fiorenti così si decide di indebolire l’Inghilterra andando ad attaccare l’Egitto, i contingenti militari e anche quella dinastia strettamente legata alla sublime porta di Istanbul ossia la dinastia dai Mamelucchi presenti al Cairo con vittoria alle piramidi, Giaffa e nell’area di Israele. Nel 1799 lascia l’armata in Egitto a Scheler e torna in Francia. IL COLPO DI STATO DEL 18 BRUMAIO  FONDAZIONE DEL CONSOLATO Napoleone nel 1799 a fronte dalle prime sconfitte portate dall’armata in Egitto fa ritorno in Francia e qui Napoleone riesce a risolvere la situazione che si era creata sia sul fronte interno ma anche sul fronte esterno alla Francia poiché nel 99 all’interno del contesto francese si erano acuite quelle tensioni fra le varie fazioni politiche come i realisti – sostenitori della causa borbonica si erano tornati a farsi sentire e a levare ka loro voce nell’ovest della Francia ma anche i repubblicani giacobini che malvedevano la politica più moderata del direttorio tornarono a fari sentire all’interno del contesto francese. Ma abbiamo anche la pressione delle potenze coalizzate contro la Francia che premono contro la Francia. Napoleone nel 1799 dopo aver preso accordi con l’abbate Sieyès progetta un colpo di stato a danno del direttorio e questo colpo di stato viene attuato nel mese di novembre del 1799 vale a dire il 18 Brumaio dove Napoleone rovescia il potere del direttorio e istituisce in Francia un nuovo esecutivo, il Consolato – costituito da tre esponenti, tra cui Napoleone che si proclama Primo Console colui che ha più importanza rispetto agli altri due consoli che inizialmente sono Sieyès e Ducos. Siamo sempre nella stagione repubblicana ma abbiamo la caduta del direttorio – quindi quel regime istituito nel 1795 con la costituzione dell’anno III e la nascita del Consolato, un nuovo costituito che viene ufficialmente istituito con la promulgazione della nuova COSTITUZIONE DELL’ANNO VIII e che viene promulgata nel 1800. INTERVENTI E RIFORME la stagione del consolato vede Napoleone ascendere sul piano politico all’interno del contesto francese e sin da subito attua una POLITICA DI AMALGAMA in grado di ricucire le tensioni all’interno delle fazioni: cerca di avvicinare i simpatizzanti della casata borbonica, i realisti, ma cerca anche di attirare a sé gli ex giacobini presenti nel contesto francese. Napoleone intervenne in maniera decisa per sedare le rivolte che scoppiarono nella regione della Vandea, dove erano presenti i realisti più accesi che diedero vita a rivolte. L’altro obiettivo di Napoleone sul fronte della politica interna era di rafforzare l’accentramento amministrativo anche nelle aree periferiche: vuole arrivare ad avere un pieno controllo su tutto il territorio francese, attraverso l’accentramento amministrativo su tutta la Francia, e quelle figure del periodo rivoluzionario chiamate commissari, vengono sostituiti dal prefetto, un funzionario nominato dal primo console, che è a capo del dipartimento e risponde al ministro degli interni. sotto il prefetto abbiamo i sottoprefetti o viceprefetti che guidano il distretto che fa parte del dipartimento e infine nei comuni abbiamo i sindaci o i podestà. istituisce i licei – perché la politica di Napoleone vede anche degli interventi nell'ambito dell'istruzione. poi abbiamo anche quella pacificazione religiosa che viene ricercata attraverso gli accordi della santa sede – il CONCORDATO che Napoleone stipula con Papa Pio VI nel 1801. SECONDA CAMPAGNA D'ITALIA, CONSOLATO A VITA E PROCLAMAZIONE DELL'IMPERO; Napoleone torna in Italia e dà avvio alla seconda campagna d'Italia. arriva alla Piana di Alessandria e il 14 giugno del 1800 riesce a ottenere una vittoria sugli austriaci che gli consentirà di ritornare vittorioso a Milano e di ripristinare la cisalpina; il governo che viene istituito a Milano dopo la vittoria di Marengo prende il nome di governo della seconda cisalpina ma, a differenza della prima, questo è un governo transitorio e quindi non è dotato di costituzione e ha sempre per capitale Milano. Napoleone vuole risolvere anche la situazione sul fronte esterno e quindi si propone come pacificatore dell’Europa: - nel 1801 viene firmata una pace a Lunéville con L'Austria - nel 1802 viene firmata la pace di Amiens con l'Inghilterra solo con l’Inghilterra e con l’Austria perché nel frattempo la Russia e l’Olanda erano uscite da quella coalizione antifrancese che era nata nel 92. Napoleone adesso è nelle condizioni di poter accrescere il proprio potere e lo fa nel 1802 quando fa modificare la costituzione dell'anno VIII quella costituzione che era stata promulgata in occasione della nascita del consolato e fa promulgare la costituzione dell'anno X che vede un’evoluzione all'interno del consolato perché che attraverso la promulgazione della costituzione dell'anno X Napoleone diventa console a vita quindi può esercitare il potere esecutivo per una durata di tempo illimitato e può designare il proprio erede. Due anni dopo fa rivedere la costituzione dell’anno X e fa introdurre la costituzione dell’anno XII che vede la trasformazione del consolato in IMPERO quindi nel 1804 termina l'esperienza della prima repubblica francese che era nata nel 1792, nasce il primo impero francese e Napoleone si autoincorona a Notre Dame imperatore dei francesi nel 1804. DALLA SECONDA CISALPINA AL REGNO c'è bisogno di dare una costituzione al territorio che è ritornato nell'orbita francese: tra il 1801 e il 1802 si tiene un'assemblea a metà distanza fra Parigi e Milano nella città di Lione che prende il nome di COMIZI DI LIONE e a questa assemblea partecipa lo stesso Bonaparte (ancora primo console di Francia) e anche oltre 450 rappresentanti dei dipartimenti italiani del Nord Italia inviati a Lione e qui si decreta la nascita di una nuova Repubblica che deve sorgere sulle ceneri della seconda cisalpina e questa nuova Repubblica che viene istituita prende il nome di REPUBBLICA ITALIANA NAPOLEONICA, Repubblica sorella della repubblica francese di regime consolare ha per capitale Milano e il presidente della Repubblica italiana è proprio Napoleone, in realtà il territorio italiano è retto da un vicepresidente che gestisce direttamente il governo della repubblica italiana di fatto e si chiama francesco Melzi d'Eril. Nel 1805 anche questa Repubblica viene soppressa ma perché ormai è anacronistico avere una Repubblica italiana legata alla Francia che nel frattempo è diventata sede di un impero e infatti la Repubblica italiana viene soppressa nel 1805 al suo posto viene creato una nuova entità statuale che prende il nome di Regno d'Italia napoleonico. Il Regno d'Italia napoleonico avrà per capitale sempre Milano e durerà fino al 1814 quando sarà rovesciata al momento della restaurazione austriaca; chi è che guida il regno d’Italia napoleonico? napoleone è il re e il sovrano del regno e si autoincorona in Duomo il 26 maggio del 1805 ma ad amministrare direttamente lo stato è quel figlio di Josèphine di Beauharnais cioè Eugene di Beauharnais che è viceré. Vengono edificati alcuni monumenti di Milano. Viene introdotto il Codice civile che va a rivedere i diritti all'interno della famiglia: la fine della tradizione giuridica di antico regime. CAMPAGNE MILITARI abbiamo una politica bellica insistita che accompagnerà la Francia dal 1805 fino al 1815. Abbiamo varie coalizioni che vedono la partecipazione di Napoleone che nel 1805 riaccende il conflitto in Europa. Ci sono altre coalizioni che si formano contro Napoleone: abbiamo la terza, la quarta, la quinta coalizione, la campagna di Russia e poi le ultime due campagne militari. LA TERZA COALIZIONE Per quanto riguarda la guerra combattuta contro la terza coalizione nel 1805 si riaccende la guerra in Europa. Napoleone riesce a ottenere nel 1805 una delle sue più importanti vittorie militari proprio nel cuore dell’Europa ad Austerlitz – battaglia che vede Napoleone trionfare in Moravia, nell'attuale territorio della Repubblica Ceca; questa vittoria consente a Napoleone di andare ad ottenere un successo importantissimo sulle forze coalizzate contro la Francia: contro l'Austria riesce ad ottenere una vittoria decisiva d’Austerlitz ma in questa campagna militare del 1805 Napoleone però ottiene anche una durissima sconfitta a Trafalgar proprio in prossimità nello stretto di Gibilterra e questa vittoria viene ottenuta dagli inglesi proprio dall’ammiraglio Nelson che perse la vita nella battaglia di Trafalgar ma che di fatto decreterà il successo della flotta inglese sulla Francia: la Francia non riuscirà mai più a sfidare l’Inghilterra via mare. I successi Napoleone li ottiene su continente. dopo la vittoria di Austerlitz però Napoleone, avendo ottenuto la vittoria anche sulle porte austriache, decreta la soppressione del sacro romano impero – quell’istituzione millenaria che era stata istituita da Carlo Magno. LA QUARTA COALIZIONE La quarta coalizione vede Napoleone impegnarsi militarmente nel 1807: abbiamo la partecipazione a questa coalizione antifrancese oltre che dell'Inghilterra e della Russia anche della Prussia – quella potenza in netta ascesa che interviene ormai nei conflitti militari contro Napoleone e la vittoria che Napoleone ottiene nel 1807 sulla quarta coalizione è la vittoria che è segnata dalla firma della pace di Tilsit che consente ormai a Napoleone di diventare il dominatore dell’Europa. In questa campagna contro le forze della quarta coalizione Napoleone ottiene le vittorie molto celebri dall'esperienza napoleonica. LA QUINTA COALIZIONE Quinta coalizione che vede unite l'Austria e l'Inghilterra; Napoleone si scontra ancora una volta con due potenze contro le quali si era scontrato in precedenza e anche in questo caso abbiamo delle importanti vittorie ottenute al termine del conflitto da Napoleone: vince la battaglia di Wagram e in questo caso Napoleone però ottiene anche un'iniziale arresto di questa sua ascesa sul piano anche delle conquiste militari perché Napoleone ha difficoltà in tutto questo contesto a controllare l'area spagnola dove abbiamo degli importanti fenomeni di resistenza militare; la Spagna sarà sempre un grosso problema per Napoleone la arriverà a controllare direttamente ma abbiamo casi di ribellione costanti. GLI ULTIMI ANNI DELL'IMPERO nel 1810 Napoleone divorzia da Josèphine di Beauharnais poiché sterile e non gli può garantire un erede maschio e si sposa con la figlia dell'imperatore d’Austria sconfitto negli scontri che Napoleone ha combattuto contro le forze della quinta coalizione Napoleone si sposa con Maria Luisa d’Asburgo ossia la figlia di Francesco I d’Asburgo. si inaugura così una brevissima parentesi di pace sancito dalla firma della pace di Schönbrunn e da questo matrimonio imperiale fra Napoleone e l’Austria. E nel 1811 Napoleone vedrà la nascita del suo primo erede legittimo nasce Napoleone II – re di Roma che doveva perpetuare questa dinastia nata nel 1804 con la nascita dell'impero ereditario. L'Europa è dominata da Napoleone e dai napoleonidi: - Napoleone governa sui territori direttamente controllati da Parigi  sulla Francia e su molti domini italiani anche sull’area belga e sull'area della Catalogna. - Il re Giuseppe Bonaparte cioè dal fratello maggiore di Napoleone controlla la Spagna dove c'è la riottosità anche degli spagnoli. - L’area italiana e il Regno d'Italia napoleonico vede Napoleone come sovrano ma è amministrato da Eugenio di Beauharnais che è il viceré - Napoli, ormai occupato dai francesi, vede due sovrani abbiamo Carolina Bonaparte sorella di Napoleone che è stata fatta sposare a Gioacchino Murat - In Toscana abbiamo Elisa Bonaparte sorella di Napoleone - In area tedesca abbiamo la creazione sulle ceneri dell'ormai soppresso sacro romano impero che vede la nascita della confederazione del reno che ha per stato più importante la Vestfalia e che napoleone affida al fratello minore cioè a Girolamo Bonaparte - l'Olanda diventa un Regno alleato della Francia ed è amministrato da Luigi Bonaparte un altro fratello di Napoleone Napoleone inizia ad avere delle serie difficoltà sul piano militare in Europa le più grosse difficoltà emergono nel 1812 con la disfatta di Russia ma ci sono anche delle difficoltà sul piano politico cioè Napoleone ha capito che non può prendere l'Inghilterra via mare quindi cerca di isolarla sul piano commerciale dando vita al cosiddetto blocco continentale cioè bloccando le merci degli inglesi e impedendo agli inglesi di scambiare le merci e di commerciare con le potenze alleate della Francia, ma il blocco viene spesso aggirato attraverso il contrabbando e quindi napoleone vede un fallimento di questo suo lato della politica economica volta a ridurre l'influenza inglese in Europa. Napoleone ha anche delle difficoltà contro la Santa Sede perché arriva nel 1808 - 1809 a far occupare gli Stati romani. Gli Stati della Chiesa vengono occupati, le Marche vengono unificate al Regno d'Italia napoleonico e divise nei dipartimenti del Metauro, del Tronto e del Musone. Il pontefice Pio VII colui che aveva firmato con Napoleone il concordato nel 1801 viene prelevato viene portato dapprima a Grenoble poi a Savona e quindi Napoleone perde anche parte della popolarità datagli dal clero anche a lui più vicino. LA CAMPAGNA DI RUSSIA 1812, disfatta per Napoleone che muove l'attacco alla Russia perché la Russia non vuole più aderire al blocco continentale antinglese e quindi nel 1812 Napoleone si lancia verso Mosca ma qui lo zar Alessandro I fa terra bruciata cioè non lascia nulla in quei villaggi che vengono incontrati dalle truppe francesi quindi Napoleone è costretto a porre una rapida. LA SESTA COALIZIONE Napoleone subisce anche una dura sconfitta nel 1813 nella cosiddetta battaglia di Lipsia nella battaglia delle Nazioni che viene combattuta a Lipsia e che vede la partecipazione di tutte le potenze europee coalizzate contro la Francia; Napoleone perde a Lipsia ed è costretto ad arroccarsi in Francia dove però hanno la meglio le forze coalizzate contro la Francia napoleonica in particolare l'Austria e la Prussia e Napoleone nell'aprile del 1814 è costretto ad abdicare. RESA, ISOLA D'ELBA, CENTO GIORNI, WATERLOO, SANT'ELENA
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved