Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Esempio di autobiografia linguistica, Guide, Progetti e Ricerche di Linguistica

Esempio di autobiografia linguistica completa

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 17/04/2020

paola-piazza-1
paola-piazza-1 🇮🇹

4.3

(4)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Esempio di autobiografia linguistica e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Linguistica solo su Docsity! Autobiografia linguistica Sono X, nata a X nel X e da sempre vissuta a X, paese di circa 14.000 abitanti della provincia X, nella villetta che mio nonno Biagio, padre di mio padre, costruì per la sua famiglia come casa per le vacanze più di 40 anni fa. I miei genitori, Domenico e Gabriella, si sono trasferiti in questa casa cinque anni dopo il matrimonio, avendo trascorso il primo periodo da sposi a X per motivi di lavoro. I genitori di mio padre, nonno Biagio idraulico e nonna Anna casalinga, si trasferirono più volte da un quartiere all’altro della città di X, via via che la famiglia aumentava, e probabilmente fu questo che permise a mio padre di conoscere e imparare il dialetto catanese usato tanto a X quanto in via Canfora. Bisogna però specificare che mio padre è sempre stato il pupillo della famiglia: ottimi voti a scuola ed unico tra i quattro fratelli a laurearsi; quindi il dialetto, per quanto conosciuto e parlato in casa, non fu da lui utilizzato granché, se non con gli amici e con i nonni che non si esprimevano in italiano. Mia madre ha invece sempre vissuto nella stessa casa di X, in via Giuffrida, fino al matrimonio. Suo padre, nonno Franco, era originario di X, piccolo paese della provincia di X; gestiva un cinema a X, e stava pochi giorni a casa durante la settimana: questo può essere considerato uno dei motivi per cui mia madre non imparò in casa ad utilizzare il dialetto. La nonna Rosina, infatti, nata anche lei a X ma emigrata a Milano per trentanni, continua tutt’oggi con orgoglio ad esibire il “suo dialetto milanese”, sostenendo che, per quanto ci provi, non riesce a riprodurre i suoni della parlata meridionale. Tutti i familiari ritengono che, in realtà, la nonna provi una certa superiorità, tale dal sviluppare un rifiuto nei confronti del dialetto, tanto catanese quanto siciliano. Entrambi i miei genitori hanno comunque imparato termini, modi di dire o espressioni colorite in dialetto, che utilizzano talvolta in casa o con gli amici, per lo più con funzioni espressive o per enfatizzare i concetti. Non nego che il sentirli parlare in dialetto ogni tanto, in luoghi come la pescheria o con i fratelli di mio padre, mi diverte molto e cerco di ascoltare attentamente quelle brevi e sporadiche conversazioni, anche se spesso di qualche parola non riesco a capire il significato. Sia mio padre, ma soprattutto mia madre, hanno ritenuto fosse parte integrante del patrimonio culturale mio e di mia sorella Simona imparare, quanto meno, a comprendere il dialetto catanese anche se, al di fuori di un centinaio di termini, rimaniamo entrambe ignoranti in materia. Mia madre, da insegnante di lettere classiche, ha sempre considerato fondamentale che imparassimo a dovere l’italiano, ma ha sempre riconosciuto nel dialetto le origini più profonde della nostra cultura, avendo frequentato anche un corso di dialettologia all’Università. Nonostante ciò, non utilizzando il dialetto nelle conversazioni familiari, io e mia sorella siamo quasi del tutto incapaci ad esprimerci in catanese, ma lo comprendiamo così come il siciliano in genere. Da amici e compagni ho assimilato alcune parole ed espressioni dialettali colorite, a tratti particolarmente comiche, soprattutto all’interno dell’ambiente scolastico, che nel mio caso è stato sempre legato ai paesi dell’”interland” catanese che si caratterizzano, come da manuale, per un utilizzo di varianti meno prestigiose, anche se non poi così marcate, dello standard dialettale di città. Nel mio caso, per quanto sia affascinata da tutte le sfumature che compongono le numerosissime varietà regionali dell’italiano, di certo influenzata dai viaggi che fin da piccola ho fatto in macchina con la mia famiglia per tutto lo stivale, il dialetto siculo ha attecchito ben poco nel mio bagaglio conoscitivo. Non posso di certo vantare una grande capacità nel distinguere i dialetti fra di loro, se non per quanto riguarda quelli maggiormente riconoscibili, però il frequentare persone provenienti da moltissime regioni mi ha permesso quantomeno di ascoltare accenti differenti e attribuire a quelle cadenze particolari termini, abitudini e culture, pur essendo tutte parte della stessa nazione. Escludendo la cantilena caratteristica del dialetto siculo, il mio lessico è composto principalmente da termini italiani e inglesi e, solo in piccola parte, da parole dialettali usate, come insegnato dai miei genitori, con funzione esclusivamente espressiva. Mia sorella Simona, invece, capisce e parla
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved