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ESAME INGLESE UNISALENTO, Appunti di Lingua Inglese

TRADUZIONE DEL LIBRO MEDIATING CULTURES

Tipologia: Appunti

2019/2020
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Caricato il 17/09/2020

alessiapersano75
alessiapersano75 🇮🇹

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Scarica ESAME INGLESE UNISALENTO e più Appunti in PDF di Lingua Inglese solo su Docsity! MODULO 1 DEFINIZIONE DI LINGUISTICA La linguistica è lo studio scientifico del linguaggio umano. Essa riguarda la COGNIZIONE (il modo in cui il linguaggio struttura i pensieri nella mente umana) e la COMUNICAZIONE (il modo in cui il linguaggio viene usato nell’interazione sociale). Infatti, noi mentre acquisiamo il linguaggio durante l’infanzia, scopriamo: 1) la nostra identità come individui (quando ci riferiamo a noi stessi e alle nostre idee o opinioni), 2) la nostra identità come esseri sociali (quando comunichiamo con altre persone). TEORIA: LINGUAGGIO COME COGNIZIONE CHOMSKY Nella GRAMMATICA TRASFORMAZIONALE-GENERATIVA di Chomsky, lo scopo della linguistica è la comprensione del linguaggio al fine di capire maggiormente i processi della mente umana. Chomsky parte dall’osservazione che sebbene differenti gruppi di persone parlino differenti linguaggi, tutti i linguaggi umani sono governati similarmente da regole comuni o principi che sono universali. Secondo Chomsky le lingue hanno una doppia struttura: SURFACE STRUCTURE (diversa in ogni lingua, con regole diverse che regolano la pronuncia, la formazione delle parole e la costruzione delle frasi) e la DEEP STRUCTURE (è la stessa e riflette le regole generali di un sistema linguistico universale, il quale è una dotazione genetica di tutti gli esseri umani). In Chomsky prende il nome di LAD (Language acquisition device). Il LAD fornisce: 1. Una serie di principi di grammatica comuni, o grammatica universale (UNIVERSAL GRAMMAR) 2. Parametri variabili che sono adattati ai vari setting dei diversi linguaggi. 3. Linguaggio come conoscenza cognitiva, astratto e completamente scollegato dai contesti sociali nei quali è usato. Il linguaggio è un sistema socialmente motivato e sviluppato per permettere la comunicazione sociale. LINGUAGGIO COME COMUNICAZIONE HALLIDAY Nella GRAMMATICA SISTEMICO-FUNZIONALE di Halliday lo scopo della linguistica è quello di studiare il linguaggio come semiotica sociale (come un sistema di segni che sono stati sviluppati per essere al servizio della necessità comunicative delle persone che vivono in contesti sociali. Considera il linguaggio come un’evoluzione socioculturale che si è evoluto all’interno di una specifica comunità nel mondo da soddisfare 3 funzioni principali: Ideational Function (la funzione ideazionale) pensare con la lingua per interpretare l’esperienza; interpersonal function (funzione interpersonale) agire con il linguaggio per realizzare la comunicazione; textual function (funzione testuale) organizzazione linguistica di un messaggio. Queste funzioni sono realizzate in modo diverso nei diversi linguaggi perché sono codificate nelle strutture semantiche e sintattiche che riflettono la diversa semiotica sociale delle diverse comunità. Quindi attraverso questo codice semantico e sintattico ciascuna comunità è libera di scegliere quelle strutture che meglio descrivono i loro intenti. TEORIA LA PROSPETTIVA ESPERIENZALISTA È un approccio cognitivo-funzionale alla grammatica derivato dalla visione esperenzialista della linguistica cognitiva che riunisce le due teorie viste in precedenza. Il linguaggio è radicato nella cognizione umana in quanto è un sistema concettuale che emerge dall’esperienza quotidiana degli ambienti fisici e socioculturali. MODULO 2 STUDI SINCRONICI E DIACRONICI TEORIA LINGUISTICA SINCRONICA DI SAUSSURE: la linguistica sincronica studia lo stato attuale di una lingua (solo in un determinato momento) e come tale ignora l’evoluzione del linguaggio e supporta il concetto di arbitrarietà. Ferdinand de Saussure sostiene che le parole sono arbitrariamente associate alle cose reali a cui si riferiscono. Ciò è dimostrato dal fatto che le parole differenti in differenti linguaggi indicano la stessa cosa. Saussure sostiene che la lingua è pensiero organizzato accoppiato con il suono: un’immagine uditiva diviene associata ad un concetto. Saussure elaborò la teoria del segno: lo stesso concetto (albero) o di significato, è arbitrariamente associato a parole diverse, o significati, in diverse lingue; si tratta di un’associazione tra significato e significante. TEORIA LINGUISTICA DIACRONICA DI SWEETSER: studia l’evoluzione della lingua nel tempo. In quanto tale sostiene che le lingue provengono da una radice comune non arbitraria che riproduce l’esperienza fisica iniziale delle persone nel mondo attraverso i 5 sensi. ES: il rumore di un cane nelle varie lingue derivano dalle stesse radici di suono /b/. Questa evoluzione fa riferimento al suono delle parole onomatopeiche. VISTA ESPERIENZALE DEI SUONI VOCALI Esperienzismo: associazione non arbitraria tra schemi uditivi/immagine. Parole onomatopeiche che riproduco il suono della cosa o dell’azione che rappresentano, evocando così: un auditory schema (schema uditivo) di quella cosa o azione; o uno visual schema (schema visivo o immagine mentale) di quella cosa o evento. FONETICA INGLESE la fonetica studia le proprietà articolari e acustiche dei suoni di una lingua, vale a dire come questi suoni sono prodotti dai parlanti e percepiti dagli ascoltatori. I linguisti hanno elaborato l’alfabetico fonetico internazionale (IPA) che contiene un simbolo per ciascun suono o fonema. Esso è adottato per trascrivere il suono di qualunque parola in qualunque linguaggio, e queste trascrizioni sono generalmente poste dopo ciascuna parola nel dizionario. Un fonema è l'idealizzazione di un singolo suono rappresentato da un simbolo racchiuso in // (come in IPA). Gli allofoni sono differenti pronunce dello stesso fonema (suono, vocale o dittongo), dipendenti dalle varietà dello stesso linguaggio, e sono graficamente racchiuse in parentesi quadre. MODULO 3 LINGUAGGIO IN CONTESTI SOCIO-CULTURALI Variazione linguistica: varietà, dialetti e accenti. Le varietà sono variazioni generali che si trovano all’interno del codice dello stesso linguaggio (es. British English, American English). I dialetti sono varietà locali, regionali che differiscono dal codice del linguaggio standard per la morfologia, il lessico, la sintassi e la fonologia. Gli accenti sono varietà regionali di un linguaggio che differiscono dal codice standard solo per la fonologia. La variazione di accento ha anche una dimensione sociale legata allo status e al prestigio. In Gran Bretagna, l'accento di prestigio è l'inglese standard (la varietà del sud-est dell'Inghilterra, Londra, Cambridge e Oxford), chiamato anche Received Pronunciation e codificato nell'alfabeto fonetico internazionale. I tipi di variazione della lingua si distinguono in: VARIAZIONI DIATOPICHE: a seconda del luogo in cui si verifica. Inglese parlato come: native Language (prima lingua) in England, costa orientale/occidentale, Canada, Australia, Irlanda; second Language (seconda lingua) nelle ex colonie britanniche di Africa, Medio Oriente, sud-est asiatico, e all’interno delle comunità di immigrati che vivono in lingua inglese; o come lingua straniera o franca nella comunicazione interculturale o internazionale. Le VARIAZIONI DIASTRATICHE: in relazione allo stato sociale dei parlanti (es. inglese parlato dalle classi operaie londinesi, Cockney). In altre parole, la nostra pronuncia, sia del linguaggio L1 (lingua nativa) che di L2 (seconda lingua o lingua straniera) rivela un sistema complesso di significati sociali che acquisiamo nel corso della nostra vita. La VARIAZIONE DIAFASICA: in relazione alla dimensione pragmatica. Lo stile linguistico del registro si diversifica in ragione del contesto situazionale in cui ha luogo la comunicazione. VARIAZIONE DIAMESICA: si riferisce allo sviluppo storico della lingua. VARIETA’ PIDGIN e CREOLE La pragmatica riguarda la comunicazione e si focalizza sul tipo di messaggio che un oratore intende comunicare all’ascoltatore. Per raggiungere i loro obiettivi comunicativi, gli oratori spesso manipolano il linguaggio per produrre gli effetti voluti. Questo recente campo di studi nella pragmatica che esplora i meccanismi della manipolazione del linguaggio è chiamato CRITICAL DISCOURSE ANALYSIS. Differenza tra denotazione e connotazione: la prima è il senso semantico, la seconda riguarda l’implicazione di senso; quest’ultimi sono parte degli schemi sociolinguistici che i membri della comunità hanno sviluppato nel tempo attraverso la comunicazione tra di loro nell’ambito di contesti nativi di interazione socioculturali. Questi schemi rappresentano il codice cognitivo pragmatico attraverso il quale i membri della comunità usano la sintassi del loro linguaggio per comunicare i propri significati. THEMA= si riferisce a ciò di cui si parla RHEMA= quanto su di esso viene detto MODULO 5 IL PAST SIMPLE Nei verbi regolari si forma aggiungendo -ed all’infinito senza il ‘’to’’. Si usa per azioni completate nel passato in un tempo definito, quando si chiede il tempo e quando l’azione si è svolta in un temo definito anche se non è menzionato. PAST PERFECT è usato per un’azione che è iniziata prima di un’altra azione nel passato e che continuava ad esser svolta a quel tempo o si interrompeva a quel tempo. Questo tempo indica un tempo nel passato che è più remoto del tempo segnalato da un altro verbo al past simple nella stessa frase. MODULO 6 MORFOLOGIA La morfologia è la branca della linguistica che studia le strutture e il significato delle parole e come tale è strettamente legata alla sintassi e alla semantica. Abbiamo detto che la sintassi si occupa della struttura e la semantica del significato delle intere frasi. La morfologia si occupa della ‘’sintassi’’ di parole complesse e di parti di parole, o morfemi e allo stesso tempo della ‘’semantica’’ del loro significato lessicale. Abbiamo parlato di morfemi: quest’ultimi sono classificato un 2 tipi: FREE MORPHEME (elemento lessicale che prende la forma di una parola individuale con un significato completo (dog, sister, boy); BOUND MORPHEME (è un elemento lessicale incorporato in una parola come una parte dipendente e come tale deve essere collegato ad un altro morfema. LA DERIVAZIONE è quella parte della morfologia che si occupa del modo in cui i morfemi sono connessi a forme lessicali esistenti come affissi. Gli affissi sono di due tipi: prefissi e suffissi. I primi sono affissi attaccati all’inizio di un elemento lessicale (es. de, dis, un, pre, post); i suffissi sono affissi attaccati alla fine di un elemento lessicale (es. age, ing, less, ness, hood, er). Inoltre, si parla anche di affissi derivazionali che possono causare cambiamenti semantici: il prefisso derivazionale pre significa prima, un significa no, re significa ancora; il prefisso de aggiunto ad un verbo porta ad una sottrazione, mentre dis e un hanno un senso di negatività. Gli affissi derivazionali possono anche marcare un cambiamento di categoria. Per esempio: il suffisso -able deriva un aggettivo da un verbo ecc.… LA FLESSIONE MORFOLOGICA è il processo morfologico che non crea nuove parole ma adatta quelle esistenti in modo da farle funzionare effettivamente in frasi senza cambiare la categoria del morfema base. L’inglese ha i seguenti suffissi inflessionali: dei verbi= -s nel present simple è la costruzione della terza persona singolare, -ed nel past simple è quella di marcatore del past tense nei verbi regolari, -ing forma il participio presente, il gerundio e il continuous aspect; dei sostantivi: -s per la costruzione plurale dei sostantivi, ‘s come marcatore di possesso (genitivo sassone); degli aggettivi: -er come marcatore comparativo, -est marcatore superlativo. COMPOUNDING La lingua inglese ha un processo speciale attraverso il quale nuove parole possono essere formate a partire da prole già esistenti. In questo processo, definito COMPOUNDING, parole singole possono essere unite insieme per formare una nuova parola composta il cui significato è dato dalla somma dei due significati delle ‘’parole matrice’’. Ci sono alcuni tipi di compound words: 1) noun+noun (sostantivo+sostantivo) l’ultimo sostantivo è quello principale mentre quello che lo precede è il suo modificatore (es. chain-smoker o trouble-maker); 2) adjective+noun (aggettivo+sostantivo) l’aggettivo è il modificatore del sostantivo primario (es. black-board, wildfire); 3) verb+noun (verbo+sostantivo) il verbo qualifica e modifica il sostantivo; 4) preposition+noun (preposizione+sostantivo) la preposizione modifica il sostantivo; 5) aggettivo+aggettivo il primo qualifica l’ultimo che è il principale; 6) sostantivo+aggettivo il sostantivo ha la funzione di modificare l’aggettivo; 7) preposizione+verbo la preposizione funziona da modificatore del verbo. MODULO 7 DIMENSIONI SINTATTICHE E SEMANTICHE DEL PRESENT E DEL PAST CONTINUOUS Un altro aspetto del verbo è il continuous aspect che indica che il processo rappresentato da verbo sta avendo luogo in un periodo di tempo esteso e aperto. MODULO 8 I PROCESSI MENTALI VS MATERIALI Il continuous aspect del verbo è principalmente usato per esprimere azioni intenzionali. Ciò spiega perché la forma del present continuous costituisce sintatticamente le tense e aspect non contrassegnati della rappresentazione semantica dei processi materiali del fare. Questi processi rappresentano azioni che coinvolgono il fare cose e, come rappresentazioni semantiche, sono parte della funzione ideazionale della lingua. I processi materiali possono essere sia transitivi che intransitivi. Queste azioni sono generalmente espresse dai cosiddetti verbs of affection (verbi che si riferiscono a sentimenti o emozioni), cognition (verbi che si riferiscono alle attività mentali) e perception (verbi che si riferiscono alle percezioni sensoriali). Invece i verbi che rappresentano i processi mentali sono sempre transitivi, in quanto coinvolgono entrambi un senser (l’essere animato che sente, pensa o percepisce) e il phenomenon (cosa il senser sente, pensa o percepisce). MODULO 13 AGENT E CAUSATION Adotteremo un approccio che integra la grammatica funzionale di Halliday e una visione esperienzialista della grammatica cognitiva. L’assunto di base è che tale modello integrato dell’English Discourse Analysis ci permette di porre il focus sull’uso della lingua come azione sociale determinata dalla cognizione esperienziale. Una simile visione è stata proposta da Halliday nel suo costrutto sociale semiotico in accordo con il quale usare una lingua significa agire con il suo codice semantico convenzionale che si è evoluto nel tempo in relazione al cambiamento della realtà socio-cognitiva dei suoi utilizzatori e delle variabili necessità comunicative. Questo codice semantico determina le basi fisse con le quali gli utenti tracciano i significati pragmatici comunicativi. Alla luce di questo approccio cognitivo-funzionale alla lingua, ci focalizzeremo anche sull’uso dell’inglese come lingua franca, ovvero come lingua utilizzata per comunicazioni intra- culturali (all’interno della stessa comunità socioculturale) e interculturali (fra differenti comunità socioculturali). Una lingua franca è usata in contesti comunicativi sopranazionali e in transazioni specializzate. Il tipo di lingua usato in queste situazioni è standardizzato in specifici registri. I registri sono delle varietà tecniche del linguaggio che hanno sviluppato certi marcatori identificativi della struttura linguistica, e al contempo un vocabolario speciale e un uso del linguaggio che differiscono da quello proprio di altre situazioni comunicative in quanto tali caratteristiche sono utilizzate dai gruppi di esperti per comunicare in capi di studio prestabiliti. Ciò significa che persone provenienti da formazioni linguistiche e socioculturali differenti possono imparare e utilizzare questi registri abbastanza facilmente perché tali registri spesso rappresentano varietà semplificate del linguaggio che sono socialmente riconosciute per permettere precisione in transazioni specializzate. Al contrario, nelle comunicazioni comuni di ogni giorno, queste stesse persone utilizzerebbero le loro varietà dialettali del linguaggio nativo, cioè quelle che sono definite pragmaletti, che riflettono le loro origini socioculturali e le loro abitudini internazionali. Swales definisce i registri come variazioni linguistiche determinate dalle variabili di Halliday/Hasan: campo, tenore e modo. Campo= specifica il tipo di attività e la materia (soggetto del discorso); Tenore= descrive il ruolo delle relazioni di status tra i partecipanti alla conversazione; Modo= specifica il canale di comunicazione. Queste variabili vengono utilizzate dai membri delle comunità discorsive per creare genres. I genres sono delle classi di eventi comunicativi che condividono gli scopi comunicativi riconosciuti da membri esperti di specifiche comunità discorsive e caratterizzati da registri in testi completi di tipo specializzato. I pragmaletti al contrario sono stili personali utilizzati nella lingua parlata e si riferiscono ad un continuum di formalità discorsiva che dipende dai vari livelli di formalità richiesti dalle situazioni quotidiane specifiche in specifici contesti socioculturali. Quindi i registri (varietà tecniche) sono usati per definire i genres che riguardano transazioni specializzate, mentre i pragmaletti (varietà dialettali) sono usate come stili personali dall’oratore nelle normali interazioni di ogni giorno. 14 VOCE PASSIVA E DEPERSONALIZZAZIONE DEL DISCORSO NEI REGISTRI SCIENTIFICI Colui che scrive o che parla costruisce la propria argomentazione con lo scopo di conseguire i suoi intenti persuasivi. Questo spiega perché nei testi di tipo argomentativo, la cui funzione è quella di convincere il lettore che il punto di vista di chi parla sia quello giusto. In questi tipi di testi la scelta della forma attiva o passiva è importante perché indica se i processi sono attribuiti ad un agente specifico (voce attiva) o sono indicati senza agente (voce passiva da la possibilità di esprimere o ignorare l’agente che sarebbe l’aspetto umano). VOCE ATTIVA= Maria mangia la mela. VOCE PASSIVA= la mela è stata mangiata da Maria. Il passivo è solo una modalità di ignorare l’agente nella struttura della frase e la sua omissione è solo una ragione per utilizzare il passivo. Sebbene i testi scientifici siano considerati oggettivi, descrittivi e non argomentativi, in realtà sono in una certa misura argomentativi come lo sono allo stesso modo dei testi politici, economici poiché in entrambi i casi sono costruiti in termini di persuasione retorica che spesso si basa su alcuni modelli. DEPERSONALIZAZZIONE NEL LINGUAGGIO SCIENTIFICO In inglese la voce passiva è il modo principale per esprimere la depersonalizzazione che, in altre lingue è espressa da forme impersonali. Gotti afferma che gli autori usano principalmente la forma passiva nei testi perché intendono depersonalizzare il discorso allo scopo di enfatizzare i risultati scientifici di un processo sperimentale piuttosto che l’agente del processo e ciò spiega perché l’agente è sempre omesso; credono che l’enfasi sull’agente sia superflua perché spesso gli stessi scrittori rappresentano l’agente del processo descritto nel loro testo. Gotti sottolinea che la voce passiva ha la funzione di tematizzare i processi sperimentali con lo scopo di assicurare una progressione non marcata delle informazioni introdotto nella frase in una posizione tematica, piuttosto che confinarlo in una posizione rematica alla fine della frase attiva. La scelta delle forme passive e attive non è sufficiente per una spiegazione sintattica, ma è determinata anche da spiegazioni pragmatiche e testuali complesse volte a ottenere scopi comunicativi diversi. INTERLINGUA è un sistema linguistico che possiede delle strutture proprie, regole a tutti i livelli. Tali regole non sono né proprie della L1 ne della L2. L’interlingua è un codice in continua evoluzione che si arricchisce costantemente grazie a nuovi input linguistici che una volta fatti propri (cioè interiorizzati) si trasformano in intake. L’interlingua è un sistema linguistico individuale e può essere definita come un dialetto idiosincratico riferito al proprio modo di utilizzare la lingua. Durante lo sviluppo dell’interlingua avvengono dei transfer, cioè dei trasferimenti di strutture linguistiche proprie di L1 nella L2. I transfer possono essere di tre tipi: concettuali= relativi a trasferimenti di concetti; sintattici= relativi al trasferimento di strutture linguistiche da L1 a L2; pragmatici= che si verificano quando siamo convinti di utilizzare una forma adeguata al contesto in L2 mentre in realtà, anche se adeguata a quel contesto in L1, non lo è nel caso della seconda lingua. I transfer avvengono nelle fasi della produzione linguistica: 1. Concettualizzazione= formulazione di un concetto in base alla propria esperienza della realtà; 2. Formulazione= organizzazione dei concetti
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